• Co-branding e joint venture digitali: come ho creato partnership che funzionano davvero
    Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che la crescita dipendesse solo dal miglioramento interno: ottimizzare il sito, curare la comunicazione, aumentare il traffico. Tutto vero, ma a un certo punto ho capito una cosa: collaborare con altri brand può moltiplicare le opportunità. Da lì è nata la mia esperienza con il co-branding e le joint venture digitali.

    Cosa intendo per co-branding (e perché funziona)
    Il co-branding è una collaborazione tra due brand che uniscono le forze per creare un prodotto, un’offerta o un’esperienza condivisa. Per me è stato un modo per:

    Raggiungere un pubblico nuovo, ma affine al mio.

    Aumentare la credibilità del mio marchio, associandolo ad aziende che condividono i miei valori.

    Lanciare prodotti unici o edizioni limitate che generano interesse e viralità.

    Un esempio concreto? Ho collaborato con un artigiano locale per creare una linea di packaging personalizzato: lui ci ha messo il design, io la distribuzione. Entrambi abbiamo guadagnato visibilità.

    Le joint venture digitali: come ho costruito alleanze strategiche
    Le joint venture digitali sono un passo oltre: partnership più strutturate, basate su obiettivi comuni (come vendite, lead generation o sviluppo prodotto).

    Nel mio caso, ho fatto squadra con un altro e-commerce specializzato in prodotti complementari ai miei. Abbiamo condiviso:
    -Una campagna di email marketing a database incrociato.
    -Un codice sconto valido su entrambi i siti.
    -Un mini-sito condiviso con landing page a doppio brand.

    Risultato? Tasso di conversione più alto del 30% rispetto alle nostre promo singole, e una crescita visibile anche sui social.

    Cosa ho imparato (anche dagli errori)
    Non tutte le collaborazioni sono efficaci. Ho capito che:
    -Serve un allineamento valoriale tra i brand: la coerenza conta.
    -È importante definire ruoli, obiettivi e benefici reciproci fin dall’inizio.
    -Meglio partire con progetti piccoli, testare, e solo dopo espandere l’alleanza.
    -Un altro punto fondamentale è la comunicazione: aggiorniamoci spesso, misuriamo i risultati insieme e adattiamo la strategia quando serve.

    Quali strumenti ho usato
    -Collaborazioni via social (Instagram, TikTok): reel, live, giveaway congiunti.
    -Tool di tracciamento UTM per monitorare le performance dei link condivisi.
    -CRM e automazioni email per segmentare i clienti provenienti dalle varie campagne.

    Il valore delle partnership nel digitale
    Oggi più che mai, i piccoli brand possono ottenere grandi risultati non facendo tutto da soli, ma scegliendo i partner giusti. Il co-branding e le joint venture digitali mi hanno permesso di:
    -Aumentare la visibilità senza alzare i costi pubblicitari.
    -Rafforzare la community con contenuti e prodotti nuovi.
    -Costruire una rete di contatti preziosa anche per il futuro.

    #Cobranding #JointVentureDigitale #EcommerceStrategy #CollaborazioniBrand #MarketingCollaborativo #DigitalPartnership #Branding #GrowthHacking #PiccoleImprese #EcommerceItalia
    Co-branding e joint venture digitali: come ho creato partnership che funzionano davvero Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che la crescita dipendesse solo dal miglioramento interno: ottimizzare il sito, curare la comunicazione, aumentare il traffico. Tutto vero, ma a un certo punto ho capito una cosa: collaborare con altri brand può moltiplicare le opportunità. Da lì è nata la mia esperienza con il co-branding e le joint venture digitali. Cosa intendo per co-branding (e perché funziona) Il co-branding è una collaborazione tra due brand che uniscono le forze per creare un prodotto, un’offerta o un’esperienza condivisa. Per me è stato un modo per: Raggiungere un pubblico nuovo, ma affine al mio. Aumentare la credibilità del mio marchio, associandolo ad aziende che condividono i miei valori. Lanciare prodotti unici o edizioni limitate che generano interesse e viralità. 👉 Un esempio concreto? Ho collaborato con un artigiano locale per creare una linea di packaging personalizzato: lui ci ha messo il design, io la distribuzione. Entrambi abbiamo guadagnato visibilità. Le joint venture digitali: come ho costruito alleanze strategiche Le joint venture digitali sono un passo oltre: partnership più strutturate, basate su obiettivi comuni (come vendite, lead generation o sviluppo prodotto). Nel mio caso, ho fatto squadra con un altro e-commerce specializzato in prodotti complementari ai miei. Abbiamo condiviso: -Una campagna di email marketing a database incrociato. -Un codice sconto valido su entrambi i siti. -Un mini-sito condiviso con landing page a doppio brand. Risultato? Tasso di conversione più alto del 30% rispetto alle nostre promo singole, e una crescita visibile anche sui social. Cosa ho imparato (anche dagli errori) Non tutte le collaborazioni sono efficaci. Ho capito che: -Serve un allineamento valoriale tra i brand: la coerenza conta. -È importante definire ruoli, obiettivi e benefici reciproci fin dall’inizio. -Meglio partire con progetti piccoli, testare, e solo dopo espandere l’alleanza. -Un altro punto fondamentale è la comunicazione: aggiorniamoci spesso, misuriamo i risultati insieme e adattiamo la strategia quando serve. Quali strumenti ho usato -Collaborazioni via social (Instagram, TikTok): reel, live, giveaway congiunti. -Tool di tracciamento UTM per monitorare le performance dei link condivisi. -CRM e automazioni email per segmentare i clienti provenienti dalle varie campagne. Il valore delle partnership nel digitale Oggi più che mai, i piccoli brand possono ottenere grandi risultati non facendo tutto da soli, ma scegliendo i partner giusti. Il co-branding e le joint venture digitali mi hanno permesso di: -Aumentare la visibilità senza alzare i costi pubblicitari. -Rafforzare la community con contenuti e prodotti nuovi. -Costruire una rete di contatti preziosa anche per il futuro. #Cobranding #JointVentureDigitale #EcommerceStrategy #CollaborazioniBrand #MarketingCollaborativo #DigitalPartnership #Branding #GrowthHacking #PiccoleImprese #EcommerceItalia
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  • La mia giornata tipo da influencer professionista: tra creatività, contenuti e collaborazioni
    Fare l’influencer non è solo fare “una foto carina” e postarla. È un lavoro vero, con ritmi serrati, scadenze, obiettivi e soprattutto tanta organizzazione. In questo articolo voglio raccontarti com’è strutturata la mia giornata tipo, tra produzione di contenuti, gestione dei brand e relazione con la community.

