• Come negoziare con clienti internazionali: stili, errori e tecniche vincenti

    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: negoziare con clienti internazionali è molto più che parlare una lingua straniera. È capire culture, logiche decisionali, aspettative e modi diversi di fare business. Un approccio efficace alla negoziazione può aprire le porte a collaborazioni durature e proficue. Un errore culturale o strategico può invece far saltare tutto.

    Ecco come affrontare al meglio una trattativa con clienti esteri, adattando stile, approccio e tecniche alla situazione.

    1. Conoscere lo stile di negoziazione del Paese di riferimento
    Ogni cultura ha un proprio modo di vivere la negoziazione. Alcuni esempi pratici:
    -Nord Europa: stile diretto, orientato ai fatti. Valore alla chiarezza e alla puntualità.
    -Asia (es. Cina, Giappone): approccio più indiretto, attenzione ai rapporti e alla gerarchia. Serve pazienza e rispetto delle formalità.
    -USA: negoziazione dinamica, pragmatica e orientata al risultato. Importante “vendere” la proposta con forza.
    -Paesi Arabi e Sud America: relazioni personali fondamentali, trattativa lunga, empatia e fiducia al centro.
    Soluzione: prepararsi studiando il contesto culturale e, se possibile, affidarsi a un mediatore esperto.

    2. Errori da evitare assolutamente
    Alcuni comportamenti rischiano di compromettere la trattativa:
    -Imporre il proprio stile senza adattarsi
    -Non rispettare i tempi o le formalità culturali
    -Parlare solo di prezzo e non di valore o benefici
    -Non essere chiari su termini, condizioni e responsabilità
    Una buona negoziazione è costruita sull’ascolto, non solo sulla proposta.

    3. Tecniche vincenti per negoziare con clienti esteri
    ✔ Ascolto attivo e domande mirate
    Mostrare interesse per le esigenze del cliente e porre domande intelligenti crea fiducia.
    ✔ Costruire valore, non solo sconti
    Spiegare come il nostro prodotto/servizio risolve un problema specifico, piuttosto che puntare subito al ribasso.
    ✔ Adattare la comunicazione
    Usare una lingua chiara (anche se in inglese) ed evitare gerghi o espressioni troppo tecniche. Se serve, supportarsi con materiale tradotto professionalmente.
    ✔ Preparare alternative e margini di trattativa
    Mai sedersi al tavolo con un’unica offerta rigida. Avere margini e scenari “di riserva” è segno di flessibilità e visione.
    ✔ Chiudere con chiarezza
    Ricapitolare sempre i punti concordati, possibilmente per iscritto, prima di firmare o partire.

    Negoziare con clienti internazionali è un’arte che si affina con metodo, preparazione e consapevolezza culturale. Noi di Impresa.biz aiutiamo le imprese italiane a rafforzare le proprie competenze negoziali e a costruire relazioni di business solide, efficaci e internazionali.

    #ImpresaBiz #NegoziazioneInternazionale #Export #BusinessGlobale #StiliDiNegoziazione #PMIAllEstero #TecnicheDiVendita #CulturaDelBusiness #StrategieCommerciali #VendereAllEstero

    Come negoziare con clienti internazionali: stili, errori e tecniche vincenti Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: negoziare con clienti internazionali è molto più che parlare una lingua straniera. È capire culture, logiche decisionali, aspettative e modi diversi di fare business. Un approccio efficace alla negoziazione può aprire le porte a collaborazioni durature e proficue. Un errore culturale o strategico può invece far saltare tutto. Ecco come affrontare al meglio una trattativa con clienti esteri, adattando stile, approccio e tecniche alla situazione. 1. Conoscere lo stile di negoziazione del Paese di riferimento Ogni cultura ha un proprio modo di vivere la negoziazione. Alcuni esempi pratici: -Nord Europa: stile diretto, orientato ai fatti. Valore alla chiarezza e alla puntualità. -Asia (es. Cina, Giappone): approccio più indiretto, attenzione ai rapporti e alla gerarchia. Serve pazienza e rispetto delle formalità. -USA: negoziazione dinamica, pragmatica e orientata al risultato. Importante “vendere” la proposta con forza. -Paesi Arabi e Sud America: relazioni personali fondamentali, trattativa lunga, empatia e fiducia al centro. 📌 Soluzione: prepararsi studiando il contesto culturale e, se possibile, affidarsi a un mediatore esperto. 2. Errori da evitare assolutamente Alcuni comportamenti rischiano di compromettere la trattativa: -Imporre il proprio stile senza adattarsi -Non rispettare i tempi o le formalità culturali -Parlare solo di prezzo e non di valore o benefici -Non essere chiari su termini, condizioni e responsabilità Una buona negoziazione è costruita sull’ascolto, non solo sulla proposta. 3. Tecniche vincenti per negoziare con clienti esteri ✔ Ascolto attivo e domande mirate Mostrare interesse per le esigenze del cliente e porre domande intelligenti crea fiducia. ✔ Costruire valore, non solo sconti Spiegare come il nostro prodotto/servizio risolve un problema specifico, piuttosto che puntare subito al ribasso. ✔ Adattare la comunicazione Usare una lingua chiara (anche se in inglese) ed evitare gerghi o espressioni troppo tecniche. Se serve, supportarsi con materiale tradotto professionalmente. ✔ Preparare alternative e margini di trattativa Mai sedersi al tavolo con un’unica offerta rigida. Avere margini e scenari “di riserva” è segno di flessibilità e visione. ✔ Chiudere con chiarezza Ricapitolare sempre i punti concordati, possibilmente per iscritto, prima di firmare o partire. Negoziare con clienti internazionali è un’arte che si affina con metodo, preparazione e consapevolezza culturale. Noi di Impresa.biz aiutiamo le imprese italiane a rafforzare le proprie competenze negoziali e a costruire relazioni di business solide, efficaci e internazionali. #ImpresaBiz #NegoziazioneInternazionale #Export #BusinessGlobale #StiliDiNegoziazione #PMIAllEstero #TecnicheDiVendita #CulturaDelBusiness #StrategieCommerciali #VendereAllEstero
    0 Commenti 0 Condivisioni 221 Viste 0 Recensioni
  • Strategie di pricing per vendere di più senza svendere

