• Definire obiettivi realistici e misurabili: la base di ogni strategia efficace

    Noi di impresa.biz lo ripetiamo ogni volta che accompagniamo un cliente nella pianificazione strategica: un obiettivo non è solo un’idea da raggiungere, ma un punto preciso, misurabile e realistico verso cui dirigere ogni azione.
    Senza obiettivi ben definiti, si naviga a vista. Con obiettivi chiari, invece, ogni decisione ha una direzione.

    Perché è fondamentale definire obiettivi misurabili
    Perché ci aiutano a:
    -Focalizzare le risorse sulle attività davvero utili
    -Misurare i progressi, senza basarsi sulle sensazioni
    -Motivare il team, grazie a traguardi chiari e raggiungibili
    -Correggere la rotta, se qualcosa non funziona
    -Dialogare meglio con partner, investitori o banche
    Obiettivi vaghi come “aumentare le vendite” o “migliorare la visibilità” non aiutano. Serve essere specifici.

    Il metodo SMART: la nostra bussola operativa
    Quando definiamo gli obiettivi con i nostri clienti, usiamo quasi sempre il metodo SMART, perché è semplice, concreto e funziona.

    Un obiettivo SMART è:
    S – Specifico: cosa vogliamo ottenere esattamente?
    Esempio: aumentare il fatturato del canale e-commerce
    M – Misurabile: come sapremo se lo stiamo raggiungendo?
    +15% rispetto allo scorso anno, monitorato ogni mese
    A – Accessibile (o Achievable): è realistico, con le risorse disponibili?
    Verificato rispetto al budget, al team e al tempo
    R – Rilevante: è coerente con la strategia aziendale?
    Sì, perché il focus 2025 è la crescita online
    T – Temporizzato: entro quando deve essere raggiunto?
    Entro il 31 dicembre 2025

    Come aiutiamo le PMI a definire gli obiettivi
    -Partiamo dai dati: performance passate, KPI già disponibili, margini di miglioramento
    -Allineiamo gli obiettivi alla visione aziendale
    -Coinvolgiamo il team: un obiettivo condiviso è più forte
    -Stabiliamo le priorità: pochi obiettivi ben definiti sono meglio di una lista infinita
    -Definiamo le metriche di monitoraggio: vendite, lead, margine, tempi, qualità, customer satisfaction…

    Errori da evitare
    -Avere obiettivi troppo generici o troppo ambiziosi
    -Non fissare una scadenza
    -Dimenticare il monitoraggio
    -Focalizzarsi solo su obiettivi economici, trascurando quelli organizzativi o di processo

    Definire obiettivi realistici e misurabili significa mettere ordine, darsi una direzione e costruire un percorso concreto.
    Noi di impresa.biz crediamo che ogni strategia, piccola o grande, debba partire da qui: sapere dove si vuole andare, e come misurare ogni passo.

    #obiettivismart #strategiaaziendale #pmiitaliane #businessplanning #impresa.biz #crescitaaziendale #kpi #gestioneobiettivi #startupitaliane #misurazionerisultati
    Definire obiettivi realistici e misurabili: la base di ogni strategia efficace Noi di impresa.biz lo ripetiamo ogni volta che accompagniamo un cliente nella pianificazione strategica: un obiettivo non è solo un’idea da raggiungere, ma un punto preciso, misurabile e realistico verso cui dirigere ogni azione. Senza obiettivi ben definiti, si naviga a vista. Con obiettivi chiari, invece, ogni decisione ha una direzione. Perché è fondamentale definire obiettivi misurabili Perché ci aiutano a: -Focalizzare le risorse sulle attività davvero utili -Misurare i progressi, senza basarsi sulle sensazioni -Motivare il team, grazie a traguardi chiari e raggiungibili -Correggere la rotta, se qualcosa non funziona -Dialogare meglio con partner, investitori o banche 💡 Obiettivi vaghi come “aumentare le vendite” o “migliorare la visibilità” non aiutano. Serve essere specifici. Il metodo SMART: la nostra bussola operativa Quando definiamo gli obiettivi con i nostri clienti, usiamo quasi sempre il metodo SMART, perché è semplice, concreto e funziona. Un obiettivo SMART è: S – Specifico: cosa vogliamo ottenere esattamente? 👉 Esempio: aumentare il fatturato del canale e-commerce M – Misurabile: come sapremo se lo stiamo raggiungendo? 👉 +15% rispetto allo scorso anno, monitorato ogni mese A – Accessibile (o Achievable): è realistico, con le risorse disponibili? 👉 Verificato rispetto al budget, al team e al tempo R – Rilevante: è coerente con la strategia aziendale? 👉 Sì, perché il focus 2025 è la crescita online T – Temporizzato: entro quando deve essere raggiunto? 👉 Entro il 31 dicembre 2025 Come aiutiamo le PMI a definire gli obiettivi -Partiamo dai dati: performance passate, KPI già disponibili, margini di miglioramento -Allineiamo gli obiettivi alla visione aziendale -Coinvolgiamo il team: un obiettivo condiviso è più forte -Stabiliamo le priorità: pochi obiettivi ben definiti sono meglio di una lista infinita -Definiamo le metriche di monitoraggio: vendite, lead, margine, tempi, qualità, customer satisfaction… Errori da evitare -Avere obiettivi troppo generici o troppo ambiziosi -Non fissare una scadenza -Dimenticare il monitoraggio -Focalizzarsi solo su obiettivi economici, trascurando quelli organizzativi o di processo Definire obiettivi realistici e misurabili significa mettere ordine, darsi una direzione e costruire un percorso concreto. Noi di impresa.biz crediamo che ogni strategia, piccola o grande, debba partire da qui: sapere dove si vuole andare, e come misurare ogni passo. #obiettivismart #strategiaaziendale #pmiitaliane #businessplanning #impresa.biz #crescitaaziendale #kpi #gestioneobiettivi #startupitaliane #misurazionerisultati
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  • Errori comuni da evitare nella pianificazione aziendale

    Noi di impresa.biz, ogni volta che aiutiamo un’impresa a costruire il proprio piano di sviluppo, notiamo che molti problemi nascono non da mancanza di idee, ma da errori evitabili.
    Errori che, se non corretti in tempo, possono compromettere la riuscita di un progetto, allontanare investitori o causare decisioni sbagliate.

    Per questo oggi vogliamo condividere i più comuni, e come evitarli.

    1. Sottovalutare il mercato (o non studiarlo affatto)
    Un errore che vediamo spesso è iniziare a progettare prodotti o servizi senza aver capito chi sono i clienti e quali sono i bisogni reali.
    Senza un’analisi di mercato, si rischia di lavorare su qualcosa che nessuno vuole davvero.

    Soluzione: partire sempre da dati concreti, interviste, test di validazione del bisogno e studio della concorrenza.

    2. Essere troppo ottimisti nelle stime
    Chi scrive un business plan tende a immaginare il miglior scenario possibile: vendite che crescono rapidamente, costi bassi, clienti subito pronti. Ma la realtà è più lenta, più cara e piena di imprevisti.

    Soluzione: fare stime conservative e preparare almeno un piano B con scenari “what if”.

