• Primi passi verso l’estero: la roadmap definitiva per le PMI italiane

    Affacciarsi ai mercati internazionali è un passaggio cruciale per molte PMI italiane che vogliono crescere, innovare e competere su scala globale.
    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: la spinta verso l’estero è sempre più forte, ma il rischio di commettere errori strategici è reale, soprattutto se manca un approccio strutturato.

    Per questo abbiamo deciso di condividere la nostra roadmap definitiva: un percorso chiaro, concreto e adattabile, pensato per guidare le imprese italiane nei loro primi passi verso l’internazionalizzazione.

    1. Conoscere se stessi prima del mercato
    Il primo passo non riguarda il mercato estero, ma l’azienda stessa. Come Impresa.biz, accompagniamo le PMI a definire il proprio potenziale esportabile: prodotti, servizi, vantaggi competitivi, capacità produttiva, sostenibilità finanziaria.
    La consapevolezza interna è fondamentale per costruire una strategia coerente ed efficace.

    2. Scegliere i mercati giusti, non solo i più grandi
    Tanti commettono l’errore di puntare subito a mercati “noti” o “grandi”, senza verificarne la reale compatibilità.
    Noi aiutiamo le imprese a leggere i dati, comprendere la domanda locale, valutare normative, cultura e barriere. A volte il mercato ideale è più vicino – o più di nicchia – di quanto si immagini.

    3. Costruire una strategia export su misura
    Internazionalizzare non significa semplicemente vendere all’estero. Significa adattare il modello di business.
    Aiutiamo le PMI a costruire un piano operativo: listini, distribuzione, customer care, branding, marketing locale. Ogni mercato ha le sue regole, e il successo sta nei dettagli.

    4. Trovare i partner giusti (e formarne di interni)
    Non si va lontano da soli. Il supporto di export manager, consulenti locali, camere di commercio, enti pubblici e distributori è spesso decisivo.
    Ma noi crediamo anche nella formazione interna: costruire competenze export nel team aziendale significa investire sul lungo periodo.

    5. Sfruttare strumenti e incentivi
    L’Italia offre diverse opportunità per supportare l’internazionalizzazione delle PMI: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, voucher per l’export.
    Noi di Impresa.biz monitoriamo costantemente i bandi attivi e supportiamo le imprese nella loro candidatura, ottimizzando l’accesso alle risorse.

    6. Monitorare, adattarsi, consolidare
    Ogni ingresso in un nuovo mercato è un test. Per questo lavoriamo con le imprese su sistemi di monitoraggio e analisi costante.
    I risultati vanno letti, interpretati e trasformati in azioni correttive. L’agilità strategica è la chiave per restare competitivi.

    Portare la propria impresa oltre i confini nazionali è un percorso che richiede visione, metodo e supporto.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI italiane in ogni fase: dall’analisi iniziale alla gestione operativa, dai finanziamenti alla crescita sostenibile.

    Internazionalizzare si può. Farlo bene è una scelta.

    #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #ExportMadeInItaly #PMIitaliane #BusinessEstero #StrategiaExport #FinanzaAgevolata #MercatiInternazionali #RoadmapExport #CrescitaGlobale #PMI2025 #ExportItalia

    Primi passi verso l’estero: la roadmap definitiva per le PMI italiane Affacciarsi ai mercati internazionali è un passaggio cruciale per molte PMI italiane che vogliono crescere, innovare e competere su scala globale. Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: la spinta verso l’estero è sempre più forte, ma il rischio di commettere errori strategici è reale, soprattutto se manca un approccio strutturato. Per questo abbiamo deciso di condividere la nostra roadmap definitiva: un percorso chiaro, concreto e adattabile, pensato per guidare le imprese italiane nei loro primi passi verso l’internazionalizzazione. 1. Conoscere se stessi prima del mercato Il primo passo non riguarda il mercato estero, ma l’azienda stessa. Come Impresa.biz, accompagniamo le PMI a definire il proprio potenziale esportabile: prodotti, servizi, vantaggi competitivi, capacità produttiva, sostenibilità finanziaria. La consapevolezza interna è fondamentale per costruire una strategia coerente ed efficace. 2. Scegliere i mercati giusti, non solo i più grandi Tanti commettono l’errore di puntare subito a mercati “noti” o “grandi”, senza verificarne la reale compatibilità. Noi aiutiamo le imprese a leggere i dati, comprendere la domanda locale, valutare normative, cultura e barriere. A volte il mercato ideale è più vicino – o più di nicchia – di quanto si immagini. 3. Costruire una strategia export su misura Internazionalizzare non significa semplicemente vendere all’estero. Significa adattare il modello di business. Aiutiamo le PMI a costruire un piano operativo: listini, distribuzione, customer care, branding, marketing locale. Ogni mercato ha le sue regole, e il successo sta nei dettagli. 4. Trovare i partner giusti (e formarne di interni) Non si va lontano da soli. Il supporto di export manager, consulenti locali, camere di commercio, enti pubblici e distributori è spesso decisivo. Ma noi crediamo anche nella formazione interna: costruire competenze export nel team aziendale significa investire sul lungo periodo. 5. Sfruttare strumenti e incentivi L’Italia offre diverse opportunità per supportare l’internazionalizzazione delle PMI: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, voucher per l’export. Noi di Impresa.biz monitoriamo costantemente i bandi attivi e supportiamo le imprese nella loro candidatura, ottimizzando l’accesso alle risorse. 6. Monitorare, adattarsi, consolidare Ogni ingresso in un nuovo mercato è un test. Per questo lavoriamo con le imprese su sistemi di monitoraggio e analisi costante. I risultati vanno letti, interpretati e trasformati in azioni correttive. L’agilità strategica è la chiave per restare competitivi. Portare la propria impresa oltre i confini nazionali è un percorso che richiede visione, metodo e supporto. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI italiane in ogni fase: dall’analisi iniziale alla gestione operativa, dai finanziamenti alla crescita sostenibile. Internazionalizzare si può. Farlo bene è una scelta. #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #ExportMadeInItaly #PMIitaliane #BusinessEstero #StrategiaExport #FinanzaAgevolata #MercatiInternazionali #RoadmapExport #CrescitaGlobale #PMI2025 #ExportItalia
    0 Commenti 0 Condivisioni 469 Viste 0 Recensioni
  • Come Creare un Business Plan Vincente: Guida per PMI e Start-up

    Noi di Impresa.biz lo diciamo sempre: un’idea senza un piano resta solo un’intenzione. Che tu stia avviando una start-up o guidando una PMI in cerca di finanziamenti, partnership o crescita strutturata, il business plan è uno strumento fondamentale.

    Non è solo un documento formale da presentare in banca: è la bussola strategica del tuo business, il punto di partenza per prendere decisioni consapevoli.

    Ecco la nostra guida pratica per costruirlo passo dopo passo, senza complicarsi la vita.

    1. Chi siamo e cosa facciamo
    Ogni business plan che si rispetti parte da una presentazione dell’azienda:
    -Chi siamo?
    -Qual è la nostra mission?
    -Che valore offriamo?
    -Perché esistiamo?
    Raccontiamo il progetto in modo sintetico ma coinvolgente. Questo è il momento per far capire che abbiamo una visione chiara e motivata.

    2. Analisi del mercato e del settore
    Qui raccogliamo dati concreti per dimostrare che conosciamo il contesto in cui ci muoviamo.
    Analizziamo:
    -Il settore di riferimento
    -I trend attuali
    -La domanda
    -I concorrenti
    Facciamo capire che non stiamo improvvisando, ma entriamo in un mercato che conosciamo e su cui possiamo portare un vantaggio competitivo.

    3. Definire il nostro target e la nostra proposta di valore
    Chi è il nostro cliente ideale? Quali sono i suoi bisogni? E perché dovrebbe scegliere noi?
    Un business plan vincente deve dimostrare che c’è un match chiaro tra il problema del cliente e la nostra soluzione.
    Noi di Impresa.biz aiutiamo spesso i clienti a lavorare su questo punto con strumenti come il Value Proposition Canvas, perché se il valore non è chiaro, nemmeno il business lo sarà.

    4. Strategia di marketing e vendita
    Come raggiungeremo i clienti? Come li convinceremo?
    In questa sezione descriviamo:
    -I canali di acquisizione (social, SEO, fiere, vendita diretta, ecc.)
    -Il piano di comunicazione
    -Il processo di vendita
    -Le eventuali partnership commerciali
    Dimostriamo che non ci affidiamo al passaparola, ma abbiamo una strategia concreta per crescere.

