• Come presentare il piano in modo chiaro e persuasivo

    Noi di impresa.biz lo diciamo sempre: un piano ben scritto è importante, ma un piano ben presentato può fare la differenza.
    Che si tratti di convincere una banca, un investitore o semplicemente il proprio team, la presentazione del business plan o del piano industriale è un momento decisivo. Serve chiarezza, sintesi e impatto.

    Ecco come lo prepariamo (e lo consigliamo ai nostri clienti).

    1. Conosci il tuo pubblico
    Prima ancora di preparare le slide o il documento, ci chiediamo: a chi lo stiamo presentando?
    -Un investitore vuole capire il potenziale di ritorno e la solidità del progetto
    -Una banca guarda ai numeri, alla sostenibilità e al rischio
    -Un partner cerca visione e coerenza strategica
    -Il team vuole sapere dove si va e come ci si arriva

    Il messaggio va adattato alle esigenze e al linguaggio del destinatario.

    2. Parti dalla visione: la “big idea”
    L’apertura deve catturare l’attenzione. Noi iniziamo sempre con una risposta chiara a queste domande:
    -Qual è il problema che risolviamo?
    -Perché è il momento giusto per farlo?
    -Qual è la nostra proposta di valore unica?
    Non serve partire dai numeri: prima raccontiamo il perché del progetto. Poi arriveranno anche il come e il quanto.

    3. Usa una struttura semplice e logica
    Ecco lo schema che seguiamo per le presentazioni più efficaci:
    -Executive summary (1 slide o paragrafo): il riassunto di tutto
    -Problema / opportunità
    -Soluzione / prodotto / servizio
    -Mercato e competitor
    -Modello di business
    -Strategia di marketing e vendite
    -Piano operativo
    -Team
    -Previsioni economico-finanziarie
    -Investimenti richiesti / fonti di finanziamento

    Ogni sezione deve avere una funzione: informare e convincere.

    4. Sii visivo, non verboso
    La forma è importante quanto il contenuto:
    -Slide sintetiche, con una sola idea per slide
    -Grafici chiari e ben leggibili
    -Tabelle semplici, con evidenziazione dei numeri chiave
    -Poco testo, molte immagini e schemi
    Meglio 10 slide incisive che 40 piene di parole.

    5. Preparati a rispondere alle domande
    Una presentazione persuasiva non è solo un monologo.
    Chi ascolta vorrà capire:
    -Quali sono i rischi e come li gestiamo
    -Perché dovrebbero fidarsi di noi
    -Cosa succede se le cose vanno diversamente dal previsto
    -Quali sono le garanzie e i margini di manovra
    Noi ci prepariamo sempre a rispondere con dati alla mano e sicurezza.

    Presentare bene un piano significa comunicare fiducia, visione e solidità.
    Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori e manager a trasformare le loro idee in progetti credibili e convincenti. Perché il successo parte anche da come lo racconti.

    #businessplan #presentazioneefficace #pianostrategico #impresa.biz #comunicazioneaziendale #startupitaliane #pitch #PMIitaliane #strategiadimpresa #investorready

    Come presentare il piano in modo chiaro e persuasivo Noi di impresa.biz lo diciamo sempre: un piano ben scritto è importante, ma un piano ben presentato può fare la differenza. Che si tratti di convincere una banca, un investitore o semplicemente il proprio team, la presentazione del business plan o del piano industriale è un momento decisivo. Serve chiarezza, sintesi e impatto. Ecco come lo prepariamo (e lo consigliamo ai nostri clienti). 1. Conosci il tuo pubblico Prima ancora di preparare le slide o il documento, ci chiediamo: a chi lo stiamo presentando? -Un investitore vuole capire il potenziale di ritorno e la solidità del progetto -Una banca guarda ai numeri, alla sostenibilità e al rischio -Un partner cerca visione e coerenza strategica -Il team vuole sapere dove si va e come ci si arriva 📌 Il messaggio va adattato alle esigenze e al linguaggio del destinatario. 2. Parti dalla visione: la “big idea” L’apertura deve catturare l’attenzione. Noi iniziamo sempre con una risposta chiara a queste domande: -Qual è il problema che risolviamo? -Perché è il momento giusto per farlo? -Qual è la nostra proposta di valore unica? Non serve partire dai numeri: prima raccontiamo il perché del progetto. Poi arriveranno anche il come e il quanto. 3. Usa una struttura semplice e logica Ecco lo schema che seguiamo per le presentazioni più efficaci: -Executive summary (1 slide o paragrafo): il riassunto di tutto -Problema / opportunità -Soluzione / prodotto / servizio -Mercato e competitor -Modello di business -Strategia di marketing e vendite -Piano operativo -Team -Previsioni economico-finanziarie -Investimenti richiesti / fonti di finanziamento 📌 Ogni sezione deve avere una funzione: informare e convincere. 4. Sii visivo, non verboso La forma è importante quanto il contenuto: -Slide sintetiche, con una sola idea per slide -Grafici chiari e ben leggibili -Tabelle semplici, con evidenziazione dei numeri chiave -Poco testo, molte immagini e schemi 💡 Meglio 10 slide incisive che 40 piene di parole. 5. Preparati a rispondere alle domande Una presentazione persuasiva non è solo un monologo. Chi ascolta vorrà capire: -Quali sono i rischi e come li gestiamo -Perché dovrebbero fidarsi di noi -Cosa succede se le cose vanno diversamente dal previsto -Quali sono le garanzie e i margini di manovra 🔍 Noi ci prepariamo sempre a rispondere con dati alla mano e sicurezza. Presentare bene un piano significa comunicare fiducia, visione e solidità. Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori e manager a trasformare le loro idee in progetti credibili e convincenti. Perché il successo parte anche da come lo racconti. #businessplan #presentazioneefficace #pianostrategico #impresa.biz #comunicazioneaziendale #startupitaliane #pitch #PMIitaliane #strategiadimpresa #investorready
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  • Elementi chiave: analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti

    Noi di impresa.biz, quando supportiamo imprenditori e PMI nella pianificazione strategica, poniamo sempre l’accento su tre elementi chiave che non possono mancare in nessun business plan o piano industriale:
    analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti.

    Sono le fondamenta su cui costruire una strategia realistica, sostenibile e vincente.

    1. Analisi di mercato: conoscere per decidere
    Prima di prendere decisioni, serve una visione chiara del contesto competitivo.
    Un’analisi di mercato ben fatta ci permette di:
    -Capire chi sono i nostri clienti e cosa si aspettano
    -Identificare trend di settore (tecnologici, normativi, comportamentali)
    -Valutare il potenziale di crescita del mercato
    -Individuare i principali concorrenti e il nostro posizionamento
    -Riconoscere barriere all’ingresso e rischi
    Strumenti come ricerche di settore, interviste, Google Trends o tool di market intelligence sono alla base del nostro approccio.

    2. Modello di business: come creiamo valore (e profitti)
    Il modello di business è il cuore dell’impresa.
    Definisce come trasformiamo un bisogno del mercato in valore economico. Ci chiediamo sempre:
    -Qual è la nostra proposta di valore?
    -Chi sono i segmenti di clientela serviti?
    -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti?
    -Quali sono le nostre attività e risorse chiave?
    -Come generiamo ricavi e quali sono i principali costi?
    Spesso usiamo il Business Model Canvas, uno strumento visuale che aiuta a progettare e comunicare in modo semplice ed efficace il nostro modello.

