• Le mie prime collaborazioni: errori, lezioni e consigli per iniziare

    Quando ho ricevuto la prima proposta di collaborazione come influencer, ero entusiasta… e completamente impreparata. Oggi, guardando indietro, posso dire che quelle prime esperienze — tra errori, ingenuità e intuizioni — sono state fondamentali per costruire il mio percorso.

    In questo articolo voglio raccontarti cosa ho sbagliato, cosa ho imparato e che consigli darei a chi sta per iniziare a lavorare con brand e aziende.

    1. Ho detto “sì” troppo in fretta
    All’inizio, ogni proposta mi sembrava un’occasione da non perdere. Collaborazioni non in linea con i miei valori? Brand di cui non avrei mai parlato spontaneamente? Accettavo comunque.

    Cosa ho imparato: dire “no” è un atto di cura verso la propria community. Solo collaborando con marchi davvero affini mantieni credibilità, coerenza e fiducia.

    2. Non ho definito bene i termini della collaborazione
    Mi è capitato di creare contenuti senza un contratto chiaro. Risultato? Aspettative diverse, post richiesti all’ultimo minuto, compensi incerti.

    Cosa ho imparato: oggi non inizio nessuna collaborazione senza un brief scritto e un accordo chiaro. Specifico tutto: formato, deadline, numero di revisioni e modalità di pagamento.

    3. Ho sottovalutato il valore del mio lavoro
    All’inizio mi accontentavo di prodotti gratuiti o compensi simbolici, anche per contenuti che mi richiedevano ore. Pensavo: “Mi serve visibilità”.

    Cosa ho imparato: la visibilità è importante, ma il tempo e la creatività vanno riconosciuti. Oggi valuto ogni proposta anche in termini di sostenibilità e valore professionale.

    4. Non ho misurato i risultati
    Pubblicavo e… basta. Non controllavo insight, clic, interazioni. Non sapevo cosa funzionava e cosa no.

    Cosa ho imparato: monitorare le performance mi permette non solo di migliorare i contenuti futuri, ma anche di mostrare risultati concreti ai brand e negoziare collaborazioni più solide.

    5. Ho imparato a trattare ogni collaborazione come una partnership
    Le migliori esperienze sono nate quando ho costruito un dialogo con il brand, portando idee, ascoltando feedback e creando qualcosa che fosse utile per entrambi.

    Le prime collaborazioni non sono mai perfette — e va bene così. Ogni esperienza mi ha aiutata a crescere, capire il mio valore e costruire un rapporto più consapevole con il mio lavoro da creator.

    Se sei all’inizio, il mio consiglio è: scegli con cura, proteggi la tua immagine, dai valore a quello che fai. Le collaborazioni migliori non arrivano per caso, si costruiscono con coerenza e professionalità.

    #InfluencerLife #CollaborazioniBrand #CreatorTips #PersonalBranding #ImpresaBiz #MicroInfluencer #ContentCreator #LezioniImparate #StrategieDigitali

    Le mie prime collaborazioni: errori, lezioni e consigli per iniziare Quando ho ricevuto la prima proposta di collaborazione come influencer, ero entusiasta… e completamente impreparata. Oggi, guardando indietro, posso dire che quelle prime esperienze — tra errori, ingenuità e intuizioni — sono state fondamentali per costruire il mio percorso. In questo articolo voglio raccontarti cosa ho sbagliato, cosa ho imparato e che consigli darei a chi sta per iniziare a lavorare con brand e aziende. 1. Ho detto “sì” troppo in fretta All’inizio, ogni proposta mi sembrava un’occasione da non perdere. Collaborazioni non in linea con i miei valori? Brand di cui non avrei mai parlato spontaneamente? Accettavo comunque. Cosa ho imparato: dire “no” è un atto di cura verso la propria community. Solo collaborando con marchi davvero affini mantieni credibilità, coerenza e fiducia. 2. Non ho definito bene i termini della collaborazione Mi è capitato di creare contenuti senza un contratto chiaro. Risultato? Aspettative diverse, post richiesti all’ultimo minuto, compensi incerti. Cosa ho imparato: oggi non inizio nessuna collaborazione senza un brief scritto e un accordo chiaro. Specifico tutto: formato, deadline, numero di revisioni e modalità di pagamento. 3. Ho sottovalutato il valore del mio lavoro All’inizio mi accontentavo di prodotti gratuiti o compensi simbolici, anche per contenuti che mi richiedevano ore. Pensavo: “Mi serve visibilità”. Cosa ho imparato: la visibilità è importante, ma il tempo e la creatività vanno riconosciuti. Oggi valuto ogni proposta anche in termini di sostenibilità e valore professionale. 4. Non ho misurato i risultati Pubblicavo e… basta. Non controllavo insight, clic, interazioni. Non sapevo cosa funzionava e cosa no. Cosa ho imparato: monitorare le performance mi permette non solo di migliorare i contenuti futuri, ma anche di mostrare risultati concreti ai brand e negoziare collaborazioni più solide. 5. Ho imparato a trattare ogni collaborazione come una partnership Le migliori esperienze sono nate quando ho costruito un dialogo con il brand, portando idee, ascoltando feedback e creando qualcosa che fosse utile per entrambi. Le prime collaborazioni non sono mai perfette — e va bene così. Ogni esperienza mi ha aiutata a crescere, capire il mio valore e costruire un rapporto più consapevole con il mio lavoro da creator. Se sei all’inizio, il mio consiglio è: scegli con cura, proteggi la tua immagine, dai valore a quello che fai. Le collaborazioni migliori non arrivano per caso, si costruiscono con coerenza e professionalità. #InfluencerLife #CollaborazioniBrand #CreatorTips #PersonalBranding #ImpresaBiz #MicroInfluencer #ContentCreator #LezioniImparate #StrategieDigitali
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  • Collaborazioni Internazionali: Come Trovare Brand Globali da Promuovere

    Nel collaborare con brand sia nazionali che internazionali. So bene che trovare partner globali può sembrare una sfida, ma con la giusta strategia è assolutamente fattibile e può portare grandi opportunità di crescita e visibilità.

    1. Definisci chiaramente il tuo valore e la tua nicchia
    Prima di contattare brand internazionali, è fondamentale sapere chi sei come creator e quale valore unico puoi offrire. Ho sempre focalizzato il mio lavoro su una nicchia precisa, perché i brand cercano collaboratori che parlino a un pubblico specifico e interessato.

    2. Crea un media kit professionale e aggiornato
    Un media kit ben strutturato è il tuo biglietto da visita. Deve contenere dati sul tuo pubblico, statistiche di engagement, esempi di collaborazioni passate e i tuoi contatti. Questo aiuta i brand a valutare rapidamente se sei il partner giusto.

    3. Utilizza piattaforme dedicate al influencer marketing internazionale
    Strumenti come Upfluence, Traackr, AspireIQ o Influencity sono ottimi per entrare in contatto con brand globali. Io li uso regolarmente per scoprire opportunità mirate e facilitare la gestione delle campagne.

    4. Partecipa a eventi e fiere di settore
    Eventi digitali o fisici dedicati al marketing e all’influencer marketing sono occasioni preziose per fare networking e presentarti direttamente ai brand internazionali. Durante questi momenti, costruisco relazioni autentiche che spesso si trasformano in collaborazioni.

    5. Sfrutta i social network e LinkedIn
    Non sottovalutare il potere di LinkedIn per creare connessioni professionali con brand manager e agenzie internazionali. Inoltre, mostrare regolarmente la tua professionalità e i tuoi successi sui social aumenta la tua visibilità agli occhi dei potenziali partner.

