• Discipline imprenditoriali che ogni influencer dovrebbe conoscere

    Quando ho iniziato come influencer, pensavo che bastasse creare contenuti belli e originali per avere successo.
    Col tempo, però, ho capito che il mondo dell’influencer marketing non è solo creatività e spontaneità: è imprenditoria a tutti gli effetti.

    Per far crescere davvero il proprio brand e trasformare la passione in lavoro stabile, ogni influencer — me compresa — deve conoscere alcune discipline imprenditoriali fondamentali.

    Ecco le 5 che, secondo me, fanno la differenza.

    1. Marketing e personal branding
    Non basta avere follower, serve farsi riconoscere per un valore specifico.
    Ho imparato a costruire una narrazione coerente, a definire il mio target e a comunicare in modo efficace la mia unicità.
    Il personal branding è la base per differenziarsi in un mercato affollato.

    2. Gestione finanziaria
    Essere influencer significa anche saper gestire entrate variabili, fatturare, pagare tasse e investire nel proprio business.
    Ho dovuto imparare a fare un budget, tenere traccia delle collaborazioni, e mettere da parte per i periodi meno ricchi.
    La solidità economica è essenziale per durare nel tempo.

    3. Negoziazione e contrattualistica
    Collaborare con brand richiede capire i propri diritti, definire bene gli accordi e saper negoziare.
    Inizialmente accettavo offerte senza riflettere, oggi so chiedere ciò che merito e tutelarmi legalmente.
    Un influencer imprenditore conosce il valore del proprio lavoro e lo protegge.

    4. Pianificazione strategica
    Creare contenuti senza un piano è come navigare senza bussola.
    Ho imparato a fissare obiettivi chiari, programmare campagne, monitorare risultati e adattare la strategia.
    Solo così si cresce in modo sostenibile, senza disperdere energie.

    5. Leadership e gestione del tempo
    Anche se lavoro da sola, sono a tutti gli effetti una piccola impresa.
    Ho dovuto sviluppare disciplina, organizzazione e la capacità di prendere decisioni rapide e consapevoli.
    Saper dire “no” quando serve e delegare attività (anche se all’inizio sembra difficile) è fondamentale.

    Essere influencer oggi significa essere imprenditori di se stessi.
    Conoscere queste discipline non toglie creatività o spontaneità, ma dà struttura e forza al proprio progetto.
    Se vuoi davvero costruire un brand solido e duraturo, ti consiglio di approcciarti a queste competenze con curiosità e serietà.

    #ImprenditoriaDigitale #InfluencerMarketing #PersonalBranding #GestioneFinanziaria #Leadership #ImpresaBiz
    Discipline imprenditoriali che ogni influencer dovrebbe conoscere 💼✨ Quando ho iniziato come influencer, pensavo che bastasse creare contenuti belli e originali per avere successo. Col tempo, però, ho capito che il mondo dell’influencer marketing non è solo creatività e spontaneità: è imprenditoria a tutti gli effetti. Per far crescere davvero il proprio brand e trasformare la passione in lavoro stabile, ogni influencer — me compresa — deve conoscere alcune discipline imprenditoriali fondamentali. Ecco le 5 che, secondo me, fanno la differenza. 1. Marketing e personal branding 📣 Non basta avere follower, serve farsi riconoscere per un valore specifico. Ho imparato a costruire una narrazione coerente, a definire il mio target e a comunicare in modo efficace la mia unicità. Il personal branding è la base per differenziarsi in un mercato affollato. 2. Gestione finanziaria 💰 Essere influencer significa anche saper gestire entrate variabili, fatturare, pagare tasse e investire nel proprio business. Ho dovuto imparare a fare un budget, tenere traccia delle collaborazioni, e mettere da parte per i periodi meno ricchi. La solidità economica è essenziale per durare nel tempo. 3. Negoziazione e contrattualistica 🤝 Collaborare con brand richiede capire i propri diritti, definire bene gli accordi e saper negoziare. Inizialmente accettavo offerte senza riflettere, oggi so chiedere ciò che merito e tutelarmi legalmente. Un influencer imprenditore conosce il valore del proprio lavoro e lo protegge. 4. Pianificazione strategica 📅 Creare contenuti senza un piano è come navigare senza bussola. Ho imparato a fissare obiettivi chiari, programmare campagne, monitorare risultati e adattare la strategia. Solo così si cresce in modo sostenibile, senza disperdere energie. 5. Leadership e gestione del tempo ⏳ Anche se lavoro da sola, sono a tutti gli effetti una piccola impresa. Ho dovuto sviluppare disciplina, organizzazione e la capacità di prendere decisioni rapide e consapevoli. Saper dire “no” quando serve e delegare attività (anche se all’inizio sembra difficile) è fondamentale. Essere influencer oggi significa essere imprenditori di se stessi. Conoscere queste discipline non toglie creatività o spontaneità, ma dà struttura e forza al proprio progetto. Se vuoi davvero costruire un brand solido e duraturo, ti consiglio di approcciarti a queste competenze con curiosità e serietà. #ImprenditoriaDigitale #InfluencerMarketing #PersonalBranding #GestioneFinanziaria #Leadership #ImpresaBiz
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  • Influencer non vuol dire superficiale: ecco cosa c’è dietro una carriera online

    Quando ho iniziato a lavorare come influencer, non sapevo esattamente a cosa stessi andando incontro. Pensavo che si trattasse di “comunicare online”, di condividere contenuti interessanti, magari anche belli da vedere. In parte è così. Ma negli anni ho scoperto che dietro quella che molti ancora considerano una professione frivola, c’è una vera e propria impresa .

    Essere influencer oggi non significa semplicemente avere un profilo seguito o pubblicare foto esteticamente curate. Significa gestire un business personale a tutti gli effetti .

    Ogni giorno mi occupo di:
    -produzione contenuti
    -scrittura
    -analisi dei dati
    -pianificazione editoriale
    -negoziazione con brand
    -gestione contrattuale
    -budgeting
    -comunicazione multicanale
    La mia giornata è fatta di brainstorming, shooting, call, revisione di report, editing e spesso anche customer care — perché la community è un capitale da coltivare, ascoltare, proteggere .

    Ho dovuto imparare strumenti di digital marketing, social media strategy, SEO, ma anche project management e contabilità. Non esiste una divisione tra lavoro creativo e lavoro operativo: tutto va fatto, spesso in autonomia o con un piccolo team da coordinare .

    Lavorare online vuol dire anche gestire:
    -l’instabilità del mercato digitale
    -i cambiamenti degli algoritmi
    -la concorrenza crescente
    -la pressione della performance costante
    Chi lavora come influencer sa che il risultato non si misura solo in “like” , ma in engagement reale, in conversioni, in crescita credibile del proprio brand.

    E poi c’è l’autenticità — quel valore che oggi le aziende cercano più che mai . Non basta promuovere un prodotto: bisogna farlo in modo etico, coerente, rispettando se stessi e chi ti segue. Perché oggi la fiducia è la valuta più preziosa del mercato digitale .

    Sì, faccio l’influencer.
    Ma soprattutto sono un’imprenditrice digitale.
    Il mio lavoro non è superficiale: è strutturato, pianificato, misurabile.
    È il frutto di competenze costruite giorno dopo giorno, con studio, impegno e tanta passione .

