• Quando ho sbagliato target: come ho raddrizzato la rotta
    All’inizio della mia avventura con l’e-commerce ero convinto di sapere a chi mi rivolgevo. Avevo in mente un cliente ideale, lo vedevo chiaramente: giovane, urbano, appassionato di tecnologia. Avevo anche costruito tutto attorno a lui—la comunicazione, i prodotti, il tono di voce. Peccato che… non fosse il mio vero pubblico.

    Mi ci è voluto un po’ per accettarlo, ma ho scoperto che stavo sbagliando completamente target. E quel tipo di errore, quando lo fai online, si paga subito: in termini di click che non si trasformano in vendite, di campagne pubblicitarie che non performano, di carrelli abbandonati.

    I segnali che stavo puntando al pubblico sbagliato
    Il primo segnale? Le vendite basse nonostante il traffico. La gente arrivava sul sito, guardava, magari si iscriveva alla newsletter… e poi spariva. Ho pensato che fosse un problema di prezzo o di UX. In parte lo era, ma scavando meglio ho capito che la comunicazione non parlava davvero al tipo di cliente che comprava.

    Poi ho fatto qualcosa che avrei dovuto fare sin dall’inizio: ho analizzato chi stava veramente acquistando. Ho guardato età, zona geografica, comportamenti d’acquisto. E sorpresa: il mio pubblico non era il 25enne nerd, ma il 40enne pratico, che cercava soluzioni semplici, affidabili e con un buon servizio post-vendita.

    Come ho raddrizzato la rotta
    -Ho riscritto la comunicazione. Niente più slang giovanile, niente battute troppo tecniche. Ho puntato su un linguaggio più chiaro, rassicurante, concreto.
    -Ho rivisto il catalogo. Ho spinto i prodotti più richiesti da quel pubblico e messo in secondo piano quelli pensati per “l’altro target”.
    -Ho modificato le campagne adv. Targeting rivisto, nuovi interessi, nuove creatività. E i risultati si sono visti: più clic, più conversioni, più clienti soddisfatti.
    -Ho ascoltato di più. Ogni recensione, ogni email del servizio clienti è diventata un’occasione per capire meglio a chi mi stavo rivolgendo. E da lì ho continuato a migliorare.

    Cosa ho imparato
    Conoscere il proprio pubblico non è un esercizio teorico, è la base di tutto. Parlare alle persone giuste, con il messaggio giusto, cambia radicalmente i risultati. Se oggi il mio e-commerce funziona, è perché ho smesso di inseguire il cliente che volevo e ho iniziato a servire al meglio quello che avevo.

    #targetmarketing #ecommerce #venditeonline #erroridanonfare #customerjourney #strategiadigitale #marketingdigitale #esperienzautente #impresadigitale #impresaitaliana

    Quando ho sbagliato target: come ho raddrizzato la rotta All’inizio della mia avventura con l’e-commerce ero convinto di sapere a chi mi rivolgevo. Avevo in mente un cliente ideale, lo vedevo chiaramente: giovane, urbano, appassionato di tecnologia. Avevo anche costruito tutto attorno a lui—la comunicazione, i prodotti, il tono di voce. Peccato che… non fosse il mio vero pubblico. Mi ci è voluto un po’ per accettarlo, ma ho scoperto che stavo sbagliando completamente target. E quel tipo di errore, quando lo fai online, si paga subito: in termini di click che non si trasformano in vendite, di campagne pubblicitarie che non performano, di carrelli abbandonati. I segnali che stavo puntando al pubblico sbagliato Il primo segnale? Le vendite basse nonostante il traffico. La gente arrivava sul sito, guardava, magari si iscriveva alla newsletter… e poi spariva. Ho pensato che fosse un problema di prezzo o di UX. In parte lo era, ma scavando meglio ho capito che la comunicazione non parlava davvero al tipo di cliente che comprava. Poi ho fatto qualcosa che avrei dovuto fare sin dall’inizio: ho analizzato chi stava veramente acquistando. Ho guardato età, zona geografica, comportamenti d’acquisto. E sorpresa: il mio pubblico non era il 25enne nerd, ma il 40enne pratico, che cercava soluzioni semplici, affidabili e con un buon servizio post-vendita. Come ho raddrizzato la rotta -Ho riscritto la comunicazione. Niente più slang giovanile, niente battute troppo tecniche. Ho puntato su un linguaggio più chiaro, rassicurante, concreto. -Ho rivisto il catalogo. Ho spinto i prodotti più richiesti da quel pubblico e messo in secondo piano quelli pensati per “l’altro target”. -Ho modificato le campagne adv. Targeting rivisto, nuovi interessi, nuove creatività. E i risultati si sono visti: più clic, più conversioni, più clienti soddisfatti. -Ho ascoltato di più. Ogni recensione, ogni email del servizio clienti è diventata un’occasione per capire meglio a chi mi stavo rivolgendo. E da lì ho continuato a migliorare. Cosa ho imparato Conoscere il proprio pubblico non è un esercizio teorico, è la base di tutto. Parlare alle persone giuste, con il messaggio giusto, cambia radicalmente i risultati. Se oggi il mio e-commerce funziona, è perché ho smesso di inseguire il cliente che volevo e ho iniziato a servire al meglio quello che avevo. #targetmarketing #ecommerce #venditeonline #erroridanonfare #customerjourney #strategiadigitale #marketingdigitale #esperienzautente #impresadigitale #impresaitaliana
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  • Come utilizzare i marketplace globali per espandere il tuo business

    Noi di Impresa.biz crediamo che i marketplace globali rappresentino oggi una delle opportunità più concrete e accessibili per far crescere un’impresa e raggiungere clienti in tutto il mondo.
    Sfruttare queste piattaforme digitali significa aprirsi a nuovi mercati senza dover necessariamente affrontare tutte le complessità di un’espansione tradizionale.

    Perché scegliere i marketplace globali?
    -Accesso immediato a milioni di potenziali clienti: piattaforme come Amazon, eBay, Alibaba e altri offrono una visibilità enorme.
    -Logistica e pagamenti integrati: molte piattaforme gestiscono spedizioni e transazioni, semplificando l’operatività.
    -Costi contenuti e scalabilità: non serve aprire sedi all’estero, si può partire con investimenti limitati e crescere gradualmente.
    -Analisi dati e strumenti di marketing: i marketplace offrono strumenti per monitorare performance e ottimizzare le vendite.