    6. Personalizza ogni proposta di collaborazione
    Quando contatto un brand, evito messaggi generici. Cerco di capire la loro identità, valori e obiettivi, e propongo una collaborazione che sia win-win, specifica e rilevante. Questo approccio aumenta molto le probabilità di successo.

    Trovare collaborazioni con brand globali richiede preparazione, strategia e una comunicazione efficace. Se ti impegni a costruire una presenza professionale e a coltivare relazioni sincere, il mercato internazionale può aprirti molte porte.

    #influencermarketing #collaborazionibrand #marketinginternazionale #influencerstrategy #media kit #networking

    Collaborazioni Internazionali: Come Trovare Brand Globali da Promuovere Nel collaborare con brand sia nazionali che internazionali. So bene che trovare partner globali può sembrare una sfida, ma con la giusta strategia è assolutamente fattibile e può portare grandi opportunità di crescita e visibilità. 1. Definisci chiaramente il tuo valore e la tua nicchia Prima di contattare brand internazionali, è fondamentale sapere chi sei come creator e quale valore unico puoi offrire. Ho sempre focalizzato il mio lavoro su una nicchia precisa, perché i brand cercano collaboratori che parlino a un pubblico specifico e interessato. 2. Crea un media kit professionale e aggiornato Un media kit ben strutturato è il tuo biglietto da visita. Deve contenere dati sul tuo pubblico, statistiche di engagement, esempi di collaborazioni passate e i tuoi contatti. Questo aiuta i brand a valutare rapidamente se sei il partner giusto. 3. Utilizza piattaforme dedicate al influencer marketing internazionale Strumenti come Upfluence, Traackr, AspireIQ o Influencity sono ottimi per entrare in contatto con brand globali. Io li uso regolarmente per scoprire opportunità mirate e facilitare la gestione delle campagne. 4. Partecipa a eventi e fiere di settore Eventi digitali o fisici dedicati al marketing e all’influencer marketing sono occasioni preziose per fare networking e presentarti direttamente ai brand internazionali. Durante questi momenti, costruisco relazioni autentiche che spesso si trasformano in collaborazioni. 5. Sfrutta i social network e LinkedIn Non sottovalutare il potere di LinkedIn per creare connessioni professionali con brand manager e agenzie internazionali. Inoltre, mostrare regolarmente la tua professionalità e i tuoi successi sui social aumenta la tua visibilità agli occhi dei potenziali partner. 6. Personalizza ogni proposta di collaborazione Quando contatto un brand, evito messaggi generici. Cerco di capire la loro identità, valori e obiettivi, e propongo una collaborazione che sia win-win, specifica e rilevante. Questo approccio aumenta molto le probabilità di successo. Trovare collaborazioni con brand globali richiede preparazione, strategia e una comunicazione efficace. Se ti impegni a costruire una presenza professionale e a coltivare relazioni sincere, il mercato internazionale può aprirti molte porte. #influencermarketing #collaborazionibrand #marketinginternazionale #influencerstrategy #media kit #networking
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  • Il futuro delle collaborazioni tra brand e influencer: tra automazione e umanità

    Nel mio percorso come influencer e imprenditrice digitale, ho visto evolversi drasticamente il modo in cui i brand e gli influencer collaborano.

    Oggi, con l’avanzare dell’automazione, dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme di gestione, il panorama delle collaborazioni sta cambiando rapidamente. Ma nonostante tutto, credo fermamente che l’elemento umano resterà sempre al centro di ogni partnership di successo.

    1. Automazione per efficienza, umanità per autenticità
    Le tecnologie ci permettono di gestire campagne più complesse e monitorare risultati con precisione millimetrica.
    Io stessa utilizzo tool automatizzati per pianificare contenuti e analizzare dati. Tuttavia, è la relazione autentica con il brand e la mia community che fa davvero la differenza.

    2. Collaborazioni su misura, non più massificate
    L’automazione rischia di standardizzare le campagne, ma il mercato chiede personalizzazione.
    I brand più lungimiranti investono nel dialogo diretto con influencer per creare contenuti che rispecchino valori condivisi, proprio come faccio io con i miei partner.

    3. Dati e tecnologia per migliorare la strategia
    I dati ci aiutano a capire cosa funziona, a segmentare audience e a ottimizzare ogni investimento.
    Ma alla base di tutto, ci deve essere una visione umana, che sappia interpretare i numeri con sensibilità e creatività.

    4. Flessibilità e adattamento
    Il futuro richiede una mentalità agile.
    Io mi preparo a cambiare tattiche in base alle nuove tecnologie, senza perdere di vista il valore delle relazioni reali e della fiducia costruita nel tempo.

    L’equilibrio vincente tra tecnologia e umanità
    Sono convinta che il futuro delle collaborazioni tra brand e influencer sarà sempre più tecnologico, ma anche più umano.

    Solo chi riuscirà a coniugare automazione e autenticità potrà costruire partnership durature e di successo, capaci di creare valore reale per tutti.

    Per me, questo è il segreto per navigare con successo nel business digitale che cambia.

    #influencermarketing #collaborazionibrand #automazione #personalizzazione #imprenditricedigitale #brandpartnership #digitalstrategy #impresaBiz #marketingdigitale #futurodigitale

    Il futuro delle collaborazioni tra brand e influencer: tra automazione e umanità Nel mio percorso come influencer e imprenditrice digitale, ho visto evolversi drasticamente il modo in cui i brand e gli influencer collaborano. Oggi, con l’avanzare dell’automazione, dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme di gestione, il panorama delle collaborazioni sta cambiando rapidamente. Ma nonostante tutto, credo fermamente che l’elemento umano resterà sempre al centro di ogni partnership di successo. 1. Automazione per efficienza, umanità per autenticità Le tecnologie ci permettono di gestire campagne più complesse e monitorare risultati con precisione millimetrica. Io stessa utilizzo tool automatizzati per pianificare contenuti e analizzare dati. Tuttavia, è la relazione autentica con il brand e la mia community che fa davvero la differenza. 2. Collaborazioni su misura, non più massificate L’automazione rischia di standardizzare le campagne, ma il mercato chiede personalizzazione. I brand più lungimiranti investono nel dialogo diretto con influencer per creare contenuti che rispecchino valori condivisi, proprio come faccio io con i miei partner. 3. Dati e tecnologia per migliorare la strategia I dati ci aiutano a capire cosa funziona, a segmentare audience e a ottimizzare ogni investimento. Ma alla base di tutto, ci deve essere una visione umana, che sappia interpretare i numeri con sensibilità e creatività. 4. Flessibilità e adattamento Il futuro richiede una mentalità agile. Io mi preparo a cambiare tattiche in base alle nuove tecnologie, senza perdere di vista il valore delle relazioni reali e della fiducia costruita nel tempo. L’equilibrio vincente tra tecnologia e umanità Sono convinta che il futuro delle collaborazioni tra brand e influencer sarà sempre più tecnologico, ma anche più umano. Solo chi riuscirà a coniugare automazione e autenticità potrà costruire partnership durature e di successo, capaci di creare valore reale per tutti. Per me, questo è il segreto per navigare con successo nel business digitale che cambia. #influencermarketing #collaborazionibrand #automazione #personalizzazione #imprenditricedigitale #brandpartnership #digitalstrategy #impresaBiz #marketingdigitale #futurodigitale
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  • Collaborazioni a lungo termine: costruire rapporti di fiducia con i brand

    Quando ho iniziato a collaborare con i primi brand, pensavo che ogni partnership sarebbe stata un episodio a sé. Un post, una storia, e poi via verso la prossima campagna.
    Ma col tempo ho capito una cosa: le collaborazioni più belle, più efficaci e più gratificanti sono quelle che durano.
    Oggi, alcune delle aziende con cui lavoro mi accompagnano da anni. Ecco come ci sono riuscita.

