• I bias cognitivi che influenzano lo shopping online (e come sfruttarli)

    Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho scoperto un mondo: le persone non comprano in modo razionale.
    Le loro scelte sono spesso guidate da automatismi mentali, scorciatoie inconsce chiamate bias cognitivi.

    Iniziare a riconoscerli (e usarli con consapevolezza) ha cambiato il modo in cui costruisco pagine prodotto, scrivo copy e imposto offerte.
    Non si tratta di manipolare, ma di guidare la decisione d’acquisto rispettando la psicologia umana.

    Ecco i bias cognitivi più potenti nello shopping online — e come li uso, ogni giorno.

    1. Effetto ancoraggio – “Il primo prezzo che vedo mi influenza”
    Se mostri prima un prezzo alto, quello più basso dopo sembrerà un affare, anche se non lo è davvero.

    Come lo uso:
    -Metto il prezzo originale barrato accanto allo sconto (es. €129 → €89)
    -Creo pacchetti “premium” accanto a quelli base, per rendere i secondi più convenienti

    2. Bias di scarsità – “È raro, quindi lo voglio di più”
    Quando qualcosa sta per finire o è disponibile per poco tempo, il cervello entra in modalità “compra subito”.

    Come lo uso:
    -Scrivo “solo 3 pezzi disponibili” o “offerta valida fino a mezzanotte”
    -Mostro quantità limitate in magazzino in tempo reale

    3. Effetto riprova sociale – “Se lo fanno gli altri, è la scelta giusta”
    Vediamo cosa fanno gli altri per capire cosa dovremmo fare noi. È naturale.

    Come lo uso:
    -Aggiungo recensioni vere, con foto
    -Mostro etichette come “Best seller” o “Scelto da 10.000 clienti”
    -Inserisco notifiche tipo: “Chiara da Milano ha appena acquistato”

    4. Bias di avversione alla perdita – “Meglio evitare una perdita che ottenere un guadagno”
    Il dolore di perdere qualcosa è più intenso del piacere di guadagnarla.

    Come lo uso:
    -Scrivo “Non perdere lo sconto esclusivo” invece di “Ottieni uno sconto”
    -Email di promemoria tipo “La tua offerta scade tra 2 ore”

    5. Effetto IKEA – “Se lo creo io, vale di più”
    Le persone danno più valore a ciò che contribuiscono a creare.

    Come lo uso:
    -Configuratori personalizzati (es. “Crea il tuo kit” o “Scegli la tua combinazione”)
    -Opzioni per personalizzare packaging, colori, testi

    6. Bias di familiarità – “Ciò che conosco mi fa sentire al sicuro”
    Il nostro cervello preferisce ciò che gli è familiare.

    Come lo uso:
    -Uso layout simili ai grandi e-commerce (es. Amazon, Zalando)
    -Mantengo il logo e i colori brand in ogni touchpoint
    -Includo testimonial o influencer noti al mio target

    7. Effetto bandwagon – “Tutti lo fanno, allora lo faccio anch’io”
    È simile alla riprova sociale, ma spinto dal desiderio di “non restare fuori”.

    Come lo uso:
    -Titoli come “Più di 5.000 persone lo hanno già scelto”
    Countdown nelle offerte: “Altri 20 clienti lo stanno guardando ora”

    Capire i bias cognitivi è stato un cambio di prospettiva enorme per me.
    Oggi non penso più solo in termini di “schede prodotto”, ma in termini di esperienza mentale e decisionale del cliente.
    Usare questi principi in modo etico e strategico mi ha permesso di aumentare le conversioni e, soprattutto, di creare un percorso d’acquisto più fluido e soddisfacente.

    Il cervello prende decisioni complesse in pochi secondi. Il nostro compito è semplificargli la vita.