    Come iniziare?
    -Scegliere il marketplace più adatto al tuo settore e target di clienti.
    -Ottimizzare le schede prodotto con descrizioni dettagliate, immagini di qualità e keyword mirate per aumentare la visibilità.
    -Gestire prezzi e margini tenendo conto delle commissioni e della concorrenza internazionale.
    -Curare il servizio clienti e la reputazione, rispondendo prontamente e mantenendo alte valutazioni.
    -Sfruttare promozioni e pubblicità interne alle piattaforme per aumentare la conversione.

    Il nostro supporto da Impresa.biz
    -Analizziamo il profilo dell’azienda e del prodotto per individuare i marketplace più strategici
    -Forniamo consulenza su come creare e ottimizzare le inserzioni
    -Aiutiamo a definire politiche di prezzo, logistica e customer care efficaci
    -Offriamo formazione e aggiornamenti sulle novità e best practice del commercio digitale globale

    Espandere il business attraverso i marketplace globali è una scelta strategica che permette di crescere velocemente e con meno rischi.
    Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo percorso, trasformando opportunità digitali in risultati concreti.

    #marketplace #ecommerceglobale #exportdigitale #venditeonline #impresaitaliana #businessinternazionale #digitalbusiness #impresaonline

    Come utilizzare i marketplace globali per espandere il tuo business Noi di Impresa.biz crediamo che i marketplace globali rappresentino oggi una delle opportunità più concrete e accessibili per far crescere un’impresa e raggiungere clienti in tutto il mondo. Sfruttare queste piattaforme digitali significa aprirsi a nuovi mercati senza dover necessariamente affrontare tutte le complessità di un’espansione tradizionale. Perché scegliere i marketplace globali? -Accesso immediato a milioni di potenziali clienti: piattaforme come Amazon, eBay, Alibaba e altri offrono una visibilità enorme. -Logistica e pagamenti integrati: molte piattaforme gestiscono spedizioni e transazioni, semplificando l’operatività. -Costi contenuti e scalabilità: non serve aprire sedi all’estero, si può partire con investimenti limitati e crescere gradualmente. -Analisi dati e strumenti di marketing: i marketplace offrono strumenti per monitorare performance e ottimizzare le vendite. Come iniziare? -Scegliere il marketplace più adatto al tuo settore e target di clienti. -Ottimizzare le schede prodotto con descrizioni dettagliate, immagini di qualità e keyword mirate per aumentare la visibilità. -Gestire prezzi e margini tenendo conto delle commissioni e della concorrenza internazionale. -Curare il servizio clienti e la reputazione, rispondendo prontamente e mantenendo alte valutazioni. -Sfruttare promozioni e pubblicità interne alle piattaforme per aumentare la conversione. Il nostro supporto da Impresa.biz -Analizziamo il profilo dell’azienda e del prodotto per individuare i marketplace più strategici -Forniamo consulenza su come creare e ottimizzare le inserzioni -Aiutiamo a definire politiche di prezzo, logistica e customer care efficaci -Offriamo formazione e aggiornamenti sulle novità e best practice del commercio digitale globale Espandere il business attraverso i marketplace globali è una scelta strategica che permette di crescere velocemente e con meno rischi. Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo percorso, trasformando opportunità digitali in risultati concreti. #marketplace #ecommerceglobale #exportdigitale #venditeonline #impresaitaliana #businessinternazionale #digitalbusiness #impresaonline
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  • Innovazione aperta: collaborare con startup e università per crescere

    Noi di Impresa.biz crediamo che l’innovazione sia il motore principale per la crescita e la competitività delle imprese italiane.
    Oggi più che mai, adottare un modello di innovazione aperta significa guardare fuori dai confini aziendali e collaborare con startup, università e centri di ricerca per creare valore insieme.

    Cos’è l’innovazione aperta?
    L’innovazione aperta è un approccio che favorisce lo scambio di idee, competenze e risorse tra imprese, startup, università e altri attori dell’ecosistema innovativo.
    Invece di sviluppare tutto internamente, le aziende aprono i propri processi e si avvalgono di partner esterni per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o soluzioni.

    Perché collaborare con startup e università?
    -Accesso a idee fresche e tecnologie emergenti: le startup portano spesso soluzioni innovative e agilità.
    -Ricerca avanzata e know-how scientifico: le università sono fucine di ricerca applicata e talenti.
    -Riduzione dei costi e dei rischi di innovazione: condividere investimenti e competenze aiuta a ottimizzare le risorse.
    -Creazione di nuovi modelli di business: la collaborazione apre la strada a opportunità che da soli sarebbe difficile raggiungere.

    Come supportiamo le imprese da Impresa.biz
    -Identifichiamo le startup e i partner accademici più adatti al profilo e alle esigenze aziendali
    -Favoriamo la creazione di network e collaborazioni strategiche
    -Offriamo consulenza per la gestione di progetti congiunti e il trasferimento tecnologico
    -Supportiamo la ricerca di finanziamenti pubblici e privati dedicati all’innovazione

    Un esempio concreto
    Abbiamo accompagnato un’impresa manifatturiera che ha avviato una collaborazione con un’università locale per sviluppare materiali sostenibili.
    Questa sinergia ha portato a un nuovo prodotto green, premiato sul mercato per innovazione e sostenibilità, aprendo nuove opportunità di business.

    Innovare oggi significa aprirsi e collaborare in modo strategico con chi porta competenze e idee complementari.
    Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo percorso, aiutandoti a costruire partnership vincenti per crescere e distinguerti.