    1. Non pensarti come “mezzo”, ma come partner
    Il primo passo è cambiare mentalità: non sono semplicemente un “canale pubblicitario”, ma una professionista con una community e una visione.
    Questo mi porta a dialogare in modo diverso con i brand: ascolto i loro obiettivi, propongo idee, ragiono a lungo termine. Il valore che porto non si misura solo in clic.

    2. Cura la relazione, non solo la performance
    Con alcuni brand ci sentiamo anche quando non c’è una campagna attiva. Mi aggiorno sui loro lanci, condivido contenuti spontanei quando un prodotto mi piace davvero, partecipo a eventi o momenti esclusivi.
    La fiducia si costruisce nel tempo, e si basa su coerenza, trasparenza e cura.

    3. Porta risultati ma anche idee
    Quando collaboro con un’azienda, non mi limito a “eseguire” un brief.
    Studio il brand, analizzo cosa funziona con la mia audience e spesso propongo io un format, una mini-serie, una challenge.
    Questo tipo di proattività viene notato e apprezzato — e fa la differenza tra una collaborazione spot e una relazione continuativa.

    4. Chiedi feedback e proponiti per il futuro
    Dopo ogni campagna, chiedo sempre com’è andata, quali dati sono stati rilevanti per loro, cosa si può migliorare.
    In quel momento spesso nasce l’occasione per pianificare insieme qualcosa di nuovo.
    Mostrare apertura e spirito collaborativo è la chiave per restare nei radar di un brand.

    5. Sii coerente con te stessa e con i tuoi valori
    Le collaborazioni a lungo termine non si forzano. Se un brand non è allineato con i miei valori, non importa quanto sia prestigioso o quanto paghi: non fa per me.
    Le aziende percepiscono la coerenza, e sanno che lavorare con una persona autentica rafforza la loro immagine.

    Le collaborazioni più forti non si costruiscono con una performance virale, ma con costanza, fiducia e allineamento.
    Essere professionale, propositiva e coerente ha trasformato il mio lavoro da semplice attività promozionale in un vero network di relazioni solide.

    #collaborazionibrand #influencermarketing #rapportidifiducia #marketingetico #creatorprofessionale #partnershipstrategiche #brandambassador #contentcreator #businessdigitale #influenceritalia

    Collaborazioni a lungo termine: costruire rapporti di fiducia con i brand Quando ho iniziato a collaborare con i primi brand, pensavo che ogni partnership sarebbe stata un episodio a sé. Un post, una storia, e poi via verso la prossima campagna. Ma col tempo ho capito una cosa: le collaborazioni più belle, più efficaci e più gratificanti sono quelle che durano. Oggi, alcune delle aziende con cui lavoro mi accompagnano da anni. Ecco come ci sono riuscita. 1. Non pensarti come “mezzo”, ma come partner Il primo passo è cambiare mentalità: non sono semplicemente un “canale pubblicitario”, ma una professionista con una community e una visione. Questo mi porta a dialogare in modo diverso con i brand: ascolto i loro obiettivi, propongo idee, ragiono a lungo termine. Il valore che porto non si misura solo in clic. 2. Cura la relazione, non solo la performance Con alcuni brand ci sentiamo anche quando non c’è una campagna attiva. Mi aggiorno sui loro lanci, condivido contenuti spontanei quando un prodotto mi piace davvero, partecipo a eventi o momenti esclusivi. La fiducia si costruisce nel tempo, e si basa su coerenza, trasparenza e cura. 3. Porta risultati ma anche idee Quando collaboro con un’azienda, non mi limito a “eseguire” un brief. Studio il brand, analizzo cosa funziona con la mia audience e spesso propongo io un format, una mini-serie, una challenge. Questo tipo di proattività viene notato e apprezzato — e fa la differenza tra una collaborazione spot e una relazione continuativa. 4. Chiedi feedback e proponiti per il futuro Dopo ogni campagna, chiedo sempre com’è andata, quali dati sono stati rilevanti per loro, cosa si può migliorare. In quel momento spesso nasce l’occasione per pianificare insieme qualcosa di nuovo. Mostrare apertura e spirito collaborativo è la chiave per restare nei radar di un brand. 5. Sii coerente con te stessa e con i tuoi valori Le collaborazioni a lungo termine non si forzano. Se un brand non è allineato con i miei valori, non importa quanto sia prestigioso o quanto paghi: non fa per me. Le aziende percepiscono la coerenza, e sanno che lavorare con una persona autentica rafforza la loro immagine. Le collaborazioni più forti non si costruiscono con una performance virale, ma con costanza, fiducia e allineamento. Essere professionale, propositiva e coerente ha trasformato il mio lavoro da semplice attività promozionale in un vero network di relazioni solide. #collaborazionibrand #influencermarketing #rapportidifiducia #marketingetico #creatorprofessionale #partnershipstrategiche #brandambassador #contentcreator #businessdigitale #influenceritalia
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  • Co-branding e joint venture digitali: come ho creato partnership che funzionano davvero
    Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che la crescita dipendesse solo dal miglioramento interno: ottimizzare il sito, curare la comunicazione, aumentare il traffico. Tutto vero, ma a un certo punto ho capito una cosa: collaborare con altri brand può moltiplicare le opportunità. Da lì è nata la mia esperienza con il co-branding e le joint venture digitali.

    Cosa intendo per co-branding (e perché funziona)
    Il co-branding è una collaborazione tra due brand che uniscono le forze per creare un prodotto, un’offerta o un’esperienza condivisa. Per me è stato un modo per:

    Raggiungere un pubblico nuovo, ma affine al mio.

    Aumentare la credibilità del mio marchio, associandolo ad aziende che condividono i miei valori.

    Lanciare prodotti unici o edizioni limitate che generano interesse e viralità.

    Un esempio concreto? Ho collaborato con un artigiano locale per creare una linea di packaging personalizzato: lui ci ha messo il design, io la distribuzione. Entrambi abbiamo guadagnato visibilità.

    Le joint venture digitali: come ho costruito alleanze strategiche
    Le joint venture digitali sono un passo oltre: partnership più strutturate, basate su obiettivi comuni (come vendite, lead generation o sviluppo prodotto).

    Nel mio caso, ho fatto squadra con un altro e-commerce specializzato in prodotti complementari ai miei. Abbiamo condiviso:
    -Una campagna di email marketing a database incrociato.
    -Un codice sconto valido su entrambi i siti.
    -Un mini-sito condiviso con landing page a doppio brand.

    Risultato? Tasso di conversione più alto del 30% rispetto alle nostre promo singole, e una crescita visibile anche sui social.

    Cosa ho imparato (anche dagli errori)
    Non tutte le collaborazioni sono efficaci. Ho capito che:
    -Serve un allineamento valoriale tra i brand: la coerenza conta.
    -È importante definire ruoli, obiettivi e benefici reciproci fin dall’inizio.
    -Meglio partire con progetti piccoli, testare, e solo dopo espandere l’alleanza.
    -Un altro punto fondamentale è la comunicazione: aggiorniamoci spesso, misuriamo i risultati insieme e adattiamo la strategia quando serve.

    Quali strumenti ho usato
    -Collaborazioni via social (Instagram, TikTok): reel, live, giveaway congiunti.
    -Tool di tracciamento UTM per monitorare le performance dei link condivisi.
    -CRM e automazioni email per segmentare i clienti provenienti dalle varie campagne.

