• E-commerce e Codice del Consumo: cosa sapere per evitare sanzioni

    Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che bastasse avere buoni prodotti e un sito ben fatto. Ma ho presto scoperto che non rispettare il Codice del Consumo può portare a sanzioni anche gravi. Per questo ho deciso di mettere tutto in regola: ecco cosa ho imparato e cosa faccio per tutelare i miei clienti e la mia attività.

    1. Informazioni chiare e accessibili prima dell’acquisto
    Una delle prime cose che ho sistemato è stata la trasparenza nelle informazioni precontrattuali:
    -Chi sono (ragione sociale, contatti, partita IVA),
    -Caratteristiche essenziali dei prodotti,
    -Prezzi comprensivi di IVA e spese di spedizione,
    -Modalità di pagamento e consegna,
    -Politiche su resi e reclami.

    Il Codice del Consumo impone che tutto sia chiaro, visibile e comprensibile prima della conclusione del contratto. Ho rivisto le pagine prodotto, le FAQ e il checkout proprio con questo obiettivo.

    2. Diritto di recesso: 14 giorni, senza spiegazioni
    Per legge, ogni consumatore ha 14 giorni di tempo per cambiare idea, senza dover giustificare nulla. Sul mio sito ho inserito:
    -Una pagina dedicata al diritto di recesso,
    -Un modulo di richiesta semplice e scaricabile,
    -Le istruzioni per la restituzione del prodotto.
    Importante: il cliente ha diritto al rimborso completo, incluse le spese di spedizione standard (non quelle extra per consegne express, per intenderci).

    3. Garanzia legale di conformità
    Ogni prodotto venduto a un consumatore è coperto da 2 anni di garanzia legale. Se il prodotto ha un difetto originario, il cliente ha diritto a:
    -Riparazione o sostituzione gratuita,
    -Rimborso (totale o parziale) se il problema non si risolve.
    -Ho chiarito questi aspetti nella pagina “Condizioni di vendita” e nel post-vendita, evitando ambiguità.

    4. No a pratiche commerciali scorrette
    Il Codice vieta pratiche ingannevoli o aggressive. Per evitare problemi:
    -Evito di usare timer finti o sconti falsi,
    -Non scrivo mai “offerta limitata” se non lo è davvero,
    -Sono trasparente su prezzi originali e scontati.
    Una comunicazione onesta costruisce fiducia e mi mette al riparo da sanzioni dell’AGCM.

    5. Termini e condizioni: chiari, leggibili e accettati
    Ho scritto termini e condizioni comprensibili, senza gergo legale, e li faccio accettare in modo esplicito al momento dell’acquisto. È una tutela per me, ma anche un obbligo di trasparenza.

    Adeguarsi al Codice del Consumo non è solo un dovere legale: è una scelta di serietà e rispetto verso i clienti. Oggi sento di offrire un’esperienza più solida e affidabile, con meno rischio di contestazioni e più fiducia da parte degli utenti.

    #CodiceDelConsumo #EcommerceLegale #TutelaConsumatori #DirittoDiRecesso #GaranziaLegale #NormativeEcommerce #ComplianceDigitale #VenditeOnline #CustomerTrust #ImpresaResponsabile
    E-commerce e Codice del Consumo: cosa sapere per evitare sanzioni Quando ho avviato il mio e-commerce, pensavo che bastasse avere buoni prodotti e un sito ben fatto. Ma ho presto scoperto che non rispettare il Codice del Consumo può portare a sanzioni anche gravi. Per questo ho deciso di mettere tutto in regola: ecco cosa ho imparato e cosa faccio per tutelare i miei clienti e la mia attività. 1. Informazioni chiare e accessibili prima dell’acquisto Una delle prime cose che ho sistemato è stata la trasparenza nelle informazioni precontrattuali: -Chi sono (ragione sociale, contatti, partita IVA), -Caratteristiche essenziali dei prodotti, -Prezzi comprensivi di IVA e spese di spedizione, -Modalità di pagamento e consegna, -Politiche su resi e reclami. Il Codice del Consumo impone che tutto sia chiaro, visibile e comprensibile prima della conclusione del contratto. Ho rivisto le pagine prodotto, le FAQ e il checkout proprio con questo obiettivo. 2. Diritto di recesso: 14 giorni, senza spiegazioni Per legge, ogni consumatore ha 14 giorni di tempo per cambiare idea, senza dover giustificare nulla. Sul mio sito ho inserito: -Una pagina dedicata al diritto di recesso, -Un modulo di richiesta semplice e scaricabile, -Le istruzioni per la restituzione del prodotto. Importante: il cliente ha diritto al rimborso completo, incluse le spese di spedizione standard (non quelle extra per consegne express, per intenderci). 3. Garanzia legale di conformità Ogni prodotto venduto a un consumatore è coperto da 2 anni di garanzia legale. Se il prodotto ha un difetto originario, il cliente ha diritto a: -Riparazione o sostituzione gratuita, -Rimborso (totale o parziale) se il problema non si risolve. -Ho chiarito questi aspetti nella pagina “Condizioni di vendita” e nel post-vendita, evitando ambiguità. 4. No a pratiche commerciali scorrette Il Codice vieta pratiche ingannevoli o aggressive. Per evitare problemi: -Evito di usare timer finti o sconti falsi, -Non scrivo mai “offerta limitata” se non lo è davvero, -Sono trasparente su prezzi originali e scontati. Una comunicazione onesta costruisce fiducia e mi mette al riparo da sanzioni dell’AGCM. 5. Termini e condizioni: chiari, leggibili e accettati Ho scritto termini e condizioni comprensibili, senza gergo legale, e li faccio accettare in modo esplicito al momento dell’acquisto. È una tutela per me, ma anche un obbligo di trasparenza. Adeguarsi al Codice del Consumo non è solo un dovere legale: è una scelta di serietà e rispetto verso i clienti. Oggi sento di offrire un’esperienza più solida e affidabile, con meno rischio di contestazioni e più fiducia da parte degli utenti. #CodiceDelConsumo #EcommerceLegale #TutelaConsumatori #DirittoDiRecesso #GaranziaLegale #NormativeEcommerce #ComplianceDigitale #VenditeOnline #CustomerTrust #ImpresaResponsabile
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  • E-commerce internazionale: le regole per spedire e vendere senza problemi

    Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori che vogliono espandere le vendite online oltre confine. Il commercio elettronico internazionale è una straordinaria opportunità per crescere, ma può anche diventare un percorso ad ostacoli se non si conoscono le regole fondamentali per vendere e spedire senza problemi.

    La buona notizia? Con la giusta preparazione, è tutto gestibile. Ecco cosa serve sapere per affrontare l’e-commerce internazionale in modo professionale ed efficace.

    1. Conoscere le normative doganali
    Ogni Paese ha regole diverse su cosa si può esportare, in quali quantità, con quali documenti. È fondamentale:
    -Classificare correttamente i prodotti (codici doganali TARIC)
    -Compilare correttamente la documentazione (fattura proforma, dichiarazione doganale, ecc.)
    -Verificare se sono previste restrizioni o dazi particolari
    -Affidarsi a uno spedizioniere esperto in export aiuta a evitare ritardi e blocchi alla dogana.

    2. Gestire l’IVA e la fiscalità internazionale
    Dal 1° luglio 2021 l’UE ha introdotto il sistema OSS (One Stop Shop) per semplificare la gestione dell’IVA nelle vendite a distanza tra Paesi membri. Ma:
    -Fuori dall’UE, le regole cambiano completamente (es. UK, USA, Svizzera)
    -È essenziale capire dove nasce l’obbligo fiscale, in base al volume di vendite o al tipo di cliente
    In alcuni casi sarà necessario registrarsi fiscalmente all’estero o affidarsi a un intermediario locale.

