• Espandi i Confini: Strategie Global per PMI Ambiziose

    Noi di Impresa.biz lo ripetiamo spesso: le PMI italiane hanno tutte le carte in regola per competere sui mercati internazionali. Quello che serve è una visione chiara, una strategia mirata e il coraggio di espandere i confini. L’internazionalizzazione non è più un’opzione riservata ai grandi gruppi: è una reale opportunità per tutte le imprese ambiziose che vogliono crescere, innovare e restare competitive.

    Dalla visione locale a quella globale
    Spesso partiamo da contesti territoriali solidi, dove il nostro marchio è conosciuto e il business è consolidato. Ma per affrontare le sfide del futuro, dobbiamo guardare oltre: nuove nicchie di mercato, clienti internazionali, partner globali. Noi crediamo che ogni PMI debba porsi la domanda: in quale mercato estero potrei portare il mio valore aggiunto?

    Le strategie che funzionano davvero
    Noi di Impresa.biz abbiamo raccolto negli anni le migliori pratiche per internazionalizzarsi con successo. Alcune leve strategiche fondamentali sono:
    -Partnership e reti commerciali locali per entrare in mercati complessi con un alleato forte;
    -Digitalizzazione delle vendite, per raggiungere clienti globali anche senza presenza fisica iniziale;
    -Adattamento del prodotto e della comunicazione alle esigenze culturali e normative locali;
    -Gestione finanziaria consapevole, con l’utilizzo di strumenti di copertura e finanziamento internazionale.
    Ogni strategia va costruita su misura, ma l’approccio deve sempre essere guidato da dati, analisi e obiettivi concreti.

    Superare le barriere con gli strumenti giusti
    Noi sappiamo che le barriere all’ingresso possono spaventare: burocrazia, rischio paese, dazi, compliance. Ma oggi ci sono strumenti accessibili anche alle PMI, come i servizi di SACE e SIMEST, il supporto delle Camere di Commercio estere, e piattaforme digitali che semplificano l’export.

    Inoltre, una pianificazione finanziaria internazionale solida ci permette di affrontare il percorso con maggiore tranquillità e margini di manovra.

    L’importanza della cultura globale
    Espandersi significa anche cambiare mentalità. Noi di Impresa.biz crediamo nella formazione continua, nell’apertura al confronto interculturale e nella capacità di leggere i mercati con occhi nuovi. Internazionalizzare vuol dire diventare più forti, più preparati, più resilienti.

    Il mondo è un’opportunità, non un ostacolo
    Per noi, internazionalizzare non è solo vendere all’estero. È un processo di crescita che rafforza tutta l’impresa, anche a casa. Le PMI ambiziose che sapranno investire in strategia, innovazione e relazioni globali saranno le protagoniste del made in Italy di domani.

    #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #EspansioneGlobale #StrategieDiCrescita #Export #Digitalizzazione #FinanzaInternazionale #CrescitaAziendale #BusinessSenzaFrontiere #MadeInItalyNelMondo
    Espandi i Confini: Strategie Global per PMI Ambiziose Noi di Impresa.biz lo ripetiamo spesso: le PMI italiane hanno tutte le carte in regola per competere sui mercati internazionali. Quello che serve è una visione chiara, una strategia mirata e il coraggio di espandere i confini. L’internazionalizzazione non è più un’opzione riservata ai grandi gruppi: è una reale opportunità per tutte le imprese ambiziose che vogliono crescere, innovare e restare competitive. Dalla visione locale a quella globale Spesso partiamo da contesti territoriali solidi, dove il nostro marchio è conosciuto e il business è consolidato. Ma per affrontare le sfide del futuro, dobbiamo guardare oltre: nuove nicchie di mercato, clienti internazionali, partner globali. Noi crediamo che ogni PMI debba porsi la domanda: in quale mercato estero potrei portare il mio valore aggiunto? Le strategie che funzionano davvero Noi di Impresa.biz abbiamo raccolto negli anni le migliori pratiche per internazionalizzarsi con successo. Alcune leve strategiche fondamentali sono: -Partnership e reti commerciali locali per entrare in mercati complessi con un alleato forte; -Digitalizzazione delle vendite, per raggiungere clienti globali anche senza presenza fisica iniziale; -Adattamento del prodotto e della comunicazione alle esigenze culturali e normative locali; -Gestione finanziaria consapevole, con l’utilizzo di strumenti di copertura e finanziamento internazionale. Ogni strategia va costruita su misura, ma l’approccio deve sempre essere guidato da dati, analisi e obiettivi concreti. Superare le barriere con gli strumenti giusti Noi sappiamo che le barriere all’ingresso possono spaventare: burocrazia, rischio paese, dazi, compliance. Ma oggi ci sono strumenti accessibili anche alle PMI, come i servizi di SACE e SIMEST, il supporto delle Camere di Commercio estere, e piattaforme digitali che semplificano l’export. Inoltre, una pianificazione finanziaria internazionale solida ci permette di affrontare il percorso con maggiore tranquillità e margini di manovra. L’importanza della cultura globale Espandersi significa anche cambiare mentalità. Noi di Impresa.biz crediamo nella formazione continua, nell’apertura al confronto interculturale e nella capacità di leggere i mercati con occhi nuovi. Internazionalizzare vuol dire diventare più forti, più preparati, più resilienti. Il mondo è un’opportunità, non un ostacolo Per noi, internazionalizzare non è solo vendere all’estero. È un processo di crescita che rafforza tutta l’impresa, anche a casa. Le PMI ambiziose che sapranno investire in strategia, innovazione e relazioni globali saranno le protagoniste del made in Italy di domani. #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #EspansioneGlobale #StrategieDiCrescita #Export #Digitalizzazione #FinanzaInternazionale #CrescitaAziendale #BusinessSenzaFrontiere #MadeInItalyNelMondo
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  • Navigare l’Incertezza: Internazionalizzazione tra Rischio Paese e Geopolitica

    Noi di Impresa.biz sappiamo che internazionalizzare oggi significa muoversi in un contesto globale sempre più complesso e incerto, dove fattori geopolitici e rischi paese possono influenzare profondamente le strategie aziendali. Navigare queste acque richiede una combinazione di preparazione, flessibilità e capacità di anticipare scenari diversi.

    Comprendere il rischio paese
    Il rischio paese è l’insieme di fattori politici, economici, sociali e normativi che possono compromettere la stabilità degli investimenti e delle operazioni all’estero. Noi di Impresa.biz riteniamo fondamentale analizzare con attenzione questi elementi prima di intraprendere un percorso di espansione internazionale, perché una valutazione accurata può evitare perdite e problemi imprevisti.

    Il ruolo della geopolitica nelle decisioni aziendali
    La geopolitica condiziona flussi commerciali, alleanze strategiche e accesso ai mercati. Tensioni internazionali, sanzioni, cambiamenti nelle relazioni diplomatiche possono rapidamente modificare il contesto in cui operiamo. Per noi, tenersi informati e aggiornati su questi aspetti è imprescindibile per adattare tempestivamente le strategie e minimizzare i rischi.

    Strumenti e approcci per gestire l’incertezza
    Noi di Impresa.biz consigliamo un approccio integrato che prevede:
    -Monitoraggio continuo delle condizioni politiche ed economiche dei paesi target;
    -Diversificazione geografica per ridurre l’esposizione a singoli mercati ad alto rischio;
    -Assicurazioni contro il rischio paese offerte da enti come SACE;
    -Pianificazione di scenari alternativi per rispondere prontamente a cambiamenti improvvisi.

    Il valore della resilienza e della flessibilità
    Affrontare l’incertezza richiede anche capacità di resilienza e adattamento. Noi di Impresa.biz crediamo che costruire un’organizzazione agile, con processi decisionali rapidi e una cultura orientata all’innovazione, sia la chiave per trasformare il rischio in opportunità.

