Non solo Delaware: cosa valutare prima di “espatriare” il business
Negli ultimi anni è diventato quasi di moda parlare di società estere.
“Apri una LTD a Londra, paghi meno tasse!”
“Meglio una LLC in Delaware!”
“Mettiti in Estonia, è tutto digitale!”
Sì, ma non è così semplice né sempre conveniente.
Costituire una società fuori dall’Italia può offrire vantaggi reali, ma porta anche rischi legali e fiscali molto concreti, soprattutto se il centro dell’attività rimane in Italia.
Vediamo allora cosa c’è davvero da sapere prima di aprire una società estera.
1. Non basta aprire una società all’estero per “trasferire” il business
Uno degli errori più diffusi è pensare che basti registrare una LTD o LLC in un altro Paese per spostare la fiscalità.
Sbagliato: conta dove si svolge l’attività, non solo dove sta la sede legale.
Secondo la normativa italiana (e OCSE), il concetto chiave è la residenza fiscale effettiva:
Se la gestione effettiva, i clienti, i fornitori o i soci sono in Italia, l’impresa può essere considerata fiscalmente residente in Italia, anche se formalmente estera.
Conseguenza? Tassazione integrale in Italia + rischio di accertamenti per esterovestizione.
2. Cos’è l’esterovestizione (e perché è il vero pericolo)
Esterovestizione = simulazione di residenza estera per ottenere un vantaggio fiscale.
Per l’Agenzia delle Entrate, i segnali di allarme sono:
-I soci o amministratori sono italiani (o residenti)
-L’amministrazione avviene in Italia
-Il business è rivolto principalmente al mercato italiano
-I contratti, i conti bancari, i dipendenti sono italiani
Se scatta l’accertamento:
-Tassazione in Italia retroattiva
-Sanzioni dal 100% al 200% delle imposte evase
-Responsabilità penale in alcuni casi
3. Quando ha senso aprire una società estera?
Detto questo, ci sono situazioni in cui una società estera è perfettamente legittima e vantaggiosa, ad esempio:
Hai un’attività internazionale con clienti e fornitori all’estero
Sei realmente trasferito all’estero e non operi più dall’Italia
Hai partner stranieri o progetti in mercati extra-UE
Vuoi una struttura societaria flessibile (es. USA, UK, Emirati, Estonia…)
Ma anche in questi casi: serve progettazione legale e fiscale, altrimenti i rischi restano.
4. Paesi più usati (e cosa sapere)
USA – Delaware / Wyoming
-Costi bassi, privacy societaria, flessibilità
-Ottimo per startup tech o investimenti USA
-Non evita tasse italiane se operi da qui
UK – LTD
-Facile e veloce da costituire
-Dalla Brexit in poi: serve attenzione su dogana e IVA
-Rischi alti se sei fisicamente in Italia
Estonia – e-Residency
-Digital-first, utile per servizi digitali
-Richiede reale gestione estera per essere vantaggiosa
-Non è una scorciatoia fiscale
Emirati Arabi (Dubai)
-Zero imposte societarie, ma costi di gestione elevati
-Richiede presenza fisica, residenza o sponsor locale
-Attira molti “expat fiscali”, ma l’Agenzia delle Entrate osserva con attenzione
5. Fisco italiano e controlli: cosa monitorano?
-Doppia residenza fiscale: se hai una società estera e vivi in Italia, può scattare l’imponibilità totale in Italia
-Trasferimenti non dichiarati di asset, conti, proprietà
-Operazioni infragruppo non giustificate (es. royalties, servizi tra società collegate)
-Utilizzo di banche estere senza monitoraggio fiscale (quadro RW)
In sintesi: estero sì, ma con metodo e consapevolezza
Aprire una società all’estero può essere una scelta intelligente e strategica, ma non deve essere una furbata mal fatta.
Se:
-Operi ancora in Italia
-Non hai un progetto internazionale reale
-Non segui i passaggi legali e fiscali corretti
rischi più costi, più tasse e un’indagine fiscale. Non proprio l’ottimizzazione che avevi in mente.
6. Cosa fare prima di aprire una società estera?
Valutazione con un consulente esperto in fiscalità internazionale
Pianificare la struttura societaria (holding, partner, residenza amministrativa)
Controllare gli obblighi di monitoraggio fiscale (RW, CFC, transfer pricing)
Dialogare con il commercialista prima, non dopo
#societàestera #fiscalitàinternazionale #esterovestizione #PMIglobali #startupexport #partitaIVA #emigrazionefiscale #consulenzafiscale #residenzafiscale #businessallestero #internationaltax #aziendeitaliane
Negli ultimi anni è diventato quasi di moda parlare di società estere.