    Da quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, ho capito subito che il prezzo è uno degli strumenti più potenti per influenzare le vendite. Ma non è solo una questione di mettere il prezzo più basso possibile: svendere non conviene mai, perché rischi di perdere margini e di svalutare il tuo brand.

    Per questo ho studiato e applicato alcune strategie di pricing che mi hanno aiutato a vendere di più, mantenendo valore e profitto.

    1. Conosci il tuo mercato e il tuo cliente
    Prima di tutto, è fondamentale capire quanto il tuo target è disposto a pagare e come si posizionano i competitor.
    Analizzo sempre i prezzi della concorrenza, ma anche le esigenze e le aspettative della mia clientela per definire un prezzo che sia competitivo ma giusto.

    2. Usa la psicologia del prezzo
    Ho sperimentato tecniche come i prezzi “a 9” (es. 29,99 invece di 30) che aiutano a far percepire il prodotto come più conveniente senza abbassarne troppo il valore.
    Anche offerte a tempo limitato o bundle possono spingere all’acquisto senza svendere.

    3. Segmenta l’offerta
    Offro diversi livelli di prodotto o servizio, con prezzi differenti, per intercettare diverse fasce di clienti.
    Questo aumenta le possibilità di vendita e permette a ciascuno di scegliere secondo il proprio budget.

    4. Comunica il valore, non solo il prezzo
    Mi assicuro che i miei clienti capiscano il valore unico del mio prodotto: materiali, qualità, assistenza, esperienza di acquisto.
    Quando il valore è chiaro, il prezzo diventa un investimento e non solo un costo.

    5. Monitora e adatta il pricing
    Il mercato cambia e anche i prezzi devono evolvere.
    Analizzo regolarmente i dati di vendita e il comportamento dei clienti per aggiustare la strategia in tempo reale.

    Vendere di più senza svendere è possibile
    Non si tratta di abbassare i prezzi in modo indiscriminato, ma di usare il pricing come leva strategica per valorizzare il prodotto, fidelizzare i clienti e crescere nel tempo.

    Con la giusta strategia, il prezzo diventa un messaggio che comunica qualità e affidabilità, non solo un numero da battere.

    #pricingstrategies #ecommerce #vendereonline #strategiecommerciali #pricingpsychology #businessgrowth #digitalcommerce #impresaBiz #marketingdigitale #valoreprodotti

    Strategie di pricing per vendere di più senza svendere Da quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, ho capito subito che il prezzo è uno degli strumenti più potenti per influenzare le vendite. Ma non è solo una questione di mettere il prezzo più basso possibile: svendere non conviene mai, perché rischi di perdere margini e di svalutare il tuo brand. Per questo ho studiato e applicato alcune strategie di pricing che mi hanno aiutato a vendere di più, mantenendo valore e profitto. 1. Conosci il tuo mercato e il tuo cliente Prima di tutto, è fondamentale capire quanto il tuo target è disposto a pagare e come si posizionano i competitor. Analizzo sempre i prezzi della concorrenza, ma anche le esigenze e le aspettative della mia clientela per definire un prezzo che sia competitivo ma giusto. 2. Usa la psicologia del prezzo Ho sperimentato tecniche come i prezzi “a 9” (es. 29,99 invece di 30) che aiutano a far percepire il prodotto come più conveniente senza abbassarne troppo il valore. Anche offerte a tempo limitato o bundle possono spingere all’acquisto senza svendere. 3. Segmenta l’offerta Offro diversi livelli di prodotto o servizio, con prezzi differenti, per intercettare diverse fasce di clienti. Questo aumenta le possibilità di vendita e permette a ciascuno di scegliere secondo il proprio budget. 4. Comunica il valore, non solo il prezzo Mi assicuro che i miei clienti capiscano il valore unico del mio prodotto: materiali, qualità, assistenza, esperienza di acquisto. Quando il valore è chiaro, il prezzo diventa un investimento e non solo un costo. 5. Monitora e adatta il pricing Il mercato cambia e anche i prezzi devono evolvere. Analizzo regolarmente i dati di vendita e il comportamento dei clienti per aggiustare la strategia in tempo reale. Vendere di più senza svendere è possibile Non si tratta di abbassare i prezzi in modo indiscriminato, ma di usare il pricing come leva strategica per valorizzare il prodotto, fidelizzare i clienti e crescere nel tempo. Con la giusta strategia, il prezzo diventa un messaggio che comunica qualità e affidabilità, non solo un numero da battere. #pricingstrategies #ecommerce #vendereonline #strategiecommerciali #pricingpsychology #businessgrowth #digitalcommerce #impresaBiz #marketingdigitale #valoreprodotti
    0 Commenti 0 Condivisioni 143 Viste 0 Recensioni
  • Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti

    Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”.
    In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali.

    Cosa intendiamo per funnel di vendita?
    Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente.
    Si articola in 3 fasi principali:

    -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand
    -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano
    -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc.
    Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi.

    Quali social media usare e come
    Dipende dal nostro target e dal tipo di business.
    Ecco come li usiamo noi nei funnel:
    -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing
    -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B
    -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi
    -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial
    -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing

    Come costruire un funnel integrato ai social media
    Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel)
    ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni
    ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire

    Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel)
    ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano
    ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot)

    Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel)
    ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare
    ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito

    Fidelizza e trasforma in ambassador
    ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti
    ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola

    Strumenti che consigliamo per l’integrazione
    -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram
    -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail
    -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli
    -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing
    -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme

    Errori da evitare
    Postare senza strategia
    Pensare che i like siano vendite
    Non avere una CTA chiara
    Non tracciare le conversioni
    Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti

    Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso.
    Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart.

    #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
    Creare funnel di vendita integrati ai social media: come trasformare follower in clienti Noi di impresa.biz vediamo ogni giorno quanto i social media siano potenti per le PMI, ma troppo spesso vengono usati solo per “esserci”. In realtà, se integrati correttamente in un funnel di vendita, possono diventare canali strategici per generare contatti qualificati e vendite reali. Cosa intendiamo per funnel di vendita? Il funnel di vendita (o customer journey) è il percorso che trasforma un semplice utente in cliente. Si articola in 3 fasi principali: -Awareness (Consapevolezza) – Le persone scoprono il brand -Consideration (Valutazione) – Iniziano a seguirci, interagiscono, si informano -Conversion (Azione) – Compiono un’azione: acquisto, richiesta preventivo, iscrizione, ecc. 💡 Integrare i social media significa sfruttare ogni piattaforma per accompagnare l’utente lungo queste fasi. Quali social media usare e come Dipende dal nostro target e dal tipo di business. Ecco come li usiamo noi nei funnel: -Instagram & Facebook: storytelling, dirette, lead magnet, remarketing -LinkedIn: contenuti di valore e relazioni B2B -TikTok & Reels: awareness veloce e virale, soprattutto per prodotti/servizi visivi -YouTube: approfondimenti, testimonianze, tutorial -Messenger & WhatsApp Business: contatto diretto e nurturing Come costruire un funnel integrato ai social media Cattura l’attenzione (TOFU - Top of the Funnel) ➤ Contenuti coinvolgenti, problemi del target, emozioni ➤ Obiettivo: farci conoscere e iniziare a farci seguire Stimola l’interesse (MOFU - Middle of the Funnel) ➤ Guide gratuite, webinar, newsletter, post che educano ➤ Qui iniziamo a raccogliere lead (con landing page, form, chatbot) Spingi alla conversione (BOFU - Bottom of the Funnel) ➤ Offerte, testimonianze, garanzie, call to action chiare ➤ Usiamo il retargeting su chi ha già interagito Fidelizza e trasforma in ambassador ➤ Post-vendita, follow-up automatici, contenuti esclusivi per clienti ➤ Favoriamo recensioni, condivisioni e passaparola Strumenti che consigliamo per l’integrazione -Meta Ads Manager per campagne su Facebook/Instagram -Leadpages o Mailchimp per creare landing page e gestire le mail -CRM (come HubSpot o Brevo) per gestire i contatti e nutrirli -Pixel di Meta e Google Tag per il tracciamento e il remarketing -Zapier o Make per automatizzare il passaggio di dati tra piattaforme Errori da evitare ❌ Postare senza strategia ❌ Pensare che i like siano vendite ❌ Non avere una CTA chiara ❌ Non tracciare le conversioni ❌ Non avere un sistema per raccogliere e gestire i contatti Integrare i social media in un funnel di vendita significa non lasciare nulla al caso. Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a trasformare la visibilità social in risultati concreti, con strategie su misura e strumenti smart. #funneldivendita #socialmediafunnel #leadgeneration #marketingdigitale #PMI #impresa.biz #strategiecommerciali #automationmarketing #socialselling #conversionimarketing
    0 Commenti 0 Condivisioni 268 Viste 0 Recensioni
  • Come fare benchmarking internazionale per capire la concorrenza estera

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene che per entrare con successo in un mercato estero non basta avere un buon prodotto: bisogna conoscere a fondo la concorrenza locale.
    Il benchmarking internazionale è uno strumento fondamentale per analizzare i competitor, capire punti di forza e debolezza e individuare opportunità di differenziazione.