    #BiasCognitivi #Neuromarketing #EcommerceStrategy #VenditeOnline #PsicologiaDelConsumo #ImpresaBiz #ConversionRate #DigitalSales #MarketingEtico #EcommerceTips
    I bias cognitivi che influenzano lo shopping online (e come sfruttarli) 🧠🛍️ Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho scoperto un mondo: le persone non comprano in modo razionale. Le loro scelte sono spesso guidate da automatismi mentali, scorciatoie inconsce chiamate bias cognitivi. Iniziare a riconoscerli (e usarli con consapevolezza) ha cambiato il modo in cui costruisco pagine prodotto, scrivo copy e imposto offerte. Non si tratta di manipolare, ma di guidare la decisione d’acquisto rispettando la psicologia umana. Ecco i bias cognitivi più potenti nello shopping online — e come li uso, ogni giorno. 1. Effetto ancoraggio 🎯 – “Il primo prezzo che vedo mi influenza” Se mostri prima un prezzo alto, quello più basso dopo sembrerà un affare, anche se non lo è davvero. 💡 Come lo uso: -Metto il prezzo originale barrato accanto allo sconto (es. €129 → €89) -Creo pacchetti “premium” accanto a quelli base, per rendere i secondi più convenienti 2. Bias di scarsità ⏳ – “È raro, quindi lo voglio di più” Quando qualcosa sta per finire o è disponibile per poco tempo, il cervello entra in modalità “compra subito”. 💡 Come lo uso: -Scrivo “solo 3 pezzi disponibili” o “offerta valida fino a mezzanotte” -Mostro quantità limitate in magazzino in tempo reale 3. Effetto riprova sociale 👥 – “Se lo fanno gli altri, è la scelta giusta” Vediamo cosa fanno gli altri per capire cosa dovremmo fare noi. È naturale. 💡 Come lo uso: -Aggiungo recensioni vere, con foto -Mostro etichette come “Best seller” o “Scelto da 10.000 clienti” -Inserisco notifiche tipo: “Chiara da Milano ha appena acquistato” 4. Bias di avversione alla perdita ❌ – “Meglio evitare una perdita che ottenere un guadagno” Il dolore di perdere qualcosa è più intenso del piacere di guadagnarla. 💡 Come lo uso: -Scrivo “Non perdere lo sconto esclusivo” invece di “Ottieni uno sconto” -Email di promemoria tipo “La tua offerta scade tra 2 ore” 5. Effetto IKEA 🛠️ – “Se lo creo io, vale di più” Le persone danno più valore a ciò che contribuiscono a creare. 💡 Come lo uso: -Configuratori personalizzati (es. “Crea il tuo kit” o “Scegli la tua combinazione”) -Opzioni per personalizzare packaging, colori, testi 6. Bias di familiarità 🤝 – “Ciò che conosco mi fa sentire al sicuro” Il nostro cervello preferisce ciò che gli è familiare. 💡 Come lo uso: -Uso layout simili ai grandi e-commerce (es. Amazon, Zalando) -Mantengo il logo e i colori brand in ogni touchpoint -Includo testimonial o influencer noti al mio target 7. Effetto bandwagon 🚎 – “Tutti lo fanno, allora lo faccio anch’io” È simile alla riprova sociale, ma spinto dal desiderio di “non restare fuori”. 💡 Come lo uso: -Titoli come “Più di 5.000 persone lo hanno già scelto” Countdown nelle offerte: “Altri 20 clienti lo stanno guardando ora” Capire i bias cognitivi è stato un cambio di prospettiva enorme per me. Oggi non penso più solo in termini di “schede prodotto”, ma in termini di esperienza mentale e decisionale del cliente. Usare questi principi in modo etico e strategico mi ha permesso di aumentare le conversioni e, soprattutto, di creare un percorso d’acquisto più fluido e soddisfacente. Il cervello prende decisioni complesse in pochi secondi. Il nostro compito è semplificargli la vita. #BiasCognitivi #Neuromarketing #EcommerceStrategy #VenditeOnline #PsicologiaDelConsumo #ImpresaBiz #ConversionRate #DigitalSales #MarketingEtico #EcommerceTips
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  • Trigger psicologici per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce

    Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho capito una cosa fondamentale:
    le persone non comprano solo con la logica, ma soprattutto con l’emozione.

    Da lì ho iniziato a usare dei “trigger psicologici”, cioè leve mentali che stimolano decisioni rapide e più consapevoli (senza manipolare).
    Risultato? Il tasso di conversione è salito, senza dover per forza abbassare i prezzi o bombardare di sconti.

