• LinkedIn per imprenditori: più di un curriculum, è una leva di business

    Quando penso a LinkedIn, non lo vedo solo come un semplice social dove mettere il proprio curriculum o elencare le esperienze. Per me, LinkedIn è diventato uno strumento strategico fondamentale per far crescere la mia azienda e costruire relazioni di valore.

    1. LinkedIn come canale di networking qualificato
    Il primo valore di LinkedIn è la possibilità di entrare in contatto con professionisti, potenziali clienti, partner e fornitori in modo diretto e mirato.
    Non si tratta di accumulare contatti, ma di creare relazioni autentiche e strategiche.

    2. Costruire la propria autorevolezza
    Attraverso contenuti di valore, racconti di esperienze, insight e casi di successo, ho potuto posizionarmi come un punto di riferimento nel mio settore.
    LinkedIn è la piattaforma perfetta per mostrare competenze e valori, creando fiducia.

    3. Lead generation e opportunità di business
    Un profilo curato e una presenza attiva si traducono in opportunità concrete: richieste di consulenza, collaborazioni, nuovi clienti.
    Non è solo marketing, è una vera e propria leva commerciale.

    4. Conoscere il mercato e i competitor
    LinkedIn permette di monitorare trend, ascoltare il mercato e vedere cosa fanno i competitor, mantenendo sempre una marcia in più.
    Per un imprenditore, avere queste informazioni a portata di mano è un vantaggio competitivo.

    5. Un investimento continuo, non un’attività “una tantum”
    LinkedIn funziona solo se ci investi tempo e costanza.
    Non basta creare un profilo e aspettare che arrivino i risultati: serve partecipazione attiva, aggiornamenti regolari e dialogo.

    LinkedIn per un imprenditore non è solo un curriculum digitale, ma un vero e proprio strumento di business.
    È il luogo dove costruire relazioni, autorevolezza e opportunità concrete.
    Se usato bene, può diventare un acceleratore di crescita per te e la tua azienda.

    #LinkedInPerImprenditori #networking #leadgeneration #personalbranding #businessdigitale #strategiedigitali #marketingB2B #digitalmindset #imprenditoria #crescitaaziendale
    LinkedIn per imprenditori: più di un curriculum, è una leva di business Quando penso a LinkedIn, non lo vedo solo come un semplice social dove mettere il proprio curriculum o elencare le esperienze. Per me, LinkedIn è diventato uno strumento strategico fondamentale per far crescere la mia azienda e costruire relazioni di valore. 1. LinkedIn come canale di networking qualificato Il primo valore di LinkedIn è la possibilità di entrare in contatto con professionisti, potenziali clienti, partner e fornitori in modo diretto e mirato. Non si tratta di accumulare contatti, ma di creare relazioni autentiche e strategiche. 2. Costruire la propria autorevolezza Attraverso contenuti di valore, racconti di esperienze, insight e casi di successo, ho potuto posizionarmi come un punto di riferimento nel mio settore. LinkedIn è la piattaforma perfetta per mostrare competenze e valori, creando fiducia. 3. Lead generation e opportunità di business Un profilo curato e una presenza attiva si traducono in opportunità concrete: richieste di consulenza, collaborazioni, nuovi clienti. Non è solo marketing, è una vera e propria leva commerciale. 4. Conoscere il mercato e i competitor LinkedIn permette di monitorare trend, ascoltare il mercato e vedere cosa fanno i competitor, mantenendo sempre una marcia in più. Per un imprenditore, avere queste informazioni a portata di mano è un vantaggio competitivo. 5. Un investimento continuo, non un’attività “una tantum” LinkedIn funziona solo se ci investi tempo e costanza. Non basta creare un profilo e aspettare che arrivino i risultati: serve partecipazione attiva, aggiornamenti regolari e dialogo. LinkedIn per un imprenditore non è solo un curriculum digitale, ma un vero e proprio strumento di business. È il luogo dove costruire relazioni, autorevolezza e opportunità concrete. Se usato bene, può diventare un acceleratore di crescita per te e la tua azienda. #LinkedInPerImprenditori #networking #leadgeneration #personalbranding #businessdigitale #strategiedigitali #marketingB2B #digitalmindset #imprenditoria #crescitaaziendale
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  • Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti

    Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”.
    In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali.

    Cosa intendiamo per funnel di vendita?
    Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente.
    Si articola in 3 fasi principali:

    -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand
    -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano
    -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc.
    Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi.

    Quali social media usare e come
    Dipende dal nostro target e dal tipo di business.
    Ecco come li usiamo noi nei funnel:
    -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing
    -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B
    -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi
    -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial
    -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing

    Come costruire un funnel integrato ai social media
    Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel)
    ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni
    ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire

    Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel)
    ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano
    ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot)

    Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel)
    ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare
    ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito

    Fidelizza e trasforma in ambassador
    ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti
    ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola

    Strumenti che consigliamo per l’integrazione
    -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram
    -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail
    -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli
    -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing
    -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme

    Errori da evitare
    Postare senza strategia
    Pensare che i like siano vendite
    Non avere una CTA chiara
    Non tracciare le conversioni
    Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti

    Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso.
    Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart.

    #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
    Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”. In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali. Cosa intendiamo per funnel di vendita? Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente. Si articola in 3 fasi principali: -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc. 💡 Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi. Quali social media usare e come Dipende dal nostro target e dal tipo di business. Ecco come li usiamo noi nei funnel: -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing Come costruire un funnel integrato ai social media Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel) ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel) ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot) Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel) ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito Fidelizza e trasforma in ambassador ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola Strumenti che consigliamo per l’integrazione -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme Errori da evitare ❌ Postare senza strategia ❌ Pensare che i like siano vendite ❌ Non avere una CTA chiara ❌ Non tracciare le conversioni ❌ Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso. Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart. #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
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  • Lead generation: tecniche efficaci per trovare nuovi clienti

    Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo che il difficile fosse far partire le prime vendite. In realtà, la vera sfida è stata un’altra: trovare nuovi clienti in modo costante, senza dover lanciare offerte continue o spendere fortune in Ads.
    Ed è lì che ho capito l’importanza della lead generation: raccogliere contatti realmente interessati, portarli nel mio ecosistema (email, social, sito) e costruire una relazione che porta, prima o poi, alla conversione.
    Ecco le tecniche di lead generation che nel mio caso hanno funzionato sul serio — e che nel 2025 sono ancora attualissime.

