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Il mio percorso per vendere prodotti online da influencer senza sembrare “solo pubblicità”
Quando ho iniziato a vendere prodotti online come influencer, una delle sfide più grandi è stata trovare il giusto equilibrio tra promozione e autenticità. Non volevo mai che i miei follower percepissero i miei contenuti come semplici spot pubblicitari. Per me, la relazione con la community è tutto, e mantenerla autentica è stato fondamentale.
1. Mettere sempre la trasparenza al primo posto
Ho imparato che la trasparenza è il primo passo per non perdere credibilità. Ho iniziato a condividere apertamente cosa c’è dietro ogni prodotto che promuovo: le ragioni della scelta, le qualità, ma anche i limiti. Parlare con sincerità mi ha aiutato a costruire fiducia e a far capire che non promuovo qualcosa solo per guadagnare.
2. Raccontare la mia esperienza reale
Non mi limito a mostrare il prodotto, ma racconto come lo uso io nella vita quotidiana. Mostrare il prodotto in azione, con momenti spontanei e imperfetti, fa sì che il pubblico si identifichi e percepisca il valore reale, non solo una vendita.
3. Dare spazio alle domande e ai feedback
Ho sempre incoraggiato i follower a chiedere, a commentare, a dirmi cosa pensano del prodotto. Rispondere con sincerità, anche quando emergono critiche, ha fatto sentire la community parte attiva del progetto, non solo spettatori passivi.
4. Evitare l’eccesso di promozioni
Non si tratta di bombardare il pubblico con offerte e post pubblicitari. Ho scelto di promuovere con moderazione, mantenendo un equilibrio tra contenuti di valore e promozione. Questo ha reso ogni comunicazione più efficace e meno invasiva.
5. Collaborare con professionisti per la qualità
Per assicurarmi che il prodotto fosse davvero valido, ho lavorato con esperti e fornitori affidabili. Questo ha fatto sì che la promozione fosse supportata da un reale valore, cosa che la community riconosce e apprezza.
Vendere prodotti online da influencer senza sembrare “solo pubblicità” è un percorso fatto di autenticità, trasparenza e ascolto. La mia esperienza mi ha insegnato che rispettare la community e mettere al centro il valore, più che la vendita, porta risultati duraturi e relazioni solide.
#InfluencerMarketing #AutenticitàOnline #VenditaEtica #ImpresaBiz #PersonalBranding #CommunityEngagement #Trasparenza
Il mio percorso per vendere prodotti online da influencer senza sembrare “solo pubblicità” Quando ho iniziato a vendere prodotti online come influencer, una delle sfide più grandi è stata trovare il giusto equilibrio tra promozione e autenticità. Non volevo mai che i miei follower percepissero i miei contenuti come semplici spot pubblicitari. Per me, la relazione con la community è tutto, e mantenerla autentica è stato fondamentale. 1. Mettere sempre la trasparenza al primo posto Ho imparato che la trasparenza è il primo passo per non perdere credibilità. Ho iniziato a condividere apertamente cosa c’è dietro ogni prodotto che promuovo: le ragioni della scelta, le qualità, ma anche i limiti. Parlare con sincerità mi ha aiutato a costruire fiducia e a far capire che non promuovo qualcosa solo per guadagnare. 2. Raccontare la mia esperienza reale Non mi limito a mostrare il prodotto, ma racconto come lo uso io nella vita quotidiana. Mostrare il prodotto in azione, con momenti spontanei e imperfetti, fa sì che il pubblico si identifichi e percepisca il valore reale, non solo una vendita. 3. Dare spazio alle domande e ai feedback Ho sempre incoraggiato i follower a chiedere, a commentare, a dirmi cosa pensano del prodotto. Rispondere con sincerità, anche quando emergono critiche, ha fatto sentire la community parte attiva del progetto, non solo spettatori passivi. 4. Evitare l’eccesso di promozioni Non si tratta di bombardare il pubblico con offerte e post pubblicitari. Ho scelto di promuovere con moderazione, mantenendo un equilibrio tra contenuti di valore e promozione. Questo ha reso ogni comunicazione più efficace e meno invasiva. 5. Collaborare con professionisti per la qualità Per assicurarmi che il prodotto fosse davvero valido, ho lavorato con esperti e fornitori affidabili. Questo ha fatto sì che la promozione fosse supportata da un reale valore, cosa che la community riconosce e apprezza. Vendere prodotti online da influencer senza sembrare “solo pubblicità” è un percorso fatto di autenticità, trasparenza e ascolto. La mia esperienza mi ha insegnato che rispettare la community e mettere al centro il valore, più che la vendita, porta risultati duraturi e relazioni solide. #InfluencerMarketing #AutenticitàOnline #VenditaEtica #ImpresaBiz #PersonalBranding #CommunityEngagement #Trasparenza0 Commenti 0 Condivisioni 110 Viste 0 RecensioniEffettua l'accesso per mettere mi piace, condividere e commentare! -
Come ho trasformato i miei follower in clienti: vendere un prodotto online da influencer
Vendere un prodotto online quando sei un influencer può sembrare una sfida: hai una community, ma come fai a trasformare i follower in clienti reali?
Dalla mia esperienza, la chiave è creare fiducia e offrire soluzioni concrete. Ti racconto i passaggi che mi hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo.
1. Ascoltare prima di tutto
Prima di lanciare qualsiasi prodotto, ho dedicato tempo a raccogliere feedback diretti dalla mia community, tramite sondaggi e domande nelle storie.
Così ho capito cosa cercavano davvero e quali problemi volevano risolvere.
2. Testare e migliorare
Non ho mai presentato un prodotto “finito” al 100% senza prima averlo testato con un gruppo ristretto di follower.
I loro consigli mi hanno permesso di migliorarlo prima del lancio ufficiale.
3. Creare contenuti educativi e coinvolgenti
Ho realizzato tutorial, video dietro le quinte, dirette in cui parlavo del prodotto e rispondevo alle domande in tempo reale.
Questo ha fatto sentire le persone parte del progetto, non semplici acquirenti.
4. Incentivare con offerte e promozioni esclusive
Ho proposto sconti riservati ai follower più attivi e bundle speciali, per aumentare la percezione di valore e l’urgenza all’acquisto.
5. Curare ogni dettaglio della customer experience
Dall’ordine alla consegna, ho monitorato personalmente ogni fase, garantendo assistenza rapida e attenta. Questo ha creato un passaparola positivo che ha fatto la differenza.
Vendere online come influencer significa più che promuovere un prodotto: significa creare relazioni solide e offrire valore reale.
Se vuoi scoprire come mettere in pratica queste strategie, sono qui per aiutarti!