    Ecco i 6 trigger psicologici che hanno funzionato davvero per me — e che puoi integrare da subito nel tuo shop online.

    1. Scarsità – “Ne stanno finendo pochi”
    Uno dei più potenti.
    Quando una persona sa che il prodotto sta per finire, il desiderio aumenta. È la FOMO (fear of missing out).

    Come l’ho usato:
    -Messaggi automatici tipo: “Solo 3 pezzi disponibili”
    -Timer su offerte limitate
    -Email “ultime ore” con countdown reale

    2. Urgenza – “Agisci ora”
    Simile alla scarsità, ma basato sul tempo, non sulla quantità.
    L’urgenza spinge l’azione immediata e riduce il “ci penso domani”.
    Come l’ho usato:
    -Promozioni a tempo con timer
    -Sconto extra se acquisti entro 24 ore
    -Spedizione garantita solo se ordini oggi

    3. Riprova sociale – “Altri lo hanno già fatto”
    Noi umani tendiamo a fidarci di ciò che fanno gli altri.
    Se vedo che un prodotto ha 500 recensioni positive, o che altri lo stanno acquistando, mi fido di più.

    Come l’ho usato:
    -Recensioni vere, con foto
    -Notifiche in tempo reale (“Marco da Bologna ha appena acquistato”)
    -“Più venduto” o “Preferito dai clienti” in evidenza

    4. Autorità – “Fonte esperta = più credibilità”
    Mostrare competenza o riconoscimento da fonti autorevoli aumenta la fiducia.

    Come l’ho usato:
    -Inserendo badge “visto su…” (giornali, blog, media)
    -Mostrando certificazioni di prodotto
    -Collaborazioni con influencer o testimonial noti

    5. Reciprocità – “Ti do qualcosa prima io”
    Quando offri valore prima della vendita, il cliente si sente più propenso a restituire il gesto (cioè… comprare).

    Come l’ho usato:
    -Freebie digitali (PDF, guida, sconto) in cambio della mail
    -Regalo con il primo ordine
    -Email di benvenuto con codice esclusivo

    6. Coerenza – “Ho già iniziato, continuo”
    Le persone tendono a completare ciò che hanno già iniziato.
    Quindi se un utente inizia un’azione (es. mettere un prodotto nel carrello), è più motivato a completarla.

    Come l’ho usato:
    -Email automatiche di carrello abbandonato
    -Progress bar nel checkout (“Passo 2 di 3”)
    -Incentivo finale tipo “concludi ora e ricevi la spedizione gratuita”

    Usare i trigger psicologici non significa manipolare, ma capire come funziona la mente del tuo cliente per guidarlo verso decisioni migliori — anche per lui.

    Io li considero alleati invisibili: non si vedono, ma fanno la differenza.

