Privacy e GDPR per aziende: cosa devi davvero fare per essere in regola
Quando ho aperto il mio e-commerce, la parola “GDPR” mi faceva venire il mal di testa.
Pensavo fosse roba da grandi aziende con team legali e budget infiniti. Poi ho capito che, anche se gestisci una PMI o un'attività online con pochi dipendenti, sei comunque obbligato a rispettarlo.
E no, non si tratta solo di un’informativa da copiare e incollare sul sito.
Il GDPR riguarda come gestisci i dati personali, anche solo un nome, un’email o un indirizzo IP.
Ti racconto cosa ho fatto io, passo dopo passo, per mettermi in regola senza diventare avvocato.
1. Ho fatto un check dei dati che raccolgo
La prima cosa è sapere quali dati raccogli e perché.
Nel mio caso, raccoglievo:
-Email per newsletter e promozioni
-Dati per spedizione (nome, indirizzo, telefono)
-Cookie per statistiche e remarketing
-Dati dai moduli di contatto
Ho mappato tutto e capito quali basi legali uso: consenso, contratto, obbligo legale o legittimo interesse.
2. Ho scritto un’informativa chiara (niente copia/incolla)
Ho smesso di copiare quella dei big.
Ho creato una privacy policy semplice, aggiornata e personalizzata, che spiega:
-Chi sono e come tratto i dati
-A che scopo li uso
-Per quanto tempo li conservo
-Con chi li condivido (es. corrieri, piattaforme email)
-Quali diritti ha l’utente
-Non serve essere un legale: basta essere trasparenti e chiari.
3. Ho installato un sistema di gestione cookie
Il GDPR (e soprattutto il regolamento ePrivacy) richiede che:
-Gli utenti possano accettare o rifiutare i cookie non essenziali
-I cookie di marketing/statistica vengano bloccati fino al consenso
Io ho scelto un tool gratuito per PMI (tipo Cookiebot, Iubenda o Complianz), facile da integrare su Shopify e WordPress.
4. Ho aggiornato i moduli di contatto e le newsletter
Ogni modulo ora ha:
-Una spunta per il consenso (niente pre-selezionato!)
-Il link alla privacy policy
-Un messaggio chiaro sul perché sto chiedendo quei dati
Per la newsletter uso un tool che gestisce tutto in modo conforme (es. Mailchimp, Brevo, Klaviyo).
5. Ho fatto attenzione a chi ha accesso ai dati
Anche se lavoro da solo o con pochi collaboratori, ho definito chi può accedere ai dati e per quale motivo.
Ho anche firmato i contratti con fornitori esterni (es. commercialista, agenzie marketing) per garantire il corretto trattamento dei dati: si chiamano nomine a responsabili del trattamento.
Cosa evitare assolutamente
-Copiare policy da altri siti senza adattarle
-Raccogliere email senza consenso esplicito
-Installare Google Analytics o pixel pubblicitari senza banner cookie conforme
-Ignorare le richieste degli utenti (es. cancellazione dati)
-Pensare che “tanto sono piccolo, non mi troveranno mai” → succede eccome
Essere in regola con la privacy non è solo una questione di legge: è una questione di fiducia.
Oggi le persone ci lasciano i loro dati solo se sanno che li trattiamo con rispetto.
Mettersi in regola è più semplice di quanto sembri, e ti evita problemi seri e sanzioni fino a 20.000€ o il 4% del fatturato.
Nel mio caso, aver fatto le cose bene mi ha anche dato un vantaggio competitivo: i clienti si fidano di più.
#GDPR #privacyaziendale #ecommerceitalia #datipersonali #consensoinformato #cookiepolicy #marketingetico #pmiinregola #marketingconsapevole #compliance #trasparenzaonline
Quando ho aperto il mio e-commerce, la parola “GDPR” mi faceva venire il mal di testa.
Pensavo fosse roba da grandi aziende con team legali e budget infiniti. Poi ho capito che, anche se gestisci una PMI o un'attività online con pochi dipendenti, sei comunque obbligato a rispettarlo.
E no, non si tratta solo di un’informativa da copiare e incollare sul sito.
Il GDPR riguarda come gestisci i dati personali, anche solo un nome, un’email o un indirizzo IP.
Ti racconto cosa ho fatto io, passo dopo passo, per mettermi in regola senza diventare avvocato.
1. Ho fatto un check dei dati che raccolgo
La prima cosa è sapere quali dati raccogli e perché.
Nel mio caso, raccoglievo:
-Email per newsletter e promozioni
-Dati per spedizione (nome, indirizzo, telefono)
-Cookie per statistiche e remarketing
-Dati dai moduli di contatto
Ho mappato tutto e capito quali basi legali uso: consenso, contratto, obbligo legale o legittimo interesse.
2. Ho scritto un’informativa chiara (niente copia/incolla)
Ho smesso di copiare quella dei big.
Ho creato una privacy policy semplice, aggiornata e personalizzata, che spiega:
-Chi sono e come tratto i dati
-A che scopo li uso
-Per quanto tempo li conservo
-Con chi li condivido (es. corrieri, piattaforme email)
-Quali diritti ha l’utente
-Non serve essere un legale: basta essere trasparenti e chiari.
3. Ho installato un sistema di gestione cookie
Il GDPR (e soprattutto il regolamento ePrivacy) richiede che:
-Gli utenti possano accettare o rifiutare i cookie non essenziali
-I cookie di marketing/statistica vengano bloccati fino al consenso
Io ho scelto un tool gratuito per PMI (tipo Cookiebot, Iubenda o Complianz), facile da integrare su Shopify e WordPress.