    #ImprenditoriaDigitale #InfluencerMarketing #PersonalBranding #BusinessOnline #StrategiaDigitale #ContentMarketing #ImpresaBiz
    Influencer non vuol dire superficiale: ecco cosa c’è dietro una carriera online 💼📲 Quando ho iniziato a lavorare come influencer, non sapevo esattamente a cosa stessi andando incontro. Pensavo che si trattasse di “comunicare online”, di condividere contenuti interessanti, magari anche belli da vedere. In parte è così. Ma negli anni ho scoperto che dietro quella che molti ancora considerano una professione frivola, c’è una vera e propria impresa 🏢. Essere influencer oggi non significa semplicemente avere un profilo seguito o pubblicare foto esteticamente curate. Significa gestire un business personale a tutti gli effetti 📈. Ogni giorno mi occupo di: -produzione contenuti 🎥 -scrittura ✍️ -analisi dei dati 📊 -pianificazione editoriale 🗓️ -negoziazione con brand 🤝 -gestione contrattuale 📃 -budgeting 💸 -comunicazione multicanale 🌐 La mia giornata è fatta di brainstorming, shooting, call, revisione di report, editing e spesso anche customer care — perché la community è un capitale da coltivare, ascoltare, proteggere 🌱💬. Ho dovuto imparare strumenti di digital marketing, social media strategy, SEO, ma anche project management e contabilità. Non esiste una divisione tra lavoro creativo e lavoro operativo: tutto va fatto, spesso in autonomia o con un piccolo team da coordinare 👩‍💻👨‍💻. Lavorare online vuol dire anche gestire: -l’instabilità del mercato digitale ⚡ -i cambiamenti degli algoritmi 🔄 -la concorrenza crescente 📣 -la pressione della performance costante ⏱️ Chi lavora come influencer sa che il risultato non si misura solo in “like” ❤️, ma in engagement reale, in conversioni, in crescita credibile del proprio brand. E poi c’è l’autenticità — quel valore che oggi le aziende cercano più che mai 🌟. Non basta promuovere un prodotto: bisogna farlo in modo etico, coerente, rispettando se stessi e chi ti segue. Perché oggi la fiducia è la valuta più preziosa del mercato digitale 💬🔐. Sì, faccio l’influencer. Ma soprattutto sono un’imprenditrice digitale. Il mio lavoro non è superficiale: è strutturato, pianificato, misurabile. È il frutto di competenze costruite giorno dopo giorno, con studio, impegno e tanta passione 📚🔥. #ImprenditoriaDigitale 🚀 #InfluencerMarketing 📱 #PersonalBranding 💼 #BusinessOnline 🌍 #StrategiaDigitale 🧠 #ContentMarketing 🎯 #ImpresaBiz
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  • Focus Emirati Arabi: opportunità e sfide per le aziende italiane

    Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano da anni una delle destinazioni più dinamiche per il business internazionale. Noi di Impresa.biz seguiamo con attenzione l’evoluzione di questo mercato strategico, in cui le imprese italiane – in particolare le PMI – possono trovare un terreno fertile per espandersi, innovare e creare valore.

    Perché puntare sugli Emirati nel 2025?
    Posizione strategica: gateway tra Asia, Africa ed Europa, con infrastrutture logistiche tra le più avanzate al mondo.
    Economia diversificata: non più solo petrolio. Settori come turismo, edilizia sostenibile, smart cities, fintech e healthcare sono in forte espansione.
    Alto potere d’acquisto e domanda crescente per prodotti premium, di design e tecnologicamente avanzati: il made in Italy è percepito come garanzia di eccellenza.
    Iniziative governative pro-business, come le free zones (zone franche), che permettono la proprietà al 100% da parte di stranieri e agevolazioni fiscali.

    Le opportunità settoriali per le PMI italiane
    Arredo e design: grandi progetti immobiliari, hotel di lusso e residenze di fascia alta richiedono soluzioni su misura e materiali di qualità.

    Food & beverage: crescente interesse per il cibo italiano autentico, soprattutto nel segmento gourmet e biologico.

    Tecnologie green e smart building: gli Emirati puntano alla sostenibilità, con piani ambiziosi come "Net Zero 2050" e città intelligenti come Masdar City.

    Moda e accessori: l’Italian style continua ad affascinare i consumatori locali e gli expat con alta capacità di spesa.

    Formazione e consulenza: know-how italiano nel settore tecnico, manifatturiero e artigianale richiesto per progetti di formazione professionale.

    Le sfide da non sottovalutare
    Contesto culturale e normativo diverso: serve comprensione profonda delle dinamiche locali, dei tempi decisionali e delle modalità di negoziazione.
    Concorrenza internazionale molto forte: Francia, Germania e Corea del Sud investono massicciamente in presenza locale e relazioni istituzionali.
    Necessità di presidio diretto: affidarsi a distributori non basta più. Serve valutare una presenza fisica, partecipazione a fiere di settore, o la creazione di una sede locale.
    Adeguamento certificazioni e standard: il mercato richiede requisiti specifici in ambito sanitario, alimentare e tecnico, diversi da quelli europei.

    Il nostro consiglio
    Prepararsi con cura è fondamentale. Per avere successo negli Emirati, le PMI italiane devono investire in:
    -analisi di mercato personalizzata,
    -relazioni locali forti (partner, agenti, consulenti),
    -presenza digitale in lingua inglese e arabo,
    -partecipazione a eventi fieristici come Gulfood, The Big 5, Arab Health.

    Noi di Impresa.biz crediamo che gli Emirati Arabi rappresentino una delle rotte più promettenti per l’export italiano nel 2025. Ma come ogni viaggio ambizioso, richiede visione strategica, adattamento e perseveranza.

    Se vuoi ricevere un dossier gratuito o partecipare a una nostra webinar mission dedicata agli EAU, contattaci o iscriviti alla nostra newsletter.

    #PMIitaliane #Internazionalizzazione #EmiratiArabi #Export2025 #MadeInItaly #DubaiBusiness #OpportunitàEstero #Impresabiz

    Focus Emirati Arabi: opportunità e sfide per le aziende italiane Gli Emirati Arabi Uniti rappresentano da anni una delle destinazioni più dinamiche per il business internazionale. Noi di Impresa.biz seguiamo con attenzione l’evoluzione di questo mercato strategico, in cui le imprese italiane – in particolare le PMI – possono trovare un terreno fertile per espandersi, innovare e creare valore. Perché puntare sugli Emirati nel 2025? 📌 Posizione strategica: gateway tra Asia, Africa ed Europa, con infrastrutture logistiche tra le più avanzate al mondo. 📌 Economia diversificata: non più solo petrolio. Settori come turismo, edilizia sostenibile, smart cities, fintech e healthcare sono in forte espansione. 📌 Alto potere d’acquisto e domanda crescente per prodotti premium, di design e tecnologicamente avanzati: il made in Italy è percepito come garanzia di eccellenza. 📌 Iniziative governative pro-business, come le free zones (zone franche), che permettono la proprietà al 100% da parte di stranieri e agevolazioni fiscali. Le opportunità settoriali per le PMI italiane 🎯 Arredo e design: grandi progetti immobiliari, hotel di lusso e residenze di fascia alta richiedono soluzioni su misura e materiali di qualità. 🎯 Food & beverage: crescente interesse per il cibo italiano autentico, soprattutto nel segmento gourmet e biologico. 🎯 Tecnologie green e smart building: gli Emirati puntano alla sostenibilità, con piani ambiziosi come "Net Zero 2050" e città intelligenti come Masdar City. 🎯 Moda e accessori: l’Italian style continua ad affascinare i consumatori locali e gli expat con alta capacità di spesa. 🎯 Formazione e consulenza: know-how italiano nel settore tecnico, manifatturiero e artigianale richiesto per progetti di formazione professionale. Le sfide da non sottovalutare 🔸 Contesto culturale e normativo diverso: serve comprensione profonda delle dinamiche locali, dei tempi decisionali e delle modalità di negoziazione. 🔸 Concorrenza internazionale molto forte: Francia, Germania e Corea del Sud investono massicciamente in presenza locale e relazioni istituzionali. 🔸 Necessità di presidio diretto: affidarsi a distributori non basta più. Serve valutare una presenza fisica, partecipazione a fiere di settore, o la creazione di una sede locale. 🔸 Adeguamento certificazioni e standard: il mercato richiede requisiti specifici in ambito sanitario, alimentare e tecnico, diversi da quelli europei. Il nostro consiglio Prepararsi con cura è fondamentale. Per avere successo negli Emirati, le PMI italiane devono investire in: -analisi di mercato personalizzata, -relazioni locali forti (partner, agenti, consulenti), -presenza digitale in lingua inglese e arabo, -partecipazione a eventi fieristici come Gulfood, The Big 5, Arab Health. Noi di Impresa.biz crediamo che gli Emirati Arabi rappresentino una delle rotte più promettenti per l’export italiano nel 2025. Ma come ogni viaggio ambizioso, richiede visione strategica, adattamento e perseveranza. 📲 Se vuoi ricevere un dossier gratuito o partecipare a una nostra webinar mission dedicata agli EAU, contattaci o iscriviti alla nostra newsletter. 🌍 #PMIitaliane #Internazionalizzazione #EmiratiArabi #Export2025 #MadeInItaly #DubaiBusiness #OpportunitàEstero #Impresabiz
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  • Rinegoziazione del debito: strategie per uscire dai debiti in modo sostenibile