    #Neuromarketing #PsicologiaDelConsumo #EcommerceTips #ConversioniOnline #VendereDiPiù #ImpresaBiz #MarketingEfficace #TriggerMentali #DigitalSales #GrowthMarketing
    Trigger psicologici per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce 🧠🛒 Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho capito una cosa fondamentale: le persone non comprano solo con la logica, ma soprattutto con l’emozione. Da lì ho iniziato a usare dei “trigger psicologici”, cioè leve mentali che stimolano decisioni rapide e più consapevoli (senza manipolare). Risultato? Il tasso di conversione è salito, senza dover per forza abbassare i prezzi o bombardare di sconti. Ecco i 6 trigger psicologici che hanno funzionato davvero per me — e che puoi integrare da subito nel tuo shop online. 1. Scarsità ⏳ – “Ne stanno finendo pochi” Uno dei più potenti. Quando una persona sa che il prodotto sta per finire, il desiderio aumenta. È la FOMO (fear of missing out). 💡 Come l’ho usato: -Messaggi automatici tipo: “Solo 3 pezzi disponibili” -Timer su offerte limitate -Email “ultime ore” con countdown reale 2. Urgenza 🚨 – “Agisci ora” Simile alla scarsità, ma basato sul tempo, non sulla quantità. L’urgenza spinge l’azione immediata e riduce il “ci penso domani”. 💡 Come l’ho usato: -Promozioni a tempo con timer -Sconto extra se acquisti entro 24 ore -Spedizione garantita solo se ordini oggi 3. Riprova sociale 👥 – “Altri lo hanno già fatto” Noi umani tendiamo a fidarci di ciò che fanno gli altri. Se vedo che un prodotto ha 500 recensioni positive, o che altri lo stanno acquistando, mi fido di più. 💡 Come l’ho usato: -Recensioni vere, con foto -Notifiche in tempo reale (“Marco da Bologna ha appena acquistato”) -“Più venduto” o “Preferito dai clienti” in evidenza 4. Autorità 🎓 – “Fonte esperta = più credibilità” Mostrare competenza o riconoscimento da fonti autorevoli aumenta la fiducia. 💡 Come l’ho usato: -Inserendo badge “visto su…” (giornali, blog, media) -Mostrando certificazioni di prodotto -Collaborazioni con influencer o testimonial noti 5. Reciprocità 🎁 – “Ti do qualcosa prima io” Quando offri valore prima della vendita, il cliente si sente più propenso a restituire il gesto (cioè… comprare). 💡 Come l’ho usato: -Freebie digitali (PDF, guida, sconto) in cambio della mail -Regalo con il primo ordine -Email di benvenuto con codice esclusivo 6. Coerenza 🔁 – “Ho già iniziato, continuo” Le persone tendono a completare ciò che hanno già iniziato. Quindi se un utente inizia un’azione (es. mettere un prodotto nel carrello), è più motivato a completarla. 💡 Come l’ho usato: -Email automatiche di carrello abbandonato -Progress bar nel checkout (“Passo 2 di 3”) -Incentivo finale tipo “concludi ora e ricevi la spedizione gratuita” Usare i trigger psicologici non significa manipolare, ma capire come funziona la mente del tuo cliente per guidarlo verso decisioni migliori — anche per lui. Io li considero alleati invisibili: non si vedono, ma fanno la differenza. #Neuromarketing #PsicologiaDelConsumo #EcommerceTips #ConversioniOnline #VendereDiPiù #ImpresaBiz #MarketingEfficace #TriggerMentali #DigitalSales #GrowthMarketing
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  • UX e UI: Differenze e Importanza per le Vendite Digitali
    Due facce della stessa medaglia che possono fare (o disfare) una strategia digitale.

    Quando parliamo con imprenditori e professionisti digitali, ci accorgiamo spesso che UX e UI vengono confuse o usate come sinonimi. In realtà, rappresentano due discipline diverse ma strettamente connesse, fondamentali per convertire visitatori in clienti, utenti curiosi in utenti soddisfatti.

    In Impresa.biz ci occupiamo ogni giorno di strategie digitali, e possiamo dirlo con certezza: la qualità dell’esperienza e dell’interfaccia influisce direttamente sulle vendite. Vediamo allora cosa significano davvero questi due termini e perché dovrebbero essere centrali in ogni progetto online.

    UX (User Experience): progettare esperienze significative
    La UX riguarda l’esperienza complessiva che una persona vive quando interagisce con un prodotto, un sito web o un’app. Si tratta di:

    -Navigazione fluida
    -Chiarezza nelle azioni
    -Velocità e semplicità
    -Risposte ai bisogni reali dell’utente
    Una buona UX mette l’utente al centro, anticipa i suoi bisogni e riduce al minimo gli attriti. Vuol dire pensare a percorsi logici, contenuti rilevanti e interazioni intuitive.
    Esempio: un e-commerce con UX curata consente all’utente di trovare il prodotto giusto in pochi clic, sapere esattamente quanto costa e completare l’acquisto senza frustrazioni.

    UI (User Interface): l’aspetto e la forma dell’interazione
    La UI, invece, riguarda l’interfaccia: la parte visibile, estetica, con cui l’utente interagisce. Parliamo quindi di:

    -Colori
    -Tipografia

    -Pulsanti
    -Icone
    -Layout grafico
    Una UI efficace non è solo bella da vedere: è coerente, chiara, accessibile. Comunica identità, guida l’occhio, facilita l’azione.