    Mattina: pianificazione e ispirazione
    La mia giornata inizia presto. Dopo colazione, dedico la prima parte della mattina ad aggiornarmi: guardo cosa sta succedendo sui social, analizzo i dati dei post pubblicati il giorno prima e mi prendo del tempo per leggere, prendere ispirazione o definire i contenuti da creare.

    Uso Notion o Google Calendar per gestire tutto: il calendario editoriale, le scadenze dei brand, le idee da sviluppare. La parola chiave? Pianificazione.

    Metà mattina: produzione dei contenuti
    Una buona parte del mio tempo va nella creazione di contenuti: che siano foto per Instagram, reel, TikTok, video per YouTube o post per il blog, tutto richiede tempo e cura. Spesso concentro più contenuti nella stessa giornata (batching), così riesco a lavorare con più calma nei giorni successivi.

    La produzione non è solo “creativa”: c’è uno studio dietro. Ogni contenuto deve rispettare una linea visiva, una strategia e, se è una collaborazione, anche un brief preciso.

    Pomeriggio: collaborazioni e relazioni con i brand
    Nel pomeriggio mi dedico alle email, alle call con i brand e alla parte più “aziendale” del mio lavoro. Rispondo a proposte di collaborazione, negozio contratti, invio preventivi o fatture. Ogni collaborazione è un piccolo progetto da gestire: ci sono obiettivi, scadenze, revisioni.

    Spesso devo anche consegnare i contenuti per l’approvazione, seguire feedback, fare modifiche. È la parte meno visibile, ma assolutamente fondamentale.

    Fine giornata: engagement e community
    La sera è il momento in cui mi dedico alla community. Rispondo ai messaggi, ai commenti, ricondivido storie, apro box domande o curo i contenuti più personali. Non c’è crescita senza dialogo: per me, è proprio qui che si crea la relazione vera.

    È anche il momento in cui mi confronto con le persone che mi seguono, raccolgo feedback e scopro nuovi spunti per i contenuti futuri.

    Serata: recap e preparazione
    Prima di staccare, faccio un recap della giornata: cosa ho concluso, cosa va spostato, che contenuti pubblicherò domani. A volte butto giù idee al volo o aggiorno il piano settimanale. Il lavoro di influencer è fluido, ma serve organizzazione se vuoi farlo con costanza e professionalità.

    Essere influencer è molto più che stare davanti a una fotocamera. È comunicazione, strategia, gestione. Serve tempo, dedizione e una grande passione.
    Ma quando vedi che la tua community cresce con te, che un brand si fida del tuo lavoro, o che un contenuto ha davvero ispirato qualcuno… capisci che ne vale ogni minuto.