#InfluencerVendite #EcommerceStrategico #CommunityFirst #ImpresaBiz #MarketingDigitale
Come ho trasformato i miei follower in clienti: vendere un prodotto online da influencer Vendere un prodotto online quando sei un influencer può sembrare una sfida: hai una community, ma come fai a trasformare i follower in clienti reali? Dalla mia esperienza, la chiave è creare fiducia e offrire soluzioni concrete. Ti racconto i passaggi che mi hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo. 1. Ascoltare prima di tutto Prima di lanciare qualsiasi prodotto, ho dedicato tempo a raccogliere feedback diretti dalla mia community, tramite sondaggi e domande nelle storie. Così ho capito cosa cercavano davvero e quali problemi volevano risolvere. 2. Testare e migliorare Non ho mai presentato un prodotto “finito” al 100% senza prima averlo testato con un gruppo ristretto di follower. I loro consigli mi hanno permesso di migliorarlo prima del lancio ufficiale. 3. Creare contenuti educativi e coinvolgenti Ho realizzato tutorial, video dietro le quinte, dirette in cui parlavo del prodotto e rispondevo alle domande in tempo reale. Questo ha fatto sentire le persone parte del progetto, non semplici acquirenti. 4. Incentivare con offerte e promozioni esclusive Ho proposto sconti riservati ai follower più attivi e bundle speciali, per aumentare la percezione di valore e l’urgenza all’acquisto. 5. Curare ogni dettaglio della customer experience Dall’ordine alla consegna, ho monitorato personalmente ogni fase, garantendo assistenza rapida e attenta. Questo ha creato un passaparola positivo che ha fatto la differenza. Vendere online come influencer significa più che promuovere un prodotto: significa creare relazioni solide e offrire valore reale. Se vuoi scoprire come mettere in pratica queste strategie, sono qui per aiutarti! #InfluencerVendite #EcommerceStrategico #CommunityFirst #ImpresaBiz #MarketingDigitale0 Commenti 0 Condivisioni 109 Viste 0 Recensioni -
Come vendere un prodotto online se sei un influencer
Quando ho iniziato a creare contenuti online, il mio obiettivo principale era costruire una community autentica. Ma con il tempo, è arrivata anche la voglia (e la necessità) di trasformare quella relazione in opportunità di business, vendendo un prodotto tutto mio.
Se anche tu sei un influencer e vuoi capire come vendere un prodotto online, ti racconto cosa ha funzionato per me.
1. Conosci davvero la tua audience
Il primo passo è capire chi sono davvero i tuoi follower: i loro gusti, bisogni, problemi.
Non ha senso proporre un prodotto solo perché “va di moda” o perché qualcuno te lo ha consigliato. Il prodotto deve risolvere un problema reale o migliorare la vita della tua community.
2. Scegli un prodotto che rispecchi il tuo brand
Il prodotto deve essere coerente con il tuo stile, la tua voce e i valori che comunichi ogni giorno.
Se sei conosciuto per consigli di bellezza, un prodotto skincare funziona meglio di un gadget tecnologico. La coerenza costruisce fiducia e fa la differenza nelle vendite.
3. Racconta la tua storia
Le persone non comprano solo un oggetto: comprano una storia, un’emozione, un’esperienza.
Racconta perché hai deciso di creare quel prodotto, quali sfide hai superato, cosa lo rende unico.
Io ho visto che quando metto cuore e autenticità nella comunicazione, il pubblico risponde molto meglio.
4. Usa contenuti diversi per promuoverlo
Non limitarti a un solo post o a una storia.
Video, reel, dirette, post dettagliati, testimonianze di chi ha già provato il prodotto: ogni formato ha il suo potere e aiuta a raggiungere più persone.
Pianifica un calendario di contenuti che raccontino il prodotto da più angolazioni.
5. Offri valore aggiunto
Regala consigli, tutorial, guide o mini-corsi legati al prodotto.
Io ad esempio, oltre a vendere il prodotto, condivido sempre suggerimenti pratici per usarlo al meglio. Questo crea un legame più forte e spinge all’acquisto.
6. Cura l’esperienza post-vendita
La vendita non finisce con l’acquisto: il supporto, la risposta ai dubbi e la gestione dei feedback sono fondamentali per fidelizzare e far parlare bene di te.
Una community soddisfatta è la migliore pubblicità.
Vendere un prodotto online come influencer non è solo questione di numeri, ma di connessione autentica con la tua audience.
Se rispetti la tua community, offri valore e comunichi con trasparenza, il successo è una naturale conseguenza.
#InfluencerMarketing #VenditaOnline #PersonalBranding #ImpresaBiz #Ecommerce #StorytellingDigitale #CommunityBuilding #MarketingStrategicoCome vendere un prodotto online se sei un influencer Quando ho iniziato a creare contenuti online, il mio obiettivo principale era costruire una community autentica. Ma con il tempo, è arrivata anche la voglia (e la necessità) di trasformare quella relazione in opportunità di business, vendendo un prodotto tutto mio. Se anche tu sei un influencer e vuoi capire come vendere un prodotto online, ti racconto cosa ha funzionato per me. 1. Conosci davvero la tua audience Il primo passo è capire chi sono davvero i tuoi follower: i loro gusti, bisogni, problemi. Non ha senso proporre un prodotto solo perché “va di moda” o perché qualcuno te lo ha consigliato. Il prodotto deve risolvere un problema reale o migliorare la vita della tua community. 2. Scegli un prodotto che rispecchi il tuo brand Il prodotto deve essere coerente con il tuo stile, la tua voce e i valori che comunichi ogni giorno. Se sei conosciuto per consigli di bellezza, un prodotto skincare funziona meglio di un gadget tecnologico. La coerenza costruisce fiducia e fa la differenza nelle vendite. 3. Racconta la tua storia Le persone non comprano solo un oggetto: comprano una storia, un’emozione, un’esperienza. Racconta perché hai deciso di creare quel prodotto, quali sfide hai superato, cosa lo rende unico. Io ho visto che quando metto cuore e autenticità nella comunicazione, il pubblico risponde molto meglio. 4. Usa contenuti diversi per promuoverlo Non limitarti a un solo post o a una storia. Video, reel, dirette, post dettagliati, testimonianze di chi ha già provato il prodotto: ogni formato ha il suo potere e aiuta a raggiungere più persone. Pianifica un calendario di contenuti che raccontino il prodotto da più angolazioni. 5. Offri valore aggiunto Regala consigli, tutorial, guide o mini-corsi legati al prodotto. Io ad esempio, oltre a vendere il prodotto, condivido sempre suggerimenti pratici per usarlo al meglio. Questo crea un legame più forte e spinge all’acquisto. 6. Cura l’esperienza post-vendita La vendita non finisce con l’acquisto: il supporto, la risposta ai dubbi e la gestione dei feedback sono fondamentali per fidelizzare e far parlare bene di te. Una community soddisfatta è la migliore pubblicità. Vendere un prodotto online come influencer non è solo questione di numeri, ma di connessione autentica con la tua audience. Se rispetti la tua community, offri valore e comunichi con trasparenza, il successo è una naturale conseguenza. #InfluencerMarketing #VenditaOnline #PersonalBranding #ImpresaBiz #Ecommerce #StorytellingDigitale #CommunityBuilding #MarketingStrategico0 Commenti 0 Condivisioni 121 Viste 0 Recensioni -
Lancio di una linea personale: cosa ho imparato dalla mia esperienza
Lanciare una linea personale è stata una delle sfide più grandi e gratificanti della mia carriera. Quando ho iniziato questo percorso, ero emozionata ma anche consapevole delle difficoltà che avrei incontrato. Ora, dopo aver vissuto questa esperienza in prima persona, voglio condividere cosa ho imparato — con la speranza che possa aiutare chi sta pensando di intraprendere una strada simile.
