• Codice della crisi d’impresa: cosa devono sapere le PMI

    Quando ho sentito parlare per la prima volta del Codice della crisi d’impresa, la mia reazione è stata: “Un’altra normativa? E io quando lavoro?”.
    Poi ho capito che non si tratta solo di burocrazia, ma di strumenti utili per evitare problemi seri prima che sia troppo tardi.

    Se hai una PMI o una piccola attività, come me, e vuoi evitare rischi legali e gestionali, è importante capire di cosa si tratta e cosa devi fare.

    Cos’è il Codice della crisi d’impresa
    È una normativa entrata in vigore pienamente nel 2022, pensata per intercettare in anticipo i segnali di crisi economica o finanziaria nelle imprese.
    In pratica, non serve essere in fallimento per doversi preoccupare: oggi è obbligatorio monitorare regolarmente la salute dell’azienda e agire subito se emergono segnali di squilibrio.

    Cosa prevede il Codice per le PMI
    Ecco i punti principali che ho dovuto affrontare come imprenditore:

    1. Obbligo di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili
    Significa che ogni impresa, anche piccola, deve:
    -Tenere una contabilità ordinata e aggiornata
    -Avere strumenti per monitorare costi, ricavi, debiti e crediti
    -Essere in grado di prevedere la sostenibilità finanziaria a 12 mesi
    Io ho risolto usando un gestionale semplice e affidandomi a un commercialista che mi fa anche da “consulente di allerta”.

    2. Rilevare segnali di crisi per tempo
    Devi controllare periodicamente:
    -Se l’attivo supera i debiti
    -Se l’azienda è in grado di pagare i fornitori nei tempi
    -Se ci sono perdite rilevanti di capitale
    Il Codice introduce anche strumenti di allerta automatica (tipo la segnalazione da parte dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate in caso di anomalie).

    3. Comportamenti responsabili per evitare responsabilità personali
    E qui viene il punto cruciale: se ignori i segnali di crisi e non agisci, potresti essere considerato responsabile personalmente per eventuali danni, soprattutto se sei amministratore di una SRL.

    🛠 Come mi sono organizzato (e cosa ti consiglio)
    -Ho fissato un check mensile con il mio commercialista per verificare conti, flussi e scadenze
    -Ho impostato un cruscotto base in Google Sheet per monitorare liquidità, debiti e ordini
    -Mi sono informato su strumenti di composizione negoziata della crisi, nel caso servano
    -Ho inserito nel mio business plan anche scenari di rischio e piani di azione

    Cosa evitare
    -Pensare “tanto sono piccolo, non mi riguarda”
    -Tenere contabilità approssimativa o in ritardo
    -Accumulare debiti senza un piano di sostenibilità
    -Ignorare i segnali di crisi per paura o orgoglio

    Il Codice della crisi d’impresa non è un nemico da temere, ma uno strumento per fare impresa in modo più consapevole e sano.
    Per me è stato anche uno stimolo a migliorare la gestione finanziaria e a dare più solidità al mio progetto imprenditoriale.

    Meglio prevenire che curare — soprattutto quando si parla di impresa.

    #crisiimpresa #pmiitaliane #codicedellacrisi #gestioneaziendale #impreseconsapevoli #marketingperPMI #consulenzapmi #prevenzioneaziendale #finanzaimpresa #digitalizzazionePMI #businessresponsabile
    Codice della crisi d’impresa: cosa devono sapere le PMI Quando ho sentito parlare per la prima volta del Codice della crisi d’impresa, la mia reazione è stata: “Un’altra normativa? E io quando lavoro?”. Poi ho capito che non si tratta solo di burocrazia, ma di strumenti utili per evitare problemi seri prima che sia troppo tardi. Se hai una PMI o una piccola attività, come me, e vuoi evitare rischi legali e gestionali, è importante capire di cosa si tratta e cosa devi fare. 🔍 Cos’è il Codice della crisi d’impresa È una normativa entrata in vigore pienamente nel 2022, pensata per intercettare in anticipo i segnali di crisi economica o finanziaria nelle imprese. In pratica, non serve essere in fallimento per doversi preoccupare: oggi è obbligatorio monitorare regolarmente la salute dell’azienda e agire subito se emergono segnali di squilibrio. ✅ Cosa prevede il Codice per le PMI Ecco i punti principali che ho dovuto affrontare come imprenditore: 1. Obbligo di adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili Significa che ogni impresa, anche piccola, deve: -Tenere una contabilità ordinata e aggiornata -Avere strumenti per monitorare costi, ricavi, debiti e crediti -Essere in grado di prevedere la sostenibilità finanziaria a 12 mesi Io ho risolto usando un gestionale semplice e affidandomi a un commercialista che mi fa anche da “consulente di allerta”. 2. Rilevare segnali di crisi per tempo Devi controllare periodicamente: -Se l’attivo supera i debiti -Se l’azienda è in grado di pagare i fornitori nei tempi -Se ci sono perdite rilevanti di capitale Il Codice introduce anche strumenti di allerta automatica (tipo la segnalazione da parte dell’INPS o dell’Agenzia delle Entrate in caso di anomalie). 3. Comportamenti responsabili per evitare responsabilità personali E qui viene il punto cruciale: se ignori i segnali di crisi e non agisci, potresti essere considerato responsabile personalmente per eventuali danni, soprattutto se sei amministratore di una SRL. 🛠 Come mi sono organizzato (e cosa ti consiglio) -Ho fissato un check mensile con il mio commercialista per verificare conti, flussi e scadenze -Ho impostato un cruscotto base in Google Sheet per monitorare liquidità, debiti e ordini -Mi sono informato su strumenti di composizione negoziata della crisi, nel caso servano -Ho inserito nel mio business plan anche scenari di rischio e piani di azione ❌ Cosa evitare -Pensare “tanto sono piccolo, non mi riguarda” -Tenere contabilità approssimativa o in ritardo -Accumulare debiti senza un piano di sostenibilità -Ignorare i segnali di crisi per paura o orgoglio ✍️Il Codice della crisi d’impresa non è un nemico da temere, ma uno strumento per fare impresa in modo più consapevole e sano. Per me è stato anche uno stimolo a migliorare la gestione finanziaria e a dare più solidità al mio progetto imprenditoriale. Meglio prevenire che curare — soprattutto quando si parla di impresa. #crisiimpresa #pmiitaliane #codicedellacrisi #gestioneaziendale #impreseconsapevoli #marketingperPMI #consulenzapmi #prevenzioneaziendale #finanzaimpresa #digitalizzazionePMI #businessresponsabile
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  • Il lato nascosto dell’imprenditoria: cosa nessuno ti racconta

    Quando pensiamo all’imprenditoria, spesso immaginiamo successo, libertà e soddisfazioni immediate.
    Ma la verità è un’altra, e io voglio raccontartela senza filtri.

