• Il mio funnel e-commerce spiegato passo passo

    Quando ho iniziato a vendere online, una delle sfide più grandi è stata capire come guidare un visitatore dal primo clic fino all’acquisto — e oltre.
    Il funnel e-commerce, per me, non è stato solo uno schema teorico, ma una serie di tappe concrete che ho costruito, testato e ottimizzato nel tempo.

    Oggi voglio condividere il mio metodo, così chi gestisce un negozio online può vedere cosa funziona realmente per me, e magari adattarlo al proprio business.

    1. Attrazione: farsi trovare con contenuti mirati e sponsorizzazioni
    Il primo step è portare traffico qualificato sul sito.
    Uso una combinazione di:
    -campagne social (Instagram, Facebook, TikTok)
    -SEO sui contenuti del blog e pagine prodotto
    -influencer marketing mirato
    -Google Ads per keyword commerciali
    L’obiettivo è attirare visitatori interessati, evitando traffico “generico” e poco performante.

    2. Coinvolgimento: il sito come primo punto di contatto reale
    Il visitatore deve trovare subito ciò che cerca, senza frustrazioni.
    Ecco perché:
    -Ho una homepage chiara e orientata alla vendita
    -Le categorie e filtri sono semplici da usare
    -Le schede prodotto sono dettagliate, con foto, video e recensioni
    -Offro chat live e FAQ per rispondere subito a dubbi
    L’esperienza fluida aumenta la probabilità che il visitatore rimanga e approfondisca.

    3. Conversione: rendere l’acquisto semplice e rassicurante
    Qui entro nel vivo:
    -Checkout ottimizzato (poche pagine, pagamento sicuro, più opzioni)
    -Offerte a tempo limitato o bundle per spingere l’acquisto
    -Garanzie e politiche di reso chiare
    -Codici sconto per i nuovi iscritti alla newsletter
    -Spingo a completare l’ordine senza intoppi e senza sorprese.

    4. Ritenzione: trasformare un cliente in un cliente abituale
    Il lavoro non finisce con la vendita.
    Invio email di ringraziamento, consigli d’uso e offerte personalizzate.
    Gestisco un programma fedeltà semplice, con premi per chi torna a comprare.
    Raccogliere feedback e recensioni aiuta anche a migliorare costantemente.

    5. Advocacy: i clienti soddisfatti diventano ambasciatori
    Il passaparola digitale è potentissimo.
    Incoraggio chi è soddisfatto a condividere sui social e lasciare recensioni.
    Organizzo giveaway e contest per stimolare la community.
    Così trasformo clienti in veri e propri promotori del brand.

    Un funnel e-commerce funziona quando ogni fase è curata con attenzione e collegata alla successiva.
    Non basta attirare clienti: bisogna accompagnarli, coccolarli e trasformarli in fan.

    Questo è il percorso che ho costruito, testato e continuo a migliorare. Se vuoi ti posso aiutare a creare il funnel più adatto al tuo business.

    #ecommerce #funneldimarketing #venditeonline #customerjourney #conversionrate #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz

    Il mio funnel e-commerce spiegato passo passo Quando ho iniziato a vendere online, una delle sfide più grandi è stata capire come guidare un visitatore dal primo clic fino all’acquisto — e oltre. Il funnel e-commerce, per me, non è stato solo uno schema teorico, ma una serie di tappe concrete che ho costruito, testato e ottimizzato nel tempo. Oggi voglio condividere il mio metodo, così chi gestisce un negozio online può vedere cosa funziona realmente per me, e magari adattarlo al proprio business. 1. Attrazione: farsi trovare con contenuti mirati e sponsorizzazioni Il primo step è portare traffico qualificato sul sito. Uso una combinazione di: -campagne social (Instagram, Facebook, TikTok) -SEO sui contenuti del blog e pagine prodotto -influencer marketing mirato -Google Ads per keyword commerciali L’obiettivo è attirare visitatori interessati, evitando traffico “generico” e poco performante. 2. Coinvolgimento: il sito come primo punto di contatto reale Il visitatore deve trovare subito ciò che cerca, senza frustrazioni. Ecco perché: -Ho una homepage chiara e orientata alla vendita -Le categorie e filtri sono semplici da usare -Le schede prodotto sono dettagliate, con foto, video e recensioni -Offro chat live e FAQ per rispondere subito a dubbi L’esperienza fluida aumenta la probabilità che il visitatore rimanga e approfondisca. 3. Conversione: rendere l’acquisto semplice e rassicurante Qui entro nel vivo: -Checkout ottimizzato (poche pagine, pagamento sicuro, più opzioni) -Offerte a tempo limitato o bundle per spingere l’acquisto -Garanzie e politiche di reso chiare -Codici sconto per i nuovi iscritti alla newsletter -Spingo a completare l’ordine senza intoppi e senza sorprese. 4. Ritenzione: trasformare un cliente in un cliente abituale Il lavoro non finisce con la vendita. Invio email di ringraziamento, consigli d’uso e offerte personalizzate. Gestisco un programma fedeltà semplice, con premi per chi torna a comprare. Raccogliere feedback e recensioni aiuta anche a migliorare costantemente. 5. Advocacy: i clienti soddisfatti diventano ambasciatori Il passaparola digitale è potentissimo. Incoraggio chi è soddisfatto a condividere sui social e lasciare recensioni. Organizzo giveaway e contest per stimolare la community. Così trasformo clienti in veri e propri promotori del brand. Un funnel e-commerce funziona quando ogni fase è curata con attenzione e collegata alla successiva. Non basta attirare clienti: bisogna accompagnarli, coccolarli e trasformarli in fan. Questo è il percorso che ho costruito, testato e continuo a migliorare. Se vuoi ti posso aiutare a creare il funnel più adatto al tuo business. #ecommerce #funneldimarketing #venditeonline #customerjourney #conversionrate #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz
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  • Customer Journey Mapping: Capire il Percorso del Tuo Cliente Online

    Nel mondo dell’e-commerce, conoscere il percorso che il cliente compie prima di effettuare un acquisto è fondamentale per ottimizzare l’esperienza utente e massimizzare le conversioni. Il Customer Journey Mapping è uno strumento strategico che consente di visualizzare e analizzare ogni fase del viaggio del cliente, identificando punti di forza e aree di miglioramento.

    1. Cos’è il Customer Journey Mapping
    Il Customer Journey Mapping è la rappresentazione grafica delle tappe che un cliente attraversa, dal primo contatto con il brand fino all’acquisto e oltre. Include tutte le interazioni, i canali utilizzati e le emozioni provate durante il percorso.

    2. Perché è importante per l’e-commerce
    Capire il percorso del cliente permette di personalizzare la comunicazione, eliminare ostacoli, migliorare l’usabilità del sito e creare offerte mirate, aumentando così la soddisfazione e la fidelizzazione.