    #innovazioneaperta #startup #università #collaborazione #ricercaesviluppo #impresaitaliana #innovazione #impresaonline

    Innovazione aperta: collaborare con startup e università per crescere Noi di Impresa.biz crediamo che l’innovazione sia il motore principale per la crescita e la competitività delle imprese italiane. Oggi più che mai, adottare un modello di innovazione aperta significa guardare fuori dai confini aziendali e collaborare con startup, università e centri di ricerca per creare valore insieme. Cos’è l’innovazione aperta? L’innovazione aperta è un approccio che favorisce lo scambio di idee, competenze e risorse tra imprese, startup, università e altri attori dell’ecosistema innovativo. Invece di sviluppare tutto internamente, le aziende aprono i propri processi e si avvalgono di partner esterni per accelerare lo sviluppo di nuovi prodotti, servizi o soluzioni. Perché collaborare con startup e università? -Accesso a idee fresche e tecnologie emergenti: le startup portano spesso soluzioni innovative e agilità. -Ricerca avanzata e know-how scientifico: le università sono fucine di ricerca applicata e talenti. -Riduzione dei costi e dei rischi di innovazione: condividere investimenti e competenze aiuta a ottimizzare le risorse. -Creazione di nuovi modelli di business: la collaborazione apre la strada a opportunità che da soli sarebbe difficile raggiungere. Come supportiamo le imprese da Impresa.biz -Identifichiamo le startup e i partner accademici più adatti al profilo e alle esigenze aziendali -Favoriamo la creazione di network e collaborazioni strategiche -Offriamo consulenza per la gestione di progetti congiunti e il trasferimento tecnologico -Supportiamo la ricerca di finanziamenti pubblici e privati dedicati all’innovazione Un esempio concreto Abbiamo accompagnato un’impresa manifatturiera che ha avviato una collaborazione con un’università locale per sviluppare materiali sostenibili. Questa sinergia ha portato a un nuovo prodotto green, premiato sul mercato per innovazione e sostenibilità, aprendo nuove opportunità di business. Innovare oggi significa aprirsi e collaborare in modo strategico con chi porta competenze e idee complementari. Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo percorso, aiutandoti a costruire partnership vincenti per crescere e distinguerti. #innovazioneaperta #startup #università #collaborazione #ricercaesviluppo #impresaitaliana #innovazione #impresaonline
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  • Impatto della geopolitica sull’internazionalizzazione delle aziende italiane

    Noi di Impresa.biz siamo consapevoli che internazionalizzare un’azienda italiana oggi significa navigare non solo le sfide di mercato, ma anche un contesto geopolitico complesso e in continuo mutamento.
    La geopolitica influisce profondamente sulle strategie di espansione all’estero, e comprenderla è fondamentale per evitare rischi e cogliere opportunità.

    Perché la geopolitica è cruciale per l’internazionalizzazione?
    Le relazioni politiche tra paesi, i conflitti, le sanzioni economiche, le barriere commerciali e le normative internazionali possono influenzare:
    -Accesso ai mercati: restrizioni o accordi possono aprire o chiudere strade importanti
    -Catene di approvvigionamento: instabilità geopolitica può causare ritardi, aumenti di costi o interruzioni
    -Investimenti e partnership: la fiducia e la sicurezza legale sono determinanti per collaborazioni internazionali
    -Valute e finanza: volatilità dei cambi e politiche fiscali impattano la redditività

    Come supportiamo le aziende italiane da Impresa.biz
    -Monitoriamo costantemente gli scenari geopolitici rilevanti per i settori e i mercati di interesse
    -Offriamo consulenza strategica per adattare piani di internazionalizzazione in base alle evoluzioni politiche
    -Aiutiamo a diversificare mercati e fornitori per ridurre i rischi legati a instabilità o conflitti
    -Supportiamo nella compliance normativa internazionale per evitare sanzioni o problemi legali

    Un caso pratico
    Abbiamo assistito un’azienda manifatturiera che voleva espandersi in Russia, ma l’imposizione di nuove sanzioni ha cambiato radicalmente il quadro.
    Grazie a un’analisi tempestiva e una strategia flessibile, abbiamo individuato mercati alternativi e adattato l’offerta per minimizzare l’impatto negativo, salvaguardando investimenti e margini.

    Per un’azienda italiana, non si può pensare all’internazionalizzazione senza considerare la geopolitica come variabile strategica chiave.
    Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo scenario complesso, aiutandoti a trasformare le sfide geopolitiche in leve di crescita sostenibile.

    #geopolitica #internazionalizzazione #exportitalia #businessglobale #strategiedinternazionalizzazione #impresaitaliana #rischigeopolitici #impresaonline

    Impatto della geopolitica sull’internazionalizzazione delle aziende italiane Noi di Impresa.biz siamo consapevoli che internazionalizzare un’azienda italiana oggi significa navigare non solo le sfide di mercato, ma anche un contesto geopolitico complesso e in continuo mutamento. La geopolitica influisce profondamente sulle strategie di espansione all’estero, e comprenderla è fondamentale per evitare rischi e cogliere opportunità. Perché la geopolitica è cruciale per l’internazionalizzazione? Le relazioni politiche tra paesi, i conflitti, le sanzioni economiche, le barriere commerciali e le normative internazionali possono influenzare: -Accesso ai mercati: restrizioni o accordi possono aprire o chiudere strade importanti -Catene di approvvigionamento: instabilità geopolitica può causare ritardi, aumenti di costi o interruzioni -Investimenti e partnership: la fiducia e la sicurezza legale sono determinanti per collaborazioni internazionali -Valute e finanza: volatilità dei cambi e politiche fiscali impattano la redditività Come supportiamo le aziende italiane da Impresa.biz -Monitoriamo costantemente gli scenari geopolitici rilevanti per i settori e i mercati di interesse -Offriamo consulenza strategica per adattare piani di internazionalizzazione in base alle evoluzioni politiche -Aiutiamo a diversificare mercati e fornitori per ridurre i rischi legati a instabilità o conflitti -Supportiamo nella compliance normativa internazionale per evitare sanzioni o problemi legali Un caso pratico Abbiamo assistito un’azienda manifatturiera che voleva espandersi in Russia, ma l’imposizione di nuove sanzioni ha cambiato radicalmente il quadro. Grazie a un’analisi tempestiva e una strategia flessibile, abbiamo individuato mercati alternativi e adattato l’offerta per minimizzare l’impatto negativo, salvaguardando investimenti e margini. Per un’azienda italiana, non si può pensare all’internazionalizzazione senza considerare la geopolitica come variabile strategica chiave. Noi di Impresa.biz siamo pronti a guidarti in questo scenario complesso, aiutandoti a trasformare le sfide geopolitiche in leve di crescita sostenibile. #geopolitica #internazionalizzazione #exportitalia #businessglobale #strategiedinternazionalizzazione #impresaitaliana #rischigeopolitici #impresaonline
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  • L’importanza della localizzazione dei prodotti e servizi per il successo globale

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto il mercato globale offra opportunità incredibili per le imprese italiane.
    Tuttavia, per emergere e affermarsi su scala internazionale, non basta avere un prodotto o servizio valido: è fondamentale localizzarlo in modo efficace.

