• E-commerce in 10 mosse: dal lancio al primo cliente

    Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto sia stimolante ma anche complesso avviare un e-commerce. Per questo vogliamo guidarti passo dopo passo, con una roadmap chiara e pratica, per aiutarti a trasformare la tua idea in un negozio online di successo, arrivando a conquistare il primo cliente nel modo più efficace possibile.

    Ecco le 10 mosse fondamentali per lanciare il tuo e-commerce con il piede giusto.

    1. Definisci il tuo prodotto e il target
    Identifica chiaramente cosa vendere e a chi rivolgerti. Conoscere il tuo pubblico ti aiuterà a costruire un’offerta mirata.

    2. Analizza la concorrenza
    Studia i competitor per capire punti di forza e debolezza e trovare il tuo vantaggio competitivo.

    3. Scegli la piattaforma giusta
    Opta per una soluzione e-commerce adatta alle tue esigenze, che garantisca facilità d’uso, sicurezza e scalabilità.

    4. Crea un brand riconoscibile
    Investi in un logo, un design coerente e un tone of voice che rispecchino i valori della tua attività.

    5. Organizza il catalogo prodotti
    Descrizioni dettagliate, immagini di qualità e categorie chiare sono essenziali per facilitare la navigazione e la scelta.

    6. Imposta metodi di pagamento e spedizione
    Offri opzioni sicure e convenienti per l’acquisto e la consegna, considerando le preferenze del tuo target.

    7. Ottimizza il sito per i motori di ricerca (SEO)
    Lavora su parole chiave, tempi di caricamento e mobile friendliness per aumentare la visibilità organica.

    8. Prepara una strategia di marketing digitale
    Utilizza canali come social media, email marketing e campagne a pagamento per attirare traffico qualificato.

    9. Testa il sito prima del lancio
    Verifica che tutto funzioni correttamente, dall’esperienza utente al processo di acquisto.

    10. Lancia e monitora i risultati
    Dai il via al tuo e-commerce e tieni sotto controllo le metriche chiave per migliorare continuamente e fidelizzare i clienti.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che seguire queste 10 mosse ti permetterà di partire con solide basi e raggiungere rapidamente il tuo primo cliente, aprendo la strada a una crescita sostenibile nel mondo dell’e-commerce.

    #Ecommerce #LancioEcommerce #VenditeOnline #ImpresaBiz #MarketingDigitale #PMI #BusinessOnline #StrategieDigitali
    E-commerce in 10 mosse: dal lancio al primo cliente Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto sia stimolante ma anche complesso avviare un e-commerce. Per questo vogliamo guidarti passo dopo passo, con una roadmap chiara e pratica, per aiutarti a trasformare la tua idea in un negozio online di successo, arrivando a conquistare il primo cliente nel modo più efficace possibile. Ecco le 10 mosse fondamentali per lanciare il tuo e-commerce con il piede giusto. 1. Definisci il tuo prodotto e il target Identifica chiaramente cosa vendere e a chi rivolgerti. Conoscere il tuo pubblico ti aiuterà a costruire un’offerta mirata. 2. Analizza la concorrenza Studia i competitor per capire punti di forza e debolezza e trovare il tuo vantaggio competitivo. 3. Scegli la piattaforma giusta Opta per una soluzione e-commerce adatta alle tue esigenze, che garantisca facilità d’uso, sicurezza e scalabilità. 4. Crea un brand riconoscibile Investi in un logo, un design coerente e un tone of voice che rispecchino i valori della tua attività. 5. Organizza il catalogo prodotti Descrizioni dettagliate, immagini di qualità e categorie chiare sono essenziali per facilitare la navigazione e la scelta. 6. Imposta metodi di pagamento e spedizione Offri opzioni sicure e convenienti per l’acquisto e la consegna, considerando le preferenze del tuo target. 7. Ottimizza il sito per i motori di ricerca (SEO) Lavora su parole chiave, tempi di caricamento e mobile friendliness per aumentare la visibilità organica. 8. Prepara una strategia di marketing digitale Utilizza canali come social media, email marketing e campagne a pagamento per attirare traffico qualificato. 9. Testa il sito prima del lancio Verifica che tutto funzioni correttamente, dall’esperienza utente al processo di acquisto. 10. Lancia e monitora i risultati Dai il via al tuo e-commerce e tieni sotto controllo le metriche chiave per migliorare continuamente e fidelizzare i clienti. Noi di impresa.biz siamo convinti che seguire queste 10 mosse ti permetterà di partire con solide basi e raggiungere rapidamente il tuo primo cliente, aprendo la strada a una crescita sostenibile nel mondo dell’e-commerce. #Ecommerce #LancioEcommerce #VenditeOnline #ImpresaBiz #MarketingDigitale #PMI #BusinessOnline #StrategieDigitali
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  • Primi passi verso l’estero: la roadmap definitiva per le PMI italiane

    Affacciarsi ai mercati internazionali è un passaggio cruciale per molte PMI italiane che vogliono crescere, innovare e competere su scala globale.
    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: la spinta verso l’estero è sempre più forte, ma il rischio di commettere errori strategici è reale, soprattutto se manca un approccio strutturato.

    Per questo abbiamo deciso di condividere la nostra roadmap definitiva: un percorso chiaro, concreto e adattabile, pensato per guidare le imprese italiane nei loro primi passi verso l’internazionalizzazione.

    1. Conoscere se stessi prima del mercato
    Il primo passo non riguarda il mercato estero, ma l’azienda stessa. Come Impresa.biz, accompagniamo le PMI a definire il proprio potenziale esportabile: prodotti, servizi, vantaggi competitivi, capacità produttiva, sostenibilità finanziaria.
    La consapevolezza interna è fondamentale per costruire una strategia coerente ed efficace.

    2. Scegliere i mercati giusti, non solo i più grandi
    Tanti commettono l’errore di puntare subito a mercati “noti” o “grandi”, senza verificarne la reale compatibilità.
    Noi aiutiamo le imprese a leggere i dati, comprendere la domanda locale, valutare normative, cultura e barriere. A volte il mercato ideale è più vicino – o più di nicchia – di quanto si immagini.

    3. Costruire una strategia export su misura
    Internazionalizzare non significa semplicemente vendere all’estero. Significa adattare il modello di business.
    Aiutiamo le PMI a costruire un piano operativo: listini, distribuzione, customer care, branding, marketing locale. Ogni mercato ha le sue regole, e il successo sta nei dettagli.

    4. Trovare i partner giusti (e formarne di interni)
    Non si va lontano da soli. Il supporto di export manager, consulenti locali, camere di commercio, enti pubblici e distributori è spesso decisivo.
    Ma noi crediamo anche nella formazione interna: costruire competenze export nel team aziendale significa investire sul lungo periodo.

    5. Sfruttare strumenti e incentivi
    L’Italia offre diverse opportunità per supportare l’internazionalizzazione delle PMI: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, voucher per l’export.
    Noi di Impresa.biz monitoriamo costantemente i bandi attivi e supportiamo le imprese nella loro candidatura, ottimizzando l’accesso alle risorse.

    6. Monitorare, adattarsi, consolidare
    Ogni ingresso in un nuovo mercato è un test. Per questo lavoriamo con le imprese su sistemi di monitoraggio e analisi costante.
    I risultati vanno letti, interpretati e trasformati in azioni correttive. L’agilità strategica è la chiave per restare competitivi.

    Portare la propria impresa oltre i confini nazionali è un percorso che richiede visione, metodo e supporto.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI italiane in ogni fase: dall’analisi iniziale alla gestione operativa, dai finanziamenti alla crescita sostenibile.

    Internazionalizzare si può. Farlo bene è una scelta.