    Noi di impresa.biz sappiamo quanto può essere difficile trovarsi in una situazione di debito che sembra insostenibile. La buona notizia è che esistono strategie efficaci per rinegoziare i debiti e ritrovare un equilibrio finanziario senza mettere a rischio la propria serenità. In questo articolo vogliamo condividere con voi le migliori pratiche per affrontare questa sfida con consapevolezza e responsabilità.

    Cos’è la rinegoziazione del debito
    La rinegoziazione del debito consiste nel rivedere le condizioni di un finanziamento esistente per ottenere termini più favorevoli, come una riduzione dei tassi d’interesse, l’allungamento della durata o una modifica delle modalità di pagamento. L’obiettivo è rendere più sostenibile il piano di rimborso, evitando così il rischio di insolvenza.

    Strategie per una rinegoziazione efficace
    1. Analisi approfondita della situazione debitoria
    Prima di tutto, consigliamo di fare un quadro chiaro di tutti i debiti in corso: importi, tassi, scadenze e condizioni. Solo conoscendo esattamente il proprio debito si può iniziare a pianificare una rinegoziazione efficace.
    2. Contattare i creditori con trasparenza
    Noi di impresa.biz crediamo che la comunicazione aperta e sincera con i creditori sia fondamentale. Spiegare la propria situazione e chiedere la revisione delle condizioni può portare a soluzioni vantaggiose per entrambe le parti.
    3. Valutare la possibilità di consolidare i debiti
    Consolidare più debiti in un unico prestito con condizioni migliori può semplificare la gestione e abbassare le rate mensili. È una strategia da considerare se si riesce a trovare un finanziamento con tassi più bassi.
    4. Sfruttare la consulenza di esperti
    Affidarsi a un consulente finanziario o a un esperto in gestione del debito può fare la differenza. Noi di impresa.biz offriamo supporto per individuare le soluzioni più adatte al caso specifico.

    Quando conviene rinegoziare il debito
    La rinegoziazione è consigliata quando:
    -Le rate attuali sono troppo alte rispetto alle proprie capacità di rimborso.
    -Si rischia di incorrere in ritardi o insolvenze.
    -Le condizioni di mercato permettono di ottenere tassi più bassi.
    -Si vuole evitare procedure legali o situazioni di sofferenza creditizia.

    Il nostro consiglio finale
    Uscire dai debiti in modo sostenibile è possibile se si agisce con consapevolezza e pianificazione. Noi di impresa.biz vi incoraggiamo a prendere in mano la situazione, a valutare tutte le opzioni e a non esitare a chiedere aiuto quando serve. La rinegoziazione del debito non è un fallimento, ma un passo intelligente verso il benessere finanziario.

    #RinegoziazioneDebiti #GestioneDebiti #FinanzaResponsabile #ImpresaBiz #ConsulenzaFinanziaria #UscireDaiDebiti

    Rinegoziazione del debito: strategie per uscire dai debiti in modo sostenibile Noi di impresa.biz sappiamo quanto può essere difficile trovarsi in una situazione di debito che sembra insostenibile. La buona notizia è che esistono strategie efficaci per rinegoziare i debiti e ritrovare un equilibrio finanziario senza mettere a rischio la propria serenità. In questo articolo vogliamo condividere con voi le migliori pratiche per affrontare questa sfida con consapevolezza e responsabilità. Cos’è la rinegoziazione del debito La rinegoziazione del debito consiste nel rivedere le condizioni di un finanziamento esistente per ottenere termini più favorevoli, come una riduzione dei tassi d’interesse, l’allungamento della durata o una modifica delle modalità di pagamento. L’obiettivo è rendere più sostenibile il piano di rimborso, evitando così il rischio di insolvenza. Strategie per una rinegoziazione efficace 1. Analisi approfondita della situazione debitoria Prima di tutto, consigliamo di fare un quadro chiaro di tutti i debiti in corso: importi, tassi, scadenze e condizioni. Solo conoscendo esattamente il proprio debito si può iniziare a pianificare una rinegoziazione efficace. 2. Contattare i creditori con trasparenza Noi di impresa.biz crediamo che la comunicazione aperta e sincera con i creditori sia fondamentale. Spiegare la propria situazione e chiedere la revisione delle condizioni può portare a soluzioni vantaggiose per entrambe le parti. 3. Valutare la possibilità di consolidare i debiti Consolidare più debiti in un unico prestito con condizioni migliori può semplificare la gestione e abbassare le rate mensili. È una strategia da considerare se si riesce a trovare un finanziamento con tassi più bassi. 4. Sfruttare la consulenza di esperti Affidarsi a un consulente finanziario o a un esperto in gestione del debito può fare la differenza. Noi di impresa.biz offriamo supporto per individuare le soluzioni più adatte al caso specifico. Quando conviene rinegoziare il debito La rinegoziazione è consigliata quando: -Le rate attuali sono troppo alte rispetto alle proprie capacità di rimborso. -Si rischia di incorrere in ritardi o insolvenze. -Le condizioni di mercato permettono di ottenere tassi più bassi. -Si vuole evitare procedure legali o situazioni di sofferenza creditizia. Il nostro consiglio finale Uscire dai debiti in modo sostenibile è possibile se si agisce con consapevolezza e pianificazione. Noi di impresa.biz vi incoraggiamo a prendere in mano la situazione, a valutare tutte le opzioni e a non esitare a chiedere aiuto quando serve. La rinegoziazione del debito non è un fallimento, ma un passo intelligente verso il benessere finanziario. #RinegoziazioneDebiti #GestioneDebiti #FinanzaResponsabile #ImpresaBiz #ConsulenzaFinanziaria #UscireDaiDebiti
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  • Contratti Internazionali: Cosa Sapere Prima di Firmare

    Noi di impresa.biz sappiamo bene che quando si parla di internazionalizzazione, i contratti internazionali rappresentano una tappa cruciale.
    Firmare un accordo con partner esteri può aprire grandi opportunità, ma anche nascondere insidie se non si conoscono bene le regole e le clausole fondamentali.
    In questo articolo vogliamo condividere con te le principali cose da sapere prima di firmare un contratto internazionale, per proteggere il tuo business e costruire collaborazioni solide e durature.

    1. Conoscere la normativa applicabile
    È fondamentale capire quale legge regola il contratto: quella italiana, quella del paese del partner o una normativa internazionale.
    Questa scelta incide sulla risoluzione di eventuali controversie e sui diritti delle parti.

    2. Definire chiaramente diritti e doveri
    Un buon contratto deve specificare con precisione quali sono le responsabilità, le consegne, le tempistiche e i livelli di qualità attesi da entrambe le parti.