    Il valore delle partnership nel digitale
    Oggi più che mai, i piccoli brand possono ottenere grandi risultati non facendo tutto da soli, ma scegliendo i partner giusti. Il co-branding e le joint venture digitali mi hanno permesso di:
    -Aumentare la visibilità senza alzare i costi pubblicitari.
    -Rafforzare la community con contenuti e prodotti nuovi.
    -Costruire una rete di contatti preziosa anche per il futuro.

    #Cobranding #JointVentureDigitale #EcommerceStrategy #CollaborazioniBrand #MarketingCollaborativo #DigitalPartnership #Branding #GrowthHacking #PiccoleImprese #EcommerceItalia
    Co-branding e joint venture digitali: come ho creato partnership che funzionano davvero Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che la crescita dipendesse solo dal miglioramento interno: ottimizzare il sito, curare la comunicazione, aumentare il traffico. Tutto vero, ma a un certo punto ho capito una cosa: collaborare con altri brand può moltiplicare le opportunità. Da lì è nata la mia esperienza con il co-branding e le joint venture digitali. Cosa intendo per co-branding (e perché funziona) Il co-branding è una collaborazione tra due brand che uniscono le forze per creare un prodotto, un’offerta o un’esperienza condivisa. Per me è stato un modo per: Raggiungere un pubblico nuovo, ma affine al mio. Aumentare la credibilità del mio marchio, associandolo ad aziende che condividono i miei valori. Lanciare prodotti unici o edizioni limitate che generano interesse e viralità. 👉 Un esempio concreto? Ho collaborato con un artigiano locale per creare una linea di packaging personalizzato: lui ci ha messo il design, io la distribuzione. Entrambi abbiamo guadagnato visibilità. Le joint venture digitali: come ho costruito alleanze strategiche Le joint venture digitali sono un passo oltre: partnership più strutturate, basate su obiettivi comuni (come vendite, lead generation o sviluppo prodotto). Nel mio caso, ho fatto squadra con un altro e-commerce specializzato in prodotti complementari ai miei. Abbiamo condiviso: -Una campagna di email marketing a database incrociato. -Un codice sconto valido su entrambi i siti. -Un mini-sito condiviso con landing page a doppio brand. Risultato? Tasso di conversione più alto del 30% rispetto alle nostre promo singole, e una crescita visibile anche sui social. Cosa ho imparato (anche dagli errori) Non tutte le collaborazioni sono efficaci. Ho capito che: -Serve un allineamento valoriale tra i brand: la coerenza conta. -È importante definire ruoli, obiettivi e benefici reciproci fin dall’inizio. -Meglio partire con progetti piccoli, testare, e solo dopo espandere l’alleanza. -Un altro punto fondamentale è la comunicazione: aggiorniamoci spesso, misuriamo i risultati insieme e adattiamo la strategia quando serve. Quali strumenti ho usato -Collaborazioni via social (Instagram, TikTok): reel, live, giveaway congiunti. -Tool di tracciamento UTM per monitorare le performance dei link condivisi. -CRM e automazioni email per segmentare i clienti provenienti dalle varie campagne. Il valore delle partnership nel digitale Oggi più che mai, i piccoli brand possono ottenere grandi risultati non facendo tutto da soli, ma scegliendo i partner giusti. Il co-branding e le joint venture digitali mi hanno permesso di: -Aumentare la visibilità senza alzare i costi pubblicitari. -Rafforzare la community con contenuti e prodotti nuovi. -Costruire una rete di contatti preziosa anche per il futuro. #Cobranding #JointVentureDigitale #EcommerceStrategy #CollaborazioniBrand #MarketingCollaborativo #DigitalPartnership #Branding #GrowthHacking #PiccoleImprese #EcommerceItalia
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  • La mia giornata tipo da influencer professionista: tra creatività, contenuti e collaborazioni
    Fare l’influencer non è solo fare “una foto carina” e postarla. È un lavoro vero, con ritmi serrati, scadenze, obiettivi e soprattutto tanta organizzazione. In questo articolo voglio raccontarti com’è strutturata la mia giornata tipo, tra produzione di contenuti, gestione dei brand e relazione con la community.

    Mattina: pianificazione e ispirazione
    La mia giornata inizia presto. Dopo colazione, dedico la prima parte della mattina ad aggiornarmi: guardo cosa sta succedendo sui social, analizzo i dati dei post pubblicati il giorno prima e mi prendo del tempo per leggere, prendere ispirazione o definire i contenuti da creare.

    Uso Notion o Google Calendar per gestire tutto: il calendario editoriale, le scadenze dei brand, le idee da sviluppare. La parola chiave? Pianificazione.

    Metà mattina: produzione dei contenuti
    Una buona parte del mio tempo va nella creazione di contenuti: che siano foto per Instagram, reel, TikTok, video per YouTube o post per il blog, tutto richiede tempo e cura. Spesso concentro più contenuti nella stessa giornata (batching), così riesco a lavorare con più calma nei giorni successivi.

    La produzione non è solo “creativa”: c’è uno studio dietro. Ogni contenuto deve rispettare una linea visiva, una strategia e, se è una collaborazione, anche un brief preciso.

    Pomeriggio: collaborazioni e relazioni con i brand
    Nel pomeriggio mi dedico alle email, alle call con i brand e alla parte più “aziendale” del mio lavoro. Rispondo a proposte di collaborazione, negozio contratti, invio preventivi o fatture. Ogni collaborazione è un piccolo progetto da gestire: ci sono obiettivi, scadenze, revisioni.

    Spesso devo anche consegnare i contenuti per l’approvazione, seguire feedback, fare modifiche. È la parte meno visibile, ma assolutamente fondamentale.

    Fine giornata: engagement e community
    La sera è il momento in cui mi dedico alla community. Rispondo ai messaggi, ai commenti, ricondivido storie, apro box domande o curo i contenuti più personali. Non c’è crescita senza dialogo: per me, è proprio qui che si crea la relazione vera.

    È anche il momento in cui mi confronto con le persone che mi seguono, raccolgo feedback e scopro nuovi spunti per i contenuti futuri.

    Serata: recap e preparazione
    Prima di staccare, faccio un recap della giornata: cosa ho concluso, cosa va spostato, che contenuti pubblicherò domani. A volte butto giù idee al volo o aggiorno il piano settimanale. Il lavoro di influencer è fluido, ma serve organizzazione se vuoi farlo con costanza e professionalità.

    Essere influencer è molto più che stare davanti a una fotocamera. È comunicazione, strategia, gestione. Serve tempo, dedizione e una grande passione.
    Ma quando vedi che la tua community cresce con te, che un brand si fida del tuo lavoro, o che un contenuto ha davvero ispirato qualcuno… capisci che ne vale ogni minuto.