    3. Ignorare la cassa
    A volte i piani sono anche belli e promettenti, ma non tengono conto della gestione della liquidità.
    Ricavi e utili futuri non servono a molto se oggi non abbiamo abbastanza cassa per pagare fornitori, stipendi o rate bancarie.

    Soluzione: affiancare sempre un piano di cash flow alle proiezioni economiche.

    4. Mancare di coerenza tra strategia e numeri
    Un errore molto diffuso è presentare strategie ambiziose (espansione all’estero, nuovi prodotti, team in crescita) senza che nel piano finanziario ci siano gli investimenti necessari per realizzarle.
    Chi legge (banca o investitore) lo nota subito.

    Soluzione: allineare sempre gli obiettivi strategici con risorse, tempi e numeri.

    5. Copiare modelli standard (senza adattarli)
    Un piano fatto con un modello scaricato online, senza personalizzazione, non trasmette solidità né credibilità.
    Ogni impresa è unica, e deve raccontare se stessa, non riempire spazi vuoti in un template.

    Soluzione: partire da un modello, sì, ma adattarlo alla realtà specifica della propria impresa.

    6. Non aggiornare il piano nel tempo
    Un business plan non è un documento statico. Se resta in un cassetto per 12 mesi, non serve a niente.
    Il mercato cambia, e anche i numeri e le priorità evolvono.

    Soluzione: rivedere e aggiornare il piano almeno ogni trimestre o dopo ogni evento rilevante.

    Noi di impresa.biz sappiamo che pianificare è difficile, ma sbagliare meno è possibile.
    Evitare questi errori significa aumentare le probabilità di successo, costruire fiducia con partner e investitori e prendere decisioni più consapevoli.

    #businessplan #erroridievitare #pianificazioneaziendale #impresa.biz #startup #pmiitaliane #strategiadimpresa #cashflow #analisimercato #pianificazionefinanziaria

    Errori comuni da evitare nella pianificazione aziendale Noi di impresa.biz, ogni volta che aiutiamo un’impresa a costruire il proprio piano di sviluppo, notiamo che molti problemi nascono non da mancanza di idee, ma da errori evitabili. Errori che, se non corretti in tempo, possono compromettere la riuscita di un progetto, allontanare investitori o causare decisioni sbagliate. Per questo oggi vogliamo condividere i più comuni, e come evitarli. 1. Sottovalutare il mercato (o non studiarlo affatto) Un errore che vediamo spesso è iniziare a progettare prodotti o servizi senza aver capito chi sono i clienti e quali sono i bisogni reali. Senza un’analisi di mercato, si rischia di lavorare su qualcosa che nessuno vuole davvero. ✅ Soluzione: partire sempre da dati concreti, interviste, test di validazione del bisogno e studio della concorrenza. 2. Essere troppo ottimisti nelle stime Chi scrive un business plan tende a immaginare il miglior scenario possibile: vendite che crescono rapidamente, costi bassi, clienti subito pronti. Ma la realtà è più lenta, più cara e piena di imprevisti. ✅ Soluzione: fare stime conservative e preparare almeno un piano B con scenari “what if”. 3. Ignorare la cassa A volte i piani sono anche belli e promettenti, ma non tengono conto della gestione della liquidità. Ricavi e utili futuri non servono a molto se oggi non abbiamo abbastanza cassa per pagare fornitori, stipendi o rate bancarie. ✅ Soluzione: affiancare sempre un piano di cash flow alle proiezioni economiche. 4. Mancare di coerenza tra strategia e numeri Un errore molto diffuso è presentare strategie ambiziose (espansione all’estero, nuovi prodotti, team in crescita) senza che nel piano finanziario ci siano gli investimenti necessari per realizzarle. Chi legge (banca o investitore) lo nota subito. ✅ Soluzione: allineare sempre gli obiettivi strategici con risorse, tempi e numeri. 5. Copiare modelli standard (senza adattarli) Un piano fatto con un modello scaricato online, senza personalizzazione, non trasmette solidità né credibilità. Ogni impresa è unica, e deve raccontare se stessa, non riempire spazi vuoti in un template. ✅ Soluzione: partire da un modello, sì, ma adattarlo alla realtà specifica della propria impresa. 6. Non aggiornare il piano nel tempo Un business plan non è un documento statico. Se resta in un cassetto per 12 mesi, non serve a niente. Il mercato cambia, e anche i numeri e le priorità evolvono. ✅ Soluzione: rivedere e aggiornare il piano almeno ogni trimestre o dopo ogni evento rilevante. Noi di impresa.biz sappiamo che pianificare è difficile, ma sbagliare meno è possibile. Evitare questi errori significa aumentare le probabilità di successo, costruire fiducia con partner e investitori e prendere decisioni più consapevoli. #businessplan #erroridievitare #pianificazioneaziendale #impresa.biz #startup #pmiitaliane #strategiadimpresa #cashflow #analisimercato #pianificazionefinanziaria
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  • Come presentare il piano in modo chiaro e persuasivo

    Noi di impresa.biz lo diciamo sempre: un piano ben scritto è importante, ma un piano ben presentato può fare la differenza.
    Che si tratti di convincere una banca, un investitore o semplicemente il proprio team, la presentazione del business plan o del piano industriale è un momento decisivo. Serve chiarezza, sintesi e impatto.

    Ecco come lo prepariamo (e lo consigliamo ai nostri clienti).

    1. Conosci il tuo pubblico
    Prima ancora di preparare le slide o il documento, ci chiediamo: a chi lo stiamo presentando?
    -Un investitore vuole capire il potenziale di ritorno e la solidità del progetto
    -Una banca guarda ai numeri, alla sostenibilità e al rischio
    -Un partner cerca visione e coerenza strategica
    -Il team vuole sapere dove si va e come ci si arriva

    Il messaggio va adattato alle esigenze e al linguaggio del destinatario.

    2. Parti dalla visione: la “big idea”
    L’apertura deve catturare l’attenzione. Noi iniziamo sempre con una risposta chiara a queste domande:
    -Qual è il problema che risolviamo?
    -Perché è il momento giusto per farlo?
    -Qual è la nostra proposta di valore unica?
    Non serve partire dai numeri: prima raccontiamo il perché del progetto. Poi arriveranno anche il come e il quanto.

    3. Usa una struttura semplice e logica
    Ecco lo schema che seguiamo per le presentazioni più efficaci:
    -Executive summary (1 slide o paragrafo): il riassunto di tutto
    -Problema / opportunità
    -Soluzione / prodotto / servizio
    -Mercato e competitor
    -Modello di business
    -Strategia di marketing e vendite
    -Piano operativo
    -Team
    -Previsioni economico-finanziarie
    -Investimenti richiesti / fonti di finanziamento

    Ogni sezione deve avere una funzione: informare e convincere.

    4. Sii visivo, non verboso
    La forma è importante quanto il contenuto:
    -Slide sintetiche, con una sola idea per slide
    -Grafici chiari e ben leggibili
    -Tabelle semplici, con evidenziazione dei numeri chiave
    -Poco testo, molte immagini e schemi
    Meglio 10 slide incisive che 40 piene di parole.