    3. Clausole di pagamento e valute
    Bisogna stabilire modalità, tempi e valute di pagamento, considerando anche le eventuali fluttuazioni del cambio che possono influenzare il valore finale.

    4. Gestione delle controversie
    È importante prevedere un metodo per risolvere i conflitti, come mediazione o arbitrato, e scegliere la sede competente per eventuali cause legali.

    5. Proprietà intellettuale e riservatezza
    Se il contratto riguarda prodotti innovativi o know-how, è essenziale tutelare la proprietà intellettuale e prevedere clausole di riservatezza per proteggere le informazioni sensibili.

    6. Durata e condizioni di recesso
    Il contratto deve indicare la durata, le condizioni per il rinnovo e le modalità con cui una delle parti può recedere dall’accordo.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona conoscenza dei contratti internazionali sia indispensabile per evitare rischi e incomprensioni.
    Per questo consigliamo sempre di affidarsi a professionisti esperti e di dedicare tempo alla negoziazione, perché un contratto ben fatto è la base di un successo duraturo all’estero.

    Se vuoi approfondire gli aspetti legali dell’internazionalizzazione o hai bisogno di assistenza nella redazione dei tuoi contratti, siamo qui per aiutarti.

    #ContrattiInternazionali #Internazionalizzazione #Export #BusinessGlobale #LeggeCommerciale #ImpresaBiz #PMI #AccordiInternazionali #StrategiaDiMercato

    Contratti Internazionali: Cosa Sapere Prima di Firmare Noi di impresa.biz sappiamo bene che quando si parla di internazionalizzazione, i contratti internazionali rappresentano una tappa cruciale. Firmare un accordo con partner esteri può aprire grandi opportunità, ma anche nascondere insidie se non si conoscono bene le regole e le clausole fondamentali. In questo articolo vogliamo condividere con te le principali cose da sapere prima di firmare un contratto internazionale, per proteggere il tuo business e costruire collaborazioni solide e durature. 1. Conoscere la normativa applicabile È fondamentale capire quale legge regola il contratto: quella italiana, quella del paese del partner o una normativa internazionale. Questa scelta incide sulla risoluzione di eventuali controversie e sui diritti delle parti. 2. Definire chiaramente diritti e doveri Un buon contratto deve specificare con precisione quali sono le responsabilità, le consegne, le tempistiche e i livelli di qualità attesi da entrambe le parti. 3. Clausole di pagamento e valute Bisogna stabilire modalità, tempi e valute di pagamento, considerando anche le eventuali fluttuazioni del cambio che possono influenzare il valore finale. 4. Gestione delle controversie È importante prevedere un metodo per risolvere i conflitti, come mediazione o arbitrato, e scegliere la sede competente per eventuali cause legali. 5. Proprietà intellettuale e riservatezza Se il contratto riguarda prodotti innovativi o know-how, è essenziale tutelare la proprietà intellettuale e prevedere clausole di riservatezza per proteggere le informazioni sensibili. 6. Durata e condizioni di recesso Il contratto deve indicare la durata, le condizioni per il rinnovo e le modalità con cui una delle parti può recedere dall’accordo. Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona conoscenza dei contratti internazionali sia indispensabile per evitare rischi e incomprensioni. Per questo consigliamo sempre di affidarsi a professionisti esperti e di dedicare tempo alla negoziazione, perché un contratto ben fatto è la base di un successo duraturo all’estero. Se vuoi approfondire gli aspetti legali dell’internazionalizzazione o hai bisogno di assistenza nella redazione dei tuoi contratti, siamo qui per aiutarti. #ContrattiInternazionali #Internazionalizzazione #Export #BusinessGlobale #LeggeCommerciale #ImpresaBiz #PMI #AccordiInternazionali #StrategiaDiMercato
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  • Ciclo monetario operativo: come ridurlo per liberare liquidità

    In impresa.biz ci occupiamo ogni giorno di aiutare le imprese a migliorare la propria posizione finanziaria. Uno degli strumenti più efficaci (e spesso trascurati) per liberare liquidità senza nuovi finanziamenti è l’ottimizzazione del ciclo monetario operativo.

    Capire e ridurre questo ciclo significa trasformare prima il fatturato in cassa, evitando tensioni finanziarie e migliorando l’autonomia aziendale.

    Cos’è il ciclo monetario operativo?
    Il ciclo monetario operativo misura quanto tempo passa tra il pagamento dei fornitori e l’incasso dai clienti. In altre parole: per quanti giorni l’azienda ha dei soldi immobilizzati nel processo operativo.

    Si calcola così:
    Ciclo monetario = DSO + DIO - DPO
    -DSO (Days Sales Outstanding) = giorni medi di incasso clienti
    -DIO (Days Inventory Outstanding) = giorni medi di permanenza delle scorte
    -DPO (Days Payable Outstanding) = giorni medi di pagamento ai fornitori
    Più il ciclo è lungo, più l’azienda deve finanziare il capitale circolante.
    Più è corto, più rapidamente la cassa si rigenera.

    Perché è importante ridurlo?
    Un ciclo monetario troppo lungo blocca liquidità, costringe a chiedere credito e espone al rischio di crisi di cassa.

    Riducendolo si ottengono vantaggi immediati:
    -Maggiore liquidità disponibile
    -Minore dipendenza da finanziamenti esterni
    -Maggiore capacità di investimento e autonomia finanziaria
    -Miglioramento della solidità aziendale percepita da banche e investitori

    Le 5 leve per ridurre il ciclo monetario
    In impresa.biz, interveniamo su tre aree chiave:

    1. Accelerare gli incassi (ridurre il DSO)
    -Incentivare i pagamenti anticipati o a vista
    -Monitorare e segmentare il portafoglio clienti
    -Automatizzare il processo di fatturazione e sollecito
    -Introdurre strumenti di incasso digitale o factoring
    2. Ottimizzare le scorte (ridurre il DIO)
    -Analisi della rotazione per ridurre giacenze lente
    -Pianificazione acquisti basata su previsioni reali
    -Riduzione delle quantità minime d’ordine
    -Introduzione di logiche just-in-time (quando possibile)
    3. Negoziare meglio con i fornitori (aumentare il DPO)
    -Estensione dei termini di pagamento
    -Consolidamento fornitori per maggiore potere contrattuale
    -Uso di strumenti come il reverse factoring per pagare più tardi senza penalità

    Caso concreto: liberare cassa senza chiedere fidi
    Abbiamo seguito una PMI nel settore manifatturiero con un ciclo monetario di 92 giorni. Agendo su incassi (automatizzazione del credito), scorte (riduzione DIO del 15%) e fornitori (negoziazione di +15 giorni medi), il ciclo si è ridotto a 65 giorni.
    Risultato: liquidità libera per oltre 200.000 euro, senza nuovi finanziamenti.

    Come possiamo aiutarti in impresa.biz
    -Mappatura del ciclo monetario operativo
    -Calcolo DSO, DIO, DPO e comparazione settoriale
    -Piani di intervento per ridurre il capitale circolante
    -Supporto operativo per l’implementazione dei cambiamenti
    -Formazione interna per una cultura orientata alla liquidità

    Ridurre il ciclo monetario operativo è una strategia silenziosa ma potentissima per migliorare la salute finanziaria della tua impresa.
    In impresa.biz, lo consideriamo uno degli strumenti più concreti per liberare risorse e crescere in modo sostenibile.

    Contattaci per scoprire come ridurre il tuo ciclo operativo e trasformare il fatturato in cassa, più in fretta e con meno stress.