    #vitadainfluencer #organizzazionedigitale #calendarioeditoriale #collaborazionibrand #contentcreatorlife #influenceritalia #imprenditoriadigitale #giornatatipo
    La mia giornata tipo da influencer professionista: tra creatività, contenuti e collaborazioni Fare l’influencer non è solo fare “una foto carina” e postarla. È un lavoro vero, con ritmi serrati, scadenze, obiettivi e soprattutto tanta organizzazione. In questo articolo voglio raccontarti com’è strutturata la mia giornata tipo, tra produzione di contenuti, gestione dei brand e relazione con la community. 🕘 Mattina: pianificazione e ispirazione La mia giornata inizia presto. Dopo colazione, dedico la prima parte della mattina ad aggiornarmi: guardo cosa sta succedendo sui social, analizzo i dati dei post pubblicati il giorno prima e mi prendo del tempo per leggere, prendere ispirazione o definire i contenuti da creare. Uso Notion o Google Calendar per gestire tutto: il calendario editoriale, le scadenze dei brand, le idee da sviluppare. La parola chiave? Pianificazione. 🎥 Metà mattina: produzione dei contenuti Una buona parte del mio tempo va nella creazione di contenuti: che siano foto per Instagram, reel, TikTok, video per YouTube o post per il blog, tutto richiede tempo e cura. Spesso concentro più contenuti nella stessa giornata (batching), così riesco a lavorare con più calma nei giorni successivi. La produzione non è solo “creativa”: c’è uno studio dietro. Ogni contenuto deve rispettare una linea visiva, una strategia e, se è una collaborazione, anche un brief preciso. 📬 Pomeriggio: collaborazioni e relazioni con i brand Nel pomeriggio mi dedico alle email, alle call con i brand e alla parte più “aziendale” del mio lavoro. Rispondo a proposte di collaborazione, negozio contratti, invio preventivi o fatture. Ogni collaborazione è un piccolo progetto da gestire: ci sono obiettivi, scadenze, revisioni. Spesso devo anche consegnare i contenuti per l’approvazione, seguire feedback, fare modifiche. È la parte meno visibile, ma assolutamente fondamentale. 💬 Fine giornata: engagement e community La sera è il momento in cui mi dedico alla community. Rispondo ai messaggi, ai commenti, ricondivido storie, apro box domande o curo i contenuti più personali. Non c’è crescita senza dialogo: per me, è proprio qui che si crea la relazione vera. È anche il momento in cui mi confronto con le persone che mi seguono, raccolgo feedback e scopro nuovi spunti per i contenuti futuri. 🌙 Serata: recap e preparazione Prima di staccare, faccio un recap della giornata: cosa ho concluso, cosa va spostato, che contenuti pubblicherò domani. A volte butto giù idee al volo o aggiorno il piano settimanale. Il lavoro di influencer è fluido, ma serve organizzazione se vuoi farlo con costanza e professionalità. Essere influencer è molto più che stare davanti a una fotocamera. È comunicazione, strategia, gestione. Serve tempo, dedizione e una grande passione. Ma quando vedi che la tua community cresce con te, che un brand si fida del tuo lavoro, o che un contenuto ha davvero ispirato qualcuno… capisci che ne vale ogni minuto. #vitadainfluencer #organizzazionedigitale #calendarioeditoriale #collaborazionibrand #contentcreatorlife #influenceritalia #imprenditoriadigitale #giornatatipo
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  • UGC (User Generated Content): come trasformarlo in un lavoro

    Fino a poco tempo fa, i contenuti generati dagli utenti erano visti solo come un “bonus” per i brand. Oggi, invece, l’UGC (User Generated Content) è diventato un vero asset strategico — e per molti creator, una fonte di reddito concreta.
    Da Impresa.biz, lo vediamo ogni giorno: sempre più aziende cercano contenuti autentici, naturali, creati da persone comuni ma con uno stile curato e comunicativo. In questo articolo ti spieghiamo come puoi trasformare la creazione di UGC in una vera e propria attività professionale.

    Cos’è l’UGC (e perché interessa ai brand)
    L’UGC è qualsiasi contenuto creato dagli utenti o dai consumatori — foto, video, recensioni, unboxing, reel, stories — che racconta un’esperienza reale con un prodotto o servizio.

    Per i brand, questo tipo di contenuto vale oro: è più credibile della pubblicità tradizionale, performa meglio sui social e costa meno rispetto alle produzioni classiche.
    Ecco perché sono sempre di più le aziende che pagano i creator UGC per realizzare contenuti “spontanei” ma ben fatti, da usare nelle proprie campagne o sui social aziendali.

    UGC creator: chi è e cosa fa
    L’UGC creator è una figura che realizza contenuti per conto dei brand, ma senza necessariamente pubblicarli sul proprio profilo. Non serve avere migliaia di follower: conta saper creare contenuti che funzionano, coinvolgono e convertono.

    Cosa può includere un lavoro da UGC creator?
    -Video recensioni o “how to”
    -Unboxing
    -Testimonianze d’uso
    -Tutorial brevi
    -Reel o TikTok in stile nativo
    -Foto prodotto “lifestyle”
    -Voice over o script naturali

    Come iniziare a lavorare come UGC creator
    1. Studia il formato
    Prima di proporti, analizza gli UGC che funzionano: voci naturali, montaggio semplice, storytelling diretto. Guarda cosa fanno altri creator su TikTok, Instagram e YouTube Shorts. L’obiettivo è imitare lo stile reale, non creare spot pubblicitari.

    2. Costruisci un portfolio UGC
    Prepara una selezione di video o foto demo, anche senza un brand reale. Puoi usare prodotti che già hai in casa per creare contenuti “di prova”. Questo serve a mostrare cosa sai fare, il tuo stile, la qualità tecnica e comunicativa.
    Pro tip: crea un portfolio PDF o una landing page con link ai tuoi contenuti.

    3. Stabilisci il tuo listino
    Anche se sei all’inizio, non lavorare gratis. Prepara un listino base: ad esempio, 1 video UGC da 30-60 sec a XX€, pacchetti da 3-5 contenuti, oppure opzioni con revisione inclusa.

    4. Cerca i primi clienti
    Puoi iniziare proponendoti a piccoli brand locali, e-commerce, startup. Usa Instagram, TikTok o LinkedIn per entrare in contatto diretto. Oppure iscriviti a piattaforme specifiche per UGC creator.

    Dove trovare opportunità UGC
    Ecco alcune risorse utili:
    -Piattaforme UGC (come Billo, Trend, Influee)
    -Gruppi Facebook e community di creator
    -LinkedIn (usalo per raccontare il tuo progetto e intercettare marketer)
    -E-mail dirette ai brand (con link al tuo portfolio)

    Il lavoro da UGC creator è una vera opportunità professionale, anche per chi non ha grandi numeri sui social. Quello che conta è saper raccontare i prodotti con autenticità, chiarezza e un pizzico di creatività.
    Da Impresa.biz, lo diciamo sempre: oggi più che mai, la professionalità passa anche dai micro-contenuti. E chi li sa fare bene ha un vantaggio competitivo enorme.