    Quello che nessuno ti dice davvero è:
    -L’imprenditoria è solitudine. Ci sono giorni in cui ti senti sola, senza nessuno con cui sfogarti o confrontarti veramente.
    -Gli errori fanno male. E non sono “piccole lezioni”: a volte ti sballano i piani, ti fanno dubitare di te stessa.
    -Il tempo non basta mai. Lavori 24/7, ma spesso sembra di non avanzare.

    Il fallimento è un compagno fedele. Non se ne parla molto, ma è parte integrante del viaggio.

    Però c’è una cosa importante:
    Nonostante tutto, l’imprenditoria ti cambia, ti forma, ti rende più forte.
    E quando arriva il successo, ha un sapore che nessuno può toglierti.

    Se vuoi fare impresa, preparati a tutto questo.
    Non perché ti scoraggi, ma perché solo conoscendo il “lato nascosto” puoi davvero affrontarlo e vincere.

    #LatoNascosto #ImprenditoriaReale #DonneCheFannoImpresa #CoraggioeVulnerabilità #BusinessOnesto #SuccessoConSforzo
    Il lato nascosto dell’imprenditoria: cosa nessuno ti racconta 💼🔥 Quando pensiamo all’imprenditoria, spesso immaginiamo successo, libertà e soddisfazioni immediate. Ma la verità è un’altra, e io voglio raccontartela senza filtri. Quello che nessuno ti dice davvero è: -L’imprenditoria è solitudine. Ci sono giorni in cui ti senti sola, senza nessuno con cui sfogarti o confrontarti veramente. -Gli errori fanno male. E non sono “piccole lezioni”: a volte ti sballano i piani, ti fanno dubitare di te stessa. -Il tempo non basta mai. Lavori 24/7, ma spesso sembra di non avanzare. Il fallimento è un compagno fedele. Non se ne parla molto, ma è parte integrante del viaggio. Però c’è una cosa importante: Nonostante tutto, l’imprenditoria ti cambia, ti forma, ti rende più forte. E quando arriva il successo, ha un sapore che nessuno può toglierti. 🌟Se vuoi fare impresa, preparati a tutto questo. Non perché ti scoraggi, ma perché solo conoscendo il “lato nascosto” puoi davvero affrontarlo e vincere. #LatoNascosto #ImprenditoriaReale #DonneCheFannoImpresa #CoraggioeVulnerabilità #BusinessOnesto #SuccessoConSforzo
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  • Finanziare l’Internazionalizzazione: Dalla Teoria alla Pratica

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene che finanziare l’internazionalizzazione è una delle sfide più complesse e decisive per le imprese italiane che vogliono crescere oltre confine. Spesso si parla di teorie, incentivi e strumenti finanziari, ma trasformare queste opportunità in azioni concrete richiede conoscenza, strategia e supporto specialistico.

    Le basi teoriche: strumenti e fonti di finanziamento
    Prima di tutto, è importante conoscere il ventaglio di strumenti a disposizione: finanziamenti agevolati, garanzie pubbliche, fondi europei, credito bancario tradizionale, venture capital e private equity. Ognuno di questi ha caratteristiche diverse e si adatta a fasi differenti del percorso di internazionalizzazione.

    Dobbiamo anche considerare i requisiti di accesso, le tempistiche, i costi e le modalità di rendicontazione, aspetti che spesso determinano il successo o il fallimento di un progetto.

    Passare dalla teoria alla pratica: pianificazione e gestione finanziaria
    Noi di Impresa.biz crediamo che la chiave sia integrare la pianificazione finanziaria nel progetto complessivo di espansione. Questo significa definire un budget realistico, individuare le fonti più adatte alle nostre esigenze, pianificare i flussi di cassa e monitorare costantemente gli investimenti.

    La gestione oculata della liquidità e il dialogo continuo con istituti finanziari e consulenti sono fondamentali per evitare sorprese e garantire la sostenibilità dell’intervento.

    Il supporto delle istituzioni e delle piattaforme specializzate
    Sappiamo quanto sia utile affidarsi a enti pubblici, camere di commercio, agenzie di sviluppo e piattaforme digitali dedicate, che offrono assistenza, formazione e strumenti per orientarsi nel complesso panorama dei finanziamenti all’internazionalizzazione.

    Inoltre, le recenti iniziative europee, come il programma InvestEU, offrono nuove opportunità di accesso al capitale per PMI e mid-cap, rendendo più fluido e meno rischioso il processo di espansione.

    Consigli pratici per le imprese
    Per noi di Impresa.biz, alcune best practice risultano essenziali:
    -Preparare un business plan solido e dettagliato, che illustri chiaramente obiettivi e ritorni attesi;
    -Valutare la possibilità di combinare più fonti di finanziamento per diversificare il rischio;
    -Utilizzare strumenti di monitoraggio finanziario e reportistica;
    -Investire in formazione e aggiornamento su normative e strumenti finanziari.

    Finanziare con successo l’espansione internazionale
    Finanziare l’internazionalizzazione non è solo un tema di numeri, ma una sfida strategica che richiede metodo, competenze e networking. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese per trasformare la teoria in pratica, offrendo informazioni aggiornate, strumenti utili e consigli concreti per sostenere ogni passo verso il successo globale.