    5. Preparati a rispondere alle domande
    Una presentazione persuasiva non è solo un monologo.
    Chi ascolta vorrà capire:
    -Quali sono i rischi e come li gestiamo
    -Perché dovrebbero fidarsi di noi
    -Cosa succede se le cose vanno diversamente dal previsto
    -Quali sono le garanzie e i margini di manovra
    Noi ci prepariamo sempre a rispondere con dati alla mano e sicurezza.

    Presentare bene un piano significa comunicare fiducia, visione e solidità.
    Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori e manager a trasformare le loro idee in progetti credibili e convincenti. Perché il successo parte anche da come lo racconti.

    #businessplan #presentazioneefficace #pianostrategico #impresa.biz #comunicazioneaziendale #startupitaliane #pitch #PMIitaliane #strategiadimpresa #investorready

    Come presentare il piano in modo chiaro e persuasivo Noi di impresa.biz lo diciamo sempre: un piano ben scritto è importante, ma un piano ben presentato può fare la differenza. Che si tratti di convincere una banca, un investitore o semplicemente il proprio team, la presentazione del business plan o del piano industriale è un momento decisivo. Serve chiarezza, sintesi e impatto. Ecco come lo prepariamo (e lo consigliamo ai nostri clienti). 1. Conosci il tuo pubblico Prima ancora di preparare le slide o il documento, ci chiediamo: a chi lo stiamo presentando? -Un investitore vuole capire il potenziale di ritorno e la solidità del progetto -Una banca guarda ai numeri, alla sostenibilità e al rischio -Un partner cerca visione e coerenza strategica -Il team vuole sapere dove si va e come ci si arriva 📌 Il messaggio va adattato alle esigenze e al linguaggio del destinatario. 2. Parti dalla visione: la “big idea” L’apertura deve catturare l’attenzione. Noi iniziamo sempre con una risposta chiara a queste domande: -Qual è il problema che risolviamo? -Perché è il momento giusto per farlo? -Qual è la nostra proposta di valore unica? Non serve partire dai numeri: prima raccontiamo il perché del progetto. Poi arriveranno anche il come e il quanto. 3. Usa una struttura semplice e logica Ecco lo schema che seguiamo per le presentazioni più efficaci: -Executive summary (1 slide o paragrafo): il riassunto di tutto -Problema / opportunità -Soluzione / prodotto / servizio -Mercato e competitor -Modello di business -Strategia di marketing e vendite -Piano operativo -Team -Previsioni economico-finanziarie -Investimenti richiesti / fonti di finanziamento 📌 Ogni sezione deve avere una funzione: informare e convincere. 4. Sii visivo, non verboso La forma è importante quanto il contenuto: -Slide sintetiche, con una sola idea per slide -Grafici chiari e ben leggibili -Tabelle semplici, con evidenziazione dei numeri chiave -Poco testo, molte immagini e schemi 💡 Meglio 10 slide incisive che 40 piene di parole. 5. Preparati a rispondere alle domande Una presentazione persuasiva non è solo un monologo. Chi ascolta vorrà capire: -Quali sono i rischi e come li gestiamo -Perché dovrebbero fidarsi di noi -Cosa succede se le cose vanno diversamente dal previsto -Quali sono le garanzie e i margini di manovra 🔍 Noi ci prepariamo sempre a rispondere con dati alla mano e sicurezza. Presentare bene un piano significa comunicare fiducia, visione e solidità. Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori e manager a trasformare le loro idee in progetti credibili e convincenti. Perché il successo parte anche da come lo racconti. #businessplan #presentazioneefficace #pianostrategico #impresa.biz #comunicazioneaziendale #startupitaliane #pitch #PMIitaliane #strategiadimpresa #investorready
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  • Elementi chiave: analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti

    Noi di impresa.biz, quando supportiamo imprenditori e PMI nella pianificazione strategica, poniamo sempre l’accento su tre elementi chiave che non possono mancare in nessun business plan o piano industriale:
    analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti.

    Sono le fondamenta su cui costruire una strategia realistica, sostenibile e vincente.

    1. Analisi di mercato: conoscere per decidere
    Prima di prendere decisioni, serve una visione chiara del contesto competitivo.
    Un’analisi di mercato ben fatta ci permette di:
    -Capire chi sono i nostri clienti e cosa si aspettano
    -Identificare trend di settore (tecnologici, normativi, comportamentali)
    -Valutare il potenziale di crescita del mercato
    -Individuare i principali concorrenti e il nostro posizionamento
    -Riconoscere barriere all’ingresso e rischi
    Strumenti come ricerche di settore, interviste, Google Trends o tool di market intelligence sono alla base del nostro approccio.

    2. Modello di business: come creiamo valore (e profitti)
    Il modello di business è il cuore dell’impresa.
    Definisce come trasformiamo un bisogno del mercato in valore economico. Ci chiediamo sempre:
    -Qual è la nostra proposta di valore?
    -Chi sono i segmenti di clientela serviti?
    -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti?
    -Quali sono le nostre attività e risorse chiave?
    -Come generiamo ricavi e quali sono i principali costi?
    Spesso usiamo il Business Model Canvas, uno strumento visuale che aiuta a progettare e comunicare in modo semplice ed efficace il nostro modello.

    3. Investimenti previsti: quanto serve e perché
    L’ultimo pilastro fondamentale è la parte economica. Ogni piano deve chiarire:
    -Di quanti capitali abbiamo bisogno
    -A cosa serviranno gli investimenti (macchinari, software, marketing, risorse umane, ecc.)
    -Quali ritorni attesi prevediamo (in termini di fatturato, marginalità, quote di mercato)
    -Fonti di finanziamento: mezzi propri, finanziamenti bancari, incentivi pubblici
    -Essere trasparenti e precisi su questa parte aiuta a costruire credibilità e a dialogare meglio con banche, investitori o partner pubblici.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che ogni impresa debba fondare le proprie strategie su analisi, chiarezza e numeri.
    Un business plan (o piano industriale) efficace parte proprio da qui:
    guardare il mercato,
    definire un modello sostenibile,
    pianificare con cura le risorse da investire.