    #UGC #UserGeneratedContent #UGCcreator #LavoroDigitale #ContentCreation #VideoMarketing #MicroInfluencer #ImpresaDigitale #CollaborazioniBrand #NuoviLavori
    UGC (User Generated Content): come trasformarlo in un lavoro Fino a poco tempo fa, i contenuti generati dagli utenti erano visti solo come un “bonus” per i brand. Oggi, invece, l’UGC (User Generated Content) è diventato un vero asset strategico — e per molti creator, una fonte di reddito concreta. Da Impresa.biz, lo vediamo ogni giorno: sempre più aziende cercano contenuti autentici, naturali, creati da persone comuni ma con uno stile curato e comunicativo. In questo articolo ti spieghiamo come puoi trasformare la creazione di UGC in una vera e propria attività professionale. Cos’è l’UGC (e perché interessa ai brand) L’UGC è qualsiasi contenuto creato dagli utenti o dai consumatori — foto, video, recensioni, unboxing, reel, stories — che racconta un’esperienza reale con un prodotto o servizio. Per i brand, questo tipo di contenuto vale oro: è più credibile della pubblicità tradizionale, performa meglio sui social e costa meno rispetto alle produzioni classiche. Ecco perché sono sempre di più le aziende che pagano i creator UGC per realizzare contenuti “spontanei” ma ben fatti, da usare nelle proprie campagne o sui social aziendali. UGC creator: chi è e cosa fa L’UGC creator è una figura che realizza contenuti per conto dei brand, ma senza necessariamente pubblicarli sul proprio profilo. Non serve avere migliaia di follower: conta saper creare contenuti che funzionano, coinvolgono e convertono. Cosa può includere un lavoro da UGC creator? -Video recensioni o “how to” -Unboxing -Testimonianze d’uso -Tutorial brevi -Reel o TikTok in stile nativo -Foto prodotto “lifestyle” -Voice over o script naturali Come iniziare a lavorare come UGC creator 1. Studia il formato Prima di proporti, analizza gli UGC che funzionano: voci naturali, montaggio semplice, storytelling diretto. Guarda cosa fanno altri creator su TikTok, Instagram e YouTube Shorts. L’obiettivo è imitare lo stile reale, non creare spot pubblicitari. 2. Costruisci un portfolio UGC Prepara una selezione di video o foto demo, anche senza un brand reale. Puoi usare prodotti che già hai in casa per creare contenuti “di prova”. Questo serve a mostrare cosa sai fare, il tuo stile, la qualità tecnica e comunicativa. 🎯 Pro tip: crea un portfolio PDF o una landing page con link ai tuoi contenuti. 3. Stabilisci il tuo listino Anche se sei all’inizio, non lavorare gratis. Prepara un listino base: ad esempio, 1 video UGC da 30-60 sec a XX€, pacchetti da 3-5 contenuti, oppure opzioni con revisione inclusa. 4. Cerca i primi clienti Puoi iniziare proponendoti a piccoli brand locali, e-commerce, startup. Usa Instagram, TikTok o LinkedIn per entrare in contatto diretto. Oppure iscriviti a piattaforme specifiche per UGC creator. Dove trovare opportunità UGC Ecco alcune risorse utili: -Piattaforme UGC (come Billo, Trend, Influee) -Gruppi Facebook e community di creator -LinkedIn (usalo per raccontare il tuo progetto e intercettare marketer) -E-mail dirette ai brand (con link al tuo portfolio) Il lavoro da UGC creator è una vera opportunità professionale, anche per chi non ha grandi numeri sui social. Quello che conta è saper raccontare i prodotti con autenticità, chiarezza e un pizzico di creatività. Da Impresa.biz, lo diciamo sempre: oggi più che mai, la professionalità passa anche dai micro-contenuti. E chi li sa fare bene ha un vantaggio competitivo enorme. #UGC #UserGeneratedContent #UGCcreator #LavoroDigitale #ContentCreation #VideoMarketing #MicroInfluencer #ImpresaDigitale #CollaborazioniBrand #NuoviLavori
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  • Come creare un Media Kit efficace per proporsi ai brand

    Negli ultimi anni, abbiamo visto un cambiamento radicale nel modo in cui i creator, le aziende e i professionisti si propongono ai brand. Il Media Kit, da semplice documento di presentazione, è diventato uno strumento chiave per comunicare il proprio valore, attrarre collaborazioni e distinguersi in un mercato affollato. In questo articolo vi spieghiamo come crearne uno davvero efficace.

    Cos’è un Media Kit e perché è importante?
    Un Media Kit è un documento (digitale o stampabile) che presenta chi siete, cosa fate, quali risultati avete ottenuto e perché un brand dovrebbe collaborare proprio con voi. Serve a risparmiare tempo, a fare una buona prima impressione e a dimostrare professionalità.

    Che siate influencer, podcaster, blogger, freelance o piccole realtà editoriali, un Media Kit ben fatto è spesso la differenza tra una collaborazione andata a buon fine e un’e-mail rimasta senza risposta.

    Gli elementi fondamentali di un Media Kit
    Ecco cosa non può mancare in un Media Kit completo ed efficace:
    1. Chi sei
    Una breve bio professionale: chi sei, cosa fai, qual è la tua mission. Punta sull’autenticità, ma resta focalizzato/a su cosa puoi offrire a un brand.
    2. I tuoi numeri
    Includi dati aggiornati e concreti: follower, visite mensili al sito, ascolti podcast, tasso di engagement, newsletter iscritti… Qualunque metrica sia rilevante per la tua attività.
    Consiglio: meglio pochi dati precisi che tanti numeri generici o gonfiati.

    3. Il tuo pubblico
    Descrivi il tuo target: età, genere, provenienza geografica, interessi principali. I brand cercano creator che parlano a nicchie specifiche: mostra che conosci la tua audience.
    4. Cosa offri
    Presenta i tuoi servizi: post sponsorizzati, recensioni, unboxing, interviste, eventi dal vivo, branded content, partnership di lungo termine. Specifica i formati e le piattaforme.
    5. Collaborazioni precedenti
    Se hai già lavorato con brand, mostrali! Includi loghi, mini case study o brevi testimonianze. Attestano la tua credibilità e il tuo impatto.
    6. Contatti e call to action
    Non dimenticare una sezione finale con i tuoi contatti, link ai social e un invito chiaro all’azione: "Scrivimi per collaborare", "Prenota una call", "Richiedi il mio listino prezzi".

    Come presentarlo
    Il Media Kit deve essere visivamente curato, coerente con il tuo brand e semplice da consultare. Usa un design pulito, professionale e assicurati che sia in formato PDF facilmente allegabile o scaricabile da un link.

    Strumenti utili: Canva, Adobe Express, Figma (per i più esperti) offrono template già pronti che puoi personalizzare.

    Aggiornalo regolarmente
    Un errore comune è dimenticarsi di aggiornarlo: cambia i dati almeno ogni 2-3 mesi, aggiungi nuove collaborazioni e mantieni viva l’energia del tuo progetto.

    Creare un Media Kit efficace richiede attenzione, strategia e autenticità. Non si tratta solo di fare bella figura, ma di presentarsi come partner di valore, pronto a portare risultati. Ricorda: il Media Kit è il tuo biglietto da visita nel mondo delle collaborazioni. Fallo parlare per te, nel modo giusto.

    #MediaKit #PersonalBranding #CollaborazioniBrand #DigitalMarketing #ContentCreator #InfluencerMarketing #ImpresaDigitale #CrescitaProfessionale #VisibilitàOnline #StrategieDigitali
    Come creare un Media Kit efficace per proporsi ai brand Negli ultimi anni, abbiamo visto un cambiamento radicale nel modo in cui i creator, le aziende e i professionisti si propongono ai brand. Il Media Kit, da semplice documento di presentazione, è diventato uno strumento chiave per comunicare il proprio valore, attrarre collaborazioni e distinguersi in un mercato affollato. In questo articolo vi spieghiamo come crearne uno davvero efficace. Cos’è un Media Kit e perché è importante? Un Media Kit è un documento (digitale o stampabile) che presenta chi siete, cosa fate, quali risultati avete ottenuto e perché un brand dovrebbe collaborare proprio con voi. Serve a risparmiare tempo, a fare una buona prima impressione e a dimostrare professionalità. Che siate influencer, podcaster, blogger, freelance o piccole realtà editoriali, un Media Kit ben fatto è spesso la differenza tra una collaborazione andata a buon fine e un’e-mail rimasta senza risposta. Gli elementi fondamentali di un Media Kit Ecco cosa non può mancare in un Media Kit completo ed efficace: 1. Chi sei Una breve bio professionale: chi sei, cosa fai, qual è la tua mission. Punta sull’autenticità, ma resta focalizzato/a su cosa puoi offrire a un brand. 2. I tuoi numeri Includi dati aggiornati e concreti: follower, visite mensili al sito, ascolti podcast, tasso di engagement, newsletter iscritti… Qualunque metrica sia rilevante per la tua attività. 📌 Consiglio: meglio pochi dati precisi che tanti numeri generici o gonfiati. 3. Il tuo pubblico Descrivi il tuo target: età, genere, provenienza geografica, interessi principali. I brand cercano creator che parlano a nicchie specifiche: mostra che conosci la tua audience. 4. Cosa offri Presenta i tuoi servizi: post sponsorizzati, recensioni, unboxing, interviste, eventi dal vivo, branded content, partnership di lungo termine. Specifica i formati e le piattaforme. 5. Collaborazioni precedenti Se hai già lavorato con brand, mostrali! Includi loghi, mini case study o brevi testimonianze. Attestano la tua credibilità e il tuo impatto. 6. Contatti e call to action Non dimenticare una sezione finale con i tuoi contatti, link ai social e un invito chiaro all’azione: "Scrivimi per collaborare", "Prenota una call", "Richiedi il mio listino prezzi". Come presentarlo Il Media Kit deve essere visivamente curato, coerente con il tuo brand e semplice da consultare. Usa un design pulito, professionale e assicurati che sia in formato PDF facilmente allegabile o scaricabile da un link. 🎨 Strumenti utili: Canva, Adobe Express, Figma (per i più esperti) offrono template già pronti che puoi personalizzare. Aggiornalo regolarmente Un errore comune è dimenticarsi di aggiornarlo: cambia i dati almeno ogni 2-3 mesi, aggiungi nuove collaborazioni e mantieni viva l’energia del tuo progetto. Creare un Media Kit efficace richiede attenzione, strategia e autenticità. Non si tratta solo di fare bella figura, ma di presentarsi come partner di valore, pronto a portare risultati. Ricorda: il Media Kit è il tuo biglietto da visita nel mondo delle collaborazioni. Fallo parlare per te, nel modo giusto. #MediaKit #PersonalBranding #CollaborazioniBrand #DigitalMarketing #ContentCreator #InfluencerMarketing #ImpresaDigitale #CrescitaProfessionale #VisibilitàOnline #StrategieDigitali
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  • Quanto Farsi Pagare e Come Proporre una Collaborazione se Sei un Influencer