1. La preparazione è tutto
Non si tratta solo di avere un’idea bella o un prodotto interessante. Prima di lanciare la mia linea, ho passato mesi a studiare il mercato, a definire il mio target, a capire quali fossero i bisogni reali dei miei potenziali clienti.
Senza questa fase, il rischio è di creare qualcosa che nessuno vuole davvero.
2. Autenticità e coerenza sono fondamentali
Ho capito che la mia linea doveva rispecchiare chi sono e cosa rappresento. Non ha senso lanciare prodotti solo per “stare sul mercato” se non sono in linea con i miei valori e con la mia community.
La coerenza ha fatto sì che i miei clienti si sentissero parte di un progetto vero, non solo di un acquisto.
3. La comunicazione è il ponte tra prodotto e pubblico
Non basta avere un buon prodotto: bisogna saperlo raccontare. Ho dedicato tempo e risorse a creare contenuti che spiegassero il valore, la qualità e la storia dietro la mia linea.
La narrazione ha trasformato semplici oggetti in esperienze e ha aumentato la fiducia del cliente.
4. La flessibilità è la chiave per adattarsi
Nessun lancio è perfetto al 100%. Ci sono stati momenti in cui ho dovuto rivedere strategie, cambiare fornitori o migliorare il packaging.
Accogliere il feedback, ascoltare la community e saper essere flessibili ha fatto la differenza tra un successo momentaneo e una crescita sostenibile.
5. Il supporto giusto fa la differenza
Non ho fatto tutto da sola. Mi sono affidata a professionisti, ho cercato consulenze e ho costruito una rete di collaboratori fidati.
Investire in competenze esterne mi ha permesso di evitare errori e di far crescere il progetto più rapidamente.
Lanciare una linea personale è un viaggio intenso, fatto di sfide, dubbi, ma anche di grandi soddisfazioni.
La mia esperienza mi ha insegnato che la strada giusta è quella dell’autenticità, della preparazione e della capacità di adattarsi.
Se stai pensando di intraprendere questo percorso, ricorda: non è solo un progetto commerciale, ma un’estensione di te stesso.
#LancioProdotto #LineaPersonale #Imprenditoria #EsperienzaReale #ImpresaBiz #PersonalBranding #StrategiaDiMercato #ComunicazioneEfficace
Lancio di una linea personale: cosa ho imparato dalla mia esperienza Lanciare una linea personale è stata una delle sfide più grandi e gratificanti della mia carriera. Quando ho iniziato questo percorso, ero emozionata ma anche consapevole delle difficoltà che avrei incontrato. Ora, dopo aver vissuto questa esperienza in prima persona, voglio condividere cosa ho imparato — con la speranza che possa aiutare chi sta pensando di intraprendere una strada simile. 1. La preparazione è tutto Non si tratta solo di avere un’idea bella o un prodotto interessante. Prima di lanciare la mia linea, ho passato mesi a studiare il mercato, a definire il mio target, a capire quali fossero i bisogni reali dei miei potenziali clienti. Senza questa fase, il rischio è di creare qualcosa che nessuno vuole davvero. 2. Autenticità e coerenza sono fondamentali Ho capito che la mia linea doveva rispecchiare chi sono e cosa rappresento. Non ha senso lanciare prodotti solo per “stare sul mercato” se non sono in linea con i miei valori e con la mia community. La coerenza ha fatto sì che i miei clienti si sentissero parte di un progetto vero, non solo di un acquisto. 3. La comunicazione è il ponte tra prodotto e pubblico Non basta avere un buon prodotto: bisogna saperlo raccontare. Ho dedicato tempo e risorse a creare contenuti che spiegassero il valore, la qualità e la storia dietro la mia linea. La narrazione ha trasformato semplici oggetti in esperienze e ha aumentato la fiducia del cliente. 4. La flessibilità è la chiave per adattarsi Nessun lancio è perfetto al 100%. Ci sono stati momenti in cui ho dovuto rivedere strategie, cambiare fornitori o migliorare il packaging. Accogliere il feedback, ascoltare la community e saper essere flessibili ha fatto la differenza tra un successo momentaneo e una crescita sostenibile. 5. Il supporto giusto fa la differenza Non ho fatto tutto da sola. Mi sono affidata a professionisti, ho cercato consulenze e ho costruito una rete di collaboratori fidati. Investire in competenze esterne mi ha permesso di evitare errori e di far crescere il progetto più rapidamente. Lanciare una linea personale è un viaggio intenso, fatto di sfide, dubbi, ma anche di grandi soddisfazioni. La mia esperienza mi ha insegnato che la strada giusta è quella dell’autenticità, della preparazione e della capacità di adattarsi. Se stai pensando di intraprendere questo percorso, ricorda: non è solo un progetto commerciale, ma un’estensione di te stesso. #LancioProdotto #LineaPersonale #Imprenditoria #EsperienzaReale #ImpresaBiz #PersonalBranding #StrategiaDiMercato #ComunicazioneEfficace0 Commenti 0 Condivisioni 120 Viste 0 Recensioni -
Mostrare il dietro le quinte: perché la vulnerabilità paga
Per molto tempo ho pensato che, per avere credibilità online, dovessi mostrarmi sempre sicura, preparata, impeccabile.
Poi ho fatto una cosa diversa: ho iniziato a raccontare il dietro le quinte del mio lavoro, dei miei errori, dei miei “non sono sicura al 100% ma ci provo lo stesso”.
E sai cosa ho scoperto? Che la vulnerabilità non ti rende debole. Ti rende umana. E connessa.
La perfezione stanca. La realtà avvicina.
Sui social vediamo spesso solo il risultato finale: il video virale, il brand famoso, il post curato.
Ma quello che le persone vogliono davvero è sentirsi parte del processo, non solo spettatori del successo.
Quando ho iniziato a mostrare:
-le bozze scartate
-i tentativi falliti
-le giornate “no”
i retroscena delle collaborazioni
… ho visto un aumento reale di engagement, DM sinceri, e un senso di vicinanza che nessun filtro può creare.