    Esempio: un pulsante “Acquista ora” deve essere ben visibile, leggibile su mobile, avere un colore che attiri ma non distragga.

    UX + UI = più conversioni (e meno abbandoni)
    Un sito o un’app possono avere una grafica meravigliosa (UI) ma essere difficili da usare (UX), oppure essere funzionali ma visivamente trascurati. Il risultato? Utenti che abbandonano, clienti che non concludono un acquisto, o semplicemente una percezione di scarsa qualità.

    Nel nostro lavoro in Impresa.biz, abbiamo visto che una UX/UI progettata con cura porta benefici concreti:

    -Aumento del tasso di conversione
    -Riduzione della frequenza di rimbalzo
    -Customer satisfaction più alta
    -Maggior fidelizzazione nel tempo
    Come migliorare UX e UI in ottica vendita
    Ecco qualche azione pratica che consigliamo spesso:

    Studia il comportamento degli utenti
    Usa strumenti come Hotjar, Google Analytics o Clarity per capire dove cliccano, dove si bloccano, dove abbandonano.

    Progetta mobile-first
    La maggior parte del traffico arriva da smartphone. Una buona UX/UI deve funzionare perfettamente da mobile.

    Rendi le azioni principali immediate
    Ogni interfaccia dovrebbe rispondere a una domanda chiave: "Cosa vuoi che faccia l’utente qui?". E rendere quell’azione chiara e accessibile.

    Testa, testa, testa
    Usabilità e interfaccia non si indovinano, si testano con utenti reali, anche in piccole sessioni.

    UX/UI non è un lusso: è una leva strategica
    A volte le aziende pensano che UX e UI siano un “plus estetico”. Noi, invece, le consideriamo una delle leve principali di vendita nel digitale. Perché nel mare di alternative che il web offre, vince chi:

    -Fa risparmiare tempo
    -Riduce la fatica cognitiva
    -Regala un’esperienza piacevole e coerente

    UX e UI non sono dettagli, ma ingredienti centrali nella ricetta del successo online. Non serve essere designer per iniziare: basta la volontà di mettersi nei panni dell’utente, osservare con attenzione e migliorare costantemente.

    In Impresa.biz lo sappiamo bene: anche la strategia di marketing più brillante può fallire se l’esperienza digitale non è all’altezza.

    #UXDesign #UIDesign #DigitalSales #CustomerExperience #EcommerceTips #DesignThinking #ImpresaDigitale #ImpresaBiz

