Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco
Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima.
Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri.
Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export.
Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale.
1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale
Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani.
Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci.
Questo significa:
-Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale)
-Cataloghi e brochure digitali
-Canali social attivi e geolocalizzati
-Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza
2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità)
Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree:
-Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America
-Mercati secondari UE più stabili e agili
-Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo
Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?”
3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo
Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”.
Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente.
4. Il ruolo crescente della finanza per l’export
Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima:
-Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR)
-Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE)
-Voucher digitali per l’export
Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione.
5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione
Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che:
-Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI
-Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist
-Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni
Cosa possiamo fare da subito
Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale.
Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso:
-Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati.
-Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini.
-Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera.
#DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima.
Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri.
Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export.
Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale.
1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale
Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani.
Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci.
Questo significa:
-Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale)
-Cataloghi e brochure digitali
-Canali social attivi e geolocalizzati
-Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza
2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità)
Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree:
-Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America
-Mercati secondari UE più stabili e agili
-Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo
Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?”
3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo
Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”.
Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente.
4. Il ruolo crescente della finanza per l’export
Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima:
-Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR)
-Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE)
-Voucher digitali per l’export
Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione.
5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione
Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che:
-Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI
-Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist
-Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni
Cosa possiamo fare da subito
Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale.
Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso:
-Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati.
-Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini.
-Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera.
#DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco
Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima.
Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri.
Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export.
Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale.
🚧 1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale
Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani.
Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci.
Questo significa:
-Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale)
-Cataloghi e brochure digitali
-Canali social attivi e geolocalizzati
-Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza
🌍 2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità)
Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree:
-Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America
-Mercati secondari UE più stabili e agili
-Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo
Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?”
📦 3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo
Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”.
Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente.
💰 4. Il ruolo crescente della finanza per l’export
Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima:
-Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR)
-Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE)
-Voucher digitali per l’export
Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione.
🔁 5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione
Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che:
-Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI
-Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist
-Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni
✅ Cosa possiamo fare da subito
Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale.
📌 Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso:
-Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati.
-Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini.
-Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera.
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