    3. Fasi principali del Customer Journey
    -Consapevolezza: il cliente scopre il brand o il prodotto.
    -Considerazione: valuta opzioni e confronta offerte.
    -Decisione: effettua l’acquisto.
    -Post-acquisto: esperienze di utilizzo, assistenza e fidelizzazione.

    4. Come mappare il percorso del cliente
    -Raccolta dati: analisi di dati quantitativi (analytics, vendite) e qualitativi (feedback, interviste).
    -Identificazione touchpoint: tutti i punti di contatto, dal sito web ai social media, passando per email e assistenza clienti.
    -Creazione della mappa: rappresentare visivamente il percorso, evidenziando emozioni, azioni e potenziali frizioni.
    -Analisi e interventi: individuare opportunità per migliorare l’esperienza e ottimizzare il funnel di vendita.

    5. Benefici del Customer Journey Mapping
    Migliora la comunicazione interna tra reparti, rende più efficaci le campagne di marketing, riduce l’abbandono del carrello e favorisce relazioni più durature con i clienti.

    Investire nel Customer Journey Mapping significa mettere il cliente al centro della propria strategia, offrendo un’esperienza coerente e soddisfacente che si traduce in maggiori vendite e fidelizzazione.

    #customerjourney #ecommerce #userexperience #marketingstrategico #venditeonline #fidelizzazione #digitalmarketing #analisisociale



    Customer Journey Mapping: Capire il Percorso del Tuo Cliente Online Nel mondo dell’e-commerce, conoscere il percorso che il cliente compie prima di effettuare un acquisto è fondamentale per ottimizzare l’esperienza utente e massimizzare le conversioni. Il Customer Journey Mapping è uno strumento strategico che consente di visualizzare e analizzare ogni fase del viaggio del cliente, identificando punti di forza e aree di miglioramento. 1. Cos’è il Customer Journey Mapping Il Customer Journey Mapping è la rappresentazione grafica delle tappe che un cliente attraversa, dal primo contatto con il brand fino all’acquisto e oltre. Include tutte le interazioni, i canali utilizzati e le emozioni provate durante il percorso. 2. Perché è importante per l’e-commerce Capire il percorso del cliente permette di personalizzare la comunicazione, eliminare ostacoli, migliorare l’usabilità del sito e creare offerte mirate, aumentando così la soddisfazione e la fidelizzazione. 3. Fasi principali del Customer Journey -Consapevolezza: il cliente scopre il brand o il prodotto. -Considerazione: valuta opzioni e confronta offerte. -Decisione: effettua l’acquisto. -Post-acquisto: esperienze di utilizzo, assistenza e fidelizzazione. 4. Come mappare il percorso del cliente -Raccolta dati: analisi di dati quantitativi (analytics, vendite) e qualitativi (feedback, interviste). -Identificazione touchpoint: tutti i punti di contatto, dal sito web ai social media, passando per email e assistenza clienti. -Creazione della mappa: rappresentare visivamente il percorso, evidenziando emozioni, azioni e potenziali frizioni. -Analisi e interventi: individuare opportunità per migliorare l’esperienza e ottimizzare il funnel di vendita. 5. Benefici del Customer Journey Mapping Migliora la comunicazione interna tra reparti, rende più efficaci le campagne di marketing, riduce l’abbandono del carrello e favorisce relazioni più durature con i clienti. Investire nel Customer Journey Mapping significa mettere il cliente al centro della propria strategia, offrendo un’esperienza coerente e soddisfacente che si traduce in maggiori vendite e fidelizzazione. #customerjourney #ecommerce #userexperience #marketingstrategico #venditeonline #fidelizzazione #digitalmarketing #analisisociale
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  • L’importanza delle Call to Action: Come Scriverle per Vendere di Più

    Nel mondo dell’e-commerce, ogni elemento della pagina contribuisce a guidare il cliente verso l’acquisto, ma poche cose sono così decisive quanto la Call to Action (CTA). Una CTA ben scritta e posizionata strategicamente può fare la differenza tra una vendita conclusa e un visitatore che abbandona il sito.

    1. Cosa sono le Call to Action e perché sono cruciali
    Le CTA sono messaggi brevi, incisivi e persuasivi che invitano l’utente a compiere un’azione specifica: acquistare, iscriversi, scaricare un contenuto, o richiedere informazioni. Sono il punto di contatto diretto tra interesse e conversione.

    2. Caratteristiche di una CTA efficace
    -Chiarezza: il messaggio deve essere semplice e immediatamente comprensibile.
    -Urgenza: parole come “Adesso”, “Subito”, “Offerta limitata” stimolano un’azione rapida.
    -Beneficio: evidenziare il vantaggio per l’utente aumenta la motivazione (“Risparmia ora”, “Provalo gratis”).
    -Visibilità: deve essere ben visibile e posizionata in modo strategico sulla pagina.

    3. Personalizzare la CTA in base al contesto
    Non tutte le CTA sono uguali: una pagina prodotto, una landing page o una newsletter richiedono approcci differenti. Ad esempio, una CTA su una pagina prodotto può essere “Aggiungi al carrello”, mentre in una newsletter può essere “Scopri l’offerta”.

    4. Testare e ottimizzare continuamente
    La scrittura delle CTA è anche una questione di dati: testare diverse versioni (A/B test) permette di capire quali parole, colori o posizioni funzionano meglio per il proprio pubblico.

    5. Integrare la CTA con il percorso dell’utente
    Le CTA devono accompagnare l’utente in ogni fase del funnel di vendita, guidandolo con messaggi coerenti e progressivi fino al checkout.

    Le Call to Action rappresentano un elemento chiave per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce. Curarle con attenzione, personalizzarle e monitorarne l’efficacia sono passi fondamentali per trasformare i visitatori in clienti e incrementare le vendite.

    #calltoaction #ecommerce #marketingdigitale #conversioni #venditeonline #customerjourney #copywriting #digitalmarketing #aumentareconversioni

