• Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti

    Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”.
    In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali.

    Cosa intendiamo per funnel di vendita?
    Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente.
    Si articola in 3 fasi principali:

    -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand
    -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano
    -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc.
    Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi.

    Quali social media usare e come
    Dipende dal nostro target e dal tipo di business.
    Ecco come li usiamo noi nei funnel:
    -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing
    -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B
    -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi
    -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial
    -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing

    Come costruire un funnel integrato ai social media
    Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel)
    ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni
    ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire

    Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel)
    ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano
    ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot)

    Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel)
    ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare
    ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito

    Fidelizza e trasforma in ambassador
    ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti
    ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola

    Strumenti che consigliamo per l’integrazione
    -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram
    -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail
    -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli
    -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing
    -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme

    Errori da evitare
    Postare senza strategia
    Pensare che i like siano vendite
    Non avere una CTA chiara
    Non tracciare le conversioni
    Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti

    Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso.
    Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart.

    #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
    Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”. In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali. Cosa intendiamo per funnel di vendita? Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente. Si articola in 3 fasi principali: -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc. 💡 Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi. Quali social media usare e come Dipende dal nostro target e dal tipo di business. Ecco come li usiamo noi nei funnel: -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing Come costruire un funnel integrato ai social media Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel) ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel) ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot) Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel) ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito Fidelizza e trasforma in ambassador ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola Strumenti che consigliamo per l’integrazione -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme Errori da evitare ❌ Postare senza strategia ❌ Pensare che i like siano vendite ❌ Non avere una CTA chiara ❌ Non tracciare le conversioni ❌ Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso. Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart. #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
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  • Conversion rate internazionale: cosa cambia rispetto all’Italia

    Quando ho iniziato a vendere online all’estero, pensavo che bastasse tradurre il sito e lanciare qualche campagna ads per ottenere gli stessi risultati che avevo in Italia.
    Mi sbagliavo.
    Il tasso di conversione internazionale è un terreno completamente diverso.
    Ho dovuto rivedere il mio approccio, adattarmi a nuovi comportamenti d’acquisto e imparare a leggere i numeri con occhi diversi.
    Ecco cosa ho imparato (spesso a mie spese) su cosa cambia davvero tra l’Italia e i mercati esteri.

    1. Fiducia e abitudini d’acquisto variano molto
    In Italia i clienti sono spesso diffidenti, ma tendono a convertire bene se trovano offerte chiare e pagamenti familiari.
    All’estero, invece:
    -Nei Paesi nordici o anglosassoni, il cliente è più abituato a comprare online, ma pretende chiarezza e affidabilità immediata
    -In alcuni mercati dell’Est Europa o Sud America, è fondamentale offrire pagamenti e spedizioni locali
    Risultato? Un sito che converte bene in Italia può performare male in Germania o in Francia se non è localizzato bene.

    2. Il traffico estero può essere più freddo
    Spesso, il traffico internazionale proviene da utenti che non conoscono il mio brand.
    Mentre in Italia magari ho già autorevolezza o ritorno clienti, all’estero parto da zero. Questo abbassa il tasso di conversione iniziale… ma si può migliorare.
    Ho imparato ad affiancare traffico freddo con retargeting mirato, social proof locali e landing page dedicate per ogni mercato.

    3. La velocità del sito e la UX fanno (ancora più) la differenza
    Un sito che si carica lentamente in Italia è fastidioso.
    Ma in mercati esteri con connessioni meno stabili o utenti più abituati ad alti standard, anche un secondo in più può far crollare la conversione.
    Ho investito in un’infrastruttura più veloce, CDN internazionali e UX mobile ottimizzata per ogni lingua.

    4. Valuta, spedizione e customer care influenzano le conversioni
    Mostrare i prezzi in euro a un canadese? Errore.
    Offrire solo email di contatto a un cliente tedesco? Altro errore.

    Ogni Paese ha le sue aspettative:
    -Prezzi in valuta locale
    -Costi di spedizione trasparenti
    -Politiche di reso chiare
    -Customer care nella lingua del cliente
    Ogni dettaglio impatta sul conversion rate.

    5. SEO e Ads vanno adattati al mercato
    Anche il miglior copy italiano tradotto in inglese può non funzionare.
    Ho imparato a riscrivere headline, CTA e descrizioni in base alla cultura del cliente target.

    E con Google Ads o Meta Ads, è essenziale localizzare le campagne, usare keyword diverse e testare più approcci.

    Il conversion rate all’estero non può essere paragonato 1:1 a quello italiano. Cambia tutto: contesto, fiducia, aspettative, cultura.
    Ma una volta capite le differenze, si può ottimizzare ogni fase e ottenere ottimi risultati.

    Per me è stato un percorso fatto di test, errori e tanti aggiustamenti. Ma ne è valsa la pena.

    Vuoi analizzare il conversion rate del tuo e-commerce nei diversi Paesi?
    Scrivimi, ti aiuto a interpretare i dati e a capire dove migliorare.

    #ConversionRate #EcommerceInternazionale #VendereAllEstero #DigitalExport #TassoDiConversione #LocalizzazioneEcommerce #CRO #UserExperience #MarketingInternazionale #PMIExport