    Navigare l’incertezza con consapevolezza e strategia
    In un mondo caratterizzato da instabilità geopolitica e rischi paese, noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane per fornire informazioni aggiornate, strumenti pratici e supporto strategico, aiutandole a navigare con sicurezza verso nuovi mercati e orizzonti di crescita.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #RischioPaese #Geopolitica #GestioneRischi #Export #CrescitaGlobale #Assicurazioni #StrategiaAziendale #BusinessInternazionale #Resilienza
    Navigare l’Incertezza: Internazionalizzazione tra Rischio Paese e Geopolitica Noi di Impresa.biz sappiamo che internazionalizzare oggi significa muoversi in un contesto globale sempre più complesso e incerto, dove fattori geopolitici e rischi paese possono influenzare profondamente le strategie aziendali. Navigare queste acque richiede una combinazione di preparazione, flessibilità e capacità di anticipare scenari diversi. Comprendere il rischio paese Il rischio paese è l’insieme di fattori politici, economici, sociali e normativi che possono compromettere la stabilità degli investimenti e delle operazioni all’estero. Noi di Impresa.biz riteniamo fondamentale analizzare con attenzione questi elementi prima di intraprendere un percorso di espansione internazionale, perché una valutazione accurata può evitare perdite e problemi imprevisti. Il ruolo della geopolitica nelle decisioni aziendali La geopolitica condiziona flussi commerciali, alleanze strategiche e accesso ai mercati. Tensioni internazionali, sanzioni, cambiamenti nelle relazioni diplomatiche possono rapidamente modificare il contesto in cui operiamo. Per noi, tenersi informati e aggiornati su questi aspetti è imprescindibile per adattare tempestivamente le strategie e minimizzare i rischi. Strumenti e approcci per gestire l’incertezza Noi di Impresa.biz consigliamo un approccio integrato che prevede: -Monitoraggio continuo delle condizioni politiche ed economiche dei paesi target; -Diversificazione geografica per ridurre l’esposizione a singoli mercati ad alto rischio; -Assicurazioni contro il rischio paese offerte da enti come SACE; -Pianificazione di scenari alternativi per rispondere prontamente a cambiamenti improvvisi. Il valore della resilienza e della flessibilità Affrontare l’incertezza richiede anche capacità di resilienza e adattamento. Noi di Impresa.biz crediamo che costruire un’organizzazione agile, con processi decisionali rapidi e una cultura orientata all’innovazione, sia la chiave per trasformare il rischio in opportunità. Navigare l’incertezza con consapevolezza e strategia In un mondo caratterizzato da instabilità geopolitica e rischi paese, noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane per fornire informazioni aggiornate, strumenti pratici e supporto strategico, aiutandole a navigare con sicurezza verso nuovi mercati e orizzonti di crescita. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #RischioPaese #Geopolitica #GestioneRischi #Export #CrescitaGlobale #Assicurazioni #StrategiaAziendale #BusinessInternazionale #Resilienza
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  • Accesso al Credito per l’Estero: Strumenti e Soluzioni per le Imprese

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto l’accesso al credito rappresenti una delle leve fondamentali per sostenere l’espansione internazionale delle imprese italiane. Affrontare mercati esteri richiede infatti risorse finanziarie adeguate, flessibilità e strumenti mirati che sappiano accompagnare ogni fase del percorso.

    Strumenti finanziari per finanziare l’export e l’internazionalizzazione
    Quando parliamo di accesso al credito per l’estero, ci riferiamo a una gamma di soluzioni diversificate:
    -Finanziamenti agevolati: messi a disposizione da enti pubblici e istituzioni europee, spesso a condizioni favorevoli per PMI e startup.
    -Linee di credito dedicate all’export: offerte da banche e istituti finanziari, studiate per coprire fabbisogni specifici come l’acquisto di materie prime o il supporto alle attività commerciali.
    -Garanzie e assicurazioni del credito all’export: strumenti che riducono il rischio per le banche, facilitando l’accesso al credito.
    -Factoring internazionale: utile per migliorare la liquidità attraverso l’anticipo dei crediti verso clienti esteri.
    -Leasing e finanziamenti per investimenti produttivi: per supportare l’acquisto di macchinari e infrastrutture funzionali all’espansione.

    Come orientarsi nella scelta delle soluzioni
    Noi di Impresa.biz raccomandiamo sempre un’analisi approfondita del fabbisogno finanziario, valutando tempi, costi e condizioni offerte da ogni strumento. È fondamentale conoscere i requisiti di accesso e pianificare con attenzione la gestione del debito, per evitare squilibri finanziari.

    Inoltre, la consulenza specializzata può fare la differenza nel capire quali soluzioni si adattano meglio al modello di business e al mercato di riferimento.

    Il ruolo delle istituzioni e delle reti di supporto
    Molto spesso, le imprese possono avvalersi del supporto di enti come le Camere di Commercio, SACE, SIMEST e altre agenzie nazionali ed europee, che forniscono assistenza tecnica e finanziaria. Noi di Impresa.biz incoraggiamo le imprese a sfruttare queste opportunità, che rappresentano un importante vantaggio competitivo.

    Consigli pratici per accedere con successo al credito estero
    Per noi, alcune buone pratiche sono imprescindibili:
    -Preparare una documentazione finanziaria e commerciale chiara e aggiornata;
    -Mantenere rapporti trasparenti e regolari con gli istituti finanziari;
    -Valutare strumenti di copertura del rischio, come assicurazioni e garanzie;
    -Integrare il credito in una strategia più ampia di internazionalizzazione.

    Accompagnare le imprese verso nuovi orizzonti finanziari
    L’accesso al credito per l’estero è un passaggio cruciale per trasformare le ambizioni di crescita in risultati concreti. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane per fornire informazioni, strumenti e supporto concreto, affinché ogni impresa possa affrontare con fiducia e competenza le sfide dei mercati internazionali.

    #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #CreditoAllExport #Internazionalizzazione #FinanziamentiPMI #Garanzie #FactoringInternazionale #Export #SupportoImprese #EspansioneGlobale #SACE #SIMEST
    Accesso al Credito per l’Estero: Strumenti e Soluzioni per le Imprese Noi di Impresa.biz sappiamo quanto l’accesso al credito rappresenti una delle leve fondamentali per sostenere l’espansione internazionale delle imprese italiane. Affrontare mercati esteri richiede infatti risorse finanziarie adeguate, flessibilità e strumenti mirati che sappiano accompagnare ogni fase del percorso. Strumenti finanziari per finanziare l’export e l’internazionalizzazione Quando parliamo di accesso al credito per l’estero, ci riferiamo a una gamma di soluzioni diversificate: -Finanziamenti agevolati: messi a disposizione da enti pubblici e istituzioni europee, spesso a condizioni favorevoli per PMI e startup. -Linee di credito dedicate all’export: offerte da banche e istituti finanziari, studiate per coprire fabbisogni specifici come l’acquisto di materie prime o il supporto alle attività commerciali. -Garanzie e assicurazioni del credito all’export: strumenti che riducono il rischio per le banche, facilitando l’accesso al credito. -Factoring internazionale: utile per migliorare la liquidità attraverso l’anticipo dei crediti verso clienti esteri. -Leasing e finanziamenti per investimenti produttivi: per supportare l’acquisto di macchinari e infrastrutture funzionali all’espansione. Come orientarsi nella scelta delle soluzioni Noi di Impresa.biz raccomandiamo sempre un’analisi approfondita del fabbisogno finanziario, valutando tempi, costi e condizioni offerte da ogni strumento. È fondamentale conoscere i requisiti di accesso e pianificare con attenzione la gestione del debito, per evitare squilibri finanziari. Inoltre, la consulenza specializzata può fare la differenza nel capire quali soluzioni si adattano meglio al modello di business e al mercato di riferimento. Il ruolo delle istituzioni e delle reti di supporto Molto spesso, le imprese possono avvalersi del supporto di enti come le Camere di Commercio, SACE, SIMEST e altre agenzie nazionali ed europee, che forniscono assistenza tecnica e finanziaria. Noi di Impresa.biz incoraggiamo le imprese a sfruttare queste opportunità, che rappresentano un importante vantaggio competitivo. Consigli pratici per accedere con successo al credito estero Per noi, alcune buone pratiche sono imprescindibili: -Preparare una documentazione finanziaria e commerciale chiara e aggiornata; -Mantenere rapporti trasparenti e regolari con gli istituti finanziari; -Valutare strumenti di copertura del rischio, come assicurazioni e garanzie; -Integrare il credito in una strategia più ampia di internazionalizzazione. Accompagnare le imprese verso nuovi orizzonti finanziari L’accesso al credito per l’estero è un passaggio cruciale per trasformare le ambizioni di crescita in risultati concreti. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane per fornire informazioni, strumenti e supporto concreto, affinché ogni impresa possa affrontare con fiducia e competenza le sfide dei mercati internazionali. #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #CreditoAllExport #Internazionalizzazione #FinanziamentiPMI #Garanzie #FactoringInternazionale #Export #SupportoImprese #EspansioneGlobale #SACE #SIMEST
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  • Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco

    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima.
    Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri.
    Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export.
    Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale.