    L’importanza delle Call to Action: Come Scriverle per Vendere di Più Nel mondo dell’e-commerce, ogni elemento della pagina contribuisce a guidare il cliente verso l’acquisto, ma poche cose sono così decisive quanto la Call to Action (CTA). Una CTA ben scritta e posizionata strategicamente può fare la differenza tra una vendita conclusa e un visitatore che abbandona il sito. 1. Cosa sono le Call to Action e perché sono cruciali Le CTA sono messaggi brevi, incisivi e persuasivi che invitano l’utente a compiere un’azione specifica: acquistare, iscriversi, scaricare un contenuto, o richiedere informazioni. Sono il punto di contatto diretto tra interesse e conversione. 2. Caratteristiche di una CTA efficace -Chiarezza: il messaggio deve essere semplice e immediatamente comprensibile. -Urgenza: parole come “Adesso”, “Subito”, “Offerta limitata” stimolano un’azione rapida. -Beneficio: evidenziare il vantaggio per l’utente aumenta la motivazione (“Risparmia ora”, “Provalo gratis”). -Visibilità: deve essere ben visibile e posizionata in modo strategico sulla pagina. 3. Personalizzare la CTA in base al contesto Non tutte le CTA sono uguali: una pagina prodotto, una landing page o una newsletter richiedono approcci differenti. Ad esempio, una CTA su una pagina prodotto può essere “Aggiungi al carrello”, mentre in una newsletter può essere “Scopri l’offerta”. 4. Testare e ottimizzare continuamente La scrittura delle CTA è anche una questione di dati: testare diverse versioni (A/B test) permette di capire quali parole, colori o posizioni funzionano meglio per il proprio pubblico. 5. Integrare la CTA con il percorso dell’utente Le CTA devono accompagnare l’utente in ogni fase del funnel di vendita, guidandolo con messaggi coerenti e progressivi fino al checkout. Le Call to Action rappresentano un elemento chiave per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce. Curarle con attenzione, personalizzarle e monitorarne l’efficacia sono passi fondamentali per trasformare i visitatori in clienti e incrementare le vendite. #calltoaction #ecommerce #marketingdigitale #conversioni #venditeonline #customerjourney #copywriting #digitalmarketing #aumentareconversioni
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  • Dietro le quinte del mio funnel: cosa funziona davvero nel 2025

    Negli ultimi anni ho testato, modificato e smontato il mio funnel decine di volte. Ogni volta pensavo di aver trovato la formula perfetta. Spoiler: non esiste una formula magica. Ma nel 2025, alcune cose funzionano più di altre. E dopo tanto sperimentare, ho capito cosa vale davvero la pena fare – e cosa no.

    Ecco cosa c’è dietro le quinte del mio funnel, oggi.

    1. Il contenuto gratuito è ancora il primo gancio… ma deve essere utile davvero
    Lead magnet, freebie, webinar on demand: li usiamo tutti. Ma se il tuo contenuto gratuito è generico, l’utente lo scarica, lo dimentica e sparisce. Ho visto la differenza quando ho iniziato a offrire soluzioni concrete a micro-problemi reali (es: “come scrivere una bio Instagram che converte” invece di “guida al personal branding”). Più specifico = più valore percepito = più contatti realmente interessati.

    2. L’automazione funziona solo se è personalizzata
    Avere un flusso automatico di email o messaggi è fondamentale per scalare. Ma se quel flusso sembra scritto da un robot, non converte. Ho riscritto le mie sequenze pensando a una persona sola, con un tono umano, meno marketinghese. Ho inserito domande aperte, segmentazione in base al comportamento e piccoli elementi “umani” (tipo: “Scommetto che anche tu sei stanco di scaricare pdf inutili, vero?”). Risultato: open rate e click rate saliti del +30%.

    3. Il funnel non finisce con la vendita. Anzi, è lì che inizia la parte più importante
    Per anni ho pensato che il funnel fosse lineare: lead → vendita → fine. Oggi so che la vera crescita arriva dal post-vendita: onboarding chiaro, customer care presente, contenuti esclusivi per i clienti, inviti al passaparola. Il mio tasso di riacquisto è aumentato da quando ho iniziato a curare questa fase tanto quanto quella iniziale.

    Bonus: la community accelera tutto
    Newsletter, social e ads sono canali potenti, ma se le persone non si sentono parte di qualcosa, restano spettatori. Ho iniziato a costruire una micro-community attiva (su Telegram, ad esempio), e lì dentro il funnel si accorcia, il dialogo si scalda e la fiducia cresce più in fretta.

    Nel 2025 funziona ciò che è specifico, autentico e relazionale. I funnel “freddi” e troppo generici stanno morendo. Oggi vince chi sa combinare dati e umanità, strategia e personalità.
    Dietro ogni conversione c’è ancora – sempre – una persona.

    #FunnelMarketing #DigitalStrategy #Marketing2025 #LeadGeneration #EmailMarketing #ImprenditoriaDigitale #ConversionRate #Personalizzazione #CustomerJourney #BusinessOnline
    Dietro le quinte del mio funnel: cosa funziona davvero nel 2025 Negli ultimi anni ho testato, modificato e smontato il mio funnel decine di volte. Ogni volta pensavo di aver trovato la formula perfetta. Spoiler: non esiste una formula magica. Ma nel 2025, alcune cose funzionano più di altre. E dopo tanto sperimentare, ho capito cosa vale davvero la pena fare – e cosa no. Ecco cosa c’è dietro le quinte del mio funnel, oggi. 1. Il contenuto gratuito è ancora il primo gancio… ma deve essere utile davvero Lead magnet, freebie, webinar on demand: li usiamo tutti. Ma se il tuo contenuto gratuito è generico, l’utente lo scarica, lo dimentica e sparisce. Ho visto la differenza quando ho iniziato a offrire soluzioni concrete a micro-problemi reali (es: “come scrivere una bio Instagram che converte” invece di “guida al personal branding”). Più specifico = più valore percepito = più contatti realmente interessati. 2. L’automazione funziona solo se è personalizzata Avere un flusso automatico di email o messaggi è fondamentale per scalare. Ma se quel flusso sembra scritto da un robot, non converte. Ho riscritto le mie sequenze pensando a una persona sola, con un tono umano, meno marketinghese. Ho inserito domande aperte, segmentazione in base al comportamento e piccoli elementi “umani” (tipo: “Scommetto che anche tu sei stanco di scaricare pdf inutili, vero?”). Risultato: open rate e click rate saliti del +30%. 3. Il funnel non finisce con la vendita. Anzi, è lì che inizia la parte più importante Per anni ho pensato che il funnel fosse lineare: lead → vendita → fine. Oggi so che la vera crescita arriva dal post-vendita: onboarding chiaro, customer care presente, contenuti esclusivi per i clienti, inviti al passaparola. Il mio tasso di riacquisto è aumentato da quando ho iniziato a curare questa fase tanto quanto quella iniziale. Bonus: la community accelera tutto Newsletter, social e ads sono canali potenti, ma se le persone non si sentono parte di qualcosa, restano spettatori. Ho iniziato a costruire una micro-community attiva (su Telegram, ad esempio), e lì dentro il funnel si accorcia, il dialogo si scalda e la fiducia cresce più in fretta. Nel 2025 funziona ciò che è specifico, autentico e relazionale. I funnel “freddi” e troppo generici stanno morendo. Oggi vince chi sa combinare dati e umanità, strategia e personalità. Dietro ogni conversione c’è ancora – sempre – una persona. #FunnelMarketing #DigitalStrategy #Marketing2025 #LeadGeneration #EmailMarketing #ImprenditoriaDigitale #ConversionRate #Personalizzazione #CustomerJourney #BusinessOnline
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  • I plugin e le app che ho scelto per migliorare il mio e-commerce (e cosa è cambiato)

    Gestire un e-commerce oggi non significa solo vendere: significa creare un’esperienza d’acquisto che faccia tornare le persone.
    Quando ho iniziato a studiare la UX (User Experience) in modo più approfondito, mi sono reso conto che molto poteva essere migliorato con i giusti plugin e app, senza stravolgere il sito.