    Conversion rate internazionale: cosa cambia rispetto all’Italia Quando ho iniziato a vendere online all’estero, pensavo che bastasse tradurre il sito e lanciare qualche campagna ads per ottenere gli stessi risultati che avevo in Italia. Mi sbagliavo. Il tasso di conversione internazionale è un terreno completamente diverso. Ho dovuto rivedere il mio approccio, adattarmi a nuovi comportamenti d’acquisto e imparare a leggere i numeri con occhi diversi. Ecco cosa ho imparato (spesso a mie spese) su cosa cambia davvero tra l’Italia e i mercati esteri. 1. Fiducia e abitudini d’acquisto variano molto In Italia i clienti sono spesso diffidenti, ma tendono a convertire bene se trovano offerte chiare e pagamenti familiari. All’estero, invece: -Nei Paesi nordici o anglosassoni, il cliente è più abituato a comprare online, ma pretende chiarezza e affidabilità immediata -In alcuni mercati dell’Est Europa o Sud America, è fondamentale offrire pagamenti e spedizioni locali 👉 Risultato? Un sito che converte bene in Italia può performare male in Germania o in Francia se non è localizzato bene. 2. Il traffico estero può essere più freddo Spesso, il traffico internazionale proviene da utenti che non conoscono il mio brand. Mentre in Italia magari ho già autorevolezza o ritorno clienti, all’estero parto da zero. Questo abbassa il tasso di conversione iniziale… ma si può migliorare. Ho imparato ad affiancare traffico freddo con retargeting mirato, social proof locali e landing page dedicate per ogni mercato. 3. La velocità del sito e la UX fanno (ancora più) la differenza Un sito che si carica lentamente in Italia è fastidioso. Ma in mercati esteri con connessioni meno stabili o utenti più abituati ad alti standard, anche un secondo in più può far crollare la conversione. Ho investito in un’infrastruttura più veloce, CDN internazionali e UX mobile ottimizzata per ogni lingua. 4. Valuta, spedizione e customer care influenzano le conversioni Mostrare i prezzi in euro a un canadese? Errore. Offrire solo email di contatto a un cliente tedesco? Altro errore. Ogni Paese ha le sue aspettative: -Prezzi in valuta locale -Costi di spedizione trasparenti -Politiche di reso chiare -Customer care nella lingua del cliente Ogni dettaglio impatta sul conversion rate. 5. SEO e Ads vanno adattati al mercato Anche il miglior copy italiano tradotto in inglese può non funzionare. Ho imparato a riscrivere headline, CTA e descrizioni in base alla cultura del cliente target. E con Google Ads o Meta Ads, è essenziale localizzare le campagne, usare keyword diverse e testare più approcci. ✅ Il conversion rate all’estero non può essere paragonato 1:1 a quello italiano. Cambia tutto: contesto, fiducia, aspettative, cultura. Ma una volta capite le differenze, si può ottimizzare ogni fase e ottenere ottimi risultati. Per me è stato un percorso fatto di test, errori e tanti aggiustamenti. Ma ne è valsa la pena. ✉️ Vuoi analizzare il conversion rate del tuo e-commerce nei diversi Paesi? Scrivimi, ti aiuto a interpretare i dati e a capire dove migliorare. 📌#ConversionRate #EcommerceInternazionale #VendereAllEstero #DigitalExport #TassoDiConversione #LocalizzazioneEcommerce #CRO #UserExperience #MarketingInternazionale #PMIExport
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  • Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite

    Gestire un e-commerce significa anche prendersi cura di chi ha già comprato da te. Ho scoperto che spesso i clienti inattivi sono una risorsa preziosa, molto più facile ed economica da “riattivare” rispetto ad acquisirne di nuovi.

    Ma come si fa davvero a riconquistarli? Ecco le strategie che ho messo in campo, e che ti consiglio di provare subito.

    1. Segmenta i clienti inattivi per azioni mirate
    Prima di tutto, ho analizzato il mio database per capire chi sono i clienti inattivi: ad esempio, quelli che non comprano da 6 mesi o più.
    Dividere i clienti per fasce temporali mi ha permesso di preparare comunicazioni personalizzate e più efficaci.

    2. Invia email di riattivazione con offerte personalizzate
    La prima mossa è stata una campagna email mirata con:
    -Oggetti accattivanti e personalizzati
    -Offerte esclusive, come sconti dedicati o spedizione gratuita
    -Inviti a scoprire nuovi prodotti o aggiornamenti
    -Un incentivo mirato è fondamentale per spingere all’azione.

    3. Usa il retargeting sui social e Google Ads
    Ho creato campagne di retargeting per mostrare ai clienti inattivi annunci con i prodotti che avevano guardato o acquistato in passato, ma anche con nuove proposte.
    Il messaggio personalizzato aiuta a farli tornare.

    4. Offri un programma fedeltà o benefit esclusivi
    Un programma punti o premi dedicato a chi torna a comprare è un ottimo modo per creare un legame.
    Ho notato che clienti con accesso a benefit esclusivi si sentono più coinvolti e motivati.

    5. Chiedi feedback e ascolta le esigenze
    A volte il motivo dell’inattività è semplice: il cliente non ha trovato prodotti interessanti o ha avuto problemi.
    Inviare un sondaggio breve per capire cosa migliorare è un gesto che viene apprezzato e può far ripartire il rapporto.

    6. Rimani presente con contenuti di valore
    Newsletter, social e blog sono utili per mantenere vivo l’interesse. Offrire contenuti utili e ispirazionali aiuta a ricordare il tuo brand senza essere invasivi.

    Non sottovalutare mai i clienti inattivi: con le giuste strategie e un po’ di attenzione possono tornare a essere tra i tuoi migliori sostenitori e portarti nuove vendite.
    Ricordati, la chiave è personalizzare, coinvolgere e premiare.

    #RecuperoClienti #CustomerRetention #ImpresaBiz #VenditeOnline #EcommerceMarketing #FidelizzazioneClienti #MarketingStrategico

    Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite 🔄💰 Gestire un e-commerce significa anche prendersi cura di chi ha già comprato da te. Ho scoperto che spesso i clienti inattivi sono una risorsa preziosa, molto più facile ed economica da “riattivare” rispetto ad acquisirne di nuovi. Ma come si fa davvero a riconquistarli? Ecco le strategie che ho messo in campo, e che ti consiglio di provare subito. 1. Segmenta i clienti inattivi per azioni mirate 🎯 Prima di tutto, ho analizzato il mio database per capire chi sono i clienti inattivi: ad esempio, quelli che non comprano da 6 mesi o più. Dividere i clienti per fasce temporali mi ha permesso di preparare comunicazioni personalizzate e più efficaci. 2. Invia email di riattivazione con offerte personalizzate 📧 La prima mossa è stata una campagna email mirata con: -Oggetti accattivanti e personalizzati -Offerte esclusive, come sconti dedicati o spedizione gratuita -Inviti a scoprire nuovi prodotti o aggiornamenti -Un incentivo mirato è fondamentale per spingere all’azione. 3. Usa il retargeting sui social e Google Ads 🔄 Ho creato campagne di retargeting per mostrare ai clienti inattivi annunci con i prodotti che avevano guardato o acquistato in passato, ma anche con nuove proposte. Il messaggio personalizzato aiuta a farli tornare. 4. Offri un programma fedeltà o benefit esclusivi 🎁 Un programma punti o premi dedicato a chi torna a comprare è un ottimo modo per creare un legame. Ho notato che clienti con accesso a benefit esclusivi si sentono più coinvolti e motivati. 5. Chiedi feedback e ascolta le esigenze 🗣️ A volte il motivo dell’inattività è semplice: il cliente non ha trovato prodotti interessanti o ha avuto problemi. Inviare un sondaggio breve per capire cosa migliorare è un gesto che viene apprezzato e può far ripartire il rapporto. 6. Rimani presente con contenuti di valore 📱 Newsletter, social e blog sono utili per mantenere vivo l’interesse. Offrire contenuti utili e ispirazionali aiuta a ricordare il tuo brand senza essere invasivi. Non sottovalutare mai i clienti inattivi: con le giuste strategie e un po’ di attenzione possono tornare a essere tra i tuoi migliori sostenitori e portarti nuove vendite. Ricordati, la chiave è personalizzare, coinvolgere e premiare. #RecuperoClienti #CustomerRetention #ImpresaBiz #VenditeOnline #EcommerceMarketing #FidelizzazioneClienti #MarketingStrategico
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  • Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite

    Quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, mi sono presto resa conto di una cosa: non basta attirare nuovi clienti, bisogna anche recuperare quelli che si sono allontanati.