    #vitadainfluencer #organizzazionedigitale #calendarioeditoriale #collaborazionibrand #contentcreatorlife #influenceritalia #imprenditoriadigitale #giornatatipo
    La mia giornata tipo da influencer professionista: tra creatività, contenuti e collaborazioni Fare l’influencer non è solo fare “una foto carina” e postarla. È un lavoro vero, con ritmi serrati, scadenze, obiettivi e soprattutto tanta organizzazione. In questo articolo voglio raccontarti com’è strutturata la mia giornata tipo, tra produzione di contenuti, gestione dei brand e relazione con la community. 🕘 Mattina: pianificazione e ispirazione La mia giornata inizia presto. Dopo colazione, dedico la prima parte della mattina ad aggiornarmi: guardo cosa sta succedendo sui social, analizzo i dati dei post pubblicati il giorno prima e mi prendo del tempo per leggere, prendere ispirazione o definire i contenuti da creare. Uso Notion o Google Calendar per gestire tutto: il calendario editoriale, le scadenze dei brand, le idee da sviluppare. La parola chiave? Pianificazione. 🎥 Metà mattina: produzione dei contenuti Una buona parte del mio tempo va nella creazione di contenuti: che siano foto per Instagram, reel, TikTok, video per YouTube o post per il blog, tutto richiede tempo e cura. Spesso concentro più contenuti nella stessa giornata (batching), così riesco a lavorare con più calma nei giorni successivi. La produzione non è solo “creativa”: c’è uno studio dietro. Ogni contenuto deve rispettare una linea visiva, una strategia e, se è una collaborazione, anche un brief preciso. 📬 Pomeriggio: collaborazioni e relazioni con i brand Nel pomeriggio mi dedico alle email, alle call con i brand e alla parte più “aziendale” del mio lavoro. Rispondo a proposte di collaborazione, negozio contratti, invio preventivi o fatture. Ogni collaborazione è un piccolo progetto da gestire: ci sono obiettivi, scadenze, revisioni. Spesso devo anche consegnare i contenuti per l’approvazione, seguire feedback, fare modifiche. È la parte meno visibile, ma assolutamente fondamentale. 💬 Fine giornata: engagement e community La sera è il momento in cui mi dedico alla community. Rispondo ai messaggi, ai commenti, ricondivido storie, apro box domande o curo i contenuti più personali. Non c’è crescita senza dialogo: per me, è proprio qui che si crea la relazione vera. È anche il momento in cui mi confronto con le persone che mi seguono, raccolgo feedback e scopro nuovi spunti per i contenuti futuri. 🌙 Serata: recap e preparazione Prima di staccare, faccio un recap della giornata: cosa ho concluso, cosa va spostato, che contenuti pubblicherò domani. A volte butto giù idee al volo o aggiorno il piano settimanale. Il lavoro di influencer è fluido, ma serve organizzazione se vuoi farlo con costanza e professionalità. Essere influencer è molto più che stare davanti a una fotocamera. È comunicazione, strategia, gestione. Serve tempo, dedizione e una grande passione. Ma quando vedi che la tua community cresce con te, che un brand si fida del tuo lavoro, o che un contenuto ha davvero ispirato qualcuno… capisci che ne vale ogni minuto. #vitadainfluencer #organizzazionedigitale #calendarioeditoriale #collaborazionibrand #contentcreatorlife #influenceritalia #imprenditoriadigitale #giornatatipo
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  • UGC (User Generated Content): come trasformarlo in un lavoro

    Fino a poco tempo fa, i contenuti generati dagli utenti erano visti solo come un “bonus” per i brand. Oggi, invece, l’UGC (User Generated Content) è diventato un vero asset strategico — e per molti creator, una fonte di reddito concreta.
    Da Impresa.biz, lo vediamo ogni giorno: sempre più aziende cercano contenuti autentici, naturali, creati da persone comuni ma con uno stile curato e comunicativo. In questo articolo ti spieghiamo come puoi trasformare la creazione di UGC in una vera e propria attività professionale.

    Cos’è l’UGC (e perché interessa ai brand)
    L’UGC è qualsiasi contenuto creato dagli utenti o dai consumatori — foto, video, recensioni, unboxing, reel, stories — che racconta un’esperienza reale con un prodotto o servizio.

    Per i brand, questo tipo di contenuto vale oro: è più credibile della pubblicità tradizionale, performa meglio sui social e costa meno rispetto alle produzioni classiche.
    Ecco perché sono sempre di più le aziende che pagano i creator UGC per realizzare contenuti “spontanei” ma ben fatti, da usare nelle proprie campagne o sui social aziendali.

    UGC creator: chi è e cosa fa
    L’UGC creator è una figura che realizza contenuti per conto dei brand, ma senza necessariamente pubblicarli sul proprio profilo. Non serve avere migliaia di follower: conta saper creare contenuti che funzionano, coinvolgono e convertono.

    Cosa può includere un lavoro da UGC creator?
    -Video recensioni o “how to”
    -Unboxing
    -Testimonianze d’uso
    -Tutorial brevi
    -Reel o TikTok in stile nativo
    -Foto prodotto “lifestyle”
    -Voice over o script naturali

    Come iniziare a lavorare come UGC creator
    1. Studia il formato
    Prima di proporti, analizza gli UGC che funzionano: voci naturali, montaggio semplice, storytelling diretto. Guarda cosa fanno altri creator su TikTok, Instagram e YouTube Shorts. L’obiettivo è imitare lo stile reale, non creare spot pubblicitari.

    2. Costruisci un portfolio UGC
    Prepara una selezione di video o foto demo, anche senza un brand reale. Puoi usare prodotti che già hai in casa per creare contenuti “di prova”. Questo serve a mostrare cosa sai fare, il tuo stile, la qualità tecnica e comunicativa.
    Pro tip: crea un portfolio PDF o una landing page con link ai tuoi contenuti.

    3. Stabilisci il tuo listino
    Anche se sei all’inizio, non lavorare gratis. Prepara un listino base: ad esempio, 1 video UGC da 30-60 sec a XX€, pacchetti da 3-5 contenuti, oppure opzioni con revisione inclusa.