    5. Modello di business
    Come guadagneremo? Qui inseriamo:
    -Fonti di ricavo
    -Politica dei prezzi
    -Eventuali abbonamenti, pacchetti o upselling
    Un business plan vincente mostra chiarezza nel modello economico: chi paga, quanto e per cosa.

    6. Piano operativo e organizzazione
    Come verrà gestita l’operatività quotidiana? Chi fa cosa? Che risorse servono?

    Questa sezione include:
    -Struttura aziendale
    -Ruoli e competenze chiave
    -Fornitori e processi produttivi
    Mostriamo che la macchina è pensata per funzionare davvero, non solo sulla carta.

    7. Proiezioni finanziarie
    Il cuore numerico del business plan. Qui presentiamo:
    -Budget previsionale
    -Stima dei costi e dei ricavi
    -Break-even point (punto di pareggio)
    -Cash flow previsto
    Noi consigliamo sempre di includere almeno 3 scenari (ottimistico, realistico, prudente). Perché chi legge (investitore o banca) deve capire che sappiamo gestire anche l’incertezza.

    8. Obiettivi e roadmap
    Quali sono i prossimi passi? In quanto tempo? Con che priorità?
    Costruiamo una roadmap chiara, che dia concretezza temporale agli obiettivi. Aiuta a trasmettere serietà e metodo.

    9. Allegati e documentazione di supporto
    Se abbiamo già:
    -lettere di intenti
    -preventivi
    -studi di fattibilità
    -curriculum del team
    -prototipi
    includiamoli. Danno credibilità e sostanza al piano.

    Un business plan vincente non è un romanzo, ma nemmeno un insieme sterile di numeri. È una narrazione concreta, strategica e supportata dai dati che racconta perché il nostro progetto merita attenzione, fiducia e investimenti.

    Noi di Impresa.biz siamo convinti che ogni impresa che parte con metodo, parte più forte.
    E un business plan solido è il primo passo verso un futuro sostenibile.

    #️⃣
    #BusinessPlan #StartupItalia #PMI #ImpresaBiz #FinanzaAgevolata #PianoDiImpresa #CrescitaPMI #GuidaPratica #PianoStrategico #ModelloDiBusiness #Startupper #ImprenditoriaItaliana
    Come Creare un Business Plan Vincente: Guida per PMI e Start-up Noi di Impresa.biz lo diciamo sempre: un’idea senza un piano resta solo un’intenzione. Che tu stia avviando una start-up o guidando una PMI in cerca di finanziamenti, partnership o crescita strutturata, il business plan è uno strumento fondamentale. Non è solo un documento formale da presentare in banca: è la bussola strategica del tuo business, il punto di partenza per prendere decisioni consapevoli. Ecco la nostra guida pratica per costruirlo passo dopo passo, senza complicarsi la vita. 1. Chi siamo e cosa facciamo Ogni business plan che si rispetti parte da una presentazione dell’azienda: -Chi siamo? -Qual è la nostra mission? -Che valore offriamo? -Perché esistiamo? Raccontiamo il progetto in modo sintetico ma coinvolgente. Questo è il momento per far capire che abbiamo una visione chiara e motivata. 2. Analisi del mercato e del settore Qui raccogliamo dati concreti per dimostrare che conosciamo il contesto in cui ci muoviamo. Analizziamo: -Il settore di riferimento -I trend attuali -La domanda -I concorrenti Facciamo capire che non stiamo improvvisando, ma entriamo in un mercato che conosciamo e su cui possiamo portare un vantaggio competitivo. 3. Definire il nostro target e la nostra proposta di valore Chi è il nostro cliente ideale? Quali sono i suoi bisogni? E perché dovrebbe scegliere noi? Un business plan vincente deve dimostrare che c’è un match chiaro tra il problema del cliente e la nostra soluzione. Noi di Impresa.biz aiutiamo spesso i clienti a lavorare su questo punto con strumenti come il Value Proposition Canvas, perché se il valore non è chiaro, nemmeno il business lo sarà. 4. Strategia di marketing e vendita Come raggiungeremo i clienti? Come li convinceremo? In questa sezione descriviamo: -I canali di acquisizione (social, SEO, fiere, vendita diretta, ecc.) -Il piano di comunicazione -Il processo di vendita -Le eventuali partnership commerciali Dimostriamo che non ci affidiamo al passaparola, ma abbiamo una strategia concreta per crescere. 5. Modello di business Come guadagneremo? Qui inseriamo: -Fonti di ricavo -Politica dei prezzi -Eventuali abbonamenti, pacchetti o upselling Un business plan vincente mostra chiarezza nel modello economico: chi paga, quanto e per cosa. 6. Piano operativo e organizzazione Come verrà gestita l’operatività quotidiana? Chi fa cosa? Che risorse servono? Questa sezione include: -Struttura aziendale -Ruoli e competenze chiave -Fornitori e processi produttivi Mostriamo che la macchina è pensata per funzionare davvero, non solo sulla carta. 7. Proiezioni finanziarie Il cuore numerico del business plan. Qui presentiamo: -Budget previsionale -Stima dei costi e dei ricavi -Break-even point (punto di pareggio) -Cash flow previsto Noi consigliamo sempre di includere almeno 3 scenari (ottimistico, realistico, prudente). Perché chi legge (investitore o banca) deve capire che sappiamo gestire anche l’incertezza. 8. Obiettivi e roadmap Quali sono i prossimi passi? In quanto tempo? Con che priorità? Costruiamo una roadmap chiara, che dia concretezza temporale agli obiettivi. Aiuta a trasmettere serietà e metodo. 9. Allegati e documentazione di supporto Se abbiamo già: -lettere di intenti -preventivi -studi di fattibilità -curriculum del team -prototipi includiamoli. Danno credibilità e sostanza al piano. Un business plan vincente non è un romanzo, ma nemmeno un insieme sterile di numeri. È una narrazione concreta, strategica e supportata dai dati che racconta perché il nostro progetto merita attenzione, fiducia e investimenti. Noi di Impresa.biz siamo convinti che ogni impresa che parte con metodo, parte più forte. E un business plan solido è il primo passo verso un futuro sostenibile. #️⃣ #BusinessPlan #StartupItalia #PMI #ImpresaBiz #FinanzaAgevolata #PianoDiImpresa #CrescitaPMI #GuidaPratica #PianoStrategico #ModelloDiBusiness #Startupper #ImprenditoriaItaliana
    0 Commenti 0 Condivisioni 421 Viste 0 Recensioni
  • Ottenere Fondi per Internazionalizzarsi: Guida Pratica

    Noi di Impresa.biz lo sappiamo bene: internazionalizzare è una grande opportunità, ma anche un percorso che richiede risorse. Analisi di mercato, viaggi, fiere, adattamenti di prodotto, marketing, struttura commerciale estera… tutto ha un costo. E spesso, ciò che frena le PMI italiane non è la mancanza di idee, ma di capitale.

    Ecco perché oggi vogliamo proporre una guida pratica, chiara e aggiornata, su come ottenere fondi per internazionalizzarsi. Perché i mezzi ci sono: bisogna solo sapere dove cercarli e come attivarli.

    1. Definire il progetto d’internazionalizzazione
    Prima di cercare fondi, serve una strategia chiara: dove vogliamo andare, con quale prodotto, attraverso quale canale. Più è solido e dettagliato il piano, più facile sarà convincere partner finanziari e istituzioni a supportarci.

    Noi consigliamo sempre di partire con:
    -Analisi SWOT per il mercato estero;
    -Business plan focalizzato sull’espansione internazionale;
    -Piano finanziario e timeline di attività.

    2. Finanza agevolata: SIMEST e co.
    Uno degli strumenti più efficaci è rappresentato dai fondi pubblici per l’internazionalizzazione. Tra i più noti e strutturati c’è il pacchetto SIMEST, che offre finanziamenti agevolati per:
    -Partecipazione a fiere internazionali;
    -Inserimento commerciale in nuovi mercati;
    -E-commerce e digital export;
    -Studi di fattibilità;
    -Transizione ecologica ed energetica all’estero.

    Noi di Impresa.biz seguiamo da vicino questi bandi: le condizioni cambiano frequentemente, ma i vantaggi sono reali (tassi agevolati, quote a fondo perduto, durata fino a 6 anni).

    3. Fondi europei: opportunità da non perdere
    Anche l’Unione Europea sostiene l’internazionalizzazione attraverso programmi come:
    -Horizon Europe, per chi innova;
    -COSME e SINGLE MARKET Programme, per le PMI;
    -Interreg, per progetti di cooperazione tra Paesi.

    Questi fondi richiedono progettazione, ma permettono di finanziare percorsi complessi anche in partnership con altri attori europei. Il supporto di professionisti può fare la differenza nella candidatura.