    I clienti inattivi sono un tesoro nascosto: hanno già conosciuto il tuo brand e, con la giusta strategia, possono tornare a comprare, spesso con spese maggiori.

    Ecco cosa ho imparato per riaccendere la loro attenzione e farli diventare clienti fedeli (e più profittevoli).

    1. Segmenta e analizza il tuo database clienti
    Prima di tutto, ho diviso i clienti in base a:
    -Data dell’ultimo acquisto
    -Frequenza degli ordini
    -Valore speso
    Questo mi ha permesso di capire chi sono davvero i clienti inattivi (es. da più di 6 mesi senza acquisti) e personalizzare le azioni.

    2. Email marketing mirato: il primo grande alleato
    Ho creato campagne specifiche, ad esempio:
    -Email di riattivazione con oggetto accattivante e offerta esclusiva
    -Reminder personalizzati basati sugli acquisti precedenti
    -Newsletter con contenuti utili e nuovi prodotti per risvegliare interesse
    Un trucco? Inserire sempre una call to action chiara e un incentivo concreto (sconto, spedizione gratis).

    3. Offerte personalizzate e programmi fedeltà
    Non tutti rispondono allo stesso modo. Ho sperimentato:
    -Sconti dedicati solo a clienti inattivi
    -Omaggi o campioni gratuiti da allegare all’ordine successivo
    -Programmi fedeltà che premiano chi ritorna (punti, bonus)
    Queste tattiche fanno sentire il cliente speciale e lo motivano a tornare.

    4. Coinvolgimento sui social e retargeting
    Ho sfruttato campagne di retargeting su Facebook e Instagram per mostrare ai clienti inattivi:
    -Prodotti simili a quelli già comprati
    -Novità esclusive
    -Recensioni positive e contenuti di valore
    Questo mantiene alta la brand awareness e stimola la voglia di acquistare.

    5. Sondaggio e feedback: ascolta la tua community
    Per capire perché molti clienti si sono allontanati, ho inviato brevi sondaggi con domande semplici:
    -Cosa ti è piaciuto e cosa no?
    -Cosa possiamo migliorare?
    -Quali prodotti vorresti vedere?
    Ottenere feedback diretti mi ha permesso di correggere il tiro e mostrare attenzione reale.

    Recuperare clienti inattivi non è magia, ma una combinazione di dati, personalizzazione e cura costante.
    Non sottovalutare mai chi ha già comprato da te: sono la base più solida per far crescere le vendite nel tempo.

    #CustomerRetention #RecuperoClienti #EmailMarketing #ImpresaBiz #VenditeOnline #Fidelizzazione #EcommerceGrowth #MarketingStrategico #ClientiInattivi

    Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite 📉➡️📈 Quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, mi sono presto resa conto di una cosa: non basta attirare nuovi clienti, bisogna anche recuperare quelli che si sono allontanati. I clienti inattivi sono un tesoro nascosto: hanno già conosciuto il tuo brand e, con la giusta strategia, possono tornare a comprare, spesso con spese maggiori. Ecco cosa ho imparato per riaccendere la loro attenzione e farli diventare clienti fedeli (e più profittevoli). 1. Segmenta e analizza il tuo database clienti 🗂️ Prima di tutto, ho diviso i clienti in base a: -Data dell’ultimo acquisto -Frequenza degli ordini -Valore speso Questo mi ha permesso di capire chi sono davvero i clienti inattivi (es. da più di 6 mesi senza acquisti) e personalizzare le azioni. 2. Email marketing mirato: il primo grande alleato 📧 Ho creato campagne specifiche, ad esempio: -Email di riattivazione con oggetto accattivante e offerta esclusiva -Reminder personalizzati basati sugli acquisti precedenti -Newsletter con contenuti utili e nuovi prodotti per risvegliare interesse Un trucco? Inserire sempre una call to action chiara e un incentivo concreto (sconto, spedizione gratis). 3. Offerte personalizzate e programmi fedeltà 🎁 Non tutti rispondono allo stesso modo. Ho sperimentato: -Sconti dedicati solo a clienti inattivi -Omaggi o campioni gratuiti da allegare all’ordine successivo -Programmi fedeltà che premiano chi ritorna (punti, bonus) Queste tattiche fanno sentire il cliente speciale e lo motivano a tornare. 4. Coinvolgimento sui social e retargeting 🔄 Ho sfruttato campagne di retargeting su Facebook e Instagram per mostrare ai clienti inattivi: -Prodotti simili a quelli già comprati -Novità esclusive -Recensioni positive e contenuti di valore Questo mantiene alta la brand awareness e stimola la voglia di acquistare. 5. Sondaggio e feedback: ascolta la tua community 🗣️ Per capire perché molti clienti si sono allontanati, ho inviato brevi sondaggi con domande semplici: -Cosa ti è piaciuto e cosa no? -Cosa possiamo migliorare? -Quali prodotti vorresti vedere? Ottenere feedback diretti mi ha permesso di correggere il tiro e mostrare attenzione reale. Recuperare clienti inattivi non è magia, ma una combinazione di dati, personalizzazione e cura costante. Non sottovalutare mai chi ha già comprato da te: sono la base più solida per far crescere le vendite nel tempo. #CustomerRetention #RecuperoClienti #EmailMarketing #ImpresaBiz #VenditeOnline #Fidelizzazione #EcommerceGrowth #MarketingStrategico #ClientiInattivi
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  • Come scalare un e-commerce da zero a 6 cifre in un anno

    Quando ho lanciato il mio primo e-commerce, partivo da zero: nessun cliente, nessuna lista email, nessun know-how specifico. Solo tanta voglia di farcela.
    Oggi, a distanza di un anno, posso dire di aver superato le 6 cifre di fatturato. Non è stato facile, ma con le strategie giuste e la mentalità da imprenditore digitale, è possibile.

    Ecco cosa ha funzionato davvero nel mio percorso — e che ti può aiutare a scalare anche il tuo business.

    1. Scegli un prodotto di nicchia con domanda reale
    Non inseguire mode passeggere o mercati troppo saturi senza strategia.
    Ho fatto ricerche approfondite: capire i bisogni del pubblico, analizzare la concorrenza e trovare un prodotto che risolvesse un problema concreto.
    Così ho evitato di sprecare tempo e risorse.

    2. Costruisci un brand forte e autentico
    Un e-commerce non è solo un sito con prodotti. È un’esperienza, un’identità.
    Ho lavorato molto su logo, packaging, tono di voce e soprattutto sulla storia che racconto ai clienti.
    Un brand riconoscibile e con valori chiari crea fiducia e fidelizza.