4. Ho aggiornato i moduli di contatto e le newsletter
Ogni modulo ora ha:
-Una spunta per il consenso (niente pre-selezionato!)
-Il link alla privacy policy
-Un messaggio chiaro sul perché sto chiedendo quei dati
Per la newsletter uso un tool che gestisce tutto in modo conforme (es. Mailchimp, Brevo, Klaviyo).
5. Ho fatto attenzione a chi ha accesso ai dati
Anche se lavoro da solo o con pochi collaboratori, ho definito chi può accedere ai dati e per quale motivo.
Ho anche firmato i contratti con fornitori esterni (es. commercialista, agenzie marketing) per garantire il corretto trattamento dei dati: si chiamano nomine a responsabili del trattamento.
Cosa evitare assolutamente
-Copiare policy da altri siti senza adattarle
-Raccogliere email senza consenso esplicito
-Installare Google Analytics o pixel pubblicitari senza banner cookie conforme
-Ignorare le richieste degli utenti (es. cancellazione dati)
-Pensare che “tanto sono piccolo, non mi troveranno mai” → succede eccome
Essere in regola con la privacy non è solo una questione di legge: è una questione di fiducia.
Oggi le persone ci lasciano i loro dati solo se sanno che li trattiamo con rispetto.
Mettersi in regola è più semplice di quanto sembri, e ti evita problemi seri e sanzioni fino a 20.000€ o il 4% del fatturato.
Nel mio caso, aver fatto le cose bene mi ha anche dato un vantaggio competitivo: i clienti si fidano di più.
#GDPR #privacyaziendale #ecommerceitalia #datipersonali #consensoinformato #cookiepolicy #marketingetico #pmiinregola #marketingconsapevole #compliance #trasparenzaonline
Privacy e GDPR per aziende: cosa devi davvero fare per essere in regola
Quando ho aperto il mio e-commerce, la parola “GDPR” mi faceva venire il mal di testa.
Pensavo fosse roba da grandi aziende con team legali e budget infiniti. Poi ho capito che, anche se gestisci una PMI o un'attività online con pochi dipendenti, sei comunque obbligato a rispettarlo.
E no, non si tratta solo di un’informativa da copiare e incollare sul sito.
Il GDPR riguarda come gestisci i dati personali, anche solo un nome, un’email o un indirizzo IP.
Ti racconto cosa ho fatto io, passo dopo passo, per mettermi in regola senza diventare avvocato.
✅ 1. Ho fatto un check dei dati che raccolgo
La prima cosa è sapere quali dati raccogli e perché.
Nel mio caso, raccoglievo:
-Email per newsletter e promozioni
-Dati per spedizione (nome, indirizzo, telefono)
-Cookie per statistiche e remarketing
-Dati dai moduli di contatto
Ho mappato tutto e capito quali basi legali uso: consenso, contratto, obbligo legale o legittimo interesse.
✅ 2. Ho scritto un’informativa chiara (niente copia/incolla)
Ho smesso di copiare quella dei big.
Ho creato una privacy policy semplice, aggiornata e personalizzata, che spiega:
-Chi sono e come tratto i dati
-A che scopo li uso
-Per quanto tempo li conservo
-Con chi li condivido (es. corrieri, piattaforme email)
-Quali diritti ha l’utente
-Non serve essere un legale: basta essere trasparenti e chiari.
✅ 3. Ho installato un sistema di gestione cookie
Il GDPR (e soprattutto il regolamento ePrivacy) richiede che:
-Gli utenti possano accettare o rifiutare i cookie non essenziali
-I cookie di marketing/statistica vengano bloccati fino al consenso
Io ho scelto un tool gratuito per PMI (tipo Cookiebot, Iubenda o Complianz), facile da integrare su Shopify e WordPress.
✅ 4. Ho aggiornato i moduli di contatto e le newsletter
Ogni modulo ora ha:
-Una spunta per il consenso (niente pre-selezionato!)
-Il link alla privacy policy
-Un messaggio chiaro sul perché sto chiedendo quei dati
Per la newsletter uso un tool che gestisce tutto in modo conforme (es. Mailchimp, Brevo, Klaviyo).
✅ 5. Ho fatto attenzione a chi ha accesso ai dati
Anche se lavoro da solo o con pochi collaboratori, ho definito chi può accedere ai dati e per quale motivo.
Ho anche firmato i contratti con fornitori esterni (es. commercialista, agenzie marketing) per garantire il corretto trattamento dei dati: si chiamano nomine a responsabili del trattamento.
❌ Cosa evitare assolutamente
-Copiare policy da altri siti senza adattarle
-Raccogliere email senza consenso esplicito
-Installare Google Analytics o pixel pubblicitari senza banner cookie conforme
-Ignorare le richieste degli utenti (es. cancellazione dati)
-Pensare che “tanto sono piccolo, non mi troveranno mai” → succede eccome
✍️ Essere in regola con la privacy non è solo una questione di legge: è una questione di fiducia.
Oggi le persone ci lasciano i loro dati solo se sanno che li trattiamo con rispetto.
Mettersi in regola è più semplice di quanto sembri, e ti evita problemi seri e sanzioni fino a 20.000€ o il 4% del fatturato.
Nel mio caso, aver fatto le cose bene mi ha anche dato un vantaggio competitivo: i clienti si fidano di più.
#GDPR #privacyaziendale #ecommerceitalia #datipersonali #consensoinformato #cookiepolicy #marketingetico #pmiinregola #marketingconsapevole #compliance #trasparenzaonline
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