    #ImpresaBiz #Finanziamento #Internazionalizzazione #PMI #Credito #FondiEuropei #InvestEU #BusinessPlan #GestioneFinanziaria #EspansioneGlobale #SupportoImprese #CrescitaInternazionale
    Finanziare l’Internazionalizzazione: Dalla Teoria alla Pratica Noi di Impresa.biz sappiamo bene che finanziare l’internazionalizzazione è una delle sfide più complesse e decisive per le imprese italiane che vogliono crescere oltre confine. Spesso si parla di teorie, incentivi e strumenti finanziari, ma trasformare queste opportunità in azioni concrete richiede conoscenza, strategia e supporto specialistico. Le basi teoriche: strumenti e fonti di finanziamento Prima di tutto, è importante conoscere il ventaglio di strumenti a disposizione: finanziamenti agevolati, garanzie pubbliche, fondi europei, credito bancario tradizionale, venture capital e private equity. Ognuno di questi ha caratteristiche diverse e si adatta a fasi differenti del percorso di internazionalizzazione. Dobbiamo anche considerare i requisiti di accesso, le tempistiche, i costi e le modalità di rendicontazione, aspetti che spesso determinano il successo o il fallimento di un progetto. Passare dalla teoria alla pratica: pianificazione e gestione finanziaria Noi di Impresa.biz crediamo che la chiave sia integrare la pianificazione finanziaria nel progetto complessivo di espansione. Questo significa definire un budget realistico, individuare le fonti più adatte alle nostre esigenze, pianificare i flussi di cassa e monitorare costantemente gli investimenti. La gestione oculata della liquidità e il dialogo continuo con istituti finanziari e consulenti sono fondamentali per evitare sorprese e garantire la sostenibilità dell’intervento. Il supporto delle istituzioni e delle piattaforme specializzate Sappiamo quanto sia utile affidarsi a enti pubblici, camere di commercio, agenzie di sviluppo e piattaforme digitali dedicate, che offrono assistenza, formazione e strumenti per orientarsi nel complesso panorama dei finanziamenti all’internazionalizzazione. Inoltre, le recenti iniziative europee, come il programma InvestEU, offrono nuove opportunità di accesso al capitale per PMI e mid-cap, rendendo più fluido e meno rischioso il processo di espansione. Consigli pratici per le imprese Per noi di Impresa.biz, alcune best practice risultano essenziali: -Preparare un business plan solido e dettagliato, che illustri chiaramente obiettivi e ritorni attesi; -Valutare la possibilità di combinare più fonti di finanziamento per diversificare il rischio; -Utilizzare strumenti di monitoraggio finanziario e reportistica; -Investire in formazione e aggiornamento su normative e strumenti finanziari. Finanziare con successo l’espansione internazionale Finanziare l’internazionalizzazione non è solo un tema di numeri, ma una sfida strategica che richiede metodo, competenze e networking. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese per trasformare la teoria in pratica, offrendo informazioni aggiornate, strumenti utili e consigli concreti per sostenere ogni passo verso il successo globale. #ImpresaBiz #Finanziamento #Internazionalizzazione #PMI #Credito #FondiEuropei #InvestEU #BusinessPlan #GestioneFinanziaria #EspansioneGlobale #SupportoImprese #CrescitaInternazionale
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  • Quello che ho capito fallendo (e non me ne vergogno)

    Oggi voglio condividere con voi una delle lezioni più importanti della mia esperienza: il valore del fallimento.

    Spesso sui social si vedono solo i successi, i traguardi, i momenti “perfetti”. Ma la verità è che dietro a ogni risultato c’è una serie di tentativi, errori e, sì, anche fallimenti. E io ho imparato a non vergognarmene, anzi: a considerarli tappe fondamentali del mio percorso.

    Cosa ho capito fallendo
    1. Il fallimento è un maestro, non un giudice
    Ogni errore mi ha insegnato qualcosa di nuovo: cosa non fare, come migliorare, quali strade evitare. Se lo vedi come un giudizio su di te, ti blocca. Ma se lo accogli come una lezione, diventa un’opportunità di crescita.

    2. Il successo non è lineare
    Non esiste un percorso “dritto” verso il successo. Ci sono curve, ostacoli, deviazioni. Accettare questa realtà mi ha tolto molta pressione e ansia.

    3. Il fallimento ci rende più resilienti
    Ogni volta che sono caduta, ho scoperto dentro di me una forza che non pensavo di avere. E quella forza mi ha permesso di rialzarmi e continuare a inseguire i miei obiettivi.

    4. Condividere i propri fallimenti crea connessione
    Quando ho iniziato a raccontare i miei momenti difficili, ho ricevuto feedback di persone che si sentivano meno sole. La vulnerabilità genera empatia e autenticità.

    5. Il fallimento non definisce chi sei
    Sbagliare non significa essere “inadeguati” o “non capaci”. Siamo esseri umani, e sbagliare è parte del nostro cammino.

    Accettare il fallimento mi ha permesso di lavorare meglio, con più consapevolezza e meno paura. Perché in fondo, non è mai un vero fallimento se impari qualcosa.

    E voi? Avete un’esperienza di fallimento che vi ha insegnato qualcosa? Raccontatemelo nei commenti, mi piacerebbe molto leggerla.

    #fallimento #lezionidivita #crescitaspersonale #autenticità #resilienza #impresabiz #vulnerabilità
    Quello che ho capito fallendo (e non me ne vergogno) Oggi voglio condividere con voi una delle lezioni più importanti della mia esperienza: il valore del fallimento. Spesso sui social si vedono solo i successi, i traguardi, i momenti “perfetti”. Ma la verità è che dietro a ogni risultato c’è una serie di tentativi, errori e, sì, anche fallimenti. E io ho imparato a non vergognarmene, anzi: a considerarli tappe fondamentali del mio percorso. Cosa ho capito fallendo 1. Il fallimento è un maestro, non un giudice Ogni errore mi ha insegnato qualcosa di nuovo: cosa non fare, come migliorare, quali strade evitare. Se lo vedi come un giudizio su di te, ti blocca. Ma se lo accogli come una lezione, diventa un’opportunità di crescita. 2. Il successo non è lineare Non esiste un percorso “dritto” verso il successo. Ci sono curve, ostacoli, deviazioni. Accettare questa realtà mi ha tolto molta pressione e ansia. 3. Il fallimento ci rende più resilienti Ogni volta che sono caduta, ho scoperto dentro di me una forza che non pensavo di avere. E quella forza mi ha permesso di rialzarmi e continuare a inseguire i miei obiettivi. 4. Condividere i propri fallimenti crea connessione Quando ho iniziato a raccontare i miei momenti difficili, ho ricevuto feedback di persone che si sentivano meno sole. La vulnerabilità genera empatia e autenticità. 5. Il fallimento non definisce chi sei Sbagliare non significa essere “inadeguati” o “non capaci”. Siamo esseri umani, e sbagliare è parte del nostro cammino. Accettare il fallimento mi ha permesso di lavorare meglio, con più consapevolezza e meno paura. Perché in fondo, non è mai un vero fallimento se impari qualcosa. E voi? Avete un’esperienza di fallimento che vi ha insegnato qualcosa? Raccontatemelo nei commenti, mi piacerebbe molto leggerla. #fallimento #lezionidivita #crescitaspersonale #autenticità #resilienza #impresabiz #vulnerabilità
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  • Come trasformare una giornata no in un’opportunità

    Ciao a tutti oggi voglio condividere con voi qualcosa di molto personale: come riesco a trasformare una giornata no in un’opportunità. Sì, perché anche per noi influencer — o per chiunque viva con una forte esposizione — ci sono momenti difficili, giornate in cui tutto sembra andare storto.