    3. Usa il marketing digitale in modo strategico
    Ho investito soprattutto in:
    -Facebook e Instagram Ads per acquisire traffico qualificato
    -Email marketing per coltivare la relazione con i clienti
    Content marketing per attirare organicamente nuovi visitatori
    Ogni canale aveva un ruolo preciso, e monitoravo costantemente i dati per ottimizzare.

    4. Ottimizza il funnel di vendita e il customer journey
    Dal primo click all’acquisto, ho studiato ogni passaggio per rendere l’esperienza fluida e persuasiva.
    Semplificare il checkout, aggiungere testimonianze, usare retargeting e offrire supporto veloce sono stati elementi chiave.

    5. Scala gradualmente investendo nei punti di forza
    Non ho mai speso tutto subito in advertising, ma ho reinvestito i profitti per aumentare gradualmente il budget, migliorare il prodotto e ampliare il team.
    La crescita sostenibile è la chiave per non bruciare risorse e costruire un business solido.

    Scalare un e-commerce da zero a 6 cifre in un anno è una sfida impegnativa, ma con la giusta strategia e mentalità è alla portata di chiunque.
    Io ho imparato a non avere fretta, a testare, adattarmi e a mettere sempre il cliente al centro.
    Se sei pronto a investire tempo, studio e passione, il successo può diventare realtà.

    #EcommerceGrowth #ScalareUnBusiness #MarketingDigitale #BrandBuilding #ImpresaBiz #DigitalEntrepreneur #6CifreInUnAnno
    Come scalare un e-commerce da zero a 6 cifre in un anno 🚀💸 Quando ho lanciato il mio primo e-commerce, partivo da zero: nessun cliente, nessuna lista email, nessun know-how specifico. Solo tanta voglia di farcela. Oggi, a distanza di un anno, posso dire di aver superato le 6 cifre di fatturato. Non è stato facile, ma con le strategie giuste e la mentalità da imprenditore digitale, è possibile. Ecco cosa ha funzionato davvero nel mio percorso — e che ti può aiutare a scalare anche il tuo business. 1. Scegli un prodotto di nicchia con domanda reale 🔍 Non inseguire mode passeggere o mercati troppo saturi senza strategia. Ho fatto ricerche approfondite: capire i bisogni del pubblico, analizzare la concorrenza e trovare un prodotto che risolvesse un problema concreto. Così ho evitato di sprecare tempo e risorse. 2. Costruisci un brand forte e autentico 💡 Un e-commerce non è solo un sito con prodotti. È un’esperienza, un’identità. Ho lavorato molto su logo, packaging, tono di voce e soprattutto sulla storia che racconto ai clienti. Un brand riconoscibile e con valori chiari crea fiducia e fidelizza. 3. Usa il marketing digitale in modo strategico 🎯 Ho investito soprattutto in: -Facebook e Instagram Ads per acquisire traffico qualificato -Email marketing per coltivare la relazione con i clienti Content marketing per attirare organicamente nuovi visitatori Ogni canale aveva un ruolo preciso, e monitoravo costantemente i dati per ottimizzare. 4. Ottimizza il funnel di vendita e il customer journey 🔄 Dal primo click all’acquisto, ho studiato ogni passaggio per rendere l’esperienza fluida e persuasiva. Semplificare il checkout, aggiungere testimonianze, usare retargeting e offrire supporto veloce sono stati elementi chiave. 5. Scala gradualmente investendo nei punti di forza 📈 Non ho mai speso tutto subito in advertising, ma ho reinvestito i profitti per aumentare gradualmente il budget, migliorare il prodotto e ampliare il team. La crescita sostenibile è la chiave per non bruciare risorse e costruire un business solido. Scalare un e-commerce da zero a 6 cifre in un anno è una sfida impegnativa, ma con la giusta strategia e mentalità è alla portata di chiunque. Io ho imparato a non avere fretta, a testare, adattarmi e a mettere sempre il cliente al centro. Se sei pronto a investire tempo, studio e passione, il successo può diventare realtà. #EcommerceGrowth #ScalareUnBusiness #MarketingDigitale #BrandBuilding #ImpresaBiz #DigitalEntrepreneur #6CifreInUnAnno
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  • Come ottimizzare la customer journey per migliorare le conversioni

    Quando ho iniziato a vendere online, ero convinta che bastasse avere un bel sito e prodotti validi.
    Ma i clienti non arrivavano — o, se arrivavano, abbandonavano il carrello all’ultimo momento.
    Ho capito presto che la customer journey è il vero motore dietro ogni conversione.

    La customer journey è il percorso che un cliente compie dal primo contatto con il tuo brand fino all’acquisto (e oltre).
    Se non la gestisci con cura, rischi di perdere clienti preziosi.

    Ecco come ho ottimizzato il mio processo per aumentare vendite e fidelizzazione.

    1. Mappa ogni punto di contatto con il cliente
    Dall’annuncio su Instagram, al sito web, al carrello, fino alla conferma dell’ordine e al post-vendita.
    Ho elencato ogni momento in cui il cliente interagisce con me e con il brand, per capire dove potessero esserci intoppi o dubbi.

    2. Rendi ogni passaggio semplice e chiaro
    Se un cliente fatica a capire come acquistare o trova troppe informazioni inutili, abbandona.
    Ho semplificato la navigazione, ridotto i campi del checkout e aggiunto call to action chiare e visibili.

    3. Personalizza l’esperienza
    Grazie ai dati raccolti (interessi, comportamenti, feedback), offro contenuti e offerte personalizzate.
    Per esempio, mando email con prodotti consigliati o promozioni su articoli simili a quelli già visti.

    4. Offri supporto rapido e accessibile
    Chat, FAQ, assistenza via social o email: ho reso facile chiedere aiuto e risolvere problemi, perché un cliente supportato compra di più e con più fiducia.

    5. Usa il retargeting con attenzione
    Molti clienti visitano ma non comprano subito.
    Con campagne di retargeting mirate, ricordo loro il valore dei miei prodotti senza essere invasiva, aumentando così le conversioni.

    6. Chiedi feedback e migliora continuamente
    Dopo ogni acquisto, invio un sondaggio per capire cosa ha funzionato e cosa no.
    I feedback aiutano a perfezionare l’esperienza e a costruire relazioni solide.

    Ottimizzare la customer journey non è solo una questione tecnica, ma una vera strategia di ascolto e miglioramento continuo.
    Ho visto il mio tasso di conversione crescere solo dopo aver iniziato a mettere il cliente al centro, passo dopo passo.
    Se vuoi far crescere il tuo business online, parti dalla customer journey: è la chiave per trasformare visitatori in clienti fedeli.