    3. Investimenti previsti: quanto serve e perché
    L’ultimo pilastro fondamentale è la parte economica. Ogni piano deve chiarire:
    -Di quanti capitali abbiamo bisogno
    -A cosa serviranno gli investimenti (macchinari, software, marketing, risorse umane, ecc.)
    -Quali ritorni attesi prevediamo (in termini di fatturato, marginalità, quote di mercato)
    -Fonti di finanziamento: mezzi propri, finanziamenti bancari, incentivi pubblici
    -Essere trasparenti e precisi su questa parte aiuta a costruire credibilità e a dialogare meglio con banche, investitori o partner pubblici.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che ogni impresa debba fondare le proprie strategie su analisi, chiarezza e numeri.
    Un business plan (o piano industriale) efficace parte proprio da qui:
    guardare il mercato,
    definire un modello sostenibile,
    pianificare con cura le risorse da investire.

    #businessplan #modellodibusiness #analisiDiMercato #investimenti #strategiaaziendale #impresa.biz #crescitaPMI #startupitaliane #pianificazioneaziendale #sviluppoimpresa

    Elementi chiave: analisi di mercato, modello di business, investimenti previsti Noi di impresa.biz, quando supportiamo imprenditori e PMI nella pianificazione strategica, poniamo sempre l’accento su tre elementi chiave che non possono mancare in nessun business plan o piano industriale: 📊 analisi di mercato, 🧩 modello di business, 💶 investimenti previsti. Sono le fondamenta su cui costruire una strategia realistica, sostenibile e vincente. 1. Analisi di mercato: conoscere per decidere Prima di prendere decisioni, serve una visione chiara del contesto competitivo. Un’analisi di mercato ben fatta ci permette di: -Capire chi sono i nostri clienti e cosa si aspettano -Identificare trend di settore (tecnologici, normativi, comportamentali) -Valutare il potenziale di crescita del mercato -Individuare i principali concorrenti e il nostro posizionamento -Riconoscere barriere all’ingresso e rischi Strumenti come ricerche di settore, interviste, Google Trends o tool di market intelligence sono alla base del nostro approccio. 2. Modello di business: come creiamo valore (e profitti) Il modello di business è il cuore dell’impresa. Definisce come trasformiamo un bisogno del mercato in valore economico. Ci chiediamo sempre: -Qual è la nostra proposta di valore? -Chi sono i segmenti di clientela serviti? -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti? -Quali sono le nostre attività e risorse chiave? -Come generiamo ricavi e quali sono i principali costi? Spesso usiamo il Business Model Canvas, uno strumento visuale che aiuta a progettare e comunicare in modo semplice ed efficace il nostro modello. 3. Investimenti previsti: quanto serve e perché L’ultimo pilastro fondamentale è la parte economica. Ogni piano deve chiarire: -Di quanti capitali abbiamo bisogno -A cosa serviranno gli investimenti (macchinari, software, marketing, risorse umane, ecc.) -Quali ritorni attesi prevediamo (in termini di fatturato, marginalità, quote di mercato) -Fonti di finanziamento: mezzi propri, finanziamenti bancari, incentivi pubblici -Essere trasparenti e precisi su questa parte aiuta a costruire credibilità e a dialogare meglio con banche, investitori o partner pubblici. Noi di impresa.biz siamo convinti che ogni impresa debba fondare le proprie strategie su analisi, chiarezza e numeri. Un business plan (o piano industriale) efficace parte proprio da qui: 🔍 guardare il mercato, 📐 definire un modello sostenibile, 💰 pianificare con cura le risorse da investire. #businessplan #modellodibusiness #analisiDiMercato #investimenti #strategiaaziendale #impresa.biz #crescitaPMI #startupitaliane #pianificazioneaziendale #sviluppoimpresa
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  • Differenza tra business plan e piano industriale: facciamo chiarezza

    Noi di impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori e startup che usano “business plan” e “piano industriale” come fossero sinonimi. In realtà, si tratta di due strumenti diversi, con finalità e contenuti specifici.
    Entrambi sono fondamentali per guidare la crescita e attrarre investitori, ma è importante usare il termine giusto al momento giusto.

    Cos’è un business plan
    Il business plan è il documento strategico che descrive un’idea imprenditoriale, ne valuta la fattibilità e ne pianifica lo sviluppo.
    È particolarmente utile in fase di avvio dell’attività o di lancio di un nuovo progetto.

    Nel concreto, contiene:
    -Descrizione dell’impresa e del modello di business
    -Analisi del mercato e dei competitor
    -Strategia di marketing e vendita
    -Piano operativo
    -Piano economico-finanziario su 3-5 anni
    -Obiettivi e scenari di crescita
    -Fabbisogno finanziario (eventuali investimenti o prestiti richiesti)
    Lo usiamo spesso per convincere partner, banche o investitori della validità del nostro progetto.

    Cos’è un piano industriale
    Il piano industriale è un documento più strutturato e approfondito, usato in genere da aziende già operative per pianificare sviluppi futuri, ristrutturazioni, fusioni o quotazioni in borsa.

    Rispetto al business plan, è:
    -Più tecnico e dettagliato
    -Più focalizzato su analisi interne (organizzazione, costi, produzione, capitale umano)
    -Proiettato su 3–5 anni, ma con maggiore dettaglio dei processi industriali e delle performance operative

    Include:
    -Obiettivi industriali e produttivi
    -Piano degli investimenti
    -Ottimizzazione delle risorse e delle strutture aziendali
    -Proiezioni finanziarie più complesse
    -Analisi SWOT, KPI e gestione del rischio
    -Impatto organizzativo e occupazionale
    È lo strumento con cui una PMI dimostra solidità e visione nel medio-lungo periodo.

    In sintesi: le differenze chiave
    Aspetto Business Plan Piano Industriale
    Quando si usa Avvio impresa o progetto Sviluppo o ristrutturazione
    Finalità Presentare l’idea, cercare fondi Pianificare crescita, ottimizzare l’impresa
    Contenuto Strategia generale Dettaglio tecnico-operativo
    Target Startup, investitori, banche Soci, CDA, investitori istituzionali
    Complessità Media Alta

    Noi di impresa.biz raccomandiamo sempre di partire con un buon business plan e, una volta consolidata l’attività, di sviluppare un piano industriale per guidare la crescita strutturata.
    Ogni impresa ha bisogno di entrambi, ma nel momento giusto.

    #businessplan #pianoindustriale #startup #impreseitaliane #pianificazionestrategica #impresa.biz #crescitaaziendale #PMI #businessplanning #sviluppoimpresa

    Differenza tra business plan e piano industriale: facciamo chiarezza Noi di impresa.biz ci confrontiamo spesso con imprenditori e startup che usano “business plan” e “piano industriale” come fossero sinonimi. In realtà, si tratta di due strumenti diversi, con finalità e contenuti specifici. Entrambi sono fondamentali per guidare la crescita e attrarre investitori, ma è importante usare il termine giusto al momento giusto. Cos’è un business plan Il business plan è il documento strategico che descrive un’idea imprenditoriale, ne valuta la fattibilità e ne pianifica lo sviluppo. È particolarmente utile in fase di avvio dell’attività o di lancio di un nuovo progetto. Nel concreto, contiene: -Descrizione dell’impresa e del modello di business -Analisi del mercato e dei competitor -Strategia di marketing e vendita -Piano operativo -Piano economico-finanziario su 3-5 anni -Obiettivi e scenari di crescita -Fabbisogno finanziario (eventuali investimenti o prestiti richiesti) 💡 Lo usiamo spesso per convincere partner, banche o investitori della validità del nostro progetto. Cos’è un piano industriale Il piano industriale è un documento più strutturato e approfondito, usato in genere da aziende già operative per pianificare sviluppi futuri, ristrutturazioni, fusioni o quotazioni in borsa. Rispetto al business plan, è: -Più tecnico e dettagliato -Più focalizzato su analisi interne (organizzazione, costi, produzione, capitale umano) -Proiettato su 3–5 anni, ma con maggiore dettaglio dei processi industriali e delle performance operative Include: -Obiettivi industriali e produttivi -Piano degli investimenti -Ottimizzazione delle risorse e delle strutture aziendali -Proiezioni finanziarie più complesse -Analisi SWOT, KPI e gestione del rischio -Impatto organizzativo e occupazionale 💡 È lo strumento con cui una PMI dimostra solidità e visione nel medio-lungo periodo. In sintesi: le differenze chiave Aspetto Business Plan Piano Industriale Quando si usa Avvio impresa o progetto Sviluppo o ristrutturazione Finalità Presentare l’idea, cercare fondi Pianificare crescita, ottimizzare l’impresa Contenuto Strategia generale Dettaglio tecnico-operativo Target Startup, investitori, banche Soci, CDA, investitori istituzionali Complessità Media Alta Noi di impresa.biz raccomandiamo sempre di partire con un buon business plan e, una volta consolidata l’attività, di sviluppare un piano industriale per guidare la crescita strutturata. Ogni impresa ha bisogno di entrambi, ma nel momento giusto. #businessplan #pianoindustriale #startup #impreseitaliane #pianificazionestrategica #impresa.biz #crescitaaziendale #PMI #businessplanning #sviluppoimpresa
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  • Come scrivere una proposta di valore che conquista subito