    #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #ExportMadeInItaly #PMIitaliane #BusinessEstero #StrategiaExport #FinanzaAgevolata #MercatiInternazionali #RoadmapExport #CrescitaGlobale #PMI2025 #ExportItalia

    Primi passi verso l’estero: la roadmap definitiva per le PMI italiane Affacciarsi ai mercati internazionali è un passaggio cruciale per molte PMI italiane che vogliono crescere, innovare e competere su scala globale. Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: la spinta verso l’estero è sempre più forte, ma il rischio di commettere errori strategici è reale, soprattutto se manca un approccio strutturato. Per questo abbiamo deciso di condividere la nostra roadmap definitiva: un percorso chiaro, concreto e adattabile, pensato per guidare le imprese italiane nei loro primi passi verso l’internazionalizzazione. 1. Conoscere se stessi prima del mercato Il primo passo non riguarda il mercato estero, ma l’azienda stessa. Come Impresa.biz, accompagniamo le PMI a definire il proprio potenziale esportabile: prodotti, servizi, vantaggi competitivi, capacità produttiva, sostenibilità finanziaria. La consapevolezza interna è fondamentale per costruire una strategia coerente ed efficace. 2. Scegliere i mercati giusti, non solo i più grandi Tanti commettono l’errore di puntare subito a mercati “noti” o “grandi”, senza verificarne la reale compatibilità. Noi aiutiamo le imprese a leggere i dati, comprendere la domanda locale, valutare normative, cultura e barriere. A volte il mercato ideale è più vicino – o più di nicchia – di quanto si immagini. 3. Costruire una strategia export su misura Internazionalizzare non significa semplicemente vendere all’estero. Significa adattare il modello di business. Aiutiamo le PMI a costruire un piano operativo: listini, distribuzione, customer care, branding, marketing locale. Ogni mercato ha le sue regole, e il successo sta nei dettagli. 4. Trovare i partner giusti (e formarne di interni) Non si va lontano da soli. Il supporto di export manager, consulenti locali, camere di commercio, enti pubblici e distributori è spesso decisivo. Ma noi crediamo anche nella formazione interna: costruire competenze export nel team aziendale significa investire sul lungo periodo. 5. Sfruttare strumenti e incentivi L’Italia offre diverse opportunità per supportare l’internazionalizzazione delle PMI: contributi a fondo perduto, finanziamenti agevolati, voucher per l’export. Noi di Impresa.biz monitoriamo costantemente i bandi attivi e supportiamo le imprese nella loro candidatura, ottimizzando l’accesso alle risorse. 6. Monitorare, adattarsi, consolidare Ogni ingresso in un nuovo mercato è un test. Per questo lavoriamo con le imprese su sistemi di monitoraggio e analisi costante. I risultati vanno letti, interpretati e trasformati in azioni correttive. L’agilità strategica è la chiave per restare competitivi. Portare la propria impresa oltre i confini nazionali è un percorso che richiede visione, metodo e supporto. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI italiane in ogni fase: dall’analisi iniziale alla gestione operativa, dai finanziamenti alla crescita sostenibile. Internazionalizzare si può. Farlo bene è una scelta. #ImpresaBiz #InternazionalizzazionePMI #ExportMadeInItaly #PMIitaliane #BusinessEstero #StrategiaExport #FinanzaAgevolata #MercatiInternazionali #RoadmapExport #CrescitaGlobale #PMI2025 #ExportItalia
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  • Come Creare un Business Plan Vincente: Guida per PMI e Start-up

    Noi di Impresa.biz lo diciamo sempre: un’idea senza un piano resta solo un’intenzione. Che tu stia avviando una start-up o guidando una PMI in cerca di finanziamenti, partnership o crescita strutturata, il business plan è uno strumento fondamentale.

    Non è solo un documento formale da presentare in banca: è la bussola strategica del tuo business, il punto di partenza per prendere decisioni consapevoli.

    Ecco la nostra guida pratica per costruirlo passo dopo passo, senza complicarsi la vita.

    1. Chi siamo e cosa facciamo
    Ogni business plan che si rispetti parte da una presentazione dell’azienda:
    -Chi siamo?
    -Qual è la nostra mission?
    -Che valore offriamo?
    -Perché esistiamo?
    Raccontiamo il progetto in modo sintetico ma coinvolgente. Questo è il momento per far capire che abbiamo una visione chiara e motivata.

    2. Analisi del mercato e del settore
    Qui raccogliamo dati concreti per dimostrare che conosciamo il contesto in cui ci muoviamo.
    Analizziamo:
    -Il settore di riferimento
    -I trend attuali
    -La domanda
    -I concorrenti
    Facciamo capire che non stiamo improvvisando, ma entriamo in un mercato che conosciamo e su cui possiamo portare un vantaggio competitivo.

    3. Definire il nostro target e la nostra proposta di valore
    Chi è il nostro cliente ideale? Quali sono i suoi bisogni? E perché dovrebbe scegliere noi?
    Un business plan vincente deve dimostrare che c’è un match chiaro tra il problema del cliente e la nostra soluzione.
    Noi di Impresa.biz aiutiamo spesso i clienti a lavorare su questo punto con strumenti come il Value Proposition Canvas, perché se il valore non è chiaro, nemmeno il business lo sarà.

    4. Strategia di marketing e vendita
    Come raggiungeremo i clienti? Come li convinceremo?
    In questa sezione descriviamo:
    -I canali di acquisizione (social, SEO, fiere, vendita diretta, ecc.)
    -Il piano di comunicazione
    -Il processo di vendita
    -Le eventuali partnership commerciali
    Dimostriamo che non ci affidiamo al passaparola, ma abbiamo una strategia concreta per crescere.

    5. Modello di business
    Come guadagneremo? Qui inseriamo:
    -Fonti di ricavo
    -Politica dei prezzi
    -Eventuali abbonamenti, pacchetti o upselling
    Un business plan vincente mostra chiarezza nel modello economico: chi paga, quanto e per cosa.

    6. Piano operativo e organizzazione
    Come verrà gestita l’operatività quotidiana? Chi fa cosa? Che risorse servono?

    Questa sezione include:
    -Struttura aziendale
    -Ruoli e competenze chiave
    -Fornitori e processi produttivi
    Mostriamo che la macchina è pensata per funzionare davvero, non solo sulla carta.

    7. Proiezioni finanziarie
    Il cuore numerico del business plan. Qui presentiamo:
    -Budget previsionale
    -Stima dei costi e dei ricavi
    -Break-even point (punto di pareggio)
    -Cash flow previsto
    Noi consigliamo sempre di includere almeno 3 scenari (ottimistico, realistico, prudente). Perché chi legge (investitore o banca) deve capire che sappiamo gestire anche l’incertezza.

    8. Obiettivi e roadmap
    Quali sono i prossimi passi? In quanto tempo? Con che priorità?
    Costruiamo una roadmap chiara, che dia concretezza temporale agli obiettivi. Aiuta a trasmettere serietà e metodo.

    9. Allegati e documentazione di supporto
    Se abbiamo già:
    -lettere di intenti
    -preventivi
    -studi di fattibilità
    -curriculum del team
    -prototipi
    includiamoli. Danno credibilità e sostanza al piano.

    Un business plan vincente non è un romanzo, ma nemmeno un insieme sterile di numeri. È una narrazione concreta, strategica e supportata dai dati che racconta perché il nostro progetto merita attenzione, fiducia e investimenti.

    Noi di Impresa.biz siamo convinti che ogni impresa che parte con metodo, parte più forte.
    E un business plan solido è il primo passo verso un futuro sostenibile.