    #CustomerJourney #ConversionRate #UserExperience #EcommerceStrategy #ImpresaBiz #MarketingDigitale #FidelizzazioneClienti #BusinessGrowth
    Come ottimizzare la customer journey per migliorare le conversioni 🔄💡 Quando ho iniziato a vendere online, ero convinta che bastasse avere un bel sito e prodotti validi. Ma i clienti non arrivavano — o, se arrivavano, abbandonavano il carrello all’ultimo momento. Ho capito presto che la customer journey è il vero motore dietro ogni conversione. La customer journey è il percorso che un cliente compie dal primo contatto con il tuo brand fino all’acquisto (e oltre). Se non la gestisci con cura, rischi di perdere clienti preziosi. Ecco come ho ottimizzato il mio processo per aumentare vendite e fidelizzazione. 1. Mappa ogni punto di contatto con il cliente 🗺️ Dall’annuncio su Instagram, al sito web, al carrello, fino alla conferma dell’ordine e al post-vendita. Ho elencato ogni momento in cui il cliente interagisce con me e con il brand, per capire dove potessero esserci intoppi o dubbi. 2. Rendi ogni passaggio semplice e chiaro 🚦 Se un cliente fatica a capire come acquistare o trova troppe informazioni inutili, abbandona. Ho semplificato la navigazione, ridotto i campi del checkout e aggiunto call to action chiare e visibili. 3. Personalizza l’esperienza 🎯 Grazie ai dati raccolti (interessi, comportamenti, feedback), offro contenuti e offerte personalizzate. Per esempio, mando email con prodotti consigliati o promozioni su articoli simili a quelli già visti. 4. Offri supporto rapido e accessibile 💬 Chat, FAQ, assistenza via social o email: ho reso facile chiedere aiuto e risolvere problemi, perché un cliente supportato compra di più e con più fiducia. 5. Usa il retargeting con attenzione 🔁 Molti clienti visitano ma non comprano subito. Con campagne di retargeting mirate, ricordo loro il valore dei miei prodotti senza essere invasiva, aumentando così le conversioni. 6. Chiedi feedback e migliora continuamente 📈 Dopo ogni acquisto, invio un sondaggio per capire cosa ha funzionato e cosa no. I feedback aiutano a perfezionare l’esperienza e a costruire relazioni solide. Ottimizzare la customer journey non è solo una questione tecnica, ma una vera strategia di ascolto e miglioramento continuo. Ho visto il mio tasso di conversione crescere solo dopo aver iniziato a mettere il cliente al centro, passo dopo passo. Se vuoi far crescere il tuo business online, parti dalla customer journey: è la chiave per trasformare visitatori in clienti fedeli. #CustomerJourney #ConversionRate #UserExperience #EcommerceStrategy #ImpresaBiz #MarketingDigitale #FidelizzazioneClienti #BusinessGrowth
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  • Come implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri

    Nel mio lavoro con le PMI italiane che vogliono espandersi all’estero, ho imparato che il retargeting è uno strumento fondamentale per aumentare le conversioni e recuperare clienti potenziali che altrimenti rischierebbero di perdersi. Tuttavia, implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede attenzione e personalizzazione.

    1. Segmentare il pubblico per mercato e comportamento

    Per me, il primo passo è sempre capire chi sono i visitatori e come si comportano in ciascun mercato. Segmentare il pubblico in base a lingua, paese, interessi e azioni compiute sul sito permette di creare campagne di retargeting più mirate e rilevanti.

    2. Adattare i messaggi e le creatività

    Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali e linguistiche. Per questo motivo, personalizzo sempre i messaggi pubblicitari e le creatività, tenendo conto delle preferenze locali, delle festività e delle abitudini di acquisto. Questo aumenta notevolmente l’efficacia delle campagne.

    3. Scegliere i canali giusti

    A seconda del paese, alcuni canali funzionano meglio di altri. Per esempio, mentre Facebook e Google Ads sono quasi sempre indispensabili, in altri mercati potrei integrare piattaforme come TikTok, WeChat o LinkedIn, a seconda del target e degli obiettivi.

    4. Definire un budget flessibile e testare continuamente

    Un aspetto che considero cruciale è la gestione dinamica del budget, che deve essere adeguato alle performance e ai risultati. Testo costantemente creatività, segmenti e offerte per ottimizzare le campagne e massimizzare il ritorno sull’investimento.

    5. Monitorare e analizzare i risultati con attenzione

    Infine, analizzo in modo approfondito le metriche chiave come CTR, conversion rate e ROAS per ogni mercato, così da capire cosa funziona e cosa no, e fare aggiustamenti rapidi e mirati.

    In sintesi, una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede un approccio strutturato, flessibile e culturalmente consapevole. Nel mio percorso, vedo sempre come questa attenzione porti a risultati concreti e crescita sostenibile.

    #Retargeting #MarketingInternazionale #EcommerceEstero #PMIItalia #ExportDigitale #DigitalMarketing

    Come implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri Nel mio lavoro con le PMI italiane che vogliono espandersi all’estero, ho imparato che il retargeting è uno strumento fondamentale per aumentare le conversioni e recuperare clienti potenziali che altrimenti rischierebbero di perdersi. Tuttavia, implementare una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede attenzione e personalizzazione. 1. Segmentare il pubblico per mercato e comportamento Per me, il primo passo è sempre capire chi sono i visitatori e come si comportano in ciascun mercato. Segmentare il pubblico in base a lingua, paese, interessi e azioni compiute sul sito permette di creare campagne di retargeting più mirate e rilevanti. 2. Adattare i messaggi e le creatività Ogni mercato ha le sue peculiarità culturali e linguistiche. Per questo motivo, personalizzo sempre i messaggi pubblicitari e le creatività, tenendo conto delle preferenze locali, delle festività e delle abitudini di acquisto. Questo aumenta notevolmente l’efficacia delle campagne. 3. Scegliere i canali giusti A seconda del paese, alcuni canali funzionano meglio di altri. Per esempio, mentre Facebook e Google Ads sono quasi sempre indispensabili, in altri mercati potrei integrare piattaforme come TikTok, WeChat o LinkedIn, a seconda del target e degli obiettivi. 4. Definire un budget flessibile e testare continuamente Un aspetto che considero cruciale è la gestione dinamica del budget, che deve essere adeguato alle performance e ai risultati. Testo costantemente creatività, segmenti e offerte per ottimizzare le campagne e massimizzare il ritorno sull’investimento. 5. Monitorare e analizzare i risultati con attenzione Infine, analizzo in modo approfondito le metriche chiave come CTR, conversion rate e ROAS per ogni mercato, così da capire cosa funziona e cosa no, e fare aggiustamenti rapidi e mirati. In sintesi, una strategia di retargeting efficace su mercati esteri richiede un approccio strutturato, flessibile e culturalmente consapevole. Nel mio percorso, vedo sempre come questa attenzione porti a risultati concreti e crescita sostenibile. #Retargeting #MarketingInternazionale #EcommerceEstero #PMIItalia #ExportDigitale #DigitalMarketing
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  • Le nuove opportunità dell’e-commerce per influencer: vendere direttamente

    Come influencer, ho sempre cercato modi per trasformare la mia community in una vera e propria rete di clienti fedeli. Negli ultimi anni, l’e-commerce è diventato uno strumento fondamentale per farlo, aprendo nuove opportunità di vendita diretta e di monetizzazione più autonoma rispetto alle collaborazioni tradizionali.