    1. Lead magnet semplice ma efficace
    Il primo step è offrire qualcosa di valore in cambio dell’email. Io ho testato varie soluzioni, ma quelle che hanno funzionato meglio sono:
    -Un mini catalogo PDF con idee d’arredo stagionali
    Una guida gratuita su come scegliere il prodotto giusto in base allo stile della casa
    -Uno sconto del 10% sul primo ordine (classico, ma ancora efficace)
    L’importante è che sia coerente con ciò che vendi e utile per chi ti scopre per la prima volta.

    2. Popup intelligente (non invasivo)
    So cosa stai pensando: “odio i popup!”. Anch’io.
    Ma se usati con moderazione e design pulito, funzionano.

    Io uso un popup che compare:
    -Dopo 10 secondi
    -Solo alla prima visita
    -Solo su desktop
    E con una promessa chiara: “Vuoi ispirazione mensile e offerte riservate?”
    Il tasso di conversione medio? Circa il 6-8%. Per una PMI, è tanto.

    3. Collaborazioni e giveaway mirati
    Un’altra cosa che ha funzionato bene è stato collaborare con altri brand locali o artigiani. Abbiamo organizzato giveaway in comune (con iscrizione via email) e condiviso i contatti — con il consenso ovviamente.

    Questa strategia:
    -Aumenta l’autorevolezza
    -Ti porta lead davvero in target
    -Crea engagement sui social
    Nel 2025 funziona ancora se ben studiata e lontana dalla logica “vinci e scappa”.

    4. Landing page dedicata
    Per ogni campagna (che sia organica o sponsorizzata), ho creato una pagina dedicata solo alla lead generation, senza distrazioni.
    Contiene:
    -Titolo chiaro
    -Beneficio concreto
    -Una CTA semplice
    -Una prova sociale (recensione, badge o testimonial)
    Le campagne Facebook e Instagram con una landing page hanno convertito fino al 15% meglio rispetto a mandare le persone alla homepage.

    5. Email automation: il vero segreto
    Una volta che il lead entra nel funnel… inizia il vero lavoro.
    Ho creato una semplice automazione che manda:
    -Un’email di benvenuto con la mia storia
    -Un’email con i prodotti più amati
    -Una terza email con una prova sociale (recensioni)
    -Una quarta con una promozione personalizzata
    Tutto questo nei primi 7 giorni. Risultato? Un buon 20% di questi lead diventa cliente.

    Cosa evitare
    -Comprare liste email: non solo è illegale, è anche inutile
    -Chiedere troppo all'inizio: nome, telefono, città… il tasso di iscrizione crolla
    -Offrire lead magnet “generici” (es. “Iscriviti per rimanere aggiornato”) → nessuno lo fa

    La lead generation non è una formula magica.
    È un processo: attiri l’attenzione, offri valore, costruisci fiducia e porti il contatto a diventare cliente. Se lo fai con coerenza e pazienza, i risultati arrivano.

    Nel 2025, chi sa costruire relazioni prima di vendere è quello che vince.

    #leadgeneration #emailmarketing #ecommerceitalia #marketingperpmi #strategiadigitale #marketing2025 #marketingartigiano #vendereonline #piccoleimpreseitaliane #landingpage #customerjourney #digitalmarketingitalia
    Lead generation: tecniche efficaci per trovare nuovi clienti Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo che il difficile fosse far partire le prime vendite. In realtà, la vera sfida è stata un’altra: trovare nuovi clienti in modo costante, senza dover lanciare offerte continue o spendere fortune in Ads. Ed è lì che ho capito l’importanza della lead generation: raccogliere contatti realmente interessati, portarli nel mio ecosistema (email, social, sito) e costruire una relazione che porta, prima o poi, alla conversione. Ecco le tecniche di lead generation che nel mio caso hanno funzionato sul serio — e che nel 2025 sono ancora attualissime. ✅ 1. Lead magnet semplice ma efficace Il primo step è offrire qualcosa di valore in cambio dell’email. Io ho testato varie soluzioni, ma quelle che hanno funzionato meglio sono: -Un mini catalogo PDF con idee d’arredo stagionali Una guida gratuita su come scegliere il prodotto giusto in base allo stile della casa -Uno sconto del 10% sul primo ordine (classico, ma ancora efficace) L’importante è che sia coerente con ciò che vendi e utile per chi ti scopre per la prima volta. ✅ 2. Popup intelligente (non invasivo) So cosa stai pensando: “odio i popup!”. Anch’io. Ma se usati con moderazione e design pulito, funzionano. Io uso un popup che compare: -Dopo 10 secondi -Solo alla prima visita -Solo su desktop E con una promessa chiara: “Vuoi ispirazione mensile e offerte riservate?” Il tasso di conversione medio? Circa il 6-8%. Per una PMI, è tanto. ✅ 3. Collaborazioni e giveaway mirati Un’altra cosa che ha funzionato bene è stato collaborare con altri brand locali o artigiani. Abbiamo organizzato giveaway in comune (con iscrizione via email) e condiviso i contatti — con il consenso ovviamente. Questa strategia: -Aumenta l’autorevolezza -Ti porta lead davvero in target -Crea engagement sui social Nel 2025 funziona ancora se ben studiata e lontana dalla logica “vinci e scappa”. ✅ 4. Landing page dedicata Per ogni campagna (che sia organica o sponsorizzata), ho creato una pagina dedicata solo alla lead generation, senza distrazioni. Contiene: -Titolo chiaro -Beneficio concreto -Una CTA semplice -Una prova sociale (recensione, badge o testimonial) Le campagne Facebook e Instagram con una landing page hanno convertito fino al 15% meglio rispetto a mandare le persone alla homepage. ✅ 5. Email automation: il vero segreto Una volta che il lead entra nel funnel… inizia il vero lavoro. Ho creato una semplice automazione che manda: -Un’email di benvenuto con la mia storia -Un’email con i prodotti più amati -Una terza email con una prova sociale (recensioni) -Una quarta con una promozione personalizzata Tutto questo nei primi 7 giorni. Risultato? Un buon 20% di questi lead diventa cliente. ❌ Cosa evitare -Comprare liste email: non solo è illegale, è anche inutile -Chiedere troppo all'inizio: nome, telefono, città… il tasso di iscrizione crolla -Offrire lead magnet “generici” (es. “Iscriviti per rimanere aggiornato”) → nessuno lo fa ✍️La lead generation non è una formula magica. È un processo: attiri l’attenzione, offri valore, costruisci fiducia e porti il contatto a diventare cliente. Se lo fai con coerenza e pazienza, i risultati arrivano. Nel 2025, chi sa costruire relazioni prima di vendere è quello che vince. #leadgeneration #emailmarketing #ecommerceitalia #marketingperpmi #strategiadigitale #marketing2025 #marketingartigiano #vendereonline #piccoleimpreseitaliane #landingpage #customerjourney #digitalmarketingitalia
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  • Sales funnel: guida pratica per aumentare le conversioni