    4. Cerca i primi clienti
    Puoi iniziare proponendoti a piccoli brand locali, e-commerce, startup. Usa Instagram, TikTok o LinkedIn per entrare in contatto diretto. Oppure iscriviti a piattaforme specifiche per UGC creator.

    Dove trovare opportunità UGC
    Ecco alcune risorse utili:
    -Piattaforme UGC (come Billo, Trend, Influee)
    -Gruppi Facebook e community di creator
    -LinkedIn (usalo per raccontare il tuo progetto e intercettare marketer)
    -E-mail dirette ai brand (con link al tuo portfolio)

    Il lavoro da UGC creator è una vera opportunità professionale, anche per chi non ha grandi numeri sui social. Quello che conta è saper raccontare i prodotti con autenticità, chiarezza e un pizzico di creatività.
    Da Impresa.biz, lo diciamo sempre: oggi più che mai, la professionalità passa anche dai micro-contenuti. E chi li sa fare bene ha un vantaggio competitivo enorme.

    #UGC #UserGeneratedContent #UGCcreator #LavoroDigitale #ContentCreation #VideoMarketing #MicroInfluencer #ImpresaDigitale #CollaborazioniBrand #NuoviLavori
    UGC (User Generated Content): come trasformarlo in un lavoro Fino a poco tempo fa, i contenuti generati dagli utenti erano visti solo come un “bonus” per i brand. Oggi, invece, l’UGC (User Generated Content) è diventato un vero asset strategico — e per molti creator, una fonte di reddito concreta. Da Impresa.biz, lo vediamo ogni giorno: sempre più aziende cercano contenuti autentici, naturali, creati da persone comuni ma con uno stile curato e comunicativo. In questo articolo ti spieghiamo come puoi trasformare la creazione di UGC in una vera e propria attività professionale. Cos’è l’UGC (e perché interessa ai brand) L’UGC è qualsiasi contenuto creato dagli utenti o dai consumatori — foto, video, recensioni, unboxing, reel, stories — che racconta un’esperienza reale con un prodotto o servizio. Per i brand, questo tipo di contenuto vale oro: è più credibile della pubblicità tradizionale, performa meglio sui social e costa meno rispetto alle produzioni classiche. Ecco perché sono sempre di più le aziende che pagano i creator UGC per realizzare contenuti “spontanei” ma ben fatti, da usare nelle proprie campagne o sui social aziendali. UGC creator: chi è e cosa fa L’UGC creator è una figura che realizza contenuti per conto dei brand, ma senza necessariamente pubblicarli sul proprio profilo. Non serve avere migliaia di follower: conta saper creare contenuti che funzionano, coinvolgono e convertono. Cosa può includere un lavoro da UGC creator? -Video recensioni o “how to” -Unboxing -Testimonianze d’uso -Tutorial brevi -Reel o TikTok in stile nativo -Foto prodotto “lifestyle” -Voice over o script naturali Come iniziare a lavorare come UGC creator 1. Studia il formato Prima di proporti, analizza gli UGC che funzionano: voci naturali, montaggio semplice, storytelling diretto. Guarda cosa fanno altri creator su TikTok, Instagram e YouTube Shorts. L’obiettivo è imitare lo stile reale, non creare spot pubblicitari. 2. Costruisci un portfolio UGC Prepara una selezione di video o foto demo, anche senza un brand reale. Puoi usare prodotti che già hai in casa per creare contenuti “di prova”. Questo serve a mostrare cosa sai fare, il tuo stile, la qualità tecnica e comunicativa. 🎯 Pro tip: crea un portfolio PDF o una landing page con link ai tuoi contenuti. 3. Stabilisci il tuo listino Anche se sei all’inizio, non lavorare gratis. Prepara un listino base: ad esempio, 1 video UGC da 30-60 sec a XX€, pacchetti da 3-5 contenuti, oppure opzioni con revisione inclusa. 4. Cerca i primi clienti Puoi iniziare proponendoti a piccoli brand locali, e-commerce, startup. Usa Instagram, TikTok o LinkedIn per entrare in contatto diretto. Oppure iscriviti a piattaforme specifiche per UGC creator. Dove trovare opportunità UGC Ecco alcune risorse utili: -Piattaforme UGC (come Billo, Trend, Influee) -Gruppi Facebook e community di creator -LinkedIn (usalo per raccontare il tuo progetto e intercettare marketer) -E-mail dirette ai brand (con link al tuo portfolio) Il lavoro da UGC creator è una vera opportunità professionale, anche per chi non ha grandi numeri sui social. Quello che conta è saper raccontare i prodotti con autenticità, chiarezza e un pizzico di creatività. Da Impresa.biz, lo diciamo sempre: oggi più che mai, la professionalità passa anche dai micro-contenuti. E chi li sa fare bene ha un vantaggio competitivo enorme. #UGC #UserGeneratedContent #UGCcreator #LavoroDigitale #ContentCreation #VideoMarketing #MicroInfluencer #ImpresaDigitale #CollaborazioniBrand #NuoviLavori
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  • Come creare un Media Kit efficace per proporsi ai brand

    Negli ultimi anni, abbiamo visto un cambiamento radicale nel modo in cui i creator, le aziende e i professionisti si propongono ai brand. Il Media Kit, da semplice documento di presentazione, è diventato uno strumento chiave per comunicare il proprio valore, attrarre collaborazioni e distinguersi in un mercato affollato. In questo articolo vi spieghiamo come crearne uno davvero efficace.