    4. Bandi regionali e nazionali
    Le Regioni italiane, insieme a MIMIT, ICE, Unioncamere e Camere di Commercio, pubblicano bandi specifici per l’export e la promozione all’estero. Ogni territorio ha le sue misure, con contributi a fondo perduto, voucher e servizi di accompagnamento.

    Consigliamo di monitorare i siti istituzionali e iscriversi alle newsletter delle Camere di Commercio per restare aggiornati.

    5. Altre fonti: venture, fintech, crowdfunding
    In alternativa o a integrazione dei fondi pubblici, è possibile accedere a strumenti privati come:
    -Crowdfunding equity-based per progetti di internazionalizzazione;
    -Fintech lending rapido e flessibile per finanziare operazioni estere;
    -Investitori istituzionali e club deal per operazioni più strutturate.

    Anche in questo caso, avere un piano solido e validato è fondamentale per attrarre capitale privato.

    Un percorso possibile, con il giusto supporto
    Ottenere fondi per internazionalizzarsi non è un miraggio, ma un percorso possibile per ogni PMI ben preparata. Noi di Impresa.biz ci impegniamo ogni giorno ad affiancare le imprese italiane nella ricerca, nella candidatura e nella gestione delle risorse necessarie per affrontare con successo i mercati esteri.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #FinanziamentiPMI #FondiSIMEST #BandiEuropei #FinanzaAgevolata #Export #MadeInItalyNelMondo #CrescitaInternazionale #StrategiaGlobale #FinanziarsiPerCrescere
    Ottenere Fondi per Internazionalizzarsi: Guida Pratica Noi di Impresa.biz lo sappiamo bene: internazionalizzare è una grande opportunità, ma anche un percorso che richiede risorse. Analisi di mercato, viaggi, fiere, adattamenti di prodotto, marketing, struttura commerciale estera… tutto ha un costo. E spesso, ciò che frena le PMI italiane non è la mancanza di idee, ma di capitale. Ecco perché oggi vogliamo proporre una guida pratica, chiara e aggiornata, su come ottenere fondi per internazionalizzarsi. Perché i mezzi ci sono: bisogna solo sapere dove cercarli e come attivarli. 1. Definire il progetto d’internazionalizzazione Prima di cercare fondi, serve una strategia chiara: dove vogliamo andare, con quale prodotto, attraverso quale canale. Più è solido e dettagliato il piano, più facile sarà convincere partner finanziari e istituzioni a supportarci. Noi consigliamo sempre di partire con: -Analisi SWOT per il mercato estero; -Business plan focalizzato sull’espansione internazionale; -Piano finanziario e timeline di attività. 2. Finanza agevolata: SIMEST e co. Uno degli strumenti più efficaci è rappresentato dai fondi pubblici per l’internazionalizzazione. Tra i più noti e strutturati c’è il pacchetto SIMEST, che offre finanziamenti agevolati per: -Partecipazione a fiere internazionali; -Inserimento commerciale in nuovi mercati; -E-commerce e digital export; -Studi di fattibilità; -Transizione ecologica ed energetica all’estero. Noi di Impresa.biz seguiamo da vicino questi bandi: le condizioni cambiano frequentemente, ma i vantaggi sono reali (tassi agevolati, quote a fondo perduto, durata fino a 6 anni). 3. Fondi europei: opportunità da non perdere Anche l’Unione Europea sostiene l’internazionalizzazione attraverso programmi come: -Horizon Europe, per chi innova; -COSME e SINGLE MARKET Programme, per le PMI; -Interreg, per progetti di cooperazione tra Paesi. Questi fondi richiedono progettazione, ma permettono di finanziare percorsi complessi anche in partnership con altri attori europei. Il supporto di professionisti può fare la differenza nella candidatura. 4. Bandi regionali e nazionali Le Regioni italiane, insieme a MIMIT, ICE, Unioncamere e Camere di Commercio, pubblicano bandi specifici per l’export e la promozione all’estero. Ogni territorio ha le sue misure, con contributi a fondo perduto, voucher e servizi di accompagnamento. Consigliamo di monitorare i siti istituzionali e iscriversi alle newsletter delle Camere di Commercio per restare aggiornati. 5. Altre fonti: venture, fintech, crowdfunding In alternativa o a integrazione dei fondi pubblici, è possibile accedere a strumenti privati come: -Crowdfunding equity-based per progetti di internazionalizzazione; -Fintech lending rapido e flessibile per finanziare operazioni estere; -Investitori istituzionali e club deal per operazioni più strutturate. Anche in questo caso, avere un piano solido e validato è fondamentale per attrarre capitale privato. Un percorso possibile, con il giusto supporto Ottenere fondi per internazionalizzarsi non è un miraggio, ma un percorso possibile per ogni PMI ben preparata. Noi di Impresa.biz ci impegniamo ogni giorno ad affiancare le imprese italiane nella ricerca, nella candidatura e nella gestione delle risorse necessarie per affrontare con successo i mercati esteri. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #FinanziamentiPMI #FondiSIMEST #BandiEuropei #FinanzaAgevolata #Export #MadeInItalyNelMondo #CrescitaInternazionale #StrategiaGlobale #FinanziarsiPerCrescere
    0 Commenti 0 Condivisioni 407 Viste 0 Recensioni
  • Capitale per Crescere: Le Nuove Vie del Finanziamento

    Noi di Impresa.biz siamo in prima linea nel raccontare e sostenere la crescita delle PMI italiane. E sappiamo bene che per crescere, innovare ed espandersi, servono idee, visione… e capitale. Ma oggi le fonti di finanziamento non si limitano più ai canali tradizionali. Esistono nuove strade, spesso più flessibili, agili e adatte alle esigenze di un’impresa che vuole fare il salto di qualità.

    Il credito bancario non basta più
    Le banche restano un punto di riferimento, certo, ma i criteri di accesso sempre più rigidi, le garanzie richieste e i tempi lunghi spesso non si adattano alla dinamicità delle PMI moderne. Noi di Impresa.biz invitiamo le imprese a guardare oltre, verso nuove vie per finanziare la crescita.

    Private capital, venture e fondi: le strade alternative
    Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte sviluppo di strumenti alternativi, che stanno diventando sempre più accessibili anche per le PMI:
    -Private equity e venture capital, per finanziare scale-up e innovazione;
    -Mini-bond, ideali per imprese strutturate che vogliono raccogliere capitali sui mercati;
    -Crowdfunding equity-based, per testare idee e attrarre investitori anche in fase iniziale;
    -Club deal e investitori privati, che permettono di coinvolgere capitali con una logica di partnership strategica.

    Sono opportunità che richiedono preparazione e trasparenza, ma che possono liberare risorse importanti senza appesantire la struttura dell’impresa.

    Finanza agevolata e incentivi pubblici
    Non dimentichiamo poi il contributo della finanza agevolata. Noi di Impresa.biz supportiamo da anni le imprese nella ricerca e gestione di bandi regionali, nazionali ed europei, come quelli di SIMEST, Invitalia o Horizon Europe. Strumenti che, se ben utilizzati, possono accelerare progetti di internazionalizzazione, digitalizzazione e transizione green.

    Fintech e soluzioni smart
    La tecnologia sta rivoluzionando anche il mondo del finanziamento. Le piattaforme fintech oggi offrono soluzioni rapide e smart per:
    -anticipo fatture,
    -credito istantaneo,
    -analisi predittive per il rating creditizio,
    -monitoraggio dei flussi finanziari.

    Noi crediamo fortemente nella finanza digitale come alleato della crescita: più accessibile, più veloce, più orientata al futuro.

    Crescere con intelligenza finanziaria
    Trovare capitale per crescere non è più una questione di “avere una banca amica”, ma di conoscere bene il ventaglio di opzioni disponibili e saperle utilizzare in modo strategico. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare le imprese a orientarsi, scegliere e pianificare in modo sostenibile il proprio percorso di crescita.