    Noi di impresa.biz sappiamo bene che, nel mondo di oggi, attirare clienti non basta più: serve accompagnarli lungo un percorso chiaro e studiato che li porti a scegliere la nostra offerta. Per questo, il sales funnel è uno strumento indispensabile per le PMI che vogliono aumentare le conversioni e far crescere il fatturato in modo sostenibile.
    In questa guida pratica vi spieghiamo come costruire un sales funnel efficace, passo dopo passo.

    Cos’è un sales funnel?
    Il sales funnel (o funnel di vendita) è un modello che rappresenta il percorso che un potenziale cliente compie, dalla prima interazione con il nostro brand fino all’acquisto finale. Si chiama “funnel” (imbuto) perché il numero di persone coinvolte si riduce progressivamente, passando da una fase più ampia di interesse a una più ristretta di conversione.

    Le fasi principali del sales funnel
    1. Awareness (Consapevolezza)
    Il cliente potenziale scopre il nostro brand o prodotto. Qui si punta a generare interesse attraverso:

    -Contenuti informativi (blog, video, social media)
    -Pubblicità mirata
    -SEO e campagne digitali

    2. Interest (Interesse)
    Chi ha scoperto l’azienda inizia a conoscere meglio l’offerta. È il momento di fornire contenuti più dettagliati come:
    -Webinar
    -Demo gratuite
    -Guide scaricabili

    3. Decision (Decisione)
    Il potenziale cliente valuta alternative e prende la decisione d’acquisto. Qui entrano in gioco:
    -Offerte personalizzate
    -Testimonianze e case study
    -Supporto commerciale diretto

    4. Action (Azione)
    È il momento della conversione vera e propria: l’acquisto o la sottoscrizione del servizio.

    Come aumentare le conversioni nel sales funnel
    -Conosci il tuo pubblico: segmenta i potenziali clienti in base a caratteristiche, bisogni e comportamenti.
    -Personalizza la comunicazione: usa messaggi adatti a ogni fase del funnel.
    -Semplifica il processo di acquisto: meno passaggi e più chiarezza aumentano le conversioni.
    -Usa call to action forti e chiare: inviti all’azione che spingano l’utente a compiere il passo successivo.
    -Monitora e ottimizza: analizza dati e risultati per capire cosa funziona e cosa no.

    Il nostro supporto per costruire il sales funnel ideale
    Noi di impresa.biz offriamo:
    ✔ Analisi del pubblico e dei bisogni
    ✔ Creazione di contenuti adatti a ogni fase del funnel
    ✔ Implementazione di strumenti digitali (CRM, automazione marketing)
    ✔ Monitoraggio performance e ottimizzazione continua

    Un sales funnel ben progettato non solo aumenta le conversioni, ma migliora l’esperienza del cliente, fidelizza e crea relazioni di valore. Se vuoi trasformare i contatti in clienti fedeli, noi di impresa.biz siamo pronti ad accompagnarti in questo percorso.

    #SalesFunnel #Conversioni #MarketingPMI #ImpresaBiz #CustomerJourney #LeadGeneration #AutomazioneMarketing #FidelizzazioneClienti #DigitalMarketing #CrescitaPMI
    Sales funnel: guida pratica per aumentare le conversioni Noi di impresa.biz sappiamo bene che, nel mondo di oggi, attirare clienti non basta più: serve accompagnarli lungo un percorso chiaro e studiato che li porti a scegliere la nostra offerta. Per questo, il sales funnel è uno strumento indispensabile per le PMI che vogliono aumentare le conversioni e far crescere il fatturato in modo sostenibile. In questa guida pratica vi spieghiamo come costruire un sales funnel efficace, passo dopo passo. Cos’è un sales funnel? Il sales funnel (o funnel di vendita) è un modello che rappresenta il percorso che un potenziale cliente compie, dalla prima interazione con il nostro brand fino all’acquisto finale. Si chiama “funnel” (imbuto) perché il numero di persone coinvolte si riduce progressivamente, passando da una fase più ampia di interesse a una più ristretta di conversione. Le fasi principali del sales funnel 1. Awareness (Consapevolezza) Il cliente potenziale scopre il nostro brand o prodotto. Qui si punta a generare interesse attraverso: -Contenuti informativi (blog, video, social media) -Pubblicità mirata -SEO e campagne digitali 2. Interest (Interesse) Chi ha scoperto l’azienda inizia a conoscere meglio l’offerta. È il momento di fornire contenuti più dettagliati come: -Webinar -Demo gratuite -Guide scaricabili 3. Decision (Decisione) Il potenziale cliente valuta alternative e prende la decisione d’acquisto. Qui entrano in gioco: -Offerte personalizzate -Testimonianze e case study -Supporto commerciale diretto 4. Action (Azione) È il momento della conversione vera e propria: l’acquisto o la sottoscrizione del servizio. Come aumentare le conversioni nel sales funnel -Conosci il tuo pubblico: segmenta i potenziali clienti in base a caratteristiche, bisogni e comportamenti. -Personalizza la comunicazione: usa messaggi adatti a ogni fase del funnel. -Semplifica il processo di acquisto: meno passaggi e più chiarezza aumentano le conversioni. -Usa call to action forti e chiare: inviti all’azione che spingano l’utente a compiere il passo successivo. -Monitora e ottimizza: analizza dati e risultati per capire cosa funziona e cosa no. Il nostro supporto per costruire il sales funnel ideale Noi di impresa.biz offriamo: ✔ Analisi del pubblico e dei bisogni ✔ Creazione di contenuti adatti a ogni fase del funnel ✔ Implementazione di strumenti digitali (CRM, automazione marketing) ✔ Monitoraggio performance e ottimizzazione continua Un sales funnel ben progettato non solo aumenta le conversioni, ma migliora l’esperienza del cliente, fidelizza e crea relazioni di valore. Se vuoi trasformare i contatti in clienti fedeli, noi di impresa.biz siamo pronti ad accompagnarti in questo percorso. #SalesFunnel #Conversioni #MarketingPMI #ImpresaBiz #CustomerJourney #LeadGeneration #AutomazioneMarketing #FidelizzazioneClienti #DigitalMarketing #CrescitaPMI
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  • Come creare contenuti che vendono, non solo che piacciono
    Negli ultimi anni abbiamo imparato a comunicare di più e meglio. Abbiamo aperto pagine social, creato newsletter, aggiornato siti web. Ma c’è una domanda che dovremmo porci più spesso: i nostri contenuti stanno davvero aiutando a vendere o si limitano a raccogliere like?