    Una delle cose più difficili che ho dovuto imparare nel mio percorso da imprenditore digitale è questa: non basta avere un buon prodotto. Serve saper dire, in modo semplice e diretto, perché una persona dovrebbe sceglierlo.
    Questa è la tua proposta di valore.
    E no, non è uno slogan. Non è “alta qualità” o “il cliente al centro”. È una frase concreta, credibile e orientata al cliente che risponde alla domanda più importante:
    “Perché dovrei scegliere proprio te?”

    Cos'è davvero una proposta di valore?
    La definizione che uso sempre io è questa:
    È la promessa che fai al tuo cliente su ciò che otterrà scegliendo il tuo prodotto o servizio, rispetto a tutti gli altri.

    La tua proposta di valore deve essere:
    -Chiara (niente frasi vaghe o marketingese)
    -Unica (non generica, altrimenti vale per tutti)
    -Orientata al cliente (non a te o al tuo ego)
    -Dimostrabile (senza prove o esempi, vale poco)

    🛠 Come ho scritto la mia (e come puoi scrivere la tua)
    1. Chi è il tuo cliente ideale?
    Nel mio caso, sono persone tra i 30 e i 50 anni che cercano oggetti artigianali sostenibili, belli ma funzionali, con un tocco personale.
    2. Qual è il problema che risolvi?
    Vogliono arredare casa con stile, evitando i prodotti industriali tutti uguali e poco etici.
    3. Cosa offri di unico?
    Io offro pezzi artigianali su misura, con packaging ecologico e assistenza umana (no chatbot) anche post-vendita.
    4. Scrivi la tua proposta così:
    Formula base:
    "Aiuto [cliente target] a ottenere [beneficio concreto] grazie a [elemento differenziante]."

    La mia proposta di valore:
    “Oggetti artigianali unici per chi vuole arredare in modo sostenibile, senza rinunciare a stile e personalizzazione.”
    È breve, chiara, parla al cliente, non a me. E risponde a un’esigenza precisa.

    Cosa evitare nella proposta di valore
    -Frasi come “Qualità e passione dal 1987” (troppo vaghe)
    -Focalizzarsi su se stessi invece che sul cliente
    -Proposte troppo generiche: “i migliori prodotti” non significa nulla
    -Usare solo emozioni senza contenuti concreti

    Dove usarla?
    Una volta che l’hai scritta, mettila ovunque:
    -Nella homepage (prima sezione!)
    -Nella bio Instagram e LinkedIn
    -Sui biglietti che metti nel pacco
    -Nelle Ads e nelle email
    Ogni punto di contatto è un’opportunità per far capire chi sei e perché conti.

    La proposta di valore è il cuore della tua comunicazione.
    Se non riesci a spiegarla in una frase, il cliente non riuscirà a capirla in 5 secondi. E se non la capisce… passa oltre.

    Io l’ho imparato sulla mia pelle. Ma da quando l’ho chiarita, tutto ha iniziato a funzionare meglio: marketing, conversioni, vendite. È davvero il punto di partenza.

    #propostadivalore #valueproposition #marketingstrategico #branding2025 #comunicazionedigitale #ecommerceitalia #vendereonline #marketingperpiccoleimprese #marketingconsapevole #differenziazione #messaggiomarketing
    Come scrivere una proposta di valore che conquista subito Una delle cose più difficili che ho dovuto imparare nel mio percorso da imprenditore digitale è questa: non basta avere un buon prodotto. Serve saper dire, in modo semplice e diretto, perché una persona dovrebbe sceglierlo. Questa è la tua proposta di valore. E no, non è uno slogan. Non è “alta qualità” o “il cliente al centro”. È una frase concreta, credibile e orientata al cliente che risponde alla domanda più importante: “Perché dovrei scegliere proprio te?” 🎯 Cos'è davvero una proposta di valore? La definizione che uso sempre io è questa: È la promessa che fai al tuo cliente su ciò che otterrà scegliendo il tuo prodotto o servizio, rispetto a tutti gli altri. La tua proposta di valore deve essere: -Chiara (niente frasi vaghe o marketingese) -Unica (non generica, altrimenti vale per tutti) -Orientata al cliente (non a te o al tuo ego) -Dimostrabile (senza prove o esempi, vale poco) 🛠 Come ho scritto la mia (e come puoi scrivere la tua) 1. Chi è il tuo cliente ideale? Nel mio caso, sono persone tra i 30 e i 50 anni che cercano oggetti artigianali sostenibili, belli ma funzionali, con un tocco personale. 2. Qual è il problema che risolvi? Vogliono arredare casa con stile, evitando i prodotti industriali tutti uguali e poco etici. 3. Cosa offri di unico? Io offro pezzi artigianali su misura, con packaging ecologico e assistenza umana (no chatbot) anche post-vendita. 4. Scrivi la tua proposta così: 📌 Formula base: "Aiuto [cliente target] a ottenere [beneficio concreto] grazie a [elemento differenziante]." 💬 La mia proposta di valore: “Oggetti artigianali unici per chi vuole arredare in modo sostenibile, senza rinunciare a stile e personalizzazione.” È breve, chiara, parla al cliente, non a me. E risponde a un’esigenza precisa. ❌ Cosa evitare nella proposta di valore -Frasi come “Qualità e passione dal 1987” (troppo vaghe) -Focalizzarsi su se stessi invece che sul cliente -Proposte troppo generiche: “i migliori prodotti” non significa nulla -Usare solo emozioni senza contenuti concreti ✅ Dove usarla? Una volta che l’hai scritta, mettila ovunque: -Nella homepage (prima sezione!) -Nella bio Instagram e LinkedIn -Sui biglietti che metti nel pacco -Nelle Ads e nelle email Ogni punto di contatto è un’opportunità per far capire chi sei e perché conti. ✍️ La proposta di valore è il cuore della tua comunicazione. Se non riesci a spiegarla in una frase, il cliente non riuscirà a capirla in 5 secondi. E se non la capisce… passa oltre. Io l’ho imparato sulla mia pelle. Ma da quando l’ho chiarita, tutto ha iniziato a funzionare meglio: marketing, conversioni, vendite. È davvero il punto di partenza. #propostadivalore #valueproposition #marketingstrategico #branding2025 #comunicazionedigitale #ecommerceitalia #vendereonline #marketingperpiccoleimprese #marketingconsapevole #differenziazione #messaggiomarketing
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  • Credito all’esportazione: cos’è e come funziona per le imprese italiane

    Noi di Impresa.biz siamo convinti che l’internazionalizzazione debba essere sostenuta non solo da buone idee, ma anche da strumenti concreti. Uno di questi è il credito all’esportazione, una leva strategica – spesso poco conosciuta – che può fare la differenza nei contratti con clienti esteri, soprattutto in Paesi extra-UE.
    In questo articolo facciamo chiarezza su cos’è, come funziona e perché è utile anche alle PMI.