    Ma la chiave non è ignorare o combattere quei momenti, ma imparare a usarli come carburante per crescere e migliorare.

    Riconoscere la giornata no senza giudizio
    La prima cosa che faccio è accettare quello che sto provando, senza giudicarmi. Una giornata no non significa fallimento, è solo una fase. Ammettere di non sentirsi al top aiuta a liberare la mente dal peso del perfezionismo e a guardare la situazione con più chiarezza.

    Prendersi una pausa consapevole
    Spesso, quando siamo giù, tendiamo a forzarci ancora di più, pensando che lavorare a ritmi serrati ci aiuti a uscirne. Io invece cerco di concedermi una pausa: una passeggiata, un po’ di meditazione, o semplicemente un momento lontano dai social. Questo mi permette di ricaricare energia e tornare con una prospettiva nuova.

    Analizzare cosa non ha funzionato
    Quando la testa è più lucida, provo a riflettere: cos’è andato storto? Forse un contenuto non ha avuto il riscontro sperato, oppure c’è stato un problema organizzativo. Capire la causa mi permette di trasformare la delusione in spunti concreti per migliorare.

    Sfruttare l’autenticità come forza
    Spesso i miei follower apprezzano quando condivido anche i momenti difficili. Raccontare una giornata no, con sincerità e senza filtri, crea un legame umano e vero con chi ci segue. Questa autenticità diventa un’opportunità di crescita personale e professionale.

    Pianificare piccoli obiettivi per ripartire
    Infine, mi concentro su piccoli traguardi raggiungibili nell’immediato. Questo mi dà un senso di controllo e motivazione, evitando di sentirmi sopraffatta. Ogni piccolo passo avanti è una vittoria, anche nelle giornate no.

    Ricordate, nessuno è immune dalle difficoltà, ma la differenza la fa il modo in cui le affrontiamo. E voi, come trasformate le vostre giornate no? Scrivetemi nei commenti, mi piacerebbe conoscere le vostre strategie!

    #giornatano #resilienza #autenticità #opportunità #crescita #influencerlife #motivazione #impresabiz
    Come trasformare una giornata no in un’opportunità Ciao a tutti oggi voglio condividere con voi qualcosa di molto personale: come riesco a trasformare una giornata no in un’opportunità. Sì, perché anche per noi influencer — o per chiunque viva con una forte esposizione — ci sono momenti difficili, giornate in cui tutto sembra andare storto. Ma la chiave non è ignorare o combattere quei momenti, ma imparare a usarli come carburante per crescere e migliorare. Riconoscere la giornata no senza giudizio La prima cosa che faccio è accettare quello che sto provando, senza giudicarmi. Una giornata no non significa fallimento, è solo una fase. Ammettere di non sentirsi al top aiuta a liberare la mente dal peso del perfezionismo e a guardare la situazione con più chiarezza. Prendersi una pausa consapevole Spesso, quando siamo giù, tendiamo a forzarci ancora di più, pensando che lavorare a ritmi serrati ci aiuti a uscirne. Io invece cerco di concedermi una pausa: una passeggiata, un po’ di meditazione, o semplicemente un momento lontano dai social. Questo mi permette di ricaricare energia e tornare con una prospettiva nuova. Analizzare cosa non ha funzionato Quando la testa è più lucida, provo a riflettere: cos’è andato storto? Forse un contenuto non ha avuto il riscontro sperato, oppure c’è stato un problema organizzativo. Capire la causa mi permette di trasformare la delusione in spunti concreti per migliorare. Sfruttare l’autenticità come forza Spesso i miei follower apprezzano quando condivido anche i momenti difficili. Raccontare una giornata no, con sincerità e senza filtri, crea un legame umano e vero con chi ci segue. Questa autenticità diventa un’opportunità di crescita personale e professionale. Pianificare piccoli obiettivi per ripartire Infine, mi concentro su piccoli traguardi raggiungibili nell’immediato. Questo mi dà un senso di controllo e motivazione, evitando di sentirmi sopraffatta. Ogni piccolo passo avanti è una vittoria, anche nelle giornate no. Ricordate, nessuno è immune dalle difficoltà, ma la differenza la fa il modo in cui le affrontiamo. E voi, come trasformate le vostre giornate no? Scrivetemi nei commenti, mi piacerebbe conoscere le vostre strategie! #giornatano #resilienza #autenticità #opportunità #crescita #influencerlife #motivazione #impresabiz
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  • Rinegoziazione del debito: strategie per uscire dai debiti in modo sostenibile

    Noi di impresa.biz sappiamo quanto può essere difficile trovarsi in una situazione di debito che sembra insostenibile. La buona notizia è che esistono strategie efficaci per rinegoziare i debiti e ritrovare un equilibrio finanziario senza mettere a rischio la propria serenità. In questo articolo vogliamo condividere con voi le migliori pratiche per affrontare questa sfida con consapevolezza e responsabilità.

    Cos’è la rinegoziazione del debito
    La rinegoziazione del debito consiste nel rivedere le condizioni di un finanziamento esistente per ottenere termini più favorevoli, come una riduzione dei tassi d’interesse, l’allungamento della durata o una modifica delle modalità di pagamento. L’obiettivo è rendere più sostenibile il piano di rimborso, evitando così il rischio di insolvenza.