    Ma come si fa benchmarking all’estero? E quali strumenti utilizzare per ottenere informazioni affidabili e aggiornate? Ve lo spieghiamo passo passo.

    1. Definire chiaramente gli obiettivi
    Prima di tutto, serve stabilire cosa vogliamo capire:
    -Qual è la quota di mercato dei concorrenti principali?
    -Quali sono le strategie di prezzo, prodotto e comunicazione?
    -Come si posizionano rispetto a noi in termini di qualità, innovazione, servizio?
    Avere obiettivi chiari aiuta a concentrare le ricerche.

    2. Individuare i competitor più rilevanti
    Non sempre è utile analizzare tutti i player del mercato.
    Conviene focalizzarsi su:
    -Competitor diretti con prodotti simili
    -Nuovi entranti dinamici
    -Leader di settore con best practice da cui imparare

    3. Raccogliere dati da fonti affidabili
    Le informazioni possono venire da:
    -Report di settore e studi di mercato (es. Euromonitor, Statista)
    -Siti web e canali social dei concorrenti
    -Recensioni clienti e forum
    -Fiere internazionali e eventi di settore
    -Interviste a distributori o clienti locali
    In alcuni casi, può essere utile ricorrere a servizi di intelligence competitiva.

    4. Analizzare i dati raccolti
    Mettiamo a confronto:
    -Prezzi e promozioni
    -Assortimento e caratteristiche tecniche
    -Canali di vendita utilizzati
    -Strategie di comunicazione e posizionamento del brand
    Questo confronto ci aiuta a capire dove possiamo differenziarci o migliorare.

    5. Monitorare nel tempo e aggiornare le informazioni
    Il mercato cambia continuamente: nuovi competitor arrivano, le strategie si evolvono, i gusti dei clienti mutano.
    Il benchmarking deve quindi diventare un processo continuo, non un’attività una tantum.

    Fare benchmarking internazionale è indispensabile per prendere decisioni strategiche consapevoli e competitivi.
    Noi di Impresa.biz consigliamo di integrare questa attività nel proprio piano export, affidandosi se necessario a professionisti o consulenti specializzati.

    Vuoi una guida pratica o un template per fare benchmarking competitivo?
    Scrivici, ti aiutiamo a partire con il piede giusto.

    #BenchmarkingInternazionale #AnalisiConcorrenza #ExportStrategy #MercatiEsteri #PMIExport #CompetitiveIntelligence #BusinessEstero #RicercaMercato #ExportSmart #StrategieCommerciali

    Come fare benchmarking internazionale per capire la concorrenza estera Noi di Impresa.biz sappiamo bene che per entrare con successo in un mercato estero non basta avere un buon prodotto: bisogna conoscere a fondo la concorrenza locale. Il benchmarking internazionale è uno strumento fondamentale per analizzare i competitor, capire punti di forza e debolezza e individuare opportunità di differenziazione. Ma come si fa benchmarking all’estero? E quali strumenti utilizzare per ottenere informazioni affidabili e aggiornate? Ve lo spieghiamo passo passo. 1. Definire chiaramente gli obiettivi Prima di tutto, serve stabilire cosa vogliamo capire: -Qual è la quota di mercato dei concorrenti principali? -Quali sono le strategie di prezzo, prodotto e comunicazione? -Come si posizionano rispetto a noi in termini di qualità, innovazione, servizio? Avere obiettivi chiari aiuta a concentrare le ricerche. 2. Individuare i competitor più rilevanti Non sempre è utile analizzare tutti i player del mercato. Conviene focalizzarsi su: -Competitor diretti con prodotti simili -Nuovi entranti dinamici -Leader di settore con best practice da cui imparare 3. Raccogliere dati da fonti affidabili Le informazioni possono venire da: -Report di settore e studi di mercato (es. Euromonitor, Statista) -Siti web e canali social dei concorrenti -Recensioni clienti e forum -Fiere internazionali e eventi di settore -Interviste a distributori o clienti locali In alcuni casi, può essere utile ricorrere a servizi di intelligence competitiva. 4. Analizzare i dati raccolti Mettiamo a confronto: -Prezzi e promozioni -Assortimento e caratteristiche tecniche -Canali di vendita utilizzati -Strategie di comunicazione e posizionamento del brand Questo confronto ci aiuta a capire dove possiamo differenziarci o migliorare. 5. Monitorare nel tempo e aggiornare le informazioni Il mercato cambia continuamente: nuovi competitor arrivano, le strategie si evolvono, i gusti dei clienti mutano. Il benchmarking deve quindi diventare un processo continuo, non un’attività una tantum. ✅ Fare benchmarking internazionale è indispensabile per prendere decisioni strategiche consapevoli e competitivi. Noi di Impresa.biz consigliamo di integrare questa attività nel proprio piano export, affidandosi se necessario a professionisti o consulenti specializzati. ✉️ Vuoi una guida pratica o un template per fare benchmarking competitivo? Scrivici, ti aiutiamo a partire con il piede giusto. 📌#BenchmarkingInternazionale #AnalisiConcorrenza #ExportStrategy #MercatiEsteri #PMIExport #CompetitiveIntelligence #BusinessEstero #RicercaMercato #ExportSmart #StrategieCommerciali
    0 Commenti 0 Condivisioni 186 Viste 0 Recensioni
  • Come Gestisco il Picco delle Vendite durante il Black Friday