    1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale
    Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani.
    Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci.

    Questo significa:
    -Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale)
    -Cataloghi e brochure digitali
    -Canali social attivi e geolocalizzati
    -Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza

    2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità)
    Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree:
    -Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America
    -Mercati secondari UE più stabili e agili
    -Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo
    Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?”

    3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo
    Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”.

    Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente.

    4. Il ruolo crescente della finanza per l’export
    Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima:
    -Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR)
    -Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE)
    -Voucher digitali per l’export
    Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione.


    5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione
    Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che:
    -Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI
    -Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist
    -Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni

    Cosa possiamo fare da subito
    Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale.

    Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso:
    -Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati.
    -Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini.
    -Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera.

    #DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
    Export post-Covid: come sono cambiate le regole del gioco Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: l’export non è più quello di prima. Il Covid-19 non ha solo interrotto le catene di fornitura o bloccato le fiere internazionali. Ha riscritto le regole con cui le imprese italiane si affacciano ai mercati esteri. Molti dei vecchi approcci – basati su relazioni fisiche, fiere, agenti e viaggi – sono stati ridimensionati o completamente sostituiti. Allo stesso tempo, si sono aperte nuove opportunità, soprattutto per chi ha saputo digitalizzarsi e ripensare la propria strategia export. Oggi vogliamo raccontarvi cosa è cambiato e quali sono le nuove regole del gioco per le PMI che vogliono restare (o diventare) competitive a livello globale. 🚧 1. Dalla presenza fisica alla presenza digitale Nel pre-pandemia, la prima mossa per “entrare” in un mercato estero era partecipare a una fiera, visitare un buyer, stringere mani. Ora? Il primo contatto è quasi sempre digitale. E spesso è il cliente estero a cercarci – online – prima ancora di incontrarci. Questo significa: -Sito multilingua ben indicizzato (vedi anche SEO internazionale) -Cataloghi e brochure digitali -Canali social attivi e geolocalizzati -Demo, video, webinar per presentare i prodotti a distanza 🌍 2. Nuove geografie del rischio (e dell’opportunità) Il Covid ha spinto molte imprese a diversificare i mercati di destinazione. Se prima si puntava tutto su pochi paesi “storici”, oggi si guarda a nuove aree: -Sud-est asiatico, Africa, Medio Oriente, Centro America -Mercati secondari UE più stabili e agili -Più attenzione al rischio politico, logistico e normativo Oggi non basta chiedersi “Dove vendere?” ma “Dove posso costruire qualcosa di duraturo?” 📦 3. Logistica e supply chain: da costo invisibile a vantaggio competitivo Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento ci hanno insegnato una lezione dura: la logistica è parte integrante della strategia export, non un elemento da gestire “a valle”. Chi ha rivisto i propri fornitori, implementato magazzini di prossimità o integrato tecnologie di tracciabilità oggi è molto più resiliente. 💰 4. Il ruolo crescente della finanza per l’export Nel post-Covid, le imprese esportatrici hanno potuto accedere a una serie di strumenti pubblici di supporto, come mai prima: -Finanziamenti agevolati e a fondo perduto (SIMEST, PNRR) -Assicurazioni su crediti e operazioni complesse (SACE) -Voucher digitali per l’export Chi li ha saputi sfruttare ha potuto investire in nuove aree, digitalizzazione e formazione. 🔁 5. L’export post-Covid è un processo, non una reazione Il tempo delle reazioni d’emergenza è finito. Ora serve visione. Le aziende che oggi stanno crescendo all’estero sono quelle che: -Hanno un piano export strutturato, con obiettivi e KPI -Hanno investito in competenze interne, come un export manager o un digital strategist -Hanno saputo fare sistema: collaborare con altre imprese, enti, consulenti e istituzioni ✅ Cosa possiamo fare da subito Noi di Impresa.biz crediamo che l’export post-Covid non sia più solo una leva commerciale, ma una vera leva di trasformazione aziendale. 📌 Ecco 3 azioni che ogni impresa può iniziare oggi stesso: -Fare un check-up export digitale: sito, contenuti, canali, dati. -Diversificare i mercati in base a scenari geopolitici reali, non solo abitudini. -Valutare finanziamenti pubblici per digitalizzazione e promozione estera. #DigitalExport #ExportDigitale #FieraVirtuale #NuoviMercati #ExportStrategy #GeopoliticaEconomica #Simest #FinanzaAgevolata #ExportPostCovid
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  • Internazionalizzazione d’impresa: da dove cominciare per farlo davvero bene

    Noi di Impresa.biz crediamo che l’internazionalizzazione non sia solo una scelta strategica: è una necessità per crescere
    Negli ultimi anni abbiamo visto un numero crescente di PMI italiane affacciarsi sui mercati esteri. Non solo grandi industrie, ma anche imprese artigiane, startup innovative e aziende familiari stanno scoprendo quanto il “fuori Italia” possa diventare un’opportunità concreta.
    Ma da dove si comincia davvero quando si vuole internazionalizzare la propria impresa? E soprattutto: come farlo bene, senza bruciare tempo e risorse?

    Oggi vogliamo condividere con voi il nostro punto di vista, maturato ascoltando centinaia di imprenditori che ce l’hanno fatta — e anche chi ha imparato a proprie spese cosa non fare.

    1. Non si parte con l’export: si parte con una visione
    Troppe imprese vedono l’internazionalizzazione come una semplice attività di export. In realtà è qualcosa di più profondo: significa ripensare la propria azienda in chiave globale. Significa chiedersi:
    -Qual è il nostro valore aggiunto fuori dall’Italia?
    -A chi possiamo parlare là fuori?
    -Siamo pronti a cambiare, se serve?

    2. Studiare i mercati prima, non dopo
    Uno degli errori più frequenti è farsi trascinare dall’entusiasmo: “Abbiamo venduto in Germania, funziona!” — ma senza aver fatto un’analisi del mercato, della concorrenza, delle normative locali.
    Noi suggeriamo sempre di cominciare da un’analisi comparata dei mercati potenziali, e magari farsi accompagnare da chi li conosce davvero: enti locali, ICE, o anche professionisti specializzati.

    3. Internazionalizzare non si improvvisa
    Non basta tradurre il sito o partecipare a una fiera. L’internazionalizzazione richiede:
    -Una figura interna dedicata (Export Manager o Temporary Manager)
    -Risorse economiche pianificate
    -Un piano operativo a 12-24 mesi
    -Chi pensa “intanto proviamo” spesso si scontra con delusioni costose.

    4. I partner giusti fanno la differenza
    Dall’agente commerciale alla società logistica, dal consulente legale all’ente di promozione: costruire una rete di partner affidabili nel Paese target è cruciale.
    E ricordiamoci: non esiste un solo modo per internazionalizzare. E-commerce, distribuzione, joint venture, filiali, franchising… ogni modello ha pro e contro. Serve una scelta consapevole.

    5. Usiamo gli strumenti che già esistono
    In Italia esistono tanti strumenti per chi vuole crescere all’estero, ma pochi li conoscono. Tra i più utili:
    -ICE Agenzia (formazione, fiere, matching)
    -SIMEST (finanziamenti agevolati e a fondo perduto)
    -SACE (assicurazioni e garanzie)
    -Bandi regionali e PNRR
    Saperli usare può significare partire con una marcia in più — e con meno rischi.
    internazionalizzare è un percorso, non un salto nel vuoto
    Noi di Impresa.biz ci siamo posti una domanda: “Quante aziende italiane potrebbero diventare internazionali se fossero guidate con metodo e consapevolezza?”