    Cos’è la localizzazione e perché conta?
    Localizzare significa adattare prodotti, servizi e comunicazioni alle specificità culturali, linguistiche e normative dei mercati di destinazione.
    Non si tratta solo di tradurre testi, ma di comprendere le esigenze locali, i gusti dei consumatori, le abitudini d’acquisto e persino aspetti tecnici o legali.

    Questa attenzione al dettaglio fa la differenza tra un fallimento e un successo all’estero.

    I vantaggi di una buona localizzazione
    -Maggiore vicinanza al cliente: un prodotto che parla la lingua e rispecchia la cultura locale crea fiducia e coinvolgimento.
    -Aumento delle vendite: quando un’offerta è percepita come “su misura”, le conversioni migliorano sensibilmente.
    -Riduzione di rischi e incomprensioni: rispettare norme e consuetudini locali evita problemi legali o di reputazione.
    -Posizionamento competitivo: molte aziende sottovalutano la localizzazione, lasciando spazio a chi investe in questo aspetto.

    Come implementiamo la localizzazione da Impresa.biz
    -Analisi approfondita dei mercati target, per capire lingua, cultura e normative
    -Collaborazione con esperti locali per traduzioni, adattamenti e consulenze
    -Personalizzazione del marketing e dei contenuti, non solo traduzioni letterali
    -Test continui per valutare l’efficacia e ottimizzare la strategia

    Un esempio concreto
    Abbiamo seguito un’azienda italiana nel settore food che voleva entrare nel mercato tedesco.
    Non abbiamo limitato la comunicazione alla sola traduzione, ma abbiamo adattato il packaging, le ricette e le campagne social ai gusti e alle aspettative dei consumatori tedeschi.
    Il risultato? Una crescita delle vendite del 40% nel primo anno e una brand awareness solida.

    Localizzare prodotti e servizi non è un costo, ma un investimento strategico indispensabile per chi vuole davvero competere e crescere a livello globale.
    Noi di Impresa.biz siamo qui per accompagnarti in questo percorso, con competenze, esperienza e un approccio su misura.

    #localizzazione #businessglobale #marketinginternazionale #export #strategiedilocalizzazione #impresaitaliana #vendereallestero #impresaonline

    L’importanza della localizzazione dei prodotti e servizi per il successo globale Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto il mercato globale offra opportunità incredibili per le imprese italiane. Tuttavia, per emergere e affermarsi su scala internazionale, non basta avere un prodotto o servizio valido: è fondamentale localizzarlo in modo efficace. Cos’è la localizzazione e perché conta? Localizzare significa adattare prodotti, servizi e comunicazioni alle specificità culturali, linguistiche e normative dei mercati di destinazione. Non si tratta solo di tradurre testi, ma di comprendere le esigenze locali, i gusti dei consumatori, le abitudini d’acquisto e persino aspetti tecnici o legali. Questa attenzione al dettaglio fa la differenza tra un fallimento e un successo all’estero. I vantaggi di una buona localizzazione -Maggiore vicinanza al cliente: un prodotto che parla la lingua e rispecchia la cultura locale crea fiducia e coinvolgimento. -Aumento delle vendite: quando un’offerta è percepita come “su misura”, le conversioni migliorano sensibilmente. -Riduzione di rischi e incomprensioni: rispettare norme e consuetudini locali evita problemi legali o di reputazione. -Posizionamento competitivo: molte aziende sottovalutano la localizzazione, lasciando spazio a chi investe in questo aspetto. Come implementiamo la localizzazione da Impresa.biz -Analisi approfondita dei mercati target, per capire lingua, cultura e normative -Collaborazione con esperti locali per traduzioni, adattamenti e consulenze -Personalizzazione del marketing e dei contenuti, non solo traduzioni letterali -Test continui per valutare l’efficacia e ottimizzare la strategia Un esempio concreto Abbiamo seguito un’azienda italiana nel settore food che voleva entrare nel mercato tedesco. Non abbiamo limitato la comunicazione alla sola traduzione, ma abbiamo adattato il packaging, le ricette e le campagne social ai gusti e alle aspettative dei consumatori tedeschi. Il risultato? Una crescita delle vendite del 40% nel primo anno e una brand awareness solida. Localizzare prodotti e servizi non è un costo, ma un investimento strategico indispensabile per chi vuole davvero competere e crescere a livello globale. Noi di Impresa.biz siamo qui per accompagnarti in questo percorso, con competenze, esperienza e un approccio su misura. #localizzazione #businessglobale #marketinginternazionale #export #strategiedilocalizzazione #impresaitaliana #vendereallestero #impresaonline
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  • I mercati più promettenti per le PMI italiane nel 2025

    Nel mio lavoro con le PMI italiane, guardo sempre con attenzione ai trend e alle opportunità che il futuro ci riserva. Il 2025 si avvicina e sono convinto che ci siano mercati molto promettenti dove le piccole e medie imprese italiane possono crescere e affermarsi con successo.

    1. Il mercato digitale e dell’e-commerce

    Il digitale continua a essere un settore in forte espansione. L’e-commerce non è più solo una vetrina online, ma un vero e proprio ecosistema globale di vendita. Invito tutte le PMI a investire in piattaforme digitali e strategie di marketing online, soprattutto nei settori della moda, dell’alimentare e dell’artigianato, per sfruttare al massimo questo potenziale.

    2. Mercati emergenti in Asia e Africa

    Asia e Africa rappresentano terre di grandi opportunità. Paesi come Vietnam, Indonesia, Kenya e Nigeria stanno vivendo una rapida crescita economica, con una classe media in aumento e una domanda crescente di prodotti Made in Italy. Per avere successo, è fondamentale studiare bene questi mercati, rispettando le loro peculiarità culturali e commerciali.

    3. Economia verde e sostenibilità

    La sostenibilità è diventata un elemento imprescindibile per ogni impresa. Il mercato delle tecnologie verdi e dei prodotti sostenibili apre nuove strade per le PMI italiane, soprattutto nei settori dell’energia rinnovabile, del riciclo e dei prodotti eco-friendly. Consiglio di integrare pratiche sostenibili non solo per rispondere alle normative, ma anche per conquistare consumatori sempre più attenti all’ambiente.

    4. Il settore della salute e del benessere

    Il benessere e la salute sono settori in costante crescita. Dalla nutrizione alle tecnologie mediche, dal fitness al wellness, vedo molte opportunità per le PMI italiane che vogliono innovare e offrire prodotti e servizi di valore in questo ambito.