    Il Black Friday per chi ha un negozio online è un po’ come una maratona: ci si prepara per settimane e ci si gioca tutto in pochi giorni.
    All’inizio mi faceva quasi paura: ordini che esplodevano, clienti impazienti, stress a mille. Ma con l’esperienza ho imparato a trasformare quel caos in una grande opportunità (organizzata).
    Ecco come gestisco ogni anno il picco di vendite senza perdere la testa — e massimizzando i profitti.

    Prima del Black Friday: tutto si gioca nella preparazione
    1. Preparo il magazzino in anticipo
    Faccio un’analisi dei prodotti più richiesti, controllo le scorte, anticipo i riordini. La mia regola d’oro: mai arrivare al 20 novembre con i dubbi.

    2. Potenzio il customer care
    Nei giorni caldi, rispondere in fretta fa la differenza. Programmo risposte automatiche, formo il mio team e tengo tutto monitorato.

    3. Creo una strategia promozionale chiara
    Definisco le offerte con largo anticipo e le comunico bene: email, social, sito. Niente confusione, niente “vediamo all’ultimo”.

    4. Programmo automazioni
    Campagne email, carrelli abbandonati, upsell: tutto è già impostato per partire al momento giusto, senza che io debba cliccare nulla.

    Durante il Black Friday: monitoraggio costante e flessibilità
    1. Controllo i dati in tempo reale
    Monitoro vendite, traffico, problemi tecnici. Se qualcosa non funziona, agisco subito.

    2. Comunico con trasparenza
    Aggiorno la community su scorte limitate, tempi di spedizione, eventuali ritardi. L’onestà premia sempre.

    3. Evito di svendere tutto
    Offro sconti intelligenti, non distruttivi. A volte aggiungo valore (un omaggio, una promo su spesa minima) invece di tagliare i prezzi.

    Dopo il Black Friday: capitalizzare, non rilassarsi
    1. Ringrazio ogni cliente
    Invio un’email di ringraziamento, magari con uno sconto sul prossimo acquisto. È il momento perfetto per fidelizzare.

    2. Analizzo le performance
    Cosa ha funzionato? Cosa no? Ogni dato mi serve per migliorare l’anno successivo.

    3. Preparo il follow-up natalizio
    Non è finita: il Natale è dietro l’angolo e chi ha appena comprato… potrebbe tornare.

    Il Mio Consiglio
    Il Black Friday non si improvvisa: si progetta. Serve metodo, organizzazione e un pizzico di sangue freddo. Ma se lo affronti nel modo giusto, può diventare uno dei momenti più redditizi (e gratificanti) del tuo anno.

    #BlackFridayTips #EcommerceStrategy #VenditeOnline #ImpresaBiz #BusinessDigitale #CustomerCare #MarketingPromozionale #GestioneVendite #StrategieCommerciali

    Come Gestisco il Picco delle Vendite durante il Black Friday Il Black Friday per chi ha un negozio online è un po’ come una maratona: ci si prepara per settimane e ci si gioca tutto in pochi giorni. All’inizio mi faceva quasi paura: ordini che esplodevano, clienti impazienti, stress a mille. Ma con l’esperienza ho imparato a trasformare quel caos in una grande opportunità (organizzata). Ecco come gestisco ogni anno il picco di vendite senza perdere la testa — e massimizzando i profitti. 📦 Prima del Black Friday: tutto si gioca nella preparazione 1. Preparo il magazzino in anticipo Faccio un’analisi dei prodotti più richiesti, controllo le scorte, anticipo i riordini. La mia regola d’oro: mai arrivare al 20 novembre con i dubbi. 2. Potenzio il customer care Nei giorni caldi, rispondere in fretta fa la differenza. Programmo risposte automatiche, formo il mio team e tengo tutto monitorato. 3. Creo una strategia promozionale chiara Definisco le offerte con largo anticipo e le comunico bene: email, social, sito. Niente confusione, niente “vediamo all’ultimo”. 4. Programmo automazioni Campagne email, carrelli abbandonati, upsell: tutto è già impostato per partire al momento giusto, senza che io debba cliccare nulla. 🛒 Durante il Black Friday: monitoraggio costante e flessibilità 1. Controllo i dati in tempo reale Monitoro vendite, traffico, problemi tecnici. Se qualcosa non funziona, agisco subito. 2. Comunico con trasparenza Aggiorno la community su scorte limitate, tempi di spedizione, eventuali ritardi. L’onestà premia sempre. 3. Evito di svendere tutto Offro sconti intelligenti, non distruttivi. A volte aggiungo valore (un omaggio, una promo su spesa minima) invece di tagliare i prezzi. ✅ Dopo il Black Friday: capitalizzare, non rilassarsi 1. Ringrazio ogni cliente Invio un’email di ringraziamento, magari con uno sconto sul prossimo acquisto. È il momento perfetto per fidelizzare. 2. Analizzo le performance Cosa ha funzionato? Cosa no? Ogni dato mi serve per migliorare l’anno successivo. 3. Preparo il follow-up natalizio Non è finita: il Natale è dietro l’angolo e chi ha appena comprato… potrebbe tornare. Il Mio Consiglio Il Black Friday non si improvvisa: si progetta. Serve metodo, organizzazione e un pizzico di sangue freddo. Ma se lo affronti nel modo giusto, può diventare uno dei momenti più redditizi (e gratificanti) del tuo anno. #BlackFridayTips #EcommerceStrategy #VenditeOnline #ImpresaBiz #BusinessDigitale #CustomerCare #MarketingPromozionale #GestioneVendite #StrategieCommerciali
    0 Commenti 0 Condivisioni 148 Viste 0 Recensioni
  • Integrare il mio e-commerce con Amazon ed eBay: cosa ho imparato davvero sul campo