    Cos’è il credito all’esportazione?
    Il credito all’esportazione è un meccanismo finanziario che consente all’impresa esportatrice italiana di offrire condizioni di pagamento dilazionate al cliente estero, senza dover rinunciare alla liquidità immediata.

    In pratica, è una forma di finanziamento garantito, che facilita la conclusione di contratti internazionali, specie in settori come:
    -macchinari,
    -impianti industriali,
    -infrastrutture,
    -beni strumentali complessi.

    Come funziona il meccanismo
    Due modelli principali:
    1. Credito fornitore
    L’impresa italiana concede al cliente estero un pagamento dilazionato (es. 2-5 anni) e ottiene il pagamento immediato grazie al finanziamento di una banca (italiana o internazionale). Il rischio commerciale viene coperto da SACE, che garantisce il credito in caso di insolvenza.
    È la formula più utilizzata dalle PMI italiane.

    2. Credito acquirente
    La banca italiana (o internazionale) eroga direttamente un prestito al cliente estero, che lo utilizza per pagare l’impresa italiana. In questo caso, il rapporto di credito è tra banca e acquirente straniero, ma è sempre garantito da SACE.
    Usato più spesso nei grandi progetti con clienti pubblici o multinazionali.

    Il ruolo di SACE
    SACE, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, è l’ente di garanzia pubblica che copre il rischio di mancato pagamento da parte del cliente estero. Grazie alle sue garanzie:
    -la banca eroga il finanziamento con maggiore sicurezza,
    -l’impresa italiana incassa subito,
    -il cliente estero ottiene condizioni di pagamento agevolate.
    Senza SACE, la banca raramente accetterebbe di finanziare clienti esteri su lunga durata.

    A chi conviene e perché
    Alle imprese italiane che vogliono:
    -Concludere contratti più competitivi (dilazione = vantaggio commerciale),
    -Ridurre il rischio di credito,
    -Incassare subito il valore della fornitura.

    Ai clienti esteri che:
    -Possono acquistare in modo più sostenibile,
    -Non hanno accesso immediato a finanziamenti nel proprio Paese.

    Quali sono i requisiti?
    Per accedere al credito all’esportazione con copertura SACE, è necessario:
    -Avere un contratto di fornitura con cliente estero, firmato o in fase avanzata,
    -Dimostrare che almeno il 70% del valore è “made in Italy” (contenuto nazionale),
    -Presentare una documentazione tecnica e finanziaria chiara,
    -Coinvolgere una banca italiana o internazionale con esperienza in export finance.

    I tempi
    -Fase di studio/preistruttoria: 2-3 settimane con banca e SACE
    -Approvazione e firma contrattuale: 1-2 mesi
    -Erogazione: dopo la firma dei contratti e avvio della fornitura
    Meglio iniziare il processo in parallelo alla trattativa commerciale, non dopo.

    Il nostro consiglio
    Il credito all’esportazione non è solo per le grandi aziende. Con il giusto supporto, anche una PMI può usarlo per vincere gare internazionali, espandersi in nuovi mercati e fidelizzare clienti esteri.

    Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nella preparazione della documentazione, nella gestione della trattativa con le banche e nella richiesta di garanzia a SACE.

    Contattaci per una pre-valutazione gratuita del tuo progetto di export.

    #CreditoAllEsportazione #SACE #ExportPMI #Internazionalizzazione #ExportFinance #GaranziePubbliche #FinanziamentiEstero #MadeInItaly #Impresabiz

    Credito all’esportazione: cos’è e come funziona per le imprese italiane Noi di Impresa.biz siamo convinti che l’internazionalizzazione debba essere sostenuta non solo da buone idee, ma anche da strumenti concreti. Uno di questi è il credito all’esportazione, una leva strategica – spesso poco conosciuta – che può fare la differenza nei contratti con clienti esteri, soprattutto in Paesi extra-UE. In questo articolo facciamo chiarezza su cos’è, come funziona e perché è utile anche alle PMI. 📌 Cos’è il credito all’esportazione? Il credito all’esportazione è un meccanismo finanziario che consente all’impresa esportatrice italiana di offrire condizioni di pagamento dilazionate al cliente estero, senza dover rinunciare alla liquidità immediata. In pratica, è una forma di finanziamento garantito, che facilita la conclusione di contratti internazionali, specie in settori come: -macchinari, -impianti industriali, -infrastrutture, -beni strumentali complessi. 🔍 Come funziona il meccanismo Due modelli principali: 1. Credito fornitore L’impresa italiana concede al cliente estero un pagamento dilazionato (es. 2-5 anni) e ottiene il pagamento immediato grazie al finanziamento di una banca (italiana o internazionale). Il rischio commerciale viene coperto da SACE, che garantisce il credito in caso di insolvenza. 👉 È la formula più utilizzata dalle PMI italiane. 2. Credito acquirente La banca italiana (o internazionale) eroga direttamente un prestito al cliente estero, che lo utilizza per pagare l’impresa italiana. In questo caso, il rapporto di credito è tra banca e acquirente straniero, ma è sempre garantito da SACE. 👉 Usato più spesso nei grandi progetti con clienti pubblici o multinazionali. 🛡️ Il ruolo di SACE SACE, società del gruppo Cassa Depositi e Prestiti, è l’ente di garanzia pubblica che copre il rischio di mancato pagamento da parte del cliente estero. Grazie alle sue garanzie: -la banca eroga il finanziamento con maggiore sicurezza, -l’impresa italiana incassa subito, -il cliente estero ottiene condizioni di pagamento agevolate. 📌 Senza SACE, la banca raramente accetterebbe di finanziare clienti esteri su lunga durata. 🎯 A chi conviene e perché ✅ Alle imprese italiane che vogliono: -Concludere contratti più competitivi (dilazione = vantaggio commerciale), -Ridurre il rischio di credito, -Incassare subito il valore della fornitura. ✅ Ai clienti esteri che: -Possono acquistare in modo più sostenibile, -Non hanno accesso immediato a finanziamenti nel proprio Paese. 🧩 Quali sono i requisiti? Per accedere al credito all’esportazione con copertura SACE, è necessario: -Avere un contratto di fornitura con cliente estero, firmato o in fase avanzata, -Dimostrare che almeno il 70% del valore è “made in Italy” (contenuto nazionale), -Presentare una documentazione tecnica e finanziaria chiara, -Coinvolgere una banca italiana o internazionale con esperienza in export finance. ⏱️ I tempi -Fase di studio/preistruttoria: 2-3 settimane con banca e SACE -Approvazione e firma contrattuale: 1-2 mesi -Erogazione: dopo la firma dei contratti e avvio della fornitura 📌 Meglio iniziare il processo in parallelo alla trattativa commerciale, non dopo. Il nostro consiglio Il credito all’esportazione non è solo per le grandi aziende. Con il giusto supporto, anche una PMI può usarlo per vincere gare internazionali, espandersi in nuovi mercati e fidelizzare clienti esteri. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nella preparazione della documentazione, nella gestione della trattativa con le banche e nella richiesta di garanzia a SACE. 📩 Contattaci per una pre-valutazione gratuita del tuo progetto di export. 🌍 #CreditoAllEsportazione #SACE #ExportPMI #Internazionalizzazione #ExportFinance #GaranziePubbliche #FinanziamentiEstero #MadeInItaly #Impresabiz
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  • I mercati più promettenti per le PMI italiane nel 2025

    Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno per aiutare le piccole e medie imprese italiane a crescere, innovare ed espandersi. In un contesto globale in continua evoluzione, conoscere i mercati più promettenti per l’export e l’internazionalizzazione è fondamentale. Per questo motivo abbiamo analizzato tendenze, dati economici e scenari geopolitici per individuare le aree geografiche su cui puntare nel 2025.