    3. Scegliere corrieri internazionali affidabili
    La scelta del partner logistico è strategica. Bisogna valutare:
    -Tempi di consegna garantiti
    -Costi di spedizione (meglio se trasparenti e prevedibili)
    -Servizi accessori: tracciabilità, sdoganamento, assicurazione
    -Politiche di reso: semplici e comprensibili anche per clienti esteri
    Consigliamo di integrare più opzioni di spedizione per adattarsi a mercati e clienti diversi.

    4. Tradurre e localizzare l’e-commerce
    Non basta tradurre i testi: è importante adattare prezzi, valute, misure, metodi di pagamento e contenuti al Paese target. Le conversioni aumentano quando il cliente percepisce che il sito è pensato per lui.

    Attenzione anche ai dettagli:
    -Informazioni su garanzie e diritti di recesso conformi alla normativa locale
    -Assistenza clienti in lingua o almeno in inglese fluente

    5. Calcolare bene le spese e i margini
    Costi di spedizione, dazi, IVA, cambio valuta… tutto questo incide sul prezzo finale e sui margini. Serve un pricing strategico, che tenga conto:
    -Dei costi “nascosti”
    -Della concorrenza locale
    -Del valore percepito del prodotto nel mercato di destinazione
    Vendere all’estero senza calcolare bene le voci di costo può portare a margini sottili o persino a perdite.

    Fare e-commerce internazionale è una strada concreta e redditizia per far crescere la tua impresa. Ma per evitare intoppi, serve conoscere le regole, strutturare processi chiari e scegliere i giusti partner.
    Noi di Impresa.biz affianchiamo le aziende che vogliono vendere online all’estero, offrendo supporto su logistica, fiscalità, customer experience e strategia di mercato.

    #ImpresaBiz #EcommerceInternazionale #VendereAllEstero #SpedizioniInternazionali #ExportDigitale #StrategieEcommerce #Dogane #IVA #LogisticaGlobale #Internazionalizzazione

    E-commerce internazionale: le regole per spedire e vendere senza problemi Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori che vogliono espandere le vendite online oltre confine. Il commercio elettronico internazionale è una straordinaria opportunità per crescere, ma può anche diventare un percorso ad ostacoli se non si conoscono le regole fondamentali per vendere e spedire senza problemi. La buona notizia? Con la giusta preparazione, è tutto gestibile. Ecco cosa serve sapere per affrontare l’e-commerce internazionale in modo professionale ed efficace. 1. Conoscere le normative doganali Ogni Paese ha regole diverse su cosa si può esportare, in quali quantità, con quali documenti. È fondamentale: -Classificare correttamente i prodotti (codici doganali TARIC) -Compilare correttamente la documentazione (fattura proforma, dichiarazione doganale, ecc.) -Verificare se sono previste restrizioni o dazi particolari -Affidarsi a uno spedizioniere esperto in export aiuta a evitare ritardi e blocchi alla dogana. 2. Gestire l’IVA e la fiscalità internazionale Dal 1° luglio 2021 l’UE ha introdotto il sistema OSS (One Stop Shop) per semplificare la gestione dell’IVA nelle vendite a distanza tra Paesi membri. Ma: -Fuori dall’UE, le regole cambiano completamente (es. UK, USA, Svizzera) -È essenziale capire dove nasce l’obbligo fiscale, in base al volume di vendite o al tipo di cliente In alcuni casi sarà necessario registrarsi fiscalmente all’estero o affidarsi a un intermediario locale. 3. Scegliere corrieri internazionali affidabili La scelta del partner logistico è strategica. Bisogna valutare: -Tempi di consegna garantiti -Costi di spedizione (meglio se trasparenti e prevedibili) -Servizi accessori: tracciabilità, sdoganamento, assicurazione -Politiche di reso: semplici e comprensibili anche per clienti esteri Consigliamo di integrare più opzioni di spedizione per adattarsi a mercati e clienti diversi. 4. Tradurre e localizzare l’e-commerce Non basta tradurre i testi: è importante adattare prezzi, valute, misure, metodi di pagamento e contenuti al Paese target. Le conversioni aumentano quando il cliente percepisce che il sito è pensato per lui. Attenzione anche ai dettagli: -Informazioni su garanzie e diritti di recesso conformi alla normativa locale -Assistenza clienti in lingua o almeno in inglese fluente 5. Calcolare bene le spese e i margini Costi di spedizione, dazi, IVA, cambio valuta… tutto questo incide sul prezzo finale e sui margini. Serve un pricing strategico, che tenga conto: -Dei costi “nascosti” -Della concorrenza locale -Del valore percepito del prodotto nel mercato di destinazione Vendere all’estero senza calcolare bene le voci di costo può portare a margini sottili o persino a perdite. Fare e-commerce internazionale è una strada concreta e redditizia per far crescere la tua impresa. Ma per evitare intoppi, serve conoscere le regole, strutturare processi chiari e scegliere i giusti partner. Noi di Impresa.biz affianchiamo le aziende che vogliono vendere online all’estero, offrendo supporto su logistica, fiscalità, customer experience e strategia di mercato. #ImpresaBiz #EcommerceInternazionale #VendereAllEstero #SpedizioniInternazionali #ExportDigitale #StrategieEcommerce #Dogane #IVA #LogisticaGlobale #Internazionalizzazione
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  • Come scegliere e gestire un agente o distributore all’estero

    Noi di Impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori che vogliono esportare ma non sanno da dove partire. Una delle domande più frequenti è: “Meglio cercare un agente o un distributore? E come si fa a scegliere quello giusto?”
    Affidarsi a partner commerciali locali può essere un acceleratore decisivo per entrare in un nuovo mercato. Tuttavia, la scelta e la gestione richiedono attenzione, metodo e chiarezza.

    1. Capire la differenza tra agente e distributore
    -L’agente promuove i tuoi prodotti nel mercato estero, ma non li acquista. Agisce per tuo conto e riceve una provvigione sulle vendite. Tu mantieni il controllo sui prezzi e sulla strategia.
    -Il distributore, invece, acquista i tuoi prodotti e li rivende nel suo Paese, a clienti finali o rivenditori. Ha maggiore autonomia, ma tu rinunci a parte del controllo diretto.
    La scelta dipende da vari fattori: tipo di prodotto, livello di controllo desiderato, capacità di gestire clienti esteri direttamente, obiettivi a lungo termine.

    2. Come selezionare il partner giusto
    Non basta trovare qualcuno che dica di voler vendere i tuoi prodotti. Ecco cosa considerare seriamente:
    -Reputazione e referenze: ha esperienza nel tuo settore? È ben introdotto nel mercato locale?
    -Portafoglio prodotti: ha già marchi compatibili con il tuo? Troppi concorrenti diretti possono creare conflitti di interesse.
    -Canali di vendita: ha accesso ai clienti giusti? Lavora con grande distribuzione, negozi specializzati o e-commerce?
    -Organizzazione: ha una struttura adeguata per coprire il territorio, offrire assistenza e gestire la logistica?
    -Motivazione reale: mostra entusiasmo? Condivide i tuoi obiettivi?