    #ImpresaBiz #FinanziamentoImpresa #PrivateCapital #VentureCapital #Fintech #CrescitaPMI #FinanzaAgevolata #CapitalePerCrescere #BusinessDevelopment #MiniBond #EquityCrowdfunding #StrategieFinanziarie
    Capitale per Crescere: Le Nuove Vie del Finanziamento Noi di Impresa.biz siamo in prima linea nel raccontare e sostenere la crescita delle PMI italiane. E sappiamo bene che per crescere, innovare ed espandersi, servono idee, visione… e capitale. Ma oggi le fonti di finanziamento non si limitano più ai canali tradizionali. Esistono nuove strade, spesso più flessibili, agili e adatte alle esigenze di un’impresa che vuole fare il salto di qualità. Il credito bancario non basta più Le banche restano un punto di riferimento, certo, ma i criteri di accesso sempre più rigidi, le garanzie richieste e i tempi lunghi spesso non si adattano alla dinamicità delle PMI moderne. Noi di Impresa.biz invitiamo le imprese a guardare oltre, verso nuove vie per finanziare la crescita. Private capital, venture e fondi: le strade alternative Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte sviluppo di strumenti alternativi, che stanno diventando sempre più accessibili anche per le PMI: -Private equity e venture capital, per finanziare scale-up e innovazione; -Mini-bond, ideali per imprese strutturate che vogliono raccogliere capitali sui mercati; -Crowdfunding equity-based, per testare idee e attrarre investitori anche in fase iniziale; -Club deal e investitori privati, che permettono di coinvolgere capitali con una logica di partnership strategica. Sono opportunità che richiedono preparazione e trasparenza, ma che possono liberare risorse importanti senza appesantire la struttura dell’impresa. Finanza agevolata e incentivi pubblici Non dimentichiamo poi il contributo della finanza agevolata. Noi di Impresa.biz supportiamo da anni le imprese nella ricerca e gestione di bandi regionali, nazionali ed europei, come quelli di SIMEST, Invitalia o Horizon Europe. Strumenti che, se ben utilizzati, possono accelerare progetti di internazionalizzazione, digitalizzazione e transizione green. Fintech e soluzioni smart La tecnologia sta rivoluzionando anche il mondo del finanziamento. Le piattaforme fintech oggi offrono soluzioni rapide e smart per: -anticipo fatture, -credito istantaneo, -analisi predittive per il rating creditizio, -monitoraggio dei flussi finanziari. Noi crediamo fortemente nella finanza digitale come alleato della crescita: più accessibile, più veloce, più orientata al futuro. Crescere con intelligenza finanziaria Trovare capitale per crescere non è più una questione di “avere una banca amica”, ma di conoscere bene il ventaglio di opzioni disponibili e saperle utilizzare in modo strategico. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare le imprese a orientarsi, scegliere e pianificare in modo sostenibile il proprio percorso di crescita. #ImpresaBiz #FinanziamentoImpresa #PrivateCapital #VentureCapital #Fintech #CrescitaPMI #FinanzaAgevolata #CapitalePerCrescere #BusinessDevelopment #MiniBond #EquityCrowdfunding #StrategieFinanziarie
    0 Commenti 0 Condivisioni 423 Viste 0 Recensioni
  • Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco

    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima.
    Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri.
    Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export.
    Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale.

    1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale
    Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani.
    Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci.

    Questo significa:
    -Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale)
    -Cataloghi e brochure digitali
    -Canali social attivi e geolocalizzati
    -Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza

    2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità)
    Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree:
    -Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America
    -Mercati secondari UE più stabili e agili
    -Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo
    Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?”

    3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo
    Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”.

    Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente.

    4. Il ruolo crescente della finanza per l’export
    Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima:
    -Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR)
    -Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE)
    -Voucher digitali per l’export
    Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione.


    5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione
    Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che:
    -Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI
    -Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist
    -Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni

    Cosa possiamo fare da subito
    Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale.

    Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso:
    -Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati.
    -Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini.
    -Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera.

    #DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
    Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima. Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri. Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export. Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale. 🚧 1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani. Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci. Questo significa: -Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale) -Cataloghi e brochure digitali -Canali social attivi e geolocalizzati -Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza 🌍 2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità) Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree: -Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America -Mercati secondari UE più stabili e agili -Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?” 📦 3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”. Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente. 💰 4. Il ruolo crescente della finanza per l’export Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima: -Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR) -Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE) -Voucher digitali per l’export Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione. 🔁 5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che: -Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI -Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist -Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni ✅ Cosa possiamo fare da subito Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale. 📌 Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso: -Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati. -Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini. -Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera. #DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
    0 Commenti 0 Condivisioni 374 Viste 0 Recensioni
  • Fondo di Garanzia PMI: cos’è, come funziona e come richiederlo

    Noi di Impresa.biz conosciamo bene le difficoltà che molte piccole e medie imprese affrontano quando cercano di ottenere un finanziamento. Spesso, anche con progetti solidi e prospettive di crescita, l’accesso al credito può diventare un ostacolo. Per fortuna, esiste uno strumento pensato proprio per facilitare l’ottenimento di prestiti: il Fondo di Garanzia per le PMI.

    Cos’è il Fondo di Garanzia?
    Il Fondo di Garanzia è un’iniziativa pubblica, gestita da MCC – Mediocredito Centrale per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. È nato per favorire l’accesso al credito delle PMI e dei professionisti, offrendo una garanzia pubblica su una parte consistente dei finanziamenti concessi dalle banche.

    In pratica, lo Stato si fa garante per una quota del prestito, riducendo il rischio per la banca e aumentando le possibilità che l’impresa ottenga il finanziamento.

    Come funziona?
    Il meccanismo è semplice ma efficace:
    -La tua impresa richiede un finanziamento a una banca o un intermediario finanziario.
    -La banca valuta la richiesta e, se positiva, richiede al Fondo di Garanzia di coprire parte del rischio.
    -Il Fondo interviene, offrendo una garanzia che può coprire fino all’80% dell’importo del finanziamento.
    La garanzia è a titolo gratuito per la maggior parte delle PMI, e non richiede ipoteche né fideiussioni personali.

    Chi può accedere?
    Possono richiedere l’accesso al Fondo:
    -Micro, piccole e medie imprese (secondo la definizione europea)
    -Professionisti con partita IVA
    -Startup e imprese innovative
    -Cooperative e consorzi
    Inoltre, possono essere ammessi sia finanziamenti per investimenti che per liquidità, ristrutturazione del debito, leasing, factoring e molto altro.

    Come si richiede?
    La richiesta non viene presentata direttamente al Fondo da parte dell’impresa, ma tramite la banca o l’intermediario finanziario scelto.

    Ecco i passaggi chiave:
    -Prepara un business plan solido e tutta la documentazione necessaria per la richiesta di finanziamento.
    -Rivolgiti alla tua banca di fiducia e specifica che vuoi accedere al Fondo di Garanzia PMI.
    -La banca si occupa dell’istruttoria e dell’inoltro della richiesta al Fondo.
    In caso di approvazione, il prestito viene erogato con la garanzia pubblica allegata.

    Perché è importante?
    Il Fondo di Garanzia è un alleato prezioso per noi imprenditori. In un contesto in cui il credito bancario è ancora troppo spesso limitato dalle logiche di rischio, avere lo Stato al nostro fianco come garante può fare la differenza tra crescita e stagnazione.

    Da Impresa.biz lo consideriamo uno degli strumenti chiave per supportare l’imprenditorialità italiana. Non solo aiuta le imprese a ottenere finanziamenti, ma spesso consente condizioni più vantaggiose, tempi più rapidi e minori richieste di garanzie personali.