    Strategie per una rinegoziazione efficace
    1. Analisi approfondita della situazione debitoria
    Prima di tutto, consigliamo di fare un quadro chiaro di tutti i debiti in corso: importi, tassi, scadenze e condizioni. Solo conoscendo esattamente il proprio debito si può iniziare a pianificare una rinegoziazione efficace.
    2. Contattare i creditori con trasparenza
    Noi di impresa.biz crediamo che la comunicazione aperta e sincera con i creditori sia fondamentale. Spiegare la propria situazione e chiedere la revisione delle condizioni può portare a soluzioni vantaggiose per entrambe le parti.
    3. Valutare la possibilità di consolidare i debiti
    Consolidare più debiti in un unico prestito con condizioni migliori può semplificare la gestione e abbassare le rate mensili. È una strategia da considerare se si riesce a trovare un finanziamento con tassi più bassi.
    4. Sfruttare la consulenza di esperti
    Affidarsi a un consulente finanziario o a un esperto in gestione del debito può fare la differenza. Noi di impresa.biz offriamo supporto per individuare le soluzioni più adatte al caso specifico.

    Quando conviene rinegoziare il debito
    La rinegoziazione è consigliata quando:
    -Le rate attuali sono troppo alte rispetto alle proprie capacità di rimborso.
    -Si rischia di incorrere in ritardi o insolvenze.
    -Le condizioni di mercato permettono di ottenere tassi più bassi.
    -Si vuole evitare procedure legali o situazioni di sofferenza creditizia.

    Il nostro consiglio finale
    Uscire dai debiti in modo sostenibile è possibile se si agisce con consapevolezza e pianificazione. Noi di impresa.biz vi incoraggiamo a prendere in mano la situazione, a valutare tutte le opzioni e a non esitare a chiedere aiuto quando serve. La rinegoziazione del debito non è un fallimento, ma un passo intelligente verso il benessere finanziario.

    #RinegoziazioneDebiti #GestioneDebiti #FinanzaResponsabile #ImpresaBiz #ConsulenzaFinanziaria #UscireDaiDebiti

    Rinegoziazione del debito: strategie per uscire dai debiti in modo sostenibile Noi di impresa.biz sappiamo quanto può essere difficile trovarsi in una situazione di debito che sembra insostenibile. La buona notizia è che esistono strategie efficaci per rinegoziare i debiti e ritrovare un equilibrio finanziario senza mettere a rischio la propria serenità. In questo articolo vogliamo condividere con voi le migliori pratiche per affrontare questa sfida con consapevolezza e responsabilità. Cos’è la rinegoziazione del debito La rinegoziazione del debito consiste nel rivedere le condizioni di un finanziamento esistente per ottenere termini più favorevoli, come una riduzione dei tassi d’interesse, l’allungamento della durata o una modifica delle modalità di pagamento. L’obiettivo è rendere più sostenibile il piano di rimborso, evitando così il rischio di insolvenza. Strategie per una rinegoziazione efficace 1. Analisi approfondita della situazione debitoria Prima di tutto, consigliamo di fare un quadro chiaro di tutti i debiti in corso: importi, tassi, scadenze e condizioni. Solo conoscendo esattamente il proprio debito si può iniziare a pianificare una rinegoziazione efficace. 2. Contattare i creditori con trasparenza Noi di impresa.biz crediamo che la comunicazione aperta e sincera con i creditori sia fondamentale. Spiegare la propria situazione e chiedere la revisione delle condizioni può portare a soluzioni vantaggiose per entrambe le parti. 3. Valutare la possibilità di consolidare i debiti Consolidare più debiti in un unico prestito con condizioni migliori può semplificare la gestione e abbassare le rate mensili. È una strategia da considerare se si riesce a trovare un finanziamento con tassi più bassi. 4. Sfruttare la consulenza di esperti Affidarsi a un consulente finanziario o a un esperto in gestione del debito può fare la differenza. Noi di impresa.biz offriamo supporto per individuare le soluzioni più adatte al caso specifico. Quando conviene rinegoziare il debito La rinegoziazione è consigliata quando: -Le rate attuali sono troppo alte rispetto alle proprie capacità di rimborso. -Si rischia di incorrere in ritardi o insolvenze. -Le condizioni di mercato permettono di ottenere tassi più bassi. -Si vuole evitare procedure legali o situazioni di sofferenza creditizia. Il nostro consiglio finale Uscire dai debiti in modo sostenibile è possibile se si agisce con consapevolezza e pianificazione. Noi di impresa.biz vi incoraggiamo a prendere in mano la situazione, a valutare tutte le opzioni e a non esitare a chiedere aiuto quando serve. La rinegoziazione del debito non è un fallimento, ma un passo intelligente verso il benessere finanziario. #RinegoziazioneDebiti #GestioneDebiti #FinanzaResponsabile #ImpresaBiz #ConsulenzaFinanziaria #UscireDaiDebiti
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  • Gli Errori da Evitare Quando si Avvia un Processo di Internazionalizzazione

    Noi di impresa.biz sappiamo bene che avviare un processo di internazionalizzazione è un passo fondamentale per far crescere il proprio business, ma anche un percorso pieno di insidie e sfide.
    Spesso le difficoltà nascono da errori comuni che, se evitati, possono fare la differenza tra successo e fallimento.
    In questo articolo vogliamo condividere con te gli errori più frequenti che abbiamo osservato e che ti consigliamo di evitare per partire con il piede giusto.

    1. Non fare una ricerca di mercato approfondita
    Uno degli errori più gravi è buttarsi in un mercato senza conoscere realmente domanda, competitor, norme e abitudini locali.
    Un’analisi superficiale può portare a scelte sbagliate di target e strategie.

    2. Sottovalutare le differenze culturali
    Credere che il proprio prodotto o messaggio funzioni allo stesso modo in ogni Paese è un altro rischio.
    La mancata localizzazione di marketing, comunicazione e servizio clienti può compromettere l’esperienza dell’utente.

    3. Ignorare la complessità fiscale e doganale
    Molti imprenditori non considerano a sufficienza la burocrazia legata a IVA, dogane, certificazioni e obblighi legali, con conseguenti sanzioni o ritardi.

    4. Trascurare la logistica e i tempi di consegna
    Spedizioni lente o costose mettono a rischio la reputazione e la soddisfazione del cliente.
    È fondamentale pianificare una strategia di fulfillment efficiente e scalabile.

    5. Non investire nel customer care multilingue
    Un servizio clienti che non risponde nella lingua del cliente o che non comprende le specificità locali può compromettere vendite e fidelizzazione.