    #️⃣
    #BusinessPlan #StartupItalia #PMI #ImpresaBiz #FinanzaAgevolata #PianoDiImpresa #CrescitaPMI #GuidaPratica #PianoStrategico #ModelloDiBusiness #Startupper #ImprenditoriaItaliana
    Come Creare un Business Plan Vincente: Guida per PMI e Start-up Noi di Impresa.biz lo diciamo sempre: un’idea senza un piano resta solo un’intenzione. Che tu stia avviando una start-up o guidando una PMI in cerca di finanziamenti, partnership o crescita strutturata, il business plan è uno strumento fondamentale. Non è solo un documento formale da presentare in banca: è la bussola strategica del tuo business, il punto di partenza per prendere decisioni consapevoli. Ecco la nostra guida pratica per costruirlo passo dopo passo, senza complicarsi la vita. 1. Chi siamo e cosa facciamo Ogni business plan che si rispetti parte da una presentazione dell’azienda: -Chi siamo? -Qual è la nostra mission? -Che valore offriamo? -Perché esistiamo? Raccontiamo il progetto in modo sintetico ma coinvolgente. Questo è il momento per far capire che abbiamo una visione chiara e motivata. 2. Analisi del mercato e del settore Qui raccogliamo dati concreti per dimostrare che conosciamo il contesto in cui ci muoviamo. Analizziamo: -Il settore di riferimento -I trend attuali -La domanda -I concorrenti Facciamo capire che non stiamo improvvisando, ma entriamo in un mercato che conosciamo e su cui possiamo portare un vantaggio competitivo. 3. Definire il nostro target e la nostra proposta di valore Chi è il nostro cliente ideale? Quali sono i suoi bisogni? E perché dovrebbe scegliere noi? Un business plan vincente deve dimostrare che c’è un match chiaro tra il problema del cliente e la nostra soluzione. Noi di Impresa.biz aiutiamo spesso i clienti a lavorare su questo punto con strumenti come il Value Proposition Canvas, perché se il valore non è chiaro, nemmeno il business lo sarà. 4. Strategia di marketing e vendita Come raggiungeremo i clienti? Come li convinceremo? In questa sezione descriviamo: -I canali di acquisizione (social, SEO, fiere, vendita diretta, ecc.) -Il piano di comunicazione -Il processo di vendita -Le eventuali partnership commerciali Dimostriamo che non ci affidiamo al passaparola, ma abbiamo una strategia concreta per crescere. 5. Modello di business Come guadagneremo? Qui inseriamo: -Fonti di ricavo -Politica dei prezzi -Eventuali abbonamenti, pacchetti o upselling Un business plan vincente mostra chiarezza nel modello economico: chi paga, quanto e per cosa. 6. Piano operativo e organizzazione Come verrà gestita l’operatività quotidiana? Chi fa cosa? Che risorse servono? Questa sezione include: -Struttura aziendale -Ruoli e competenze chiave -Fornitori e processi produttivi Mostriamo che la macchina è pensata per funzionare davvero, non solo sulla carta. 7. Proiezioni finanziarie Il cuore numerico del business plan. Qui presentiamo: -Budget previsionale -Stima dei costi e dei ricavi -Break-even point (punto di pareggio) -Cash flow previsto Noi consigliamo sempre di includere almeno 3 scenari (ottimistico, realistico, prudente). Perché chi legge (investitore o banca) deve capire che sappiamo gestire anche l’incertezza. 8. Obiettivi e roadmap Quali sono i prossimi passi? In quanto tempo? Con che priorità? Costruiamo una roadmap chiara, che dia concretezza temporale agli obiettivi. Aiuta a trasmettere serietà e metodo. 9. Allegati e documentazione di supporto Se abbiamo già: -lettere di intenti -preventivi -studi di fattibilità -curriculum del team -prototipi includiamoli. Danno credibilità e sostanza al piano. Un business plan vincente non è un romanzo, ma nemmeno un insieme sterile di numeri. È una narrazione concreta, strategica e supportata dai dati che racconta perché il nostro progetto merita attenzione, fiducia e investimenti. Noi di Impresa.biz siamo convinti che ogni impresa che parte con metodo, parte più forte. E un business plan solido è il primo passo verso un futuro sostenibile. #️⃣ #BusinessPlan #StartupItalia #PMI #ImpresaBiz #FinanzaAgevolata #PianoDiImpresa #CrescitaPMI #GuidaPratica #PianoStrategico #ModelloDiBusiness #Startupper #ImprenditoriaItaliana
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  • Come sfruttare i dati per scalare un e-commerce su mercati internazionali

    Quando ho iniziato a vendere fuori dall’Italia, mi sentivo un po’ alla cieca: nuove lingue, clienti diversi, abitudini sconosciute. Poi ho capito una cosa fondamentale: i dati sono la bussola. Se impari a leggerli bene, ti dicono dove andare, dove rallentare e quando è il momento giusto per spingere.

    Oggi uso i dati per prendere ogni decisione chiave legata all’internazionalizzazione del mio e-commerce. Ecco come.

    1. Dove guardare per capire se un mercato “funziona”
    Appena lanciato un sito o un test su un marketplace estero, i primi dati da monitorare sono:
    -Sessioni per Paese e lingua (Google Analytics / GA4)
    -Tasso di conversione locale
    -Tempo medio sul sito e bounce rate
    -Carrelli abbandonati per area geografica
    -FAQ e domande ricorrenti da customer care
    Questi numeri mi aiutano a distinguere tra interesse reale e semplici curiosi. Se le persone arrivano ma non comprano, c’è qualcosa da rivedere (UX, lingua, pagamenti, prezzo?).

    2. SEO internazionale: keyword e traffico organico per Paese
    Ho imparato che la SEO locale non è una traduzione, ma un’analisi a sé.

    Uso strumenti come:
    -Google Search Console segmentata per mercato
    -Ahrefs per analizzare keyword locali e competitor
    -Hotjar o Clarity per vedere come si comportano i visitatori stranieri
    Se vedo che in Spagna mi trovano con keyword diverse da quelle italiane, adatto le pagine e i contenuti a quel contesto culturale.

    3. Dati logistici e post-vendita: una miniera d’oro
    Ogni ordine dice qualcosa. E quando metti insieme tanti piccoli ordini, emergono pattern.

    Io analizzo:
    -Tempi di spedizione reali per Paese
    -Percentuali di reso e motivi (lingua? aspettative? taglie?)
    -Recensioni post-acquisto divise per area geografica
    -% di ordini con problemi (ritardi, dogane, tracking mancato)
    Questo mi ha permesso, ad esempio, di capire che in Germania avevo bisogno di un magazzino intermedio, mentre in UK dovevo semplificare la gestione IVA post-Brexit.

    4. Checkout e pagamenti: dati che fanno (o bloccano) la vendita
    Analizzare dove e quando il cliente abbandona il carrello è fondamentale.

    Controllo spesso:
    -Drop-off nel funnel di checkout
    -Errori di pagamento per Paese
    -Pagamenti rifiutati per carta non supportata
    Dopo aver introdotto Klarna in Germania e iDEAL nei Paesi Bassi, le conversioni sono salite del +18% in quei mercati.

    5. Dati predittivi per decidere dove investire
    Con una base dati più ampia, ho iniziato a fare analisi predittiva per capire:
    -Quali Paesi stanno crescendo organicamente e meritano investimenti adv
    -In quali mercati il ritorno medio per cliente (LTV) è più alto
    -Dove vale la pena localizzare tutto (contenuti, logistica, supporto)
    I dati mi hanno detto che la Francia era più redditizia della Spagna, anche se gli ordini erano meno. Perché? Ticket medio più alto, meno resi, e clienti più ricorrenti.