    Ti condivido quelli che ho testato personalmente e che, oggi, fanno davvero la differenza nel mio shop online.

    1. App di ricerca intelligente
    Consiglio: Searchanise o Algolia
    Perché la uso:
    La ricerca nativa spesso è lenta o imprecisa. Una ricerca intelligente con suggerimenti automatici, correzione errori e filtraggio veloce riduce drasticamente il tempo che serve per trovare un prodotto — e aumenta le conversioni.

    2. Plugin di recensioni e UGC
    Consiglio: Loox (Shopify), Judge.me, Yotpo
    Perché la uso:
    Le recensioni non solo aumentano la fiducia, ma anche la SEO.
    Con questi tool riesco a:
    -Automatizzare la raccolta di recensioni
    -Inserire foto/video dei clienti
    -Visualizzare stelle in Google Shopping

    3. Live chat e assistenza automatizzata
    Consiglio: Tidio, Gorgias, Zendesk
    Perché la uso:
    Integro live chat + chatbot con intelligenza artificiale.
    In questo modo rispondo subito alle domande frequenti, senza perdere ore in customer care manuale. E migliora l’esperienza del cliente, che si sente seguito.

    4. Strumenti di email marketing automatizzato
    Consiglio: Klaviyo, Mailchimp, Omnisend

    Perché la uso:
    Creo flussi automatici per:
    -carrello abbandonato
    -post-vendita
    -recupero clienti inattivi
    Tutto con segmentazione dinamica. Le email sono personalizzate e automatizzate — il massimo impatto, con il minimo sforzo.

    5. App per l’ottimizzazione della velocità
    Consiglio: TinyIMG, PageSpeed Optimizer, NitroPack
    Perché la uso:
    Le performance contano. Compressione immagini, lazy loading, minificazione codice: tutto questo riduce i tempi di caricamento e migliora la SEO mobile.

    6. Plugin per upselling e cross-selling
    Consiglio: ReConvert, Bold Upsell, Frequently Bought Together
    Perché la uso:
    Mostro offerte rilevanti al momento giusto: nel carrello, in checkout, o nella thank you page.
    Risultato? +15% valore medio ordine in pochi mesi.

    7. Heatmap e tracciamento comportamento utenti
    Consiglio: Hotjar, Microsoft Clarity
    Perché la uso:
    Guardo dove cliccano gli utenti, dove si bloccano, cosa ignorano.
    Con questi dati ho migliorato il design delle pagine prodotto e il percorso d’acquisto.

    Il mio e-commerce non è cambiato con un solo grande intervento, ma con una serie di piccoli miglioramenti continui.
    Ogni plugin scelto è un tassello in più nella direzione giusta: più usabilità, più efficienza, più conversioni.
    Il segreto è selezionare gli strumenti in base agli obiettivi, non alla moda del momento.

    #UXEcommerce #AppEcommerce #PluginIndispensabili #ShopOnline #DigitalExperience #CustomerJourney #OttimizzazioneUX #VendereOnline #EcommerceTools #PerformanceDigitale
    I plugin e le app che ho scelto per migliorare il mio e-commerce (e cosa è cambiato) Gestire un e-commerce oggi non significa solo vendere: significa creare un’esperienza d’acquisto che faccia tornare le persone. Quando ho iniziato a studiare la UX (User Experience) in modo più approfondito, mi sono reso conto che molto poteva essere migliorato con i giusti plugin e app, senza stravolgere il sito. Ti condivido quelli che ho testato personalmente e che, oggi, fanno davvero la differenza nel mio shop online. 1. App di ricerca intelligente ➡️ Consiglio: Searchanise o Algolia 📌 Perché la uso: La ricerca nativa spesso è lenta o imprecisa. Una ricerca intelligente con suggerimenti automatici, correzione errori e filtraggio veloce riduce drasticamente il tempo che serve per trovare un prodotto — e aumenta le conversioni. 2. Plugin di recensioni e UGC ➡️ Consiglio: Loox (Shopify), Judge.me, Yotpo 📌 Perché la uso: Le recensioni non solo aumentano la fiducia, ma anche la SEO. Con questi tool riesco a: -Automatizzare la raccolta di recensioni -Inserire foto/video dei clienti -Visualizzare stelle in Google Shopping 3. Live chat e assistenza automatizzata ➡️ Consiglio: Tidio, Gorgias, Zendesk 📌 Perché la uso: Integro live chat + chatbot con intelligenza artificiale. In questo modo rispondo subito alle domande frequenti, senza perdere ore in customer care manuale. E migliora l’esperienza del cliente, che si sente seguito. 4. Strumenti di email marketing automatizzato ➡️ Consiglio: Klaviyo, Mailchimp, Omnisend 📌 Perché la uso: Creo flussi automatici per: -carrello abbandonato -post-vendita -recupero clienti inattivi Tutto con segmentazione dinamica. Le email sono personalizzate e automatizzate — il massimo impatto, con il minimo sforzo. 5. App per l’ottimizzazione della velocità ➡️ Consiglio: TinyIMG, PageSpeed Optimizer, NitroPack 📌 Perché la uso: Le performance contano. Compressione immagini, lazy loading, minificazione codice: tutto questo riduce i tempi di caricamento e migliora la SEO mobile. 6. Plugin per upselling e cross-selling ➡️ Consiglio: ReConvert, Bold Upsell, Frequently Bought Together 📌 Perché la uso: Mostro offerte rilevanti al momento giusto: nel carrello, in checkout, o nella thank you page. Risultato? +15% valore medio ordine in pochi mesi. 7. Heatmap e tracciamento comportamento utenti ➡️ Consiglio: Hotjar, Microsoft Clarity 📌 Perché la uso: Guardo dove cliccano gli utenti, dove si bloccano, cosa ignorano. Con questi dati ho migliorato il design delle pagine prodotto e il percorso d’acquisto. Il mio e-commerce non è cambiato con un solo grande intervento, ma con una serie di piccoli miglioramenti continui. Ogni plugin scelto è un tassello in più nella direzione giusta: più usabilità, più efficienza, più conversioni. Il segreto è selezionare gli strumenti in base agli obiettivi, non alla moda del momento. #UXEcommerce #AppEcommerce #PluginIndispensabili #ShopOnline #DigitalExperience #CustomerJourney #OttimizzazioneUX #VendereOnline #EcommerceTools #PerformanceDigitale
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  • L’e-commerce non è (solo) vendere online: è costruire un’esperienza
    Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dell’e-commerce, pensavo che tutto ruotasse intorno a una cosa: vendere. Portare traffico, far cliccare “aggiungi al carrello”, chiudere la transazione. Punto.

    Ma col tempo ho capito una cosa che ha cambiato tutto: l’e-commerce non è solo vendere online. È costruire un’esperienza.