    1. Emirati Arabi Uniti e Golfo Persico: lusso, innovazione e sostenibilità
    I Paesi del Golfo continuano a investire in diversificazione economica, smart city, turismo e tecnologie green. Per le PMI italiane del design, del food & beverage, della moda e delle tecnologie ambientali, questa area rappresenta un’opportunità concreta.
    Cosa può funzionare: prodotti di alta gamma, tecnologie per la gestione delle risorse idriche, soluzioni smart per l’edilizia.

    2. India: il gigante che guarda al made in Italy
    L’India è una delle economie in più rapida crescita al mondo. La classe media è in forte espansione e cresce l’interesse per i prodotti italiani, percepiti come sinonimo di qualità, autenticità e stile.
    Settori strategici: agroalimentare, macchinari industriali, tecnologie per la salute, formazione professionale.

    3. Africa Sub-sahariana: sfide e opportunità
    Nonostante le difficoltà strutturali, alcuni Paesi africani (come Kenya, Ruanda e Nigeria) stanno mostrando segnali concreti di sviluppo. Le PMI italiane possono giocare un ruolo chiave nella transizione energetica, nelle infrastrutture leggere e nell’agritech.
    Occhio alle partnership locali e alle opportunità offerte da progetti europei di cooperazione.

    4. Stati Uniti: sempre una certezza, ma con più digitale
    Gli USA restano un mercato fondamentale, soprattutto per le PMI che innovano nel digitale, nella sostenibilità e nei settori ad alto valore aggiunto. L’e-commerce B2B, in particolare, può essere una porta d’ingresso più accessibile di quanto si pensi.
    Focus su: software, prodotti bio, medicale, arredamento di design.

    5. Sud-Est Asiatico: Thailandia, Vietnam e Indonesia
    In questa macro-area cresce la domanda di tecnologie, beni di consumo di fascia media-alta e formazione. Le nostre PMI hanno tutte le carte in regola per portare valore aggiunto in questi mercati emergenti.
    Un consiglio: considerare l’approccio “hub & spoke” usando Singapore come base operativa.

    Il 2025 sarà un anno decisivo per molte PMI italiane. I mercati internazionali offrono opportunità, ma richiedono preparazione, strategie digitali e la capacità di adattarsi a contesti diversi. Noi di Impresa.biz continueremo a fornire strumenti, analisi e ispirazioni per accompagnare le imprese italiane nella loro crescita globale.

    #PMI #Internazionalizzazione #MercatiEsteri2025 #MadeInItaly #ExportItaliano #BusinessInternazionale #ImpreseItaliane #Impresabiz

    I mercati più promettenti per le PMI italiane nel 2025 Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno per aiutare le piccole e medie imprese italiane a crescere, innovare ed espandersi. In un contesto globale in continua evoluzione, conoscere i mercati più promettenti per l’export e l’internazionalizzazione è fondamentale. Per questo motivo abbiamo analizzato tendenze, dati economici e scenari geopolitici per individuare le aree geografiche su cui puntare nel 2025. 1. Emirati Arabi Uniti e Golfo Persico: lusso, innovazione e sostenibilità I Paesi del Golfo continuano a investire in diversificazione economica, smart city, turismo e tecnologie green. Per le PMI italiane del design, del food & beverage, della moda e delle tecnologie ambientali, questa area rappresenta un’opportunità concreta. ➡️ Cosa può funzionare: prodotti di alta gamma, tecnologie per la gestione delle risorse idriche, soluzioni smart per l’edilizia. 2. India: il gigante che guarda al made in Italy L’India è una delle economie in più rapida crescita al mondo. La classe media è in forte espansione e cresce l’interesse per i prodotti italiani, percepiti come sinonimo di qualità, autenticità e stile. ➡️ Settori strategici: agroalimentare, macchinari industriali, tecnologie per la salute, formazione professionale. 3. Africa Sub-sahariana: sfide e opportunità Nonostante le difficoltà strutturali, alcuni Paesi africani (come Kenya, Ruanda e Nigeria) stanno mostrando segnali concreti di sviluppo. Le PMI italiane possono giocare un ruolo chiave nella transizione energetica, nelle infrastrutture leggere e nell’agritech. ➡️ Occhio alle partnership locali e alle opportunità offerte da progetti europei di cooperazione. 4. Stati Uniti: sempre una certezza, ma con più digitale Gli USA restano un mercato fondamentale, soprattutto per le PMI che innovano nel digitale, nella sostenibilità e nei settori ad alto valore aggiunto. L’e-commerce B2B, in particolare, può essere una porta d’ingresso più accessibile di quanto si pensi. ➡️ Focus su: software, prodotti bio, medicale, arredamento di design. 5. Sud-Est Asiatico: Thailandia, Vietnam e Indonesia In questa macro-area cresce la domanda di tecnologie, beni di consumo di fascia media-alta e formazione. Le nostre PMI hanno tutte le carte in regola per portare valore aggiunto in questi mercati emergenti. ➡️ Un consiglio: considerare l’approccio “hub & spoke” usando Singapore come base operativa. Il 2025 sarà un anno decisivo per molte PMI italiane. I mercati internazionali offrono opportunità, ma richiedono preparazione, strategie digitali e la capacità di adattarsi a contesti diversi. Noi di Impresa.biz continueremo a fornire strumenti, analisi e ispirazioni per accompagnare le imprese italiane nella loro crescita globale. 🌍 #PMI #Internazionalizzazione #MercatiEsteri2025 #MadeInItaly #ExportItaliano #BusinessInternazionale #ImpreseItaliane #Impresabiz
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  • Incentivi e finanziamenti per progetti di riciclo: come sostenere la tua impresa green

    Noi di Impresa.biz crediamo fortemente che l’economia circolare e il riciclo siano leve strategiche per un futuro sostenibile e per la crescita delle imprese. Per questo è importante conoscere gli incentivi e i finanziamenti dedicati a progetti di riciclo e sostenibilità ambientale.

    Ecco una panoramica delle principali opportunità disponibili per chi vuole investire nel riciclo.
    #EconomiaCircolare #FinanziamentiGreen #Riciclo #ImpresaBiz #Sostenibilità

    1. Fondi europei e nazionali
    Molti programmi europei, come Horizon Europe e i fondi strutturali (FESR), offrono finanziamenti per progetti innovativi di riciclo e gestione sostenibile dei rifiuti. Anche a livello nazionale e regionale si trovano bandi dedicati.

    2. Credito d’imposta per investimenti green
    Alcune misure fiscali prevedono crediti d’imposta per chi acquista tecnologie e impianti che migliorano la sostenibilità, inclusi quelli per il riciclo e il recupero dei materiali.

    3. Incentivi per startup e PMI verdi
    Esistono specifici programmi che supportano le startup e le PMI impegnate in soluzioni di economia circolare, con finanziamenti a fondo perduto o a tasso agevolato.

    4. Finanziamenti da enti locali e camere di commercio
    Spesso enti territoriali e camere di commercio promuovono bandi e contributi per iniziative di riciclo, soprattutto legate al recupero di rifiuti speciali o industriali.