    6. Gli strumenti che uso ogni giorno
    Ecco il mio “stack” base per leggere, incrociare e usare i dati:

    Google Analytics 4 → traffico e comportamento
    -Data Studio (Looker Studio) → dashboard personalizzate
    -Klaviyo / Mailchimp → segmentazione clienti e ROI marketing
    -Shopify Reports o WooCommerce + plugin → performance per Paese
    -CRM e helpdesk → dati da customer care + feedback reali
    -Excel + Notion per analisi ad hoc e gestione roadmap

    L’internazionalizzazione di un e-commerce non è solo espansione, è ottimizzazione continua. E i dati ti dicono dove, come e quando farlo.

    Senza dati rischi di spingere su mercati sbagliati, localizzare in modo superficiale o perdere tempo e soldi in pubblicità inefficace.

    Con i dati giusti, invece, scali in modo intelligente, costruendo una crescita sostenibile, Paese dopo Paese.

    #DataDrivenEcommerce #InternazionalizzazioneDigitale #PMIitaliane #ExportDigitale #EcommerceAnalytics #DigitalExport #MadeInItalyOnline #EcommerceStrategy #CrescitaInternazionale

    Come sfruttare i dati per scalare un e-commerce su mercati internazionali Quando ho iniziato a vendere fuori dall’Italia, mi sentivo un po’ alla cieca: nuove lingue, clienti diversi, abitudini sconosciute. Poi ho capito una cosa fondamentale: i dati sono la bussola. Se impari a leggerli bene, ti dicono dove andare, dove rallentare e quando è il momento giusto per spingere. Oggi uso i dati per prendere ogni decisione chiave legata all’internazionalizzazione del mio e-commerce. Ecco come. 📊 1. Dove guardare per capire se un mercato “funziona” Appena lanciato un sito o un test su un marketplace estero, i primi dati da monitorare sono: -Sessioni per Paese e lingua (Google Analytics / GA4) -Tasso di conversione locale -Tempo medio sul sito e bounce rate -Carrelli abbandonati per area geografica -FAQ e domande ricorrenti da customer care 📌 Questi numeri mi aiutano a distinguere tra interesse reale e semplici curiosi. Se le persone arrivano ma non comprano, c’è qualcosa da rivedere (UX, lingua, pagamenti, prezzo?). 🔍 2. SEO internazionale: keyword e traffico organico per Paese Ho imparato che la SEO locale non è una traduzione, ma un’analisi a sé. Uso strumenti come: -Google Search Console segmentata per mercato -Ahrefs per analizzare keyword locali e competitor -Hotjar o Clarity per vedere come si comportano i visitatori stranieri 📌 Se vedo che in Spagna mi trovano con keyword diverse da quelle italiane, adatto le pagine e i contenuti a quel contesto culturale. 📦 3. Dati logistici e post-vendita: una miniera d’oro Ogni ordine dice qualcosa. E quando metti insieme tanti piccoli ordini, emergono pattern. Io analizzo: -Tempi di spedizione reali per Paese -Percentuali di reso e motivi (lingua? aspettative? taglie?) -Recensioni post-acquisto divise per area geografica -% di ordini con problemi (ritardi, dogane, tracking mancato) 📌 Questo mi ha permesso, ad esempio, di capire che in Germania avevo bisogno di un magazzino intermedio, mentre in UK dovevo semplificare la gestione IVA post-Brexit. 💳 4. Checkout e pagamenti: dati che fanno (o bloccano) la vendita Analizzare dove e quando il cliente abbandona il carrello è fondamentale. Controllo spesso: -Drop-off nel funnel di checkout -Errori di pagamento per Paese -Pagamenti rifiutati per carta non supportata 📌 Dopo aver introdotto Klarna in Germania e iDEAL nei Paesi Bassi, le conversioni sono salite del +18% in quei mercati. 📈 5. Dati predittivi per decidere dove investire Con una base dati più ampia, ho iniziato a fare analisi predittiva per capire: -Quali Paesi stanno crescendo organicamente e meritano investimenti adv -In quali mercati il ritorno medio per cliente (LTV) è più alto -Dove vale la pena localizzare tutto (contenuti, logistica, supporto) 📌 I dati mi hanno detto che la Francia era più redditizia della Spagna, anche se gli ordini erano meno. Perché? Ticket medio più alto, meno resi, e clienti più ricorrenti. ⚙️ 6. Gli strumenti che uso ogni giorno Ecco il mio “stack” base per leggere, incrociare e usare i dati: Google Analytics 4 → traffico e comportamento -Data Studio (Looker Studio) → dashboard personalizzate -Klaviyo / Mailchimp → segmentazione clienti e ROI marketing -Shopify Reports o WooCommerce + plugin → performance per Paese -CRM e helpdesk → dati da customer care + feedback reali -Excel + Notion per analisi ad hoc e gestione roadmap L’internazionalizzazione di un e-commerce non è solo espansione, è ottimizzazione continua. E i dati ti dicono dove, come e quando farlo. Senza dati rischi di spingere su mercati sbagliati, localizzare in modo superficiale o perdere tempo e soldi in pubblicità inefficace. Con i dati giusti, invece, scali in modo intelligente, costruendo una crescita sostenibile, Paese dopo Paese. #DataDrivenEcommerce #InternazionalizzazioneDigitale #PMIitaliane #ExportDigitale #EcommerceAnalytics #DigitalExport #MadeInItalyOnline #EcommerceStrategy #CrescitaInternazionale
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  • Come gestisco un progetto da vera imprenditrice digitale

    Essere una creator o una professionista digitale oggi non significa più solo “postare contenuti”.
    Significa saper gestire un progetto come una vera imprenditrice: con visione, strategia, organizzazione e, sì, anche con una buona dose di flessibilità mentale.

    Quando ho iniziato, la mia idea di “progetto” era molto vaga. Pubblicavo con costanza, rispondevo ai messaggi, facevo tutto da sola... ma senza una vera struttura. Poi ho capito che se volevo crescere davvero, dovevo cambiare approccio: non bastava essere creativa, dovevo diventare imprenditrice di me stessa.

    Ecco i 5 pilastri con cui oggi gestisco ogni progetto digitale, piccolo o grande che sia:

    1. Parto da un obiettivo chiaro
    Sembra scontato, ma all’inizio non lo facevo mai. Ora, ogni progetto (che sia una campagna, un lancio, un nuovo format o una collaborazione) parte da una domanda: “Cosa voglio ottenere, esattamente?” Visibilità? Vendite? Coinvolgimento? Questo mi aiuta a costruire tutto il resto con maggiore coerenza.

    2. Pianifico con metodo
    Uso strumenti digitali semplici ma efficaci (come Trello, Notion o Google Calendar) per creare una roadmap chiara. Suddivido il progetto in fasi, con task specifici e scadenze realistiche. La libertà creativa è fondamentale, ma senza struttura rischia di diventare caos.

    3. Delego, quando serve
    All'inizio facevo tutto da sola, e non me ne pento: ho imparato tantissimo. Ma oggi so che per far crescere un progetto serve anche saper delegare: a un grafico, a un copywriter, a un'assistente virtuale… o anche solo a un tool che automatizza. Delegare non è un fallimento, è leadership.

    4. Monitoro (senza ossessionarmi)
    Analizzo ciò che funziona e ciò che no. Guardo i numeri, sì, ma cerco di non diventarne schiava. Uso i dati come bussola, non come gabbia. E soprattutto ascolto il feedback della mia community: a volte è più prezioso di qualsiasi analytics.

    5. Resto flessibile, ma fedele alla visione
    Un vero progetto digitale evolve, cambia, a volte prende strade inattese. Ma cerco sempre di rimanere fedele alla mia visione iniziale. L’imprenditoria digitale è fatta di adattamento continuo, ma non si può perdere di vista il perché hai iniziato.