    Questa consapevolezza mi è arrivata a suon di errori, feedback (non sempre positivi) e clienti persi lungo il percorso. Perché puoi anche avere il prodotto migliore del mondo, il prezzo più competitivo, la spedizione più veloce… ma se l’esperienza che offri è confusa, impersonale o frustrante, il cliente non torna.

    L’esperienza inizia prima dell’acquisto
    Spesso ci concentriamo solo sul momento della vendita, ma il viaggio del cliente comincia molto prima: da come ci trova su Google, da come appare un nostro post sui social, da quanto è chiara la homepage del sito. Ho imparato a chiedermi: chi arriva qui, capisce cosa offro? Si sente accolto? Ha voglia di restare?

    Ogni dettaglio conta (e comunica)
    Dalle foto prodotto alla mail di conferma, tutto comunica qualcosa. Se uso immagini di bassa qualità o testi generici, sto dicendo al cliente che non ho curato i dettagli. Oggi, invece, ogni parola sul sito è pensata, ogni interazione è un’occasione per far sentire il cliente nel posto giusto.

    Il post-vendita è parte della vendita
    Un altro errore che ho fatto è considerare il post-vendita come un “di più”. In realtà, è lì che si gioca la vera partita: se un reso è complicato, se una richiesta di assistenza resta senza risposta, se la consegna è confusa… il cliente si ricorda solo quello. Ho iniziato a trattare il post-vendita con la stessa attenzione del primo click.

    L’esperienza è anche emozione
    Sembra banale, ma non lo è: le persone non comprano solo oggetti, comprano sensazioni. Un packaging curato, un messaggio personalizzato, una sorpresa nel pacco… possono trasformare un semplice acquisto in un momento memorabile. E un cliente soddisfatto… parla, consiglia, torna.

    Oggi, quando penso al mio e-commerce, non lo vedo più solo come un sito che vende prodotti. Lo vedo come un ambiente, un percorso, una relazione. Vendere è importante, ovvio. Ma farlo con un’esperienza che il cliente ricorda (in positivo) è quello che fa la vera differenza.

    #ecommerceexperience #vendereonline #customerjourney #esperienzadacquisto #digitalretail #postvendita #brandingdigitale #servizioclienti #userexperience #impresabiz

    L’e-commerce non è (solo) vendere online: è costruire un’esperienza Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dell’e-commerce, pensavo che tutto ruotasse intorno a una cosa: vendere. Portare traffico, far cliccare “aggiungi al carrello”, chiudere la transazione. Punto. Ma col tempo ho capito una cosa che ha cambiato tutto: l’e-commerce non è solo vendere online. È costruire un’esperienza. Questa consapevolezza mi è arrivata a suon di errori, feedback (non sempre positivi) e clienti persi lungo il percorso. Perché puoi anche avere il prodotto migliore del mondo, il prezzo più competitivo, la spedizione più veloce… ma se l’esperienza che offri è confusa, impersonale o frustrante, il cliente non torna. L’esperienza inizia prima dell’acquisto Spesso ci concentriamo solo sul momento della vendita, ma il viaggio del cliente comincia molto prima: da come ci trova su Google, da come appare un nostro post sui social, da quanto è chiara la homepage del sito. Ho imparato a chiedermi: chi arriva qui, capisce cosa offro? Si sente accolto? Ha voglia di restare? Ogni dettaglio conta (e comunica) Dalle foto prodotto alla mail di conferma, tutto comunica qualcosa. Se uso immagini di bassa qualità o testi generici, sto dicendo al cliente che non ho curato i dettagli. Oggi, invece, ogni parola sul sito è pensata, ogni interazione è un’occasione per far sentire il cliente nel posto giusto. Il post-vendita è parte della vendita Un altro errore che ho fatto è considerare il post-vendita come un “di più”. In realtà, è lì che si gioca la vera partita: se un reso è complicato, se una richiesta di assistenza resta senza risposta, se la consegna è confusa… il cliente si ricorda solo quello. Ho iniziato a trattare il post-vendita con la stessa attenzione del primo click. L’esperienza è anche emozione Sembra banale, ma non lo è: le persone non comprano solo oggetti, comprano sensazioni. Un packaging curato, un messaggio personalizzato, una sorpresa nel pacco… possono trasformare un semplice acquisto in un momento memorabile. E un cliente soddisfatto… parla, consiglia, torna. Oggi, quando penso al mio e-commerce, non lo vedo più solo come un sito che vende prodotti. Lo vedo come un ambiente, un percorso, una relazione. Vendere è importante, ovvio. Ma farlo con un’esperienza che il cliente ricorda (in positivo) è quello che fa la vera differenza. #ecommerceexperience #vendereonline #customerjourney #esperienzadacquisto #digitalretail #postvendita #brandingdigitale #servizioclienti #userexperience #impresabiz
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  • Quando ho sbagliato target: come ho raddrizzato la rotta
    All’inizio della mia avventura con l’e-commerce ero convinto di sapere a chi mi rivolgevo. Avevo in mente un cliente ideale, lo vedevo chiaramente: giovane, urbano, appassionato di tecnologia. Avevo anche costruito tutto attorno a lui—la comunicazione, i prodotti, il tono di voce. Peccato che… non fosse il mio vero pubblico.

    Mi ci è voluto un po’ per accettarlo, ma ho scoperto che stavo sbagliando completamente target. E quel tipo di errore, quando lo fai online, si paga subito: in termini di click che non si trasformano in vendite, di campagne pubblicitarie che non performano, di carrelli abbandonati.

    I segnali che stavo puntando al pubblico sbagliato
    Il primo segnale? Le vendite basse nonostante il traffico. La gente arrivava sul sito, guardava, magari si iscriveva alla newsletter… e poi spariva. Ho pensato che fosse un problema di prezzo o di UX. In parte lo era, ma scavando meglio ho capito che la comunicazione non parlava davvero al tipo di cliente che comprava.

    Poi ho fatto qualcosa che avrei dovuto fare sin dall’inizio: ho analizzato chi stava veramente acquistando. Ho guardato età, zona geografica, comportamenti d’acquisto. E sorpresa: il mio pubblico non era il 25enne nerd, ma il 40enne pratico, che cercava soluzioni semplici, affidabili e con un buon servizio post-vendita.

    Come ho raddrizzato la rotta
    -Ho riscritto la comunicazione. Niente più slang giovanile, niente battute troppo tecniche. Ho puntato su un linguaggio più chiaro, rassicurante, concreto.
    -Ho rivisto il catalogo. Ho spinto i prodotti più richiesti da quel pubblico e messo in secondo piano quelli pensati per “l’altro target”.
    -Ho modificato le campagne adv. Targeting rivisto, nuovi interessi, nuove creatività. E i risultati si sono visti: più clic, più conversioni, più clienti soddisfatti.
    -Ho ascoltato di più. Ogni recensione, ogni email del servizio clienti è diventata un’occasione per capire meglio a chi mi stavo rivolgendo. E da lì ho continuato a migliorare.