    3. Stabilire un accordo chiaro
    Il rapporto deve essere regolato da un contratto scritto, dettagliato ma equilibrato. Deve includere:
    -Obiettivi di vendita e KPI
    -Durata e possibilità di rinnovo o recesso
    -Clausole di esclusiva (territoriale o di settore)
    -Condizioni economiche (prezzi, sconti, provvigioni)
    -Supporto marketing, formazione, fornitura materiale promozionale
    -Obblighi di reportistica e comunicazione

    4. Gestire e far crescere la collaborazione
    Anche il miglior partner ha bisogno di supporto costante. Noi suggeriamo sempre di:
    -Mantenere un contatto regolare: aggiornamenti, call mensili, visite periodiche
    -Formare il partner sul prodotto e sul brand
    -Condividere materiali aggiornati: listini, schede tecniche, brochure, contenuti digitali
    -Premiare i risultati: bonus, incentivi o condizioni migliorative possono stimolare le performance

    Trovare e gestire un agente o distributore all’estero è un passo strategico: può moltiplicare le opportunità, ma solo se affrontato con metodo e visione.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane che vogliono crescere nei mercati internazionali, offrendo consulenze, supporto contrattuale e scouting qualificato di partner esteri.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #Export #AgenteEstero #DistributoreInternazionale #VendereAllEstero #StrategieDiExport #PMI #BusinessGlobale #CrescitaAziendale
    Come scegliere e gestire un agente o distributore all’estero Noi di Impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori che vogliono esportare ma non sanno da dove partire. Una delle domande più frequenti è: “Meglio cercare un agente o un distributore? E come si fa a scegliere quello giusto?” Affidarsi a partner commerciali locali può essere un acceleratore decisivo per entrare in un nuovo mercato. Tuttavia, la scelta e la gestione richiedono attenzione, metodo e chiarezza. 1. Capire la differenza tra agente e distributore -L’agente promuove i tuoi prodotti nel mercato estero, ma non li acquista. Agisce per tuo conto e riceve una provvigione sulle vendite. Tu mantieni il controllo sui prezzi e sulla strategia. -Il distributore, invece, acquista i tuoi prodotti e li rivende nel suo Paese, a clienti finali o rivenditori. Ha maggiore autonomia, ma tu rinunci a parte del controllo diretto. La scelta dipende da vari fattori: tipo di prodotto, livello di controllo desiderato, capacità di gestire clienti esteri direttamente, obiettivi a lungo termine. 2. Come selezionare il partner giusto Non basta trovare qualcuno che dica di voler vendere i tuoi prodotti. Ecco cosa considerare seriamente: -Reputazione e referenze: ha esperienza nel tuo settore? È ben introdotto nel mercato locale? -Portafoglio prodotti: ha già marchi compatibili con il tuo? Troppi concorrenti diretti possono creare conflitti di interesse. -Canali di vendita: ha accesso ai clienti giusti? Lavora con grande distribuzione, negozi specializzati o e-commerce? -Organizzazione: ha una struttura adeguata per coprire il territorio, offrire assistenza e gestire la logistica? -Motivazione reale: mostra entusiasmo? Condivide i tuoi obiettivi? 3. Stabilire un accordo chiaro Il rapporto deve essere regolato da un contratto scritto, dettagliato ma equilibrato. Deve includere: -Obiettivi di vendita e KPI -Durata e possibilità di rinnovo o recesso -Clausole di esclusiva (territoriale o di settore) -Condizioni economiche (prezzi, sconti, provvigioni) -Supporto marketing, formazione, fornitura materiale promozionale -Obblighi di reportistica e comunicazione 4. Gestire e far crescere la collaborazione Anche il miglior partner ha bisogno di supporto costante. Noi suggeriamo sempre di: -Mantenere un contatto regolare: aggiornamenti, call mensili, visite periodiche -Formare il partner sul prodotto e sul brand -Condividere materiali aggiornati: listini, schede tecniche, brochure, contenuti digitali -Premiare i risultati: bonus, incentivi o condizioni migliorative possono stimolare le performance Trovare e gestire un agente o distributore all’estero è un passo strategico: può moltiplicare le opportunità, ma solo se affrontato con metodo e visione. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle imprese italiane che vogliono crescere nei mercati internazionali, offrendo consulenze, supporto contrattuale e scouting qualificato di partner esteri. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #Export #AgenteEstero #DistributoreInternazionale #VendereAllEstero #StrategieDiExport #PMI #BusinessGlobale #CrescitaAziendale
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  • Termini e condizioni: cosa non deve mai mancare in un e-commerce a norma di legge
    Quando ho aperto il mio shop online, mi sono concentrata su prodotti, packaging, funnel e contenuti.
    Ma poi è arrivata la domanda di un cliente: “Dove posso leggere le condizioni di vendita?”.
    E lì ho capito: senza Termini e Condizioni ben scritti, rischi grosso — anche legalmente.

    Perché sono così importanti?
    I Termini e Condizioni (T&C) sono il contratto tra te e il tuo cliente.
    Stabiliscono diritti, doveri, regole e limiti, e servono a:

    evitare fraintendimenti
    difendersi da reclami o abusi
    essere conformi alle leggi italiane ed europee
    costruire trasparenza e fiducia

    Cosa ho incluso nei miei Termini e Condizioni
    1. Identità del venditore
    Nome, partita IVA, indirizzo legale e contatti. Essere trasparenti è il primo passo per essere credibili e a norma.

    2. Descrizione dei prodotti e prezzi
    Chiarezza su caratteristiche, disponibilità, prezzi IVA inclusa, eventuali variazioni. Tutto deve essere aggiornato e facilmente consultabile.

    3. Modalità di pagamento
    Spiego quali metodi accetto (carta, PayPal, bonifico, ecc.) e se ci sono costi aggiuntivi.

    4. Spedizione e tempi di consegna
    Tempi, costi, modalità di spedizione e gestione di eventuali ritardi o smarrimenti.
    Importantissimo specificare chi è responsabile in caso di problemi.

    5. Politica di reso e diritto di recesso
    Nel mio caso, ho inserito una sezione chiara sul diritto di recesso entro 14 giorni, come richiesto dal Codice del Consumo.
    Ho indicato anche come effettuare un reso, chi paga la spedizione e in che tempi viene emesso il rimborso.

    6. Limitazioni di responsabilità
    Serve a proteggerti legalmente in caso di malfunzionamenti del sito, errori di terzi, ritardi dovuti a fattori esterni, ecc.

    7. Proprietà intellettuale
    Ho specificato che foto, testi e contenuti del mio sito non possono essere copiati o riutilizzati senza permesso.

    8. Trattamento dei dati personali
    Collegamento alla Privacy Policy e dichiarazione di trattamento secondo GDPR. Fondamentale per essere trasparenti.

    Dove ho pubblicato i T&C?
    Nella footer di ogni pagina del sito
    In fase di checkout, con checkbox obbligatoria di accettazione
    Nel file PDF riepilogativo dell’ordine (inviato via email)

    Consigli se stai creando il tuo e-commerce ora
    Usa un modello professionale, aggiornato alle normative italiane ed europee
    Personalizzalo in base al tuo tipo di attività (es. prodotti digitali? vendi all’estero?)
    Se puoi, fatti aiutare da un legale o da una piattaforma specializzata come Iubenda, LegalBlink o LexDo.it

    I Termini e Condizioni non sono un documento da “riempire per obbligo”: sono uno scudo per te e una garanzia per i tuoi clienti.
    Prenderti il tempo per scriverli bene ti evita grane, ti fa apparire più professionale e rafforza la tua credibilità online.