    La risposta è: molte di più di quelle che crediamo.

    Ecco perché continueremo a parlare di internazionalizzazione, a raccontare storie, strumenti e opportunità concrete. Perché l’Italia ha bisogno di imprenditori coraggiosi, ma anche preparati.

    #ImpresaGlobale #CrescitaInternazionale #PMIItalianeNelMondo
    #StrategiaGlobale #Internazionalizzazione #AnalisiDiMercato #ExportManagement
    Internazionalizzazione d’impresa: da dove cominciare per farlo davvero bene Noi di Impresa.biz crediamo che l’internazionalizzazione non sia solo una scelta strategica: è una necessità per crescere Negli ultimi anni abbiamo visto un numero crescente di PMI italiane affacciarsi sui mercati esteri. Non solo grandi industrie, ma anche imprese artigiane, startup innovative e aziende familiari stanno scoprendo quanto il “fuori Italia” possa diventare un’opportunità concreta. Ma da dove si comincia davvero quando si vuole internazionalizzare la propria impresa? E soprattutto: come farlo bene, senza bruciare tempo e risorse? Oggi vogliamo condividere con voi il nostro punto di vista, maturato ascoltando centinaia di imprenditori che ce l’hanno fatta — e anche chi ha imparato a proprie spese cosa non fare. 1. Non si parte con l’export: si parte con una visione Troppe imprese vedono l’internazionalizzazione come una semplice attività di export. In realtà è qualcosa di più profondo: significa ripensare la propria azienda in chiave globale. Significa chiedersi: -Qual è il nostro valore aggiunto fuori dall’Italia? -A chi possiamo parlare là fuori? -Siamo pronti a cambiare, se serve? 2. Studiare i mercati prima, non dopo Uno degli errori più frequenti è farsi trascinare dall’entusiasmo: “Abbiamo venduto in Germania, funziona!” — ma senza aver fatto un’analisi del mercato, della concorrenza, delle normative locali. Noi suggeriamo sempre di cominciare da un’analisi comparata dei mercati potenziali, e magari farsi accompagnare da chi li conosce davvero: enti locali, ICE, o anche professionisti specializzati. 3. Internazionalizzare non si improvvisa Non basta tradurre il sito o partecipare a una fiera. L’internazionalizzazione richiede: -Una figura interna dedicata (Export Manager o Temporary Manager) -Risorse economiche pianificate -Un piano operativo a 12-24 mesi -Chi pensa “intanto proviamo” spesso si scontra con delusioni costose. 4. I partner giusti fanno la differenza Dall’agente commerciale alla società logistica, dal consulente legale all’ente di promozione: costruire una rete di partner affidabili nel Paese target è cruciale. E ricordiamoci: non esiste un solo modo per internazionalizzare. E-commerce, distribuzione, joint venture, filiali, franchising… ogni modello ha pro e contro. Serve una scelta consapevole. 5. Usiamo gli strumenti che già esistono In Italia esistono tanti strumenti per chi vuole crescere all’estero, ma pochi li conoscono. Tra i più utili: -ICE Agenzia (formazione, fiere, matching) -SIMEST (finanziamenti agevolati e a fondo perduto) -SACE (assicurazioni e garanzie) -Bandi regionali e PNRR Saperli usare può significare partire con una marcia in più — e con meno rischi. internazionalizzare è un percorso, non un salto nel vuoto Noi di Impresa.biz ci siamo posti una domanda: “Quante aziende italiane potrebbero diventare internazionali se fossero guidate con metodo e consapevolezza?” La risposta è: molte di più di quelle che crediamo. Ecco perché continueremo a parlare di internazionalizzazione, a raccontare storie, strumenti e opportunità concrete. Perché l’Italia ha bisogno di imprenditori coraggiosi, ma anche preparati. 📌 #ImpresaGlobale #CrescitaInternazionale #PMIItalianeNelMondo #StrategiaGlobale #Internazionalizzazione #AnalisiDiMercato #ExportManagement
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  • Investimenti diretti esteri: come valutare il rischio paese

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’investimento diretto estero (IDE) rappresenti una delle strategie più efficaci per crescere e consolidarsi in nuovi mercati. Tuttavia, investire fuori dall’Italia significa anche confrontarsi con una serie di rischi specifici, tra cui quello del rischio paese.
    Valutare correttamente questo rischio è fondamentale per proteggere il capitale, garantire la sostenibilità dell’investimento e pianificare le strategie di ingresso.

    Cos’è il rischio paese?
    Il rischio paese si riferisce a tutte quelle incertezze legate al contesto politico, economico, sociale e finanziario di un Paese estero che possono influenzare negativamente un investimento o un’attività commerciale.

    Tra i fattori più importanti ci sono:
    -Instabilità politica o governi instabili,
    -Cambiamenti improvvisi nelle leggi o regolamenti,
    -Rischio di esproprio o nazionalizzazione,
    -Restrizioni sui movimenti di capitali,
    -Rischio di cambio valuta,
    -Rischio economico (inflazione, recessione, debito pubblico),
    -Rischi legati a conflitti, terrorismo o disordini sociali.

    Come valutare il rischio paese: i passaggi chiave
    1. Analisi dei rating internazionali
    Gli organismi come Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s pubblicano rating sovrani che sintetizzano la rischiosità di un Paese.
    Un rating alto indica stabilità, mentre rating bassi segnalano criticità.

    2. Monitoraggio dei dati macroeconomici
    Osservare:
    -PIL e sua crescita,
    -Livello di inflazione,
    -Bilancia commerciale e debito pubblico,
    -Livello di disoccupazione.

    3. Valutazione della situazione politica
    -Durata e stabilità del governo,
    -Rischio di colpi di Stato, proteste o conflitti,
    -Trasparenza e indipendenza delle istituzioni.

    4. Analisi normativa e regolamentare
    -Facilità di fare impresa (World Bank Doing Business),
    -Protezione degli investitori stranieri,
    -Regime fiscale e incentivi,
    -Diritti di proprietà intellettuale e contrattuali.

    5. Rischio finanziario e valutario
    -Volatilità della moneta locale,
    -Restrizioni sui trasferimenti di denaro,
    -Accesso al credito locale.

    6. Rischi specifici del settore
    Alcuni settori sono più esposti (es. energia, infrastrutture, tecnologia).
    Valutare normative settoriali e potenziali cambi di regolamentazione.

    Strumenti per mitigare il rischio paese
    -Assicurazioni e garanzie SACE: proteggono contro espropri, inadempienze statali, blocchi valutari.
    -Diversificazione geografica: non concentrare investimenti in un solo Paese a rischio elevato.
    -Contratti ben strutturati: con clausole di arbitrato internazionale e protezioni legali.
    -Partner locali affidabili: per ridurre l’impatto delle variabili politiche ed economiche.

    Il nostro consiglio
    Noi di Impresa.biz raccomandiamo alle PMI di:
    -Non sottovalutare il rischio paese,
    -Affidarsi a professionisti per l’analisi approfondita,
    -Integrare questa valutazione nel business plan e nella strategia di internazionalizzazione.
    Solo così l’investimento diretto estero può diventare una leva di crescita solida e duratura.

    Vuoi una consulenza personalizzata per valutare il rischio paese nel tuo prossimo investimento?
    Contattaci per una diagnosi gratuita.