    #businessplan #modellodibusiness #analisiDiMercato #investimenti #strategiaaziendale #impresa.biz #crescitaPMI #startupitaliane #pianificazioneaziendale #sviluppoimpresa

    Elementi chiave: analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti Noi di impresa.biz, quando supportiamo imprenditori e PMI nella pianificazione strategica, poniamo sempre l’accento su tre elementi chiave che non possono mancare in nessun business plan o piano industriale: 📊 analisi di mercato, 🧩 modello di business, 💶 investimenti previsti. Sono le fondamenta su cui costruire una strategia realistica, sostenibile e vincente. 1. Analisi di mercato: conoscere per decidere Prima di prendere decisioni, serve una visione chiara del contesto competitivo. Un’analisi di mercato ben fatta ci permette di: -Capire chi sono i nostri clienti e cosa si aspettano -Identificare trend di settore (tecnologici, normativi, comportamentali) -Valutare il potenziale di crescita del mercato -Individuare i principali concorrenti e il nostro posizionamento -Riconoscere barriere all’ingresso e rischi Strumenti come ricerche di settore, interviste, Google Trends o tool di market intelligence sono alla base del nostro approccio. 2. Modello di business: come creiamo valore (e profitti) Il modello di business è il cuore dell’impresa. Definisce come trasformiamo un bisogno del mercato in valore economico. Ci chiediamo sempre: -Qual è la nostra proposta di valore? -Chi sono i segmenti di clientela serviti? -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti? -Quali sono le nostre attività e risorse chiave? -Come generiamo ricavi e quali sono i principali costi? Spesso usiamo il Business Model Canvas, uno strumento visuale che aiuta a progettare e comunicare in modo semplice ed efficace il nostro modello. 3. Investimenti previsti: quanto serve e perché L’ultimo pilastro fondamentale è la parte economica. Ogni piano deve chiarire: -Di quanti capitali abbiamo bisogno -A cosa serviranno gli investimenti (macchinari, software, marketing, risorse umane, ecc.) -Quali ritorni attesi prevediamo (in termini di fatturato, marginalità, quote di mercato) -Fonti di finanziamento: mezzi propri, finanziamenti bancari, incentivi pubblici -Essere trasparenti e precisi su questa parte aiuta a costruire credibilità e a dialogare meglio con banche, investitori o partner pubblici. Noi di impresa.biz siamo convinti che ogni impresa debba fondare le proprie strategie su analisi, chiarezza e numeri. Un business plan (o piano industriale) efficace parte proprio da qui: 🔍 guardare il mercato, 📐 definire un modello sostenibile, 💰 pianificare con cura le risorse da investire. #businessplan #modellodibusiness #analisiDiMercato #investimenti #strategiaaziendale #impresa.biz #crescitaPMI #startupitaliane #pianificazioneaziendale #sviluppoimpresa
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  • Differenza tra business plan e piano industriale: facciamo chiarezza

    Noi di impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori e startup che usano “business plan” e “piano industriale” come fossero sinonimi. In realtà, si tratta di due strumenti diversi, con finalità e contenuti specifici.
    Entrambi sono fondamentali per guidare la crescita e attrarre investitori, ma è importante usare il termine giusto al momento giusto.

    Cos’è un business plan
    Il business plan è il documento strategico che descrive un’idea imprenditoriale, ne valuta la fattibilità e ne pianifica lo sviluppo.
    È particolarmente utile in fase di avvio dell’attività o di lancio di un nuovo progetto.

    Nel concreto, contiene:
    -Descrizione dell’impresa e del modello di business
    -Analisi del mercato e dei competitor
    -Strategia di marketing e vendita
    -Piano operativo
    -Piano economico-finanziario su 3-5 anni
    -Obiettivi e scenari di crescita
    -Fabbisogno finanziario (eventuali investimenti o prestiti richiesti)
    Lo usiamo spesso per convincere partner, banche o investitori della validità del nostro progetto.

    Cos’è un piano industriale
    Il piano industriale è un documento più strutturato e approfondito, usato in genere da aziende già operative per pianificare sviluppi futuri, ristrutturazioni, fusioni o quotazioni in borsa.

    Rispetto al business plan, è:
    -Più tecnico e dettagliato
    -Più focalizzato su analisi interne (organizzazione, costi, produzione, capitale umano)
    -Proiettato su 3–5 anni, ma con maggiore dettaglio dei processi industriali e delle performance operative

    Include:
    -Obiettivi industriali e produttivi
    -Piano degli investimenti
    -Ottimizzazione delle risorse e delle strutture aziendali
    -Proiezioni finanziarie più complesse
    -Analisi SWOT, KPI e gestione del rischio
    -Impatto organizzativo e occupazionale
    È lo strumento con cui una PMI dimostra solidità e visione nel medio-lungo periodo.

    In sintesi: le differenze chiave
    Aspetto Business Plan Piano Industriale
    Quando si usa Avvio impresa o progetto Sviluppo o ristrutturazione
    Finalità Presentare l’idea, cercare fondi Pianificare crescita, ottimizzare l’impresa
    Contenuto Strategia generale Dettaglio tecnico-operativo
    Target Startup, investitori, banche Soci, CDA, investitori istituzionali
    Complessità Media Alta

    Noi di impresa.biz raccomandiamo sempre di partire con un buon business plan e, una volta consolidata l’attività, di sviluppare un piano industriale per guidare la crescita strutturata.
    Ogni impresa ha bisogno di entrambi, ma nel momento giusto.

    #businessplan #pianoindustriale #startup #impreseitaliane #pianificazionestrategica #impresa.biz #crescitaaziendale #PMI #businessplanning #sviluppoimpresa

    Differenza tra business plan e piano industriale: facciamo chiarezza Noi di impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori e startup che usano “business plan” e “piano industriale” come fossero sinonimi. In realtà, si tratta di due strumenti diversi, con finalità e contenuti specifici. Entrambi sono fondamentali per guidare la crescita e attrarre investitori, ma è importante usare il termine giusto al momento giusto. Cos’è un business plan Il business plan è il documento strategico che descrive un’idea imprenditoriale, ne valuta la fattibilità e ne pianifica lo sviluppo. È particolarmente utile in fase di avvio dell’attività o di lancio di un nuovo progetto. Nel concreto, contiene: -Descrizione dell’impresa e del modello di business -Analisi del mercato e dei competitor -Strategia di marketing e vendita -Piano operativo -Piano economico-finanziario su 3-5 anni -Obiettivi e scenari di crescita -Fabbisogno finanziario (eventuali investimenti o prestiti richiesti) 💡 Lo usiamo spesso per convincere partner, banche o investitori della validità del nostro progetto. Cos’è un piano industriale Il piano industriale è un documento più strutturato e approfondito, usato in genere da aziende già operative per pianificare sviluppi futuri, ristrutturazioni, fusioni o quotazioni in borsa. Rispetto al business plan, è: -Più tecnico e dettagliato -Più focalizzato su analisi interne (organizzazione, costi, produzione, capitale umano) -Proiettato su 3–5 anni, ma con maggiore dettaglio dei processi industriali e delle performance operative Include: -Obiettivi industriali e produttivi -Piano degli investimenti -Ottimizzazione delle risorse e delle strutture aziendali -Proiezioni finanziarie più complesse -Analisi SWOT, KPI e gestione del rischio -Impatto organizzativo e occupazionale 💡 È lo strumento con cui una PMI dimostra solidità e visione nel medio-lungo periodo. In sintesi: le differenze chiave Aspetto Business Plan Piano Industriale Quando si usa Avvio impresa o progetto Sviluppo o ristrutturazione Finalità Presentare l’idea, cercare fondi Pianificare crescita, ottimizzare l’impresa Contenuto Strategia generale Dettaglio tecnico-operativo Target Startup, investitori, banche Soci, CDA, investitori istituzionali Complessità Media Alta Noi di impresa.biz raccomandiamo sempre di partire con un buon business plan e, una volta consolidata l’attività, di sviluppare un piano industriale per guidare la crescita strutturata. Ogni impresa ha bisogno di entrambi, ma nel momento giusto. #businessplan #pianoindustriale #startup #impreseitaliane #pianificazionestrategica #impresa.biz #crescitaaziendale #PMI #businessplanning #sviluppoimpresa
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  • Business plan? Ti spiego come farlo senza stress (e senza Excel!)