    In sintesi, sono convinto che le PMI italiane possano affrontare con successo il 2025, scegliendo con attenzione i mercati su cui puntare e adattando le proprie strategie. Il futuro appartiene a chi sa anticipare i cambiamenti e trasformarli in opportunità concrete.

    #PMI2025 #MercatiPromettenti #ImpresaItaliana #Ecommerce #Sostenibilità #EconomiaVerde #MercatiEmergenti #InnovazionePMI

    I mercati più promettenti per le PMI italiane nel 2025 Nel mio lavoro con le PMI italiane, guardo sempre con attenzione ai trend e alle opportunità che il futuro ci riserva. Il 2025 si avvicina e sono convinto che ci siano mercati molto promettenti dove le piccole e medie imprese italiane possono crescere e affermarsi con successo. 1. Il mercato digitale e dell’e-commerce Il digitale continua a essere un settore in forte espansione. L’e-commerce non è più solo una vetrina online, ma un vero e proprio ecosistema globale di vendita. Invito tutte le PMI a investire in piattaforme digitali e strategie di marketing online, soprattutto nei settori della moda, dell’alimentare e dell’artigianato, per sfruttare al massimo questo potenziale. 2. Mercati emergenti in Asia e Africa Asia e Africa rappresentano terre di grandi opportunità. Paesi come Vietnam, Indonesia, Kenya e Nigeria stanno vivendo una rapida crescita economica, con una classe media in aumento e una domanda crescente di prodotti Made in Italy. Per avere successo, è fondamentale studiare bene questi mercati, rispettando le loro peculiarità culturali e commerciali. 3. Economia verde e sostenibilità La sostenibilità è diventata un elemento imprescindibile per ogni impresa. Il mercato delle tecnologie verdi e dei prodotti sostenibili apre nuove strade per le PMI italiane, soprattutto nei settori dell’energia rinnovabile, del riciclo e dei prodotti eco-friendly. Consiglio di integrare pratiche sostenibili non solo per rispondere alle normative, ma anche per conquistare consumatori sempre più attenti all’ambiente. 4. Il settore della salute e del benessere Il benessere e la salute sono settori in costante crescita. Dalla nutrizione alle tecnologie mediche, dal fitness al wellness, vedo molte opportunità per le PMI italiane che vogliono innovare e offrire prodotti e servizi di valore in questo ambito. In sintesi, sono convinto che le PMI italiane possano affrontare con successo il 2025, scegliendo con attenzione i mercati su cui puntare e adattando le proprie strategie. Il futuro appartiene a chi sa anticipare i cambiamenti e trasformarli in opportunità concrete. #PMI2025 #MercatiPromettenti #ImpresaItaliana #Ecommerce #Sostenibilità #EconomiaVerde #MercatiEmergenti #InnovazionePMI
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  • Come valutare un’idea imprenditoriale prima di investire

    Nel nostro lavoro di affiancamento alle imprese, ci capita spesso di ricevere domande come:
    “Secondo voi questa idea funziona?”
    “Vale la pena investirci?”
    La verità è che nessuna idea, da sola, è garanzia di successo. Un’idea va validata, testata, stressata prima di diventare un progetto su cui investire tempo e denaro.
    Noi di impresa.biz abbiamo definito un metodo pratico per valutare un’idea imprenditoriale in modo oggettivo e concreto. E oggi lo condividiamo con te, passo dopo passo.

    1. Il problema esiste davvero?
    Tutte le buone idee risolvono un problema. Ma attenzione: il problema deve essere reale, sentito e urgente per un gruppo di persone disposto a pagare per risolverlo.

    Se il tuo progetto parte da un'intuizione, chiediti:
    -Chi ha davvero questo problema?
    -Quanto è disposto a spendere per risolverlo?
    -Come lo risolve oggi?
    Validazione: parla con potenziali clienti, ascolta i loro bisogni. Niente sondaggi online: conversazioni vere.

    2. C'è un mercato sufficientemente grande?
    Una buona idea deve poter scalare. Quanto è grande il mercato a cui ti rivolgi? È in crescita o in calo? Ci sono nicchie più redditizie?

    Usiamo spesso questo schema:
    -TAM (Total Addressable Market)
    -SAM (Served Available Market)
    -SOM (Share of Market)
    Strumento utile: ricerche di mercato, dati Istat, trend Google, report di settore.

    3. Cosa ci rende diversi (e migliori)?
    Nel 2025, fare qualcosa “già visto” non basta. Serve un vantaggio competitivo chiaro: prezzo, servizio, qualità, velocità, esperienza, tecnologia… qualcosa che ti distingua davvero.
    Domanda critica: perché un cliente dovrebbe scegliere noi invece della soluzione attuale?

    4. Il modello di business è sostenibile?
    Un’idea geniale che non genera margini o ha costi fuori controllo non regge. Qui entra in gioco il Business Model:
    -Quali sono i costi per acquisire un cliente?
    -Quanto ci resta in tasca per ogni vendita?
    -Il cash flow è positivo?
    Strumento pratico: usa il Business Model Canvas per visualizzare tutto su una pagina.

    5. Hai un piano minimo per testare (senza indebitarti)?
    Prima di “lanciarsi”, costruisci un MVP (Minimum Viable Product): la versione più semplice possibile per testare il mercato.

    Non serve un sito da 10.000€, magari bastano:
    -una landing page con un form
    -un questionario strutturato
    -un piccolo evento/test pilota
    Obiettivo: raccogliere feedback reali, prima di investire grandi cifre.

    Valutare un’idea imprenditoriale non significa prevedere il futuro, ma ridurre al minimo i rischi e aumentare la consapevolezza.
    Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori, startupper e PMI a validare progetti, testare modelli e passare dall’idea all’azione con metodo.

    Hai un’idea e vuoi capire se “sta in piedi”?
    Contattaci per una prima valutazione gratuita: ti aiutiamo a metterla alla prova, prima che siano i costi (o il mercato) a farlo al posto tuo.