    Cos’è un Media Kit e perché è importante?
    Un Media Kit è un documento (digitale o stampabile) che presenta chi siete, cosa fate, quali risultati avete ottenuto e perché un brand dovrebbe collaborare proprio con voi. Serve a risparmiare tempo, a fare una buona prima impressione e a dimostrare professionalità.

    Che siate influencer, podcaster, blogger, freelance o piccole realtà editoriali, un Media Kit ben fatto è spesso la differenza tra una collaborazione andata a buon fine e un’e-mail rimasta senza risposta.

    Gli elementi fondamentali di un Media Kit
    Ecco cosa non può mancare in un Media Kit completo ed efficace:
    1. Chi sei
    Una breve bio professionale: chi sei, cosa fai, qual è la tua mission. Punta sull’autenticità, ma resta focalizzato/a su cosa puoi offrire a un brand.
    2. I tuoi numeri
    Includi dati aggiornati e concreti: follower, visite mensili al sito, ascolti podcast, tasso di engagement, newsletter iscritti… Qualunque metrica sia rilevante per la tua attività.
    Consiglio: meglio pochi dati precisi che tanti numeri generici o gonfiati.

    3. Il tuo pubblico
    Descrivi il tuo target: età, genere, provenienza geografica, interessi principali. I brand cercano creator che parlano a nicchie specifiche: mostra che conosci la tua audience.
    4. Cosa offri
    Presenta i tuoi servizi: post sponsorizzati, recensioni, unboxing, interviste, eventi dal vivo, branded content, partnership di lungo termine. Specifica i formati e le piattaforme.
    5. Collaborazioni precedenti
    Se hai già lavorato con brand, mostrali! Includi loghi, mini case study o brevi testimonianze. Attestano la tua credibilità e il tuo impatto.
    6. Contatti e call to action
    Non dimenticare una sezione finale con i tuoi contatti, link ai social e un invito chiaro all’azione: "Scrivimi per collaborare", "Prenota una call", "Richiedi il mio listino prezzi".

    Come presentarlo
    Il Media Kit deve essere visivamente curato, coerente con il tuo brand e semplice da consultare. Usa un design pulito, professionale e assicurati che sia in formato PDF facilmente allegabile o scaricabile da un link.

    Strumenti utili: Canva, Adobe Express, Figma (per i più esperti) offrono template già pronti che puoi personalizzare.

    Aggiornalo regolarmente
    Un errore comune è dimenticarsi di aggiornarlo: cambia i dati almeno ogni 2-3 mesi, aggiungi nuove collaborazioni e mantieni viva l’energia del tuo progetto.

    Creare un Media Kit efficace richiede attenzione, strategia e autenticità. Non si tratta solo di fare bella figura, ma di presentarsi come partner di valore, pronto a portare risultati. Ricorda: il Media Kit è il tuo biglietto da visita nel mondo delle collaborazioni. Fallo parlare per te, nel modo giusto.

    #MediaKit #PersonalBranding #CollaborazioniBrand #DigitalMarketing #ContentCreator #InfluencerMarketing #ImpresaDigitale #CrescitaProfessionale #VisibilitàOnline #StrategieDigitali
    Come creare un Media Kit efficace per proporsi ai brand Negli ultimi anni, abbiamo visto un cambiamento radicale nel modo in cui i creator, le aziende e i professionisti si propongono ai brand. Il Media Kit, da semplice documento di presentazione, è diventato uno strumento chiave per comunicare il proprio valore, attrarre collaborazioni e distinguersi in un mercato affollato. In questo articolo vi spieghiamo come crearne uno davvero efficace. Cos’è un Media Kit e perché è importante? Un Media Kit è un documento (digitale o stampabile) che presenta chi siete, cosa fate, quali risultati avete ottenuto e perché un brand dovrebbe collaborare proprio con voi. Serve a risparmiare tempo, a fare una buona prima impressione e a dimostrare professionalità. Che siate influencer, podcaster, blogger, freelance o piccole realtà editoriali, un Media Kit ben fatto è spesso la differenza tra una collaborazione andata a buon fine e un’e-mail rimasta senza risposta. Gli elementi fondamentali di un Media Kit Ecco cosa non può mancare in un Media Kit completo ed efficace: 1. Chi sei Una breve bio professionale: chi sei, cosa fai, qual è la tua mission. Punta sull’autenticità, ma resta focalizzato/a su cosa puoi offrire a un brand. 2. I tuoi numeri Includi dati aggiornati e concreti: follower, visite mensili al sito, ascolti podcast, tasso di engagement, newsletter iscritti… Qualunque metrica sia rilevante per la tua attività. 📌 Consiglio: meglio pochi dati precisi che tanti numeri generici o gonfiati. 3. Il tuo pubblico Descrivi il tuo target: età, genere, provenienza geografica, interessi principali. I brand cercano creator che parlano a nicchie specifiche: mostra che conosci la tua audience. 4. Cosa offri Presenta i tuoi servizi: post sponsorizzati, recensioni, unboxing, interviste, eventi dal vivo, branded content, partnership di lungo termine. Specifica i formati e le piattaforme. 5. Collaborazioni precedenti Se hai già lavorato con brand, mostrali! Includi loghi, mini case study o brevi testimonianze. Attestano la tua credibilità e il tuo impatto. 6. Contatti e call to action Non dimenticare una sezione finale con i tuoi contatti, link ai social e un invito chiaro all’azione: "Scrivimi per collaborare", "Prenota una call", "Richiedi il mio listino prezzi". Come presentarlo Il Media Kit deve essere visivamente curato, coerente con il tuo brand e semplice da consultare. Usa un design pulito, professionale e assicurati che sia in formato PDF facilmente allegabile o scaricabile da un link. 🎨 Strumenti utili: Canva, Adobe Express, Figma (per i più esperti) offrono template già pronti che puoi personalizzare. Aggiornalo regolarmente Un errore comune è dimenticarsi di aggiornarlo: cambia i dati almeno ogni 2-3 mesi, aggiungi nuove collaborazioni e mantieni viva l’energia del tuo progetto. Creare un Media Kit efficace richiede attenzione, strategia e autenticità. Non si tratta solo di fare bella figura, ma di presentarsi come partner di valore, pronto a portare risultati. Ricorda: il Media Kit è il tuo biglietto da visita nel mondo delle collaborazioni. Fallo parlare per te, nel modo giusto. #MediaKit #PersonalBranding #CollaborazioniBrand #DigitalMarketing #ContentCreator #InfluencerMarketing #ImpresaDigitale #CrescitaProfessionale #VisibilitàOnline #StrategieDigitali
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  • Quanto Farsi Pagare e Come Proporre una Collaborazione se Sei un Influencer


