Come usare il remarketing per aumentare le vendite cross-border
Quando ho iniziato a vendere all’estero con il mio e-commerce, ho capito subito che attirare visitatori non bastava: dovevo convincerli a tornare e completare l’acquisto. Ed è qui che il remarketing è diventato uno strumento fondamentale, soprattutto nei mercati internazionali.
Il remarketing, infatti, mi ha permesso di mantenere viva l’attenzione dei potenziali clienti, personalizzare la comunicazione e superare le diffidenze tipiche degli acquisti cross-border.
Ecco come uso il remarketing per aumentare le vendite fuori dall’Italia.
1. Segmentare il pubblico per Paese e comportamento
Il primo passo è capire chi stiamo rincorrendo.
In GA4 e nelle piattaforme Ads (Google Ads, Meta Ads), creo segmenti separati per:
-Visitatori che hanno visto prodotti ma non hanno aggiunto al carrello
-Chi ha abbandonato il carrello
-Chi ha visitato pagine chiave senza comprare
-Utenti che hanno già acquistato (per campagne di upsell o cross-sell)
Per ogni segmento, inoltre, filtro per Paese o lingua, così da personalizzare i messaggi in base al mercato.
2. Adattare i messaggi e le offerte al mercato locale
Un messaggio generico non funziona quasi mai, specie all’estero.
Io preparo creatività, testi e offerte pensate per ciascun Paese, rispettando:
-Lingua e cultura locale
-Modalità di pagamento preferite
-Eventi o festività specifiche
Per esempio, in Spagna promuovo sconti legati a feste locali, mentre in UK spingo molto sulle garanzie e sulla sicurezza dell’acquisto.
3. Utilizzare diversi canali di remarketing
Non mi limito mai a un solo canale.
Uso Facebook e Instagram per raggiungere il pubblico social, Google Display Network per visibilità su siti terzi, e persino campagne su YouTube per catturare l’attenzione con video brevi.
In più, spesso integro con email marketing per chi ha già fornito il contatto, creando un ciclo di comunicazione più efficace.
4. Testare frequenze e tempi di esposizione
All’estero, il ciclo d’acquisto può essere più lungo.
Ho imparato a modulare la frequenza degli annunci per evitare di “stancare” l’utente, mantenendo però alta la brand awareness.
Per esempio, in mercati dove la fiducia è più lenta a consolidarsi (come in alcune aree dell’Est Europa), lascio attive le campagne di remarketing per 30 giorni, mentre in mercati più “veloci” (come Scandinavia) preferisco periodi più brevi.
5. Monitorare e ottimizzare costantemente
Infine, nessuna strategia funziona senza dati.
Controllo regolarmente metriche come CTR, conversion rate, ROAS per ogni segmento e mercato.
Se una campagna non funziona, la modifico o la interrompo.
Se invece funziona, aumento il budget e sperimento nuovi contenuti.
Il remarketing è diventato per me uno strumento imprescindibile per vendere all’estero, perché permette di mantenere viva la relazione con il cliente e aumentare significativamente le conversioni cross-border.
Se vuoi espandere il tuo e-commerce oltre confine, ti consiglio di investire in campagne di remarketing ben segmentate e personalizzate per ogni mercato.
Vuoi un aiuto per creare la tua strategia di remarketing internazionale?
Scrivimi, ti supporto con consigli pratici e operativi.
#Remarketing #VenditeInternazionali #EcommerceExport #CrossBorderSelling #MarketingDigitale #GoogleAds #MetaAds #StrategieEcommerce #CustomerJourney #PMIExport
Quando ho iniziato a vendere all’estero con il mio e-commerce, ho capito subito che attirare visitatori non bastava: dovevo convincerli a tornare e completare l’acquisto. Ed è qui che il remarketing è diventato uno strumento fondamentale, soprattutto nei mercati internazionali.
Il remarketing, infatti, mi ha permesso di mantenere viva l’attenzione dei potenziali clienti, personalizzare la comunicazione e superare le diffidenze tipiche degli acquisti cross-border.
Ecco come uso il remarketing per aumentare le vendite fuori dall’Italia.
1. Segmentare il pubblico per Paese e comportamento
Il primo passo è capire chi stiamo rincorrendo.
In GA4 e nelle piattaforme Ads (Google Ads, Meta Ads), creo segmenti separati per:
-Visitatori che hanno visto prodotti ma non hanno aggiunto al carrello
-Chi ha abbandonato il carrello
-Chi ha visitato pagine chiave senza comprare
-Utenti che hanno già acquistato (per campagne di upsell o cross-sell)
Per ogni segmento, inoltre, filtro per Paese o lingua, così da personalizzare i messaggi in base al mercato.
2. Adattare i messaggi e le offerte al mercato locale
Un messaggio generico non funziona quasi mai, specie all’estero.
Io preparo creatività, testi e offerte pensate per ciascun Paese, rispettando:
-Lingua e cultura locale
-Modalità di pagamento preferite
-Eventi o festività specifiche
Per esempio, in Spagna promuovo sconti legati a feste locali, mentre in UK spingo molto sulle garanzie e sulla sicurezza dell’acquisto.