    #terminiecondizioni #ecommercelegale #shoponline #vendereonline #ecommerceitalia #digitalbusiness #GDPR #dirittidelconsumatore #imprenditoriadigitale #influencerbusiness

    Termini e condizioni: cosa non deve mai mancare in un e-commerce a norma di legge Quando ho aperto il mio shop online, mi sono concentrata su prodotti, packaging, funnel e contenuti. Ma poi è arrivata la domanda di un cliente: “Dove posso leggere le condizioni di vendita?”. E lì ho capito: senza Termini e Condizioni ben scritti, rischi grosso — anche legalmente. Perché sono così importanti? I Termini e Condizioni (T&C) sono il contratto tra te e il tuo cliente. Stabiliscono diritti, doveri, regole e limiti, e servono a: ✅ evitare fraintendimenti ✅ difendersi da reclami o abusi ✅ essere conformi alle leggi italiane ed europee ✅ costruire trasparenza e fiducia Cosa ho incluso nei miei Termini e Condizioni 1. Identità del venditore Nome, partita IVA, indirizzo legale e contatti. Essere trasparenti è il primo passo per essere credibili e a norma. 2. Descrizione dei prodotti e prezzi Chiarezza su caratteristiche, disponibilità, prezzi IVA inclusa, eventuali variazioni. Tutto deve essere aggiornato e facilmente consultabile. 3. Modalità di pagamento Spiego quali metodi accetto (carta, PayPal, bonifico, ecc.) e se ci sono costi aggiuntivi. 4. Spedizione e tempi di consegna Tempi, costi, modalità di spedizione e gestione di eventuali ritardi o smarrimenti. Importantissimo specificare chi è responsabile in caso di problemi. 5. Politica di reso e diritto di recesso Nel mio caso, ho inserito una sezione chiara sul diritto di recesso entro 14 giorni, come richiesto dal Codice del Consumo. Ho indicato anche come effettuare un reso, chi paga la spedizione e in che tempi viene emesso il rimborso. 6. Limitazioni di responsabilità Serve a proteggerti legalmente in caso di malfunzionamenti del sito, errori di terzi, ritardi dovuti a fattori esterni, ecc. 7. Proprietà intellettuale Ho specificato che foto, testi e contenuti del mio sito non possono essere copiati o riutilizzati senza permesso. 8. Trattamento dei dati personali Collegamento alla Privacy Policy e dichiarazione di trattamento secondo GDPR. Fondamentale per essere trasparenti. Dove ho pubblicato i T&C? ✔️ Nella footer di ogni pagina del sito ✔️ In fase di checkout, con checkbox obbligatoria di accettazione ✔️ Nel file PDF riepilogativo dell’ordine (inviato via email) Consigli se stai creando il tuo e-commerce ora 🔹 Usa un modello professionale, aggiornato alle normative italiane ed europee 🔹 Personalizzalo in base al tuo tipo di attività (es. prodotti digitali? vendi all’estero?) 🔹 Se puoi, fatti aiutare da un legale o da una piattaforma specializzata come Iubenda, LegalBlink o LexDo.it I Termini e Condizioni non sono un documento da “riempire per obbligo”: sono uno scudo per te e una garanzia per i tuoi clienti. Prenderti il tempo per scriverli bene ti evita grane, ti fa apparire più professionale e rafforza la tua credibilità online. #terminiecondizioni #ecommercelegale #shoponline #vendereonline #ecommerceitalia #digitalbusiness #GDPR #dirittidelconsumatore #imprenditoriadigitale #influencerbusiness
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  • Contratti commerciali: errori da evitare per non avere problemi legali

    Te lo dico con sincerità: le prime volte che ho firmato un contratto commerciale, non ci capivo granché.
    Parole difficili, clausole scritte in “legalese” e quella tentazione di pensare: “Tanto è standard, firmo e via”.

    Errore.
    Un contratto commerciale, anche semplice, è una tutela per entrambe le parti, ma solo se è chiaro, completo e personalizzato.
    Nel tempo, tra collaborazioni, forniture, rivenditori e clienti business, ho imparato sulla mia pelle cosa funziona e cosa no.

    Ecco cosa ho capito e quali errori evitare per non ritrovarti nei guai.

    1. Firmare senza leggere davvero tutto
    Sembra banale, ma succede spessissimo.
    Le clausole “standard” nascondono spesso:
    -Obblighi non bilanciati (tipo penali solo a tuo carico)
    -Scadenze strette
    -Limitazioni alla concorrenza o vincoli territoriali
    Ora leggo tutto, mi segno i punti critici, e chiedo chiarimenti prima di firmare. Non è scortesia, è buon senso.

    2. Non specificare esattamente cosa stai vendendo o acquistando
    Un contratto vago è una causa legale che aspetta di succedere.
    Ora inserisco sempre:
    -Descrizione dettagliata di prodotti o servizi
    -Tempi di consegna o realizzazione
    -Modalità e tempistiche di pagamento
    -Obblighi precisi di entrambe le parti
    Più sei chiaro, meno margine c’è per i “non avevo capito”.

    3. Dimenticare la clausola sulla risoluzione delle controversie
    Quando va tutto bene, nessuno ci pensa. Ma se qualcosa va storto?
    Io inserisco sempre una clausola che dice:
    -Dove si discuteranno eventuali controversie (es. tribunale della mia città)
    -Se è prevista una mediazione o arbitrato (spesso consigliabile per PMI)
    -Questo ti evita cause in tribunali lontani o costosi.

    4. Usare modelli trovati online senza adattarli
    Lo ammetto: anch’io ho usato modelli scaricati da internet. Ma ho capito che ogni business è diverso, e un contratto copiato alla cieca rischia di:
    -Non coprire i rischi reali della tua attività
    -Essere pieno di clausole inutili o dannose
    -Non essere nemmeno valido legalmente in Italia
    Meglio un contratto semplice ma su misura, anche fatto insieme a un consulente legale (non serve spendere una fortuna).

    5. Chiarire sempre come si chiude il contratto
    Un altro errore comune: non scrivere come e quando si può recedere.
    Io ora inserisco sempre:
    -Durata del contratto
    -Condizioni per il recesso (con o senza preavviso)
    -Eventuali penali in caso di disdetta anticipata
    Serve a tutelare entrambi in caso di problemi o cambiamenti di strategia.

    🛠 Strumenti che mi hanno aiutato
    -Tool per firme elettroniche (tipo Docusign o Aruba): pratici e legalmente validi
    -Checklist per la redazione contratti (ne ho creata una in Google Doc, se ti serve te la passo!)
    -Consulenza spot con legale: 1 ora di tempo può salvarti da mesi di grane
    -CRM con sezioni documenti: per tenere tutto tracciato, firmato e organizzato

    Oggi, ogni volta che chiudo un accordo, penso al contratto non come un obbligo legale, ma come uno strumento di chiarezza e protezione.

    Un contratto ben fatto:
    -Ti evita malintesi
    -Ti tutela in caso di problemi
    -Mostra professionalità
    E ti fa dormire molto più tranquillo

    Meglio un'ora in più per scriverlo bene… che sei mesi in tribunale!

    #contratticommerciali #pmiitaliane #ecommerceitalia #tutelalegale #businessconsapevole #erroridievitare #piccoleimprese #accordicommerciali #consulenzalegale #startupitaliane #marketingetico #strategieaziendali