Cosa intendo per “vulnerabilità strategica”
Essere vulnerabile non vuol dire lamentarsi o esporsi senza filtri.
Vuol dire raccontare anche le parti imperfette, ma con un senso, con un messaggio. Per esempio:
-condividere una difficoltà superata con una lezione utile
-raccontare una scelta sbagliata e cosa ho imparato
-ammettere di non sapere tutto… ma voler crescere
-La vulnerabilità diventa connessione, non autocommiserazione.
I vantaggi concreti del mostrare il dietro le quinte
Costruisce fiducia: le persone si fidano di chi mostra anche ciò che non funziona sempre
Crea empatia: si ricordano che dietro c’è una persona, non un personaggio
Differenzia: mentre tanti inseguono la perfezione, tu puoi distinguerti per autenticità
Favorisce la community: chi si riconosce nella tua storia ti seguirà per ciò che sei, non solo per quello che offri
Come lo faccio io, nella pratica
Mostro clip non editate nei Reel
Pubblico foto spontanee nelle storie, anche se non perfette
Condivido errori passati e riflessioni nei post o nelle caption
Raccolgo le reazioni della mia community e rispondo con sincerità
Non tutto va mostrato, ma ogni tanto ricordare che siamo umani prima che “profili”… fa tutta la differenza.
Mostrare il dietro le quinte è uno degli atti più potenti che puoi fare come creator: ti spoglia delle maschere, ma ti veste di credibilità.
In un mondo pieno di contenuti curati, scegliere la verità è rivoluzionario.
E la vulnerabilità, se condivisa con consapevolezza, non è debolezza: è autorevolezza autentica.
#DietroLeQuinte #CreatorLife #AutenticitàOnline #VulnerabilitàStrategica #ImpresaBiz #PersonalBranding #StorytellingDigitale #ContentMarketing #ConnessioneRealeMostrare il dietro le quinte: perché la vulnerabilità paga Per molto tempo ho pensato che, per avere credibilità online, dovessi mostrarmi sempre sicura, preparata, impeccabile. Poi ho fatto una cosa diversa: ho iniziato a raccontare il dietro le quinte del mio lavoro, dei miei errori, dei miei “non sono sicura al 100% ma ci provo lo stesso”. E sai cosa ho scoperto? Che la vulnerabilità non ti rende debole. Ti rende umana. E connessa. La perfezione stanca. La realtà avvicina. Sui social vediamo spesso solo il risultato finale: il video virale, il brand famoso, il post curato. Ma quello che le persone vogliono davvero è sentirsi parte del processo, non solo spettatori del successo. Quando ho iniziato a mostrare: -le bozze scartate -i tentativi falliti -le giornate “no” i retroscena delle collaborazioni … ho visto un aumento reale di engagement, DM sinceri, e un senso di vicinanza che nessun filtro può creare. Cosa intendo per “vulnerabilità strategica” Essere vulnerabile non vuol dire lamentarsi o esporsi senza filtri. Vuol dire raccontare anche le parti imperfette, ma con un senso, con un messaggio. Per esempio: -condividere una difficoltà superata con una lezione utile -raccontare una scelta sbagliata e cosa ho imparato -ammettere di non sapere tutto… ma voler crescere -La vulnerabilità diventa connessione, non autocommiserazione. I vantaggi concreti del mostrare il dietro le quinte ✅ Costruisce fiducia: le persone si fidano di chi mostra anche ciò che non funziona sempre ✅ Crea empatia: si ricordano che dietro c’è una persona, non un personaggio ✅ Differenzia: mentre tanti inseguono la perfezione, tu puoi distinguerti per autenticità ✅ Favorisce la community: chi si riconosce nella tua storia ti seguirà per ciò che sei, non solo per quello che offri Come lo faccio io, nella pratica 🎥 Mostro clip non editate nei Reel 📸 Pubblico foto spontanee nelle storie, anche se non perfette 📝 Condivido errori passati e riflessioni nei post o nelle caption 💬 Raccolgo le reazioni della mia community e rispondo con sincerità Non tutto va mostrato, ma ogni tanto ricordare che siamo umani prima che “profili”… fa tutta la differenza. Mostrare il dietro le quinte è uno degli atti più potenti che puoi fare come creator: ti spoglia delle maschere, ma ti veste di credibilità. In un mondo pieno di contenuti curati, scegliere la verità è rivoluzionario. E la vulnerabilità, se condivisa con consapevolezza, non è debolezza: è autorevolezza autentica. #DietroLeQuinte #CreatorLife #AutenticitàOnline #VulnerabilitàStrategica #ImpresaBiz #PersonalBranding #StorytellingDigitale #ContentMarketing #ConnessioneReale0 Commenti 0 Condivisioni 97 Viste 0 Recensioni -
La differenza tra influencer e content creator: e tu cosa sei davvero?
Quando mi chiedono che lavoro faccio, spesso la risposta più facile è: “sono un influencer”.
Ma la verità è che quella parola non mi ha mai rappresentato del tutto.
Negli ultimi anni ho capito che esiste una differenza importante tra influencer e content creator — e sapere chi sei davvero fa la differenza, anche nel modo in cui ti proponi ai brand.
Oggi ti spiego come li distinguo, come ho capito dove mi colloco… e perché questa chiarezza ha cambiato il mio modo di lavorare.
Influencer vs. Content Creator: cosa cambia davvero
Influencer
Un influencer è qualcuno che ha una community forte e riesce a orientarne gusti, scelte, acquisti.
Il suo valore principale è la fiducia che ha costruito con chi lo segue. I brand collaborano con lui/lei per raggiungere un pubblico specifico, spesso in modo emotivo e diretto.
Focus: relazione con il pubblico
Obiettivo: ispirare, convincere, indirizzare
Monetizzazione: sponsorizzazioni, affiliate, brand ambassador
Content Creator
Un content creator è chi produce contenuti originali, di valore, ben fatti. Che sia video, testo, foto o audio, il suo talento è creare — anche se ha una community più piccola.
I brand lo scelgono per la qualità del contenuto, non solo per i numeri.
Focus: creatività, tecnica, storytelling
Obiettivo: informare, intrattenere, educare
Monetizzazione: produzione contenuti, format editoriali, collaborazioni tecniche
E io? Per un po’ ho cercato di essere entrambe le cose
All’inizio inseguivo i numeri: follower, like, reach. Poi ho capito che il mio valore vero era nella capacità di creare contenuti che funzionano, anche per altri.
Nel tempo, sono diventata una content creator con influenza — ma non cerco di “influenzare”, cerco di ispirare e creare valore.
Ed è da qui che è nato il mio posizionamento: creo contenuti strategici, autentici e professionali, per me e per i brand con cui collaboro.
Perché è importante sapere chi sei
Se ti presenti come influencer, un brand si aspetta numeri e community.