    #IdeaDiBusiness #StartupThinking #BusinessModelCanvas #ValutazioneIdea #InnovazionePMI #NuoviProgetti #MVP #CrescitaAziendale #ImpresaItaliana #ConsulenzaStrategica #TestDiMercato

    Come valutare un’idea imprenditoriale prima di investire Nel nostro lavoro di affiancamento alle imprese, ci capita spesso di ricevere domande come: “Secondo voi questa idea funziona?” “Vale la pena investirci?” La verità è che nessuna idea, da sola, è garanzia di successo. Un’idea va validata, testata, stressata prima di diventare un progetto su cui investire tempo e denaro. Noi di impresa.biz abbiamo definito un metodo pratico per valutare un’idea imprenditoriale in modo oggettivo e concreto. E oggi lo condividiamo con te, passo dopo passo. 1. Il problema esiste davvero? Tutte le buone idee risolvono un problema. Ma attenzione: il problema deve essere reale, sentito e urgente per un gruppo di persone disposto a pagare per risolverlo. Se il tuo progetto parte da un'intuizione, chiediti: -Chi ha davvero questo problema? -Quanto è disposto a spendere per risolverlo? -Come lo risolve oggi? 👉 Validazione: parla con potenziali clienti, ascolta i loro bisogni. Niente sondaggi online: conversazioni vere. 2. C'è un mercato sufficientemente grande? Una buona idea deve poter scalare. Quanto è grande il mercato a cui ti rivolgi? È in crescita o in calo? Ci sono nicchie più redditizie? Usiamo spesso questo schema: -TAM (Total Addressable Market) -SAM (Served Available Market) -SOM (Share of Market) 👉 Strumento utile: ricerche di mercato, dati Istat, trend Google, report di settore. 3. Cosa ci rende diversi (e migliori)? Nel 2025, fare qualcosa “già visto” non basta. Serve un vantaggio competitivo chiaro: prezzo, servizio, qualità, velocità, esperienza, tecnologia… qualcosa che ti distingua davvero. 👉 Domanda critica: perché un cliente dovrebbe scegliere noi invece della soluzione attuale? 4. Il modello di business è sostenibile? Un’idea geniale che non genera margini o ha costi fuori controllo non regge. Qui entra in gioco il Business Model: -Quali sono i costi per acquisire un cliente? -Quanto ci resta in tasca per ogni vendita? -Il cash flow è positivo? 👉 Strumento pratico: usa il Business Model Canvas per visualizzare tutto su una pagina. 5. Hai un piano minimo per testare (senza indebitarti)? Prima di “lanciarsi”, costruisci un MVP (Minimum Viable Product): la versione più semplice possibile per testare il mercato. Non serve un sito da 10.000€, magari bastano: -una landing page con un form -un questionario strutturato -un piccolo evento/test pilota 👉 Obiettivo: raccogliere feedback reali, prima di investire grandi cifre. Valutare un’idea imprenditoriale non significa prevedere il futuro, ma ridurre al minimo i rischi e aumentare la consapevolezza. Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori, startupper e PMI a validare progetti, testare modelli e passare dall’idea all’azione con metodo. Hai un’idea e vuoi capire se “sta in piedi”? Contattaci per una prima valutazione gratuita: ti aiutiamo a metterla alla prova, prima che siano i costi (o il mercato) a farlo al posto tuo. #IdeaDiBusiness #StartupThinking #BusinessModelCanvas #ValutazioneIdea #InnovazionePMI #NuoviProgetti #MVP #CrescitaAziendale #ImpresaItaliana #ConsulenzaStrategica #TestDiMercato
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  • Le 5 leve della crescita aziendale che le PMI italiane sottovalutano

    Nel nostro lavoro quotidiano con le piccole e medie imprese italiane, ci capita spesso di vedere aziende con ottimi prodotti, persone competenti, grande passione. Eppure… non crescono come potrebbero.
    Perché? Nella nostra esperienza, molte PMI trascurano alcune leve fondamentali della crescita aziendale. Non per mancanza di volontà, ma perché spesso sono invisibili, poco esplorate, o percepite come “non prioritarie”.

    Ecco le 5 leve strategiche che le PMI italiane tendono a sottovalutare, ma che – se attivate correttamente – possono fare la differenza tra sopravvivere e prosperare.

    1. Strategia chiara e condivisa
    Troppe PMI procedono “a vista”, senza una direzione ben definita. Noi lo vediamo ogni giorno: si lavora tanto, ma senza una bussola strategica.
    La crescita richiede una visione chiara, obiettivi concreti e un piano d’azione misurabile. Non serve un business plan da 80 pagine, ma un documento vivo, condiviso con tutto il team.
    Domanda utile: Qual è la nostra direzione per i prossimi 24 mesi?

    2. Digitalizzazione reale, non di facciata
    Molti pensano che digitalizzarsi significhi aprire un sito web o avere un gestionale. Ma la digitalizzazione vera riguarda i processi, la comunicazione, la vendita, la relazione col cliente.
    Digitalizzare significa diventare più agili, veloci e accessibili.
    E sì, spesso significa anche vendere di più.
    Domanda utile: Dove possiamo automatizzare per liberare tempo e risorse?

    3. Sviluppo commerciale sistematico
    Nella PMI italiana, la rete commerciale è spesso “l’imprenditore stesso”. Ma la crescita richiede un approccio commerciale strutturato, con attività ricorrenti, strumenti di CRM, lead generation, nurturing.
    Chi non ha un piano commerciale, non ha crescita.
    Domanda utile: Quante nuove opportunità stiamo generando ogni mese?

    4. Cultura aziendale e team motivato
    Un’impresa cresce solo se crescono le persone al suo interno.
    Eppure, pochi investono in formazione, comunicazione interna, clima aziendale.
    Un team coinvolto è più produttivo, più creativo, più resiliente.
    E riduce il turnover, che costa tempo e denaro.
    Domanda utile: I nostri collaboratori si sentono parte di un progetto?

    5. Misurazione dei risultati e controllo di gestione
    Crescere senza sapere cosa funziona (e cosa no) è un salto nel buio.
    Troppo spesso nelle PMI mancano dati aggiornati, report chiari, dashboard di controllo.
    Chi misura, migliora. Chi improvvisa, spera.
    Domanda utile: Ogni mese sappiamo esattamente dove guadagniamo (o perdiamo)?

    Le PMI italiane hanno un potenziale enorme, ma spesso non lo esprimono appieno perché trascurano leve strategiche invisibili o sottovalutate.
    Noi di impresa.biz lavoriamo proprio su questi aspetti: aiutiamo le aziende a fare chiarezza, strutturarsi, crescere in modo sostenibile e misurabile.

    Se anche tu pensi che sia arrivato il momento di “fare il salto”, contattaci per una prima consulenza gratuita. A volte, basta una nuova prospettiva per sbloccare opportunità che erano già lì.