    #InvestimentiDirettiEsteri #RischioPaese #PMIitaliane #ExportSicuro #SACE #Internazionalizzazione #GestioneRischi #Impresabiz
    Investimenti diretti esteri: come valutare il rischio paese Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’investimento diretto estero (IDE) rappresenti una delle strategie più efficaci per crescere e consolidarsi in nuovi mercati. Tuttavia, investire fuori dall’Italia significa anche confrontarsi con una serie di rischi specifici, tra cui quello del rischio paese. Valutare correttamente questo rischio è fondamentale per proteggere il capitale, garantire la sostenibilità dell’investimento e pianificare le strategie di ingresso. 📌 Cos’è il rischio paese? Il rischio paese si riferisce a tutte quelle incertezze legate al contesto politico, economico, sociale e finanziario di un Paese estero che possono influenzare negativamente un investimento o un’attività commerciale. Tra i fattori più importanti ci sono: -Instabilità politica o governi instabili, -Cambiamenti improvvisi nelle leggi o regolamenti, -Rischio di esproprio o nazionalizzazione, -Restrizioni sui movimenti di capitali, -Rischio di cambio valuta, -Rischio economico (inflazione, recessione, debito pubblico), -Rischi legati a conflitti, terrorismo o disordini sociali. 🔎 Come valutare il rischio paese: i passaggi chiave 1. Analisi dei rating internazionali Gli organismi come Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s pubblicano rating sovrani che sintetizzano la rischiosità di un Paese. ✅ Un rating alto indica stabilità, mentre rating bassi segnalano criticità. 2. Monitoraggio dei dati macroeconomici Osservare: -PIL e sua crescita, -Livello di inflazione, -Bilancia commerciale e debito pubblico, -Livello di disoccupazione. 3. Valutazione della situazione politica -Durata e stabilità del governo, -Rischio di colpi di Stato, proteste o conflitti, -Trasparenza e indipendenza delle istituzioni. 4. Analisi normativa e regolamentare -Facilità di fare impresa (World Bank Doing Business), -Protezione degli investitori stranieri, -Regime fiscale e incentivi, -Diritti di proprietà intellettuale e contrattuali. 5. Rischio finanziario e valutario -Volatilità della moneta locale, -Restrizioni sui trasferimenti di denaro, -Accesso al credito locale. 6. Rischi specifici del settore Alcuni settori sono più esposti (es. energia, infrastrutture, tecnologia). Valutare normative settoriali e potenziali cambi di regolamentazione. 🛡️ Strumenti per mitigare il rischio paese -Assicurazioni e garanzie SACE: proteggono contro espropri, inadempienze statali, blocchi valutari. -Diversificazione geografica: non concentrare investimenti in un solo Paese a rischio elevato. -Contratti ben strutturati: con clausole di arbitrato internazionale e protezioni legali. -Partner locali affidabili: per ridurre l’impatto delle variabili politiche ed economiche. 🎯 Il nostro consiglio Noi di Impresa.biz raccomandiamo alle PMI di: -Non sottovalutare il rischio paese, -Affidarsi a professionisti per l’analisi approfondita, -Integrare questa valutazione nel business plan e nella strategia di internazionalizzazione. Solo così l’investimento diretto estero può diventare una leva di crescita solida e duratura. 📩 Vuoi una consulenza personalizzata per valutare il rischio paese nel tuo prossimo investimento? Contattaci per una diagnosi gratuita. 🌍 #InvestimentiDirettiEsteri #RischioPaese #PMIitaliane #ExportSicuro #SACE #Internazionalizzazione #GestioneRischi #Impresabiz
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  • Credito all’esportazione: cos’è e come funziona per le imprese italiane

    Noi di Impresa.biz siamo convinti che l’internazionalizzazione debba essere sostenuta non solo da buone idee, ma anche da strumenti concreti. Uno di questi è il credito all’esportazione, una leva strategica – spesso poco conosciuta – che può fare la differenza nei contratti con clienti esteri, soprattutto in Paesi extra-UE.
    In questo articolo facciamo chiarezza su cos’è, come funziona e perché è utile anche alle PMI.

    Cos’è il credito all’esportazione?
    Il credito all’esportazione è un meccanismo finanziario che consente all’impresa esportatrice italiana di offrire condizioni di pagamento dilazionate al cliente estero, senza dover rinunciare alla liquidità immediata.

    In pratica, è una forma di finanziamento garantito, che facilita la conclusione di contratti internazionali, specie in settori come:
    -macchinari,
    -impianti industriali,
    -infrastrutture,
    -beni strumentali complessi.

    Come funziona il meccanismo
    Due modelli principali:
    1. Credito fornitore
    L’impresa italiana concede al cliente estero un pagamento dilazionato (es. 2-5 anni) e ottiene il pagamento immediato grazie al finanziamento di una banca (italiana o internazionale). Il rischio commerciale viene coperto da SACE, che garantisce il credito in caso di insolvenza.
    È la formula più utilizzata dalle PMI italiane.

    2. Credito acquirente
    La banca italiana (o internazionale) eroga direttamente un prestito al cliente estero, che lo utilizza per pagare l’impresa italiana. In questo caso, il rapporto di credito è tra banca e acquirente straniero, ma è sempre garantito da SACE.
    Usato più spesso nei grandi progetti con clienti pubblici o multinazionali.

    Il ruolo di SACE
    SACE, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, è l’ente di garanzia pubblica che copre il rischio di mancato pagamento da parte del cliente estero. Grazie alle sue garanzie:
    -la banca eroga il finanziamento con maggiore sicurezza,
    -l’impresa italiana incassa subito,
    -il cliente estero ottiene condizioni di pagamento agevolate.
    Senza SACE, la banca raramente accetterebbe di finanziare clienti esteri su lunga durata.

    A chi conviene e perché
    Alle imprese italiane che vogliono:
    -Concludere contratti più competitivi (dilazione = vantaggio commerciale),
    -Ridurre il rischio di credito,
    -Incassare subito il valore della fornitura.

    Ai clienti esteri che:
    -Possono acquistare in modo più sostenibile,
    -Non hanno accesso immediato a finanziamenti nel proprio Paese.

    Quali sono i requisiti?
    Per accedere al credito all’esportazione con copertura SACE, è necessario:
    -Avere un contratto di fornitura con cliente estero, firmato o in fase avanzata,
    -Dimostrare che almeno il 70% del valore è “made in Italy” (contenuto nazionale),
    -Presentare una documentazione tecnica e finanziaria chiara,
    -Coinvolgere una banca italiana o internazionale con esperienza in export finance.

    I tempi
    -Fase di studio/preistruttoria: 2-3 settimane con banca e SACE
    -Approvazione e firma contrattuale: 1-2 mesi
    -Erogazione: dopo la firma dei contratti e avvio della fornitura
    Meglio iniziare il processo in parallelo alla trattativa commerciale, non dopo.

    Il nostro consiglio
    Il credito all’esportazione non è solo per le grandi aziende. Con il giusto supporto, anche una PMI può usarlo per vincere gare internazionali, espandersi in nuovi mercati e fidelizzare clienti esteri.

    Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nella preparazione della documentazione, nella gestione della trattativa con le banche e nella richiesta di garanzia a SACE.

    Contattaci per una pre-valutazione gratuita del tuo progetto di export.

    #CreditoAllEsportazione #SACE #ExportPMI #Internazionalizzazione #ExportFinance #GaranziePubbliche #FinanziamentiEstero #MadeInItaly #Impresabiz