Se ti presenti come content creator, si aspetta competenza, qualità e idee.
Se sei entrambe le cose, allora saperlo spiegare bene ti aiuterà a distinguerti.
Chiarire il tuo ruolo ti aiuta a:
-fare proposte coerenti
-chiedere il giusto compenso
-attirare i partner giusti per te
In un mondo digitale sempre più affollato, sapere cosa fai e come ti definisci è un superpotere.
Non si tratta di scegliere una “etichetta”, ma di riconoscere e valorizzare la tua unicità.
Io ho smesso di rincorrere ruoli e ho iniziato a costruire la mia identità.
E tu? Sei un influencer, un content creator… o qualcosa di unico, che merita di essere raccontato meglio?
#ContentCreator #InfluencerLife #PersonalBranding #CreatorEconomy #ImpresaBiz #StrategiaDigitale #CollaborazioniProfessionali #ChiSeiDavvero #BrandIdentity
La differenza tra influencer e content creator: e tu cosa sei davvero? Quando mi chiedono che lavoro faccio, spesso la risposta più facile è: “sono un influencer”. Ma la verità è che quella parola non mi ha mai rappresentato del tutto. Negli ultimi anni ho capito che esiste una differenza importante tra influencer e content creator — e sapere chi sei davvero fa la differenza, anche nel modo in cui ti proponi ai brand. Oggi ti spiego come li distinguo, come ho capito dove mi colloco… e perché questa chiarezza ha cambiato il mio modo di lavorare. Influencer vs. Content Creator: cosa cambia davvero 👑 Influencer Un influencer è qualcuno che ha una community forte e riesce a orientarne gusti, scelte, acquisti. Il suo valore principale è la fiducia che ha costruito con chi lo segue. I brand collaborano con lui/lei per raggiungere un pubblico specifico, spesso in modo emotivo e diretto. ✔️ Focus: relazione con il pubblico ✔️ Obiettivo: ispirare, convincere, indirizzare ✔️ Monetizzazione: sponsorizzazioni, affiliate, brand ambassador 🎨 Content Creator Un content creator è chi produce contenuti originali, di valore, ben fatti. Che sia video, testo, foto o audio, il suo talento è creare — anche se ha una community più piccola. I brand lo scelgono per la qualità del contenuto, non solo per i numeri. ✔️ Focus: creatività, tecnica, storytelling ✔️ Obiettivo: informare, intrattenere, educare ✔️ Monetizzazione: produzione contenuti, format editoriali, collaborazioni tecniche E io? Per un po’ ho cercato di essere entrambe le cose All’inizio inseguivo i numeri: follower, like, reach. Poi ho capito che il mio valore vero era nella capacità di creare contenuti che funzionano, anche per altri. Nel tempo, sono diventata una content creator con influenza — ma non cerco di “influenzare”, cerco di ispirare e creare valore. Ed è da qui che è nato il mio posizionamento: creo contenuti strategici, autentici e professionali, per me e per i brand con cui collaboro. Perché è importante sapere chi sei 🎯 Se ti presenti come influencer, un brand si aspetta numeri e community. 🎯 Se ti presenti come content creator, si aspetta competenza, qualità e idee. 🎯 Se sei entrambe le cose, allora saperlo spiegare bene ti aiuterà a distinguerti. Chiarire il tuo ruolo ti aiuta a: -fare proposte coerenti -chiedere il giusto compenso -attirare i partner giusti per te In un mondo digitale sempre più affollato, sapere cosa fai e come ti definisci è un superpotere. Non si tratta di scegliere una “etichetta”, ma di riconoscere e valorizzare la tua unicità. Io ho smesso di rincorrere ruoli e ho iniziato a costruire la mia identità. E tu? Sei un influencer, un content creator… o qualcosa di unico, che merita di essere raccontato meglio? #ContentCreator #InfluencerLife #PersonalBranding #CreatorEconomy #ImpresaBiz #StrategiaDigitale #CollaborazioniProfessionali #ChiSeiDavvero #BrandIdentity0 Commenti 0 Condivisioni 100 Viste 0 Recensioni -
Come fare un media kit professionale (anche senza grafico)
Quando ho iniziato a ricevere le prime richieste di collaborazione, mi sono sentita fare una domanda ricorrente: “Hai un media kit?”
All’inizio non sapevo nemmeno cosa fosse. Poi ho capito che il media kit è la tua carta d’identità professionale come creator: uno strumento essenziale per presentarti ai brand in modo chiaro, credibile e professionale.
La buona notizia? Non serve essere grafici per farne uno efficace e bello. Ecco come l’ho creato io, con strumenti semplici e a costo zero.
1. Cos’è (davvero) un media kit
È un documento — di solito in PDF — che riassume chi sei, cosa fai, i tuoi numeri, il tuo stile e cosa puoi offrire in una collaborazione.
Serve a:
-presentarti ai brand in modo professionale
-proporre collaborazioni su misura
-distinguerti da chi manda solo una bio su Instagram
2. Cosa includere nel tuo media kit
Ecco cosa ho inserito nel mio media kit (e consiglio anche a te):
Chi sono: una mini bio professionale ma personale
I miei canali: piattaforme, community, tono di voce
I numeri principali: follower, engagement, reach media (aggiornati!)
Tipi di contenuti: reel, stories, blog, podcast, ecc.
Servizi offerti: contenuti sponsorizzati, takeover, eventi, affiliate
Brand con cui ho collaborato (se ci sono)
Contatti: email, link ai social, linktree o portfolio online
Extra opzionale ma molto utile: testimonianze o screenshot di risultati ottenuti.
3. Come crearlo senza un grafico
Io ho usato Canva. Basta cercare “media kit” nella barra dei template e ne trovi decine già pronti, professionali e personalizzabili.
Consiglio:
-Usa i tuoi colori, font e foto per mantenerlo coerente con il tuo brand
-Tieni il layout chiaro, ordinato e leggibile
-Esporta sempre in PDF
Puoi anche farne una versione breve (1–2 pagine) e una più completa, in base al tipo di collaborazione.
4. Aggiornalo ogni 2-3 mesi
I numeri cambiano, così come le tue esperienze. Io aggiorno il mio media kit ogni trimestre: aggiungo nuove collaborazioni, aggiorno i dati e rinfresco qualche elemento visivo.
Un media kit fermo da un anno comunica trascuratezza — e ti fa perdere occasioni.
Un media kit ben fatto racconta chi sei con professionalità, senza bisogno di mille parole.
Ti aiuta a farti prendere sul serio, a valorizzare il tuo lavoro e a negoziare con più forza.
E no, non serve un grafico: con Canva, un po’ di chiarezza e qualche consiglio giusto, puoi crearlo in poche ore e usarlo per crescere.