    Gestire un progetto digitale è un equilibrio tra testa e cuore, tra creatività e strategia.
    Essere un’imprenditrice digitale non vuol dire fare tutto da sola, ma avere la responsabilità e la libertà di guidare il proprio percorso con intenzione.

    Ogni progetto è un’opportunità per crescere, e ogni errore è solo un pezzo in più della tua esperienza.

    #imprenditricedigitale #gestioneprogetti #projectmanagement #businessalFemminile #donnechefannocose #digitalcreator #businessmindset #organizzazionedigitale #impresaBiz #lavorosuisocial #strategiadigitale #crescitaonline
    Come gestisco un progetto da vera imprenditrice digitale Essere una creator o una professionista digitale oggi non significa più solo “postare contenuti”. Significa saper gestire un progetto come una vera imprenditrice: con visione, strategia, organizzazione e, sì, anche con una buona dose di flessibilità mentale. Quando ho iniziato, la mia idea di “progetto” era molto vaga. Pubblicavo con costanza, rispondevo ai messaggi, facevo tutto da sola... ma senza una vera struttura. Poi ho capito che se volevo crescere davvero, dovevo cambiare approccio: non bastava essere creativa, dovevo diventare imprenditrice di me stessa. Ecco i 5 pilastri con cui oggi gestisco ogni progetto digitale, piccolo o grande che sia: 1. Parto da un obiettivo chiaro Sembra scontato, ma all’inizio non lo facevo mai. Ora, ogni progetto (che sia una campagna, un lancio, un nuovo format o una collaborazione) parte da una domanda: “Cosa voglio ottenere, esattamente?” Visibilità? Vendite? Coinvolgimento? Questo mi aiuta a costruire tutto il resto con maggiore coerenza. 2. Pianifico con metodo Uso strumenti digitali semplici ma efficaci (come Trello, Notion o Google Calendar) per creare una roadmap chiara. Suddivido il progetto in fasi, con task specifici e scadenze realistiche. La libertà creativa è fondamentale, ma senza struttura rischia di diventare caos. 3. Delego, quando serve All'inizio facevo tutto da sola, e non me ne pento: ho imparato tantissimo. Ma oggi so che per far crescere un progetto serve anche saper delegare: a un grafico, a un copywriter, a un'assistente virtuale… o anche solo a un tool che automatizza. Delegare non è un fallimento, è leadership. 4. Monitoro (senza ossessionarmi) Analizzo ciò che funziona e ciò che no. Guardo i numeri, sì, ma cerco di non diventarne schiava. Uso i dati come bussola, non come gabbia. E soprattutto ascolto il feedback della mia community: a volte è più prezioso di qualsiasi analytics. 5. Resto flessibile, ma fedele alla visione Un vero progetto digitale evolve, cambia, a volte prende strade inattese. Ma cerco sempre di rimanere fedele alla mia visione iniziale. L’imprenditoria digitale è fatta di adattamento continuo, ma non si può perdere di vista il perché hai iniziato. Gestire un progetto digitale è un equilibrio tra testa e cuore, tra creatività e strategia. Essere un’imprenditrice digitale non vuol dire fare tutto da sola, ma avere la responsabilità e la libertà di guidare il proprio percorso con intenzione. Ogni progetto è un’opportunità per crescere, e ogni errore è solo un pezzo in più della tua esperienza. #imprenditricedigitale #gestioneprogetti #projectmanagement #businessalFemminile #donnechefannocose #digitalcreator #businessmindset #organizzazionedigitale #impresaBiz #lavorosuisocial #strategiadigitale #crescitaonline
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  • Le 5 competenze indispensabili per un imprenditore di successo

    Noi di impresa.biz crediamo fermamente che il successo di un imprenditore non sia frutto del caso, ma di un insieme di competenze fondamentali che vanno coltivate ogni giorno. In un mercato sempre più competitivo e dinamico, queste capacità rappresentano la base su cui costruire un’impresa solida e duratura.

    Ecco le 5 competenze indispensabili che riteniamo essenziali per chi vuole davvero emergere e guidare con efficacia un progetto imprenditoriale.

    1. Visione strategica
    Un imprenditore di successo deve saper guardare oltre l’orizzonte, anticipando le tendenze e pianificando obiettivi chiari e realistici. La capacità di creare una roadmap dettagliata aiuta a mantenere il focus e a guidare il team verso traguardi condivisi.

    2. Capacità di leadership
    Saper motivare, ispirare e gestire un team è fondamentale. La leadership efficace si basa sull’ascolto attivo, sulla comunicazione trasparente e sulla capacità di prendere decisioni anche in situazioni complesse.

    3. Gestione finanziaria
    Conoscere a fondo la gestione dei flussi di cassa, il budgeting e l’analisi dei costi permette di mantenere l’equilibrio economico dell’azienda e di investire in modo intelligente per la crescita.

    4. Adattabilità e problem solving
    Il mercato cambia continuamente e l’imprenditore deve saper reagire rapidamente, affrontando problemi con creatività e flessibilità. L’attitudine a trasformare le sfide in opportunità è ciò che distingue chi riesce a sopravvivere e prosperare.

    5. Networking e capacità di costruire relazioni
    Il successo non si costruisce da soli. Creare una rete solida di contatti, partner e clienti è indispensabile per aprire nuove porte, accedere a risorse e fare crescere il business in modo sostenibile.

    Noi di impresa.biz siamo convinti che investire nello sviluppo di queste competenze sia il primo passo per chi vuole diventare un imprenditore di successo e costruire un futuro solido e duraturo.

    #Imprenditoria #Leadership #BusinessSkills #ImpresaBiz #SuccessoImprenditoriale #GestioneAziendale #Networking #VisioneStrategica #CrescitaProfessionale
    Le 5 competenze indispensabili per un imprenditore di successo Noi di impresa.biz crediamo fermamente che il successo di un imprenditore non sia frutto del caso, ma di un insieme di competenze fondamentali che vanno coltivate ogni giorno. In un mercato sempre più competitivo e dinamico, queste capacità rappresentano la base su cui costruire un’impresa solida e duratura. Ecco le 5 competenze indispensabili che riteniamo essenziali per chi vuole davvero emergere e guidare con efficacia un progetto imprenditoriale. 1. Visione strategica Un imprenditore di successo deve saper guardare oltre l’orizzonte, anticipando le tendenze e pianificando obiettivi chiari e realistici. La capacità di creare una roadmap dettagliata aiuta a mantenere il focus e a guidare il team verso traguardi condivisi. 2. Capacità di leadership Saper motivare, ispirare e gestire un team è fondamentale. La leadership efficace si basa sull’ascolto attivo, sulla comunicazione trasparente e sulla capacità di prendere decisioni anche in situazioni complesse. 3. Gestione finanziaria Conoscere a fondo la gestione dei flussi di cassa, il budgeting e l’analisi dei costi permette di mantenere l’equilibrio economico dell’azienda e di investire in modo intelligente per la crescita. 4. Adattabilità e problem solving Il mercato cambia continuamente e l’imprenditore deve saper reagire rapidamente, affrontando problemi con creatività e flessibilità. L’attitudine a trasformare le sfide in opportunità è ciò che distingue chi riesce a sopravvivere e prosperare. 5. Networking e capacità di costruire relazioni Il successo non si costruisce da soli. Creare una rete solida di contatti, partner e clienti è indispensabile per aprire nuove porte, accedere a risorse e fare crescere il business in modo sostenibile. Noi di impresa.biz siamo convinti che investire nello sviluppo di queste competenze sia il primo passo per chi vuole diventare un imprenditore di successo e costruire un futuro solido e duraturo. #Imprenditoria #Leadership #BusinessSkills #ImpresaBiz #SuccessoImprenditoriale #GestioneAziendale #Networking #VisioneStrategica #CrescitaProfessionale
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  • Come Presentare un Business Plan per Ottenere Fondi all’Estero

    Quando abbiamo iniziato a cercare fondi per finanziare la nostra espansione internazionale, ci siamo resi conto che un business plan ben fatto può aprire (o chiudere) molte porte.
    Nel mercato globale, gli investitori e gli enti di finanziamento vogliono certezze, visione strategica e numeri solidi.
    In questo articolo condividiamo gli elementi chiave che abbiamo incluso nel nostro business plan e i consigli che ci hanno permesso di ottenere fiducia (e fondi) da partner esteri.