    #CicloMonetario #Liquidità #GestioneFinanziaria #ImpresaBiz #CashFlow #ControlloDiGestione #PMI #OttimizzazioneProcessi #WorkingCapital #FinanzaOperativa


    Ciclo monetario operativo: come ridurlo per liberare liquidità In impresa.biz ci occupiamo ogni giorno di aiutare le imprese a migliorare la propria posizione finanziaria. Uno degli strumenti più efficaci (e spesso trascurati) per liberare liquidità senza nuovi finanziamenti è l’ottimizzazione del ciclo monetario operativo. Capire e ridurre questo ciclo significa trasformare prima il fatturato in cassa, evitando tensioni finanziarie e migliorando l’autonomia aziendale. Cos’è il ciclo monetario operativo? Il ciclo monetario operativo misura quanto tempo passa tra il pagamento dei fornitori e l’incasso dai clienti. In altre parole: per quanti giorni l’azienda ha dei soldi immobilizzati nel processo operativo. Si calcola così: 👉 Ciclo monetario = DSO + DIO - DPO -DSO (Days Sales Outstanding) = giorni medi di incasso clienti -DIO (Days Inventory Outstanding) = giorni medi di permanenza delle scorte -DPO (Days Payable Outstanding) = giorni medi di pagamento ai fornitori Più il ciclo è lungo, più l’azienda deve finanziare il capitale circolante. Più è corto, più rapidamente la cassa si rigenera. Perché è importante ridurlo? Un ciclo monetario troppo lungo blocca liquidità, costringe a chiedere credito e espone al rischio di crisi di cassa. Riducendolo si ottengono vantaggi immediati: -Maggiore liquidità disponibile -Minore dipendenza da finanziamenti esterni -Maggiore capacità di investimento e autonomia finanziaria -Miglioramento della solidità aziendale percepita da banche e investitori Le 5 leve per ridurre il ciclo monetario In impresa.biz, interveniamo su tre aree chiave: 1. Accelerare gli incassi (ridurre il DSO) -Incentivare i pagamenti anticipati o a vista -Monitorare e segmentare il portafoglio clienti -Automatizzare il processo di fatturazione e sollecito -Introdurre strumenti di incasso digitale o factoring 2. Ottimizzare le scorte (ridurre il DIO) -Analisi della rotazione per ridurre giacenze lente -Pianificazione acquisti basata su previsioni reali -Riduzione delle quantità minime d’ordine -Introduzione di logiche just-in-time (quando possibile) 3. Negoziare meglio con i fornitori (aumentare il DPO) -Estensione dei termini di pagamento -Consolidamento fornitori per maggiore potere contrattuale -Uso di strumenti come il reverse factoring per pagare più tardi senza penalità Caso concreto: liberare cassa senza chiedere fidi Abbiamo seguito una PMI nel settore manifatturiero con un ciclo monetario di 92 giorni. Agendo su incassi (automatizzazione del credito), scorte (riduzione DIO del 15%) e fornitori (negoziazione di +15 giorni medi), il ciclo si è ridotto a 65 giorni. Risultato: liquidità libera per oltre 200.000 euro, senza nuovi finanziamenti. Come possiamo aiutarti in impresa.biz -Mappatura del ciclo monetario operativo -Calcolo DSO, DIO, DPO e comparazione settoriale -Piani di intervento per ridurre il capitale circolante -Supporto operativo per l’implementazione dei cambiamenti -Formazione interna per una cultura orientata alla liquidità Ridurre il ciclo monetario operativo è una strategia silenziosa ma potentissima per migliorare la salute finanziaria della tua impresa. In impresa.biz, lo consideriamo uno degli strumenti più concreti per liberare risorse e crescere in modo sostenibile. Contattaci per scoprire come ridurre il tuo ciclo operativo e trasformare il fatturato in cassa, più in fretta e con meno stress. #CicloMonetario #Liquidità #GestioneFinanziaria #ImpresaBiz #CashFlow #ControlloDiGestione #PMI #OttimizzazioneProcessi #WorkingCapital #FinanzaOperativa
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  • L’impatto dei tassi di interesse sul debito aziendale: cosa aspettarsi nel 2025

    Nel team di impresa.biz seguiamo con attenzione l’andamento dei tassi di interesse, perché sappiamo quanto questi influenzino direttamente la gestione finanziaria delle imprese, soprattutto quelle con un debito significativo.

    Con il 2025 alle porte, è fondamentale capire quali scenari aspettarsi e come prepararsi per gestire al meglio l’impatto sul costo del debito.

    Perché i tassi di interesse sono così importanti?
    I tassi di interesse rappresentano il costo del denaro preso in prestito. Quando salgono, aumentano gli oneri finanziari legati a mutui, prestiti e linee di credito, riducendo la liquidità disponibile per investimenti e operazioni quotidiane.

    Noi di impresa.biz sappiamo che un aumento dei tassi può:
    -Aumentare le rate di rimborso
    -Ridurre la capacità di accesso al credito
    -Peggiorare la redditività netta
    -Mettere a rischio la sostenibilità del debito

    Cosa aspettarsi nel 2025?
    Secondo le previsioni economiche più aggiornate:

    -I tassi di interesse continueranno a mantenersi su livelli relativamente alti rispetto agli anni passati, anche se con possibili oscillazioni legate all’inflazione e alle politiche monetarie.
    -I tassi variabili potrebbero diventare più costosi rispetto ai fissi, facendo aumentare l’incertezza nella gestione del debito.
    -Le banche potrebbero essere più selettive nell’erogazione del credito, favorendo imprese con bilanci solidi e piani di sviluppo chiari.

    Come prepararci nel 2025?
    Noi di impresa.biz suggeriamo alcune strategie concrete per affrontare al meglio questa fase:
    -Rinegoziare il debito
    Valutare con le banche la possibilità di allungare le scadenze o passare da tassi variabili a tassi fissi per ridurre il rischio.
    -Pianificare la liquidità con attenzione
    Monitorare costantemente i flussi di cassa e prevedere scenari di stress test per anticipare eventuali difficoltà.
    -Ridurre l’indebitamento non strategico
    Vendere asset non essenziali o cercare partnership per alleggerire la posizione finanziaria.
    -Investire in efficienza operativa
    Migliorare processi e controllo di gestione per aumentare margini e generare cassa.
    -Diversificare le fonti di finanziamento
    Valutare forme alternative di finanziamento come minibond, leasing o finanza agevolata.

    Il nostro supporto in impresa.biz
    Per noi è fondamentale affiancare le imprese nella:

    -Analisi dell’esposizione finanziaria
    -Definizione di piani di ristrutturazione del debito
    -Supporto nella negoziazione bancaria
    -Monitoraggio e revisione periodica della strategia finanziaria

    In un contesto di tassi in aumento, anticipare i rischi e pianificare con cura diventa indispensabile per mantenere la solidità aziendale. Noi di impresa.biz siamo al fianco delle imprese per affrontare insieme le sfide finanziarie del 2025.

    Se vuoi approfondire come prepararti al meglio, contattaci: valutiamo insieme la situazione della tua impresa e definiamo la strategia più efficace.

