Vendere su Amazon all’estero: guida pratica per cominciare subito
Quando ho deciso di portare il mio e-commerce fuori dall’Italia, una delle prime opzioni che ho valutato è stata Amazon.
Non è solo un marketplace: è una macchina ben oliata, con milioni di utenti attivi in tutto il mondo, logistica integrata e strumenti che — se usati bene — possono aprire davvero le porte ai mercati esteri.
In questa guida condivido i passaggi pratici per iniziare a vendere su Amazon all’estero, basandomi sulla mia esperienza diretta.
1. Scegliere dove vendere (e perché)
Amazon è presente in molti Paesi, ma non tutti sono uguali per ogni prodotto o brand.
Io ho cominciato da:
-Amazon Europe (UE): gestibile con un solo account (Amazon Europe Marketplace), mi ha permesso di vendere in Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi ecc.
-Amazon UK: molto interessante, ma attenzione a dogana e IVA post-Brexit.
-Amazon USA: mercato enorme, ma con regole fiscali e logistiche più complesse.
Prima di partire, consiglio di studiare bene domanda, concorrenza e margini in ogni mercato.
2. Aprire (o adattare) l’account seller central
Io ho usato il mio account Seller Central europeo e l’ho esteso agli altri Paesi. È possibile farlo dal pannello di controllo, attivando la vendita internazionale e collegando i marketplace.
Attenzione: per vendere in Paesi extra-UE, spesso servono documenti aggiuntivi (es. per Amazon US ti chiedono dati fiscali e conto bancario compatibile).
3. Tradurre e localizzare i contenuti
Amazon ti consente di tradurre automaticamente le inserzioni, ma consiglio di rivederle sempre.
Io uso un mix: traduzione automatica come base, poi correzione manuale (magari con l’aiuto di un madrelingua). Anche le immagini vanno adattate se includono testo.
4. Gestire la logistica: FBA o FBM?
-FBA (Fulfilled by Amazon): ho scelto questa opzione per iniziare. Amazon si occupa di spedizioni, resi e customer care. Perfetto per mercati lontani.
-FBM (Fulfilled by Merchant): utile se voglio più controllo o margini più alti, ma richiede una logistica internazionale ben organizzata.
-Per l’Europa, ho utilizzato il programma Paneuropeo, che distribuisce i miei prodotti nei magazzini UE in modo automatico.
5. Gestione fiscale e IVA
Qui serve attenzione. Ogni Paese ha regole diverse.
Per vendere in Europa con FBA, ho dovuto registrare la partita IVA nei Paesi in cui Amazon stocca la merce.
In alternativa, è possibile gestire tutto tramite il regime OSS, se si resta sotto certe soglie e si vende direttamente.
Per il Regno Unito e gli USA, invece, ho chiesto supporto a un consulente fiscale estero.
6. Promozione e visibilità
Una volta online, non basta “esserci”.
Ho investito in Amazon Ads, selezionando campagne PPC (pay per click) mirate su keyword locali.
Inoltre, recensioni, immagini professionali e schede ben ottimizzate fanno la differenza.
Vendere su Amazon all’estero è un ottimo modo per testare nuovi mercati, scalare le vendite e crescere velocemente, ma richiede strategia e preparazione.
Io l’ho fatto passo dopo passo, investendo tempo nella formazione e scegliendo bene i Paesi su cui partire.
Vuoi una checklist operativa per iniziare su Amazon all’estero?
Scrivimi, te la condivido volentieri.
#AmazonExport #VendereAllEstero #EcommerceInternazionale #AmazonFBA #AmazonSeller #MarketplaceStrategy #PMIExport #AmazonEurope #DigitalExport #LogisticaEcommerce
Quando ho deciso di portare il mio e-commerce fuori dall’Italia, una delle prime opzioni che ho valutato è stata Amazon.
Non è solo un marketplace: è una macchina ben oliata, con milioni di utenti attivi in tutto il mondo, logistica integrata e strumenti che — se usati bene — possono aprire davvero le porte ai mercati esteri.
In questa guida condivido i passaggi pratici per iniziare a vendere su Amazon all’estero, basandomi sulla mia esperienza diretta.
1. Scegliere dove vendere (e perché)
Amazon è presente in molti Paesi, ma non tutti sono uguali per ogni prodotto o brand.
Io ho cominciato da:
-Amazon Europe (UE): gestibile con un solo account (Amazon Europe Marketplace), mi ha permesso di vendere in Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi ecc.
-Amazon UK: molto interessante, ma attenzione a dogana e IVA post-Brexit.
-Amazon USA: mercato enorme, ma con regole fiscali e logistiche più complesse.
Prima di partire, consiglio di studiare bene domanda, concorrenza e margini in ogni mercato.
2. Aprire (o adattare) l’account seller central
Io ho usato il mio account Seller Central europeo e l’ho esteso agli altri Paesi. È possibile farlo dal pannello di controllo, attivando la vendita internazionale e collegando i marketplace.
Attenzione: per vendere in Paesi extra-UE, spesso servono documenti aggiuntivi (es. per Amazon US ti chiedono dati fiscali e conto bancario compatibile).
3. Tradurre e localizzare i contenuti
Amazon ti consente di tradurre automaticamente le inserzioni, ma consiglio di rivederle sempre.
Io uso un mix: traduzione automatica come base, poi correzione manuale (magari con l’aiuto di un madrelingua). Anche le immagini vanno adattate se includono testo.