    Lo so… solo a sentirlo nominare, “business plan” fa venire l’ansia. Sembra roba da consulenti in giacca e cravatta, piena di tabelle in Excel, previsioni complicatissime e linguaggio da banca .

    Ma fidati: non serve essere esperta di finanza per scrivere un business plan efficace. Io ne ho creati diversi — anche quando avevo zero budget, zero investitori e mille dubbi. E oggi ti spiego come farlo con semplicità, chiarezza… e magari anche un po’ di creatività

    Ecco il mio metodo super basic (ma super utile)
    1. Inizia da 3 domande semplici
    -Cosa offro?
    -A chi lo offro?
    -Perché dovrebbero sceglierlo?
    Rispondi con sincerità, come se lo spiegassi a un’amica. Se non riesci a scriverlo in modo chiaro, c’è qualcosa da sistemare.

    2. Fissa i tuoi obiettivi
    Vuoi fatturare 5.000 € al mese? Vuoi 100 clienti in 6 mesi? Scrivilo! Anche se non sei sicura al 100%, avere un numero ti aiuta a ragionare come un’imprenditrice

    3. Fai una lista (non un foglio Excel )
    Dividi in:
    -Costi fissi (es. sito web, dominio, tool online)
    -Costi variabili (pubblicità, spedizioni…)
    -Prezzo dei tuoi prodotti o servizi
    Io uso Notion o anche solo Google Docs. L’importante è capire i numeri, non impazzire con le formule.

    4. Studia un po’ la concorrenza
    Non per copiare, ma per capire cosa funziona. Io salvo tutto in una cartella: siti, offerte, prezzi. Serve come ispirazione, ma anche per posizionarti meglio.

    5. Metti tutto in un file semplice ma bello
    Usa Canva! Crea una presentazione del tuo business plan con testi, icone, foto. Sarà chiaro, visivo e perfetto da inviare anche a un partner o a un potenziale investitore.

    Non serve Excel, non serve essere perfetta. Serve chiarezza, visione e tanta voglia di partire. Il tuo business plan non è un compito da consegnare: è la mappa del tuo sogno. E se lo scrivi con il cuore (e un pizzico di strategia), ti porterà lontano

    #BusinessPlanSemplice #ImprenditoriaCreativa #StartupTips #GirlBoss #AvviareUnBusiness #SogniCheDiventanoProgetti #BusinessMindset #NoStressBusiness
    Ti preparo un template da usare in Canva per il tuo business plan? Scrivimi qui sotto o mandami un DM!






    Business plan? Ti spiego come farlo senza stress (e senza Excel!) 📝😎 Lo so… solo a sentirlo nominare, “business plan” fa venire l’ansia. Sembra roba da consulenti in giacca e cravatta, piena di tabelle in Excel, previsioni complicatissime e linguaggio da banca 😅. Ma fidati: non serve essere esperta di finanza per scrivere un business plan efficace. Io ne ho creati diversi — anche quando avevo zero budget, zero investitori e mille dubbi. E oggi ti spiego come farlo con semplicità, chiarezza… e magari anche un po’ di creatività ✨ Ecco il mio metodo super basic (ma super utile) 👇 1. Inizia da 3 domande semplici 🧠💡 -Cosa offro? -A chi lo offro? -Perché dovrebbero sceglierlo? Rispondi con sincerità, come se lo spiegassi a un’amica. Se non riesci a scriverlo in modo chiaro, c’è qualcosa da sistemare. 2. Fissa i tuoi obiettivi 🎯 Vuoi fatturare 5.000 € al mese? Vuoi 100 clienti in 6 mesi? Scrivilo! Anche se non sei sicura al 100%, avere un numero ti aiuta a ragionare come un’imprenditrice 🔥 3. Fai una lista (non un foglio Excel 😄) Dividi in: -Costi fissi (es. sito web, dominio, tool online) -Costi variabili (pubblicità, spedizioni…) -Prezzo dei tuoi prodotti o servizi Io uso Notion o anche solo Google Docs. L’importante è capire i numeri, non impazzire con le formule. 4. Studia un po’ la concorrenza 👀 Non per copiare, ma per capire cosa funziona. Io salvo tutto in una cartella: siti, offerte, prezzi. Serve come ispirazione, ma anche per posizionarti meglio. 5. Metti tutto in un file semplice ma bello ✨📄 Usa Canva! Crea una presentazione del tuo business plan con testi, icone, foto. Sarà chiaro, visivo e perfetto da inviare anche a un partner o a un potenziale investitore. 💡Non serve Excel, non serve essere perfetta. Serve chiarezza, visione e tanta voglia di partire. Il tuo business plan non è un compito da consegnare: è la mappa del tuo sogno. E se lo scrivi con il cuore (e un pizzico di strategia), ti porterà lontano 🚀💕 #BusinessPlanSemplice #ImprenditoriaCreativa #StartupTips #GirlBoss #AvviareUnBusiness #SogniCheDiventanoProgetti #BusinessMindset #NoStressBusiness Ti preparo un template da usare in Canva per il tuo business plan? Scrivimi qui sotto o mandami un DM! 📩👇
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  • Finanziare l’Internazionalizzazione: Dalla Teoria alla Pratica

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene che finanziare l’internazionalizzazione è una delle sfide più complesse e decisive per le imprese italiane che vogliono crescere oltre confine. Spesso si parla di teorie, incentivi e strumenti finanziari, ma trasformare queste opportunità in azioni concrete richiede conoscenza, strategia e supporto specialistico.

    Le basi teoriche: strumenti e fonti di finanziamento
    Prima di tutto, è importante conoscere il ventaglio di strumenti a disposizione: finanziamenti agevolati, garanzie pubbliche, fondi europei, credito bancario tradizionale, venture capital e private equity. Ognuno di questi ha caratteristiche diverse e si adatta a fasi differenti del percorso di internazionalizzazione.

    Dobbiamo anche considerare i requisiti di accesso, le tempistiche, i costi e le modalità di rendicontazione, aspetti che spesso determinano il successo o il fallimento di un progetto.

    Passare dalla teoria alla pratica: pianificazione e gestione finanziaria
    Noi di Impresa.biz crediamo che la chiave sia integrare la pianificazione finanziaria nel progetto complessivo di espansione. Questo significa definire un budget realistico, individuare le fonti più adatte alle nostre esigenze, pianificare i flussi di cassa e monitorare costantemente gli investimenti.

    La gestione oculata della liquidità e il dialogo continuo con istituti finanziari e consulenti sono fondamentali per evitare sorprese e garantire la sostenibilità dell’intervento.

    Il supporto delle istituzioni e delle piattaforme specializzate
    Sappiamo quanto sia utile affidarsi a enti pubblici, camere di commercio, agenzie di sviluppo e piattaforme digitali dedicate, che offrono assistenza, formazione e strumenti per orientarsi nel complesso panorama dei finanziamenti all’internazionalizzazione.