    #TassiDiInteresse #DebitoAziendale #ImpresaBiz #FinanzaAziendale #GestioneDebiti #CrisiFinanziaria #PMI #RischioFinanziario #Economia2025
    L’impatto dei tassi di interesse sul debito aziendale: cosa aspettarsi nel 2025 Nel team di impresa.biz seguiamo con attenzione l’andamento dei tassi di interesse, perché sappiamo quanto questi influenzino direttamente la gestione finanziaria delle imprese, soprattutto quelle con un debito significativo. Con il 2025 alle porte, è fondamentale capire quali scenari aspettarsi e come prepararsi per gestire al meglio l’impatto sul costo del debito. Perché i tassi di interesse sono così importanti? I tassi di interesse rappresentano il costo del denaro preso in prestito. Quando salgono, aumentano gli oneri finanziari legati a mutui, prestiti e linee di credito, riducendo la liquidità disponibile per investimenti e operazioni quotidiane. Noi di impresa.biz sappiamo che un aumento dei tassi può: -Aumentare le rate di rimborso -Ridurre la capacità di accesso al credito -Peggiorare la redditività netta -Mettere a rischio la sostenibilità del debito Cosa aspettarsi nel 2025? Secondo le previsioni economiche più aggiornate: -I tassi di interesse continueranno a mantenersi su livelli relativamente alti rispetto agli anni passati, anche se con possibili oscillazioni legate all’inflazione e alle politiche monetarie. -I tassi variabili potrebbero diventare più costosi rispetto ai fissi, facendo aumentare l’incertezza nella gestione del debito. -Le banche potrebbero essere più selettive nell’erogazione del credito, favorendo imprese con bilanci solidi e piani di sviluppo chiari. Come prepararci nel 2025? Noi di impresa.biz suggeriamo alcune strategie concrete per affrontare al meglio questa fase: -Rinegoziare il debito Valutare con le banche la possibilità di allungare le scadenze o passare da tassi variabili a tassi fissi per ridurre il rischio. -Pianificare la liquidità con attenzione Monitorare costantemente i flussi di cassa e prevedere scenari di stress test per anticipare eventuali difficoltà. -Ridurre l’indebitamento non strategico Vendere asset non essenziali o cercare partnership per alleggerire la posizione finanziaria. -Investire in efficienza operativa Migliorare processi e controllo di gestione per aumentare margini e generare cassa. -Diversificare le fonti di finanziamento Valutare forme alternative di finanziamento come minibond, leasing o finanza agevolata. Il nostro supporto in impresa.biz Per noi è fondamentale affiancare le imprese nella: -Analisi dell’esposizione finanziaria -Definizione di piani di ristrutturazione del debito -Supporto nella negoziazione bancaria -Monitoraggio e revisione periodica della strategia finanziaria In un contesto di tassi in aumento, anticipare i rischi e pianificare con cura diventa indispensabile per mantenere la solidità aziendale. Noi di impresa.biz siamo al fianco delle imprese per affrontare insieme le sfide finanziarie del 2025. Se vuoi approfondire come prepararti al meglio, contattaci: valutiamo insieme la situazione della tua impresa e definiamo la strategia più efficace. #TassiDiInteresse #DebitoAziendale #ImpresaBiz #FinanzaAziendale #GestioneDebiti #CrisiFinanziaria #PMI #RischioFinanziario #Economia2025
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  • Piano di risanamento aziendale: cos’è, come si redige, esempi pratici

    In impresa.biz incontriamo spesso imprenditori che si trovano a dover affrontare una crisi, e la prima domanda è quasi sempre:

    “Come si fa a risanare l’azienda? Da dove cominciamo?”
    La risposta chiave è il piano di risanamento aziendale: un documento strategico che definisce le azioni e i numeri necessari per uscire dalla crisi e riportare l’azienda sulla strada della crescita sostenibile.

    Cos’è il piano di risanamento?
    Il piano di risanamento è un progetto dettagliato che:
    -Analizza la situazione economica, finanziaria e patrimoniale attuale
    -Definisce gli obiettivi di miglioramento e i tempi per raggiungerli
    -Indica le azioni operative per correggere gli squilibri
    -Include previsioni economico-finanziarie aggiornate e realistiche
    -Serve a comunicare la strategia a soci, banche, creditori e altri stakeholder
    In sostanza, è la mappa per uscire dalla crisi.

    Come si redige un piano di risanamento: i 6 passi fondamentali
    1. Diagnosi della situazione attuale
    Analizziamo insieme i dati di bilancio, flussi di cassa, debiti, ricavi e costi per capire il cuore del problema.
    2. Individuazione delle cause della crisi
    Ci concentriamo sulle radici: è un problema di liquidità, marginalità, eccesso di indebitamento o inefficienza operativa?
    3. Definizione degli obiettivi di risanamento
    Obiettivi chiari, misurabili e temporizzati, ad esempio: riduzione del debito del 30% entro 12 mesi, aumento del fatturato del 10%, miglioramento del margine operativo.
    4. Elaborazione delle azioni correttive
    Qui identifichiamo interventi concreti, come: rinegoziazione dei debiti, taglio dei costi non strategici, revisione prezzi, ottimizzazione magazzino, ricerca di nuovi clienti.
    5. Stesura delle previsioni economico-finanziarie
    Realizziamo un budget aggiornato con ricavi, costi, flussi di cassa e indicatori chiave (EBITDA, ROI, ROE) per verificare la sostenibilità del piano.
    6. Pianificazione e monitoraggio
    Definiamo un calendario di controllo e revisioni periodiche per mantenere il piano vivo e correggere il tiro se necessario.

    Esempio pratico: una PMI in crisi di liquidità
    Immaginiamo un’azienda manifatturiera con ricavi stagnanti, costi fissi elevati e debiti a breve termine troppo pesanti.

    Interventi chiave nel piano:
    -Rinegoziazione con banche per allungare scadenze
    -Riduzione del magazzino per liberare cassa
    -Taglio dei costi energetici e di acquisto materie prime
    -Lancio di una linea di prodotto a margine più alto
    -Introduzione di un sistema di controllo di gestione più rigoroso
    Previsioni: miglioramento della liquidità entro 6 mesi e ritorno a utili entro 12 mesi.

    Il nostro approccio in impresa.biz
    Per noi, il piano di risanamento è molto più di un documento: è uno strumento di management fondamentale per guidare il cambiamento.

    Aiutiamo le aziende a costruire piani realistici, condivisi e soprattutto efficaci, evitando analisi troppo teoriche o irrealistiche.

    Vuoi un supporto concreto?
    Offriamo:
    -Analisi gratuita della tua situazione finanziaria
    -Affiancamento nella redazione del piano di risanamento
    -Supporto nella trattativa con banche e creditori
    -Monitoraggio continuo per raggiungere gli obiettivi
    Contattaci per trasformare la crisi in opportunità.