    Credito all’esportazione: cos’è e come funziona per le imprese italiane Noi di Impresa.biz siamo convinti che l’internazionalizzazione debba essere sostenuta non solo da buone idee, ma anche da strumenti concreti. Uno di questi è il credito all’esportazione, una leva strategica – spesso poco conosciuta – che può fare la differenza nei contratti con clienti esteri, soprattutto in Paesi extra-UE. In questo articolo facciamo chiarezza su cos’è, come funziona e perché è utile anche alle PMI. 📌 Cos’è il credito all’esportazione? Il credito all’esportazione è un meccanismo finanziario che consente all’impresa esportatrice italiana di offrire condizioni di pagamento dilazionate al cliente estero, senza dover rinunciare alla liquidità immediata. In pratica, è una forma di finanziamento garantito, che facilita la conclusione di contratti internazionali, specie in settori come: -macchinari, -impianti industriali, -infrastrutture, -beni strumentali complessi. 🔍 Come funziona il meccanismo Due modelli principali: 1. Credito fornitore L’impresa italiana concede al cliente estero un pagamento dilazionato (es. 2-5 anni) e ottiene il pagamento immediato grazie al finanziamento di una banca (italiana o internazionale). Il rischio commerciale viene coperto da SACE, che garantisce il credito in caso di insolvenza. 👉 È la formula più utilizzata dalle PMI italiane. 2. Credito acquirente La banca italiana (o internazionale) eroga direttamente un prestito al cliente estero, che lo utilizza per pagare l’impresa italiana. In questo caso, il rapporto di credito è tra banca e acquirente straniero, ma è sempre garantito da SACE. 👉 Usato più spesso nei grandi progetti con clienti pubblici o multinazionali. 🛡️ Il ruolo di SACE SACE, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, è l’ente di garanzia pubblica che copre il rischio di mancato pagamento da parte del cliente estero. Grazie alle sue garanzie: -la banca eroga il finanziamento con maggiore sicurezza, -l’impresa italiana incassa subito, -il cliente estero ottiene condizioni di pagamento agevolate. 📌 Senza SACE, la banca raramente accetterebbe di finanziare clienti esteri su lunga durata. 🎯 A chi conviene e perché ✅ Alle imprese italiane che vogliono: -Concludere contratti più competitivi (dilazione = vantaggio commerciale), -Ridurre il rischio di credito, -Incassare subito il valore della fornitura. ✅ Ai clienti esteri che: -Possono acquistare in modo più sostenibile, -Non hanno accesso immediato a finanziamenti nel proprio Paese. 🧩 Quali sono i requisiti? Per accedere al credito all’esportazione con copertura SACE, è necessario: -Avere un contratto di fornitura con cliente estero, firmato o in fase avanzata, -Dimostrare che almeno il 70% del valore è “made in Italy” (contenuto nazionale), -Presentare una documentazione tecnica e finanziaria chiara, -Coinvolgere una banca italiana o internazionale con esperienza in export finance. ⏱️ I tempi -Fase di studio/preistruttoria: 2-3 settimane con banca e SACE -Approvazione e firma contrattuale: 1-2 mesi -Erogazione: dopo la firma dei contratti e avvio della fornitura 📌 Meglio iniziare il processo in parallelo alla trattativa commerciale, non dopo. Il nostro consiglio Il credito all’esportazione non è solo per le grandi aziende. Con il giusto supporto, anche una PMI può usarlo per vincere gare internazionali, espandersi in nuovi mercati e fidelizzare clienti esteri. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nella preparazione della documentazione, nella gestione della trattativa con le banche e nella richiesta di garanzia a SACE. 📩 Contattaci per una pre-valutazione gratuita del tuo progetto di export. 🌍 #CreditoAllEsportazione #SACE #ExportPMI #Internazionalizzazione #ExportFinance #GaranziePubbliche #FinanziamentiEstero #MadeInItaly #Impresabiz
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  • Le Assicurazioni Commerciali per Proteggere l’Export e l’Import

    Quando abbiamo deciso di puntare seriamente sull’estero, ci siamo presto resi conto che vendere o acquistare fuori dai confini nazionali non è privo di rischi.
    Ritardi nei pagamenti, insolvenze, problemi doganali, danni alla merce: tutto può succedere quando si lavora con partner e sistemi normativi diversi.
    Ecco perché, da un certo punto in poi, abbiamo iniziato a utilizzare assicurazioni commerciali come strumento di protezione. In questo articolo condividiamo cosa abbiamo imparato, quali coperture abbiamo scelto e perché oggi non le consideriamo più un costo, ma un investimento.

    1. Perché assicurare le operazioni commerciali internazionali
    Quando esporti o importi, soprattutto con clienti nuovi o mercati ad alto rischio, ti esponi a rischi di credito e operativi difficili da controllare.
    Noi abbiamo vissuto in prima persona un ritardo di pagamento di 120 giorni che ha messo sotto pressione il nostro flusso di cassa.

    Dopo quell’episodio, abbiamo deciso che serviva uno scudo contro l’imprevisto.

    2. Le principali polizze che utilizziamo
    Assicurazione del credito commerciale
    Ci tutela in caso di insolvenza da parte del cliente estero (per fallimento, difficoltà finanziarie, inadempienze prolungate).
    In Italia, ci siamo affidati a operatori come SACE, ma anche a compagnie internazionali specializzate.
    Assicurazione sul trasporto merci
    Fondamentale per coprire danni, furti o perdite durante il trasporto, specie quando la merce viaggia via nave, aereo o attraversa più dogane.
    Polizze contro il rischio politico
    Se operi in Paesi instabili, puoi assicurarti contro eventi come guerre civili, confische o restrizioni valutarie. Noi l’abbiamo attivata in un progetto in Africa subsahariana.

    3. Come scegliamo la copertura giusta
    -Analizziamo il Paese di destinazione
    -Valutiamo la storia del cliente e i suoi pagamenti precedenti
    -Usiamo limiti di esposizione per area geografica
    -Lavoriamo con un broker assicurativo specializzato in export
    Questi passaggi ci aiutano a decidere quanto coprire e con quali strumenti, senza esagerare nei costi.

    4. I vantaggi concreti per il nostro business
    Da quando abbiamo introdotto queste assicurazioni:
    -Abbiamo potuto offrire condizioni di pagamento più competitive ai clienti, senza temere insoluti
    -Abbiamo ridotto drasticamente il rischio operativo
    -Abbiamo migliorato la relazione con le banche, che vedono più solidi i nostri crediti esteri

    Il nostro consiglio
    Se fai export o import, proteggiti prima. Le assicurazioni commerciali non sono un lusso: sono uno strumento strategico per crescere in sicurezza.
    Parlane con un esperto e scegli le coperture adatte alla tua impresa.

    #ExportSicuro #AssicurazioniCommerciali #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #PMI #GestioneDelRischio #ImportExport #AssicurazioneCredito #SACE #ExportItalia #BusinessGlobale

    Le Assicurazioni Commerciali per Proteggere l’Export e l’Import Quando abbiamo deciso di puntare seriamente sull’estero, ci siamo presto resi conto che vendere o acquistare fuori dai confini nazionali non è privo di rischi. Ritardi nei pagamenti, insolvenze, problemi doganali, danni alla merce: tutto può succedere quando si lavora con partner e sistemi normativi diversi. Ecco perché, da un certo punto in poi, abbiamo iniziato a utilizzare assicurazioni commerciali come strumento di protezione. In questo articolo condividiamo cosa abbiamo imparato, quali coperture abbiamo scelto e perché oggi non le consideriamo più un costo, ma un investimento. 1. Perché assicurare le operazioni commerciali internazionali Quando esporti o importi, soprattutto con clienti nuovi o mercati ad alto rischio, ti esponi a rischi di credito e operativi difficili da controllare. Noi abbiamo vissuto in prima persona un ritardo di pagamento di 120 giorni che ha messo sotto pressione il nostro flusso di cassa. Dopo quell’episodio, abbiamo deciso che serviva uno scudo contro l’imprevisto. 2. Le principali polizze che utilizziamo ✅ Assicurazione del credito commerciale Ci tutela in caso di insolvenza da parte del cliente estero (per fallimento, difficoltà finanziarie, inadempienze prolungate). In Italia, ci siamo affidati a operatori come SACE, ma anche a compagnie internazionali specializzate. ✅ Assicurazione sul trasporto merci Fondamentale per coprire danni, furti o perdite durante il trasporto, specie quando la merce viaggia via nave, aereo o attraversa più dogane. ✅ Polizze contro il rischio politico Se operi in Paesi instabili, puoi assicurarti contro eventi come guerre civili, confische o restrizioni valutarie. Noi l’abbiamo attivata in un progetto in Africa subsahariana. 3. Come scegliamo la copertura giusta -Analizziamo il Paese di destinazione -Valutiamo la storia del cliente e i suoi pagamenti precedenti -Usiamo limiti di esposizione per area geografica -Lavoriamo con un broker assicurativo specializzato in export Questi passaggi ci aiutano a decidere quanto coprire e con quali strumenti, senza esagerare nei costi. 4. I vantaggi concreti per il nostro business Da quando abbiamo introdotto queste assicurazioni: -Abbiamo potuto offrire condizioni di pagamento più competitive ai clienti, senza temere insoluti -Abbiamo ridotto drasticamente il rischio operativo -Abbiamo migliorato la relazione con le banche, che vedono più solidi i nostri crediti esteri Il nostro consiglio Se fai export o import, proteggiti prima. Le assicurazioni commerciali non sono un lusso: sono uno strumento strategico per crescere in sicurezza. Parlane con un esperto e scegli le coperture adatte alla tua impresa. #ExportSicuro #AssicurazioniCommerciali #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #PMI #GestioneDelRischio #ImportExport #AssicurazioneCredito #SACE #ExportItalia #BusinessGlobale
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  • Le nuove garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese: cosa cambia nel 2025

    In impresa.biz, siamo consapevoli che l’accesso al credito rappresenta una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane. Le nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 apportano modifiche significative alle garanzie pubbliche sui prestiti, con l’obiettivo di rendere il sistema più sostenibile e mirato. È fondamentale comprendere queste novità per adattare le strategie finanziarie aziendali.