    Quando ho deciso di espandere il mio e-commerce integrandolo con marketplace come Amazon ed eBay, sapevo che avrei aperto nuove porte. Quello che non sapevo è quanto questi canali potessero cambiare le regole del gioco.
    Oggi, dopo mesi di lavoro (e qualche grattacapo), posso dire che l’integrazione con i marketplace è stata una delle scelte più strategiche che abbia fatto.

    Marketplace: opportunità o minaccia?
    All’inizio temevo che vendere su Amazon o eBay potesse cannibalizzare le vendite sul mio sito. Invece, si è rivelata una leva di visibilità incredibile. Sono entrato in contatto con clienti che non avrebbero mai trovato il mio brand altrimenti.

    Cosa significa davvero "integrare"?
    Non si tratta solo di caricare i prodotti. Integrare un e-commerce con i marketplace significa:

    -Sincronizzare il catalogo in tempo reale
    Prezzi, descrizioni, disponibilità: tutto deve essere allineato. Uso un gestionale centralizzato per evitare errori di stock o incongruenze.
    -Gestire ordini da più canali in un’unica dashboard
    Ricevo gli ordini Amazon, eBay e del mio sito direttamente nella stessa interfaccia. Risparmio tempo, evito confusione.
    -Automatizzare spedizioni e fatturazione
    Con le giuste integrazioni (tipo MWS per Amazon o API eBay), riesco a velocizzare l’evasione ordini e a inviare automaticamente tracking e documenti fiscali.
    -Adattare le schede prodotto
    Le logiche di presentazione sono diverse: su Amazon, le parole chiave contano tantissimo; su eBay, il prezzo e le condizioni fanno la differenza. Ho imparato a personalizzare.

    Vantaggi che ho visto con i miei occhi
    -Aumento del volume di vendite del 35% in 6 mesi
    -Espansione verso mercati esteri senza investimenti pubblicitari iniziali
    -Brand awareness più forte anche tra chi poi è tornato ad acquistare direttamente sul mio sito

    Cosa consiglio a chi sta per iniziare
    1. Non improvvisare: usa strumenti affidabili per la sincronizzazione (es. ChannelAdvisor, ShoppingFeed, Lengow).

    2. Studia le regole di ogni marketplace: ogni piattaforma ha le sue politiche su resi, recensioni, e logistica.

    3. Occhio ai margini: le commissioni esistono, e bisogna calcolarle per non lavorare in perdita.

    Integrare il mio e-commerce con i marketplace è stato un investimento in tempo, studio e strumenti. Ma oggi raccolgo i frutti: più ordini, più clienti, più visibilità. E non ho intenzione di fermarmi.

    #ecommerce #marketplace #amazon #ebay #integrazioneecommerce #multicanalità #vendereonline #gestionale #logistica #strategiecommerciali #digitalretail #espansioneonline