    Inoltre, le recenti iniziative europee, come il programma InvestEU, offrono nuove opportunità di accesso al capitale per PMI e mid-cap, rendendo più fluido e meno rischioso il processo di espansione.

    Consigli pratici per le imprese
    Per noi di Impresa.biz, alcune best practice risultano essenziali:
    -Preparare un business plan solido e dettagliato, che illustri chiaramente obiettivi e ritorni attesi;
    -Valutare la possibilità di combinare più fonti di finanziamento per diversificare il rischio;
    -Utilizzare strumenti di monitoraggio finanziario e reportistica;
    -Investire in formazione e aggiornamento su normative e strumenti finanziari.

    Finanziare con successo l’espansione internazionale
    Finanziare l’internazionalizzazione non è solo un tema di numeri, ma una sfida strategica che richiede metodo, competenze e networking. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese per trasformare la teoria in pratica, offrendo informazioni aggiornate, strumenti utili e consigli concreti per sostenere ogni passo verso il successo globale.

    #ImpresaBiz #Finanziamento #Internazionalizzazione #PMI #Credito #FondiEuropei #InvestEU #BusinessPlan #GestioneFinanziaria #EspansioneGlobale #SupportoImprese #CrescitaInternazionale
    Finanziare l’Internazionalizzazione: Dalla Teoria alla Pratica Noi di Impresa.biz sappiamo bene che finanziare l’internazionalizzazione è una delle sfide più complesse e decisive per le imprese italiane che vogliono crescere oltre confine. Spesso si parla di teorie, incentivi e strumenti finanziari, ma trasformare queste opportunità in azioni concrete richiede conoscenza, strategia e supporto specialistico. Le basi teoriche: strumenti e fonti di finanziamento Prima di tutto, è importante conoscere il ventaglio di strumenti a disposizione: finanziamenti agevolati, garanzie pubbliche, fondi europei, credito bancario tradizionale, venture capital e private equity. Ognuno di questi ha caratteristiche diverse e si adatta a fasi differenti del percorso di internazionalizzazione. Dobbiamo anche considerare i requisiti di accesso, le tempistiche, i costi e le modalità di rendicontazione, aspetti che spesso determinano il successo o il fallimento di un progetto. Passare dalla teoria alla pratica: pianificazione e gestione finanziaria Noi di Impresa.biz crediamo che la chiave sia integrare la pianificazione finanziaria nel progetto complessivo di espansione. Questo significa definire un budget realistico, individuare le fonti più adatte alle nostre esigenze, pianificare i flussi di cassa e monitorare costantemente gli investimenti. La gestione oculata della liquidità e il dialogo continuo con istituti finanziari e consulenti sono fondamentali per evitare sorprese e garantire la sostenibilità dell’intervento. Il supporto delle istituzioni e delle piattaforme specializzate Sappiamo quanto sia utile affidarsi a enti pubblici, camere di commercio, agenzie di sviluppo e piattaforme digitali dedicate, che offrono assistenza, formazione e strumenti per orientarsi nel complesso panorama dei finanziamenti all’internazionalizzazione. Inoltre, le recenti iniziative europee, come il programma InvestEU, offrono nuove opportunità di accesso al capitale per PMI e mid-cap, rendendo più fluido e meno rischioso il processo di espansione. Consigli pratici per le imprese Per noi di Impresa.biz, alcune best practice risultano essenziali: -Preparare un business plan solido e dettagliato, che illustri chiaramente obiettivi e ritorni attesi; -Valutare la possibilità di combinare più fonti di finanziamento per diversificare il rischio; -Utilizzare strumenti di monitoraggio finanziario e reportistica; -Investire in formazione e aggiornamento su normative e strumenti finanziari. Finanziare con successo l’espansione internazionale Finanziare l’internazionalizzazione non è solo un tema di numeri, ma una sfida strategica che richiede metodo, competenze e networking. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese per trasformare la teoria in pratica, offrendo informazioni aggiornate, strumenti utili e consigli concreti per sostenere ogni passo verso il successo globale. #ImpresaBiz #Finanziamento #Internazionalizzazione #PMI #Credito #FondiEuropei #InvestEU #BusinessPlan #GestioneFinanziaria #EspansioneGlobale #SupportoImprese #CrescitaInternazionale
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  • Come Presentare un Business Plan per Ottenere Fondi all’Estero

    Quando abbiamo iniziato a cercare fondi per finanziare la nostra espansione internazionale, ci siamo resi conto che un business plan ben fatto può aprire (o chiudere) molte porte.
    Nel mercato globale, gli investitori e gli enti di finanziamento vogliono certezze, visione strategica e numeri solidi.
    In questo articolo condividiamo gli elementi chiave che abbiamo incluso nel nostro business plan e i consigli che ci hanno permesso di ottenere fiducia (e fondi) da partner esteri.

    1. Adattare il piano al contesto internazionale
    Il primo errore che abbiamo evitato è stato usare lo stesso business plan pensato per il mercato italiano.
    Per attrarre fondi all’estero, abbiamo riscritto il piano tenendo conto del contesto locale: normativa, abitudini di consumo, concorrenza e potenzialità di crescita in quello specifico Paese.

    2. Definire chiaramente obiettivi e strategia di espansione
    Un buon business plan deve spiegare perché e come vogliamo entrare in un nuovo mercato:
    -Quali bisogni andremo a soddisfare
    -Quale sarà il nostro vantaggio competitivo
    -Come intendiamo differenziarci dai player locali
    Abbiamo strutturato una roadmap a 12-24 mesi, con tappe misurabili.

    3. Analisi di mercato approfondita
    Per convincere chi legge, abbiamo incluso dati aggiornati, trend di settore e analisi SWOT riferiti al Paese target.
    Dimostrare di conoscere il mercato è fondamentale per guadagnarsi credibilità.

    4. Team e competenze
    Un investitore vuole sapere chi c’è dietro il progetto.
    Abbiamo dedicato una sezione al nostro team, mettendo in evidenza le esperienze internazionali, le competenze linguistiche e la capacità di adattarsi a contesti multiculturali.

    5. Piano economico-finanziario dettagliato
    Questa è la parte più delicata: deve essere realistica, ma anche ambiziosa.
    Abbiamo presentato:
    -Budget di investimento iniziale
    -Proiezioni di fatturato e margini
    -Punto di pareggio previsto
    -Fonti di finanziamento (incluse quelle richieste)
    -Ritorno atteso per gli investitori
    Abbiamo fatto validare il piano da un consulente per garantirne coerenza e solidità.

    6. Executive summary convincente
    Anche se va scritto per ultimo, l’executive summary è la prima cosa che viene letta.
    Abbiamo curato ogni parola, per trasmettere in poche righe il valore del nostro progetto e perché merita fiducia.

    Il nostro consiglio
    Se stai cercando fondi all’estero, non improvvisare il business plan.
    È lo strumento con cui racconti chi sei, dove vuoi andare e perché qualcuno dovrebbe scommettere su di te.
    Prenditi il tempo per farlo bene, oppure fatti affiancare da esperti: ne vale la pena.