“Apri una LTD a Londra, paghi meno tasse!”
“Meglio una LLC in Delaware!”
“Mettiti in Estonia, è tutto digitale!”
Sì, ma non è così semplice né sempre conveniente.
Costituire una società fuori dall’Italia può offrire vantaggi reali, ma porta anche rischi legali e fiscali molto concreti, soprattutto se il centro dell’attività rimane in Italia.
Vediamo allora cosa c’è davvero da sapere prima di aprire una società estera.
1. Non basta aprire una società all’estero per “trasferire” il business
Uno degli errori più diffusi è pensare che basti registrare una LTD o LLC in un altro Paese per spostare la fiscalità.
Sbagliato: conta dove si svolge l’attività, non solo dove sta la sede legale.
Secondo la normativa italiana (e OCSE), il concetto chiave è la residenza fiscale effettiva:
Se la gestione effettiva, i clienti, i fornitori o i soci sono in Italia, l’impresa può essere considerata fiscalmente residente in Italia, anche se formalmente estera.
Conseguenza? Tassazione integrale in Italia + rischio di accertamenti per esterovestizione.
2. Cos’è l’esterovestizione (e perché è il vero pericolo)
Esterovestizione = simulazione di residenza estera per ottenere un vantaggio fiscale.
Per l’Agenzia delle Entrate, i segnali di allarme sono:
-I soci o amministratori sono italiani (o residenti)
-L’amministrazione avviene in Italia
-Il business è rivolto principalmente al mercato italiano
-I contratti, i conti bancari, i dipendenti sono italiani
Se scatta l’accertamento:
-Tassazione in Italia retroattiva
-Sanzioni dal 100% al 200% delle imposte evase
-Responsabilità penale in alcuni casi
3. Quando ha senso aprire una società estera?
Detto questo, ci sono situazioni in cui una società estera è perfettamente legittima e vantaggiosa, ad esempio:
Hai un’attività internazionale con clienti e fornitori all’estero
Sei realmente trasferito all’estero e non operi più dall’Italia
Hai partner stranieri o progetti in mercati extra-UE
Vuoi una struttura societaria flessibile (es. USA, UK, Emirati, Estonia…)
Ma anche in questi casi: serve progettazione legale e fiscale, altrimenti i rischi restano.
4. Paesi più usati (e cosa sapere)
USA – Delaware / Wyoming
-Costi bassi, privacy societaria, flessibilità
-Ottimo per startup tech o investimenti USA
-Non evita tasse italiane se operi da qui
UK – LTD
-Facile e veloce da costituire
-Dalla Brexit in poi: serve attenzione su dogana e IVA
-Rischi alti se sei fisicamente in Italia
Estonia – e-Residency
-Digital-first, utile per servizi digitali
-Richiede reale gestione estera per essere vantaggiosa
-Non è una scorciatoia fiscale
Emirati Arabi (Dubai)
-Zero imposte societarie, ma costi di gestione elevati
-Richiede presenza fisica, residenza o sponsor locale
-Attira molti “expat fiscali”, ma l’Agenzia delle Entrate osserva con attenzione
5. Fisco italiano e controlli: cosa monitorano?
-Doppia residenza fiscale: se hai una società estera e vivi in Italia, può scattare l’imponibilità totale in Italia
-Trasferimenti non dichiarati di asset, conti, proprietà
-Operazioni infragruppo non giustificate (es. royalties, servizi tra società collegate)
-Utilizzo di banche estere senza monitoraggio fiscale (quadro RW)
In sintesi: estero sì, ma con metodo e consapevolezza
Aprire una società all’estero può essere una scelta intelligente e strategica, ma non deve essere una furbata mal fatta.
Se:
-Operi ancora in Italia
-Non hai un progetto internazionale reale
-Non segui i passaggi legali e fiscali corretti
rischi più costi, più tasse e un’indagine fiscale. Non proprio l’ottimizzazione che avevi in mente.
6. Cosa fare prima di aprire una società estera?
Valutazione con un consulente esperto in fiscalità internazionale
Pianificare la struttura societaria (holding, partner, residenza amministrativa)
Controllare gli obblighi di monitoraggio fiscale (RW, CFC, transfer pricing)
Dialogare con il commercialista prima, non dopo
#societàestera #fiscalitàinternazionale #esterovestizione #PMIglobali #startupexport #partitaIVA #emigrazionefiscale #consulenzafiscale #residenzafiscale #businessallestero #internationaltax #aziendeitaliane
Non solo Delaware: cosa valutare prima di “espatriare” il business
Negli ultimi anni è diventato quasi di moda parlare di società estere.
“Apri una LTD a Londra, paghi meno tasse!”