    Integrare il mio e-commerce con Amazon ed eBay: cosa ho imparato davvero sul campo Quando ho deciso di espandere il mio e-commerce integrandolo con marketplace come Amazon ed eBay, sapevo che avrei aperto nuove porte. Quello che non sapevo è quanto questi canali potessero cambiare le regole del gioco. Oggi, dopo mesi di lavoro (e qualche grattacapo), posso dire che l’integrazione con i marketplace è stata una delle scelte più strategiche che abbia fatto. Marketplace: opportunità o minaccia? All’inizio temevo che vendere su Amazon o eBay potesse cannibalizzare le vendite sul mio sito. Invece, si è rivelata una leva di visibilità incredibile. Sono entrato in contatto con clienti che non avrebbero mai trovato il mio brand altrimenti. Cosa significa davvero "integrare"? Non si tratta solo di caricare i prodotti. Integrare un e-commerce con i marketplace significa: -Sincronizzare il catalogo in tempo reale Prezzi, descrizioni, disponibilità: tutto deve essere allineato. Uso un gestionale centralizzato per evitare errori di stock o incongruenze. -Gestire ordini da più canali in un’unica dashboard Ricevo gli ordini Amazon, eBay e del mio sito direttamente nella stessa interfaccia. Risparmio tempo, evito confusione. -Automatizzare spedizioni e fatturazione Con le giuste integrazioni (tipo MWS per Amazon o API eBay), riesco a velocizzare l’evasione ordini e a inviare automaticamente tracking e documenti fiscali. -Adattare le schede prodotto Le logiche di presentazione sono diverse: su Amazon, le parole chiave contano tantissimo; su eBay, il prezzo e le condizioni fanno la differenza. Ho imparato a personalizzare. Vantaggi che ho visto con i miei occhi -Aumento del volume di vendite del 35% in 6 mesi -Espansione verso mercati esteri senza investimenti pubblicitari iniziali -Brand awareness più forte anche tra chi poi è tornato ad acquistare direttamente sul mio sito Cosa consiglio a chi sta per iniziare 1. Non improvvisare: usa strumenti affidabili per la sincronizzazione (es. ChannelAdvisor, ShoppingFeed, Lengow). 2. Studia le regole di ogni marketplace: ogni piattaforma ha le sue politiche su resi, recensioni, e logistica. 3. Occhio ai margini: le commissioni esistono, e bisogna calcolarle per non lavorare in perdita. Integrare il mio e-commerce con i marketplace è stato un investimento in tempo, studio e strumenti. Ma oggi raccolgo i frutti: più ordini, più clienti, più visibilità. E non ho intenzione di fermarmi. #ecommerce #marketplace #amazon #ebay #integrazioneecommerce #multicanalità #vendereonline #gestionale #logistica #strategiecommerciali #digitalretail #espansioneonline
    0 Commenti 0 Condivisioni 289 Viste 0 Recensioni
  • Tecniche di negoziazione efficace per chi fa business

    Nel nostro lavoro quotidiano come imprenditori, professionisti e gestori di microimprese, ci troviamo spesso a dover negoziare: con clienti, fornitori, collaboratori, banche, partner commerciali. Saper condurre una trattativa in modo efficace può fare la differenza tra una semplice occasione e una vera opportunità di crescita.
    Negoziare non è solo questione di istinto o carisma: è una competenza strategica, che si può (e si deve) allenare. Ecco perché oggi vogliamo condividere con voi alcune delle tecniche di negoziazione più efficaci che abbiamo sperimentato e studiato nel tempo.

    Cosa significa negoziare bene
    Per noi, una negoziazione efficace non si limita a “spuntare il prezzo migliore”, ma punta a:
    -Creare valore per entrambe le parti
    -Costruire relazioni di fiducia e lungo termine
    -Evitare conflitti futuri attraverso accordi chiari
    -Raggiungere obiettivi economici e strategici sostenibili

    Le 6 tecniche di negoziazione che utilizziamo (e consigliamo)
    1. Preparazione accurata
    La fase più importante avviene prima della negoziazione. Prepararsi significa:
    -Definire obiettivi chiari
    -Conoscere l’interlocutore (bisogni, margini, interessi)
    -Stabilire i propri limiti e il margine di flessibilità
    -Anticipare le possibili obiezioni
    “Chi fallisce nella preparazione, si prepara al fallimento.” – lo teniamo sempre a mente.

    2. Ascolto attivo
    Spesso pensiamo che negoziare significhi convincere. In realtà, il vero punto di forza è ascoltare. L’ascolto attivo ci permette di:
    -Comprendere i reali interessi dell’altra parte
    -Trovare punti di contatto
    -Dimostrare empatia e apertura
    Più ascoltiamo, più informazioni otteniamo — e più forza abbiamo al tavolo della trattativa.

    3. Creare alternative (BATNA)
    Conoscere la propria BATNA (Best Alternative to a Negotiated Agreement, ovvero la miglior alternativa possibile se la trattativa fallisce) ci dà potere negoziale.
    Se abbiamo delle valide alternative, possiamo negoziare da una posizione più solida. Se non le abbiamo, dobbiamo costruirle prima di sederci al tavolo.

    4. Comunicare con chiarezza e assertività
    Durante la trattativa, dobbiamo essere:
    -Chiari su ciò che vogliamo
    -Assertivi, senza essere aggressivi
    -Flessibili, ma coerenti con i nostri valori e obiettivi
    Un linguaggio semplice, diretto e professionale riduce malintesi e accelera la chiusura degli accordi.

    5. Gestire i silenzi (e il tempo)
    Il silenzio è uno strumento potente. Dopo una proposta o una controproposta, fermarci e lasciare che l’altra parte rifletta può:
    -Creare un momento di pressione positiva
    -Evitare di parlare troppo e rivelare troppo
    -Lasciare spazio all’interlocutore per fare un passo
    Anche la gestione del tempo è fondamentale: una trattativa frettolosa è quasi sempre una cattiva trattativa.

    6. Chiudere con chiarezza
    Una buona negoziazione si chiude solo quando:
    -Tutti i termini sono chiari (prezzo, tempi, modalità di pagamento, responsabilità)
    -Le parti hanno confermato per iscritto gli accordi
    -Sono previsti eventuali meccanismi di revisione o uscita (in caso di imprevisti)
    Meglio perdere dieci minuti a chiarire un dettaglio oggi, che perdere un cliente domani per una clausola ambigua.