    Perché sì, è bello vedere un post con tanti cuoricini o commenti entusiasti. Ma se alla fine della fiera non genera contatti, richieste o vendite… abbiamo solo intrattenuto, non convertito.

    La differenza tra attenzione e azione
    La sfida oggi non è solo catturare l’attenzione: è trasformare quell’attenzione in interesse concreto e poi in acquisto. I contenuti che funzionano davvero sono quelli che parlano al cliente giusto, nel momento giusto, con il messaggio giusto. Non basta piacere: dobbiamo essere utili, rilevanti e persuasivi.

    Cosa rende un contenuto “vendibile”?
    Abbiamo individuato alcune caratteristiche chiave che rendono un contenuto capace non solo di attirare, ma anche di guidare alla conversione:
    -Parla al bisogno, non solo al gusto: chi legge deve riconoscersi nel problema e intuire subito il valore della soluzione che offriamo.
    -Usa la prova sociale: recensioni, testimonianze, numeri reali. Le persone si fidano di chi è già passato da dove sono loro ora.
    -Inserisce call to action chiare: “Scopri di più”, “Richiedi un preventivo”, “Contattaci oggi”. Se non diciamo cosa fare dopo… non lo faranno.
    -È coerente con l’obiettivo commerciale: ogni contenuto deve avere un ruolo nel percorso del cliente: informare, coinvolgere, convincere o far agire.
    -Rispetta il tono del brand, ma con un pizzico di urgenza: chi legge deve sentire che il momento di agire è ora, non domani.

    I contenuti “belli” non bastano
    Un video ben girato, un carosello curato o un copy spiritoso possono anche diventare virali. Ma se non portano traffico qualificato, contatti o richieste, non stanno lavorando per il business. Noi PMI non possiamo permetterci di investire tempo e risorse solo per fare branding: ogni contenuto deve avere un ritorno, anche nel medio-lungo periodo.

    La strategia prima di tutto
    Per creare contenuti che vendono, dobbiamo partire da una strategia chiara:
    -Conoscere il nostro pubblico: quali sono i suoi problemi, dubbi, desideri?
    -Mappare il customer journey: quali contenuti servono nei diversi momenti del processo d’acquisto?
    -Misurare i risultati: non solo visualizzazioni, ma tasso di clic, tempo speso, richieste generate.

    Noi imprenditori dobbiamo smettere di creare contenuti solo “per esserci” o “perché si usa fare così”. Ogni contenuto deve essere un passo verso un obiettivo concreto. Piacere è un mezzo. Vendere è il fine. E con il giusto equilibrio tra creatività, strategia e dati, possiamo fare entrambe le cose.

    #ContentMarketing #VenditeOnline #StrategiaDigitale #PMI #ContenutiEfficaci #MarketingCheFunziona #LeadGeneration #Copywriting #SocialMediaStrategy #ComunicazioneCheConvince

    Come creare contenuti che vendono, non solo che piacciono Negli ultimi anni abbiamo imparato a comunicare di più e meglio. Abbiamo aperto pagine social, creato newsletter, aggiornato siti web. Ma c’è una domanda che dovremmo porci più spesso: i nostri contenuti stanno davvero aiutando a vendere o si limitano a raccogliere like? Perché sì, è bello vedere un post con tanti cuoricini o commenti entusiasti. Ma se alla fine della fiera non genera contatti, richieste o vendite… abbiamo solo intrattenuto, non convertito. La differenza tra attenzione e azione La sfida oggi non è solo catturare l’attenzione: è trasformare quell’attenzione in interesse concreto e poi in acquisto. I contenuti che funzionano davvero sono quelli che parlano al cliente giusto, nel momento giusto, con il messaggio giusto. Non basta piacere: dobbiamo essere utili, rilevanti e persuasivi. Cosa rende un contenuto “vendibile”? Abbiamo individuato alcune caratteristiche chiave che rendono un contenuto capace non solo di attirare, ma anche di guidare alla conversione: -Parla al bisogno, non solo al gusto: chi legge deve riconoscersi nel problema e intuire subito il valore della soluzione che offriamo. -Usa la prova sociale: recensioni, testimonianze, numeri reali. Le persone si fidano di chi è già passato da dove sono loro ora. -Inserisce call to action chiare: “Scopri di più”, “Richiedi un preventivo”, “Contattaci oggi”. Se non diciamo cosa fare dopo… non lo faranno. -È coerente con l’obiettivo commerciale: ogni contenuto deve avere un ruolo nel percorso del cliente: informare, coinvolgere, convincere o far agire. -Rispetta il tono del brand, ma con un pizzico di urgenza: chi legge deve sentire che il momento di agire è ora, non domani. I contenuti “belli” non bastano Un video ben girato, un carosello curato o un copy spiritoso possono anche diventare virali. Ma se non portano traffico qualificato, contatti o richieste, non stanno lavorando per il business. Noi PMI non possiamo permetterci di investire tempo e risorse solo per fare branding: ogni contenuto deve avere un ritorno, anche nel medio-lungo periodo. La strategia prima di tutto Per creare contenuti che vendono, dobbiamo partire da una strategia chiara: -Conoscere il nostro pubblico: quali sono i suoi problemi, dubbi, desideri? -Mappare il customer journey: quali contenuti servono nei diversi momenti del processo d’acquisto? -Misurare i risultati: non solo visualizzazioni, ma tasso di clic, tempo speso, richieste generate. Noi imprenditori dobbiamo smettere di creare contenuti solo “per esserci” o “perché si usa fare così”. Ogni contenuto deve essere un passo verso un obiettivo concreto. Piacere è un mezzo. Vendere è il fine. E con il giusto equilibrio tra creatività, strategia e dati, possiamo fare entrambe le cose. #ContentMarketing #VenditeOnline #StrategiaDigitale #PMI #ContenutiEfficaci #MarketingCheFunziona #LeadGeneration #Copywriting #SocialMediaStrategy #ComunicazioneCheConvince
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  • Come costruiamo una newsletter che converte