    6. Mancanza di una strategia di marketing specifica per il mercato estero
    Riproporre le stesse campagne usate in Italia senza adattarle ai nuovi mercati spesso si traduce in scarso ritorno sull’investimento.

    L’internazionalizzazione è una grande opportunità, ma anche una sfida che richiede attenzione e preparazione.
    Noi di impresa.biz crediamo che evitare questi errori sia il primo passo per costruire una strategia solida e vincente.

    Se vuoi approfondire qualche punto o condividere la tua esperienza, siamo qui per ascoltarti.

    #Internazionalizzazione #ErroriDaEvitare #BusinessGlobale #PMI #Export #LogisticaInternazionale #CustomerCare #MarketingGlobale #ImpresaBiz
    Gli Errori da Evitare Quando si Avvia un Processo di Internazionalizzazione Noi di impresa.biz sappiamo bene che avviare un processo di internazionalizzazione è un passo fondamentale per far crescere il proprio business, ma anche un percorso pieno di insidie e sfide. Spesso le difficoltà nascono da errori comuni che, se evitati, possono fare la differenza tra successo e fallimento. In questo articolo vogliamo condividere con te gli errori più frequenti che abbiamo osservato e che ti consigliamo di evitare per partire con il piede giusto. 1. Non fare una ricerca di mercato approfondita Uno degli errori più gravi è buttarsi in un mercato senza conoscere realmente domanda, competitor, norme e abitudini locali. Un’analisi superficiale può portare a scelte sbagliate di target e strategie. 2. Sottovalutare le differenze culturali Credere che il proprio prodotto o messaggio funzioni allo stesso modo in ogni Paese è un altro rischio. La mancata localizzazione di marketing, comunicazione e servizio clienti può compromettere l’esperienza dell’utente. 3. Ignorare la complessità fiscale e doganale Molti imprenditori non considerano a sufficienza la burocrazia legata a IVA, dogane, certificazioni e obblighi legali, con conseguenti sanzioni o ritardi. 4. Trascurare la logistica e i tempi di consegna Spedizioni lente o costose mettono a rischio la reputazione e la soddisfazione del cliente. È fondamentale pianificare una strategia di fulfillment efficiente e scalabile. 5. Non investire nel customer care multilingue Un servizio clienti che non risponde nella lingua del cliente o che non comprende le specificità locali può compromettere vendite e fidelizzazione. 6. Mancanza di una strategia di marketing specifica per il mercato estero Riproporre le stesse campagne usate in Italia senza adattarle ai nuovi mercati spesso si traduce in scarso ritorno sull’investimento. L’internazionalizzazione è una grande opportunità, ma anche una sfida che richiede attenzione e preparazione. Noi di impresa.biz crediamo che evitare questi errori sia il primo passo per costruire una strategia solida e vincente. Se vuoi approfondire qualche punto o condividere la tua esperienza, siamo qui per ascoltarti. #Internazionalizzazione #ErroriDaEvitare #BusinessGlobale #PMI #Export #LogisticaInternazionale #CustomerCare #MarketingGlobale #ImpresaBiz
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  • Come Preparare il Tuo Business per l’Internazionalizzazione: Check-list Essenziale

    Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione rappresenti oggi un’opportunità strategica fondamentale per le piccole e medie imprese italiane.
    Aprirsi a nuovi mercati esteri significa aumentare le vendite, diversificare il rischio e dare respiro alla propria impresa. Ma il successo dipende da una preparazione accurata e da un approccio metodico.
    Per questo abbiamo creato una check-list essenziale che ti aiuterà a capire come preparare il tuo business al salto internazionale.

    1. Analisi del mercato e scelta dei Paesi target
    Prima di tutto, bisogna studiare i mercati potenziali: dimensioni, domanda, concorrenza, normative locali.
    Noi consigliamo di iniziare con uno o due Paesi con caratteristiche simili al mercato italiano o con una forte domanda per il tuo prodotto.

    2. Adeguamento del prodotto e del packaging
    Non sempre il prodotto “così com’è” può funzionare all’estero.
    Valuta se adattare ingredienti, specifiche tecniche, o persino il packaging per rispettare le normative o le preferenze culturali del mercato di destinazione.

    3. Traduzioni professionali e localizzazione
    Una semplice traduzione non basta. La comunicazione deve essere localizzata per essere efficace: linguaggio, stile e riferimenti culturali devono rispecchiare il pubblico locale.

    4. Organizzazione della logistica e spedizioni internazionali
    Scegliere partner affidabili per la spedizione e valutare soluzioni di magazzino locali può fare la differenza in termini di costi, tempi di consegna e soddisfazione del cliente.

    5. Pianificazione fiscale e legale
    Informarsi su IVA, dogane, certificazioni e licenze è fondamentale per evitare sanzioni e blocchi doganali. Una consulenza specialistica è sempre consigliata.

    6. Strategia di marketing e vendita localizzata
    Adatta le campagne pubblicitarie, i canali di vendita e le modalità di pagamento alle abitudini e preferenze dei clienti esteri.

    7. Customer care multilingue
    Un servizio clienti efficiente nella lingua del cliente può aumentare la fiducia e la fidelizzazione, riducendo resi e reclami.

    Preparare il tuo business all’internazionalizzazione richiede tempo, risorse e una visione chiara.
    Noi di impresa.biz ti invitiamo a pianificare con attenzione ogni passaggio, perché la differenza tra un’espansione di successo e un fallimento spesso sta nella cura di questi dettagli.

    Se vuoi approfondire qualche punto o hai bisogno di supporto, siamo qui per aiutarti.