    Negoziare è creare valore
    In fin dei conti, negoziare bene significa creare valore per tutti. Non è una guerra da vincere, ma una relazione da costruire. Una trattativa ben gestita rafforza la reputazione, apre nuove collaborazioni e ci aiuta a crescere come professionisti.

    Noi di Impresa.biz crediamo che la negoziazione sia una delle competenze chiave per ogni imprenditore moderno. Per questo la studiamo, la pratichiamo e la miglioriamo ogni giorno.

    #Negoziazione #BusinessTips #Imprenditori #SoftSkills #Comunicazione #PMI #Microimprese #Trattative #Vendite #StrategieCommerciali #AscoltoAttivo #BATNA #CrescitaProfessionale
    Tecniche di negoziazione efficace per chi fa business Nel nostro lavoro quotidiano come imprenditori, professionisti e gestori di microimprese, ci troviamo spesso a dover negoziare: con clienti, fornitori, collaboratori, banche, partner commerciali. Saper condurre una trattativa in modo efficace può fare la differenza tra una semplice occasione e una vera opportunità di crescita. Negoziare non è solo questione di istinto o carisma: è una competenza strategica, che si può (e si deve) allenare. Ecco perché oggi vogliamo condividere con voi alcune delle tecniche di negoziazione più efficaci che abbiamo sperimentato e studiato nel tempo. 🎯 Cosa significa negoziare bene Per noi, una negoziazione efficace non si limita a “spuntare il prezzo migliore”, ma punta a: -Creare valore per entrambe le parti -Costruire relazioni di fiducia e lungo termine -Evitare conflitti futuri attraverso accordi chiari -Raggiungere obiettivi economici e strategici sostenibili 🧠 Le 6 tecniche di negoziazione che utilizziamo (e consigliamo) 1. Preparazione accurata La fase più importante avviene prima della negoziazione. Prepararsi significa: -Definire obiettivi chiari -Conoscere l’interlocutore (bisogni, margini, interessi) -Stabilire i propri limiti e il margine di flessibilità -Anticipare le possibili obiezioni “Chi fallisce nella preparazione, si prepara al fallimento.” – lo teniamo sempre a mente. 2. Ascolto attivo Spesso pensiamo che negoziare significhi convincere. In realtà, il vero punto di forza è ascoltare. L’ascolto attivo ci permette di: -Comprendere i reali interessi dell’altra parte -Trovare punti di contatto -Dimostrare empatia e apertura Più ascoltiamo, più informazioni otteniamo — e più forza abbiamo al tavolo della trattativa. 3. Creare alternative (BATNA) Conoscere la propria BATNA (Best Alternative to a Negotiated Agreement, ovvero la miglior alternativa possibile se la trattativa fallisce) ci dà potere negoziale. Se abbiamo delle valide alternative, possiamo negoziare da una posizione più solida. Se non le abbiamo, dobbiamo costruirle prima di sederci al tavolo. 4. Comunicare con chiarezza e assertività Durante la trattativa, dobbiamo essere: -Chiari su ciò che vogliamo -Assertivi, senza essere aggressivi -Flessibili, ma coerenti con i nostri valori e obiettivi Un linguaggio semplice, diretto e professionale riduce malintesi e accelera la chiusura degli accordi. 5. Gestire i silenzi (e il tempo) Il silenzio è uno strumento potente. Dopo una proposta o una controproposta, fermarci e lasciare che l’altra parte rifletta può: -Creare un momento di pressione positiva -Evitare di parlare troppo e rivelare troppo -Lasciare spazio all’interlocutore per fare un passo Anche la gestione del tempo è fondamentale: una trattativa frettolosa è quasi sempre una cattiva trattativa. 6. Chiudere con chiarezza Una buona negoziazione si chiude solo quando: -Tutti i termini sono chiari (prezzo, tempi, modalità di pagamento, responsabilità) -Le parti hanno confermato per iscritto gli accordi -Sono previsti eventuali meccanismi di revisione o uscita (in caso di imprevisti) Meglio perdere dieci minuti a chiarire un dettaglio oggi, che perdere un cliente domani per una clausola ambigua. 🤝 Negoziare è creare valore In fin dei conti, negoziare bene significa creare valore per tutti. Non è una guerra da vincere, ma una relazione da costruire. Una trattativa ben gestita rafforza la reputazione, apre nuove collaborazioni e ci aiuta a crescere come professionisti. Noi di Impresa.biz crediamo che la negoziazione sia una delle competenze chiave per ogni imprenditore moderno. Per questo la studiamo, la pratichiamo e la miglioriamo ogni giorno. #Negoziazione #BusinessTips #Imprenditori #SoftSkills #Comunicazione #PMI #Microimprese #Trattative #Vendite #StrategieCommerciali #AscoltoAttivo #BATNA #CrescitaProfessionale
    0 Commenti 0 Condivisioni 334 Viste 0 Recensioni
Sponsorizzato
adv cerca