#MediaKit #InfluencerMarketing #PersonalBranding #ImpresaBiz #ContentCreator #Collaborazioni #SocialStrategy #CanvaToolsCome fare un media kit professionale (anche senza grafico) Quando ho iniziato a ricevere le prime richieste di collaborazione, mi sono sentita fare una domanda ricorrente: “Hai un media kit?” All’inizio non sapevo nemmeno cosa fosse. Poi ho capito che il media kit è la tua carta d’identità professionale come creator: uno strumento essenziale per presentarti ai brand in modo chiaro, credibile e professionale. La buona notizia? Non serve essere grafici per farne uno efficace e bello. Ecco come l’ho creato io, con strumenti semplici e a costo zero. 1. Cos’è (davvero) un media kit È un documento — di solito in PDF — che riassume chi sei, cosa fai, i tuoi numeri, il tuo stile e cosa puoi offrire in una collaborazione. Serve a: -presentarti ai brand in modo professionale -proporre collaborazioni su misura -distinguerti da chi manda solo una bio su Instagram 2. Cosa includere nel tuo media kit Ecco cosa ho inserito nel mio media kit (e consiglio anche a te): ✅ Chi sono: una mini bio professionale ma personale ✅ I miei canali: piattaforme, community, tono di voce ✅ I numeri principali: follower, engagement, reach media (aggiornati!) ✅ Tipi di contenuti: reel, stories, blog, podcast, ecc. ✅ Servizi offerti: contenuti sponsorizzati, takeover, eventi, affiliate ✅ Brand con cui ho collaborato (se ci sono) ✅ Contatti: email, link ai social, linktree o portfolio online Extra opzionale ma molto utile: testimonianze o screenshot di risultati ottenuti. 3. Come crearlo senza un grafico Io ho usato Canva. Basta cercare “media kit” nella barra dei template e ne trovi decine già pronti, professionali e personalizzabili. 📌 Consiglio: -Usa i tuoi colori, font e foto per mantenerlo coerente con il tuo brand -Tieni il layout chiaro, ordinato e leggibile -Esporta sempre in PDF Puoi anche farne una versione breve (1–2 pagine) e una più completa, in base al tipo di collaborazione. 4. Aggiornalo ogni 2-3 mesi I numeri cambiano, così come le tue esperienze. Io aggiorno il mio media kit ogni trimestre: aggiungo nuove collaborazioni, aggiorno i dati e rinfresco qualche elemento visivo. Un media kit fermo da un anno comunica trascuratezza — e ti fa perdere occasioni. Un media kit ben fatto racconta chi sei con professionalità, senza bisogno di mille parole. Ti aiuta a farti prendere sul serio, a valorizzare il tuo lavoro e a negoziare con più forza. E no, non serve un grafico: con Canva, un po’ di chiarezza e qualche consiglio giusto, puoi crearlo in poche ore e usarlo per crescere. #MediaKit #InfluencerMarketing #PersonalBranding #ImpresaBiz #ContentCreator #Collaborazioni #SocialStrategy #CanvaTools0 Commenti 0 Condivisioni 111 Viste 0 Recensioni -
5 strumenti indispensabili per creator digitali
Fare il creator oggi è un vero e proprio lavoro, e come ogni lavoro richiede strumenti giusti per essere organizzati, creativi e produttivi.
Nel tempo ho testato decine di app, tool e piattaforme. Alcuni li ho abbandonati dopo pochi giorni, altri sono diventati alleati quotidiani.
In questo articolo ti racconto i 5 strumenti che uso ogni giorno e che, secondo me, ogni creator digitale dovrebbe conoscere.
1. Notion – per organizzare le idee e i contenuti
Notion è il mio secondo cervello. Lo uso per:
-pianificare il calendario editoriale
-raccogliere idee per post, reel, storie
-scrivere script e caption
-tenere traccia delle collaborazioni
Il bello è che è super personalizzabile e ti permette di avere tutto in un unico posto. Senza Notion sarei in pieno caos creativo.
2. CapCut – per montare Reel e video in mobilità
Semplice, intuitivo e pieno di effetti aggiornati. CapCut mi permette di montare video direttamente dallo smartphone in pochi minuti, con:
-sottotitoli automatici
-effetti e transizioni
-musiche di tendenza
È perfetto per chi crea contenuti dinamici e vuole essere veloce e flessibile, anche senza essere esperto di editing.
3. Canva – per grafiche pronte e brand identity
Se devi creare contenuti visivi (post, stories, copertine, media kit), Canva è fondamentale.
Uso i template personalizzati con i miei colori e font, così mantengo una linea visiva coerente su tutti i canali.
La versione Pro vale ogni euro, ma anche quella gratuita è potentissima.
4. Meta Business Suite – per gestire e programmare
Quando voglio programmare i post su Instagram e Facebook con calma, uso Meta Business Suite.
Posso:
-pianificare per giorno e orario
-vedere insight in tempo reale
-rispondere a commenti e messaggi
Questo mi permette di essere costante senza stare tutto il giorno con il telefono in mano.
5. Google Analytics / Instagram Insights – per capire cosa funziona
La creatività è importante, ma i dati fanno davvero la differenza.
Controllo spesso:
-quali contenuti hanno più reach e salvataggi
-quando è più attiva la mia audience
-cosa converte di più (click, visite, DM)
I numeri non mentono, e aiutano a migliorare in modo strategico.
Essere creator oggi significa unire creatività, strategia e organizzazione.
Questi strumenti mi aiutano ogni giorno a lavorare meglio, a gestire il tempo e a restare ispirata.
Scegli quelli che funzionano per te e costruisci il tuo set-up digitale su misura.