    In quanto redazione di Impresa.biz, ogni giorno ci confrontiamo con imprenditori, professionisti e aziende che vogliono comunicare meglio e vendere di più. E una delle domande che ci viene fatta più spesso è: "Ma come si costruisce una newsletter davvero efficace?"
    Noi la risposta ce l’abbiamo: serve metodo, strategia e tanto ascolto.

    Negli anni, abbiamo testato, sbagliato, imparato e ottimizzato. In questo articolo vi raccontiamo come costruiamo una newsletter che non solo si apre e si legge, ma soprattutto converte.

    1. Partiamo da un obiettivo preciso
    Prima di scrivere una riga, ci chiediamo: perché stiamo inviando questa newsletter? Vogliamo lanciare un nuovo servizio? Portare traffico a un articolo? O rafforzare la relazione con i nostri lettori?
    L’obiettivo guida tutto: il tono, il contenuto e la chiamata all’azione.

    2. Segmentiamo con intelligenza
    Non inviamo mai lo stesso messaggio a tutta la nostra lista. I lettori non sono tutti uguali: alcuni ci seguono per i contenuti fiscali, altri per il marketing o la gestione aziendale.
    Segmentare ci permette di essere rilevanti. E più siamo rilevanti, più crescono aperture e clic.

    3. Scriviamo testi che parlano alle persone
    L’oggetto è il primo scoglio: lo vogliamo breve, chiaro e stimolante. Nel corpo della mail, puntiamo su semplicità e concretezza. Parole semplici, paragrafi brevi, esempi reali.
    Sappiamo che la soglia di attenzione è bassa, quindi andiamo dritti al punto, senza fronzoli.

    4. Usiamo un design pulito e leggibile
    Niente grafiche pesanti o layout complicati. Le nostre newsletter devono essere leggibili ovunque – desktop, smartphone, tablet. Il design deve accompagnare la lettura, non ostacolarla.
    Un’email chiara, pulita e ordinata funziona sempre meglio.

    5. Mettiamo una sola call to action, ben visibile
    In ogni newsletter inseriamo una CTA principale. Che sia un link, un pulsante o un invito a rispondere, dev’essere visibile e coerente con l’obiettivo.
    Meglio una call to action efficace che cinque messaggi confusi.

    6. Monitoriamo, testiamo, miglioriamo
    Ogni invio è un’occasione per imparare. Analizziamo sempre i tassi di apertura, i clic, i bounce, i disiscritti. E in base ai dati, ottimizziamo.
    Spesso facciamo A/B test su oggetto, CTA o orario di invio: piccoli dettagli che fanno la differenza.

    7. Coltiviamo una relazione vera
    Infine, per noi una newsletter non è solo un canale promozionale. È un modo per restare in contatto con chi ci legge, per offrire valore e costruire fiducia.
    Alterniamo contenuti utili, guide pratiche, aggiornamenti e – quando serve – anche promozioni. Ma sempre con rispetto e coerenza.

    Ecco come lavoriamo ogni volta che prepariamo una newsletter. È un mix di strategia, creatività e attenzione ai dettagli. Ma soprattutto è una questione di relazione: scriviamo sapendo che, dall’altra parte, c’è una persona.

    #EmailMarketing #NewsletterStrategy #ImpresaBiz #ComunicazioneDigitale #LeadGeneration #MarketingPerPMI