    Perché vendere direttamente tramite e-commerce?
    1. Controllo totale sul brand e sui margini
    Quando vendi direttamente tramite il tuo e-commerce, hai il pieno controllo su tutto: dalla scelta dei prodotti al prezzo, dalle strategie di marketing alla gestione del customer service. Questo significa anche poter massimizzare i margini, senza dover condividere i ricavi con intermediari.

    2. Fidelizzazione più profonda
    La vendita diretta permette di creare un rapporto più stretto con chi ti segue. Attraverso offerte esclusive, programmi di fidelizzazione e comunicazioni personalizzate, posso coltivare un legame più solido con i clienti, trasformandoli in veri ambasciatori del mio brand.

    3. Personalizzazione e branding unico
    Con un e-commerce personale posso curare ogni dettaglio, dall’immagine coordinata al packaging, passando per l’esperienza d’acquisto. Questo contribuisce a rafforzare la mia identità come influencer e a distinguermi nel mercato.

    Come ho strutturato il mio e-commerce per vendere direttamente
    Selezione accurata dei prodotti
    Ho scelto prodotti che rispecchiano la mia immagine e che possono rispondere alle esigenze della mia community. La coerenza tra ciò che promuovo e ciò che vendo è fondamentale per mantenere la fiducia.

    Piattaforma user-friendly e mobile
    Ho investito in una piattaforma facile da usare e ottimizzata per dispositivi mobili, perché so quanto sia importante che l’acquisto sia semplice e veloce, soprattutto per chi segue i social da smartphone.

    Strategie di marketing integrate
    Utilizzo i miei canali social per guidare il traffico verso l’e-commerce, con contenuti dedicati, live shopping, offerte temporanee e campagne mirate. Integro tutto con newsletter e retargeting per non perdere nessuna occasione.

    I vantaggi concreti che ho riscontrato
    Vendere direttamente mi ha dato la libertà di creare una vera e propria attività parallela, meno dipendente dalle collaborazioni esterne e più centrata sul mio pubblico. Ho potuto diversificare le entrate, aumentare la redditività e costruire un brand più forte e autonomo.

    Consigli per chi vuole iniziare
    -Inizia con prodotti che conosci e in cui credi davvero.
    -Investi in un e-commerce semplice e performante.
    -Sfrutta i tuoi canali social per creare un funnel di vendita efficace.
    -Cura la customer experience in ogni dettaglio, dal primo click alla consegna.
    -Monitora i dati di vendita per migliorare continuamente l’offerta.

    Il futuro dell’influencer marketing passa anche dalla capacità di vendere direttamente, creando relazioni autentiche e durature con la propria community.

    #EcommerceInfluencer #VenditaDiretta #BrandPersonale #ImpresaBiz #SocialCommerce #Monetizzazione #InfluencerMarketing
    Le nuove opportunità dell’e-commerce per influencer: vendere direttamente Come influencer, ho sempre cercato modi per trasformare la mia community in una vera e propria rete di clienti fedeli. Negli ultimi anni, l’e-commerce è diventato uno strumento fondamentale per farlo, aprendo nuove opportunità di vendita diretta e di monetizzazione più autonoma rispetto alle collaborazioni tradizionali. Perché vendere direttamente tramite e-commerce? 1. Controllo totale sul brand e sui margini Quando vendi direttamente tramite il tuo e-commerce, hai il pieno controllo su tutto: dalla scelta dei prodotti al prezzo, dalle strategie di marketing alla gestione del customer service. Questo significa anche poter massimizzare i margini, senza dover condividere i ricavi con intermediari. 2. Fidelizzazione più profonda La vendita diretta permette di creare un rapporto più stretto con chi ti segue. Attraverso offerte esclusive, programmi di fidelizzazione e comunicazioni personalizzate, posso coltivare un legame più solido con i clienti, trasformandoli in veri ambasciatori del mio brand. 3. Personalizzazione e branding unico Con un e-commerce personale posso curare ogni dettaglio, dall’immagine coordinata al packaging, passando per l’esperienza d’acquisto. Questo contribuisce a rafforzare la mia identità come influencer e a distinguermi nel mercato. Come ho strutturato il mio e-commerce per vendere direttamente Selezione accurata dei prodotti Ho scelto prodotti che rispecchiano la mia immagine e che possono rispondere alle esigenze della mia community. La coerenza tra ciò che promuovo e ciò che vendo è fondamentale per mantenere la fiducia. Piattaforma user-friendly e mobile Ho investito in una piattaforma facile da usare e ottimizzata per dispositivi mobili, perché so quanto sia importante che l’acquisto sia semplice e veloce, soprattutto per chi segue i social da smartphone. Strategie di marketing integrate Utilizzo i miei canali social per guidare il traffico verso l’e-commerce, con contenuti dedicati, live shopping, offerte temporanee e campagne mirate. Integro tutto con newsletter e retargeting per non perdere nessuna occasione. I vantaggi concreti che ho riscontrato Vendere direttamente mi ha dato la libertà di creare una vera e propria attività parallela, meno dipendente dalle collaborazioni esterne e più centrata sul mio pubblico. Ho potuto diversificare le entrate, aumentare la redditività e costruire un brand più forte e autonomo. Consigli per chi vuole iniziare -Inizia con prodotti che conosci e in cui credi davvero. -Investi in un e-commerce semplice e performante. -Sfrutta i tuoi canali social per creare un funnel di vendita efficace. -Cura la customer experience in ogni dettaglio, dal primo click alla consegna. -Monitora i dati di vendita per migliorare continuamente l’offerta. Il futuro dell’influencer marketing passa anche dalla capacità di vendere direttamente, creando relazioni autentiche e durature con la propria community. #EcommerceInfluencer #VenditaDiretta #BrandPersonale #ImpresaBiz #SocialCommerce #Monetizzazione #InfluencerMarketing
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  • Google Ads e Facebook Ads: come creo campagne efficaci per il mio e-commerce

    Gestendo un e-commerce, ho imparato che non basta avere un buon prodotto: bisogna saperlo promuovere nel posto giusto, al momento giusto. Le campagne Google Ads e Facebook Ads, se usate nel modo corretto, sono tra gli strumenti più potenti per far crescere le vendite. Ecco come le gestisco io, dopo tanti test (e qualche errore iniziale!).