    1. Adattare il piano al contesto internazionale
    Il primo errore che abbiamo evitato è stato usare lo stesso business plan pensato per il mercato italiano.
    Per attrarre fondi all’estero, abbiamo riscritto il piano tenendo conto del contesto locale: normativa, abitudini di consumo, concorrenza e potenzialità di crescita in quello specifico Paese.

    2. Definire chiaramente obiettivi e strategia di espansione
    Un buon business plan deve spiegare perché e come vogliamo entrare in un nuovo mercato:
    -Quali bisogni andremo a soddisfare
    -Quale sarà il nostro vantaggio competitivo
    -Come intendiamo differenziarci dai player locali
    Abbiamo strutturato una roadmap a 12-24 mesi, con tappe misurabili.

    3. Analisi di mercato approfondita
    Per convincere chi legge, abbiamo incluso dati aggiornati, trend di settore e analisi SWOT riferiti al Paese target.
    Dimostrare di conoscere il mercato è fondamentale per guadagnarsi credibilità.

    4. Team e competenze
    Un investitore vuole sapere chi c’è dietro il progetto.
    Abbiamo dedicato una sezione al nostro team, mettendo in evidenza le esperienze internazionali, le competenze linguistiche e la capacità di adattarsi a contesti multiculturali.

    5. Piano economico-finanziario dettagliato
    Questa è la parte più delicata: deve essere realistica, ma anche ambiziosa.
    Abbiamo presentato:
    -Budget di investimento iniziale
    -Proiezioni di fatturato e margini
    -Punto di pareggio previsto
    -Fonti di finanziamento (incluse quelle richieste)
    -Ritorno atteso per gli investitori
    Abbiamo fatto validare il piano da un consulente per garantirne coerenza e solidità.

    6. Executive summary convincente
    Anche se va scritto per ultimo, l’executive summary è la prima cosa che viene letta.
    Abbiamo curato ogni parola, per trasmettere in poche righe il valore del nostro progetto e perché merita fiducia.

    Il nostro consiglio
    Se stai cercando fondi all’estero, non improvvisare il business plan.
    È lo strumento con cui racconti chi sei, dove vuoi andare e perché qualcuno dovrebbe scommettere su di te.
    Prenditi il tempo per farlo bene, oppure fatti affiancare da esperti: ne vale la pena.

    #BusinessPlan #Internazionalizzazione #FinanziamentiInternazionali #ImpresaBiz #PMI #Export #StartupInternazionale #FondiEsteri #EspansioneGlobale #MadeInItaly
    Come Presentare un Business Plan per Ottenere Fondi all’Estero Quando abbiamo iniziato a cercare fondi per finanziare la nostra espansione internazionale, ci siamo resi conto che un business plan ben fatto può aprire (o chiudere) molte porte. Nel mercato globale, gli investitori e gli enti di finanziamento vogliono certezze, visione strategica e numeri solidi. In questo articolo condividiamo gli elementi chiave che abbiamo incluso nel nostro business plan e i consigli che ci hanno permesso di ottenere fiducia (e fondi) da partner esteri. 1. Adattare il piano al contesto internazionale Il primo errore che abbiamo evitato è stato usare lo stesso business plan pensato per il mercato italiano. Per attrarre fondi all’estero, abbiamo riscritto il piano tenendo conto del contesto locale: normativa, abitudini di consumo, concorrenza e potenzialità di crescita in quello specifico Paese. 2. Definire chiaramente obiettivi e strategia di espansione Un buon business plan deve spiegare perché e come vogliamo entrare in un nuovo mercato: -Quali bisogni andremo a soddisfare -Quale sarà il nostro vantaggio competitivo -Come intendiamo differenziarci dai player locali Abbiamo strutturato una roadmap a 12-24 mesi, con tappe misurabili. 3. Analisi di mercato approfondita Per convincere chi legge, abbiamo incluso dati aggiornati, trend di settore e analisi SWOT riferiti al Paese target. Dimostrare di conoscere il mercato è fondamentale per guadagnarsi credibilità. 4. Team e competenze Un investitore vuole sapere chi c’è dietro il progetto. Abbiamo dedicato una sezione al nostro team, mettendo in evidenza le esperienze internazionali, le competenze linguistiche e la capacità di adattarsi a contesti multiculturali. 5. Piano economico-finanziario dettagliato Questa è la parte più delicata: deve essere realistica, ma anche ambiziosa. Abbiamo presentato: -Budget di investimento iniziale -Proiezioni di fatturato e margini -Punto di pareggio previsto -Fonti di finanziamento (incluse quelle richieste) -Ritorno atteso per gli investitori Abbiamo fatto validare il piano da un consulente per garantirne coerenza e solidità. 6. Executive summary convincente Anche se va scritto per ultimo, l’executive summary è la prima cosa che viene letta. Abbiamo curato ogni parola, per trasmettere in poche righe il valore del nostro progetto e perché merita fiducia. Il nostro consiglio Se stai cercando fondi all’estero, non improvvisare il business plan. È lo strumento con cui racconti chi sei, dove vuoi andare e perché qualcuno dovrebbe scommettere su di te. Prenditi il tempo per farlo bene, oppure fatti affiancare da esperti: ne vale la pena. #BusinessPlan #Internazionalizzazione #FinanziamentiInternazionali #ImpresaBiz #PMI #Export #StartupInternazionale #FondiEsteri #EspansioneGlobale #MadeInItaly
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  • Business plan per e-commerce: esempio pratico e guida passo passo

    Quando ho deciso di lanciare il mio e-commerce, ho capito subito che un buon business plan era fondamentale per avere una roadmap chiara e attrarre eventuali investitori o finanziamenti.
    Ti racconto come ho strutturato il mio business plan, con un esempio pratico e i passaggi da seguire.

    Struttura del business plan per e-commerce
    1. Executive Summary
    Una sintesi chiara e concisa della mia idea di business: cosa vendo, a chi, e quali sono i miei obiettivi principali.

    2. Analisi di mercato
    Ho fatto ricerche sul settore, individuando il target di clientela, i concorrenti e le tendenze di mercato.

    3. Strategia di marketing e vendita
    Descrivo come intendo promuovere il mio shop (SEO, social, paid ads) e quali canali userò per vendere.

    4. Organizzazione e team
    Spiego chi c’è dietro il progetto, competenze e ruoli.

    5. Piano operativo
    Dettaglio le attività quotidiane, i fornitori, la logistica e la gestione delle scorte.

    6. Piano finanziario
    Questa è la parte che ho curato con più attenzione:
    -Previsioni di fatturato mensile
    -Costi fissi e variabili
    -Margini di profitto
    -Cash flow previsto
    -Break-even point

    Esempio pratico sintetico
    Per darti un’idea, ecco un estratto del mio piano finanziario:

    Voce Valore mensile (€)
    Fatturato previsto 20.000
    Costi variabili 8.000
    Costi fissi 7.000
    Margine netto 5.000

    Con questi dati, ho calcolato che raggiungo il break-even dopo circa 6 mesi.