“Meglio una LLC in Delaware!”
“Mettiti in Estonia, è tutto digitale!”
Sì, ma non è così semplice né sempre conveniente.
Costituire una società fuori dall’Italia può offrire vantaggi reali, ma porta anche rischi legali e fiscali molto concreti, soprattutto se il centro dell’attività rimane in Italia.
Vediamo allora cosa c’è davvero da sapere prima di aprire una società estera.
🧭 1. Non basta aprire una società all’estero per “trasferire” il business
Uno degli errori più diffusi è pensare che basti registrare una LTD o LLC in un altro Paese per spostare la fiscalità.
⚠️ Sbagliato: conta dove si svolge l’attività, non solo dove sta la sede legale.
Secondo la normativa italiana (e OCSE), il concetto chiave è la residenza fiscale effettiva:
Se la gestione effettiva, i clienti, i fornitori o i soci sono in Italia, l’impresa può essere considerata fiscalmente residente in Italia, anche se formalmente estera.
👉 Conseguenza? Tassazione integrale in Italia + rischio di accertamenti per esterovestizione.
⚖️ 2. Cos’è l’esterovestizione (e perché è il vero pericolo)
Esterovestizione = simulazione di residenza estera per ottenere un vantaggio fiscale.
📌 Per l’Agenzia delle Entrate, i segnali di allarme sono:
-I soci o amministratori sono italiani (o residenti)
-L’amministrazione avviene in Italia
-Il business è rivolto principalmente al mercato italiano
-I contratti, i conti bancari, i dipendenti sono italiani
Se scatta l’accertamento:
-Tassazione in Italia retroattiva
-Sanzioni dal 100% al 200% delle imposte evase
-Responsabilità penale in alcuni casi
🌍 3. Quando ha senso aprire una società estera?
Detto questo, ci sono situazioni in cui una società estera è perfettamente legittima e vantaggiosa, ad esempio:
✅ Hai un’attività internazionale con clienti e fornitori all’estero
✅ Sei realmente trasferito all’estero e non operi più dall’Italia
✅ Hai partner stranieri o progetti in mercati extra-UE
✅ Vuoi una struttura societaria flessibile (es. USA, UK, Emirati, Estonia…)
💡 Ma anche in questi casi: serve progettazione legale e fiscale, altrimenti i rischi restano.
📋 4. Paesi più usati (e cosa sapere)
🇺🇸 USA – Delaware / Wyoming
-Costi bassi, privacy societaria, flessibilità
-Ottimo per startup tech o investimenti USA
-Non evita tasse italiane se operi da qui
🇬🇧 UK – LTD
-Facile e veloce da costituire
-Dalla Brexit in poi: serve attenzione su dogana e IVA
-Rischi alti se sei fisicamente in Italia
🇪🇪 Estonia – e-Residency
-Digital-first, utile per servizi digitali
-Richiede reale gestione estera per essere vantaggiosa
-Non è una scorciatoia fiscale
🇦🇪 Emirati Arabi (Dubai)
-Zero imposte societarie, ma costi di gestione elevati
-Richiede presenza fisica, residenza o sponsor locale
-Attira molti “expat fiscali”, ma l’Agenzia delle Entrate osserva con attenzione
🧾 5. Fisco italiano e controlli: cosa monitorano?
-Doppia residenza fiscale: se hai una società estera e vivi in Italia, può scattare l’imponibilità totale in Italia
-Trasferimenti non dichiarati di asset, conti, proprietà
-Operazioni infragruppo non giustificate (es. royalties, servizi tra società collegate)
-Utilizzo di banche estere senza monitoraggio fiscale (quadro RW)
📌 In sintesi: estero sì, ma con metodo e consapevolezza
Aprire una società all’estero può essere una scelta intelligente e strategica, ma non deve essere una furbata mal fatta.
Se:
-Operi ancora in Italia
-Non hai un progetto internazionale reale
-Non segui i passaggi legali e fiscali corretti
👉 rischi più costi, più tasse e un’indagine fiscale. Non proprio l’ottimizzazione che avevi in mente.
🔐 6. Cosa fare prima di aprire una società estera?
🔍 Valutazione con un consulente esperto in fiscalità internazionale
📁 Pianificare la struttura societaria (holding, partner, residenza amministrativa)
📑 Controllare gli obblighi di monitoraggio fiscale (RW, CFC, transfer pricing)
💬 Dialogare con il commercialista prima, non dopo
#societàestera #fiscalitàinternazionale #esterovestizione #PMIglobali #startupexport #partitaIVA #emigrazionefiscale #consulenzafiscale #residenzafiscale #businessallestero #internationaltax #aziendeitaliane
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