    1. Parto sempre da un obiettivo chiaro
    Prima di creare una campagna, mi chiedo: cosa voglio ottenere? Più traffico? Più vendite? Recuperare carrelli abbandonati? Un obiettivo definito mi permette di scegliere il tipo di annuncio e misurare davvero i risultati.

    2. Su Google Ads intercetto chi cerca (già) quello che vendo
    Google è perfetto per intercettare domanda consapevole. Imposto campagne con parole chiave specifiche, spesso long tail (tipo “scarpe running leggere donna”) e monitoro attentamente quali keyword portano conversioni.
    Uso Google Shopping per prodotti con immagini accattivanti, e mi assicuro che il feed sia aggiornato e ben strutturato.

    3. Con Facebook Ads creo bisogno e curiosità
    Facebook (e Instagram) mi aiutano a creare interesse, anche tra chi ancora non mi conosce. Segmento bene il pubblico per interessi, età, comportamento e carico contenuti visuali di qualità: immagini reali, video brevi, recensioni. I caroselli funzionano benissimo per mostrare più prodotti.

    4. Retargeting: il mio alleato più potente
    Una delle cose che ha migliorato le mie performance è il retargeting: inseguito (con garbo) chi ha visitato il sito, ha messo prodotti nel carrello o ha visto una pagina specifica. Su Facebook e Google, creo campagne personalizzate per recuperare questi utenti e portarli all’acquisto.

    5. Monitoro ogni singolo euro
    Non lascio nulla al caso: controllo CTR, CPC, ROAS, e soprattutto tasso di conversione per annuncio e per pubblico. Se qualcosa non funziona, la cambio senza aspettare settimane. A volte basta una modifica nel testo o un'immagine diversa per far decollare una campagna.

    6. A/B testing sempre
    Ogni campagna nuova la testo in due o tre varianti. Magari cambio l'immagine, la CTA o la descrizione. Lascio correre per qualche giorno, poi elimino ciò che non converte.
    Testare è l’unico modo per migliorare costantemente.

    Google Ads e Facebook Ads non sono magie, ma strumenti da usare con metodo. Con il tempo ho imparato a bilanciare visibilità e conversione, e i numeri del mio e-commerce lo dimostrano. Il segreto? Capire il cliente, parlare nel suo linguaggio e guidarlo con intelligenza verso l’acquisto.

    #GoogleAds #FacebookAds #EcommerceMarketing #CampagneDigitali #VenditeOnline #PerformanceMarketing #StrategieADV #DigitalAds #Retargeting #PianoMarketing #CrescitaEcommerce

    Google Ads e Facebook Ads: come creo campagne efficaci per il mio e-commerce Gestendo un e-commerce, ho imparato che non basta avere un buon prodotto: bisogna saperlo promuovere nel posto giusto, al momento giusto. Le campagne Google Ads e Facebook Ads, se usate nel modo corretto, sono tra gli strumenti più potenti per far crescere le vendite. Ecco come le gestisco io, dopo tanti test (e qualche errore iniziale!). 1. Parto sempre da un obiettivo chiaro Prima di creare una campagna, mi chiedo: cosa voglio ottenere? Più traffico? Più vendite? Recuperare carrelli abbandonati? Un obiettivo definito mi permette di scegliere il tipo di annuncio e misurare davvero i risultati. 2. Su Google Ads intercetto chi cerca (già) quello che vendo Google è perfetto per intercettare domanda consapevole. Imposto campagne con parole chiave specifiche, spesso long tail (tipo “scarpe running leggere donna”) e monitoro attentamente quali keyword portano conversioni. Uso Google Shopping per prodotti con immagini accattivanti, e mi assicuro che il feed sia aggiornato e ben strutturato. 3. Con Facebook Ads creo bisogno e curiosità Facebook (e Instagram) mi aiutano a creare interesse, anche tra chi ancora non mi conosce. Segmento bene il pubblico per interessi, età, comportamento e carico contenuti visuali di qualità: immagini reali, video brevi, recensioni. I caroselli funzionano benissimo per mostrare più prodotti. 4. Retargeting: il mio alleato più potente Una delle cose che ha migliorato le mie performance è il retargeting: inseguito (con garbo) chi ha visitato il sito, ha messo prodotti nel carrello o ha visto una pagina specifica. Su Facebook e Google, creo campagne personalizzate per recuperare questi utenti e portarli all’acquisto. 5. Monitoro ogni singolo euro Non lascio nulla al caso: controllo CTR, CPC, ROAS, e soprattutto tasso di conversione per annuncio e per pubblico. Se qualcosa non funziona, la cambio senza aspettare settimane. A volte basta una modifica nel testo o un'immagine diversa per far decollare una campagna. 6. A/B testing sempre Ogni campagna nuova la testo in due o tre varianti. Magari cambio l'immagine, la CTA o la descrizione. Lascio correre per qualche giorno, poi elimino ciò che non converte. Testare è l’unico modo per migliorare costantemente. Google Ads e Facebook Ads non sono magie, ma strumenti da usare con metodo. Con il tempo ho imparato a bilanciare visibilità e conversione, e i numeri del mio e-commerce lo dimostrano. Il segreto? Capire il cliente, parlare nel suo linguaggio e guidarlo con intelligenza verso l’acquisto. #GoogleAds #FacebookAds #EcommerceMarketing #CampagneDigitali #VenditeOnline #PerformanceMarketing #StrategieADV #DigitalAds #Retargeting #PianoMarketing #CrescitaEcommerce
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  • Come uso i social per portare traffico qualificato al mio e-commerce

    Quando ho aperto il mio e-commerce, credevo che bastasse postare qualche prodotto sui social per iniziare a vendere. Ma dopo un po’, ho capito: non serve solo “portare traffico” – serve portare il traffico giusto.
    Quello interessato, coinvolto e pronto ad acquistare.

    Ecco come uso i social non solo per farmi conoscere, ma per attirare persone che diventano clienti reali.

    1. Crea contenuti pensati per chi potrebbe acquistare
    Non parlo solo di post promozionali, ma di contenuti che rispondano a dubbi, desideri e curiosità del tuo target.

    Esempi pratici:
    -Se vendo skincare: “Come creare una skincare routine per pelle sensibile”
    -Se vendo caffè: “3 errori che fanno rovinare l’espresso a casa”
    -Se ho un brand moda: “Come scegliere l’abito giusto in base al corpo”
    Il contenuto giusto attrae chi ha già un’intenzione d’acquisto, anche se ancora non lo sa.