    UX e UI: Differenze e Importanza per le Vendite Digitali Due facce della stessa medaglia che possono fare (o disfare) una strategia digitale. Quando parliamo con imprenditori e professionisti digitali, ci accorgiamo spesso che UX e UI vengono confuse o usate come sinonimi. In realtà, rappresentano due discipline diverse ma strettamente connesse, fondamentali per convertire visitatori in clienti, utenti curiosi in utenti soddisfatti. In Impresa.biz ci occupiamo ogni giorno di strategie digitali, e possiamo dirlo con certezza: la qualità dell’esperienza e dell’interfaccia influisce direttamente sulle vendite. Vediamo allora cosa significano davvero questi due termini e perché dovrebbero essere centrali in ogni progetto online. UX (User Experience): progettare esperienze significative La UX riguarda l’esperienza complessiva che una persona vive quando interagisce con un prodotto, un sito web o un’app. Si tratta di: -Navigazione fluida -Chiarezza nelle azioni -Velocità e semplicità -Risposte ai bisogni reali dell’utente Una buona UX mette l’utente al centro, anticipa i suoi bisogni e riduce al minimo gli attriti. Vuol dire pensare a percorsi logici, contenuti rilevanti e interazioni intuitive. 💡 Esempio: un e-commerce con UX curata consente all’utente di trovare il prodotto giusto in pochi clic, sapere esattamente quanto costa e completare l’acquisto senza frustrazioni. UI (User Interface): l’aspetto e la forma dell’interazione La UI, invece, riguarda l’interfaccia: la parte visibile, estetica, con cui l’utente interagisce. Parliamo quindi di: -Colori -Tipografia -Pulsanti -Icone -Layout grafico Una UI efficace non è solo bella da vedere: è coerente, chiara, accessibile. Comunica identità, guida l’occhio, facilita l’azione. 💡 Esempio: un pulsante “Acquista ora” deve essere ben visibile, leggibile su mobile, avere un colore che attiri ma non distragga. UX + UI = più conversioni (e meno abbandoni) Un sito o un’app possono avere una grafica meravigliosa (UI) ma essere difficili da usare (UX), oppure essere funzionali ma visivamente trascurati. Il risultato? Utenti che abbandonano, clienti che non concludono un acquisto, o semplicemente una percezione di scarsa qualità. Nel nostro lavoro in Impresa.biz, abbiamo visto che una UX/UI progettata con cura porta benefici concreti: -Aumento del tasso di conversione -Riduzione della frequenza di rimbalzo -Customer satisfaction più alta -Maggior fidelizzazione nel tempo Come migliorare UX e UI in ottica vendita Ecco qualche azione pratica che consigliamo spesso: ✅ Studia il comportamento degli utenti Usa strumenti come Hotjar, Google Analytics o Clarity per capire dove cliccano, dove si bloccano, dove abbandonano. ✅ Progetta mobile-first La maggior parte del traffico arriva da smartphone. Una buona UX/UI deve funzionare perfettamente da mobile. ✅ Rendi le azioni principali immediate Ogni interfaccia dovrebbe rispondere a una domanda chiave: "Cosa vuoi che faccia l’utente qui?". E rendere quell’azione chiara e accessibile. ✅ Testa, testa, testa Usabilità e interfaccia non si indovinano, si testano con utenti reali, anche in piccole sessioni. UX/UI non è un lusso: è una leva strategica A volte le aziende pensano che UX e UI siano un “plus estetico”. Noi, invece, le consideriamo una delle leve principali di vendita nel digitale. Perché nel mare di alternative che il web offre, vince chi: -Fa risparmiare tempo -Riduce la fatica cognitiva -Regala un’esperienza piacevole e coerente UX e UI non sono dettagli, ma ingredienti centrali nella ricetta del successo online. Non serve essere designer per iniziare: basta la volontà di mettersi nei panni dell’utente, osservare con attenzione e migliorare costantemente. In Impresa.biz lo sappiamo bene: anche la strategia di marketing più brillante può fallire se l’esperienza digitale non è all’altezza. #UXDesign #UIDesign #DigitalSales #CustomerExperience #EcommerceTips #DesignThinking #ImpresaDigitale #ImpresaBiz
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  • Cos’è la lead generation su LinkedIn
    Generare contatti interessati al tuo prodotto/servizio sfruttando LinkedIn come canale diretto, grazie a contenuti, connessioni e messaggi mirati.

    Strategia completa di Lead Generation su LinkedIn
    1. Ottimizza il tuo profilo personale
    -Il tuo profilo è la tua landing page.
    -Foto professionale + copertina brandizzata
    -Titolo chiaro e orientato al valore (es. “Aiuto le PMI a crescere con l’AI”)
    -Sommario che spiega cosa fai + come puoi aiutare
    -CTA nel profilo (es. link a un calendario per call)


    2. Identifica il tuo target
    -Usa la ricerca avanzata per trovare decision maker o buyer ideali:
    -Per settore, ruolo, azienda, località
    -Filtra chi è attivo e interagisce
    -Strumento extra: LinkedIn Sales Navigator (potentissimo nel B2B)

    3. Approccio in 3 fasi (soft outreach)
    a) Collegamento mirato (con nota)
    "Ciao Marco, vedo che anche tu lavori nel mondo [settore]. Mi farebbe piacere connetterci!"
    b) Interazione “calda”
    Commenta contenuti suoi (non a caso: sii rilevante)

    Metti like e scrivi messaggi brevi e umani
    c) Messaggio 1to1 (con valore)
    "Ciao Marco, noto che stai lavorando su [tema]. Ho realizzato una mini guida/tool gratuito che potrebbe interessarti. Posso mandartela?"

    Evita il classico messaggio venditore diretto. Offri valore prima di vendere.