    5. Partnership pubblico-private
    Le collaborazioni tra imprese, università e enti pubblici possono facilitare l’accesso a fondi e risorse per sviluppare progetti di ricerca e sviluppo nel riciclo.

    Conclusione
    Noi di Impresa.biz sappiamo che trovare e accedere ai finanziamenti giusti può essere complesso, ma è un passo fondamentale per far crescere un’impresa green. Se vuoi, ti aiutiamo a individuare le opportunità più adatte e a preparare la documentazione per candidarti.

    #GreenEconomy #Riciclo #FinanziamentiImprese #ImpresaBiz #SostenibilitàAmbientale
    Incentivi e finanziamenti per progetti di riciclo: come sostenere la tua impresa green Noi di Impresa.biz crediamo fortemente che l’economia circolare e il riciclo siano leve strategiche per un futuro sostenibile e per la crescita delle imprese. Per questo è importante conoscere gli incentivi e i finanziamenti dedicati a progetti di riciclo e sostenibilità ambientale. Ecco una panoramica delle principali opportunità disponibili per chi vuole investire nel riciclo. #EconomiaCircolare #FinanziamentiGreen #Riciclo #ImpresaBiz #Sostenibilità 1. Fondi europei e nazionali Molti programmi europei, come Horizon Europe e i fondi strutturali (FESR), offrono finanziamenti per progetti innovativi di riciclo e gestione sostenibile dei rifiuti. Anche a livello nazionale e regionale si trovano bandi dedicati. 2. Credito d’imposta per investimenti green Alcune misure fiscali prevedono crediti d’imposta per chi acquista tecnologie e impianti che migliorano la sostenibilità, inclusi quelli per il riciclo e il recupero dei materiali. 3. Incentivi per startup e PMI verdi Esistono specifici programmi che supportano le startup e le PMI impegnate in soluzioni di economia circolare, con finanziamenti a fondo perduto o a tasso agevolato. 4. Finanziamenti da enti locali e camere di commercio Spesso enti territoriali e camere di commercio promuovono bandi e contributi per iniziative di riciclo, soprattutto legate al recupero di rifiuti speciali o industriali. 5. Partnership pubblico-private Le collaborazioni tra imprese, università e enti pubblici possono facilitare l’accesso a fondi e risorse per sviluppare progetti di ricerca e sviluppo nel riciclo. Conclusione Noi di Impresa.biz sappiamo che trovare e accedere ai finanziamenti giusti può essere complesso, ma è un passo fondamentale per far crescere un’impresa green. Se vuoi, ti aiutiamo a individuare le opportunità più adatte e a preparare la documentazione per candidarti. #GreenEconomy #Riciclo #FinanziamentiImprese #ImpresaBiz #SostenibilitàAmbientale
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  • Zone Economiche Speciali: Cosa Sono e Come Possono Aiutare la Tua Azienda

    In un contesto economico competitivo e in continua evoluzione, ogni leva di vantaggio può fare la differenza. Noi di Impresa.biz siamo sempre alla ricerca di opportunità che possano agevolare lo sviluppo delle imprese italiane, e tra queste ci sono le Zone Economiche Speciali (ZES).
    Se ne parla sempre di più, ma in pochi ne comprendono davvero il potenziale. Ecco cosa sono, come funzionano e, soprattutto, come possono aiutare anche la tua azienda a crescere.

    1. Cosa Sono le Zone Economiche Speciali
    Le ZES sono aree geografiche delimitate all’interno delle quali le imprese possono beneficiare di incentivi fiscali, semplificazioni amministrative e agevolazioni doganali. L’obiettivo? Attrare investimenti, creare occupazione e rilanciare lo sviluppo industriale in zone svantaggiate o strategiche.

    In Italia, le ZES si trovano prevalentemente nel Mezzogiorno, ma nuovi progetti coinvolgono anche porti, aree logistiche e poli industriali.

    2. Quali Vantaggi Concreti Offrono
    Noi ci siamo informati in dettaglio e questi sono alcuni dei principali vantaggi:
    -Credito d’imposta sugli investimenti in beni strumentali
    -Riduzione dei tempi burocratici grazie a uno sportello unico ZES
    -Accesso prioritario a fondi pubblici e bandi
    -Agevolazioni doganali per le imprese con attività di import/export
    -Maggiore facilità per avviare nuovi stabilimenti o ampliare quelli esistenti
    Per molte PMI, questi vantaggi possono rappresentare il punto di svolta per passare dal “vorremmo investire” al “possiamo farlo davvero”.

    3. Chi Può Beneficiarne
    Le ZES non sono solo per i grandi gruppi industriali. Anche le piccole e medie imprese possono accedere ai benefici, a patto di avere (o aprire) una sede operativa nella zona ZES e realizzare investimenti coerenti con i piani di sviluppo.

    Noi consigliamo sempre di verificare attentamente i requisiti specifici sul sito della propria ZES regionale o presso la Camera di Commercio.

    4. Come Funziona nella Pratica
    Dal nostro punto di vista, l’approccio vincente è:
    -Mappare le ZES attive e identificare se ci sono aree strategiche per il tuo business
    -Valutare la convenienza fiscale con il supporto del tuo commercialista
    -Attivare un’interlocuzione con lo sportello ZES per informazioni e pratiche
    -Integrare l’investimento in una visione a medio-lungo termine (es. ampliamento produzione, internazionalizzazione, logistica)
    La ZES non è un “bonus una tantum”, ma una cornice di sviluppo stabile, pensata per creare valore nel tempo.

    5. Il Nostro Consiglio da Impresa a Impresa
    Noi di Impresa.biz crediamo che strumenti come le ZES siano sottovalutati perché poco conosciuti. Ma in un contesto dove ogni margine conta, sapere dove e come investire può cambiare la traiettoria di crescita di un’azienda.

    Il nostro invito? Informati, valuta e agisci. Potresti scoprire che la tua prossima sede, magazzino o polo produttivo è già dentro una ZES che aspetta solo la tua impresa.

    Hai bisogno di sapere quali ZES sono attive nella tua regione o vuoi una guida pratica per accedervi? Possiamo aiutarti. Scrivici nei commenti o contattaci direttamente.