    #Internazionalizzazione #BusinessGlobale #PMI #ExportDigitale #Ecommerce #MarketingInternazionale #LogisticaInternazionale #CustomerCare #ImpresaBiz #StrategiaDiCrescita
    Come Preparare il Tuo Business per l’Internazionalizzazione: Check-list Essenziale Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione rappresenti oggi un’opportunità strategica fondamentale per le piccole e medie imprese italiane. Aprirsi a nuovi mercati esteri significa aumentare le vendite, diversificare il rischio e dare respiro alla propria impresa. Ma il successo dipende da una preparazione accurata e da un approccio metodico. Per questo abbiamo creato una check-list essenziale che ti aiuterà a capire come preparare il tuo business al salto internazionale. 1. Analisi del mercato e scelta dei Paesi target Prima di tutto, bisogna studiare i mercati potenziali: dimensioni, domanda, concorrenza, normative locali. Noi consigliamo di iniziare con uno o due Paesi con caratteristiche simili al mercato italiano o con una forte domanda per il tuo prodotto. 2. Adeguamento del prodotto e del packaging Non sempre il prodotto “così com’è” può funzionare all’estero. Valuta se adattare ingredienti, specifiche tecniche, o persino il packaging per rispettare le normative o le preferenze culturali del mercato di destinazione. 3. Traduzioni professionali e localizzazione Una semplice traduzione non basta. La comunicazione deve essere localizzata per essere efficace: linguaggio, stile e riferimenti culturali devono rispecchiare il pubblico locale. 4. Organizzazione della logistica e spedizioni internazionali Scegliere partner affidabili per la spedizione e valutare soluzioni di magazzino locali può fare la differenza in termini di costi, tempi di consegna e soddisfazione del cliente. 5. Pianificazione fiscale e legale Informarsi su IVA, dogane, certificazioni e licenze è fondamentale per evitare sanzioni e blocchi doganali. Una consulenza specialistica è sempre consigliata. 6. Strategia di marketing e vendita localizzata Adatta le campagne pubblicitarie, i canali di vendita e le modalità di pagamento alle abitudini e preferenze dei clienti esteri. 7. Customer care multilingue Un servizio clienti efficiente nella lingua del cliente può aumentare la fiducia e la fidelizzazione, riducendo resi e reclami. Preparare il tuo business all’internazionalizzazione richiede tempo, risorse e una visione chiara. Noi di impresa.biz ti invitiamo a pianificare con attenzione ogni passaggio, perché la differenza tra un’espansione di successo e un fallimento spesso sta nella cura di questi dettagli. Se vuoi approfondire qualche punto o hai bisogno di supporto, siamo qui per aiutarti. #Internazionalizzazione #BusinessGlobale #PMI #ExportDigitale #Ecommerce #MarketingInternazionale #LogisticaInternazionale #CustomerCare #ImpresaBiz #StrategiaDiCrescita
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  • Le Assicurazioni Commerciali per Proteggere l’Export e l’Import

    Quando abbiamo deciso di puntare seriamente sull’estero, ci siamo presto resi conto che vendere o acquistare fuori dai confini nazionali non è privo di rischi.
    Ritardi nei pagamenti, insolvenze, problemi doganali, danni alla merce: tutto può succedere quando si lavora con partner e sistemi normativi diversi.
    Ecco perché, da un certo punto in poi, abbiamo iniziato a utilizzare assicurazioni commerciali come strumento di protezione. In questo articolo condividiamo cosa abbiamo imparato, quali coperture abbiamo scelto e perché oggi non le consideriamo più un costo, ma un investimento.

    1. Perché assicurare le operazioni commerciali internazionali
    Quando esporti o importi, soprattutto con clienti nuovi o mercati ad alto rischio, ti esponi a rischi di credito e operativi difficili da controllare.
    Noi abbiamo vissuto in prima persona un ritardo di pagamento di 120 giorni che ha messo sotto pressione il nostro flusso di cassa.

    Dopo quell’episodio, abbiamo deciso che serviva uno scudo contro l’imprevisto.

    2. Le principali polizze che utilizziamo
    Assicurazione del credito commerciale
    Ci tutela in caso di insolvenza da parte del cliente estero (per fallimento, difficoltà finanziarie, inadempienze prolungate).
    In Italia, ci siamo affidati a operatori come SACE, ma anche a compagnie internazionali specializzate.
    Assicurazione sul trasporto merci
    Fondamentale per coprire danni, furti o perdite durante il trasporto, specie quando la merce viaggia via nave, aereo o attraversa più dogane.
    Polizze contro il rischio politico
    Se operi in Paesi instabili, puoi assicurarti contro eventi come guerre civili, confische o restrizioni valutarie. Noi l’abbiamo attivata in un progetto in Africa subsahariana.

    3. Come scegliamo la copertura giusta
    -Analizziamo il Paese di destinazione
    -Valutiamo la storia del cliente e i suoi pagamenti precedenti
    -Usiamo limiti di esposizione per area geografica
    -Lavoriamo con un broker assicurativo specializzato in export
    Questi passaggi ci aiutano a decidere quanto coprire e con quali strumenti, senza esagerare nei costi.

    4. I vantaggi concreti per il nostro business
    Da quando abbiamo introdotto queste assicurazioni:
    -Abbiamo potuto offrire condizioni di pagamento più competitive ai clienti, senza temere insoluti
    -Abbiamo ridotto drasticamente il rischio operativo
    -Abbiamo migliorato la relazione con le banche, che vedono più solidi i nostri crediti esteri

    Il nostro consiglio
    Se fai export o import, proteggiti prima. Le assicurazioni commerciali non sono un lusso: sono uno strumento strategico per crescere in sicurezza.
    Parlane con un esperto e scegli le coperture adatte alla tua impresa.

    #ExportSicuro #AssicurazioniCommerciali #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #PMI #GestioneDelRischio #ImportExport #AssicurazioneCredito #SACE #ExportItalia #BusinessGlobale