    #FondoDiGaranziaPMI #AccessoAlCredito #PMIItalia #FinanziamentiAgevolati #GaranziaStato #ImpresaBiz #SostegnoAlleImprese #FinanzaAgevolata
    Fondo di Garanzia PMI: cos’è, come funziona e come richiederlo Noi di Impresa.biz conosciamo bene le difficoltà che molte piccole e medie imprese affrontano quando cercano di ottenere un finanziamento. Spesso, anche con progetti solidi e prospettive di crescita, l’accesso al credito può diventare un ostacolo. Per fortuna, esiste uno strumento pensato proprio per facilitare l’ottenimento di prestiti: il Fondo di Garanzia per le PMI. Cos’è il Fondo di Garanzia? Il Fondo di Garanzia è un’iniziativa pubblica, gestita da MCC – Mediocredito Centrale per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy. È nato per favorire l’accesso al credito delle PMI e dei professionisti, offrendo una garanzia pubblica su una parte consistente dei finanziamenti concessi dalle banche. In pratica, lo Stato si fa garante per una quota del prestito, riducendo il rischio per la banca e aumentando le possibilità che l’impresa ottenga il finanziamento. Come funziona? Il meccanismo è semplice ma efficace: -La tua impresa richiede un finanziamento a una banca o un intermediario finanziario. -La banca valuta la richiesta e, se positiva, richiede al Fondo di Garanzia di coprire parte del rischio. -Il Fondo interviene, offrendo una garanzia che può coprire fino all’80% dell’importo del finanziamento. La garanzia è a titolo gratuito per la maggior parte delle PMI, e non richiede ipoteche né fideiussioni personali. Chi può accedere? Possono richiedere l’accesso al Fondo: -Micro, piccole e medie imprese (secondo la definizione europea) -Professionisti con partita IVA -Startup e imprese innovative -Cooperative e consorzi Inoltre, possono essere ammessi sia finanziamenti per investimenti che per liquidità, ristrutturazione del debito, leasing, factoring e molto altro. Come si richiede? La richiesta non viene presentata direttamente al Fondo da parte dell’impresa, ma tramite la banca o l’intermediario finanziario scelto. Ecco i passaggi chiave: -Prepara un business plan solido e tutta la documentazione necessaria per la richiesta di finanziamento. -Rivolgiti alla tua banca di fiducia e specifica che vuoi accedere al Fondo di Garanzia PMI. -La banca si occupa dell’istruttoria e dell’inoltro della richiesta al Fondo. In caso di approvazione, il prestito viene erogato con la garanzia pubblica allegata. Perché è importante? Il Fondo di Garanzia è un alleato prezioso per noi imprenditori. In un contesto in cui il credito bancario è ancora troppo spesso limitato dalle logiche di rischio, avere lo Stato al nostro fianco come garante può fare la differenza tra crescita e stagnazione. Da Impresa.biz lo consideriamo uno degli strumenti chiave per supportare l’imprenditorialità italiana. Non solo aiuta le imprese a ottenere finanziamenti, ma spesso consente condizioni più vantaggiose, tempi più rapidi e minori richieste di garanzie personali. #FondoDiGaranziaPMI #AccessoAlCredito #PMIItalia #FinanziamentiAgevolati #GaranziaStato #ImpresaBiz #SostegnoAlleImprese #FinanzaAgevolata
    0 Commenti 0 Condivisioni 372 Viste 0 Recensioni
  • Fondi europei e regionali: come accedere e dove trovare i bandi

    Nel corso della nostra esperienza imprenditoriale ci siamo spesso chiesti: "Come fanno certe aziende a ottenere fondi a fondo perduto o contributi agevolati?" La risposta è più semplice di quanto sembra: con informazione, preparazione e un po’ di metodo.
    Anche noi, come PMI e microimprese, possiamo accedere a fondi europei e regionali, spesso con condizioni molto vantaggiose. La difficoltà principale? Trovare i bandi giusti e capire come partecipare. In questo articolo vogliamo condividere la nostra esperienza e fornire indicazioni pratiche per orientarsi nel mondo della finanza agevolata.

    1. Conoscere le principali fonti di finanziamento
    Esistono diversi livelli di fondi pubblici a cui possiamo accedere:
    -Fondi europei diretti: gestiti direttamente dalla Commissione europea (es. Horizon Europe, COSME, LIFE)
    -Fondi europei indiretti: gestiti dalle Regioni tramite Programmi Operativi (es. FESR, FSE+)
    -Fondi nazionali e regionali: promossi da Ministeri, Regioni, Camere di Commercio
    In molti casi, i bandi regionali cofinanziati con fondi europei rappresentano la via più accessibile per le piccole imprese, perché sono più vicini al territorio e ai nostri settori.

    2. Dove trovare i bandi
    Una delle domande più frequenti che ci siamo posti è: "Dove si trovano concretamente questi bandi?" Ecco alcune fonti affidabili che consultiamo regolarmente:

    Portale ufficiale dei fondi europei:
    https://europa.eu → sezione “Funding & Tenders”
    Sito della Regione di appartenenza:
    Ogni Regione ha una sezione dedicata a “bandi e finanziamenti”, spesso con newsletter a cui iscriversi.
    Portale nazionale “Incentivi.gov.it”:
    https://www.incentivi.gov.it → mappa interattiva dei finanziamenti disponibili.
    Camere di Commercio locali:
    Spesso pubblicano bandi per digitalizzazione, fiere, formazione e innovazione.
    Confartigianato, CNA, associazioni di categoria:
    Utili per segnalazioni e assistenza nella compilazione delle domande.

    3. Come prepararci per partecipare a un bando
    Abbiamo imparato che prepararsi in anticipo fa tutta la differenza. Ecco cosa facciamo prima ancora di trovare il bando giusto:
    -Manteniamo documentazione aggiornata (visura, bilanci, DURC, certificazioni)
    -Abbiamo un business plan chiaro e facilmente adattabile
    -Prepariamo una scheda progetto con obiettivi, costi, tempi e impatti
    -Valutiamo se abbiamo bisogno di assistenza esterna (consulenti o società specializzate)

    4. Cosa ci chiedono i bandi (e cosa evitare)
    I bandi pubblici possono sembrare complicati, ma la struttura è spesso simile. Ecco i punti chiave:

    Cosa serve:
    -Descrizione dettagliata del progetto
    -Piano finanziario sostenibile
    -Tempistiche chiare
    -Impatti attesi su occupazione, innovazione o sostenibilità
    -Coerenza con le priorità del bando

    Errori da evitare:
    -Progetti generici o copiati
    -Richieste di contributo eccessive rispetto all’investimento
    -Ritardi nell’invio della documentazione
    -Mancanza di chiarezza nei numeri

    5. Come aumentare le probabilità di successo
    Dopo diversi tentativi (alcuni andati bene, altri meno), abbiamo individuato alcune strategie utili:
    -Segnalare i cofinanziamenti: se dimostriamo che siamo disposti a investire anche di tasca nostra, il progetto risulta più credibile
    -Allinearci alle priorità del bando: ambiente, digitale, innovazione, inclusione sociale
    -Fare rete: a volte i bandi premiano reti d’impresa o progetti con partner (es. università, enti di ricerca, startup)
    -Presentare la domanda per tempo: prima si invia, meglio è, soprattutto nei bandi “a sportello”

    I fondi europei e regionali non sono riservati ai grandi. Anche noi, come piccoli imprenditori, possiamo accedere a queste opportunità se ci prepariamo con cura e restiamo aggiornati.
    Il segreto è combinare visione strategica, pianificazione e attenzione ai dettagli. Perché dietro ogni progetto finanziato, c’è sempre un’impresa che ha avuto il coraggio di provarci.

    #FondiEuropei #FinanzaAgevolata #BandiRegionali #PMIItalia #Microimprese #AccessoAiFinanziamenti #SviluppoImpresa #CrescitaPMI #ImpresaBiz #FondiPNRR #InnovazioneEuropea #BusinessPlan