    #CrescitaPMI #StrategiaAziendale #Digitalizzazione #ControlloDiGestione #SviluppoCommerciale #TeamMotivato #InnovazionePMI #ImpresaItaliana #ConsulenzaImpresa #PMI2025
    Le 5 leve della crescita aziendale che le PMI italiane sottovalutano Nel nostro lavoro quotidiano con le piccole e medie imprese italiane, ci capita spesso di vedere aziende con ottimi prodotti, persone competenti, grande passione. Eppure… non crescono come potrebbero. Perché? Nella nostra esperienza, molte PMI trascurano alcune leve fondamentali della crescita aziendale. Non per mancanza di volontà, ma perché spesso sono invisibili, poco esplorate, o percepite come “non prioritarie”. Ecco le 5 leve strategiche che le PMI italiane tendono a sottovalutare, ma che – se attivate correttamente – possono fare la differenza tra sopravvivere e prosperare. 1. Strategia chiara e condivisa Troppe PMI procedono “a vista”, senza una direzione ben definita. Noi lo vediamo ogni giorno: si lavora tanto, ma senza una bussola strategica. La crescita richiede una visione chiara, obiettivi concreti e un piano d’azione misurabile. Non serve un business plan da 80 pagine, ma un documento vivo, condiviso con tutto il team. 👉 Domanda utile: Qual è la nostra direzione per i prossimi 24 mesi? 2. Digitalizzazione reale, non di facciata Molti pensano che digitalizzarsi significhi aprire un sito web o avere un gestionale. Ma la digitalizzazione vera riguarda i processi, la comunicazione, la vendita, la relazione col cliente. Digitalizzare significa diventare più agili, veloci e accessibili. E sì, spesso significa anche vendere di più. 👉 Domanda utile: Dove possiamo automatizzare per liberare tempo e risorse? 3. Sviluppo commerciale sistematico Nella PMI italiana, la rete commerciale è spesso “l’imprenditore stesso”. Ma la crescita richiede un approccio commerciale strutturato, con attività ricorrenti, strumenti di CRM, lead generation, nurturing. Chi non ha un piano commerciale, non ha crescita. 👉 Domanda utile: Quante nuove opportunità stiamo generando ogni mese? 4. Cultura aziendale e team motivato Un’impresa cresce solo se crescono le persone al suo interno. Eppure, pochi investono in formazione, comunicazione interna, clima aziendale. Un team coinvolto è più produttivo, più creativo, più resiliente. E riduce il turnover, che costa tempo e denaro. 👉 Domanda utile: I nostri collaboratori si sentono parte di un progetto? 5. Misurazione dei risultati e controllo di gestione Crescere senza sapere cosa funziona (e cosa no) è un salto nel buio. Troppo spesso nelle PMI mancano dati aggiornati, report chiari, dashboard di controllo. Chi misura, migliora. Chi improvvisa, spera. 👉 Domanda utile: Ogni mese sappiamo esattamente dove guadagniamo (o perdiamo)? Le PMI italiane hanno un potenziale enorme, ma spesso non lo esprimono appieno perché trascurano leve strategiche invisibili o sottovalutate. Noi di impresa.biz lavoriamo proprio su questi aspetti: aiutiamo le aziende a fare chiarezza, strutturarsi, crescere in modo sostenibile e misurabile. Se anche tu pensi che sia arrivato il momento di “fare il salto”, contattaci per una prima consulenza gratuita. A volte, basta una nuova prospettiva per sbloccare opportunità che erano già lì. #CrescitaPMI #StrategiaAziendale #Digitalizzazione #ControlloDiGestione #SviluppoCommerciale #TeamMotivato #InnovazionePMI #ImpresaItaliana #ConsulenzaImpresa #PMI2025
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  • Pianificazione fiscale internazionale per le imprese italiane
    Quando si parla di crescita, innovazione e apertura ai mercati esteri, uno degli aspetti più delicati – e spesso trascurati – è la pianificazione fiscale internazionale. Da imprenditore, ho imparato che espandersi all’estero non significa solo vendere in nuovi mercati, ma anche gestire in modo strategico e conforme il proprio carico fiscale a livello globale. Farlo in maniera consapevole, trasparente e ben pianificata può fare la differenza tra un’espansione sostenibile e una fonte di rischi e complicazioni.

    Che cos’è la pianificazione fiscale internazionale
    La pianificazione fiscale internazionale è un insieme di strategie volte a ottimizzare la tassazione dell’impresa quando opera in più giurisdizioni. Non si tratta di elusione fiscale – che è illegale – ma di scelte consapevoli e pienamente legittime, fatte all’interno dei margini consentiti dalla normativa, per:
    -evitare la doppia imposizione sui redditi
    -sfruttare incentivi o trattamenti fiscali favorevoli previsti in determinati paesi
    -strutturare in modo efficiente le relazioni tra casa madre e controllate estere
    -garantire conformità normativa nei paesi in cui si opera

    Perché è fondamentale per le imprese italiane
    L’internazionalizzazione è ormai una necessità per molte aziende italiane, ma muoversi senza una strategia fiscale adeguata può diventare un boomerang. Le normative cambiano da paese a paese, e i rischi di incorrere in sanzioni, accertamenti o perdite fiscali sono reali.

    Una corretta pianificazione consente invece di:
    -Evitare costi inutili legati alla cattiva gestione fiscale
    -Migliorare la competitività grazie a un carico fiscale ottimizzato
    -Proteggere l’azienda da controversie fiscali internazionali
    -Sostenere decisioni di investimento all’estero con dati più precisi e affidabili

    Gli strumenti a disposizione
    Nel corso della mia attività, ho avuto modo di confrontarmi con consulenti e professionisti che mi hanno fatto scoprire come esistano diversi strumenti per pianificare al meglio la fiscalità internazionale. Ecco i principali:

    1. Convenzioni contro la doppia imposizione
    L’Italia ha firmato oltre 100 trattati bilaterali per evitare che uno stesso reddito venga tassato sia in Italia che nel paese estero. Queste convenzioni definiscono chiaramente dove e come tassare i vari redditi (dividendi, interessi, royalties, plusvalenze).

    2. Transfer pricing (prezzi di trasferimento)
    Quando un’azienda ha filiali in altri paesi, è obbligata a documentare il prezzo delle transazioni infragruppo secondo il principio di libera concorrenza. Una corretta politica di transfer pricing aiuta a evitare contestazioni da parte delle autorità fiscali e garantisce equità nella distribuzione dei profitti.