4. Gestire la logistica: FBA o FBM?
-FBA (Fulfilled by Amazon): ho scelto questa opzione per iniziare. Amazon si occupa di spedizioni, resi e customer care. Perfetto per mercati lontani.
-FBM (Fulfilled by Merchant): utile se voglio più controllo o margini più alti, ma richiede una logistica internazionale ben organizzata.
-Per l’Europa, ho utilizzato il programma Paneuropeo, che distribuisce i miei prodotti nei magazzini UE in modo automatico.
5. Gestione fiscale e IVA
Qui serve attenzione. Ogni Paese ha regole diverse.
Per vendere in Europa con FBA, ho dovuto registrare la partita IVA nei Paesi in cui Amazon stocca la merce.
In alternativa, è possibile gestire tutto tramite il regime OSS, se si resta sotto certe soglie e si vende direttamente.
Per il Regno Unito e gli USA, invece, ho chiesto supporto a un consulente fiscale estero.
6. Promozione e visibilità
Una volta online, non basta “esserci”.
Ho investito in Amazon Ads, selezionando campagne PPC (pay per click) mirate su keyword locali.
Inoltre, recensioni, immagini professionali e schede ben ottimizzate fanno la differenza.
Vendere su Amazon all’estero è un ottimo modo per testare nuovi mercati, scalare le vendite e crescere velocemente, ma richiede strategia e preparazione.
Io l’ho fatto passo dopo passo, investendo tempo nella formazione e scegliendo bene i Paesi su cui partire.
Vuoi una checklist operativa per iniziare su Amazon all’estero?
Scrivimi, te la condivido volentieri.
#AmazonExport #VendereAllEstero #EcommerceInternazionale #AmazonFBA #AmazonSeller #MarketplaceStrategy #PMIExport #AmazonEurope #DigitalExport #LogisticaEcommerce
Vendere su Amazon all’estero: guida pratica per cominciare subito
Quando ho deciso di portare il mio e-commerce fuori dall’Italia, una delle prime opzioni che ho valutato è stata Amazon.
Non è solo un marketplace: è una macchina ben oliata, con milioni di utenti attivi in tutto il mondo, logistica integrata e strumenti che — se usati bene — possono aprire davvero le porte ai mercati esteri.
In questa guida condivido i passaggi pratici per iniziare a vendere su Amazon all’estero, basandomi sulla mia esperienza diretta.
1. Scegliere dove vendere (e perché)
Amazon è presente in molti Paesi, ma non tutti sono uguali per ogni prodotto o brand.
Io ho cominciato da:
-Amazon Europe (UE): gestibile con un solo account (Amazon Europe Marketplace), mi ha permesso di vendere in Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi ecc.
-Amazon UK: molto interessante, ma attenzione a dogana e IVA post-Brexit.
-Amazon USA: mercato enorme, ma con regole fiscali e logistiche più complesse.
Prima di partire, consiglio di studiare bene domanda, concorrenza e margini in ogni mercato.
2. Aprire (o adattare) l’account seller central
Io ho usato il mio account Seller Central europeo e l’ho esteso agli altri Paesi. È possibile farlo dal pannello di controllo, attivando la vendita internazionale e collegando i marketplace.
Attenzione: per vendere in Paesi extra-UE, spesso servono documenti aggiuntivi (es. per Amazon US ti chiedono dati fiscali e conto bancario compatibile).
3. Tradurre e localizzare i contenuti
Amazon ti consente di tradurre automaticamente le inserzioni, ma consiglio di rivederle sempre.
Io uso un mix: traduzione automatica come base, poi correzione manuale (magari con l’aiuto di un madrelingua). Anche le immagini vanno adattate se includono testo.
4. Gestire la logistica: FBA o FBM?
-FBA (Fulfilled by Amazon): ho scelto questa opzione per iniziare. Amazon si occupa di spedizioni, resi e customer care. Perfetto per mercati lontani.
-FBM (Fulfilled by Merchant): utile se voglio più controllo o margini più alti, ma richiede una logistica internazionale ben organizzata.
-Per l’Europa, ho utilizzato il programma Paneuropeo, che distribuisce i miei prodotti nei magazzini UE in modo automatico.
5. Gestione fiscale e IVA
Qui serve attenzione. Ogni Paese ha regole diverse.
Per vendere in Europa con FBA, ho dovuto registrare la partita IVA nei Paesi in cui Amazon stocca la merce.
In alternativa, è possibile gestire tutto tramite il regime OSS, se si resta sotto certe soglie e si vende direttamente.
Per il Regno Unito e gli USA, invece, ho chiesto supporto a un consulente fiscale estero.
6. Promozione e visibilità
Una volta online, non basta “esserci”.
Ho investito in Amazon Ads, selezionando campagne PPC (pay per click) mirate su keyword locali.
Inoltre, recensioni, immagini professionali e schede ben ottimizzate fanno la differenza.
✅Vendere su Amazon all’estero è un ottimo modo per testare nuovi mercati, scalare le vendite e crescere velocemente, ma richiede strategia e preparazione.
Io l’ho fatto passo dopo passo, investendo tempo nella formazione e scegliendo bene i Paesi su cui partire.
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📌#AmazonExport #VendereAllEstero #EcommerceInternazionale #AmazonFBA #AmazonSeller #MarketplaceStrategy #PMIExport #AmazonEurope #DigitalExport #LogisticaEcommerce
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