    Cosa cambia nel 2025?
    1. Riduzione della percentuale di copertura per le operazioni di liquidità
    La copertura massima per i finanziamenti destinati a esigenze di liquidità è stata ridotta al 50%, rispetto al 55% precedente per le fasce 1 e 2 e al 60% per le fasce 3 e 4. Questa modifica si applica a tutte le PMI, senza distinzione di rating, e mira a una gestione più equilibrata delle risorse pubbliche.

    2. Conferma dell’80% di copertura per investimenti e startup
    Per i finanziamenti destinati a programmi di investimento e per le startup innovative, la garanzia rimane invariata all’80%, continuando a supportare l’innovazione e la crescita delle imprese.

    3. Estensione della garanzia alle imprese mid-cap
    È stata introdotta la possibilità di estendere la garanzia alle imprese con un numero di dipendenti fino a 499, previa autorizzazione della Commissione Europea. Questa misura amplia l’accesso al credito per una fascia più ampia di aziende.

    4. Aumento dell’importo massimo per operazioni di importo ridotto
    L’importo massimo per le operazioni di importo ridotto è stato elevato a 100.000 euro per le richieste presentate da soggetti garanti autorizzati, facilitando l’accesso al credito per le piccole esigenze finanziarie.

    5. Introduzione di un premio aggiuntivo per i soggetti finanziatori
    I soggetti finanziatori saranno tenuti a versare al Fondo di Garanzia un premio aggiuntivo rispetto a quello dovuto per la singola operazione, da corrispondere entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di rilascio delle garanzie. I criteri e le modalità di attuazione del premio saranno definiti da un successivo decreto del MIMIT e del MEF.

    Cosa significa per la tua impresa?
    Le modifiche introdotte richiedono alle imprese di adattare le proprie strategie finanziarie. La riduzione della copertura per le operazioni di liquidità potrebbe comportare una maggiore necessità di capitali propri o l’esplorazione di alternative di finanziamento. L’estensione della garanzia alle imprese mid-cap offre nuove opportunità per le aziende di dimensioni maggiori. È fondamentale monitorare l’evoluzione delle normative e pianificare di conseguenza.
    Kalaway

    Cosa facciamo in impresa.biz
    In impresa.biz, offriamo supporto alle PMI per:
    -Analizzare l’impatto delle nuove normative sul fabbisogno finanziario.
    -Identificare le migliori opportunità di finanziamento disponibili.
    -Ottimizzare la gestione del capitale circolante.
    -Supportare nella preparazione della documentazione necessaria per l’accesso al credito.

    Le modifiche alle garanzie pubbliche sui prestiti rappresentano un’opportunità per le imprese di rivedere e ottimizzare le proprie strategie finanziarie. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo processo, fornendo consulenza e supporto per navigare con successo nel panorama finanziario del 2025.

    Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come le nuove garanzie pubbliche possono supportare la crescita della tua impresa.

    #GaranziePubbliche #CreditoAllePMI #FondoDiGaranzia #SACE #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #LeggeDiBilancio2025 #SostegnoAlleImprese
    Le nuove garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese: cosa cambia nel 2025 In impresa.biz, siamo consapevoli che l’accesso al credito rappresenta una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane. Le nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 apportano modifiche significative alle garanzie pubbliche sui prestiti, con l’obiettivo di rendere il sistema più sostenibile e mirato. È fondamentale comprendere queste novità per adattare le strategie finanziarie aziendali. 🧾 Cosa cambia nel 2025? 1. Riduzione della percentuale di copertura per le operazioni di liquidità La copertura massima per i finanziamenti destinati a esigenze di liquidità è stata ridotta al 50%, rispetto al 55% precedente per le fasce 1 e 2 e al 60% per le fasce 3 e 4. Questa modifica si applica a tutte le PMI, senza distinzione di rating, e mira a una gestione più equilibrata delle risorse pubbliche. 2. Conferma dell’80% di copertura per investimenti e startup Per i finanziamenti destinati a programmi di investimento e per le startup innovative, la garanzia rimane invariata all’80%, continuando a supportare l’innovazione e la crescita delle imprese. 3. Estensione della garanzia alle imprese mid-cap È stata introdotta la possibilità di estendere la garanzia alle imprese con un numero di dipendenti fino a 499, previa autorizzazione della Commissione Europea. Questa misura amplia l’accesso al credito per una fascia più ampia di aziende. 4. Aumento dell’importo massimo per operazioni di importo ridotto L’importo massimo per le operazioni di importo ridotto è stato elevato a 100.000 euro per le richieste presentate da soggetti garanti autorizzati, facilitando l’accesso al credito per le piccole esigenze finanziarie. 5. Introduzione di un premio aggiuntivo per i soggetti finanziatori I soggetti finanziatori saranno tenuti a versare al Fondo di Garanzia un premio aggiuntivo rispetto a quello dovuto per la singola operazione, da corrispondere entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di rilascio delle garanzie. I criteri e le modalità di attuazione del premio saranno definiti da un successivo decreto del MIMIT e del MEF. ⚠️ Cosa significa per la tua impresa? Le modifiche introdotte richiedono alle imprese di adattare le proprie strategie finanziarie. La riduzione della copertura per le operazioni di liquidità potrebbe comportare una maggiore necessità di capitali propri o l’esplorazione di alternative di finanziamento. L’estensione della garanzia alle imprese mid-cap offre nuove opportunità per le aziende di dimensioni maggiori. È fondamentale monitorare l’evoluzione delle normative e pianificare di conseguenza. Kalaway 📌 Cosa facciamo in impresa.biz In impresa.biz, offriamo supporto alle PMI per: -Analizzare l’impatto delle nuove normative sul fabbisogno finanziario. -Identificare le migliori opportunità di finanziamento disponibili. -Ottimizzare la gestione del capitale circolante. -Supportare nella preparazione della documentazione necessaria per l’accesso al credito. ✅ Le modifiche alle garanzie pubbliche sui prestiti rappresentano un’opportunità per le imprese di rivedere e ottimizzare le proprie strategie finanziarie. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo processo, fornendo consulenza e supporto per navigare con successo nel panorama finanziario del 2025. Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come le nuove garanzie pubbliche possono supportare la crescita della tua impresa. #GaranziePubbliche #CreditoAllePMI #FondoDiGaranzia #SACE #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #LeggeDiBilancio2025 #SostegnoAlleImprese
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  • Fiere internazionali: come prepararci per partecipare e ottenere risultati concreti

    Le fiere internazionali rappresentano un’occasione unica per noi imprenditori e PMI: ci permettono di presentare i nostri prodotti, incontrare potenziali clienti, testare nuovi mercati e osservare da vicino la concorrenza. Ma partecipare a una fiera non basta: per ottenere veri risultati, è fondamentale prepararsi nel modo giusto.
    Noi di Impresa.biz abbiamo partecipato a diverse fiere in Italia e all’estero, e in questo articolo vogliamo condividere l’approccio che ci ha permesso di trasformare la partecipazione fieristica in un investimento produttivo.

    Perché partecipare a una fiera internazionale
    La fiera è un concentrato di opportunità, soprattutto se:
    -Stiamo cercando nuovi clienti esteri
    -Vogliamo entrare in un nuovo mercato
    -Puntiamo ad ampliare la rete di distributori e partner
    -Cerchiamo ispirazione, contatti e feedback dal settore
    Ma attenzione: una fiera internazionale è anche impegnativa e costosa, quindi va affrontata con un piano chiaro.