    Parlare di soldi nel mondo degli influencer spesso è ancora un tabù. Ma se vuoi fare sul serio, devi sapere quanto vali e come comunicarlo in modo professionale.
    E no: il numero di follower non è l’unico metro di misura. I brand oggi guardano molto di più all’engagement, alla qualità dei contenuti e all’allineamento con i valori del marchio.

    1. Quanto Farsi Pagare: Le Variabili da Considerare
    Non esiste un “prezzo fisso” per post o story, ma ci sono parametri che puoi usare per costruire il tuo listino:

    Le 5 principali variabili:
    -Numero di follower
    -Engagement rate (like, commenti, interazioni reali)
    -Qualità dei contenuti (foto, video, storytelling)
    -Settore (beauty e fashion pagano di più, ad esempio)
    -Tipologia di contenuto (post statico, reel, stories, YouTube, newsletter, ecc.)

    Fasce indicative (ma flessibili):
    -Nano-influencer (1K–10K): 30–100 € a contenuto
    -Micro-influencer (10K–50K): 100–500 €
    -Mid-tier (50K–200K): 500–2.000 €
    -Macro e Top influencer: da 2.000 € in su
    Il consiglio? Parti con prezzi sostenibili ma non svalutarti. Offri pacchetti (es. 1 reel + 3 stories) e mostra sempre il valore che offri.

    2. Come Proporre una Collaborazione
    Per essere presi sul serio, non basta dire "lavoro con i brand": bisogna saper comunicare in modo chiaro, ordinato e professionale.

    Passaggi fondamentali:
    -Prepara il media kit (chi sei, cosa fai, numeri, esempi di lavori precedenti)
    -Identifica il referente giusto (ufficio marketing, PR agency, ecc.)
    -Invia un’e-mail o DM breve ma professionale
    Segui con una proposta personalizzata
    Offri 2-3 opzioni con contenuti, tempistiche e compensi.

    3. Cosa Includere in una Proposta Commerciale
    Un documento semplice e professionale (anche in PDF) con:
    -Obiettivo della collaborazione
    -Tipologia di contenuto proposta
    -Date previste
    -Diritti d’uso (es. se il brand può usare il tuo contenuto per ADV)
    -Prezzo totale + eventuali note (revisione, format extra, ecc.)
    Pro tip: mostra cosa guadagna il brand, non solo cosa pagherà. Conversioni, reach media, contenuti di qualità.

    Sapersi far pagare non è arroganza: è professionalità.
    Più sei chiaro, strutturato e coerente nelle tue proposte, più i brand ti considereranno una vera risorsa e non “l’influencer della domenica”.

    Non aver paura di parlare di budget.
    Chi ti paga di più, ti rispetta di più.

    #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #influencermarketing #tariffariinfluencer #guadagnareconisocial #personalbranding #microinfluencer #creatoritalia
    Quanto Farsi Pagare e Come Proporre una Collaborazione se Sei un Influencer Parlare di soldi nel mondo degli influencer spesso è ancora un tabù. Ma se vuoi fare sul serio, devi sapere quanto vali e come comunicarlo in modo professionale. E no: il numero di follower non è l’unico metro di misura. I brand oggi guardano molto di più all’engagement, alla qualità dei contenuti e all’allineamento con i valori del marchio. 1. Quanto Farsi Pagare: Le Variabili da Considerare Non esiste un “prezzo fisso” per post o story, ma ci sono parametri che puoi usare per costruire il tuo listino: ✅ Le 5 principali variabili: -Numero di follower -Engagement rate (like, commenti, interazioni reali) -Qualità dei contenuti (foto, video, storytelling) -Settore (beauty e fashion pagano di più, ad esempio) -Tipologia di contenuto (post statico, reel, stories, YouTube, newsletter, ecc.) 💰 Fasce indicative (ma flessibili): -Nano-influencer (1K–10K): 30–100 € a contenuto -Micro-influencer (10K–50K): 100–500 € -Mid-tier (50K–200K): 500–2.000 € -Macro e Top influencer: da 2.000 € in su 💡 Il consiglio? Parti con prezzi sostenibili ma non svalutarti. Offri pacchetti (es. 1 reel + 3 stories) e mostra sempre il valore che offri. 2. Come Proporre una Collaborazione Per essere presi sul serio, non basta dire "lavoro con i brand": bisogna saper comunicare in modo chiaro, ordinato e professionale. 📩 Passaggi fondamentali: -Prepara il media kit (chi sei, cosa fai, numeri, esempi di lavori precedenti) -Identifica il referente giusto (ufficio marketing, PR agency, ecc.) -Invia un’e-mail o DM breve ma professionale Segui con una proposta personalizzata Offri 2-3 opzioni con contenuti, tempistiche e compensi. 3. Cosa Includere in una Proposta Commerciale Un documento semplice e professionale (anche in PDF) con: -Obiettivo della collaborazione -Tipologia di contenuto proposta -Date previste -Diritti d’uso (es. se il brand può usare il tuo contenuto per ADV) -Prezzo totale + eventuali note (revisione, format extra, ecc.) 🧠 Pro tip: mostra cosa guadagna il brand, non solo cosa pagherà. Conversioni, reach media, contenuti di qualità. Sapersi far pagare non è arroganza: è professionalità. Più sei chiaro, strutturato e coerente nelle tue proposte, più i brand ti considereranno una vera risorsa e non “l’influencer della domenica”. Non aver paura di parlare di budget. Chi ti paga di più, ti rispetta di più. #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #influencermarketing #tariffariinfluencer #guadagnareconisocial #personalbranding #microinfluencer #creatoritalia
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  • Come Trovare e Contattare i Brand: Guida per Influencer che Vogliono Collaborare sul Serio
    di [Tuo Nome], influencer e content creator

    Una delle domande che ricevo più spesso da chi vuole iniziare a lavorare come influencer è:
    “Come fai a collaborare con i brand?”