    #BusinessPlan #Internazionalizzazione #FinanziamentiInternazionali #ImpresaBiz #PMI #Export #StartupInternazionale #FondiEsteri #EspansioneGlobale #MadeInItaly
    Come Presentare un Business Plan per Ottenere Fondi all’Estero Quando abbiamo iniziato a cercare fondi per finanziare la nostra espansione internazionale, ci siamo resi conto che un business plan ben fatto può aprire (o chiudere) molte porte. Nel mercato globale, gli investitori e gli enti di finanziamento vogliono certezze, visione strategica e numeri solidi. In questo articolo condividiamo gli elementi chiave che abbiamo incluso nel nostro business plan e i consigli che ci hanno permesso di ottenere fiducia (e fondi) da partner esteri. 1. Adattare il piano al contesto internazionale Il primo errore che abbiamo evitato è stato usare lo stesso business plan pensato per il mercato italiano. Per attrarre fondi all’estero, abbiamo riscritto il piano tenendo conto del contesto locale: normativa, abitudini di consumo, concorrenza e potenzialità di crescita in quello specifico Paese. 2. Definire chiaramente obiettivi e strategia di espansione Un buon business plan deve spiegare perché e come vogliamo entrare in un nuovo mercato: -Quali bisogni andremo a soddisfare -Quale sarà il nostro vantaggio competitivo -Come intendiamo differenziarci dai player locali Abbiamo strutturato una roadmap a 12-24 mesi, con tappe misurabili. 3. Analisi di mercato approfondita Per convincere chi legge, abbiamo incluso dati aggiornati, trend di settore e analisi SWOT riferiti al Paese target. Dimostrare di conoscere il mercato è fondamentale per guadagnarsi credibilità. 4. Team e competenze Un investitore vuole sapere chi c’è dietro il progetto. Abbiamo dedicato una sezione al nostro team, mettendo in evidenza le esperienze internazionali, le competenze linguistiche e la capacità di adattarsi a contesti multiculturali. 5. Piano economico-finanziario dettagliato Questa è la parte più delicata: deve essere realistica, ma anche ambiziosa. Abbiamo presentato: -Budget di investimento iniziale -Proiezioni di fatturato e margini -Punto di pareggio previsto -Fonti di finanziamento (incluse quelle richieste) -Ritorno atteso per gli investitori Abbiamo fatto validare il piano da un consulente per garantirne coerenza e solidità. 6. Executive summary convincente Anche se va scritto per ultimo, l’executive summary è la prima cosa che viene letta. Abbiamo curato ogni parola, per trasmettere in poche righe il valore del nostro progetto e perché merita fiducia. Il nostro consiglio Se stai cercando fondi all’estero, non improvvisare il business plan. È lo strumento con cui racconti chi sei, dove vuoi andare e perché qualcuno dovrebbe scommettere su di te. Prenditi il tempo per farlo bene, oppure fatti affiancare da esperti: ne vale la pena. #BusinessPlan #Internazionalizzazione #FinanziamentiInternazionali #ImpresaBiz #PMI #Export #StartupInternazionale #FondiEsteri #EspansioneGlobale #MadeInItaly
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  • Business plan per e-commerce: esempio pratico e guida passo passo

    Quando ho deciso di lanciare il mio e-commerce, ho capito subito che un buon business plan era fondamentale per avere una roadmap chiara e attrarre eventuali investitori o finanziamenti.
    Ti racconto come ho strutturato il mio business plan, con un esempio pratico e i passaggi da seguire.

    Struttura del business plan per e-commerce
    1. Executive Summary
    Una sintesi chiara e concisa della mia idea di business: cosa vendo, a chi, e quali sono i miei obiettivi principali.

    2. Analisi di mercato
    Ho fatto ricerche sul settore, individuando il target di clientela, i concorrenti e le tendenze di mercato.

    3. Strategia di marketing e vendita
    Descrivo come intendo promuovere il mio shop (SEO, social, paid ads) e quali canali userò per vendere.

    4. Organizzazione e team
    Spiego chi c’è dietro il progetto, competenze e ruoli.

    5. Piano operativo
    Dettaglio le attività quotidiane, i fornitori, la logistica e la gestione delle scorte.

    6. Piano finanziario
    Questa è la parte che ho curato con più attenzione:
    -Previsioni di fatturato mensile
    -Costi fissi e variabili
    -Margini di profitto
    -Cash flow previsto
    -Break-even point

    Esempio pratico sintetico
    Per darti un’idea, ecco un estratto del mio piano finanziario:

    Voce Valore mensile (€)
    Fatturato previsto 20.000
    Costi variabili 8.000
    Costi fissi 7.000
    Margine netto 5.000

    Con questi dati, ho calcolato che raggiungo il break-even dopo circa 6 mesi.

    Consigli per scrivere un business plan efficace
    -Usa dati realistici e basati su ricerche concrete.
    -Sii sintetico ma completo: deve essere chiaro anche a chi non conosce il tuo settore.
    -Aggiorna il piano regolarmente man mano che il business evolve.

    Il business plan è uno strumento indispensabile per chi vuole aprire o far crescere un e-commerce in modo consapevole. Ti dà una guida precisa e ti aiuta a evitare passi falsi.
    Se vuoi, posso condividere con te il mio modello base per iniziare subito a strutturare il tuo.

    #Ecommerce #BusinessPlan #StrategiaDigitale #StartupOnline #ImpresaBiz #GuidaPratica

    Business plan per e-commerce: esempio pratico e guida passo passo Quando ho deciso di lanciare il mio e-commerce, ho capito subito che un buon business plan era fondamentale per avere una roadmap chiara e attrarre eventuali investitori o finanziamenti. Ti racconto come ho strutturato il mio business plan, con un esempio pratico e i passaggi da seguire. 📋 Struttura del business plan per e-commerce 1. Executive Summary Una sintesi chiara e concisa della mia idea di business: cosa vendo, a chi, e quali sono i miei obiettivi principali. 2. Analisi di mercato Ho fatto ricerche sul settore, individuando il target di clientela, i concorrenti e le tendenze di mercato. 3. Strategia di marketing e vendita Descrivo come intendo promuovere il mio shop (SEO, social, paid ads) e quali canali userò per vendere. 4. Organizzazione e team Spiego chi c’è dietro il progetto, competenze e ruoli. 5. Piano operativo Dettaglio le attività quotidiane, i fornitori, la logistica e la gestione delle scorte. 6. Piano finanziario Questa è la parte che ho curato con più attenzione: -Previsioni di fatturato mensile -Costi fissi e variabili -Margini di profitto -Cash flow previsto -Break-even point 📝 Esempio pratico sintetico Per darti un’idea, ecco un estratto del mio piano finanziario: Voce Valore mensile (€) Fatturato previsto 20.000 Costi variabili 8.000 Costi fissi 7.000 Margine netto 5.000 Con questi dati, ho calcolato che raggiungo il break-even dopo circa 6 mesi. 🔑 Consigli per scrivere un business plan efficace -Usa dati realistici e basati su ricerche concrete. -Sii sintetico ma completo: deve essere chiaro anche a chi non conosce il tuo settore. -Aggiorna il piano regolarmente man mano che il business evolve. ✅Il business plan è uno strumento indispensabile per chi vuole aprire o far crescere un e-commerce in modo consapevole. Ti dà una guida precisa e ti aiuta a evitare passi falsi. Se vuoi, posso condividere con te il mio modello base per iniziare subito a strutturare il tuo. #Ecommerce #BusinessPlan #StrategiaDigitale #StartupOnline #ImpresaBiz #GuidaPratica
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  • Break-even point: come calcolarlo e usarlo per prendere decisionI

    In impresa.biz lo vediamo spesso: molte PMI conoscono il concetto di break-even point (o punto di pareggio), ma poche lo utilizzano davvero come strumento strategico per guidare le proprie scelte operative.