    Come costruiamo una newsletter che converte In quanto redazione di Impresa.biz, ogni giorno ci confrontiamo con imprenditori, professionisti e aziende che vogliono comunicare meglio e vendere di più. E una delle domande che ci viene fatta più spesso è: "Ma come si costruisce una newsletter davvero efficace?" Noi la risposta ce l’abbiamo: serve metodo, strategia e tanto ascolto. Negli anni, abbiamo testato, sbagliato, imparato e ottimizzato. In questo articolo vi raccontiamo come costruiamo una newsletter che non solo si apre e si legge, ma soprattutto converte. 1. Partiamo da un obiettivo preciso Prima di scrivere una riga, ci chiediamo: perché stiamo inviando questa newsletter? Vogliamo lanciare un nuovo servizio? Portare traffico a un articolo? O rafforzare la relazione con i nostri lettori? L’obiettivo guida tutto: il tono, il contenuto e la chiamata all’azione. 2. Segmentiamo con intelligenza Non inviamo mai lo stesso messaggio a tutta la nostra lista. I lettori non sono tutti uguali: alcuni ci seguono per i contenuti fiscali, altri per il marketing o la gestione aziendale. Segmentare ci permette di essere rilevanti. E più siamo rilevanti, più crescono aperture e clic. 3. Scriviamo testi che parlano alle persone L’oggetto è il primo scoglio: lo vogliamo breve, chiaro e stimolante. Nel corpo della mail, puntiamo su semplicità e concretezza. Parole semplici, paragrafi brevi, esempi reali. Sappiamo che la soglia di attenzione è bassa, quindi andiamo dritti al punto, senza fronzoli. 4. Usiamo un design pulito e leggibile Niente grafiche pesanti o layout complicati. Le nostre newsletter devono essere leggibili ovunque – desktop, smartphone, tablet. Il design deve accompagnare la lettura, non ostacolarla. Un’email chiara, pulita e ordinata funziona sempre meglio. 5. Mettiamo una sola call to action, ben visibile In ogni newsletter inseriamo una CTA principale. Che sia un link, un pulsante o un invito a rispondere, dev’essere visibile e coerente con l’obiettivo. Meglio una call to action efficace che cinque messaggi confusi. 6. Monitoriamo, testiamo, miglioriamo Ogni invio è un’occasione per imparare. Analizziamo sempre i tassi di apertura, i clic, i bounce, i disiscritti. E in base ai dati, ottimizziamo. Spesso facciamo A/B test su oggetto, CTA o orario di invio: piccoli dettagli che fanno la differenza. 7. Coltiviamo una relazione vera Infine, per noi una newsletter non è solo un canale promozionale. È un modo per restare in contatto con chi ci legge, per offrire valore e costruire fiducia. Alterniamo contenuti utili, guide pratiche, aggiornamenti e – quando serve – anche promozioni. Ma sempre con rispetto e coerenza. Ecco come lavoriamo ogni volta che prepariamo una newsletter. È un mix di strategia, creatività e attenzione ai dettagli. Ma soprattutto è una questione di relazione: scriviamo sapendo che, dall’altra parte, c’è una persona. #EmailMarketing #NewsletterStrategy #ImpresaBiz #ComunicazioneDigitale #LeadGeneration #MarketingPerPMI
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  • Il neuromarketing è una strategia potente che unisce psicologia e marketing per influenzare i comportamenti d’acquisto. Capire come il cervello umano reagisce a stimoli può aiutarti a vendere di più in modo etico e intelligente. Nel 2025, con l'adozione crescente di tecnologie digitali, il neuromarketing sta diventando sempre più strategico.

    Ecco alcuni principi chiave e strategie pratiche per applicare il neuromarketing e aumentare le tue vendite.

    Principi del Neuromarketing
    1. Emozioni prima della ragione
    Le decisioni di acquisto non sono solo razionali, ma emotive. Il cervello limbico (responsabile delle emozioni) gioca un ruolo fondamentale, mentre il neocortex (razionale) interviene solo in un secondo momento.

    Strategia: Crea esperienze emozionali con il tuo brand. Utilizza immagini, colori e parole che suscitano emozioni positive come sorpresa, felicità o desiderio.

    Esempio: L'uso del colore rosso nei pulsanti "Compra ora" perché stimola l'urgenza e l'azione.

    2. Reciprocità: Il principio del dare per ricevere
    Il cervello umano è fortemente influenzato dal principio di reciprocità: se qualcuno ti fa un favore, ti senti obbligato a ricambiare.

    Strategia: Offri qualcosa di gratuito o un vantaggio iniziale, come una prova gratuita, uno sconto o un contenuto utile. Questo può incentivare il cliente a fare il passo successivo.

    Esempio: Un e-commerce offre uno sconto del 10% in cambio dell’iscrizione alla newsletter. Il cliente si sente in dovere di comprare dopo aver ricevuto il vantaggio.

    3. Urgenza e scarsità
    Il cervello umano risponde al timore di perdere un'opportunità (Fear of Missing Out, FOMO). La percezione di scarcity (scarsità) e urgenza spinge le persone ad agire rapidamente.

    Strategia: Utilizza countdown o messaggi che evidenziano offerte limitate nel tempo. Questo stimola il senso di urgenza e porta l'utente a prendere decisioni più rapide.

    Esempio: "Offerta valida solo per le prossime 24 ore!" o "Solo 5 pezzi rimasti".

    4. Social proof (prova sociale)
    Le persone tendono a seguire i comportamenti degli altri, specialmente quando si trovano in situazioni di incertezza. Le recensioni, i testimonial e i successi di altri clienti sono stimoli forti per il cervello.

    Strategia: Mostra testimonianze di clienti, recensioni, case study e social proof (like, commenti e condivisioni) per creare un senso di comunità e approvazione sociale.

    Esempio: "Più di 500 clienti hanno già acquistato questo prodotto" o "1000+ recensioni a 5 stelle".

    5. Ancoraggio
    Il cervello umano è influenzato dal primo numero o valore che vede, chiamato ancora. Se vedi un prezzo molto alto prima, un prezzo più basso sembra più conveniente, anche se è comunque relativamente alto.

    Strategia: Usa l’ancoraggio mettendo in evidenza il valore originale di un prodotto accanto al prezzo scontato per far percepire l’offerta come vantaggiosa.

    Esempio: "Prezzo originale: 100€ - Ora a soli 50€!"

    Strategie pratiche per vendere con il neuromarketing
    1. Usa il colore strategicamente
    I colori hanno un potente impatto psicologico. Ecco alcuni colori con i loro effetti:
    -Rosso: stimola l'urgenza e l'azione (ottimo per call to action)
    -Blu: evoca fiducia e sicurezza (ideale per servizi finanziari, medici)
    -Verde: calma, salute e crescita (perfetto per il settore health o eco-friendly)
    -Giallo: stimola la curiosità e l'ottimismo (utile per i brand giovani e dinamici)

    2. Storytelling coinvolgente
    Il cervello umano ama le storie: crea narrazioni coinvolgenti per il tuo brand o prodotto. Le storie suscitano empatia e costruiscono una connessione emotiva.

    Esempio: Racconta la storia di un cliente che ha migliorato la sua vita grazie al tuo prodotto. Usa video brevi per raccontare storie autentiche.

    3. Ottimizza l'esperienza utente (UX)
    Il design del tuo sito web o app dovrebbe essere semplice, chiaro e piacevole. Se l'esperienza utente è fluida e senza intoppi, il cervello umano tende a percepire il brand come più affidabile.
    -Pulsanti CTA ben visibili e facili da cliccare
    -Design minimalista che riduce il "cognitive load" (il carico cognitivo)
    -Velocità del sito: il cervello non ama aspettare

    4. Offri un’esperienza multisensoriale
    Quando il tuo prodotto/servizio viene presentato in modo che coinvolga più sensi, il cervello ha maggiori probabilità di ricordarlo. Ad esempio, nei video puoi usare musica coinvolgente, scelte visive forti e un linguaggio evocativo.