3. Utilizzare diversi canali di remarketing
Non mi limito mai a un solo canale.
Uso Facebook e Instagram per raggiungere il pubblico social, Google Display Network per visibilità su siti terzi, e persino campagne su YouTube per catturare l’attenzione con video brevi.
In più, spesso integro con email marketing per chi ha già fornito il contatto, creando un ciclo di comunicazione più efficace.
4. Testare frequenze e tempi di esposizione
All’estero, il ciclo d’acquisto può essere più lungo.
Ho imparato a modulare la frequenza degli annunci per evitare di “stancare” l’utente, mantenendo però alta la brand awareness.
Per esempio, in mercati dove la fiducia è più lenta a consolidarsi (come in alcune aree dell’Est Europa), lascio attive le campagne di remarketing per 30 giorni, mentre in mercati più “veloci” (come Scandinavia) preferisco periodi più brevi.
5. Monitorare e ottimizzare costantemente
Infine, nessuna strategia funziona senza dati.
Controllo regolarmente metriche come CTR, conversion rate, ROAS per ogni segmento e mercato.
Se una campagna non funziona, la modifico o la interrompo.
Se invece funziona, aumento il budget e sperimento nuovi contenuti.
Il remarketing è diventato per me uno strumento imprescindibile per vendere all’estero, perché permette di mantenere viva la relazione con il cliente e aumentare significativamente le conversioni cross-border.
Se vuoi espandere il tuo e-commerce oltre confine, ti consiglio di investire in campagne di remarketing ben segmentate e personalizzate per ogni mercato.
Vuoi un aiuto per creare la tua strategia di remarketing internazionale?
Scrivimi, ti supporto con consigli pratici e operativi.
#Remarketing #VenditeInternazionali #EcommerceExport #CrossBorderSelling #MarketingDigitale #GoogleAds #MetaAds #StrategieEcommerce #CustomerJourney #PMIExport
Come usare il remarketing per aumentare le vendite cross-border
Quando ho iniziato a vendere all’estero con il mio e-commerce, ho capito subito che attirare visitatori non bastava: dovevo convincerli a tornare e completare l’acquisto. Ed è qui che il remarketing è diventato uno strumento fondamentale, soprattutto nei mercati internazionali.
Il remarketing, infatti, mi ha permesso di mantenere viva l’attenzione dei potenziali clienti, personalizzare la comunicazione e superare le diffidenze tipiche degli acquisti cross-border.
Ecco come uso il remarketing per aumentare le vendite fuori dall’Italia.
1. Segmentare il pubblico per Paese e comportamento
Il primo passo è capire chi stiamo rincorrendo.
In GA4 e nelle piattaforme Ads (Google Ads, Meta Ads), creo segmenti separati per:
-Visitatori che hanno visto prodotti ma non hanno aggiunto al carrello
-Chi ha abbandonato il carrello
-Chi ha visitato pagine chiave senza comprare
-Utenti che hanno già acquistato (per campagne di upsell o cross-sell)
Per ogni segmento, inoltre, filtro per Paese o lingua, così da personalizzare i messaggi in base al mercato.
2. Adattare i messaggi e le offerte al mercato locale
Un messaggio generico non funziona quasi mai, specie all’estero.
Io preparo creatività, testi e offerte pensate per ciascun Paese, rispettando:
-Lingua e cultura locale
-Modalità di pagamento preferite
-Eventi o festività specifiche
Per esempio, in Spagna promuovo sconti legati a feste locali, mentre in UK spingo molto sulle garanzie e sulla sicurezza dell’acquisto.
3. Utilizzare diversi canali di remarketing
Non mi limito mai a un solo canale.
Uso Facebook e Instagram per raggiungere il pubblico social, Google Display Network per visibilità su siti terzi, e persino campagne su YouTube per catturare l’attenzione con video brevi.
In più, spesso integro con email marketing per chi ha già fornito il contatto, creando un ciclo di comunicazione più efficace.
4. Testare frequenze e tempi di esposizione
All’estero, il ciclo d’acquisto può essere più lungo.
Ho imparato a modulare la frequenza degli annunci per evitare di “stancare” l’utente, mantenendo però alta la brand awareness.
Per esempio, in mercati dove la fiducia è più lenta a consolidarsi (come in alcune aree dell’Est Europa), lascio attive le campagne di remarketing per 30 giorni, mentre in mercati più “veloci” (come Scandinavia) preferisco periodi più brevi.
5. Monitorare e ottimizzare costantemente
Infine, nessuna strategia funziona senza dati.
Controllo regolarmente metriche come CTR, conversion rate, ROAS per ogni segmento e mercato.
Se una campagna non funziona, la modifico o la interrompo.
Se invece funziona, aumento il budget e sperimento nuovi contenuti.
✅ Il remarketing è diventato per me uno strumento imprescindibile per vendere all’estero, perché permette di mantenere viva la relazione con il cliente e aumentare significativamente le conversioni cross-border.
Se vuoi espandere il tuo e-commerce oltre confine, ti consiglio di investire in campagne di remarketing ben segmentate e personalizzate per ogni mercato.
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