    Contratti commerciali: errori da evitare per non avere problemi legali Te lo dico con sincerità: le prime volte che ho firmato un contratto commerciale, non ci capivo granché. Parole difficili, clausole scritte in “legalese” e quella tentazione di pensare: “Tanto è standard, firmo e via”. Errore. Un contratto commerciale, anche semplice, è una tutela per entrambe le parti, ma solo se è chiaro, completo e personalizzato. Nel tempo, tra collaborazioni, forniture, rivenditori e clienti business, ho imparato sulla mia pelle cosa funziona e cosa no. Ecco cosa ho capito e quali errori evitare per non ritrovarti nei guai. ❌ 1. Firmare senza leggere davvero tutto Sembra banale, ma succede spessissimo. Le clausole “standard” nascondono spesso: -Obblighi non bilanciati (tipo penali solo a tuo carico) -Scadenze strette -Limitazioni alla concorrenza o vincoli territoriali Ora leggo tutto, mi segno i punti critici, e chiedo chiarimenti prima di firmare. Non è scortesia, è buon senso. ❌ 2. Non specificare esattamente cosa stai vendendo o acquistando Un contratto vago è una causa legale che aspetta di succedere. Ora inserisco sempre: -Descrizione dettagliata di prodotti o servizi -Tempi di consegna o realizzazione -Modalità e tempistiche di pagamento -Obblighi precisi di entrambe le parti Più sei chiaro, meno margine c’è per i “non avevo capito”. ❌ 3. Dimenticare la clausola sulla risoluzione delle controversie Quando va tutto bene, nessuno ci pensa. Ma se qualcosa va storto? Io inserisco sempre una clausola che dice: -Dove si discuteranno eventuali controversie (es. tribunale della mia città) -Se è prevista una mediazione o arbitrato (spesso consigliabile per PMI) -Questo ti evita cause in tribunali lontani o costosi. ❌ 4. Usare modelli trovati online senza adattarli Lo ammetto: anch’io ho usato modelli scaricati da internet. Ma ho capito che ogni business è diverso, e un contratto copiato alla cieca rischia di: -Non coprire i rischi reali della tua attività -Essere pieno di clausole inutili o dannose -Non essere nemmeno valido legalmente in Italia Meglio un contratto semplice ma su misura, anche fatto insieme a un consulente legale (non serve spendere una fortuna). ✅ 5. Chiarire sempre come si chiude il contratto Un altro errore comune: non scrivere come e quando si può recedere. Io ora inserisco sempre: -Durata del contratto -Condizioni per il recesso (con o senza preavviso) -Eventuali penali in caso di disdetta anticipata Serve a tutelare entrambi in caso di problemi o cambiamenti di strategia. 🛠 Strumenti che mi hanno aiutato -Tool per firme elettroniche (tipo Docusign o Aruba): pratici e legalmente validi -Checklist per la redazione contratti (ne ho creata una in Google Doc, se ti serve te la passo!) -Consulenza spot con legale: 1 ora di tempo può salvarti da mesi di grane -CRM con sezioni documenti: per tenere tutto tracciato, firmato e organizzato ✍️Oggi, ogni volta che chiudo un accordo, penso al contratto non come un obbligo legale, ma come uno strumento di chiarezza e protezione. Un contratto ben fatto: -Ti evita malintesi -Ti tutela in caso di problemi -Mostra professionalità E ti fa dormire molto più tranquillo Meglio un'ora in più per scriverlo bene… che sei mesi in tribunale! #contratticommerciali #pmiitaliane #ecommerceitalia #tutelalegale #businessconsapevole #erroridievitare #piccoleimprese #accordicommerciali #consulenzalegale #startupitaliane #marketingetico #strategieaziendali
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  • Le regole sulla vendita online: cosa devi sapere per non incorrere in sanzioni

    Quando ho iniziato a vendere online, una delle prime cose su cui mi sono concentrata è stata la conoscenza delle normative che regolano il commercio digitale. Vendere su internet è un’opportunità straordinaria, ma comporta anche responsabilità precise: non rispettare le regole può costare caro, con multe salate o problemi legali.

    Ecco cosa ho imparato e cosa ti consiglio di sapere per gestire un e-commerce sicuro e conforme.

    1. Trasparenza obbligatoria: informazioni chiare e complete
    Devi fornire sul sito informazioni dettagliate e facilmente accessibili su:
    -Identità del venditore (ragione sociale, sede, partita IVA)
    -Caratteristiche essenziali dei prodotti
    -Prezzi comprensivi di tasse e spese di spedizione
    -Modalità di pagamento e consegna
    -Diritti di recesso e condizioni di garanzia
    -Questa trasparenza tutela sia te che i clienti.

    2. Rispetto del diritto di recesso
    In Europa, i clienti hanno diritto a restituire un prodotto entro 14 giorni senza spiegazioni. Devi comunicare chiaramente questa possibilità, i tempi e le modalità di reso, e rimborsare entro 14 giorni dal rientro del prodotto.

    3. Privacy e trattamento dati secondo GDPR
    La gestione dei dati personali deve essere conforme al GDPR: devi informare il cliente, chiedere il consenso e garantire la sicurezza delle informazioni raccolte.

    4. Evitare pratiche commerciali scorrette
    Non puoi usare pubblicità ingannevole o nascondere costi extra all’ultimo momento. Tutto deve essere chiaro fin dall’inizio.

    5. Fatturazione e partita IVA
    Devi emettere fattura o scontrino fiscale per ogni vendita e, se vendi oltre una certa soglia, aprire la partita IVA. Questo vale sia per vendite nazionali che internazionali.

    6. Conformità dei prodotti e sicurezza
    I prodotti devono rispettare le normative di sicurezza e qualità. Nel caso di merci soggette a certificazioni, devi esporle correttamente.

    Conoscere e rispettare le regole sulla vendita online non è solo un obbligo legale, ma un investimento per la reputazione e la crescita del tuo business.
    Io ho imparato a vedere le normative come un alleato, perché un cliente soddisfatto e tutelato torna sempre.

    #VenditaOnline #EcommerceLegale #ImpresaBiz #NormativeEcommerce #BusinessSicuro #RegoleCommercioDigitale

    Le regole sulla vendita online: cosa devi sapere per non incorrere in sanzioni ⚖️🛒 Quando ho iniziato a vendere online, una delle prime cose su cui mi sono concentrata è stata la conoscenza delle normative che regolano il commercio digitale. Vendere su internet è un’opportunità straordinaria, ma comporta anche responsabilità precise: non rispettare le regole può costare caro, con multe salate o problemi legali. Ecco cosa ho imparato e cosa ti consiglio di sapere per gestire un e-commerce sicuro e conforme. 1. Trasparenza obbligatoria: informazioni chiare e complete 📋 Devi fornire sul sito informazioni dettagliate e facilmente accessibili su: -Identità del venditore (ragione sociale, sede, partita IVA) -Caratteristiche essenziali dei prodotti -Prezzi comprensivi di tasse e spese di spedizione -Modalità di pagamento e consegna -Diritti di recesso e condizioni di garanzia -Questa trasparenza tutela sia te che i clienti. 2. Rispetto del diritto di recesso 🔄 In Europa, i clienti hanno diritto a restituire un prodotto entro 14 giorni senza spiegazioni. Devi comunicare chiaramente questa possibilità, i tempi e le modalità di reso, e rimborsare entro 14 giorni dal rientro del prodotto. 3. Privacy e trattamento dati secondo GDPR 🔒 La gestione dei dati personali deve essere conforme al GDPR: devi informare il cliente, chiedere il consenso e garantire la sicurezza delle informazioni raccolte. 4. Evitare pratiche commerciali scorrette ⚠️ Non puoi usare pubblicità ingannevole o nascondere costi extra all’ultimo momento. Tutto deve essere chiaro fin dall’inizio. 5. Fatturazione e partita IVA 🧾 Devi emettere fattura o scontrino fiscale per ogni vendita e, se vendi oltre una certa soglia, aprire la partita IVA. Questo vale sia per vendite nazionali che internazionali. 6. Conformità dei prodotti e sicurezza 🛡️ I prodotti devono rispettare le normative di sicurezza e qualità. Nel caso di merci soggette a certificazioni, devi esporle correttamente. Conoscere e rispettare le regole sulla vendita online non è solo un obbligo legale, ma un investimento per la reputazione e la crescita del tuo business. Io ho imparato a vedere le normative come un alleato, perché un cliente soddisfatto e tutelato torna sempre. #VenditaOnline #EcommerceLegale #ImpresaBiz #NormativeEcommerce #BusinessSicuro #RegoleCommercioDigitale
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  • Vendere in Europa con il tuo e-commerce: regole, opportunità e ostacoli

    Quando ho deciso di espandere il mio e-commerce in Europa, ho capito subito che si trattava di un’opportunità enorme ma anche di una sfida non da poco. Vendere online ai clienti europei significa accedere a un mercato ricco, diversificato e con potenziale di crescita, ma è fondamentale conoscere bene le regole, sfruttare le opportunità e prepararsi agli ostacoli che si possono incontrare lungo il cammino.