    #PianoDiRisanamento #CrisiAziendale #ImpresaBiz #RistrutturazioneDebito #GestioneCrisi #FinanzaAziendale #PMI #ConsulenzaImpresa #Turnaround #StrategiaAziendale
    Piano di risanamento aziendale: cos’è, come si redige, esempi pratici In impresa.biz incontriamo spesso imprenditori che si trovano a dover affrontare una crisi, e la prima domanda è quasi sempre: “Come si fa a risanare l’azienda? Da dove cominciamo?” La risposta chiave è il piano di risanamento aziendale: un documento strategico che definisce le azioni e i numeri necessari per uscire dalla crisi e riportare l’azienda sulla strada della crescita sostenibile. Cos’è il piano di risanamento? Il piano di risanamento è un progetto dettagliato che: -Analizza la situazione economica, finanziaria e patrimoniale attuale -Definisce gli obiettivi di miglioramento e i tempi per raggiungerli -Indica le azioni operative per correggere gli squilibri -Include previsioni economico-finanziarie aggiornate e realistiche -Serve a comunicare la strategia a soci, banche, creditori e altri stakeholder In sostanza, è la mappa per uscire dalla crisi. Come si redige un piano di risanamento: i 6 passi fondamentali 1. Diagnosi della situazione attuale Analizziamo insieme i dati di bilancio, flussi di cassa, debiti, ricavi e costi per capire il cuore del problema. 2. Individuazione delle cause della crisi Ci concentriamo sulle radici: è un problema di liquidità, marginalità, eccesso di indebitamento o inefficienza operativa? 3. Definizione degli obiettivi di risanamento Obiettivi chiari, misurabili e temporizzati, ad esempio: riduzione del debito del 30% entro 12 mesi, aumento del fatturato del 10%, miglioramento del margine operativo. 4. Elaborazione delle azioni correttive Qui identifichiamo interventi concreti, come: rinegoziazione dei debiti, taglio dei costi non strategici, revisione prezzi, ottimizzazione magazzino, ricerca di nuovi clienti. 5. Stesura delle previsioni economico-finanziarie Realizziamo un budget aggiornato con ricavi, costi, flussi di cassa e indicatori chiave (EBITDA, ROI, ROE) per verificare la sostenibilità del piano. 6. Pianificazione e monitoraggio Definiamo un calendario di controllo e revisioni periodiche per mantenere il piano vivo e correggere il tiro se necessario. Esempio pratico: una PMI in crisi di liquidità Immaginiamo un’azienda manifatturiera con ricavi stagnanti, costi fissi elevati e debiti a breve termine troppo pesanti. Interventi chiave nel piano: -Rinegoziazione con banche per allungare scadenze -Riduzione del magazzino per liberare cassa -Taglio dei costi energetici e di acquisto materie prime -Lancio di una linea di prodotto a margine più alto -Introduzione di un sistema di controllo di gestione più rigoroso Previsioni: miglioramento della liquidità entro 6 mesi e ritorno a utili entro 12 mesi. Il nostro approccio in impresa.biz Per noi, il piano di risanamento è molto più di un documento: è uno strumento di management fondamentale per guidare il cambiamento. Aiutiamo le aziende a costruire piani realistici, condivisi e soprattutto efficaci, evitando analisi troppo teoriche o irrealistiche. Vuoi un supporto concreto? Offriamo: -Analisi gratuita della tua situazione finanziaria -Affiancamento nella redazione del piano di risanamento -Supporto nella trattativa con banche e creditori -Monitoraggio continuo per raggiungere gli obiettivi Contattaci per trasformare la crisi in opportunità. #PianoDiRisanamento #CrisiAziendale #ImpresaBiz #RistrutturazioneDebito #GestioneCrisi #FinanzaAziendale #PMI #ConsulenzaImpresa #Turnaround #StrategiaAziendale
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  • Composizione negoziata della crisi: la nuova chance per le impresa

    Nel nostro lavoro in impresa.biz seguiamo da vicino l’evoluzione delle normative italiane per la gestione della crisi d’impresa. Una delle novità più interessanti introdotte dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è la Composizione negoziata della crisi.

    Si tratta di uno strumento pensato per offrire alle imprese in difficoltà una vera occasione di rilancio, con procedure snelle e meno costose rispetto a quelle tradizionali, e con un approccio collaborativo tra imprenditori e creditori.

    Cos’è la composizione negoziata della crisi?
    In pratica, è un percorso formale ma flessibile che permette all’imprenditore di:
    -Riconoscere tempestivamente lo stato di difficoltà
    -Coinvolgere i principali creditori in un tavolo negoziale
    -Definire un piano di risanamento che consenta di superare la crisi
    -Evitare procedure giudiziarie più onerose come il fallimento o il concordato

    Quali sono i vantaggi per le imprese?
    Noi di impresa.biz evidenziamo questi benefici principali:
    -Rapidità: il procedimento è più snello e si concentra sulla negoziazione, senza appesantimenti burocratici.
    -Riservatezza: si lavora in un contesto più discreto, proteggendo l’immagine dell’azienda.
    -Minori costi: costi legali e professionali ridotti rispetto alle procedure concorsuali.
    -Coinvolgimento diretto: imprenditore e creditori collaborano per trovare soluzioni condivise, riducendo conflitti.
    -Protezione dagli atti esecutivi: la procedura offre una temporanea sospensione delle azioni esecutive, dando respiro all’impresa.

    Come funziona il processo?
    Accordo con un esperto indipendente
    L’imprenditore deve coinvolgere un professionista indipendente che coordini la negoziazione, con un ruolo di garante e facilitatore.
    Analisi della situazione e proposta
    Il professionista analizza la situazione economico-finanziaria e assiste nella stesura di un piano di risanamento realizzabile.
    Convocazione dei creditori
    Viene convocato un tavolo negoziale con i creditori principali per discutere e approvare il piano.
    Esecuzione del piano
    Se la maggioranza dei creditori approva, si procede con la realizzazione del piano, monitorato dall’esperto.

    Quando è il momento giusto per avviare la composizione negoziata?
    Per noi di impresa.biz, la tempestività è fondamentale:
    -Prima si agisce, più alte sono le probabilità di successo.
    -Non bisogna aspettare di essere già travolti dai debiti o dalle azioni esecutive.
    Riconoscere i segnali di crisi in anticipo e scegliere questo percorso può davvero fare la differenza.

    Il nostro consiglio
    La composizione negoziata della crisi rappresenta una nuova chance concreta per le imprese italiane che vogliono rialzarsi senza dover affrontare lunghe e costose procedure fallimentari.

    Se stai valutando questa opzione o vuoi capire come prepararti al meglio, noi di impresa.biz siamo pronti a supportarti con competenza e pragmatismo.

    Ti serve aiuto per avviare la composizione negoziata?
    Offriamo consulenza su:
    -Valutazione della situazione aziendale
    -Supporto nella scelta dell’esperto indipendente
    -Preparazione del piano di risanamento
    -Negoziazione con i creditori
    -Monitoraggio e assistenza nell’esecuzione

    Contattaci: insieme possiamo trasformare la crisi in un’opportunità di crescita.

    #ComposizioneNegozIata #CrisiAziendale #ImpresaBiz #GestioneCrisi #FinanzaImpresa #PMI #Turnaround #RisanamentoAziendale #SoluzioniCrisi #ConsulenzaImpresa
    Composizione negoziata della crisi: la nuova chance per le impresa Nel nostro lavoro in impresa.biz seguiamo da vicino l’evoluzione delle normative italiane per la gestione della crisi d’impresa. Una delle novità più interessanti introdotte dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza è la Composizione negoziata della crisi. Si tratta di uno strumento pensato per offrire alle imprese in difficoltà una vera occasione di rilancio, con procedure snelle e meno costose rispetto a quelle tradizionali, e con un approccio collaborativo tra imprenditori e creditori. Cos’è la composizione negoziata della crisi? In pratica, è un percorso formale ma flessibile che permette all’imprenditore di: -Riconoscere tempestivamente lo stato di difficoltà -Coinvolgere i principali creditori in un tavolo negoziale -Definire un piano di risanamento che consenta di superare la crisi -Evitare procedure giudiziarie più onerose come il fallimento o il concordato Quali sono i vantaggi per le imprese? Noi di impresa.biz evidenziamo questi benefici principali: -Rapidità: il procedimento è più snello e si concentra sulla negoziazione, senza appesantimenti burocratici. -Riservatezza: si lavora in un contesto più discreto, proteggendo l’immagine dell’azienda. -Minori costi: costi legali e professionali ridotti rispetto alle procedure concorsuali. -Coinvolgimento diretto: imprenditore e creditori collaborano per trovare soluzioni condivise, riducendo conflitti. -Protezione dagli atti esecutivi: la procedura offre una temporanea sospensione delle azioni esecutive, dando respiro all’impresa. Come funziona il processo? Accordo con un esperto indipendente L’imprenditore deve coinvolgere un professionista indipendente che coordini la negoziazione, con un ruolo di garante e facilitatore. Analisi della situazione e proposta Il professionista analizza la situazione economico-finanziaria e assiste nella stesura di un piano di risanamento realizzabile. Convocazione dei creditori Viene convocato un tavolo negoziale con i creditori principali per discutere e approvare il piano. Esecuzione del piano Se la maggioranza dei creditori approva, si procede con la realizzazione del piano, monitorato dall’esperto. Quando è il momento giusto per avviare la composizione negoziata? Per noi di impresa.biz, la tempestività è fondamentale: -Prima si agisce, più alte sono le probabilità di successo. -Non bisogna aspettare di essere già travolti dai debiti o dalle azioni esecutive. Riconoscere i segnali di crisi in anticipo e scegliere questo percorso può davvero fare la differenza. Il nostro consiglio La composizione negoziata della crisi rappresenta una nuova chance concreta per le imprese italiane che vogliono rialzarsi senza dover affrontare lunghe e costose procedure fallimentari. Se stai valutando questa opzione o vuoi capire come prepararti al meglio, noi di impresa.biz siamo pronti a supportarti con competenza e pragmatismo. Ti serve aiuto per avviare la composizione negoziata? Offriamo consulenza su: -Valutazione della situazione aziendale -Supporto nella scelta dell’esperto indipendente -Preparazione del piano di risanamento -Negoziazione con i creditori -Monitoraggio e assistenza nell’esecuzione Contattaci: insieme possiamo trasformare la crisi in un’opportunità di crescita. #ComposizioneNegozIata #CrisiAziendale #ImpresaBiz #GestioneCrisi #FinanzaImpresa #PMI #Turnaround #RisanamentoAziendale #SoluzioniCrisi #ConsulenzaImpresa
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  • Come evitare la liquidazione: strumenti legali e finanziari