    Consigli per scrivere un business plan efficace
    -Usa dati realistici e basati su ricerche concrete.
    -Sii sintetico ma completo: deve essere chiaro anche a chi non conosce il tuo settore.
    -Aggiorna il piano regolarmente man mano che il business evolve.

    Il business plan è uno strumento indispensabile per chi vuole aprire o far crescere un e-commerce in modo consapevole. Ti dà una guida precisa e ti aiuta a evitare passi falsi.
    Se vuoi, posso condividere con te il mio modello base per iniziare subito a strutturare il tuo.

    #Ecommerce #BusinessPlan #StrategiaDigitale #StartupOnline #ImpresaBiz #GuidaPratica

    Business plan per e-commerce: esempio pratico e guida passo passo Quando ho deciso di lanciare il mio e-commerce, ho capito subito che un buon business plan era fondamentale per avere una roadmap chiara e attrarre eventuali investitori o finanziamenti. Ti racconto come ho strutturato il mio business plan, con un esempio pratico e i passaggi da seguire. 📋 Struttura del business plan per e-commerce 1. Executive Summary Una sintesi chiara e concisa della mia idea di business: cosa vendo, a chi, e quali sono i miei obiettivi principali. 2. Analisi di mercato Ho fatto ricerche sul settore, individuando il target di clientela, i concorrenti e le tendenze di mercato. 3. Strategia di marketing e vendita Descrivo come intendo promuovere il mio shop (SEO, social, paid ads) e quali canali userò per vendere. 4. Organizzazione e team Spiego chi c’è dietro il progetto, competenze e ruoli. 5. Piano operativo Dettaglio le attività quotidiane, i fornitori, la logistica e la gestione delle scorte. 6. Piano finanziario Questa è la parte che ho curato con più attenzione: -Previsioni di fatturato mensile -Costi fissi e variabili -Margini di profitto -Cash flow previsto -Break-even point 📝 Esempio pratico sintetico Per darti un’idea, ecco un estratto del mio piano finanziario: Voce Valore mensile (€) Fatturato previsto 20.000 Costi variabili 8.000 Costi fissi 7.000 Margine netto 5.000 Con questi dati, ho calcolato che raggiungo il break-even dopo circa 6 mesi. 🔑 Consigli per scrivere un business plan efficace -Usa dati realistici e basati su ricerche concrete. -Sii sintetico ma completo: deve essere chiaro anche a chi non conosce il tuo settore. -Aggiorna il piano regolarmente man mano che il business evolve. ✅Il business plan è uno strumento indispensabile per chi vuole aprire o far crescere un e-commerce in modo consapevole. Ti dà una guida precisa e ti aiuta a evitare passi falsi. Se vuoi, posso condividere con te il mio modello base per iniziare subito a strutturare il tuo. #Ecommerce #BusinessPlan #StrategiaDigitale #StartupOnline #ImpresaBiz #GuidaPratica
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  • Le 10 sezioni indispensabili di un business plan vincente

    In impresa.biz, abbiamo letto e revisionato centinaia di business plan, e una cosa è chiara: chi scrive un piano completo, strutturato e credibile parte con un vantaggio competitivo enorme.
    Un business plan ben fatto non è solo una formalità per ottenere finanziamenti: è una bussola strategica per guidare l’impresa e prendere decisioni consapevoli.
    Ecco le 10 sezioni fondamentali che ogni business plan dovrebbe contenere per essere davvero efficace.

    1. Executive Summary
    È il riassunto iniziale del progetto, da scrivere alla fine, ma posizionare in cima. Deve colpire l’attenzione in poche righe.
    Contenuto: chi siete, cosa fate, qual è l’opportunità, quanto chiedete e perché è un buon investimento.

    2. Descrizione dell’azienda
    Raccontate chi siete davvero.
    Contenuto: forma giuridica, storia, valori, asset, struttura proprietaria e il perché della vostra esistenza.

    3. Prodotto o servizio
    Spiegate cosa offrite, ma soprattutto quale problema risolvete.
    Contenuto: caratteristiche, innovazione, vantaggi competitivi, livello di sviluppo, prototipi o IP.

    4. Analisi di mercato
    Mostrate di conoscere bene il vostro settore.
    Contenuto: dimensione del mercato, trend, segmenti, target clienti, comportamento d’acquisto, bisogni.

    5. Analisi della concorrenza
    Gli investitori vogliono sapere con chi vi confrontate.
    Contenuto: competitor diretti e indiretti, punti di forza/debolezza, vostra differenziazione.

    6. Strategia di marketing e vendita
    Come intendete raggiungere i clienti e generare vendite?
    Contenuto: canali di vendita, pricing, comunicazione, distribuzione, strategie digitali, funnel.

    7. Modello di business
    Qui spiegate come guadagnate, non solo cosa vendete.
    Contenuto: logica dei ricavi, abbonamenti, margini, licenze, upselling, customer lifetime value (CLV).

    8. Team
    Il valore più grande spesso è chi guida il progetto.
    Contenuto: chi fa cosa, competenze chiave, esperienze pregresse, advisor, organigramma previsto.

    9. Piano operativo
    Qui entra in gioco la gestione concreta.
    Contenuto: roadmap, fasi di sviluppo, milestones, risorse necessarie, tecnologie, eventuali partner.

    10. Piano finanziario
    Cuore quantitativo del business plan: è qui che tutto si tiene o crolla.
    Contenuto:
    -proiezioni di ricavi e costi (3–5 anni)
    -stato patrimoniale e conto economico previsionali
    -cash flow
    -break-even
    -investimenti previsti
    -analisi degli scenari

    Il nostro consiglio
    Noi di impresa.biz sappiamo che un business plan vincente non è una raccolta di parole eleganti, ma una strategia concreta supportata da numeri solidi e una visione realistica.

    Gli investitori non cercano la perfezione: cercano chiarezza, coerenza e fiducia.
    E queste qualità si costruiscono proprio partendo da un piano strutturato come quello che ti abbiamo descritto.

    Hai bisogno di scrivere o revisionare il tuo business plan? Contattaci: possiamo aiutarti a costruire una base credibile per il tuo progetto imprenditoriale.