    Le opportunità
    L’Europa offre milioni di consumatori con una forte propensione all’acquisto online e un grande apprezzamento per i prodotti di qualità, in particolare quelli italiani. Il mercato europeo è ben regolamentato e spesso con sistemi di pagamento e logistica abbastanza efficienti.

    Vendere in Europa significa poter ampliare il proprio fatturato, migliorare la reputazione del brand e testare nuovi segmenti di clientela. Inoltre, grazie all’Unione Europea, molti processi sono semplificati rispetto a mercati extra-UE, ad esempio per quanto riguarda la libera circolazione delle merci.

    Le regole da conoscere
    IVA e fiscalità
    L’IVA è uno degli aspetti più delicati. Dal 1° luglio 2021 è in vigore il regime OSS (One Stop Shop), che semplifica la dichiarazione e il pagamento dell’IVA per le vendite B2C in tutta Europa. Tuttavia, devo registrarmi e rispettare regole specifiche per ogni Paese.

    Normative sui prodotti
    Ogni categoria merceologica ha regole precise, dai cosmetici agli alimenti, ai prodotti elettronici. È fondamentale rispettare le direttive UE su sicurezza, etichettatura e conformità.

    Protezione dei dati
    Il GDPR impone rigide regole sulla gestione dei dati personali dei clienti europei. Devo essere sicuro di aver implementato politiche di privacy trasparenti e sistemi di sicurezza adeguati.

    Gli ostacoli più comuni
    -Barriere linguistiche e culturali: tradurre non basta, devo localizzare contenuti e offerte per ogni mercato.
    -Logistica e spedizioni: i costi e tempi possono variare molto da Paese a Paese.
    -Gestione dei resi: in Europa i consumatori hanno forti diritti di recesso, e la gestione può diventare complessa e costosa.
    -Concorrenza locale: ogni mercato ha competitor consolidati con cui è necessario fare i conti.

    Il mio consiglio
    Prima di partire, è fondamentale pianificare con cura ogni aspetto, partire con test rapidi, sfruttare gli strumenti digitali per la localizzazione e affidarsi a consulenti esperti per la gestione fiscale e legale. Non sottovaluto mai l’importanza di un’assistenza clienti multilingue e di campagne marketing mirate per conquistare la fiducia del consumatore europeo.

    Se vuoi, posso aiutarti a strutturare un piano efficace per vendere in Europa con il tuo e-commerce, evitando gli errori più comuni e sfruttando al massimo le opportunità.

    Scrivimi per una consulenza personalizzata!

    #VendereInEuropa #EcommerceInternazionale #PMIitaliane #ExportDigitale #IVAOSS #Localizzazione #Impresabiz
    Vendere in Europa con il tuo e-commerce: regole, opportunità e ostacoli Quando ho deciso di espandere il mio e-commerce in Europa, ho capito subito che si trattava di un’opportunità enorme ma anche di una sfida non da poco. Vendere online ai clienti europei significa accedere a un mercato ricco, diversificato e con potenziale di crescita, ma è fondamentale conoscere bene le regole, sfruttare le opportunità e prepararsi agli ostacoli che si possono incontrare lungo il cammino. Le opportunità L’Europa offre milioni di consumatori con una forte propensione all’acquisto online e un grande apprezzamento per i prodotti di qualità, in particolare quelli italiani. Il mercato europeo è ben regolamentato e spesso con sistemi di pagamento e logistica abbastanza efficienti. Vendere in Europa significa poter ampliare il proprio fatturato, migliorare la reputazione del brand e testare nuovi segmenti di clientela. Inoltre, grazie all’Unione Europea, molti processi sono semplificati rispetto a mercati extra-UE, ad esempio per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. Le regole da conoscere IVA e fiscalità L’IVA è uno degli aspetti più delicati. Dal 1° luglio 2021 è in vigore il regime OSS (One Stop Shop), che semplifica la dichiarazione e il pagamento dell’IVA per le vendite B2C in tutta Europa. Tuttavia, devo registrarmi e rispettare regole specifiche per ogni Paese. Normative sui prodotti Ogni categoria merceologica ha regole precise, dai cosmetici agli alimenti, ai prodotti elettronici. È fondamentale rispettare le direttive UE su sicurezza, etichettatura e conformità. Protezione dei dati Il GDPR impone rigide regole sulla gestione dei dati personali dei clienti europei. Devo essere sicuro di aver implementato politiche di privacy trasparenti e sistemi di sicurezza adeguati. Gli ostacoli più comuni -Barriere linguistiche e culturali: tradurre non basta, devo localizzare contenuti e offerte per ogni mercato. -Logistica e spedizioni: i costi e tempi possono variare molto da Paese a Paese. -Gestione dei resi: in Europa i consumatori hanno forti diritti di recesso, e la gestione può diventare complessa e costosa. -Concorrenza locale: ogni mercato ha competitor consolidati con cui è necessario fare i conti. Il mio consiglio Prima di partire, è fondamentale pianificare con cura ogni aspetto, partire con test rapidi, sfruttare gli strumenti digitali per la localizzazione e affidarsi a consulenti esperti per la gestione fiscale e legale. Non sottovaluto mai l’importanza di un’assistenza clienti multilingue e di campagne marketing mirate per conquistare la fiducia del consumatore europeo. Se vuoi, posso aiutarti a strutturare un piano efficace per vendere in Europa con il tuo e-commerce, evitando gli errori più comuni e sfruttando al massimo le opportunità. 📩 Scrivimi per una consulenza personalizzata! 🌍 #VendereInEuropa #EcommerceInternazionale #PMIitaliane #ExportDigitale #IVAOSS #Localizzazione #Impresabiz
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  • Vendite online e diritto di recesso: cosa sapere per non incorrere in problemi

    Quando ho avviato il mio e-commerce, ammetto che non avevo le idee chiarissime sul diritto di recesso. Pensavo fosse una semplice “politica resi”, e invece è una norma precisa, obbligatoria, che se ignorata o mal gestita può costare sanzioni salate e rovinare il rapporto con i clienti.

    Con il tempo (e qualche consulenza giuridica), ho imparato ad applicarlo in modo corretto. Oggi voglio condividere con te cosa sapere davvero per stare in regola e non avere problemi.

    Cos’è il diritto di recesso?
    È il diritto riconosciuto al consumatore di annullare un acquisto online entro 14 giorni dalla consegna, senza dover fornire una motivazione.
    È previsto dal Codice del Consumo (D. Lgs. 206/2005) per tutte le vendite a distanza.

    Obblighi per chi vende online (come noi)
    1. Informare chiaramente il cliente
    Devo indicare, prima dell’acquisto:
    -Che esiste il diritto di recesso
    -Le modalità e i tempi per esercitarlo
    -Chi paga le spese di restituzione (posso farle pagare al cliente, ma va scritto chiaramente)
    Io ho dedicato una sezione specifica nel sito, e ne parlo anche nei Termini e Condizioni.

    2. Fornire il modulo di recesso
    Anche se il cliente può inviare una mail, è obbligatorio mettere a disposizione un modulo di recesso (può essere anche scaricabile in PDF).

    3. Rimborsare entro 14 giorni
    Una volta ricevuta la comunicazione del recesso, devo rimborsare il cliente entro 14 giorni, inclusi i costi di spedizione standard (non extra se ha scelto consegne speciali).
    Io aspetto la restituzione del prodotto prima di rimborsare, ma questo va comunicato chiaramente.