    Parlare di soldi nel mondo degli influencer spesso è ancora un tabù. Ma se vuoi fare sul serio, devi sapere quanto vali e come comunicarlo in modo professionale.
    E no: il numero di follower non è l’unico metro di misura. I brand oggi guardano molto di più all’engagement, alla qualità dei contenuti e all’allineamento con i valori del marchio.

    1. Quanto Farsi Pagare: Le Variabili da Considerare
    Non esiste un “prezzo fisso” per post o story, ma ci sono parametri che puoi usare per costruire il tuo listino:

    Le 5 principali variabili:
    -Numero di follower
    -Engagement rate (like, commenti, interazioni reali)
    -Qualità dei contenuti (foto, video, storytelling)
    -Settore (beauty e fashion pagano di più, ad esempio)
    -Tipologia di contenuto (post statico, reel, stories, YouTube, newsletter, ecc.)

    Fasce indicative (ma flessibili):
    -Nano-influencer (1K–10K): 30–100 € a contenuto
    -Micro-influencer (10K–50K): 100–500 €
    -Mid-tier (50K–200K): 500–2.000 €
    -Macro e Top influencer: da 2.000 € in su
    Il consiglio? Parti con prezzi sostenibili ma non svalutarti. Offri pacchetti (es. 1 reel + 3 stories) e mostra sempre il valore che offri.

    2. Come Proporre una Collaborazione
    Per essere presi sul serio, non basta dire "lavoro con i brand": bisogna saper comunicare in modo chiaro, ordinato e professionale.

    Passaggi fondamentali:
    -Prepara il media kit (chi sei, cosa fai, numeri, esempi di lavori precedenti)
    -Identifica il referente giusto (ufficio marketing, PR agency, ecc.)
    -Invia un’e-mail o DM breve ma professionale
    Segui con una proposta personalizzata
    Offri 2-3 opzioni con contenuti, tempistiche e compensi.

    3. Cosa Includere in una Proposta Commerciale
    Un documento semplice e professionale (anche in PDF) con:
    -Obiettivo della collaborazione
    -Tipologia di contenuto proposta
    -Date previste
    -Diritti d’uso (es. se il brand può usare il tuo contenuto per ADV)
    -Prezzo totale + eventuali note (revisione, format extra, ecc.)
    Pro tip: mostra cosa guadagna il brand, non solo cosa pagherà. Conversioni, reach media, contenuti di qualità.

    Sapersi far pagare non è arroganza: è professionalità.
    Più sei chiaro, strutturato e coerente nelle tue proposte, più i brand ti considereranno una vera risorsa e non “l’influencer della domenica”.

    Non aver paura di parlare di budget.
    Chi ti paga di più, ti rispetta di più.