    3. Stabile organizzazione e residenza fiscale
    Molte imprese non sanno che aprire un ufficio, magazzino o anche solo una presenza fissa all’estero può configurare una "stabile organizzazione", con obblighi fiscali nel paese di destinazione. Inoltre, è importante evitare che, per errori di struttura o governance, la società venga considerata fiscalmente residente in un altro Stato.

    4. Holding estere e strutture societarie internazionali
    In alcuni casi può essere utile costituire holding o società veicolo all’estero, per gestire meglio investimenti, partecipazioni o proprietà intellettuali. Naturalmente, tutto dev’essere fatto nel rispetto delle normative italiane ed europee (es. antiabuso, CFC rules, DAC6).

    Un approccio strategico e integrato
    La pianificazione fiscale internazionale non può essere improvvisata, né affidata al caso. Serve un approccio strategico, su misura, che tenga conto del settore, del modello di business e dei mercati in cui si vuole operare.

    Nel mio caso, affiancarmi a consulenti specializzati mi ha permesso di evitare errori costosi, ma anche di cogliere opportunità che, senza una visione fiscale completa, non avrei considerato. In definitiva, una buona pianificazione fiscale non solo tutela l’azienda, ma la rafforza e la prepara a competere in modo più solido a livello globale.

    Internazionalizzare senza una pianificazione fiscale è come partire per un viaggio senza mappa. Per le imprese italiane che vogliono crescere all’estero, comprendere e gestire correttamente la fiscalità internazionale è oggi un asset strategico. Farlo in modo legale, trasparente e con l’aiuto giusto permette non solo di risparmiare, ma soprattutto di costruire un’impresa più solida, resiliente e orientata al futuro.

    #PianificazioneFiscale #FiscalitàInternazionale #Internazionalizzazione #TransferPricing #DoppiaImposizione #ResidenzaFiscale #HoldingEstere #TaxStrategy #BusinessGlobale #ImpresaItaliana

    Pianificazione fiscale internazionale per le imprese italiane Quando si parla di crescita, innovazione e apertura ai mercati esteri, uno degli aspetti più delicati – e spesso trascurati – è la pianificazione fiscale internazionale. Da imprenditore, ho imparato che espandersi all’estero non significa solo vendere in nuovi mercati, ma anche gestire in modo strategico e conforme il proprio carico fiscale a livello globale. Farlo in maniera consapevole, trasparente e ben pianificata può fare la differenza tra un’espansione sostenibile e una fonte di rischi e complicazioni. Che cos’è la pianificazione fiscale internazionale La pianificazione fiscale internazionale è un insieme di strategie volte a ottimizzare la tassazione dell’impresa quando opera in più giurisdizioni. Non si tratta di elusione fiscale – che è illegale – ma di scelte consapevoli e pienamente legittime, fatte all’interno dei margini consentiti dalla normativa, per: -evitare la doppia imposizione sui redditi -sfruttare incentivi o trattamenti fiscali favorevoli previsti in determinati paesi -strutturare in modo efficiente le relazioni tra casa madre e controllate estere -garantire conformità normativa nei paesi in cui si opera Perché è fondamentale per le imprese italiane L’internazionalizzazione è ormai una necessità per molte aziende italiane, ma muoversi senza una strategia fiscale adeguata può diventare un boomerang. Le normative cambiano da paese a paese, e i rischi di incorrere in sanzioni, accertamenti o perdite fiscali sono reali. Una corretta pianificazione consente invece di: -Evitare costi inutili legati alla cattiva gestione fiscale -Migliorare la competitività grazie a un carico fiscale ottimizzato -Proteggere l’azienda da controversie fiscali internazionali -Sostenere decisioni di investimento all’estero con dati più precisi e affidabili Gli strumenti a disposizione Nel corso della mia attività, ho avuto modo di confrontarmi con consulenti e professionisti che mi hanno fatto scoprire come esistano diversi strumenti per pianificare al meglio la fiscalità internazionale. Ecco i principali: 1. Convenzioni contro la doppia imposizione L’Italia ha firmato oltre 100 trattati bilaterali per evitare che uno stesso reddito venga tassato sia in Italia che nel paese estero. Queste convenzioni definiscono chiaramente dove e come tassare i vari redditi (dividendi, interessi, royalties, plusvalenze). 2. Transfer pricing (prezzi di trasferimento) Quando un’azienda ha filiali in altri paesi, è obbligata a documentare il prezzo delle transazioni infragruppo secondo il principio di libera concorrenza. Una corretta politica di transfer pricing aiuta a evitare contestazioni da parte delle autorità fiscali e garantisce equità nella distribuzione dei profitti. 3. Stabile organizzazione e residenza fiscale Molte imprese non sanno che aprire un ufficio, magazzino o anche solo una presenza fissa all’estero può configurare una "stabile organizzazione", con obblighi fiscali nel paese di destinazione. Inoltre, è importante evitare che, per errori di struttura o governance, la società venga considerata fiscalmente residente in un altro Stato. 4. Holding estere e strutture societarie internazionali In alcuni casi può essere utile costituire holding o società veicolo all’estero, per gestire meglio investimenti, partecipazioni o proprietà intellettuali. Naturalmente, tutto dev’essere fatto nel rispetto delle normative italiane ed europee (es. antiabuso, CFC rules, DAC6). Un approccio strategico e integrato La pianificazione fiscale internazionale non può essere improvvisata, né affidata al caso. Serve un approccio strategico, su misura, che tenga conto del settore, del modello di business e dei mercati in cui si vuole operare. Nel mio caso, affiancarmi a consulenti specializzati mi ha permesso di evitare errori costosi, ma anche di cogliere opportunità che, senza una visione fiscale completa, non avrei considerato. In definitiva, una buona pianificazione fiscale non solo tutela l’azienda, ma la rafforza e la prepara a competere in modo più solido a livello globale. Internazionalizzare senza una pianificazione fiscale è come partire per un viaggio senza mappa. Per le imprese italiane che vogliono crescere all’estero, comprendere e gestire correttamente la fiscalità internazionale è oggi un asset strategico. Farlo in modo legale, trasparente e con l’aiuto giusto permette non solo di risparmiare, ma soprattutto di costruire un’impresa più solida, resiliente e orientata al futuro. #PianificazioneFiscale #FiscalitàInternazionale #Internazionalizzazione #TransferPricing #DoppiaImposizione #ResidenzaFiscale #HoldingEstere #TaxStrategy #BusinessGlobale #ImpresaItaliana
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