    Quando il diritto di recesso NON si applica
    Non tutti i prodotti lo prevedono. Alcuni esempi (che anche io tratto con più attenzione):
    -Prodotti personalizzati o su misura
    -Articoli sigillati (come cosmetici o alimenti) aperti dal cliente
    -Contenuti digitali scaricabili dopo l’acquisto
    L'importante è dichiararlo in modo esplicito prima della conferma d’ordine.

    Come lo gestisco nel mio shop
    -Invio una mail post-vendita con tutte le istruzioni per il recesso
    -Ho automatizzato il processo nel mio gestionale: il cliente può richiedere il reso direttamente dal suo account
    -Tengo sempre tracciata la data di consegna per contare i 14 giorni correttamente

    Il mio consiglio
    Non vedere il recesso come una perdita: è uno strumento di fiducia. Quando il cliente si sente tutelato, compra con più tranquillità.
    Essere trasparenti e chiari riduce reclami, contenziosi e migliora la reputazione del tuo shop.

    #DirittoDiRecesso #EcommerceLegale #ImpresaBiz #VenditeOnline #RestituireUnProdotto #ObblighiVenditore #CodiceDelConsumo #EcommerceItalia #CustomerCare #PoliticaResi
    Vendite online e diritto di recesso: cosa sapere per non incorrere in problemi Quando ho avviato il mio e-commerce, ammetto che non avevo le idee chiarissime sul diritto di recesso. Pensavo fosse una semplice “politica resi”, e invece è una norma precisa, obbligatoria, che se ignorata o mal gestita può costare sanzioni salate e rovinare il rapporto con i clienti. Con il tempo (e qualche consulenza giuridica), ho imparato ad applicarlo in modo corretto. Oggi voglio condividere con te cosa sapere davvero per stare in regola e non avere problemi. 📌 Cos’è il diritto di recesso? È il diritto riconosciuto al consumatore di annullare un acquisto online entro 14 giorni dalla consegna, senza dover fornire una motivazione. È previsto dal Codice del Consumo (D. Lgs. 206/2005) per tutte le vendite a distanza. ⚠️ Obblighi per chi vende online (come noi) 1. Informare chiaramente il cliente Devo indicare, prima dell’acquisto: -Che esiste il diritto di recesso -Le modalità e i tempi per esercitarlo -Chi paga le spese di restituzione (posso farle pagare al cliente, ma va scritto chiaramente) Io ho dedicato una sezione specifica nel sito, e ne parlo anche nei Termini e Condizioni. 2. Fornire il modulo di recesso Anche se il cliente può inviare una mail, è obbligatorio mettere a disposizione un modulo di recesso (può essere anche scaricabile in PDF). 3. Rimborsare entro 14 giorni Una volta ricevuta la comunicazione del recesso, devo rimborsare il cliente entro 14 giorni, inclusi i costi di spedizione standard (non extra se ha scelto consegne speciali). Io aspetto la restituzione del prodotto prima di rimborsare, ma questo va comunicato chiaramente. ❌ Quando il diritto di recesso NON si applica Non tutti i prodotti lo prevedono. Alcuni esempi (che anche io tratto con più attenzione): -Prodotti personalizzati o su misura -Articoli sigillati (come cosmetici o alimenti) aperti dal cliente -Contenuti digitali scaricabili dopo l’acquisto L'importante è dichiararlo in modo esplicito prima della conferma d’ordine. 📦 Come lo gestisco nel mio shop -Invio una mail post-vendita con tutte le istruzioni per il recesso -Ho automatizzato il processo nel mio gestionale: il cliente può richiedere il reso direttamente dal suo account -Tengo sempre tracciata la data di consegna per contare i 14 giorni correttamente Il mio consiglio Non vedere il recesso come una perdita: è uno strumento di fiducia. Quando il cliente si sente tutelato, compra con più tranquillità. Essere trasparenti e chiari riduce reclami, contenziosi e migliora la reputazione del tuo shop. #DirittoDiRecesso #EcommerceLegale #ImpresaBiz #VenditeOnline #RestituireUnProdotto #ObblighiVenditore #CodiceDelConsumo #EcommerceItalia #CustomerCare #PoliticaResi
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  • Termini e condizioni: cosa deve contenere il tuo e-commerce per essere a norma

    Quando ho aperto il mio e-commerce, come tanti, ho copiato un modello generico di Termini e Condizioni preso online. Solo dopo aver parlato con un legale (e ricevuto una segnalazione da un cliente molto informato), ho capito quanto questa parte sia importante e tutt’altro che “formale”.

    I Termini e Condizioni (o condizioni generali di vendita) non sono solo un obbligo legale: servono a proteggere noi imprenditori, a chiarire i diritti dei clienti e ad evitare grane future.

    Cosa devono contenere i Termini e Condizioni per essere a norma?
    Ecco cosa ho inserito (dopo consulenza, ovviamente) per rendere il mio e-commerce conforme alla normativa italiana ed europea:

    1. Dati dell’azienda
    Il cliente deve sapere con chi sta concludendo il contratto:
    -Nome e ragione sociale
    -Indirizzo completo
    -Partita IVA e codice fiscale
    -Contatti (email, PEC, telefono)

    2. Oggetto del contratto
    Una descrizione chiara di cosa vendi e come funziona l'acquisto, compresi eventuali abbonamenti, servizi digitali o prodotti personalizzati.

    3. Prezzi e modalità di pagamento
    Specifico:
    -Prezzi comprensivi o esclusivi di IVA
    -Costi di spedizione e quando vengono calcolati
    -Metodi di pagamento accettati (carta, PayPal, bonifico, ecc.)

    4. Tempi e modalità di consegna
    È obbligatorio dichiarare:
    -Tempi medi di spedizione e consegna
    -Eventuali responsabilità in caso di ritardi (e a chi rivolgersi)
    -Quali corrieri vengono usati

    5. Diritto di recesso
    Uno dei punti più delicati:
    -Hai 14 giorni di tempo per il reso (come da Codice del Consumo)
    -Devi spiegare come esercitare il diritto di recesso
    -Eventuali eccezioni (es. prodotti personalizzati o deperibili)

    6. Garanzia legale
    Hai l’obbligo di offrire una garanzia di conformità di 2 anni per i prodotti venduti. Io lo spiego chiaramente per evitare equivoci post-vendita.

    7. Responsabilità e limitazioni
    Serve per tutelarsi da eventuali problemi esterni (es. malfunzionamenti del sito, ritardi di terzi, errori involontari).

    8. Privacy e trattamento dei dati
    Anche se hai una policy separata, nei T&C deve esserci un richiamo al rispetto del GDPR e ai diritti degli utenti.

    9. Legge applicabile e foro competente
    Importante soprattutto se vendi anche all’estero: nel mio caso, ho indicato che le controversie saranno regolate dalla legge italiana, con foro competente nella mia provincia.

    Il mio consiglio
    Non affidarti a modelli trovati su Google o a copia-incolla da altri e-commerce. I Termini e Condizioni vanno personalizzati sulla tua attività e scritti in modo chiaro, perché devono essere comprensibili anche per il cliente finale.
    Io ho usato un legale esperto in digitale e oggi mi sento molto più tutelato.