    Esempio: Mostra il tuo prodotto in azione attraverso un video che evidenzi il suono, la consistenza e il design.

    Esempio pratico di neuromarketing: una campagna per un e-commerce di moda
    Obiettivo: Aumentare le vendite di una nuova collezione.
    Email marketing: Oggetto "Scopri la nuova collezione. Solo 24 ore di sconto esclusivo!" + CTA ben visibile ("Compra ora e risparmia il 20%").

    Landing page: Colori caldi (rosso per l'urgenza) + testimonial con recensioni (social proof) + timer che fa scadere lo sconto.

    Annunci sui social: Foto dei capi in situazioni quotidiane, accompagnati da storie di clienti soddisfatti.

    #Neuromarketing #PsicologiaDelleVendite #MarketingEmotivo #CognitiveBias #Branding #LeadGeneration #EcommerceMarketing

    Il neuromarketing è una strategia potente che unisce psicologia e marketing per influenzare i comportamenti d’acquisto. Capire come il cervello umano reagisce a stimoli può aiutarti a vendere di più in modo etico e intelligente. Nel 2025, con l'adozione crescente di tecnologie digitali, il neuromarketing sta diventando sempre più strategico. Ecco alcuni principi chiave e strategie pratiche per applicare il neuromarketing e aumentare le tue vendite. 🧠 Principi del Neuromarketing 1. Emozioni prima della ragione Le decisioni di acquisto non sono solo razionali, ma emotive. Il cervello limbico (responsabile delle emozioni) gioca un ruolo fondamentale, mentre il neocortex (razionale) interviene solo in un secondo momento. Strategia: Crea esperienze emozionali con il tuo brand. Utilizza immagini, colori e parole che suscitano emozioni positive come sorpresa, felicità o desiderio. 👉 Esempio: L'uso del colore rosso nei pulsanti "Compra ora" perché stimola l'urgenza e l'azione. 2. Reciprocità: Il principio del dare per ricevere Il cervello umano è fortemente influenzato dal principio di reciprocità: se qualcuno ti fa un favore, ti senti obbligato a ricambiare. Strategia: Offri qualcosa di gratuito o un vantaggio iniziale, come una prova gratuita, uno sconto o un contenuto utile. Questo può incentivare il cliente a fare il passo successivo. 👉 Esempio: Un e-commerce offre uno sconto del 10% in cambio dell’iscrizione alla newsletter. Il cliente si sente in dovere di comprare dopo aver ricevuto il vantaggio. 3. Urgenza e scarsità Il cervello umano risponde al timore di perdere un'opportunità (Fear of Missing Out, FOMO). La percezione di scarcity (scarsità) e urgenza spinge le persone ad agire rapidamente. Strategia: Utilizza countdown o messaggi che evidenziano offerte limitate nel tempo. Questo stimola il senso di urgenza e porta l'utente a prendere decisioni più rapide. 👉 Esempio: "Offerta valida solo per le prossime 24 ore!" o "Solo 5 pezzi rimasti". 4. Social proof (prova sociale) Le persone tendono a seguire i comportamenti degli altri, specialmente quando si trovano in situazioni di incertezza. Le recensioni, i testimonial e i successi di altri clienti sono stimoli forti per il cervello. Strategia: Mostra testimonianze di clienti, recensioni, case study e social proof (like, commenti e condivisioni) per creare un senso di comunità e approvazione sociale. 👉 Esempio: "Più di 500 clienti hanno già acquistato questo prodotto" o "1000+ recensioni a 5 stelle". 5. Ancoraggio Il cervello umano è influenzato dal primo numero o valore che vede, chiamato ancora. Se vedi un prezzo molto alto prima, un prezzo più basso sembra più conveniente, anche se è comunque relativamente alto. Strategia: Usa l’ancoraggio mettendo in evidenza il valore originale di un prodotto accanto al prezzo scontato per far percepire l’offerta come vantaggiosa. 👉 Esempio: "Prezzo originale: 100€ - Ora a soli 50€!" 📈 Strategie pratiche per vendere con il neuromarketing 1. Usa il colore strategicamente I colori hanno un potente impatto psicologico. Ecco alcuni colori con i loro effetti: -Rosso: stimola l'urgenza e l'azione (ottimo per call to action) -Blu: evoca fiducia e sicurezza (ideale per servizi finanziari, medici) -Verde: calma, salute e crescita (perfetto per il settore health o eco-friendly) -Giallo: stimola la curiosità e l'ottimismo (utile per i brand giovani e dinamici) 2. Storytelling coinvolgente Il cervello umano ama le storie: crea narrazioni coinvolgenti per il tuo brand o prodotto. Le storie suscitano empatia e costruiscono una connessione emotiva. 👉 Esempio: Racconta la storia di un cliente che ha migliorato la sua vita grazie al tuo prodotto. Usa video brevi per raccontare storie autentiche. 3. Ottimizza l'esperienza utente (UX) Il design del tuo sito web o app dovrebbe essere semplice, chiaro e piacevole. Se l'esperienza utente è fluida e senza intoppi, il cervello umano tende a percepire il brand come più affidabile. -Pulsanti CTA ben visibili e facili da cliccare -Design minimalista che riduce il "cognitive load" (il carico cognitivo) -Velocità del sito: il cervello non ama aspettare 4. Offri un’esperienza multisensoriale Quando il tuo prodotto/servizio viene presentato in modo che coinvolga più sensi, il cervello ha maggiori probabilità di ricordarlo. Ad esempio, nei video puoi usare musica coinvolgente, scelte visive forti e un linguaggio evocativo. 👉 Esempio: Mostra il tuo prodotto in azione attraverso un video che evidenzi il suono, la consistenza e il design. 🧠 Esempio pratico di neuromarketing: una campagna per un e-commerce di moda Obiettivo: Aumentare le vendite di una nuova collezione. Email marketing: Oggetto "💥Scopri la nuova collezione. Solo 24 ore di sconto esclusivo!" + CTA ben visibile ("Compra ora e risparmia il 20%"). Landing page: Colori caldi (rosso per l'urgenza) + testimonial con recensioni (social proof) + timer che fa scadere lo sconto. Annunci sui social: Foto dei capi in situazioni quotidiane, accompagnati da storie di clienti soddisfatti. #Neuromarketing #PsicologiaDelleVendite #MarketingEmotivo #CognitiveBias #Branding #LeadGeneration #EcommerceMarketing
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  • Cos’è la lead generation su LinkedIn
    Generare contatti interessati al tuo prodotto/servizio sfruttando LinkedIn come canale diretto, grazie a contenuti, connessioni e messaggi mirati.