    La verità è che, soprattutto all’inizio, non sono i brand a venire da te: sei tu che devi farti avanti.
    Ma non basta mandare un DM su Instagram con scritto “Ciao, collaboriamo?” — serve un approccio strategico, professionale e umano allo stesso tempo.

    Ecco come faccio io.

    1. Trova i Brand Giusti per la Tua Nicchia
    Prima di scrivere a un brand, chiediti:

    È in linea con i miei valori?

    Può interessare davvero alla mia community?

    Mi vedrei davvero a usare i loro prodotti o servizi?

    Dove cercare:
    Instagram: cerca tra i profili seguiti dai tuoi follower, o tra i contenuti sponsorizzati nella tua nicchia.

    Marketplace per creator: come Influencer Hub, Upfluence, Heepsy, Buzzoole, ecc.

    Newsletter e PR agency: molte agenzie inviano regolarmente call per campagne. Iscriviti.

    Amazon o e-commerce di settore: per trovare brand emergenti che potrebbero voler investire in micro o nano-influencer.

    2. Prepara il Tuo Media Kit
    Il media kit è il tuo biglietto da visita. Anche se hai pochi follower, presentarti in modo professionale fa subito la differenza.

    Cosa includere:
    -Chi sei e cosa fai
    -I tuoi dati principali (follower, engagement rate, target)
    -Alcuni esempi di contenuti o collaborazioni
    -Pacchetti o servizi offerti (post, storie, reel, ecc.)
    -Contatti
    Un consiglio: formato PDF, ben impaginato, max 2-3 pagine. Canva è perfetto per realizzarlo.

    3. Come Contattare il Brand (E-mail > DM)
    Sì, puoi iniziare con un DM, ma l’obiettivo è passare subito a un contatto via email. Ecco come strutturo la mia email di primo contatto:

    Oggetto:
    Proposta di collaborazione – [Tuo Nome] x [Nome Brand]

    Corpo del messaggio:
    Ciao [Nome del referente o “Team”],
    Mi chiamo [Tuo Nome], sono un content creator attivo nel settore [es. lifestyle/beauty/fitness], con una community molto coinvolta e in target con il vostro brand.
    Ho avuto modo di conoscere i vostri prodotti e li trovo assolutamente in linea con i valori che promuovo nel mio profilo.
    Mi piacerebbe proporvi una possibile collaborazione per raccontare il vostro prodotto/servizio attraverso contenuti autentici e creativi.
    In allegato trovate il mio media kit con tutti i dettagli.

    Resto a disposizione e vi ringrazio per l’attenzione!

    Un saluto,
    [Tuo Nome + link Instagram, email, sito se disponibile]

    4. Segui le Risposte (o i Silenzi)
    Se un brand non risponde, non è un “no” per sempre. Aspetta 7-10 giorni e poi manda un breve follow-up:

    “Ciao! Volevo solo sapere se avete avuto modo di vedere la mia proposta
    Essere costanti, educati e professionali è ciò che nel tempo costruisce credibilità.

    5. Costruisci Relazioni, Non Solo Collaborazioni
    Ogni collaborazione è un’opportunità per costruire un rapporto. Dopo una campagna:
    -Ringrazia il brand per la fiducia
    -Invia i contenuti anche via email, già ordinati
    -Chiedi feedback
    -Offriti per future iniziative
    Molti dei miei lavori migliori sono arrivati non dalla prima mail, ma dal modo in cui ho gestito il post-collaborazione.

    Trovare e contattare i brand non è un colpo di fortuna, ma un lavoro fatto di ricerca, posizionamento e relazioni vere.
    Se hai una community attiva, dei valori chiari e ti presenti in modo professionale, hai già tutto quello che serve per iniziare a lavorare con i brand.

    Non aspettare che ti scoprano: fatti trovare.

    #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #personalbranding #influencermarketing #communitybuilding #brandpartnerships #creatoritalia #impresadigitale
    Come Trovare e Contattare i Brand: Guida per Influencer che Vogliono Collaborare sul Serio di [Tuo Nome], influencer e content creator Una delle domande che ricevo più spesso da chi vuole iniziare a lavorare come influencer è: “Come fai a collaborare con i brand?” La verità è che, soprattutto all’inizio, non sono i brand a venire da te: sei tu che devi farti avanti. Ma non basta mandare un DM su Instagram con scritto “Ciao, collaboriamo?” — serve un approccio strategico, professionale e umano allo stesso tempo. Ecco come faccio io. 1. Trova i Brand Giusti per la Tua Nicchia Prima di scrivere a un brand, chiediti: È in linea con i miei valori? Può interessare davvero alla mia community? Mi vedrei davvero a usare i loro prodotti o servizi? Dove cercare: Instagram: cerca tra i profili seguiti dai tuoi follower, o tra i contenuti sponsorizzati nella tua nicchia. Marketplace per creator: come Influencer Hub, Upfluence, Heepsy, Buzzoole, ecc. Newsletter e PR agency: molte agenzie inviano regolarmente call per campagne. Iscriviti. Amazon o e-commerce di settore: per trovare brand emergenti che potrebbero voler investire in micro o nano-influencer. 2. Prepara il Tuo Media Kit Il media kit è il tuo biglietto da visita. Anche se hai pochi follower, presentarti in modo professionale fa subito la differenza. Cosa includere: -Chi sei e cosa fai -I tuoi dati principali (follower, engagement rate, target) -Alcuni esempi di contenuti o collaborazioni -Pacchetti o servizi offerti (post, storie, reel, ecc.) -Contatti Un consiglio: formato PDF, ben impaginato, max 2-3 pagine. Canva è perfetto per realizzarlo. 3. Come Contattare il Brand (E-mail > DM) Sì, puoi iniziare con un DM, ma l’obiettivo è passare subito a un contatto via email. Ecco come strutturo la mia email di primo contatto: Oggetto: Proposta di collaborazione – [Tuo Nome] x [Nome Brand] Corpo del messaggio: Ciao [Nome del referente o “Team”], Mi chiamo [Tuo Nome], sono un content creator attivo nel settore [es. lifestyle/beauty/fitness], con una community molto coinvolta e in target con il vostro brand. Ho avuto modo di conoscere i vostri prodotti e li trovo assolutamente in linea con i valori che promuovo nel mio profilo. Mi piacerebbe proporvi una possibile collaborazione per raccontare il vostro prodotto/servizio attraverso contenuti autentici e creativi. In allegato trovate il mio media kit con tutti i dettagli. Resto a disposizione e vi ringrazio per l’attenzione! Un saluto, [Tuo Nome + link Instagram, email, sito se disponibile] 4. Segui le Risposte (o i Silenzi) Se un brand non risponde, non è un “no” per sempre. Aspetta 7-10 giorni e poi manda un breve follow-up: “Ciao! Volevo solo sapere se avete avuto modo di vedere la mia proposta 😊” Essere costanti, educati e professionali è ciò che nel tempo costruisce credibilità. 5. Costruisci Relazioni, Non Solo Collaborazioni Ogni collaborazione è un’opportunità per costruire un rapporto. Dopo una campagna: -Ringrazia il brand per la fiducia -Invia i contenuti anche via email, già ordinati -Chiedi feedback -Offriti per future iniziative Molti dei miei lavori migliori sono arrivati non dalla prima mail, ma dal modo in cui ho gestito il post-collaborazione. Trovare e contattare i brand non è un colpo di fortuna, ma un lavoro fatto di ricerca, posizionamento e relazioni vere. Se hai una community attiva, dei valori chiari e ti presenti in modo professionale, hai già tutto quello che serve per iniziare a lavorare con i brand. Non aspettare che ti scoprano: fatti trovare. #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #personalbranding #influencermarketing #communitybuilding #brandpartnerships #creatoritalia #impresadigitale
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