    Bonus: dove inserirli?
    Link in fondo a ogni pagina del sito
    Visualizzazione obbligatoria al checkout, con casella da spuntare “Accetto i Termini e Condizioni”

    Inserimento in email di conferma ordine

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    Termini e condizioni: cosa deve contenere il tuo e-commerce per essere a norma Quando ho aperto il mio e-commerce, come tanti, ho copiato un modello generico di Termini e Condizioni preso online. Solo dopo aver parlato con un legale (e ricevuto una segnalazione da un cliente molto informato), ho capito quanto questa parte sia importante e tutt’altro che “formale”. I Termini e Condizioni (o condizioni generali di vendita) non sono solo un obbligo legale: servono a proteggere noi imprenditori, a chiarire i diritti dei clienti e ad evitare grane future. Cosa devono contenere i Termini e Condizioni per essere a norma? Ecco cosa ho inserito (dopo consulenza, ovviamente) per rendere il mio e-commerce conforme alla normativa italiana ed europea: 1. Dati dell’azienda Il cliente deve sapere con chi sta concludendo il contratto: -Nome e ragione sociale -Indirizzo completo -Partita IVA e codice fiscale -Contatti (email, PEC, telefono) 2. Oggetto del contratto Una descrizione chiara di cosa vendi e come funziona l'acquisto, compresi eventuali abbonamenti, servizi digitali o prodotti personalizzati. 3. Prezzi e modalità di pagamento Specifico: -Prezzi comprensivi o esclusivi di IVA -Costi di spedizione e quando vengono calcolati -Metodi di pagamento accettati (carta, PayPal, bonifico, ecc.) 4. Tempi e modalità di consegna È obbligatorio dichiarare: -Tempi medi di spedizione e consegna -Eventuali responsabilità in caso di ritardi (e a chi rivolgersi) -Quali corrieri vengono usati 5. Diritto di recesso Uno dei punti più delicati: -Hai 14 giorni di tempo per il reso (come da Codice del Consumo) -Devi spiegare come esercitare il diritto di recesso -Eventuali eccezioni (es. prodotti personalizzati o deperibili) 6. Garanzia legale Hai l’obbligo di offrire una garanzia di conformità di 2 anni per i prodotti venduti. Io lo spiego chiaramente per evitare equivoci post-vendita. 7. Responsabilità e limitazioni Serve per tutelarsi da eventuali problemi esterni (es. malfunzionamenti del sito, ritardi di terzi, errori involontari). 8. Privacy e trattamento dei dati Anche se hai una policy separata, nei T&C deve esserci un richiamo al rispetto del GDPR e ai diritti degli utenti. 9. Legge applicabile e foro competente Importante soprattutto se vendi anche all’estero: nel mio caso, ho indicato che le controversie saranno regolate dalla legge italiana, con foro competente nella mia provincia. Il mio consiglio Non affidarti a modelli trovati su Google o a copia-incolla da altri e-commerce. I Termini e Condizioni vanno personalizzati sulla tua attività e scritti in modo chiaro, perché devono essere comprensibili anche per il cliente finale. Io ho usato un legale esperto in digitale e oggi mi sento molto più tutelato. Bonus: dove inserirli? Link in fondo a ogni pagina del sito Visualizzazione obbligatoria al checkout, con casella da spuntare “Accetto i Termini e Condizioni” Inserimento in email di conferma ordine #EcommerceLegale #TerminiECondizioni #PrivacyPolicy #ImpresaBiz #VendereOnline #ObblighiLegali #RegoleEcommerce #TuteleClienti #GaranziaLegale #DirittoDiRecesso #EcommerceItalia
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  • Contratti Internazionali: Cosa Sapere Prima di Firmare

    Noi di impresa.biz sappiamo bene che quando si parla di internazionalizzazione, i contratti internazionali rappresentano una tappa cruciale.
    Firmare un accordo con partner esteri può aprire grandi opportunità, ma anche nascondere insidie se non si conoscono bene le regole e le clausole fondamentali.
    In questo articolo vogliamo condividere con te le principali cose da sapere prima di firmare un contratto internazionale, per proteggere il tuo business e costruire collaborazioni solide e durature.

    1. Conoscere la normativa applicabile
    È fondamentale capire quale legge regola il contratto: quella italiana, quella del paese del partner o una normativa internazionale.
    Questa scelta incide sulla risoluzione di eventuali controversie e sui diritti delle parti.

    2. Definire chiaramente diritti e doveri
    Un buon contratto deve specificare con precisione quali sono le responsabilità, le consegne, le tempistiche e i livelli di qualità attesi da entrambe le parti.

    3. Clausole di pagamento e valute
    Bisogna stabilire modalità, tempi e valute di pagamento, considerando anche le eventuali fluttuazioni del cambio che possono influenzare il valore finale.

    4. Gestione delle controversie
    È importante prevedere un metodo per risolvere i conflitti, come mediazione o arbitrato, e scegliere la sede competente per eventuali cause legali.

    5. Proprietà intellettuale e riservatezza
    Se il contratto riguarda prodotti innovativi o know-how, è essenziale tutelare la proprietà intellettuale e prevedere clausole di riservatezza per proteggere le informazioni sensibili.

    6. Durata e condizioni di recesso
    Il contratto deve indicare la durata, le condizioni per il rinnovo e le modalità con cui una delle parti può recedere dall’accordo.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona conoscenza dei contratti internazionali sia indispensabile per evitare rischi e incomprensioni.
    Per questo consigliamo sempre di affidarsi a professionisti esperti e di dedicare tempo alla negoziazione, perché un contratto ben fatto è la base di un successo duraturo all’estero.

    Se vuoi approfondire gli aspetti legali dell’internazionalizzazione o hai bisogno di assistenza nella redazione dei tuoi contratti, siamo qui per aiutarti.

    #ContrattiInternazionali #Internazionalizzazione #Export #BusinessGlobale #LeggeCommerciale #ImpresaBiz #PMI #AccordiInternazionali #StrategiaDiMercato

    Contratti Internazionali: Cosa Sapere Prima di Firmare Noi di impresa.biz sappiamo bene che quando si parla di internazionalizzazione, i contratti internazionali rappresentano una tappa cruciale. Firmare un accordo con partner esteri può aprire grandi opportunità, ma anche nascondere insidie se non si conoscono bene le regole e le clausole fondamentali. In questo articolo vogliamo condividere con te le principali cose da sapere prima di firmare un contratto internazionale, per proteggere il tuo business e costruire collaborazioni solide e durature. 1. Conoscere la normativa applicabile È fondamentale capire quale legge regola il contratto: quella italiana, quella del paese del partner o una normativa internazionale. Questa scelta incide sulla risoluzione di eventuali controversie e sui diritti delle parti. 2. Definire chiaramente diritti e doveri Un buon contratto deve specificare con precisione quali sono le responsabilità, le consegne, le tempistiche e i livelli di qualità attesi da entrambe le parti. 3. Clausole di pagamento e valute Bisogna stabilire modalità, tempi e valute di pagamento, considerando anche le eventuali fluttuazioni del cambio che possono influenzare il valore finale. 4. Gestione delle controversie È importante prevedere un metodo per risolvere i conflitti, come mediazione o arbitrato, e scegliere la sede competente per eventuali cause legali. 5. Proprietà intellettuale e riservatezza Se il contratto riguarda prodotti innovativi o know-how, è essenziale tutelare la proprietà intellettuale e prevedere clausole di riservatezza per proteggere le informazioni sensibili. 6. Durata e condizioni di recesso Il contratto deve indicare la durata, le condizioni per il rinnovo e le modalità con cui una delle parti può recedere dall’accordo. Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona conoscenza dei contratti internazionali sia indispensabile per evitare rischi e incomprensioni. Per questo consigliamo sempre di affidarsi a professionisti esperti e di dedicare tempo alla negoziazione, perché un contratto ben fatto è la base di un successo duraturo all’estero. Se vuoi approfondire gli aspetti legali dell’internazionalizzazione o hai bisogno di assistenza nella redazione dei tuoi contratti, siamo qui per aiutarti. #ContrattiInternazionali #Internazionalizzazione #Export #BusinessGlobale #LeggeCommerciale #ImpresaBiz #PMI #AccordiInternazionali #StrategiaDiMercato
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