    Strategia completa di Lead Generation su LinkedIn
    1. Ottimizza il tuo profilo personale
    -Il tuo profilo è la tua landing page.
    -Foto professionale + copertina brandizzata
    -Titolo chiaro e orientato al valore (es. “Aiuto le PMI a crescere con l’AI”)
    -Sommario che spiega cosa fai + come puoi aiutare
    -CTA nel profilo (es. link a un calendario per call)


    2. Identifica il tuo target
    -Usa la ricerca avanzata per trovare decision maker o buyer ideali:
    -Per settore, ruolo, azienda, località
    -Filtra chi è attivo e interagisce
    -Strumento extra: LinkedIn Sales Navigator (potentissimo nel B2B)

    3. Approccio in 3 fasi (soft outreach)
    a) Collegamento mirato (con nota)
    "Ciao Marco, vedo che anche tu lavori nel mondo [settore]. Mi farebbe piacere connetterci!"
    b) Interazione “calda”
    Commenta contenuti suoi (non a caso: sii rilevante)

    Metti like e scrivi messaggi brevi e umani
    c) Messaggio 1to1 (con valore)
    "Ciao Marco, noto che stai lavorando su [tema]. Ho realizzato una mini guida/tool gratuito che potrebbe interessarti. Posso mandartela?"

    Evita il classico messaggio venditore diretto. Offri valore prima di vendere.

    4. Crea contenuti che attirano lead
    Post che parlano di problemi comuni del tuo target
    -Mini-case study di tuoi clienti
    -Slide con checklist o trend
    -Video brevi (anche selfie professionali)
    -Call to action in fondo: “Vuoi approfondire? Scrivimi in DM”
    -Format 2025 top: carousels, storytelling + numeri concreti, domande aperte

    5. Lead magnet + automatizzazione
    -Offri un contenuto gratuito utile (PDF, webinar, quiz)
    -Usa tool per gestire richieste e lead:
    -Calendly per prenotazioni
    -Typeform per form intelligenti
    -Lemlist / Waalaxy per automazione soft (con etica!)

    6. Monitora, ottimizza, scala
    -Tieni traccia dei messaggi inviati e risposte (CRM, foglio Excel, HubSpot)
    -Analizza quali contenuti ti portano più DM o richieste
    -Aggiorna il tuo pitch in base a feedback ricevuti

    Pro tip
    Crea una mini rubrica settimanale su LinkedIn (es. "Lunedì Lead" o "Tips del Giovedì") per diventare punto di riferimento nella tua nicchia.

    #LinkedInMarketing #LeadGeneration #SocialSelling #LinkedInTips #B2BMarketing #LinkedInPerBusiness #GrowthHacking #DigitalSales

    🔎 Cos’è la lead generation su LinkedIn Generare contatti interessati al tuo prodotto/servizio sfruttando LinkedIn come canale diretto, grazie a contenuti, connessioni e messaggi mirati. ⚙️ Strategia completa di Lead Generation su LinkedIn 1. 🔧 Ottimizza il tuo profilo personale -Il tuo profilo è la tua landing page. -Foto professionale + copertina brandizzata -Titolo chiaro e orientato al valore (es. “Aiuto le PMI a crescere con l’AI”) -Sommario che spiega cosa fai + come puoi aiutare -CTA nel profilo (es. link a un calendario per call) 2. 🎯 Identifica il tuo target -Usa la ricerca avanzata per trovare decision maker o buyer ideali: -Per settore, ruolo, azienda, località -Filtra chi è attivo e interagisce -Strumento extra: LinkedIn Sales Navigator (potentissimo nel B2B) 3. 💌 Approccio in 3 fasi (soft outreach) a) Collegamento mirato (con nota) "Ciao Marco, vedo che anche tu lavori nel mondo [settore]. Mi farebbe piacere connetterci!" b) Interazione “calda” Commenta contenuti suoi (non a caso: sii rilevante) Metti like e scrivi messaggi brevi e umani c) Messaggio 1to1 (con valore) "Ciao Marco, noto che stai lavorando su [tema]. Ho realizzato una mini guida/tool gratuito che potrebbe interessarti. Posso mandartela?" 💡 Evita il classico messaggio venditore diretto. Offri valore prima di vendere. 4. 📝 Crea contenuti che attirano lead Post che parlano di problemi comuni del tuo target -Mini-case study di tuoi clienti -Slide con checklist o trend -Video brevi (anche selfie professionali) -Call to action in fondo: “Vuoi approfondire? Scrivimi in DM” -Format 2025 top: carousels, storytelling + numeri concreti, domande aperte 5. 🎣 Lead magnet + automatizzazione -Offri un contenuto gratuito utile (PDF, webinar, quiz) -Usa tool per gestire richieste e lead: -Calendly per prenotazioni -Typeform per form intelligenti -Lemlist / Waalaxy per automazione soft (con etica!) 6. 📊 Monitora, ottimizza, scala -Tieni traccia dei messaggi inviati e risposte (CRM, foglio Excel, HubSpot) -Analizza quali contenuti ti portano più DM o richieste -Aggiorna il tuo pitch in base a feedback ricevuti 💡 Pro tip Crea una mini rubrica settimanale su LinkedIn (es. "Lunedì Lead" o "Tips del Giovedì") per diventare punto di riferimento nella tua nicchia. #LinkedInMarketing #LeadGeneration #SocialSelling #LinkedInTips #B2BMarketing #LinkedInPerBusiness #GrowthHacking #DigitalSales
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