#CreatorTools #ContentCreator #DigitalWorkflow #ImpresaBiz #Notion #CapCut #Canva #SocialMediaTips #StrumentiDigitali #PersonalBranding
5 strumenti indispensabili per creator digitali Fare il creator oggi è un vero e proprio lavoro, e come ogni lavoro richiede strumenti giusti per essere organizzati, creativi e produttivi. Nel tempo ho testato decine di app, tool e piattaforme. Alcuni li ho abbandonati dopo pochi giorni, altri sono diventati alleati quotidiani. In questo articolo ti racconto i 5 strumenti che uso ogni giorno e che, secondo me, ogni creator digitale dovrebbe conoscere. 1. Notion – per organizzare le idee e i contenuti Notion è il mio secondo cervello. Lo uso per: -pianificare il calendario editoriale -raccogliere idee per post, reel, storie -scrivere script e caption -tenere traccia delle collaborazioni Il bello è che è super personalizzabile e ti permette di avere tutto in un unico posto. Senza Notion sarei in pieno caos creativo. 2. CapCut – per montare Reel e video in mobilità Semplice, intuitivo e pieno di effetti aggiornati. CapCut mi permette di montare video direttamente dallo smartphone in pochi minuti, con: -sottotitoli automatici -effetti e transizioni -musiche di tendenza È perfetto per chi crea contenuti dinamici e vuole essere veloce e flessibile, anche senza essere esperto di editing. 3. Canva – per grafiche pronte e brand identity Se devi creare contenuti visivi (post, stories, copertine, media kit), Canva è fondamentale. Uso i template personalizzati con i miei colori e font, così mantengo una linea visiva coerente su tutti i canali. La versione Pro vale ogni euro, ma anche quella gratuita è potentissima. 4. Meta Business Suite – per gestire e programmare Quando voglio programmare i post su Instagram e Facebook con calma, uso Meta Business Suite. Posso: -pianificare per giorno e orario -vedere insight in tempo reale -rispondere a commenti e messaggi Questo mi permette di essere costante senza stare tutto il giorno con il telefono in mano. 5. Google Analytics / Instagram Insights – per capire cosa funziona La creatività è importante, ma i dati fanno davvero la differenza. Controllo spesso: -quali contenuti hanno più reach e salvataggi -quando è più attiva la mia audience -cosa converte di più (click, visite, DM) I numeri non mentono, e aiutano a migliorare in modo strategico. Essere creator oggi significa unire creatività, strategia e organizzazione. Questi strumenti mi aiutano ogni giorno a lavorare meglio, a gestire il tempo e a restare ispirata. Scegli quelli che funzionano per te e costruisci il tuo set-up digitale su misura. #CreatorTools #ContentCreator #DigitalWorkflow #ImpresaBiz #Notion #CapCut #Canva #SocialMediaTips #StrumentiDigitali #PersonalBranding0 Commenti 0 Condivisioni 122 Viste 0 Recensioni -
Come pianifico i contenuti ogni mese: organizzazione e ispirazione
Una delle domande che ricevo più spesso è: “Come fai a pubblicare contenuti con così tanta costanza?”
La risposta è semplice: non improvviso. Pianifico. E anche se la creatività non si programma, l’organizzazione aiuta a liberarla.
In questo articolo ti spiego come strutturo il mio mese di contenuti, dove trovo ispirazione e quali strumenti uso per restare coerente e… ispirata.
1. Ogni mese inizia da un obiettivo
Prima di pensare a cosa pubblicare, mi chiedo:
Cosa voglio ottenere questo mese?
Può essere aumentare l’engagement, lanciare un nuovo progetto, promuovere una collaborazione o semplicemente rafforzare il mio brand. Questo focus guida tutta la strategia.
2. Creo un tema mensile (o un fil rouge)
Scelgo un filo conduttore per i contenuti del mese: una parola chiave, un valore, un argomento centrale.
Per esempio: “autenticità”, “routine creativa”, “dietro le quinte”. Così i contenuti si collegano tra loro, parlano la stessa lingua e restano coerenti.
3. Divido il mese in rubriche e format ricorrenti
Mi aiuta tantissimo usare rubriche fisse. Alcuni esempi che uso:
Behind the scenes (il dietro le quinte del mio lavoro)
Domanda del giorno (per stimolare interazione)
Consiglio pratico della settimana
Recap del mese o to-do list
Questo mi fa risparmiare tempo e mi permette di coinvolgere la community con contenuti familiari.
4. Mi ispiro ogni giorno, ma salvo tutto in un posto solo
Trovo idee ovunque: conversazioni con i follower, trend social, newsletter, articoli, libri, persino nei commenti sotto i post.
Appena arriva un’idea, la segno subito in un documento o su un’app (uso Notion o Google Keep). Così quando pianifico, ho già uno “scrigno” pieno di spunti.
5. Uso un calendario editoriale semplice, ma flessibile
Organizzo i contenuti in un calendario mensile, con una bozza del formato, la piattaforma, la CTA e la data.
Lascio sempre qualche giorno “libero” per contenuti spontanei o trend last-minute. La struttura c’è, ma non è rigida.
6. Programmo quando possibile, ma pubblico con presenza
Uso strumenti come Meta Business Suite, Later o Planoly per programmare post, ma non mi limito a questo. Quando pubblico, sono presente, rispondo ai commenti e mantengo viva la conversazione. Il contenuto non finisce con il “post”.
Pianificare i contenuti ogni mese mi ha permesso di creare in modo più leggero, coerente e strategico.
Mi dà libertà mentale, chiarezza sugli obiettivi e tempo per essere creativa anche fuori dai social.
Se sei all’inizio, parti con poco: un tema, tre rubriche e un calendario semplice. La costanza nasce dalla chiarezza, non dalla pressione.
#ContentPlanning #CreatorLife #CalendarioEditoriale #StrategiaSocial #PersonalBranding #ImpresaBiz #ContentMarketing #Ispirazione #SocialMediaPlanning
Come pianifico i contenuti ogni mese: organizzazione e ispirazione Una delle domande che ricevo più spesso è: “Come fai a pubblicare contenuti con così tanta costanza?” La risposta è semplice: non improvviso. Pianifico. E anche se la creatività non si programma, l’organizzazione aiuta a liberarla. In questo articolo ti spiego come strutturo il mio mese di contenuti, dove trovo ispirazione e quali strumenti uso per restare coerente e… ispirata. 1. Ogni mese inizia da un obiettivo Prima di pensare a cosa pubblicare, mi chiedo: 🎯 Cosa voglio ottenere questo mese? Può essere aumentare l’engagement, lanciare un nuovo progetto, promuovere una collaborazione o semplicemente rafforzare il mio brand. Questo focus guida tutta la strategia. 2. Creo un tema mensile (o un fil rouge) Scelgo un filo conduttore per i contenuti del mese: una parola chiave, un valore, un argomento centrale. Per esempio: “autenticità”, “routine creativa”, “dietro le quinte”. Così i contenuti si collegano tra loro, parlano la stessa lingua e restano coerenti. 3. Divido il mese in rubriche e format ricorrenti Mi aiuta tantissimo usare rubriche fisse. Alcuni esempi che uso: 🎥 Behind the scenes (il dietro le quinte del mio lavoro) 💬 Domanda del giorno (per stimolare interazione) 🎯 Consiglio pratico della settimana 📆 Recap del mese o to-do list Questo mi fa risparmiare tempo e mi permette di coinvolgere la community con contenuti familiari. 4. Mi ispiro ogni giorno, ma salvo tutto in un posto solo Trovo idee ovunque: conversazioni con i follower, trend social, newsletter, articoli, libri, persino nei commenti sotto i post. Appena arriva un’idea, la segno subito in un documento o su un’app (uso Notion o Google Keep). Così quando pianifico, ho già uno “scrigno” pieno di spunti. 5. Uso un calendario editoriale semplice, ma flessibile Organizzo i contenuti in un calendario mensile, con una bozza del formato, la piattaforma, la CTA e la data. Lascio sempre qualche giorno “libero” per contenuti spontanei o trend last-minute. La struttura c’è, ma non è rigida. 6. Programmo quando possibile, ma pubblico con presenza Uso strumenti come Meta Business Suite, Later o Planoly per programmare post, ma non mi limito a questo. Quando pubblico, sono presente, rispondo ai commenti e mantengo viva la conversazione. Il contenuto non finisce con il “post”. Pianificare i contenuti ogni mese mi ha permesso di creare in modo più leggero, coerente e strategico. Mi dà libertà mentale, chiarezza sugli obiettivi e tempo per essere creativa anche fuori dai social. Se sei all’inizio, parti con poco: un tema, tre rubriche e un calendario semplice. La costanza nasce dalla chiarezza, non dalla pressione. #ContentPlanning #CreatorLife #CalendarioEditoriale #StrategiaSocial #PersonalBranding #ImpresaBiz #ContentMarketing #Ispirazione #SocialMediaPlanning0 Commenti 0 Condivisioni 124 Viste 0 Recensioni -
Le mie prime collaborazioni: errori, lezioni e consigli per iniziare
Quando ho ricevuto la prima proposta di collaborazione come influencer, ero entusiasta… e completamente impreparata. Oggi, guardando indietro, posso dire che quelle prime esperienze — tra errori, ingenuità e intuizioni — sono state fondamentali per costruire il mio percorso.