    Le Assicurazioni Commerciali per Proteggere l’Export e l’Import Quando abbiamo deciso di puntare seriamente sull’estero, ci siamo presto resi conto che vendere o acquistare fuori dai confini nazionali non è privo di rischi. Ritardi nei pagamenti, insolvenze, problemi doganali, danni alla merce: tutto può succedere quando si lavora con partner e sistemi normativi diversi. Ecco perché, da un certo punto in poi, abbiamo iniziato a utilizzare assicurazioni commerciali come strumento di protezione. In questo articolo condividiamo cosa abbiamo imparato, quali coperture abbiamo scelto e perché oggi non le consideriamo più un costo, ma un investimento. 1. Perché assicurare le operazioni commerciali internazionali Quando esporti o importi, soprattutto con clienti nuovi o mercati ad alto rischio, ti esponi a rischi di credito e operativi difficili da controllare. Noi abbiamo vissuto in prima persona un ritardo di pagamento di 120 giorni che ha messo sotto pressione il nostro flusso di cassa. Dopo quell’episodio, abbiamo deciso che serviva uno scudo contro l’imprevisto. 2. Le principali polizze che utilizziamo ✅ Assicurazione del credito commerciale Ci tutela in caso di insolvenza da parte del cliente estero (per fallimento, difficoltà finanziarie, inadempienze prolungate). In Italia, ci siamo affidati a operatori come SACE, ma anche a compagnie internazionali specializzate. ✅ Assicurazione sul trasporto merci Fondamentale per coprire danni, furti o perdite durante il trasporto, specie quando la merce viaggia via nave, aereo o attraversa più dogane. ✅ Polizze contro il rischio politico Se operi in Paesi instabili, puoi assicurarti contro eventi come guerre civili, confische o restrizioni valutarie. Noi l’abbiamo attivata in un progetto in Africa subsahariana. 3. Come scegliamo la copertura giusta -Analizziamo il Paese di destinazione -Valutiamo la storia del cliente e i suoi pagamenti precedenti -Usiamo limiti di esposizione per area geografica -Lavoriamo con un broker assicurativo specializzato in export Questi passaggi ci aiutano a decidere quanto coprire e con quali strumenti, senza esagerare nei costi. 4. I vantaggi concreti per il nostro business Da quando abbiamo introdotto queste assicurazioni: -Abbiamo potuto offrire condizioni di pagamento più competitive ai clienti, senza temere insoluti -Abbiamo ridotto drasticamente il rischio operativo -Abbiamo migliorato la relazione con le banche, che vedono più solidi i nostri crediti esteri Il nostro consiglio Se fai export o import, proteggiti prima. Le assicurazioni commerciali non sono un lusso: sono uno strumento strategico per crescere in sicurezza. Parlane con un esperto e scegli le coperture adatte alla tua impresa. #ExportSicuro #AssicurazioniCommerciali #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #PMI #GestioneDelRischio #ImportExport #AssicurazioneCredito #SACE #ExportItalia #BusinessGlobale
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  • Gestione dei Resi: Come Trasformare un Problema in Opportunità di Fidelizzazione

    Devo confessarti una cosa: quando ho aperto il mio e-commerce, temevo i resi più di ogni altra cosa. Pensavo fossero un costo inutile, un segno di fallimento.
    Con il tempo, però, ho capito che la gestione dei resi può diventare una leva potente per rafforzare la fiducia e trasformare clienti insoddisfatti in clienti fedeli.

    Ecco come ho rivoluzionato il mio approccio — e cosa puoi fare anche tu, subito:
    1. Resi facili e senza frizioni
    Ho semplificato la procedura, eliminando passaggi inutili o complicati. Un cliente che può restituire senza stress torna più sereno e più propenso a riacquistare.
    Ho creato una pagina chiara con istruzioni semplici e un modulo rapido da compilare.

    2. Comunicazione trasparente e umana
    Non invio solo mail automatiche fredde: rispondo personalmente, ringrazio per il feedback e offro soluzioni alternative (cambio, credito store, assistenza).
    Così il cliente si sente ascoltato e rispettato.

    3. Analizzare i motivi dei resi
    Ho iniziato a raccogliere dati su cosa torna indietro e perché: taglia errata? Descrizione poco chiara? Problemi di qualità?
    Con queste informazioni ho migliorato il sito, i prodotti e la comunicazione, riducendo i resi nel tempo.

    4. Trasformare il reso in opportunità di upselling
    Quando offro un cambio o un buono, lo faccio con una proposta mirata: “Hai già visto il nostro modello X? Potrebbe piacerti più di questo”.
    Così trasformo un’esperienza negativa in un’occasione per far scoprire altro.

    5. Fidelizzare con un follow-up post-reso
    Dopo la chiusura del reso, invio un messaggio per ringraziare ancora e invitare a dare feedback o a iscriversi alla newsletter con offerte esclusive.
    Questo crea un legame anche con chi ha avuto un problema.

    Il Mio Consiglio
    Non temere i resi: gestiscili con cura, umanità e strategia.
    È un investimento che paga in reputazione, recensioni positive e clienti che tornano volentieri.

    #GestioneResi #CustomerCare #ImpresaBiz #EcommerceTips #FidelizzazioneClienti #EsperienzaCliente #BusinessDigitale #VendereOnline

    Gestione dei Resi: Come Trasformare un Problema in Opportunità di Fidelizzazione Devo confessarti una cosa: quando ho aperto il mio e-commerce, temevo i resi più di ogni altra cosa. Pensavo fossero un costo inutile, un segno di fallimento. Con il tempo, però, ho capito che la gestione dei resi può diventare una leva potente per rafforzare la fiducia e trasformare clienti insoddisfatti in clienti fedeli. Ecco come ho rivoluzionato il mio approccio — e cosa puoi fare anche tu, subito: ✅ 1. Resi facili e senza frizioni Ho semplificato la procedura, eliminando passaggi inutili o complicati. Un cliente che può restituire senza stress torna più sereno e più propenso a riacquistare. Ho creato una pagina chiara con istruzioni semplici e un modulo rapido da compilare. ✅ 2. Comunicazione trasparente e umana Non invio solo mail automatiche fredde: rispondo personalmente, ringrazio per il feedback e offro soluzioni alternative (cambio, credito store, assistenza). Così il cliente si sente ascoltato e rispettato. ✅ 3. Analizzare i motivi dei resi Ho iniziato a raccogliere dati su cosa torna indietro e perché: taglia errata? Descrizione poco chiara? Problemi di qualità? Con queste informazioni ho migliorato il sito, i prodotti e la comunicazione, riducendo i resi nel tempo. ✅ 4. Trasformare il reso in opportunità di upselling Quando offro un cambio o un buono, lo faccio con una proposta mirata: “Hai già visto il nostro modello X? Potrebbe piacerti più di questo”. Così trasformo un’esperienza negativa in un’occasione per far scoprire altro. ✅ 5. Fidelizzare con un follow-up post-reso Dopo la chiusura del reso, invio un messaggio per ringraziare ancora e invitare a dare feedback o a iscriversi alla newsletter con offerte esclusive. Questo crea un legame anche con chi ha avuto un problema. Il Mio Consiglio Non temere i resi: gestiscili con cura, umanità e strategia. È un investimento che paga in reputazione, recensioni positive e clienti che tornano volentieri. #GestioneResi #CustomerCare #ImpresaBiz #EcommerceTips #FidelizzazioneClienti #EsperienzaCliente #BusinessDigitale #VendereOnline
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