    Cosa ho imparato
    Conoscere il proprio pubblico non è un esercizio teorico, è la base di tutto. Parlare alle persone giuste, con il messaggio giusto, cambia radicalmente i risultati. Se oggi il mio e-commerce funziona, è perché ho smesso di inseguire il cliente che volevo e ho iniziato a servire al meglio quello che avevo.

    #targetmarketing #ecommerce #venditeonline #erroridanonfare #customerjourney #strategiadigitale #marketingdigitale #esperienzautente #impresadigitale #impresaitaliana

    Quando ho sbagliato target: come ho raddrizzato la rotta All’inizio della mia avventura con l’e-commerce ero convinto di sapere a chi mi rivolgevo. Avevo in mente un cliente ideale, lo vedevo chiaramente: giovane, urbano, appassionato di tecnologia. Avevo anche costruito tutto attorno a lui—la comunicazione, i prodotti, il tono di voce. Peccato che… non fosse il mio vero pubblico. Mi ci è voluto un po’ per accettarlo, ma ho scoperto che stavo sbagliando completamente target. E quel tipo di errore, quando lo fai online, si paga subito: in termini di click che non si trasformano in vendite, di campagne pubblicitarie che non performano, di carrelli abbandonati. I segnali che stavo puntando al pubblico sbagliato Il primo segnale? Le vendite basse nonostante il traffico. La gente arrivava sul sito, guardava, magari si iscriveva alla newsletter… e poi spariva. Ho pensato che fosse un problema di prezzo o di UX. In parte lo era, ma scavando meglio ho capito che la comunicazione non parlava davvero al tipo di cliente che comprava. Poi ho fatto qualcosa che avrei dovuto fare sin dall’inizio: ho analizzato chi stava veramente acquistando. Ho guardato età, zona geografica, comportamenti d’acquisto. E sorpresa: il mio pubblico non era il 25enne nerd, ma il 40enne pratico, che cercava soluzioni semplici, affidabili e con un buon servizio post-vendita. Come ho raddrizzato la rotta -Ho riscritto la comunicazione. Niente più slang giovanile, niente battute troppo tecniche. Ho puntato su un linguaggio più chiaro, rassicurante, concreto. -Ho rivisto il catalogo. Ho spinto i prodotti più richiesti da quel pubblico e messo in secondo piano quelli pensati per “l’altro target”. -Ho modificato le campagne adv. Targeting rivisto, nuovi interessi, nuove creatività. E i risultati si sono visti: più clic, più conversioni, più clienti soddisfatti. -Ho ascoltato di più. Ogni recensione, ogni email del servizio clienti è diventata un’occasione per capire meglio a chi mi stavo rivolgendo. E da lì ho continuato a migliorare. Cosa ho imparato Conoscere il proprio pubblico non è un esercizio teorico, è la base di tutto. Parlare alle persone giuste, con il messaggio giusto, cambia radicalmente i risultati. Se oggi il mio e-commerce funziona, è perché ho smesso di inseguire il cliente che volevo e ho iniziato a servire al meglio quello che avevo. #targetmarketing #ecommerce #venditeonline #erroridanonfare #customerjourney #strategiadigitale #marketingdigitale #esperienzautente #impresadigitale #impresaitaliana
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  • Email post-acquisto: cosa inviare per mantenere alta l’attenzione

    Per troppo tempo, dopo ogni vendita, nel mio e-commerce partiva solo una mail automatica: “Grazie per il tuo ordine”. Punto.
    Poi ho capito che l’attenzione del cliente è massima proprio dopo l’acquisto, e che quel momento è una straordinaria opportunità per fidelizzare, educare e (perché no) generare vendite future.

    Da quando ho rivisto la mia sequenza di email post-acquisto, ho visto migliorare il tasso di riacquisto, le recensioni e persino la reputazione del mio brand.
    Ecco cosa ho imparato a inviare — e perché funziona.

    1. Conferma d’ordine personalizzata
    La prima mail post-acquisto deve rassicurare, ma anche dare un tocco umano.
    Oltre ai dettagli dell’ordine, inserisco:
    -il nome del cliente nel testo (non solo nel campo “Ciao”)
    -un messaggio “firmato” dal brand (o da me direttamente)
    -cosa aspettarsi nei prossimi giorni (tempi, spedizione, supporto)

    2. Aggiornamento sulla spedizione (con tono amichevole)
    Sembra banale, ma è uno dei momenti più attesi.
    Questa mail non deve essere un tracciamento freddo: io uso un linguaggio coinvolgente, magari con un gif animata, e ricordo che il prodotto “sta arrivando a casa di [Nome]”.

    3. Email di benvenuto nel mondo del brand
    Se il cliente è nuovo, lo accolgo con una mail dedicata:
    -racconto la mia storia in breve
    -spiego cosa rende speciale il mio shop
    -invito a seguirmi sui social o a iscriversi a una newsletter riservata
    Questo crea connessione e senso di appartenenza, non solo una vendita.

    4. Guida all’uso o alla cura del prodotto
    Appena il pacco è consegnato, invio una mail con contenuti pratici e utili:
    -come usare il prodotto al meglio
    -consigli per la manutenzione
    link a video tutorial o blog post
    Questo riduce i resi, aumenta la soddisfazione e allunga il ciclo di vita del cliente.

    5. Richiesta recensione (ma con delicatezza)
    Dopo qualche giorno, invio una mail per chiedere una recensione, ma senza pressioni.
    Uso un tono grato e offro magari uno sconto simbolico per il feedback.
    Importante: chiedo come si è trovato, non solo una “valutazione”.

    6. Suggerimenti e cross-selling
    Infine, invio una mail con:
    -prodotti complementari
    -articoli più venduti in base all’acquisto precedente
    -oppure contenuti editoriali coerenti con i gusti del cliente
    È un modo per riattivare l’interesse, senza risultare invadente.

    Il post-acquisto è solo l’inizio del viaggio
    L’email marketing non deve finire con il “Grazie per l’ordine”.
    Al contrario, è l’occasione per rafforzare il rapporto con il cliente, nutrire la fiducia e costruire una community affezionata.

    Per me, una strategia post-acquisto ben fatta vale più di una campagna promozionale.