    Eppure è una metrica semplice e potente, che può aiutare a rispondere a domande fondamentali:
    Quando iniziamo a guadagnare? Quante unità dobbiamo vendere per coprire i costi? Il nostro prezzo è sostenibile?

    Cos’è il break-even point?
    Il break-even point è il livello di vendite (in unità o in euro) a cui i ricavi totali e i costi totali si equivalgono, quindi il risultato è zero.

    In altre parole, indica il punto in cui l’attività non perde né guadagna, ed è quindi una soglia critica da superare per diventare redditizi.

    Come si calcola?
    La formula base è molto semplice:

    Break-even point (in unità) = Costi Fissi / (Prezzo di vendita unitario - Costo variabile unitario)

    Dove:
    -Costi fissi = costi che non variano al variare della produzione (affitti, salari fissi, ammortamenti...)
    -Costi variabili = costi che variano in base alla quantità prodotta (materie prime, packaging, trasporti...)
    -Margine di contribuzione unitario = quanto ogni unità venduta contribuisce a coprire i costi fissi

    Esempio pratico
    Immaginiamo di vendere un prodotto a 100 euro, con un costo variabile unitario di 40 euro e costi fissi mensili di 12.000 euro.

    Margine di contribuzione = 100 - 40 = 60 euro
    Break-even point = 12.000 / 60 = 200 unità

    Quindi, dobbiamo vendere 200 pezzi al mese solo per coprire i costi. Dal 201° pezzo iniziamo a generare profitto.

    Come usare il break-even per decidere?
    In impresa.biz lo utilizziamo in tanti contesti:
    1. Valutare la sostenibilità di un nuovo prodotto o servizio
    Se il break-even è troppo alto rispetto alle potenzialità di vendita, forse serve ripensare il modello.
    2. Definire il prezzo di vendita
    Conoscere il punto di pareggio aiuta a impostare un prezzo che garantisca margini adeguati.
    3. Ottimizzare i costi
    Se il break-even è irraggiungibile, occorre intervenire su costi fissi o variabili per renderlo più accessibile.
    4. Pianificare investimenti e finanziamenti
    Prevedere il tempo necessario a raggiungere il pareggio serve per gestire correttamente la cassa.

    Il nostro approccio in impresa.biz
    Aiutiamo le imprese a:
    -Calcolare il proprio break-even reale, per prodotto o per linea
    -Analizzare margini, mix di vendita e scenari alternativi
    -Costruire modelli Excel semplici per l’uso quotidiano
    -Integrare il break-even nella pianificazione finanziaria e commerciale

    Il break-even point non è solo un numero, ma uno strumento decisionale strategico. In impresa.biz crediamo che ogni impresa debba conoscerlo, aggiornarlo e usarlo per decidere con consapevolezza.

    Contattaci se vuoi scoprire qual è il punto di pareggio della tua impresa e come sfruttarlo per migliorare profitti e controllo!

    #BreakEvenPoint #AnalisiDiBilancio #ControlloDiGestione #ImpresaBiz #PMI #DecisioniStrategiche #CostiFissi #PuntoDiPareggio #BusinessPlanning #GestioneFinanziaria
    Break-even point: come calcolarlo e usarlo per prendere decisionI In impresa.biz lo vediamo spesso: molte PMI conoscono il concetto di break-even point (o punto di pareggio), ma poche lo utilizzano davvero come strumento strategico per guidare le proprie scelte operative. Eppure è una metrica semplice e potente, che può aiutare a rispondere a domande fondamentali: Quando iniziamo a guadagnare? Quante unità dobbiamo vendere per coprire i costi? Il nostro prezzo è sostenibile? Cos’è il break-even point? Il break-even point è il livello di vendite (in unità o in euro) a cui i ricavi totali e i costi totali si equivalgono, quindi il risultato è zero. In altre parole, indica il punto in cui l’attività non perde né guadagna, ed è quindi una soglia critica da superare per diventare redditizi. Come si calcola? La formula base è molto semplice: 👉 Break-even point (in unità) = Costi Fissi / (Prezzo di vendita unitario - Costo variabile unitario) Dove: -Costi fissi = costi che non variano al variare della produzione (affitti, salari fissi, ammortamenti...) -Costi variabili = costi che variano in base alla quantità prodotta (materie prime, packaging, trasporti...) -Margine di contribuzione unitario = quanto ogni unità venduta contribuisce a coprire i costi fissi Esempio pratico Immaginiamo di vendere un prodotto a 100 euro, con un costo variabile unitario di 40 euro e costi fissi mensili di 12.000 euro. 👉 Margine di contribuzione = 100 - 40 = 60 euro 👉 Break-even point = 12.000 / 60 = 200 unità Quindi, dobbiamo vendere 200 pezzi al mese solo per coprire i costi. Dal 201° pezzo iniziamo a generare profitto. Come usare il break-even per decidere? In impresa.biz lo utilizziamo in tanti contesti: ✅ 1. Valutare la sostenibilità di un nuovo prodotto o servizio Se il break-even è troppo alto rispetto alle potenzialità di vendita, forse serve ripensare il modello. ✅ 2. Definire il prezzo di vendita Conoscere il punto di pareggio aiuta a impostare un prezzo che garantisca margini adeguati. ✅ 3. Ottimizzare i costi Se il break-even è irraggiungibile, occorre intervenire su costi fissi o variabili per renderlo più accessibile. ✅ 4. Pianificare investimenti e finanziamenti Prevedere il tempo necessario a raggiungere il pareggio serve per gestire correttamente la cassa. Il nostro approccio in impresa.biz Aiutiamo le imprese a: -Calcolare il proprio break-even reale, per prodotto o per linea -Analizzare margini, mix di vendita e scenari alternativi -Costruire modelli Excel semplici per l’uso quotidiano -Integrare il break-even nella pianificazione finanziaria e commerciale Il break-even point non è solo un numero, ma uno strumento decisionale strategico. In impresa.biz crediamo che ogni impresa debba conoscerlo, aggiornarlo e usarlo per decidere con consapevolezza. Contattaci se vuoi scoprire qual è il punto di pareggio della tua impresa e come sfruttarlo per migliorare profitti e controllo! #BreakEvenPoint #AnalisiDiBilancio #ControlloDiGestione #ImpresaBiz #PMI #DecisioniStrategiche #CostiFissi #PuntoDiPareggio #BusinessPlanning #GestioneFinanziaria
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