    2. Inserisci call to action chiare (senza essere invadente)
    Spesso le persone non cliccano… semplicemente perché non gli diciamo cosa fare.

    Ogni contenuto deve guidare:
    -“Scopri tutti i prodotti sul mio shop”
    -“Trovi il link in bio con tutte le novità”
    -“Iscriviti alla newsletter per avere lo sconto”
    Il traffico arriva se il passaggio da social a shop è semplice e logico.

    3. Analizza quali contenuti portano davvero traffico
    Non tutti i post che ricevono like portano click. Ho imparato a guardare i dati, non solo le vanity metrics.

    Strumenti utili:
    -Instagram: controlla i clic sul link in bio da ogni post/story.
    -TikTok: guarda CTR dei link nella bio se usi TikTok Shop o Linktree.
    -Google Analytics 4: vedi da quale social arriva più traffico (e se converte).
    Questo ti aiuta a capire cosa replicare e cosa cambiare.

    4. Usa le storie per creare connessione e vendere con naturalezza
    Le stories (su Instagram o TikTok) sono il mio strumento preferito per fare storytelling e vendere in modo spontaneo.

    Cosa funziona per me:
    -Mostrare il dietro le quinte (packaging, produzione, backstage).
    -Rispondere a domande sui prodotti.
    -Fare “unboxing guidato” o tutorial d’uso.
    Le stories rendono i prodotti “umani” e ridanno valore all’acquisto.

    5. Contenuti UGC e recensioni: traffico + fiducia
    Coinvolgere clienti reali e micro-influencer mi ha aiutata tantissimo a portare traffico qualificato e credibile.

    Cosa faccio:
    -Chiedo ai clienti di taggarmi usando i miei prodotti.
    -Ricondivido le loro recensioni nei post e nelle stories.
    -Collaboro con creator in linea con i miei valori.
    Quando qualcuno parla bene di te, vale più di qualsiasi sponsorizzata.

    6. Pubblicità? Sì, ma solo dopo aver testato organicamente
    Uso le ads (Meta, TikTok) solo per spingere contenuti che già funzionano bene in organico.

    Strategia:
    -Promuovo post che hanno avuto buoni clic/conversioni.
    -Faccio retargeting su chi ha visitato lo shop o aggiunto al carrello.
    -Creo campagne con messaggi chiari e visivi semplici, in stile “nativo”.
    Non buttare soldi in ads se prima non capisci cosa attira davvero il tuo pubblico.

    I social non servono solo per farsi vedere, ma per portare persone realmente interessate al tuo shop online.
    Basta creare contenuti pensati per il cliente, usare i dati per ottimizzare e guidare sempre verso l’azione.

    Con il giusto approccio, i social diventano una delle fonti di traffico più potenti e sostenibili per un e-commerce.

    #SocialEcommerce #DigitalMarketing #TrafficoQualificato #VendereOnline #SocialSelling #StrategieEcommerce #ContentThatConverts

    📲 Come uso i social per portare traffico qualificato al mio e-commerce Quando ho aperto il mio e-commerce, credevo che bastasse postare qualche prodotto sui social per iniziare a vendere. Ma dopo un po’, ho capito: non serve solo “portare traffico” – serve portare il traffico giusto. Quello interessato, coinvolto e pronto ad acquistare. Ecco come uso i social non solo per farmi conoscere, ma per attirare persone che diventano clienti reali. 🎯 1. Crea contenuti pensati per chi potrebbe acquistare Non parlo solo di post promozionali, ma di contenuti che rispondano a dubbi, desideri e curiosità del tuo target. ✅ Esempi pratici: -Se vendo skincare: “Come creare una skincare routine per pelle sensibile” -Se vendo caffè: “3 errori che fanno rovinare l’espresso a casa” -Se ho un brand moda: “Come scegliere l’abito giusto in base al corpo” 💡 Il contenuto giusto attrae chi ha già un’intenzione d’acquisto, anche se ancora non lo sa. 🔗 2. Inserisci call to action chiare (senza essere invadente) Spesso le persone non cliccano… semplicemente perché non gli diciamo cosa fare. ✅ Ogni contenuto deve guidare: -“Scopri tutti i prodotti sul mio shop” -“Trovi il link in bio con tutte le novità” -“Iscriviti alla newsletter per avere lo sconto” 📌 Il traffico arriva se il passaggio da social a shop è semplice e logico. 📊 3. Analizza quali contenuti portano davvero traffico Non tutti i post che ricevono like portano click. Ho imparato a guardare i dati, non solo le vanity metrics. ✅ Strumenti utili: -Instagram: controlla i clic sul link in bio da ogni post/story. -TikTok: guarda CTR dei link nella bio se usi TikTok Shop o Linktree. -Google Analytics 4: vedi da quale social arriva più traffico (e se converte). 💬 Questo ti aiuta a capire cosa replicare e cosa cambiare. 🛒 4. Usa le storie per creare connessione e vendere con naturalezza Le stories (su Instagram o TikTok) sono il mio strumento preferito per fare storytelling e vendere in modo spontaneo. ✅ Cosa funziona per me: -Mostrare il dietro le quinte (packaging, produzione, backstage). -Rispondere a domande sui prodotti. -Fare “unboxing guidato” o tutorial d’uso. 💡 Le stories rendono i prodotti “umani” e ridanno valore all’acquisto. 🔁 5. Contenuti UGC e recensioni: traffico + fiducia Coinvolgere clienti reali e micro-influencer mi ha aiutata tantissimo a portare traffico qualificato e credibile. ✅ Cosa faccio: -Chiedo ai clienti di taggarmi usando i miei prodotti. -Ricondivido le loro recensioni nei post e nelle stories. -Collaboro con creator in linea con i miei valori. 📢 Quando qualcuno parla bene di te, vale più di qualsiasi sponsorizzata. 🧠 6. Pubblicità? Sì, ma solo dopo aver testato organicamente Uso le ads (Meta, TikTok) solo per spingere contenuti che già funzionano bene in organico. ✅ Strategia: -Promuovo post che hanno avuto buoni clic/conversioni. -Faccio retargeting su chi ha visitato lo shop o aggiunto al carrello. -Creo campagne con messaggi chiari e visivi semplici, in stile “nativo”. 💸 Non buttare soldi in ads se prima non capisci cosa attira davvero il tuo pubblico. I social non servono solo per farsi vedere, ma per portare persone realmente interessate al tuo shop online. Basta creare contenuti pensati per il cliente, usare i dati per ottimizzare e guidare sempre verso l’azione. Con il giusto approccio, i social diventano una delle fonti di traffico più potenti e sostenibili per un e-commerce. #SocialEcommerce #DigitalMarketing #TrafficoQualificato #VendereOnline #SocialSelling #StrategieEcommerce #ContentThatConverts
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