    #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #influencermarketing #tariffariinfluencer #guadagnareconisocial #personalbranding #microinfluencer #creatoritalia
    Quanto Farsi Pagare e Come Proporre una Collaborazione se Sei un Influencer Parlare di soldi nel mondo degli influencer spesso è ancora un tabù. Ma se vuoi fare sul serio, devi sapere quanto vali e come comunicarlo in modo professionale. E no: il numero di follower non è l’unico metro di misura. I brand oggi guardano molto di più all’engagement, alla qualità dei contenuti e all’allineamento con i valori del marchio. 1. Quanto Farsi Pagare: Le Variabili da Considerare Non esiste un “prezzo fisso” per post o story, ma ci sono parametri che puoi usare per costruire il tuo listino: ✅ Le 5 principali variabili: -Numero di follower -Engagement rate (like, commenti, interazioni reali) -Qualità dei contenuti (foto, video, storytelling) -Settore (beauty e fashion pagano di più, ad esempio) -Tipologia di contenuto (post statico, reel, stories, YouTube, newsletter, ecc.) 💰 Fasce indicative (ma flessibili): -Nano-influencer (1K–10K): 30–100 € a contenuto -Micro-influencer (10K–50K): 100–500 € -Mid-tier (50K–200K): 500–2.000 € -Macro e Top influencer: da 2.000 € in su 💡 Il consiglio? Parti con prezzi sostenibili ma non svalutarti. Offri pacchetti (es. 1 reel + 3 stories) e mostra sempre il valore che offri. 2. Come Proporre una Collaborazione Per essere presi sul serio, non basta dire "lavoro con i brand": bisogna saper comunicare in modo chiaro, ordinato e professionale. 📩 Passaggi fondamentali: -Prepara il media kit (chi sei, cosa fai, numeri, esempi di lavori precedenti) -Identifica il referente giusto (ufficio marketing, PR agency, ecc.) -Invia un’e-mail o DM breve ma professionale Segui con una proposta personalizzata Offri 2-3 opzioni con contenuti, tempistiche e compensi. 3. Cosa Includere in una Proposta Commerciale Un documento semplice e professionale (anche in PDF) con: -Obiettivo della collaborazione -Tipologia di contenuto proposta -Date previste -Diritti d’uso (es. se il brand può usare il tuo contenuto per ADV) -Prezzo totale + eventuali note (revisione, format extra, ecc.) 🧠 Pro tip: mostra cosa guadagna il brand, non solo cosa pagherà. Conversioni, reach media, contenuti di qualità. Sapersi far pagare non è arroganza: è professionalità. Più sei chiaro, strutturato e coerente nelle tue proposte, più i brand ti considereranno una vera risorsa e non “l’influencer della domenica”. Non aver paura di parlare di budget. Chi ti paga di più, ti rispetta di più. #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #influencermarketing #tariffariinfluencer #guadagnareconisocial #personalbranding #microinfluencer #creatoritalia
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  • Come Trovare e Contattare i Brand: Guida per Influencer che Vogliono Collaborare sul Serio
    di [Tuo Nome], influencer e content creator

    Una delle domande che ricevo più spesso da chi vuole iniziare a lavorare come influencer è:
    “Come fai a collaborare con i brand?”

    La verità è che, soprattutto all’inizio, non sono i brand a venire da te: sei tu che devi farti avanti.
    Ma non basta mandare un DM su Instagram con scritto “Ciao, collaboriamo?” — serve un approccio strategico, professionale e umano allo stesso tempo.

    Ecco come faccio io.

    1. Trova i Brand Giusti per la Tua Nicchia
    Prima di scrivere a un brand, chiediti:

    È in linea con i miei valori?

    Può interessare davvero alla mia community?

    Mi vedrei davvero a usare i loro prodotti o servizi?

    Dove cercare:
    Instagram: cerca tra i profili seguiti dai tuoi follower, o tra i contenuti sponsorizzati nella tua nicchia.

    Marketplace per creator: come Influencer Hub, Upfluence, Heepsy, Buzzoole, ecc.

    Newsletter e PR agency: molte agenzie inviano regolarmente call per campagne. Iscriviti.

    Amazon o e-commerce di settore: per trovare brand emergenti che potrebbero voler investire in micro o nano-influencer.

    2. Prepara il Tuo Media Kit
    Il media kit è il tuo biglietto da visita. Anche se hai pochi follower, presentarti in modo professionale fa subito la differenza.

    Cosa includere:
    -Chi sei e cosa fai
    -I tuoi dati principali (follower, engagement rate, target)
    -Alcuni esempi di contenuti o collaborazioni
    -Pacchetti o servizi offerti (post, storie, reel, ecc.)
    -Contatti
    Un consiglio: formato PDF, ben impaginato, max 2-3 pagine. Canva è perfetto per realizzarlo.

    3. Come Contattare il Brand (E-mail > DM)
    Sì, puoi iniziare con un DM, ma l’obiettivo è passare subito a un contatto via email. Ecco come strutturo la mia email di primo contatto:

    Oggetto:
    Proposta di collaborazione – [Tuo Nome] x [Nome Brand]

    Corpo del messaggio:
    Ciao [Nome del referente o “Team”],
    Mi chiamo [Tuo Nome], sono un content creator attivo nel settore [es. lifestyle/beauty/fitness], con una community molto coinvolta e in target con il vostro brand.
    Ho avuto modo di conoscere i vostri prodotti e li trovo assolutamente in linea con i valori che promuovo nel mio profilo.
    Mi piacerebbe proporvi una possibile collaborazione per raccontare il vostro prodotto/servizio attraverso contenuti autentici e creativi.
    In allegato trovate il mio media kit con tutti i dettagli.

    Resto a disposizione e vi ringrazio per l’attenzione!