    Fondi europei e regionali: come accedere e dove trovare i bandi Nel corso della nostra esperienza imprenditoriale ci siamo spesso chiesti: "Come fanno certe aziende a ottenere fondi a fondo perduto o contributi agevolati?" La risposta è più semplice di quanto sembra: con informazione, preparazione e un po’ di metodo. Anche noi, come PMI e microimprese, possiamo accedere a fondi europei e regionali, spesso con condizioni molto vantaggiose. La difficoltà principale? Trovare i bandi giusti e capire come partecipare. In questo articolo vogliamo condividere la nostra esperienza e fornire indicazioni pratiche per orientarsi nel mondo della finanza agevolata. 1. Conoscere le principali fonti di finanziamento Esistono diversi livelli di fondi pubblici a cui possiamo accedere: -Fondi europei diretti: gestiti direttamente dalla Commissione europea (es. Horizon Europe, COSME, LIFE) -Fondi europei indiretti: gestiti dalle Regioni tramite Programmi Operativi (es. FESR, FSE+) -Fondi nazionali e regionali: promossi da Ministeri, Regioni, Camere di Commercio In molti casi, i bandi regionali cofinanziati con fondi europei rappresentano la via più accessibile per le piccole imprese, perché sono più vicini al territorio e ai nostri settori. 2. Dove trovare i bandi Una delle domande più frequenti che ci siamo posti è: "Dove si trovano concretamente questi bandi?" Ecco alcune fonti affidabili che consultiamo regolarmente: 🔹 Portale ufficiale dei fondi europei: https://europa.eu → sezione “Funding & Tenders” 🔹 Sito della Regione di appartenenza: Ogni Regione ha una sezione dedicata a “bandi e finanziamenti”, spesso con newsletter a cui iscriversi. 🔹 Portale nazionale “Incentivi.gov.it”: https://www.incentivi.gov.it → mappa interattiva dei finanziamenti disponibili. 🔹 Camere di Commercio locali: Spesso pubblicano bandi per digitalizzazione, fiere, formazione e innovazione. 🔹 Confartigianato, CNA, associazioni di categoria: Utili per segnalazioni e assistenza nella compilazione delle domande. 3. Come prepararci per partecipare a un bando Abbiamo imparato che prepararsi in anticipo fa tutta la differenza. Ecco cosa facciamo prima ancora di trovare il bando giusto: -Manteniamo documentazione aggiornata (visura, bilanci, DURC, certificazioni) -Abbiamo un business plan chiaro e facilmente adattabile -Prepariamo una scheda progetto con obiettivi, costi, tempi e impatti -Valutiamo se abbiamo bisogno di assistenza esterna (consulenti o società specializzate) 4. Cosa ci chiedono i bandi (e cosa evitare) I bandi pubblici possono sembrare complicati, ma la struttura è spesso simile. Ecco i punti chiave: ✅ Cosa serve: -Descrizione dettagliata del progetto -Piano finanziario sostenibile -Tempistiche chiare -Impatti attesi su occupazione, innovazione o sostenibilità -Coerenza con le priorità del bando ❌ Errori da evitare: -Progetti generici o copiati -Richieste di contributo eccessive rispetto all’investimento -Ritardi nell’invio della documentazione -Mancanza di chiarezza nei numeri 5. Come aumentare le probabilità di successo Dopo diversi tentativi (alcuni andati bene, altri meno), abbiamo individuato alcune strategie utili: -Segnalare i cofinanziamenti: se dimostriamo che siamo disposti a investire anche di tasca nostra, il progetto risulta più credibile -Allinearci alle priorità del bando: ambiente, digitale, innovazione, inclusione sociale -Fare rete: a volte i bandi premiano reti d’impresa o progetti con partner (es. università, enti di ricerca, startup) -Presentare la domanda per tempo: prima si invia, meglio è, soprattutto nei bandi “a sportello” I fondi europei e regionali non sono riservati ai grandi. Anche noi, come piccoli imprenditori, possiamo accedere a queste opportunità se ci prepariamo con cura e restiamo aggiornati. Il segreto è combinare visione strategica, pianificazione e attenzione ai dettagli. Perché dietro ogni progetto finanziato, c’è sempre un’impresa che ha avuto il coraggio di provarci. #FondiEuropei #FinanzaAgevolata #BandiRegionali #PMIItalia #Microimprese #AccessoAiFinanziamenti #SviluppoImpresa #CrescitaPMI #ImpresaBiz #FondiPNRR #InnovazioneEuropea #BusinessPlan
    EUROPA.EU
    Your gateway to the EU, News, Highlights | European Union
    Discover how the EU functions, its principles, priorities; find out about its history and member states; learn about its legal basis and your EU rights.
    0 Commenti 0 Condivisioni 531 Viste 0 Recensioni
  • Fondo di Garanzia per le PMI: proroga e novità 2025
    Buone notizie per le piccole e medie imprese italiane:

    il Fondo di Garanzia per le PMI è stato ufficialmente prorogato anche per il 2025, con alcune conferme importanti e nuovi margini di operatività. Il meccanismo resta uno degli strumenti più efficaci per facilitare l’accesso al credito, soprattutto per quelle imprese che non dispongono di garanzie reali sufficienti.

    Vediamo in sintesi cosa prevede la proroga, chi può accedervi, quali sono le condizioni e come sfruttarlo al meglio.

    Cos’è il Fondo di Garanzia per le PMI
    Si tratta di un intervento pubblico dello Stato che agevola l’accesso al credito delle PMI attraverso una garanzia diretta o di riassicurazione/sostituzione sui finanziamenti concessi da banche e intermediari finanziari.

    Il vantaggio per l’impresa? Ottenere credito senza dover presentare garanzie reali (es. immobili, fideiussioni), poiché è lo Stato a garantire – in parte o in toto – l’esposizione della banca.

    Massimale confermato: fino a 5 milioni di euro per impresa
    Il massimale di intervento del Fondo è stato confermato a 5 milioni di euro per singola impresa, cumulabili su più operazioni, anche con finalità differenti (liquidità, investimenti, ristrutturazione del debito, ecc.).

    Questo significa che una PMI può accedere a più finanziamenti garantiti, fino al raggiungimento del plafond massimo disponibile.

    Chi può accedere
    Possono accedere al Fondo:
    -Micro, piccole e medie imprese italiane, in qualsiasi settore (tranne quelli espressamente esclusi dalla normativa UE);
    -Liberi professionisti e studi associati, equiparati alle PMI;
    -Startup e nuove imprese, anche prive di storicità bancaria, se con business plan sostenibile.
    Non è richiesta alcuna garanzia reale o assicurativa da parte dell’impresa, ma solo la valutazione del merito creditizio da parte della banca.

    Tipologie di operazioni ammesse
    Le garanzie del Fondo coprono diverse forme di finanziamento:
    -Finanziamenti per investimenti in beni strumentali, impianti, tecnologie;
    -Prestiti per liquidità o capitale circolante;
    -Consolidamento di passività a breve;
    -Operazioni di rinegoziazione del debito;
    -Finanziamenti per startup o passaggi generazionali.
    Le garanzie possono coprire fino all’80% dell’importo del finanziamento.

    Come funziona la richiesta
    L’impresa non deve fare domanda direttamente al Fondo. Il processo è gestito dalla banca o dall’intermediario finanziario presso cui si richiede il prestito. Ecco i passaggi:
    -L’impresa richiede un finanziamento alla propria banca;
    -La banca valuta la fattibilità e inoltra la richiesta di garanzia al Fondo tramite il portale del Gestore Mediocredito Centrale;
    -Se approvata, la garanzia statale viene concessa e la banca eroga il finanziamento.
    Il tutto avviene senza costi diretti per l’impresa (salvo eventuali commissioni bancarie standard).

    Vantaggi per le PMI
    -Maggior facilità di accesso al credito, anche senza garanzie tradizionali;
    -Tassi più competitivi, grazie al minor rischio per le banche;
    -Tempi più rapidi di istruttoria, con procedure semplificate;
    -Possibilità di sostenere progetti di crescita, rinnovamento o ristrutturazione.

    La proroga del Fondo di Garanzia rappresenta una conferma importante per l’intero ecosistema delle PMI italiane. In un contesto economico ancora incerto, avere uno strumento efficace, semplice e gratuito per accedere al credito è una leva fondamentale per investire, innovare e affrontare nuove sfide.

    Chi ha progetti nel cassetto, ora ha uno strumento in più per trasformarli in realtà.

    #PMI #AccessoAlCredito #FondoDiGaranzia #FinanzaAgevolata #Investimenti #ImpresaBiz #Credito2025
    Fondo di Garanzia per le PMI: proroga e novità 2025 Buone notizie per le piccole e medie imprese italiane: il Fondo di Garanzia per le PMI è stato ufficialmente prorogato anche per il 2025, con alcune conferme importanti e nuovi margini di operatività. Il meccanismo resta uno degli strumenti più efficaci per facilitare l’accesso al credito, soprattutto per quelle imprese che non dispongono di garanzie reali sufficienti. Vediamo in sintesi cosa prevede la proroga, chi può accedervi, quali sono le condizioni e come sfruttarlo al meglio. 🔍 Cos’è il Fondo di Garanzia per le PMI Si tratta di un intervento pubblico dello Stato che agevola l’accesso al credito delle PMI attraverso una garanzia diretta o di riassicurazione/sostituzione sui finanziamenti concessi da banche e intermediari finanziari. Il vantaggio per l’impresa? Ottenere credito senza dover presentare garanzie reali (es. immobili, fideiussioni), poiché è lo Stato a garantire – in parte o in toto – l’esposizione della banca. 💰 Massimale confermato: fino a 5 milioni di euro per impresa Il massimale di intervento del Fondo è stato confermato a 5 milioni di euro per singola impresa, cumulabili su più operazioni, anche con finalità differenti (liquidità, investimenti, ristrutturazione del debito, ecc.). Questo significa che una PMI può accedere a più finanziamenti garantiti, fino al raggiungimento del plafond massimo disponibile. ✅ Chi può accedere Possono accedere al Fondo: -Micro, piccole e medie imprese italiane, in qualsiasi settore (tranne quelli espressamente esclusi dalla normativa UE); -Liberi professionisti e studi associati, equiparati alle PMI; -Startup e nuove imprese, anche prive di storicità bancaria, se con business plan sostenibile. Non è richiesta alcuna garanzia reale o assicurativa da parte dell’impresa, ma solo la valutazione del merito creditizio da parte della banca. 📈 Tipologie di operazioni ammesse Le garanzie del Fondo coprono diverse forme di finanziamento: -Finanziamenti per investimenti in beni strumentali, impianti, tecnologie; -Prestiti per liquidità o capitale circolante; -Consolidamento di passività a breve; -Operazioni di rinegoziazione del debito; -Finanziamenti per startup o passaggi generazionali. Le garanzie possono coprire fino all’80% dell’importo del finanziamento. 🏦 Come funziona la richiesta L’impresa non deve fare domanda direttamente al Fondo. Il processo è gestito dalla banca o dall’intermediario finanziario presso cui si richiede il prestito. Ecco i passaggi: -L’impresa richiede un finanziamento alla propria banca; -La banca valuta la fattibilità e inoltra la richiesta di garanzia al Fondo tramite il portale del Gestore Mediocredito Centrale; -Se approvata, la garanzia statale viene concessa e la banca eroga il finanziamento. Il tutto avviene senza costi diretti per l’impresa (salvo eventuali commissioni bancarie standard). 📌 Vantaggi per le PMI -Maggior facilità di accesso al credito, anche senza garanzie tradizionali; -Tassi più competitivi, grazie al minor rischio per le banche; -Tempi più rapidi di istruttoria, con procedure semplificate; -Possibilità di sostenere progetti di crescita, rinnovamento o ristrutturazione. La proroga del Fondo di Garanzia rappresenta una conferma importante per l’intero ecosistema delle PMI italiane. In un contesto economico ancora incerto, avere uno strumento efficace, semplice e gratuito per accedere al credito è una leva fondamentale per investire, innovare e affrontare nuove sfide. Chi ha progetti nel cassetto, ora ha uno strumento in più per trasformarli in realtà. #PMI #AccessoAlCredito #FondoDiGaranzia #FinanzaAgevolata #Investimenti #ImpresaBiz #Credito2025
    0 Commenti 0 Condivisioni 393 Viste 0 Recensioni
  • Espandersi all’estero richiede visione strategica, ma anche risorse finanziarie adeguate. La buona notizia è che oggi le imprese italiane possono contare su diverse forme di supporto pubblico, sia a livello nazionale che comunitario. Strumenti che permettono di affrontare l’internazionalizzazione in modo più sostenibile, abbattendo rischi e costi iniziali.