In questo articolo voglio raccontarti cosa ho sbagliato, cosa ho imparato e che consigli darei a chi sta per iniziare a lavorare con brand e aziende.
1. Ho detto “sì” troppo in fretta
All’inizio, ogni proposta mi sembrava un’occasione da non perdere. Collaborazioni non in linea con i miei valori? Brand di cui non avrei mai parlato spontaneamente? Accettavo comunque.
Cosa ho imparato: dire “no” è un atto di cura verso la propria community. Solo collaborando con marchi davvero affini mantieni credibilità, coerenza e fiducia.
2. Non ho definito bene i termini della collaborazione
Mi è capitato di creare contenuti senza un contratto chiaro. Risultato? Aspettative diverse, post richiesti all’ultimo minuto, compensi incerti.
Cosa ho imparato: oggi non inizio nessuna collaborazione senza un brief scritto e un accordo chiaro. Specifico tutto: formato, deadline, numero di revisioni e modalità di pagamento.
3. Ho sottovalutato il valore del mio lavoro
All’inizio mi accontentavo di prodotti gratuiti o compensi simbolici, anche per contenuti che mi richiedevano ore. Pensavo: “Mi serve visibilità”.
Cosa ho imparato: la visibilità è importante, ma il tempo e la creatività vanno riconosciuti. Oggi valuto ogni proposta anche in termini di sostenibilità e valore professionale.
4. Non ho misurato i risultati
Pubblicavo e… basta. Non controllavo insight, clic, interazioni. Non sapevo cosa funzionava e cosa no.
Cosa ho imparato: monitorare le performance mi permette non solo di migliorare i contenuti futuri, ma anche di mostrare risultati concreti ai brand e negoziare collaborazioni più solide.
5. Ho imparato a trattare ogni collaborazione come una partnership
Le migliori esperienze sono nate quando ho costruito un dialogo con il brand, portando idee, ascoltando feedback e creando qualcosa che fosse utile per entrambi.
Le prime collaborazioni non sono mai perfette — e va bene così. Ogni esperienza mi ha aiutata a crescere, capire il mio valore e costruire un rapporto più consapevole con il mio lavoro da creator.
Se sei all’inizio, il mio consiglio è: scegli con cura, proteggi la tua immagine, dai valore a quello che fai. Le collaborazioni migliori non arrivano per caso, si costruiscono con coerenza e professionalità.
#InfluencerLife #CollaborazioniBrand #CreatorTips #PersonalBranding #ImpresaBiz #MicroInfluencer #ContentCreator #LezioniImparate #StrategieDigitali
Le mie prime collaborazioni: errori, lezioni e consigli per iniziare Quando ho ricevuto la prima proposta di collaborazione come influencer, ero entusiasta… e completamente impreparata. Oggi, guardando indietro, posso dire che quelle prime esperienze — tra errori, ingenuità e intuizioni — sono state fondamentali per costruire il mio percorso. In questo articolo voglio raccontarti cosa ho sbagliato, cosa ho imparato e che consigli darei a chi sta per iniziare a lavorare con brand e aziende. 1. Ho detto “sì” troppo in fretta All’inizio, ogni proposta mi sembrava un’occasione da non perdere. Collaborazioni non in linea con i miei valori? Brand di cui non avrei mai parlato spontaneamente? Accettavo comunque. Cosa ho imparato: dire “no” è un atto di cura verso la propria community. Solo collaborando con marchi davvero affini mantieni credibilità, coerenza e fiducia. 2. Non ho definito bene i termini della collaborazione Mi è capitato di creare contenuti senza un contratto chiaro. Risultato? Aspettative diverse, post richiesti all’ultimo minuto, compensi incerti. Cosa ho imparato: oggi non inizio nessuna collaborazione senza un brief scritto e un accordo chiaro. Specifico tutto: formato, deadline, numero di revisioni e modalità di pagamento. 3. Ho sottovalutato il valore del mio lavoro All’inizio mi accontentavo di prodotti gratuiti o compensi simbolici, anche per contenuti che mi richiedevano ore. Pensavo: “Mi serve visibilità”. Cosa ho imparato: la visibilità è importante, ma il tempo e la creatività vanno riconosciuti. Oggi valuto ogni proposta anche in termini di sostenibilità e valore professionale. 4. Non ho misurato i risultati Pubblicavo e… basta. Non controllavo insight, clic, interazioni. Non sapevo cosa funzionava e cosa no. Cosa ho imparato: monitorare le performance mi permette non solo di migliorare i contenuti futuri, ma anche di mostrare risultati concreti ai brand e negoziare collaborazioni più solide. 5. Ho imparato a trattare ogni collaborazione come una partnership Le migliori esperienze sono nate quando ho costruito un dialogo con il brand, portando idee, ascoltando feedback e creando qualcosa che fosse utile per entrambi. Le prime collaborazioni non sono mai perfette — e va bene così. Ogni esperienza mi ha aiutata a crescere, capire il mio valore e costruire un rapporto più consapevole con il mio lavoro da creator. Se sei all’inizio, il mio consiglio è: scegli con cura, proteggi la tua immagine, dai valore a quello che fai. Le collaborazioni migliori non arrivano per caso, si costruiscono con coerenza e professionalità. #InfluencerLife #CollaborazioniBrand #CreatorTips #PersonalBranding #ImpresaBiz #MicroInfluencer #ContentCreator #LezioniImparate #StrategieDigitali0 Commenti 0 Condivisioni 131 Viste 0 Recensioni
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