    #ZES2025 #CrescitaImpresa #AgevolazioniPerPMI #InvestireInItalia #ImpresaBiz

    Zone Economiche Speciali: Cosa Sono e Come Possono Aiutare la Tua Azienda In un contesto economico competitivo e in continua evoluzione, ogni leva di vantaggio può fare la differenza. Noi di Impresa.biz siamo sempre alla ricerca di opportunità che possano agevolare lo sviluppo delle imprese italiane, e tra queste ci sono le Zone Economiche Speciali (ZES). Se ne parla sempre di più, ma in pochi ne comprendono davvero il potenziale. Ecco cosa sono, come funzionano e, soprattutto, come possono aiutare anche la tua azienda a crescere. 1. Cosa Sono le Zone Economiche Speciali Le ZES sono aree geografiche delimitate all’interno delle quali le imprese possono beneficiare di incentivi fiscali, semplificazioni amministrative e agevolazioni doganali. L’obiettivo? Attrare investimenti, creare occupazione e rilanciare lo sviluppo industriale in zone svantaggiate o strategiche. 📍In Italia, le ZES si trovano prevalentemente nel Mezzogiorno, ma nuovi progetti coinvolgono anche porti, aree logistiche e poli industriali. 2. Quali Vantaggi Concreti Offrono Noi ci siamo informati in dettaglio e questi sono alcuni dei principali vantaggi: -Credito d’imposta sugli investimenti in beni strumentali -Riduzione dei tempi burocratici grazie a uno sportello unico ZES -Accesso prioritario a fondi pubblici e bandi -Agevolazioni doganali per le imprese con attività di import/export -Maggiore facilità per avviare nuovi stabilimenti o ampliare quelli esistenti 💼 Per molte PMI, questi vantaggi possono rappresentare il punto di svolta per passare dal “vorremmo investire” al “possiamo farlo davvero”. 3. Chi Può Beneficiarne Le ZES non sono solo per i grandi gruppi industriali. Anche le piccole e medie imprese possono accedere ai benefici, a patto di avere (o aprire) una sede operativa nella zona ZES e realizzare investimenti coerenti con i piani di sviluppo. 🔎 Noi consigliamo sempre di verificare attentamente i requisiti specifici sul sito della propria ZES regionale o presso la Camera di Commercio. 4. Come Funziona nella Pratica Dal nostro punto di vista, l’approccio vincente è: -Mappare le ZES attive e identificare se ci sono aree strategiche per il tuo business -Valutare la convenienza fiscale con il supporto del tuo commercialista -Attivare un’interlocuzione con lo sportello ZES per informazioni e pratiche -Integrare l’investimento in una visione a medio-lungo termine (es. ampliamento produzione, internazionalizzazione, logistica) 📈 La ZES non è un “bonus una tantum”, ma una cornice di sviluppo stabile, pensata per creare valore nel tempo. 5. Il Nostro Consiglio da Impresa a Impresa Noi di Impresa.biz crediamo che strumenti come le ZES siano sottovalutati perché poco conosciuti. Ma in un contesto dove ogni margine conta, sapere dove e come investire può cambiare la traiettoria di crescita di un’azienda. Il nostro invito? Informati, valuta e agisci. Potresti scoprire che la tua prossima sede, magazzino o polo produttivo è già dentro una ZES che aspetta solo la tua impresa. Hai bisogno di sapere quali ZES sono attive nella tua regione o vuoi una guida pratica per accedervi? Possiamo aiutarti. Scrivici nei commenti o contattaci direttamente. #ZES2025 #CrescitaImpresa #AgevolazioniPerPMI #InvestireInItalia #ImpresaBiz
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  • ZES e ZLS: opportunità fiscali per chi investe nel Sud e nelle aree logistiche speciali

    Nel 2025, le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) rappresentano una delle leve più interessanti per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare la competitività delle imprese che operano nel settore della logistica, della produzione e dei servizi connessi all’import/export.
    Noi di impresa.biz, da sempre al fianco di chi investe in modo strategico nel territorio italiano, seguiamo da vicino l’evoluzione normativa e fiscale di questi strumenti, per aiutare le aziende a cogliere le agevolazioni disponibili in maniera concreta e sicura.

    ZES Unica Sud: cosa cambia dal 2024-2025
    Dal 1° gennaio 2024 è attiva la ZES unica per il Mezzogiorno, che ha sostituito le precedenti ZES regionali, estendendosi a tutte le regioni del Sud Italia: Abruzzo (zone specifiche), Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

    Per le imprese che avviano o espandono attività in queste aree, sono previsti incentivi fiscali automatici, tra cui:

    Credito d’imposta per investimenti produttivi (beni strumentali, immobili, impianti)
    Snellimento delle procedure autorizzative
    Agevolazioni doganali e logistiche per attività connesse al porto o all’import/export

    Il credito d’imposta è fino al 60% per le piccole imprese, 45% per le medie e 30% per le grandi, con maggiorazioni previste per alcune aree prioritarie.

    ZLS: le Zone Logistiche Semplificate
    Le ZLS sono invece dedicate alle aree portuali del Centro-Nord, e mirano a facilitare investimenti industriali e logistici attraverso:
    -Procedure amministrative semplificate
    -Accesso prioritario a fondi nazionali ed europei
    -Collaborazione rafforzata con le autorità portuali

    Anche se non prevedono un credito d’imposta automatico come le ZES, le ZLS offrono vantaggi competitivi rilevanti per chi opera nella logistica integrata e nelle catene del valore legate all’export.

    Perché cogliere ora queste opportunità
    Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a valutare, progettare e attivare investimenti all’interno delle ZES e ZLS, massimizzando gli incentivi disponibili e gestendo con precisione l’iter burocratico.

    Le ragioni per agire subito sono chiare:

    I fondi sono limitati e assegnati in base a finestre temporali e criteri territoriali
    Gli incentivi possono coprire una parte significativa degli investimenti
    Snellire le pratiche può accelerare l’avvio di attività produttive e logistiche
    Investire nelle aree ZES può aumentare il rating di sostenibilità e accesso al credito

    Come operiamo
    Con un team multidisciplinare, affianchiamo le imprese in tutte le fasi:

    Analisi di fattibilità territoriale e normativa
    Progettazione fiscale e stesura del piano d’investimento
    Supporto nella documentazione per credito d’imposta ZES
    Gestione dei rapporti con Invitalia, Agenzia delle Entrate e autorità locali
    Monitoraggio dell’effettiva fruizione e rendicontazione degli incentivi

    Stai valutando un investimento nel Sud Italia o in aree portuali-logistiche?
    Parlaci del tuo progetto: possiamo guidarti nell'accesso agli incentivi ZES e ZLS in modo strutturato e sicuro.

    #ZES2025 #ZLS #IncentiviMezzogiorno #CreditoDImposta #AgevolazioniSud #LogisticaIntegrata #InvestimentiProduttivi #ImpresaBiz #SviluppoSud #PortualitàStrategica #PNRR

    ZES e ZLS: opportunità fiscali per chi investe nel Sud e nelle aree logistiche speciali Nel 2025, le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) rappresentano una delle leve più interessanti per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare la competitività delle imprese che operano nel settore della logistica, della produzione e dei servizi connessi all’import/export. Noi di impresa.biz, da sempre al fianco di chi investe in modo strategico nel territorio italiano, seguiamo da vicino l’evoluzione normativa e fiscale di questi strumenti, per aiutare le aziende a cogliere le agevolazioni disponibili in maniera concreta e sicura. ZES Unica Sud: cosa cambia dal 2024-2025 Dal 1° gennaio 2024 è attiva la ZES unica per il Mezzogiorno, che ha sostituito le precedenti ZES regionali, estendendosi a tutte le regioni del Sud Italia: Abruzzo (zone specifiche), Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Per le imprese che avviano o espandono attività in queste aree, sono previsti incentivi fiscali automatici, tra cui: ✅ Credito d’imposta per investimenti produttivi (beni strumentali, immobili, impianti) ✅ Snellimento delle procedure autorizzative ✅ Agevolazioni doganali e logistiche per attività connesse al porto o all’import/export Il credito d’imposta è fino al 60% per le piccole imprese, 45% per le medie e 30% per le grandi, con maggiorazioni previste per alcune aree prioritarie. ZLS: le Zone Logistiche Semplificate Le ZLS sono invece dedicate alle aree portuali del Centro-Nord, e mirano a facilitare investimenti industriali e logistici attraverso: -Procedure amministrative semplificate -Accesso prioritario a fondi nazionali ed europei -Collaborazione rafforzata con le autorità portuali Anche se non prevedono un credito d’imposta automatico come le ZES, le ZLS offrono vantaggi competitivi rilevanti per chi opera nella logistica integrata e nelle catene del valore legate all’export. Perché cogliere ora queste opportunità Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a valutare, progettare e attivare investimenti all’interno delle ZES e ZLS, massimizzando gli incentivi disponibili e gestendo con precisione l’iter burocratico. Le ragioni per agire subito sono chiare: 📌 I fondi sono limitati e assegnati in base a finestre temporali e criteri territoriali 📌 Gli incentivi possono coprire una parte significativa degli investimenti 📌 Snellire le pratiche può accelerare l’avvio di attività produttive e logistiche 📌 Investire nelle aree ZES può aumentare il rating di sostenibilità e accesso al credito Come operiamo Con un team multidisciplinare, affianchiamo le imprese in tutte le fasi: 🔍 Analisi di fattibilità territoriale e normativa 🧾 Progettazione fiscale e stesura del piano d’investimento 📁 Supporto nella documentazione per credito d’imposta ZES 🔄 Gestione dei rapporti con Invitalia, Agenzia delle Entrate e autorità locali 📊 Monitoraggio dell’effettiva fruizione e rendicontazione degli incentivi 📌 Stai valutando un investimento nel Sud Italia o in aree portuali-logistiche? Parlaci del tuo progetto: possiamo guidarti nell'accesso agli incentivi ZES e ZLS in modo strutturato e sicuro. #ZES2025 #ZLS #IncentiviMezzogiorno #CreditoDImposta #AgevolazioniSud #LogisticaIntegrata #InvestimentiProduttivi #ImpresaBiz #SviluppoSud #PortualitàStrategica #PNRR
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  • Patent box e crediti d’imposta: guida pratica per le PMI innovative