    Un saluto,
    [Tuo Nome + link Instagram, email, sito se disponibile]

    4. Segui le Risposte (o i Silenzi)
    Se un brand non risponde, non è un “no” per sempre. Aspetta 7-10 giorni e poi manda un breve follow-up:

    “Ciao! Volevo solo sapere se avete avuto modo di vedere la mia proposta
    Essere costanti, educati e professionali è ciò che nel tempo costruisce credibilità.

    5. Costruisci Relazioni, Non Solo Collaborazioni
    Ogni collaborazione è un’opportunità per costruire un rapporto. Dopo una campagna:
    -Ringrazia il brand per la fiducia
    -Invia i contenuti anche via email, già ordinati
    -Chiedi feedback
    -Offriti per future iniziative
    Molti dei miei lavori migliori sono arrivati non dalla prima mail, ma dal modo in cui ho gestito il post-collaborazione.

    Trovare e contattare i brand non è un colpo di fortuna, ma un lavoro fatto di ricerca, posizionamento e relazioni vere.
    Se hai una community attiva, dei valori chiari e ti presenti in modo professionale, hai già tutto quello che serve per iniziare a lavorare con i brand.

    Non aspettare che ti scoprano: fatti trovare.

    #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #personalbranding #influencermarketing #communitybuilding #brandpartnerships #creatoritalia #impresadigitale
    Come Trovare e Contattare i Brand: Guida per Influencer che Vogliono Collaborare sul Serio di [Tuo Nome], influencer e content creator Una delle domande che ricevo più spesso da chi vuole iniziare a lavorare come influencer è: “Come fai a collaborare con i brand?” La verità è che, soprattutto all’inizio, non sono i brand a venire da te: sei tu che devi farti avanti. Ma non basta mandare un DM su Instagram con scritto “Ciao, collaboriamo?” — serve un approccio strategico, professionale e umano allo stesso tempo. Ecco come faccio io. 1. Trova i Brand Giusti per la Tua Nicchia Prima di scrivere a un brand, chiediti: È in linea con i miei valori? Può interessare davvero alla mia community? Mi vedrei davvero a usare i loro prodotti o servizi? Dove cercare: Instagram: cerca tra i profili seguiti dai tuoi follower, o tra i contenuti sponsorizzati nella tua nicchia. Marketplace per creator: come Influencer Hub, Upfluence, Heepsy, Buzzoole, ecc. Newsletter e PR agency: molte agenzie inviano regolarmente call per campagne. Iscriviti. Amazon o e-commerce di settore: per trovare brand emergenti che potrebbero voler investire in micro o nano-influencer. 2. Prepara il Tuo Media Kit Il media kit è il tuo biglietto da visita. Anche se hai pochi follower, presentarti in modo professionale fa subito la differenza. Cosa includere: -Chi sei e cosa fai -I tuoi dati principali (follower, engagement rate, target) -Alcuni esempi di contenuti o collaborazioni -Pacchetti o servizi offerti (post, storie, reel, ecc.) -Contatti Un consiglio: formato PDF, ben impaginato, max 2-3 pagine. Canva è perfetto per realizzarlo. 3. Come Contattare il Brand (E-mail > DM) Sì, puoi iniziare con un DM, ma l’obiettivo è passare subito a un contatto via email. Ecco come strutturo la mia email di primo contatto: Oggetto: Proposta di collaborazione – [Tuo Nome] x [Nome Brand] Corpo del messaggio: Ciao [Nome del referente o “Team”], Mi chiamo [Tuo Nome], sono un content creator attivo nel settore [es. lifestyle/beauty/fitness], con una community molto coinvolta e in target con il vostro brand. Ho avuto modo di conoscere i vostri prodotti e li trovo assolutamente in linea con i valori che promuovo nel mio profilo. Mi piacerebbe proporvi una possibile collaborazione per raccontare il vostro prodotto/servizio attraverso contenuti autentici e creativi. In allegato trovate il mio media kit con tutti i dettagli. Resto a disposizione e vi ringrazio per l’attenzione! Un saluto, [Tuo Nome + link Instagram, email, sito se disponibile] 4. Segui le Risposte (o i Silenzi) Se un brand non risponde, non è un “no” per sempre. Aspetta 7-10 giorni e poi manda un breve follow-up: “Ciao! Volevo solo sapere se avete avuto modo di vedere la mia proposta 😊” Essere costanti, educati e professionali è ciò che nel tempo costruisce credibilità. 5. Costruisci Relazioni, Non Solo Collaborazioni Ogni collaborazione è un’opportunità per costruire un rapporto. Dopo una campagna: -Ringrazia il brand per la fiducia -Invia i contenuti anche via email, già ordinati -Chiedi feedback -Offriti per future iniziative Molti dei miei lavori migliori sono arrivati non dalla prima mail, ma dal modo in cui ho gestito il post-collaborazione. Trovare e contattare i brand non è un colpo di fortuna, ma un lavoro fatto di ricerca, posizionamento e relazioni vere. Se hai una community attiva, dei valori chiari e ti presenti in modo professionale, hai già tutto quello che serve per iniziare a lavorare con i brand. Non aspettare che ti scoprano: fatti trovare. #influenceritalia #collaborazionibrand #mediakit #personalbranding #influencermarketing #communitybuilding #brandpartnerships #creatoritalia #impresadigitale
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