    Cosa fare prima della fiera
    1. Scegliere l’evento giusto
    Non tutte le fiere sono adatte a noi. Prima di iscriverci, valutiamo:
    -Il target dei visitatori (B2B, B2C, importatori, buyer, ecc.)
    -Il livello di internazionalizzazione della fiera
    -I dati delle edizioni precedenti (affluenza, espositori, risultati)
    -I costi e le opportunità di finanziamento pubblico (ICE, bandi regionali)

    2. Definire obiettivi chiari
    Chiediamoci: perché partecipiamo? Per generare lead? Per trovare distributori? Per testare un nuovo prodotto? Avere obiettivi chiari ci aiuta a:
    -Progettare uno stand adatto
    -Scegliere il personale giusto
    -Misurare i risultati post-fiera

    3. Preparare lo stand e i materiali
    Uno stand curato e professionale fa la differenza. Dobbiamo pensare a:
    -Grafica, messaggi chiari e coerenza visiva
    -Materiale promozionale multilingue (brochure, cataloghi, biglietti da visita)
    -Dimostrazioni prodotto o campioni da distribuire
    -Schede tecniche, listini, FAQ in inglese o nella lingua del mercato target

    4. Promuoverci prima dell’evento
    Non aspettiamo che i visitatori vengano da soli. Possiamo:
    -Contattare in anticipo clienti o distributori locali
    -Inviare newsletter o inviti personalizzati
    -Comunicare sui social che saremo presenti (con padiglione e stand)

    Durante la fiera: massima attenzione alla relazione
    Durante la fiera dobbiamo essere pronti a:
    -Accogliere e ascoltare ogni visitatore (con apertura e professionalità)
    -Raccogliere contatti in modo ordinato (CRM, fogli, QR code)
    -Prendere appunti sui contatti e i colloqui avuti (per un follow-up efficace)
    -Fare networking con altri espositori (potenziali partner o fornitori)
    Un consiglio: restiamo flessibili, sorridenti e pronti a rispondere alle domande anche nelle ore più intense. Ogni contatto può essere un’opportunità futura.

    Dopo la fiera: il follow-up fa la differenza
    La fiera non finisce quando si smontano gli stand. Anzi, il vero lavoro inizia lì. Ecco cosa facciamo sempre:
    -Inviamo email personalizzate entro pochi giorni ai contatti più interessanti
    -Raccogliamo i feedback e analizziamo cosa ha funzionato e cosa no
    -Misuriamo i risultati: quanti contatti, quante richieste, quante vendite?
    Aggiorniamo il nostro CRM e valutiamo se partecipare all’edizione successiva

    Bonus: strumenti e incentivi utili
    -ICE Agenzia supporta le PMI italiane con stand collettivi, servizi di interpretariato, logistica e consulenza
    -SACE-SIMEST offre contributi e finanziamenti agevolati per la partecipazione a fiere internazionali
    Le Camere di Commercio e le Regioni spesso pubblicano bandi specifici

    Le fiere internazionali possono aprire nuove porte per la nostra impresa, ma solo se le affrontiamo con metodo, preparazione e visione strategica. Pianificare con attenzione, curare ogni dettaglio e mantenere attivo il contatto con i potenziali clienti dopo l’evento è ciò che trasforma la fiera da spesa a investimento.

    Noi di Impresa.biz continueremo a crederci, partecipare e migliorare, e siamo pronti ad accompagnare anche voi in questo percorso di internazionalizzazione.

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    Fiere internazionali: come prepararci per partecipare e ottenere risultati concreti Le fiere internazionali rappresentano un’occasione unica per noi imprenditori e PMI: ci permettono di presentare i nostri prodotti, incontrare potenziali clienti, testare nuovi mercati e osservare da vicino la concorrenza. Ma partecipare a una fiera non basta: per ottenere veri risultati, è fondamentale prepararsi nel modo giusto. Noi di Impresa.biz abbiamo partecipato a diverse fiere in Italia e all’estero, e in questo articolo vogliamo condividere l’approccio che ci ha permesso di trasformare la partecipazione fieristica in un investimento produttivo. 🎯 Perché partecipare a una fiera internazionale La fiera è un concentrato di opportunità, soprattutto se: -Stiamo cercando nuovi clienti esteri -Vogliamo entrare in un nuovo mercato -Puntiamo ad ampliare la rete di distributori e partner -Cerchiamo ispirazione, contatti e feedback dal settore Ma attenzione: una fiera internazionale è anche impegnativa e costosa, quindi va affrontata con un piano chiaro. 📅 Cosa fare prima della fiera 1. Scegliere l’evento giusto Non tutte le fiere sono adatte a noi. Prima di iscriverci, valutiamo: -Il target dei visitatori (B2B, B2C, importatori, buyer, ecc.) -Il livello di internazionalizzazione della fiera -I dati delle edizioni precedenti (affluenza, espositori, risultati) -I costi e le opportunità di finanziamento pubblico (ICE, bandi regionali) 2. Definire obiettivi chiari Chiediamoci: perché partecipiamo? Per generare lead? Per trovare distributori? Per testare un nuovo prodotto? Avere obiettivi chiari ci aiuta a: -Progettare uno stand adatto -Scegliere il personale giusto -Misurare i risultati post-fiera 3. Preparare lo stand e i materiali Uno stand curato e professionale fa la differenza. Dobbiamo pensare a: -Grafica, messaggi chiari e coerenza visiva -Materiale promozionale multilingue (brochure, cataloghi, biglietti da visita) -Dimostrazioni prodotto o campioni da distribuire -Schede tecniche, listini, FAQ in inglese o nella lingua del mercato target 4. Promuoverci prima dell’evento Non aspettiamo che i visitatori vengano da soli. Possiamo: -Contattare in anticipo clienti o distributori locali -Inviare newsletter o inviti personalizzati -Comunicare sui social che saremo presenti (con padiglione e stand) 📍 Durante la fiera: massima attenzione alla relazione Durante la fiera dobbiamo essere pronti a: -Accogliere e ascoltare ogni visitatore (con apertura e professionalità) -Raccogliere contatti in modo ordinato (CRM, fogli, QR code) -Prendere appunti sui contatti e i colloqui avuti (per un follow-up efficace) -Fare networking con altri espositori (potenziali partner o fornitori) Un consiglio: restiamo flessibili, sorridenti e pronti a rispondere alle domande anche nelle ore più intense. Ogni contatto può essere un’opportunità futura. 📩 Dopo la fiera: il follow-up fa la differenza La fiera non finisce quando si smontano gli stand. Anzi, il vero lavoro inizia lì. Ecco cosa facciamo sempre: -Inviamo email personalizzate entro pochi giorni ai contatti più interessanti -Raccogliamo i feedback e analizziamo cosa ha funzionato e cosa no -Misuriamo i risultati: quanti contatti, quante richieste, quante vendite? Aggiorniamo il nostro CRM e valutiamo se partecipare all’edizione successiva 💡 Bonus: strumenti e incentivi utili -ICE Agenzia supporta le PMI italiane con stand collettivi, servizi di interpretariato, logistica e consulenza -SACE-SIMEST offre contributi e finanziamenti agevolati per la partecipazione a fiere internazionali Le Camere di Commercio e le Regioni spesso pubblicano bandi specifici ✅Le fiere internazionali possono aprire nuove porte per la nostra impresa, ma solo se le affrontiamo con metodo, preparazione e visione strategica. Pianificare con attenzione, curare ogni dettaglio e mantenere attivo il contatto con i potenziali clienti dopo l’evento è ciò che trasforma la fiera da spesa a investimento. Noi di Impresa.biz continueremo a crederci, partecipare e migliorare, e siamo pronti ad accompagnare anche voi in questo percorso di internazionalizzazione. #FiereInternazionali #ExportPMI #Internazionalizzazione #StrategiaFieristica #PMIItalia #Microimprese #ICEAgenzia #Networking #BusinessEstero #MarketingFieristico #CrescitaInternazionale #BandiExport #StandEspositivi
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