    Nel 2025, le PMI italiane innovative hanno a disposizione strumenti fiscali estremamente vantaggiosi per sostenere investimenti in ricerca, sviluppo e valorizzazione dei propri asset intangibili.
    Noi di impresa.biz, da sempre al fianco delle imprese che investono in innovazione, riteniamo fondamentale fare chiarezza su due agevolazioni spesso sottoutilizzate perché considerate “complesse”: il Patent Box e i crediti d’imposta per R&S, innovazione e design.

    Cos’è il Patent Box 2025?
    Il nuovo Patent Box, nella sua forma aggiornata, non è più una detassazione dei redditi, ma una maggiorazione del costo fiscale deducibile per le spese connesse a beni immateriali.

    Nel concreto, per le PMI titolari di brevetti, software protetto, disegni, modelli o know-how, il nuovo regime consente una superdeduzione del 110% (fino al 2024 era 110%, ma il valore viene confermato nel 2025 per le PMI che rispettano i criteri di tracciabilità e documentazione).

    Chi può accedere?
    Possono beneficiare del Patent Box:

    Le imprese residenti in Italia (o con stabile organizzazione)
    Che detengono beni immateriali oggetto di agevolazione
    Che sostengono spese in R&S legate a tali beni (anche sviluppo software, prototipi, registrazioni)

    Non è necessario un utile per accedere: la deduzione va a ridurre il reddito imponibile futuro.

    Crediti d’imposta per R&S, innovazione e design
    Nel 2025, sono ancora in vigore (con modifiche) i crediti d’imposta per attività di:
    -Ricerca & Sviluppo (R&S) – fino al 20% delle spese ammissibili
    -Innovazione tecnologica – fino al 10%, che sale al 15% per transizione digitale 4.0
    -Design e ideazione estetica – fino al 10%

    Questi crediti sono utilizzabili in compensazione con F24 e non sono imponibili, a condizione di essere documentati secondo gli standard ministeriali.

    Le opportunità per le PMI innovative
    Noi di impresa.biz aiutiamo le PMI a strutturare un accesso corretto e strategico a queste agevolazioni, trasformando investimenti in innovazione in vantaggi fiscali concreti.

    I benefici principali che riscontriamo sono:
    -Riduzione sensibile del carico fiscale
    -Maggiore capacità di reinvestimento in tecnologia e sviluppo
    -Accesso agevolato a bandi regionali e fondi PNRR
    -Crescita del valore aziendale grazie alla valorizzazione dei beni immateriali

    Cosa serve per accedere senza rischi?
    Per beneficiare in modo sicuro e documentato del Patent Box e dei crediti d’imposta, occorrono:

    Documentazione tecnica e contabile coerente e dettagliata
    Tracciabilità delle spese (consulenze, personale, prototipi, costi software, registrazioni)
    Relazione tecnica asseverata per il Patent Box (obbligatoria per i controlli)
    Aggiornamento costante sulle normative (le aliquote e i criteri cambiano ogni anno)

    La tua PMI investe in software, prototipi, design o tecnologie 4.0?
    Parlaci del tuo progetto: possiamo aiutarti a trasformare l’innovazione in vantaggi fiscali misurabili.

    #PatentBox2025 #CreditiDImposta #PMIInnovative #InnovazionePMI #RS #DesignIndustriale #TransizioneDigitale #ImpresaBiz #AgevolazioniFiscali #Software #StartupInnovative
    Patent box e crediti d’imposta: guida pratica per le PMI innovative Nel 2025, le PMI italiane innovative hanno a disposizione strumenti fiscali estremamente vantaggiosi per sostenere investimenti in ricerca, sviluppo e valorizzazione dei propri asset intangibili. Noi di impresa.biz, da sempre al fianco delle imprese che investono in innovazione, riteniamo fondamentale fare chiarezza su due agevolazioni spesso sottoutilizzate perché considerate “complesse”: il Patent Box e i crediti d’imposta per R&S, innovazione e design. Cos’è il Patent Box 2025? Il nuovo Patent Box, nella sua forma aggiornata, non è più una detassazione dei redditi, ma una maggiorazione del costo fiscale deducibile per le spese connesse a beni immateriali. Nel concreto, per le PMI titolari di brevetti, software protetto, disegni, modelli o know-how, il nuovo regime consente una superdeduzione del 110% (fino al 2024 era 110%, ma il valore viene confermato nel 2025 per le PMI che rispettano i criteri di tracciabilità e documentazione). Chi può accedere? Possono beneficiare del Patent Box: ✅ Le imprese residenti in Italia (o con stabile organizzazione) ✅ Che detengono beni immateriali oggetto di agevolazione ✅ Che sostengono spese in R&S legate a tali beni (anche sviluppo software, prototipi, registrazioni) Non è necessario un utile per accedere: la deduzione va a ridurre il reddito imponibile futuro. Crediti d’imposta per R&S, innovazione e design Nel 2025, sono ancora in vigore (con modifiche) i crediti d’imposta per attività di: -Ricerca & Sviluppo (R&S) – fino al 20% delle spese ammissibili -Innovazione tecnologica – fino al 10%, che sale al 15% per transizione digitale 4.0 -Design e ideazione estetica – fino al 10% Questi crediti sono utilizzabili in compensazione con F24 e non sono imponibili, a condizione di essere documentati secondo gli standard ministeriali. Le opportunità per le PMI innovative Noi di impresa.biz aiutiamo le PMI a strutturare un accesso corretto e strategico a queste agevolazioni, trasformando investimenti in innovazione in vantaggi fiscali concreti. I benefici principali che riscontriamo sono: -Riduzione sensibile del carico fiscale -Maggiore capacità di reinvestimento in tecnologia e sviluppo -Accesso agevolato a bandi regionali e fondi PNRR -Crescita del valore aziendale grazie alla valorizzazione dei beni immateriali Cosa serve per accedere senza rischi? Per beneficiare in modo sicuro e documentato del Patent Box e dei crediti d’imposta, occorrono: ✅ Documentazione tecnica e contabile coerente e dettagliata ✅ Tracciabilità delle spese (consulenze, personale, prototipi, costi software, registrazioni) ✅ Relazione tecnica asseverata per il Patent Box (obbligatoria per i controlli) ✅ Aggiornamento costante sulle normative (le aliquote e i criteri cambiano ogni anno) 📌 La tua PMI investe in software, prototipi, design o tecnologie 4.0? Parlaci del tuo progetto: possiamo aiutarti a trasformare l’innovazione in vantaggi fiscali misurabili. #PatentBox2025 #CreditiDImposta #PMIInnovative #InnovazionePMI #RS #DesignIndustriale #TransizioneDigitale #ImpresaBiz #AgevolazioniFiscali #Software #StartupInnovative
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