    #ecommerce #emailmarketing #postvendita #fidelizzazione #customerjourney #onlinestore #clientifelici #retention #impresaBiz #digitalstrategy

    Email post-acquisto: cosa inviare per mantenere alta l’attenzione Per troppo tempo, dopo ogni vendita, nel mio e-commerce partiva solo una mail automatica: “Grazie per il tuo ordine”. Punto. Poi ho capito che l’attenzione del cliente è massima proprio dopo l’acquisto, e che quel momento è una straordinaria opportunità per fidelizzare, educare e (perché no) generare vendite future. Da quando ho rivisto la mia sequenza di email post-acquisto, ho visto migliorare il tasso di riacquisto, le recensioni e persino la reputazione del mio brand. Ecco cosa ho imparato a inviare — e perché funziona. 📬 1. Conferma d’ordine personalizzata La prima mail post-acquisto deve rassicurare, ma anche dare un tocco umano. Oltre ai dettagli dell’ordine, inserisco: -il nome del cliente nel testo (non solo nel campo “Ciao”) -un messaggio “firmato” dal brand (o da me direttamente) -cosa aspettarsi nei prossimi giorni (tempi, spedizione, supporto) 🚚 2. Aggiornamento sulla spedizione (con tono amichevole) Sembra banale, ma è uno dei momenti più attesi. Questa mail non deve essere un tracciamento freddo: io uso un linguaggio coinvolgente, magari con un gif animata, e ricordo che il prodotto “sta arrivando a casa di [Nome]”. 🎉 3. Email di benvenuto nel mondo del brand Se il cliente è nuovo, lo accolgo con una mail dedicata: -racconto la mia storia in breve -spiego cosa rende speciale il mio shop -invito a seguirmi sui social o a iscriversi a una newsletter riservata Questo crea connessione e senso di appartenenza, non solo una vendita. 📦 4. Guida all’uso o alla cura del prodotto Appena il pacco è consegnato, invio una mail con contenuti pratici e utili: -come usare il prodotto al meglio -consigli per la manutenzione link a video tutorial o blog post Questo riduce i resi, aumenta la soddisfazione e allunga il ciclo di vita del cliente. 🌟 5. Richiesta recensione (ma con delicatezza) Dopo qualche giorno, invio una mail per chiedere una recensione, ma senza pressioni. Uso un tono grato e offro magari uno sconto simbolico per il feedback. Importante: chiedo come si è trovato, non solo una “valutazione”. 🔁 6. Suggerimenti e cross-selling Infine, invio una mail con: -prodotti complementari -articoli più venduti in base all’acquisto precedente -oppure contenuti editoriali coerenti con i gusti del cliente È un modo per riattivare l’interesse, senza risultare invadente. Il post-acquisto è solo l’inizio del viaggio L’email marketing non deve finire con il “Grazie per l’ordine”. Al contrario, è l’occasione per rafforzare il rapporto con il cliente, nutrire la fiducia e costruire una community affezionata. Per me, una strategia post-acquisto ben fatta vale più di una campagna promozionale. #ecommerce #emailmarketing #postvendita #fidelizzazione #customerjourney #onlinestore #clientifelici #retention #impresaBiz #digitalstrategy
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  • Unboxing experience: come far parlare i clienti del tuo brand già dall’apertura del pacco

    Quando ho iniziato a vendere online, pensavo che il lavoro finisse una volta spedito l’ordine. Poi ho scoperto che il momento in cui il cliente apre il pacco è uno dei più potenti per lasciare il segno.
    Da allora, ho trasformato la unboxing experience in una vera strategia di marketing.

    Perché? Perché le persone ricordano le emozioni, e se riesci a sorprenderle e farle sentire speciali proprio nel momento in cui ricevono ciò che hanno acquistato, hai fatto centro. E spesso... condividono tutto sui social, facendo pubblicità gratuita al tuo brand.

    Perché l’unboxing conta davvero?
    -È il primo contatto fisico con il tuo brand
    -Aumenta la percezione del valore del prodotto
    -Favorisce il passaparola (anche visivo)
    -Fidelizza, emoziona e costruisce una relazione
    Nel mio e-commerce, l’unboxing è diventato uno degli aspetti più commentati nelle recensioni e nei post dei clienti.
    E il bello è che non serve spendere una fortuna, basta cura e coerenza.

    Gli elementi che fanno la differenza
    1. Packaging curato e riconoscibile
    Uso scatole personalizzate con il logo, ma anche nei pacchi neutri inserisco un tocco visivo (es. adesivo, nastro o biglietto) che rende il tutto "instagrammabile".

    2. Biglietto con messaggio personalizzato
    Anche una frase semplice, firmata a mano o stampata con il nome del cliente, può trasformare l’apertura in un momento umano.
    È una piccola cosa che trasmette attenzione e autenticità.

    3. Freebie o extra a sorpresa
    Ogni tanto aggiungo un campioncino, un buono sconto per il prossimo acquisto o un gadget inaspettato.
    Sorprendere crea entusiasmo e incentiva il riacquisto.

    4. Istruzioni o storytelling
    Inserisco una cartolina che racconta la storia del prodotto o spiega come usarlo al meglio. Serve a prolungare l’esperienza d’acquisto, rendendola più ricca.

    5. Invito alla condivisione social
    Senza essere invadente, suggerisco al cliente di taggare il brand se condivide l’unboxing. E funziona!
    Le stories e i post generati dagli utenti sono contenuti autentici e virali.

    L’unboxing è marketing “tangibile”
    In un mondo sempre più digitale, l’esperienza fisica conta ancora — e forse di più.
    Non sottovalutare il potere di un pacco ben fatto: comunica il valore del tuo brand, emoziona il cliente e lo trasforma in promotore spontaneo.

    Per me è stato un cambio di paradigma: non un costo in più, ma un investimento che genera connessioni vere e visibilità organica.

    #unboxingexperience #ecommercebranding #customerjourney #fedeltàcliente #brandidentity #packagingdesign #userexperience #marketingemozionale #impresaBiz #vendereonline
    Unboxing experience: come far parlare i clienti del tuo brand già dall’apertura del pacco Quando ho iniziato a vendere online, pensavo che il lavoro finisse una volta spedito l’ordine. Poi ho scoperto che il momento in cui il cliente apre il pacco è uno dei più potenti per lasciare il segno. Da allora, ho trasformato la unboxing experience in una vera strategia di marketing. Perché? Perché le persone ricordano le emozioni, e se riesci a sorprenderle e farle sentire speciali proprio nel momento in cui ricevono ciò che hanno acquistato, hai fatto centro. E spesso... condividono tutto sui social, facendo pubblicità gratuita al tuo brand. 🎁 Perché l’unboxing conta davvero? -È il primo contatto fisico con il tuo brand -Aumenta la percezione del valore del prodotto -Favorisce il passaparola (anche visivo) -Fidelizza, emoziona e costruisce una relazione Nel mio e-commerce, l’unboxing è diventato uno degli aspetti più commentati nelle recensioni e nei post dei clienti. E il bello è che non serve spendere una fortuna, basta cura e coerenza. ✨ Gli elementi che fanno la differenza 1. Packaging curato e riconoscibile Uso scatole personalizzate con il logo, ma anche nei pacchi neutri inserisco un tocco visivo (es. adesivo, nastro o biglietto) che rende il tutto "instagrammabile". 2. Biglietto con messaggio personalizzato Anche una frase semplice, firmata a mano o stampata con il nome del cliente, può trasformare l’apertura in un momento umano. È una piccola cosa che trasmette attenzione e autenticità. 3. Freebie o extra a sorpresa Ogni tanto aggiungo un campioncino, un buono sconto per il prossimo acquisto o un gadget inaspettato. Sorprendere crea entusiasmo e incentiva il riacquisto. 4. Istruzioni o storytelling Inserisco una cartolina che racconta la storia del prodotto o spiega come usarlo al meglio. Serve a prolungare l’esperienza d’acquisto, rendendola più ricca. 5. Invito alla condivisione social Senza essere invadente, suggerisco al cliente di taggare il brand se condivide l’unboxing. E funziona! Le stories e i post generati dagli utenti sono contenuti autentici e virali. 📦 L’unboxing è marketing “tangibile” In un mondo sempre più digitale, l’esperienza fisica conta ancora — e forse di più. Non sottovalutare il potere di un pacco ben fatto: comunica il valore del tuo brand, emoziona il cliente e lo trasforma in promotore spontaneo. Per me è stato un cambio di paradigma: non un costo in più, ma un investimento che genera connessioni vere e visibilità organica. #unboxingexperience #ecommercebranding #customerjourney #fedeltàcliente #brandidentity #packagingdesign #userexperience #marketingemozionale #impresaBiz #vendereonline
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  • Customer journey nell’e-commerce: come guidare il cliente fino al checkout