    In impresa.biz assistiamo spesso imprenditori che si trovano davanti a una situazione delicata: la prospettiva della liquidazione. Ma liquidare l’azienda non è l’unica strada possibile.
    Con un intervento tempestivo e mirato, esistono diversi strumenti legali e finanziari che permettono di ristrutturare la situazione, tutelare il valore e provare a rilanciare l’impresa.

    Perché intervenire prima della liquidazione?
    La liquidazione spesso arriva come ultima soluzione quando il debito diventa insostenibile e le perdite continue erodono il patrimonio.
    Noi di impresa.biz crediamo che prima si agisce, meglio è: intervenire per tempo significa aumentare le probabilità di salvezza e preservare clienti, fornitori, occupazione e valore.

    Gli strumenti legali per evitare la liquidazione
    Accordo di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis L.F.)
    Uno strumento previsto per negoziare con i creditori un piano di rientro che permetta di evitare il fallimento o la liquidazione.

    -Permette di bloccare azioni esecutive
    -Richiede la certificazione di un professionista sulla fattibilità

    Piano attestato di risanamento (ex art. 67 L.F., comma 3, lett. d)
    Un documento che illustra come l’azienda intende superare la crisi, con una prospettiva di continuità.

    -Deve essere attestato da un professionista indipendente
    -Protegge da azioni esecutive durante l’esecuzione del piano

    Concordato preventivo
    Una procedura più strutturata che consente di riorganizzare il debito e la gestione, evitando il fallimento.

    -Richiede il consenso della maggioranza dei creditori
    -Può prevedere ristrutturazioni, dilazioni e riduzioni del debito

    Strumenti finanziari per la continuità
    Rinegoziazione e consolidamento del debito
    Proponiamo piani di pagamento più sostenibili, magari con allungamento delle scadenze o riduzione degli interessi.

    Finanza alternativa
    Accesso a strumenti come minibond, crowdfunding o factoring evoluto per migliorare liquidità senza ricorrere a prestiti bancari tradizionali.

    Aumento di capitale o ingresso di nuovi soci
    Rafforzare la struttura patrimoniale per ridurre l’indebitamento e finanziare la ripresa.

    Azioni operative da non sottovalutare
    -Analisi della situazione economico-finanziaria in tempo reale
    -Revisione del modello di business e riduzione dei costi
    -Miglioramento della gestione del magazzino e dei crediti
    -Comunicazione trasparente con stakeholder chiave (banche, fornitori, dipendenti)

    Il nostro consiglio finale
    Noi di impresa.biz sosteniamo che la liquidazione può spesso essere evitata se si agisce in modo tempestivo, con una strategia chiara e affidandosi a professionisti esperti.
    L’obiettivo è sempre tutelare il valore creato e dare all’azienda una seconda possibilità.

    Vuoi una consulenza su misura?
    Possiamo aiutarti a:
    -Diagnostica finanziaria rapida
    -Preparazione di piani di ristrutturazione legale e finanziaria
    -Negoziazione con creditori e banche
    -Supporto nella comunicazione e gestione della crisi

    Contattaci: intervenire prima fa la differenza.

    #Liquidazione #CrisiAziendale #ImpresaBiz #RistrutturazioneDebito #Turnaround #FinanzaAziendale #ConsulenzaLegale #GestioneCrisi #PMI #StrumentiLegali #PianiDiRisanamento
    Come evitare la liquidazione: strumenti legali e finanziari In impresa.biz assistiamo spesso imprenditori che si trovano davanti a una situazione delicata: la prospettiva della liquidazione. Ma liquidare l’azienda non è l’unica strada possibile. Con un intervento tempestivo e mirato, esistono diversi strumenti legali e finanziari che permettono di ristrutturare la situazione, tutelare il valore e provare a rilanciare l’impresa. 📌 Perché intervenire prima della liquidazione? La liquidazione spesso arriva come ultima soluzione quando il debito diventa insostenibile e le perdite continue erodono il patrimonio. Noi di impresa.biz crediamo che prima si agisce, meglio è: intervenire per tempo significa aumentare le probabilità di salvezza e preservare clienti, fornitori, occupazione e valore. 🛠️ Gli strumenti legali per evitare la liquidazione Accordo di ristrutturazione dei debiti (ex art. 182-bis L.F.) Uno strumento previsto per negoziare con i creditori un piano di rientro che permetta di evitare il fallimento o la liquidazione. -Permette di bloccare azioni esecutive -Richiede la certificazione di un professionista sulla fattibilità Piano attestato di risanamento (ex art. 67 L.F., comma 3, lett. d) Un documento che illustra come l’azienda intende superare la crisi, con una prospettiva di continuità. -Deve essere attestato da un professionista indipendente -Protegge da azioni esecutive durante l’esecuzione del piano Concordato preventivo Una procedura più strutturata che consente di riorganizzare il debito e la gestione, evitando il fallimento. -Richiede il consenso della maggioranza dei creditori -Può prevedere ristrutturazioni, dilazioni e riduzioni del debito 💰 Strumenti finanziari per la continuità Rinegoziazione e consolidamento del debito Proponiamo piani di pagamento più sostenibili, magari con allungamento delle scadenze o riduzione degli interessi. Finanza alternativa Accesso a strumenti come minibond, crowdfunding o factoring evoluto per migliorare liquidità senza ricorrere a prestiti bancari tradizionali. Aumento di capitale o ingresso di nuovi soci Rafforzare la struttura patrimoniale per ridurre l’indebitamento e finanziare la ripresa. ⚙️ Azioni operative da non sottovalutare -Analisi della situazione economico-finanziaria in tempo reale -Revisione del modello di business e riduzione dei costi -Miglioramento della gestione del magazzino e dei crediti -Comunicazione trasparente con stakeholder chiave (banche, fornitori, dipendenti) Il nostro consiglio finale Noi di impresa.biz sosteniamo che la liquidazione può spesso essere evitata se si agisce in modo tempestivo, con una strategia chiara e affidandosi a professionisti esperti. L’obiettivo è sempre tutelare il valore creato e dare all’azienda una seconda possibilità. Vuoi una consulenza su misura? Possiamo aiutarti a: -Diagnostica finanziaria rapida -Preparazione di piani di ristrutturazione legale e finanziaria -Negoziazione con creditori e banche -Supporto nella comunicazione e gestione della crisi Contattaci: intervenire prima fa la differenza. #Liquidazione #CrisiAziendale #ImpresaBiz #RistrutturazioneDebito #Turnaround #FinanzaAziendale #ConsulenzaLegale #GestioneCrisi #PMI #StrumentiLegali #PianiDiRisanamento
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