    #BusinessPlan #ImpresaBiz #Startup #FinanzaAziendale #PianoFinanziario #Pitch #Investitori #StrategiaAziendale #PMI #ConsulenzaAziendale #Funding
    Le 10 sezioni indispensabili di un business plan vincente In impresa.biz, abbiamo letto e revisionato centinaia di business plan, e una cosa è chiara: chi scrive un piano completo, strutturato e credibile parte con un vantaggio competitivo enorme. Un business plan ben fatto non è solo una formalità per ottenere finanziamenti: è una bussola strategica per guidare l’impresa e prendere decisioni consapevoli. Ecco le 10 sezioni fondamentali che ogni business plan dovrebbe contenere per essere davvero efficace. 1. Executive Summary È il riassunto iniziale del progetto, da scrivere alla fine, ma posizionare in cima. Deve colpire l’attenzione in poche righe. 📌 Contenuto: chi siete, cosa fate, qual è l’opportunità, quanto chiedete e perché è un buon investimento. 2. Descrizione dell’azienda Raccontate chi siete davvero. 📌 Contenuto: forma giuridica, storia, valori, asset, struttura proprietaria e il perché della vostra esistenza. 3. Prodotto o servizio Spiegate cosa offrite, ma soprattutto quale problema risolvete. 📌Contenuto: caratteristiche, innovazione, vantaggi competitivi, livello di sviluppo, prototipi o IP. 4. Analisi di mercato Mostrate di conoscere bene il vostro settore. 📌 Contenuto: dimensione del mercato, trend, segmenti, target clienti, comportamento d’acquisto, bisogni. 5. Analisi della concorrenza Gli investitori vogliono sapere con chi vi confrontate. 📌 Contenuto: competitor diretti e indiretti, punti di forza/debolezza, vostra differenziazione. 6. Strategia di marketing e vendita Come intendete raggiungere i clienti e generare vendite? 📌 Contenuto: canali di vendita, pricing, comunicazione, distribuzione, strategie digitali, funnel. 7. Modello di business Qui spiegate come guadagnate, non solo cosa vendete. 📌 Contenuto: logica dei ricavi, abbonamenti, margini, licenze, upselling, customer lifetime value (CLV). 8. Team Il valore più grande spesso è chi guida il progetto. 📌 Contenuto: chi fa cosa, competenze chiave, esperienze pregresse, advisor, organigramma previsto. 9. Piano operativo Qui entra in gioco la gestione concreta. 📌 Contenuto: roadmap, fasi di sviluppo, milestones, risorse necessarie, tecnologie, eventuali partner. 10. Piano finanziario Cuore quantitativo del business plan: è qui che tutto si tiene o crolla. 📌 Contenuto: -proiezioni di ricavi e costi (3–5 anni) -stato patrimoniale e conto economico previsionali -cash flow -break-even -investimenti previsti -analisi degli scenari Il nostro consiglio Noi di impresa.biz sappiamo che un business plan vincente non è una raccolta di parole eleganti, ma una strategia concreta supportata da numeri solidi e una visione realistica. Gli investitori non cercano la perfezione: cercano chiarezza, coerenza e fiducia. E queste qualità si costruiscono proprio partendo da un piano strutturato come quello che ti abbiamo descritto. Hai bisogno di scrivere o revisionare il tuo business plan? Contattaci: possiamo aiutarti a costruire una base credibile per il tuo progetto imprenditoriale. #BusinessPlan #ImpresaBiz #Startup #FinanzaAziendale #PianoFinanziario #Pitch #Investitori #StrategiaAziendale #PMI #ConsulenzaAziendale #Funding
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  • Sviluppo Custom vs SaaS: cosa conviene alle imprese italiane?
    Sono un programmatore specializzato in soluzioni e-commerce per le imprese italiane. Negli ultimi anni mi sono trovato sempre più spesso a rispondere alla stessa domanda: "Conviene investire in uno sviluppo su misura oppure affidarsi a una piattaforma SaaS?"

    Non c'è una risposta unica, ma posso condividere ciò che ho visto funzionare – e non funzionare – sul campo.

    SaaS: semplicità e velocità, ma a che prezzo?
    Le soluzioni SaaS (Software as a Service) come Shopify, Wix, BigCommerce o PrestaShop Cloud sono ottime per partire velocemente. Con un abbonamento mensile e qualche clic sei online. Non serve avere un team tecnico interno, né occuparsi di aggiornamenti o sicurezza.

    Per molte microimprese o startup è una benedizione. Ma attenzione: la semplicità iniziale può trasformarsi in limitazione strutturale quando il business cresce. Personalizzazioni complesse? Integrazioni con gestionali italiani? Ottimizzazione SEO avanzata? Spesso ti scontri con muri o costi esorbitanti.

    Sviluppo Custom: libertà e controllo, ma serve visione
    Lo sviluppo custom, su piattaforme open source come Magento, WooCommerce o headless CMS con backend su misura, è un'altra storia. Significa costruire l’e-commerce esattamente come serve alla tua impresa. Integrazione con il gestionale interno, logiche di prezzo personalizzate, esperienze utente su misura: tutto è possibile.

    Il rovescio della medaglia? Servono budget, competenze, e una roadmap chiara. Ho visto aziende buttare soldi in progetti custom partiti senza una strategia. Il rischio c'è, ma quando il progetto è guidato da un team solido e da obiettivi concreti, la differenza si vede – anche nei risultati.

    La vera domanda è: dove vuoi arrivare?
    In definitiva, non si tratta di scegliere tra “bene” e “male”, ma di capire in che fase si trova la tua impresa:
    -Se sei all’inizio e vuoi testare il mercato: SaaS è un buon trampolino.
    -Se hai processi complessi, volumi importanti o ambizioni di crescita forte: lo sviluppo custom diventa un asset strategico.

    Nel mio lavoro con le PMI italiane, cerco sempre di bilanciare questi due mondi: a volte partiamo da una base SaaS per validare l’idea, e poi passiamo a un sistema custom man mano che il business prende forma.

    L’importante è non farsi sedurre solo dalla velocità o solo dalla personalizzazione: ogni decisione tecnologica deve essere al servizio del modello di business.

    Tu dove sei in questo percorso?

    #ecommerceitalia #sviluppoweb #SaaSvsCustom #digitaltransformation #impreseitaliane #startupitalia #PMI #digitalizzazione
    Sviluppo Custom vs SaaS: cosa conviene alle imprese italiane? Sono un programmatore specializzato in soluzioni e-commerce per le imprese italiane. Negli ultimi anni mi sono trovato sempre più spesso a rispondere alla stessa domanda: "Conviene investire in uno sviluppo su misura oppure affidarsi a una piattaforma SaaS?" Non c'è una risposta unica, ma posso condividere ciò che ho visto funzionare – e non funzionare – sul campo. SaaS: semplicità e velocità, ma a che prezzo? Le soluzioni SaaS (Software as a Service) come Shopify, Wix, BigCommerce o PrestaShop Cloud sono ottime per partire velocemente. Con un abbonamento mensile e qualche clic sei online. Non serve avere un team tecnico interno, né occuparsi di aggiornamenti o sicurezza. Per molte microimprese o startup è una benedizione. Ma attenzione: la semplicità iniziale può trasformarsi in limitazione strutturale quando il business cresce. Personalizzazioni complesse? Integrazioni con gestionali italiani? Ottimizzazione SEO avanzata? Spesso ti scontri con muri o costi esorbitanti. Sviluppo Custom: libertà e controllo, ma serve visione Lo sviluppo custom, su piattaforme open source come Magento, WooCommerce o headless CMS con backend su misura, è un'altra storia. Significa costruire l’e-commerce esattamente come serve alla tua impresa. Integrazione con il gestionale interno, logiche di prezzo personalizzate, esperienze utente su misura: tutto è possibile. Il rovescio della medaglia? Servono budget, competenze, e una roadmap chiara. Ho visto aziende buttare soldi in progetti custom partiti senza una strategia. Il rischio c'è, ma quando il progetto è guidato da un team solido e da obiettivi concreti, la differenza si vede – anche nei risultati. La vera domanda è: dove vuoi arrivare? In definitiva, non si tratta di scegliere tra “bene” e “male”, ma di capire in che fase si trova la tua impresa: -Se sei all’inizio e vuoi testare il mercato: SaaS è un buon trampolino. -Se hai processi complessi, volumi importanti o ambizioni di crescita forte: lo sviluppo custom diventa un asset strategico. Nel mio lavoro con le PMI italiane, cerco sempre di bilanciare questi due mondi: a volte partiamo da una base SaaS per validare l’idea, e poi passiamo a un sistema custom man mano che il business prende forma. L’importante è non farsi sedurre solo dalla velocità o solo dalla personalizzazione: ogni decisione tecnologica deve essere al servizio del modello di business. 🔧 Tu dove sei in questo percorso? #ecommerceitalia #sviluppoweb #SaaSvsCustom #digitaltransformation #impreseitaliane #startupitalia #PMI #digitalizzazione
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