    Vediamo i principali canali di finanza agevolata per l’export.

    1. SIMEST: il partner pubblico per crescere nei mercati esteri
    SIMEST (Gruppo CDP) è il principale strumento pubblico per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane. Offre finanziamenti agevolati e cofinanziamenti a fondo perduto, per:
    -Inserimento commerciale in nuovi mercati (es. apertura sedi, partecipazione a fiere, marketing locale)
    -E-commerce internazionale
    -Studi di fattibilità per nuovi investimenti esteri
    -Transizione digitale ed ecologica per l’export
    -Patrimonializzazione per rafforzare l’impresa prima di affrontare l’estero
    I finanziamenti SIMEST sono spesso a tasso agevolato (quasi zero), con quote a fondo perduto che possono arrivare fino al 10-25%.

    2. SACE: protezione e garanzie per operare all’estero
    SACE affianca le imprese italiane con strumenti assicurativi e finanziari per:
    -Assicurare i crediti commerciali esteri (contro insolvenze o mancati pagamenti)
    -Ottenere garanzie per finanziamenti bancari destinati a operazioni internazionali
    -Supportare investimenti diretti all’estero o progetti complessi in mercati a rischio
    Particolarmente utile in contesti geopolitici instabili o in operazioni con clienti esteri poco conosciuti.

    3. Bandi nazionali e regionali per l’export
    Oltre agli strumenti strutturali di SIMEST e SACE, esistono bandi periodici promossi da:
    -MAECI (Ministero Affari Esteri)
    -ICE – Agenzia per la promozione all’estero
    -Regioni e Camere di Commercio, spesso in collaborazione con Unioncamere o enti locali

    Questi bandi finanziano spese come:
    ✔ Traduzioni e adattamenti del sito per l’estero
    ✔ Partecipazione a fiere e missioni commerciali
    ✔ Consulenze export o temporary export manager
    ✔ Certificazioni internazionali di prodotto

    I bandi hanno solitamente finestre temporali precise, quindi è importante monitorarli costantemente o affidarsi a un consulente.

    4. Fondi europei e PNRR
    L’Unione Europea sostiene l’internazionalizzazione tramite:
    -Programmi come COSME, Horizon Europe e Single Market Programme, destinati a PMI innovative e progetti transnazionali
    -Risorse del PNRR, destinate anche al sostegno all’export, alla digitalizzazione e alla crescita verde, con specifici bandi a livello nazionale e regionale
    Le imprese che combinano innovazione, sostenibilità e apertura ai mercati esteri sono quelle più premiate nei bandi europei.

    L’internazionalizzazione non è solo una strategia di mercato, ma anche un investimento. Grazie ai tanti strumenti pubblici a disposizione, oggi le imprese hanno la possibilità concreta di crescere all’estero riducendo i costi e gestendo i rischi.

    La chiave è conoscere gli strumenti, pianificare in anticipo e costruire un progetto solido da presentare.

    #Internazionalizzazione #FinanzaAgevolata #Simest #SACE #Export #FondiEuropei #BandiExport #CDP #ImpreseItalianeNelMondo #ExportStrategy

    Espandersi all’estero richiede visione strategica, ma anche risorse finanziarie adeguate. La buona notizia è che oggi le imprese italiane possono contare su diverse forme di supporto pubblico, sia a livello nazionale che comunitario. Strumenti che permettono di affrontare l’internazionalizzazione in modo più sostenibile, abbattendo rischi e costi iniziali. Vediamo i principali canali di finanza agevolata per l’export. 1. SIMEST: il partner pubblico per crescere nei mercati esteri SIMEST (Gruppo CDP) è il principale strumento pubblico per il sostegno all’internazionalizzazione delle imprese italiane. Offre finanziamenti agevolati e cofinanziamenti a fondo perduto, per: -Inserimento commerciale in nuovi mercati (es. apertura sedi, partecipazione a fiere, marketing locale) -E-commerce internazionale -Studi di fattibilità per nuovi investimenti esteri -Transizione digitale ed ecologica per l’export -Patrimonializzazione per rafforzare l’impresa prima di affrontare l’estero I finanziamenti SIMEST sono spesso a tasso agevolato (quasi zero), con quote a fondo perduto che possono arrivare fino al 10-25%. 2. SACE: protezione e garanzie per operare all’estero SACE affianca le imprese italiane con strumenti assicurativi e finanziari per: -Assicurare i crediti commerciali esteri (contro insolvenze o mancati pagamenti) -Ottenere garanzie per finanziamenti bancari destinati a operazioni internazionali -Supportare investimenti diretti all’estero o progetti complessi in mercati a rischio Particolarmente utile in contesti geopolitici instabili o in operazioni con clienti esteri poco conosciuti. 3. Bandi nazionali e regionali per l’export Oltre agli strumenti strutturali di SIMEST e SACE, esistono bandi periodici promossi da: -MAECI (Ministero Affari Esteri) -ICE – Agenzia per la promozione all’estero -Regioni e Camere di Commercio, spesso in collaborazione con Unioncamere o enti locali Questi bandi finanziano spese come: ✔ Traduzioni e adattamenti del sito per l’estero ✔ Partecipazione a fiere e missioni commerciali ✔ Consulenze export o temporary export manager ✔ Certificazioni internazionali di prodotto I bandi hanno solitamente finestre temporali precise, quindi è importante monitorarli costantemente o affidarsi a un consulente. 4. Fondi europei e PNRR L’Unione Europea sostiene l’internazionalizzazione tramite: -Programmi come COSME, Horizon Europe e Single Market Programme, destinati a PMI innovative e progetti transnazionali -Risorse del PNRR, destinate anche al sostegno all’export, alla digitalizzazione e alla crescita verde, con specifici bandi a livello nazionale e regionale Le imprese che combinano innovazione, sostenibilità e apertura ai mercati esteri sono quelle più premiate nei bandi europei. L’internazionalizzazione non è solo una strategia di mercato, ma anche un investimento. Grazie ai tanti strumenti pubblici a disposizione, oggi le imprese hanno la possibilità concreta di crescere all’estero riducendo i costi e gestendo i rischi. La chiave è conoscere gli strumenti, pianificare in anticipo e costruire un progetto solido da presentare. #Internazionalizzazione #FinanzaAgevolata #Simest #SACE #Export #FondiEuropei #BandiExport #CDP #ImpreseItalianeNelMondo #ExportStrategy
    0 Commenti 0 Condivisioni 519 Viste 0 Recensioni
  • I finanziamenti per la digitalizzazione delle PMI rappresentano un’opportunità fondamentale per le piccole e medie imprese (PMI) che desiderano modernizzare i propri processi aziendali, adottare nuove tecnologie e migliorare la competitività nel mercato globale. L’evoluzione digitale è ormai una necessità per sopravvivere e crescere, e fortunatamente, esistono diversi strumenti finanziari e incentivi statali e privati per supportare questo percorso.