    4. Crea contenuti che attirano lead
    Post che parlano di problemi comuni del tuo target
    -Mini-case study di tuoi clienti
    -Slide con checklist o trend
    -Video brevi (anche selfie professionali)
    -Call to action in fondo: “Vuoi approfondire? Scrivimi in DM”
    -Format 2025 top: carousels, storytelling + numeri concreti, domande aperte

    5. Lead magnet + automatizzazione
    -Offri un contenuto gratuito utile (PDF, webinar, quiz)
    -Usa tool per gestire richieste e lead:
    -Calendly per prenotazioni
    -Typeform per form intelligenti
    -Lemlist / Waalaxy per automazione soft (con etica!)

    6. Monitora, ottimizza, scala
    -Tieni traccia dei messaggi inviati e risposte (CRM, foglio Excel, HubSpot)
    -Analizza quali contenuti ti portano più DM o richieste
    -Aggiorna il tuo pitch in base a feedback ricevuti

    Pro tip
    Crea una mini rubrica settimanale su LinkedIn (es. "Lunedì Lead" o "Tips del Giovedì") per diventare punto di riferimento nella tua nicchia.

    #LinkedInMarketing #LeadGeneration #SocialSelling #LinkedInTips #B2BMarketing #LinkedInPerBusiness #GrowthHacking #DigitalSales

    🔎 Cos’è la lead generation su LinkedIn Generare contatti interessati al tuo prodotto/servizio sfruttando LinkedIn come canale diretto, grazie a contenuti, connessioni e messaggi mirati. ⚙️ Strategia completa di Lead Generation su LinkedIn 1. 🔧 Ottimizza il tuo profilo personale -Il tuo profilo è la tua landing page. -Foto professionale + copertina brandizzata -Titolo chiaro e orientato al valore (es. “Aiuto le PMI a crescere con l’AI”) -Sommario che spiega cosa fai + come puoi aiutare -CTA nel profilo (es. link a un calendario per call) 2. 🎯 Identifica il tuo target -Usa la ricerca avanzata per trovare decision maker o buyer ideali: -Per settore, ruolo, azienda, località -Filtra chi è attivo e interagisce -Strumento extra: LinkedIn Sales Navigator (potentissimo nel B2B) 3. 💌 Approccio in 3 fasi (soft outreach) a) Collegamento mirato (con nota) "Ciao Marco, vedo che anche tu lavori nel mondo [settore]. Mi farebbe piacere connetterci!" b) Interazione “calda” Commenta contenuti suoi (non a caso: sii rilevante) Metti like e scrivi messaggi brevi e umani c) Messaggio 1to1 (con valore) "Ciao Marco, noto che stai lavorando su [tema]. Ho realizzato una mini guida/tool gratuito che potrebbe interessarti. Posso mandartela?" 💡 Evita il classico messaggio venditore diretto. Offri valore prima di vendere. 4. 📝 Crea contenuti che attirano lead Post che parlano di problemi comuni del tuo target -Mini-case study di tuoi clienti -Slide con checklist o trend -Video brevi (anche selfie professionali) -Call to action in fondo: “Vuoi approfondire? Scrivimi in DM” -Format 2025 top: carousels, storytelling + numeri concreti, domande aperte 5. 🎣 Lead magnet + automatizzazione -Offri un contenuto gratuito utile (PDF, webinar, quiz) -Usa tool per gestire richieste e lead: -Calendly per prenotazioni -Typeform per form intelligenti -Lemlist / Waalaxy per automazione soft (con etica!) 6. 📊 Monitora, ottimizza, scala -Tieni traccia dei messaggi inviati e risposte (CRM, foglio Excel, HubSpot) -Analizza quali contenuti ti portano più DM o richieste -Aggiorna il tuo pitch in base a feedback ricevuti 💡 Pro tip Crea una mini rubrica settimanale su LinkedIn (es. "Lunedì Lead" o "Tips del Giovedì") per diventare punto di riferimento nella tua nicchia. #LinkedInMarketing #LeadGeneration #SocialSelling #LinkedInTips #B2BMarketing #LinkedInPerBusiness #GrowthHacking #DigitalSales
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