    Quando ho iniziato a vendere online, ho capito subito che attirare traffico non bastava.
    Il vero lavoro comincia nel guidare il cliente passo dopo passo, dal primo click fino al checkout.
    Questo percorso, chiamato customer journey, è il cuore pulsante di ogni e-commerce che vuole trasformare visitatori in clienti fedeli.

    Cos’è il customer journey?
    È il viaggio che il cliente compie dalla scoperta del brand fino all’acquisto — e oltre.
    Ogni fase ha bisogno di attenzioni specifiche e di contenuti mirati per:
    -Rispondere alle domande
    -Eliminare dubbi
    -Stimolare l’interesse
    -Facilitare l’azione

    Le 5 tappe fondamentali che seguo nel mio e-commerce
    1. Awareness (Consapevolezza)
    Il cliente scopre il mio brand tramite social, pubblicità, o passaparola. Qui punto su contenuti emozionali e storytelling per creare curiosità e riconoscibilità.

    2. Consideration (Considerazione)
    Chi è interessato inizia a esplorare prodotti, leggere descrizioni, confrontare. Offro contenuti dettagliati, recensioni e FAQ per supportare la scelta.

    3. Decision (Decisione)
    Il cliente è quasi pronto ad acquistare, ma serve una spinta finale: offerte speciali, testimonianze, garanzie di reso e un processo d’acquisto semplice.

    4. Action (Azione)
    Il momento del checkout deve essere rapido, sicuro e senza intoppi. Ho ottimizzato il carrello con opzioni di pagamento multiple e pochi passaggi.

    5. Retention (Fidelizzazione)
    L’acquisto non finisce qui. Invio email di ringraziamento, suggerimenti personalizzati e invito a condividere feedback per creare relazione e nuovi acquisti.

    Come accompagno il cliente in ogni fase
    -Personalizzazione: uso dati e comportamenti per mostrare contenuti e offerte su misura.
    -UX fluida e mobile-friendly: il sito deve essere facile da navigare ovunque.
    -Chat e assistenza live: rispondo subito a dubbi o problemi.
    -Call to action chiare e motivate: ogni pagina guida a un passo successivo.

    I risultati? Crescita e fiducia
    Seguire il customer journey con cura mi ha permesso di aumentare il tasso di conversione e ridurre gli abbandoni del carrello.
    Ma soprattutto, ho costruito una community che torna a comprare e si sente valorizzata.

    Nel mondo dell’e-commerce, non basta avere un prodotto valido.
    La vera differenza la fa l’esperienza che offri lungo tutto il viaggio del cliente.
    Impara a conoscerlo, guidalo con attenzione e rendi il checkout solo il punto di arrivo di un percorso ben costruito.

    #customerjourney #ecommerceitalia #conversionrate #userexperience #digitalmarketing #venditeonline #brandloyalty #influencermarketing #personalizzazione #marketingstrategico
    Customer journey nell’e-commerce: come guidare il cliente fino al checkout Quando ho iniziato a vendere online, ho capito subito che attirare traffico non bastava. Il vero lavoro comincia nel guidare il cliente passo dopo passo, dal primo click fino al checkout. Questo percorso, chiamato customer journey, è il cuore pulsante di ogni e-commerce che vuole trasformare visitatori in clienti fedeli. Cos’è il customer journey? È il viaggio che il cliente compie dalla scoperta del brand fino all’acquisto — e oltre. Ogni fase ha bisogno di attenzioni specifiche e di contenuti mirati per: -Rispondere alle domande -Eliminare dubbi -Stimolare l’interesse -Facilitare l’azione Le 5 tappe fondamentali che seguo nel mio e-commerce 1. Awareness (Consapevolezza) Il cliente scopre il mio brand tramite social, pubblicità, o passaparola. Qui punto su contenuti emozionali e storytelling per creare curiosità e riconoscibilità. 2. Consideration (Considerazione) Chi è interessato inizia a esplorare prodotti, leggere descrizioni, confrontare. Offro contenuti dettagliati, recensioni e FAQ per supportare la scelta. 3. Decision (Decisione) Il cliente è quasi pronto ad acquistare, ma serve una spinta finale: offerte speciali, testimonianze, garanzie di reso e un processo d’acquisto semplice. 4. Action (Azione) Il momento del checkout deve essere rapido, sicuro e senza intoppi. Ho ottimizzato il carrello con opzioni di pagamento multiple e pochi passaggi. 5. Retention (Fidelizzazione) L’acquisto non finisce qui. Invio email di ringraziamento, suggerimenti personalizzati e invito a condividere feedback per creare relazione e nuovi acquisti. Come accompagno il cliente in ogni fase -Personalizzazione: uso dati e comportamenti per mostrare contenuti e offerte su misura. -UX fluida e mobile-friendly: il sito deve essere facile da navigare ovunque. -Chat e assistenza live: rispondo subito a dubbi o problemi. -Call to action chiare e motivate: ogni pagina guida a un passo successivo. I risultati? Crescita e fiducia Seguire il customer journey con cura mi ha permesso di aumentare il tasso di conversione e ridurre gli abbandoni del carrello. Ma soprattutto, ho costruito una community che torna a comprare e si sente valorizzata. Nel mondo dell’e-commerce, non basta avere un prodotto valido. La vera differenza la fa l’esperienza che offri lungo tutto il viaggio del cliente. Impara a conoscerlo, guidalo con attenzione e rendi il checkout solo il punto di arrivo di un percorso ben costruito. #customerjourney #ecommerceitalia #conversionrate #userexperience #digitalmarketing #venditeonline #brandloyalty #influencermarketing #personalizzazione #marketingstrategico
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