    1. Incentivi Pubblici e Agevolazioni Fiscali
    Il governo e le istituzioni europee offrono diversi finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e incentivi fiscali destinati a favorire la digitalizzazione delle PMI. Questi finanziamenti permettono alle imprese di coprire una parte dei costi legati all’acquisto di software, hardware, soluzioni cloud e altre tecnologie innovative. Alcuni dei principali strumenti disponibili includono:
    -Piano Nazionale Impresa 4.0: Il governo italiano offre incentivi attraverso il Piano Nazionale Impresa 4.0, che prevede agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali digitali (come macchinari e software) per le PMI che investono in innovazione tecnologica.
    -Credito d’imposta per la formazione 4.0: Le PMI che investono nella formazione digitale dei propri dipendenti possono usufruire di un credito d’imposta per coprire i costi relativi a corsi e programmi di aggiornamento sulle nuove tecnologie.
    -Fondi Europei: La Commissione Europea offre finanziamenti attraverso programmi come Horizon Europe e Digital Europe Programme, che supportano le PMI nel loro percorso di digitalizzazione, specialmente per progetti di ricerca e sviluppo tecnologico.

    2. Finanziamenti Bancari e Privati
    Oltre agli incentivi pubblici, le PMI possono accedere a finanziamenti bancari e privati con condizioni agevolate per digitalizzare la propria attività. Alcuni strumenti finanziari utili includono:
    -Prestiti agevolati: Molte banche offrono prestiti dedicati a PMI che desiderano investire in tecnologie digitali, con tassi di interesse ridotti o garanzie statali.
    -Microcredito: Il microcredito è una soluzione pensata per le PMI più piccole, che possono ottenere finanziamenti a tassi vantaggiosi per progetti di digitalizzazione.
    -Venture Capital e Business Angels: Per le PMI che puntano su innovazioni altamente tecnologiche, il capitale di rischio può essere un’opzione interessante. Gli investitori privati sono sempre più attenti alle opportunità nel settore digitale e potrebbero essere disposti a finanziare progetti innovativi.

    3. Benefici della Digitalizzazione per le PMI
    Investire nella digitalizzazione consente alle PMI di migliorare significativamente le proprie operazioni, aumentando l’efficienza e riducendo i costi. Alcuni dei principali benefici sono:
    -Ottimizzazione dei processi aziendali: L’automazione dei processi aziendali attraverso software gestionali, CRM, ERP e soluzioni cloud permette di risparmiare tempo e risorse.
    -Miglioramento della competitività: L’adozione di tecnologie avanzate consente alle PMI di offrire prodotti e servizi migliori, aumentando la competitività sul mercato.
    -Espansione internazionale: La digitalizzazione aiuta le PMI a entrare in mercati globali grazie all’e-commerce, al marketing digitale e alla gestione remota delle attività aziendali.

    4. Come Accedere ai Finanziamenti
    Per accedere a questi finanziamenti, le PMI devono solitamente presentare un piano aziendale che descriva in dettaglio gli investimenti tecnologici previsti, i benefici attesi e la strategia di crescita digitale. È importante anche tenere conto delle scadenze per i bandi pubblici e rispettare le condizioni previste.


    La digitalizzazione delle PMI è un passo fondamentale per rimanere competitivi nell’era digitale. Grazie ai vari finanziamenti pubblici e privati, le imprese hanno l’opportunità di adottare soluzioni innovative senza dover sostenere costi elevati. Approfittare di questi incentivi e finanziamenti aiuta le PMI a modernizzarsi, aumentare l’efficienza e prepararsi al futuro.
    #DigitalizzazionePMI, #FinanziamentiPMI, #InnovazioneTecnologica, #Impresa4.0, #CreditoDImposta, #FondiEuropei, #Microcredito, #SostegnoPMI, #TecnologieInnovative, #FinanziamentiAgevolati, #TrasformazioneDigitale, #SupportoPMI, #Innovazione, #FinanzaAgevolata, #DigitalTransformation, #CrescitaDigitale
    I finanziamenti per la digitalizzazione delle PMI rappresentano un’opportunità fondamentale per le piccole e medie imprese (PMI) che desiderano modernizzare i propri processi aziendali, adottare nuove tecnologie e migliorare la competitività nel mercato globale. L’evoluzione digitale è ormai una necessità per sopravvivere e crescere, e fortunatamente, esistono diversi strumenti finanziari e incentivi statali e privati per supportare questo percorso. 1. Incentivi Pubblici e Agevolazioni Fiscali Il governo e le istituzioni europee offrono diversi finanziamenti agevolati, contributi a fondo perduto e incentivi fiscali destinati a favorire la digitalizzazione delle PMI. Questi finanziamenti permettono alle imprese di coprire una parte dei costi legati all’acquisto di software, hardware, soluzioni cloud e altre tecnologie innovative. Alcuni dei principali strumenti disponibili includono: -Piano Nazionale Impresa 4.0: Il governo italiano offre incentivi attraverso il Piano Nazionale Impresa 4.0, che prevede agevolazioni per l’acquisto di beni strumentali digitali (come macchinari e software) per le PMI che investono in innovazione tecnologica. -Credito d’imposta per la formazione 4.0: Le PMI che investono nella formazione digitale dei propri dipendenti possono usufruire di un credito d’imposta per coprire i costi relativi a corsi e programmi di aggiornamento sulle nuove tecnologie. -Fondi Europei: La Commissione Europea offre finanziamenti attraverso programmi come Horizon Europe e Digital Europe Programme, che supportano le PMI nel loro percorso di digitalizzazione, specialmente per progetti di ricerca e sviluppo tecnologico. 2. Finanziamenti Bancari e Privati Oltre agli incentivi pubblici, le PMI possono accedere a finanziamenti bancari e privati con condizioni agevolate per digitalizzare la propria attività. Alcuni strumenti finanziari utili includono: -Prestiti agevolati: Molte banche offrono prestiti dedicati a PMI che desiderano investire in tecnologie digitali, con tassi di interesse ridotti o garanzie statali. -Microcredito: Il microcredito è una soluzione pensata per le PMI più piccole, che possono ottenere finanziamenti a tassi vantaggiosi per progetti di digitalizzazione. -Venture Capital e Business Angels: Per le PMI che puntano su innovazioni altamente tecnologiche, il capitale di rischio può essere un’opzione interessante. Gli investitori privati sono sempre più attenti alle opportunità nel settore digitale e potrebbero essere disposti a finanziare progetti innovativi. 3. Benefici della Digitalizzazione per le PMI Investire nella digitalizzazione consente alle PMI di migliorare significativamente le proprie operazioni, aumentando l’efficienza e riducendo i costi. Alcuni dei principali benefici sono: -Ottimizzazione dei processi aziendali: L’automazione dei processi aziendali attraverso software gestionali, CRM, ERP e soluzioni cloud permette di risparmiare tempo e risorse. -Miglioramento della competitività: L’adozione di tecnologie avanzate consente alle PMI di offrire prodotti e servizi migliori, aumentando la competitività sul mercato. -Espansione internazionale: La digitalizzazione aiuta le PMI a entrare in mercati globali grazie all’e-commerce, al marketing digitale e alla gestione remota delle attività aziendali. 4. Come Accedere ai Finanziamenti Per accedere a questi finanziamenti, le PMI devono solitamente presentare un piano aziendale che descriva in dettaglio gli investimenti tecnologici previsti, i benefici attesi e la strategia di crescita digitale. È importante anche tenere conto delle scadenze per i bandi pubblici e rispettare le condizioni previste. La digitalizzazione delle PMI è un passo fondamentale per rimanere competitivi nell’era digitale. Grazie ai vari finanziamenti pubblici e privati, le imprese hanno l’opportunità di adottare soluzioni innovative senza dover sostenere costi elevati. Approfittare di questi incentivi e finanziamenti aiuta le PMI a modernizzarsi, aumentare l’efficienza e prepararsi al futuro. #DigitalizzazionePMI, #FinanziamentiPMI, #InnovazioneTecnologica, #Impresa4.0, #CreditoDImposta, #FondiEuropei, #Microcredito, #SostegnoPMI, #TecnologieInnovative, #FinanziamentiAgevolati, #TrasformazioneDigitale, #SupportoPMI, #Innovazione, #FinanzaAgevolata, #DigitalTransformation, #CrescitaDigitale
    0 Commenti 0 Condivisioni 704 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca