Normative e tasse per vendere online all’estero: cosa sapere
Gestisco un e-commerce e mi sono reso conto fin da subito che vendere online all’estero non è solo una questione di traduzioni, spedizioni e pagamenti.
Serve conoscere normative, fiscalità e adempimenti locali, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni, blocchi doganali o — peggio — perdere la fiducia dei clienti internazionali.
Ecco, quindi, cosa ho imparato (spesso sulla mia pelle) e che consiglio di sapere prima di iniziare a vendere fuori dall’Italia.
1. IVA e vendite intracomunitarie (UE)
Se vendi online a privati in altri Paesi UE, devi conoscere la soglia dei 10.000 euro annui (per tutte le vendite UE complessive).
-Se resti sotto questa soglia: applichi l’IVA italiana.
-Se la superi: devi applicare l’IVA del Paese del cliente e registrarti al regime OSS (One Stop Shop).
Io ho scelto di usare l’OSS: semplifica moltissimo la gestione fiscale in Europa.
2. Vendite extra-UE: dazi, IVA e dichiarazioni doganali
Fuori dall’Unione Europea, ogni Paese ha le sue regole.
Le cose principali da sapere:
-Dazi doganali e IVA locali possono ricadere su di te o sul cliente, a seconda di come imposti il contratto (es. DDP vs DAP).
-È fondamentale inserire correttamente le voci doganali (HS code) nella documentazione di spedizione.
In alcuni mercati (come UK, Svizzera o Canada) potresti dover registrare una partita IVA locale se superi certe soglie o vendi tramite marketplace.
3. Adempimenti fiscali nei marketplace
Se vendi tramite Amazon, Etsy, eBay o altri, occhio: in molti Paesi ora è il marketplace stesso a raccogliere e versare l’IVA.
Ma tu devi comunque tenerne conto nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali.
4. Regole locali su etichettatura, resi e privacy
Ogni Paese ha leggi diverse su:
-Etichette obbligatorie (soprattutto per alimenti, cosmetici, abbigliamento)
-Politiche di reso (es. negli USA sono molto più “flessibili” che in Italia)
-Normativa GDPR o equivalenti (per esempio, il CCPA in California)
Io ho imparato a personalizzare il sito in base al Paese di destinazione: lingua, valute, privacy policy e termini di vendita.
Vendere online all’estero è una grande opportunità, ma solo se gestita in modo professionale anche dal punto di vista normativo e fiscale.
Io consiglio di affiancarsi a un consulente export o fiscale esperto, almeno all’inizio: ti evita errori costosi e ti fa dormire sonni più tranquilli.
Vuoi una checklist legale-fiscale per il tuo e-commerce internazionale?
Scrivimi, te la preparo volentieri.
#EcommerceInternazionale #TasseExport #IVAEstera #VendereOnlineAllEstero #NormativeExport #OSS #FiscalitàInternazionale #Dogane #Marketplace #PMIExport
Gestisco un e-commerce e mi sono reso conto fin da subito che vendere online all’estero non è solo una questione di traduzioni, spedizioni e pagamenti.
Serve conoscere normative, fiscalità e adempimenti locali, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni, blocchi doganali o — peggio — perdere la fiducia dei clienti internazionali.
Ecco, quindi, cosa ho imparato (spesso sulla mia pelle) e che consiglio di sapere prima di iniziare a vendere fuori dall’Italia.
1. IVA e vendite intracomunitarie (UE)
Se vendi online a privati in altri Paesi UE, devi conoscere la soglia dei 10.000 euro annui (per tutte le vendite UE complessive).
-Se resti sotto questa soglia: applichi l’IVA italiana.
-Se la superi: devi applicare l’IVA del Paese del cliente e registrarti al regime OSS (One Stop Shop).
Io ho scelto di usare l’OSS: semplifica moltissimo la gestione fiscale in Europa.
2. Vendite extra-UE: dazi, IVA e dichiarazioni doganali
Fuori dall’Unione Europea, ogni Paese ha le sue regole.
Le cose principali da sapere:
-Dazi doganali e IVA locali possono ricadere su di te o sul cliente, a seconda di come imposti il contratto (es. DDP vs DAP).
-È fondamentale inserire correttamente le voci doganali (HS code) nella documentazione di spedizione.
In alcuni mercati (come UK, Svizzera o Canada) potresti dover registrare una partita IVA locale se superi certe soglie o vendi tramite marketplace.
3. Adempimenti fiscali nei marketplace
Se vendi tramite Amazon, Etsy, eBay o altri, occhio: in molti Paesi ora è il marketplace stesso a raccogliere e versare l’IVA.
Ma tu devi comunque tenerne conto nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali.
4. Regole locali su etichettatura, resi e privacy
Ogni Paese ha leggi diverse su:
-Etichette obbligatorie (soprattutto per alimenti, cosmetici, abbigliamento)
-Politiche di reso (es. negli USA sono molto più “flessibili” che in Italia)
-Normativa GDPR o equivalenti (per esempio, il CCPA in California)
Io ho imparato a personalizzare il sito in base al Paese di destinazione: lingua, valute, privacy policy e termini di vendita.
Vendere online all’estero è una grande opportunità, ma solo se gestita in modo professionale anche dal punto di vista normativo e fiscale.
Io consiglio di affiancarsi a un consulente export o fiscale esperto, almeno all’inizio: ti evita errori costosi e ti fa dormire sonni più tranquilli.
Vuoi una checklist legale-fiscale per il tuo e-commerce internazionale?
Scrivimi, te la preparo volentieri.
#EcommerceInternazionale #TasseExport #IVAEstera #VendereOnlineAllEstero #NormativeExport #OSS #FiscalitàInternazionale #Dogane #Marketplace #PMIExport
Normative e tasse per vendere online all’estero: cosa sapere
Gestisco un e-commerce e mi sono reso conto fin da subito che vendere online all’estero non è solo una questione di traduzioni, spedizioni e pagamenti.
Serve conoscere normative, fiscalità e adempimenti locali, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni, blocchi doganali o — peggio — perdere la fiducia dei clienti internazionali.
Ecco, quindi, cosa ho imparato (spesso sulla mia pelle) e che consiglio di sapere prima di iniziare a vendere fuori dall’Italia.
1. IVA e vendite intracomunitarie (UE)
Se vendi online a privati in altri Paesi UE, devi conoscere la soglia dei 10.000 euro annui (per tutte le vendite UE complessive).
-Se resti sotto questa soglia: applichi l’IVA italiana.
-Se la superi: devi applicare l’IVA del Paese del cliente e registrarti al regime OSS (One Stop Shop).
Io ho scelto di usare l’OSS: semplifica moltissimo la gestione fiscale in Europa.
2. Vendite extra-UE: dazi, IVA e dichiarazioni doganali
Fuori dall’Unione Europea, ogni Paese ha le sue regole.
Le cose principali da sapere:
-Dazi doganali e IVA locali possono ricadere su di te o sul cliente, a seconda di come imposti il contratto (es. DDP vs DAP).
-È fondamentale inserire correttamente le voci doganali (HS code) nella documentazione di spedizione.
In alcuni mercati (come UK, Svizzera o Canada) potresti dover registrare una partita IVA locale se superi certe soglie o vendi tramite marketplace.
3. Adempimenti fiscali nei marketplace
Se vendi tramite Amazon, Etsy, eBay o altri, occhio: in molti Paesi ora è il marketplace stesso a raccogliere e versare l’IVA.
Ma tu devi comunque tenerne conto nella contabilità e nelle dichiarazioni fiscali.
4. Regole locali su etichettatura, resi e privacy
Ogni Paese ha leggi diverse su:
-Etichette obbligatorie (soprattutto per alimenti, cosmetici, abbigliamento)
-Politiche di reso (es. negli USA sono molto più “flessibili” che in Italia)
-Normativa GDPR o equivalenti (per esempio, il CCPA in California)
Io ho imparato a personalizzare il sito in base al Paese di destinazione: lingua, valute, privacy policy e termini di vendita.
✅ Vendere online all’estero è una grande opportunità, ma solo se gestita in modo professionale anche dal punto di vista normativo e fiscale.
Io consiglio di affiancarsi a un consulente export o fiscale esperto, almeno all’inizio: ti evita errori costosi e ti fa dormire sonni più tranquilli.
✉️ Vuoi una checklist legale-fiscale per il tuo e-commerce internazionale?
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