• Come sfruttare i dati per scalare un e-commerce su mercati internazionali

    Quando ho iniziato a vendere fuori dall’Italia, mi sentivo un po’ alla cieca: nuove lingue, clienti diversi, abitudini sconosciute. Poi ho capito una cosa fondamentale: i dati sono la bussola. Se impari a leggerli bene, ti dicono dove andare, dove rallentare e quando è il momento giusto per spingere.

    Oggi uso i dati per prendere ogni decisione chiave legata all’internazionalizzazione del mio e-commerce. Ecco come.

    1. Dove guardare per capire se un mercato “funziona”
    Appena lanciato un sito o un test su un marketplace estero, i primi dati da monitorare sono:
    -Sessioni per Paese e lingua (Google Analytics / GA4)
    -Tasso di conversione locale
    -Tempo medio sul sito e bounce rate
    -Carrelli abbandonati per area geografica
    -FAQ e domande ricorrenti da customer care
    Questi numeri mi aiutano a distinguere tra interesse reale e semplici curiosi. Se le persone arrivano ma non comprano, c’è qualcosa da rivedere (UX, lingua, pagamenti, prezzo?).

    2. SEO internazionale: keyword e traffico organico per Paese
    Ho imparato che la SEO locale non è una traduzione, ma un’analisi a sé.

    Uso strumenti come:
    -Google Search Console segmentata per mercato
    -Ahrefs per analizzare keyword locali e competitor
    -Hotjar o Clarity per vedere come si comportano i visitatori stranieri
    Se vedo che in Spagna mi trovano con keyword diverse da quelle italiane, adatto le pagine e i contenuti a quel contesto culturale.

    3. Dati logistici e post-vendita: una miniera d’oro
    Ogni ordine dice qualcosa. E quando metti insieme tanti piccoli ordini, emergono pattern.

    Io analizzo:
    -Tempi di spedizione reali per Paese
    -Percentuali di reso e motivi (lingua? aspettative? taglie?)
    -Recensioni post-acquisto divise per area geografica
    -% di ordini con problemi (ritardi, dogane, tracking mancato)
    Questo mi ha permesso, ad esempio, di capire che in Germania avevo bisogno di un magazzino intermedio, mentre in UK dovevo semplificare la gestione IVA post-Brexit.

    4. Checkout e pagamenti: dati che fanno (o bloccano) la vendita
    Analizzare dove e quando il cliente abbandona il carrello è fondamentale.

    Controllo spesso:
    -Drop-off nel funnel di checkout
    -Errori di pagamento per Paese
    -Pagamenti rifiutati per carta non supportata
    Dopo aver introdotto Klarna in Germania e iDEAL nei Paesi Bassi, le conversioni sono salite del +18% in quei mercati.

    5. Dati predittivi per decidere dove investire
    Con una base dati più ampia, ho iniziato a fare analisi predittiva per capire:
    -Quali Paesi stanno crescendo organicamente e meritano investimenti adv
    -In quali mercati il ritorno medio per cliente (LTV) è più alto
    -Dove vale la pena localizzare tutto (contenuti, logistica, supporto)
    I dati mi hanno detto che la Francia era più redditizia della Spagna, anche se gli ordini erano meno. Perché? Ticket medio più alto, meno resi, e clienti più ricorrenti.

    6. Gli strumenti che uso ogni giorno
    Ecco il mio “stack” base per leggere, incrociare e usare i dati:

    Google Analytics 4 → traffico e comportamento
    -Data Studio (Looker Studio) → dashboard personalizzate
    -Klaviyo / Mailchimp → segmentazione clienti e ROI marketing
    -Shopify Reports o WooCommerce + plugin → performance per Paese
    -CRM e helpdesk → dati da customer care + feedback reali
    -Excel + Notion per analisi ad hoc e gestione roadmap

    L’internazionalizzazione di un e-commerce non è solo espansione, è ottimizzazione continua. E i dati ti dicono dove, come e quando farlo.

    Senza dati rischi di spingere su mercati sbagliati, localizzare in modo superficiale o perdere tempo e soldi in pubblicità inefficace.

    Con i dati giusti, invece, scali in modo intelligente, costruendo una crescita sostenibile, Paese dopo Paese.

    #DataDrivenEcommerce #InternazionalizzazioneDigitale #PMIitaliane #ExportDigitale #EcommerceAnalytics #DigitalExport #MadeInItalyOnline #EcommerceStrategy #CrescitaInternazionale

    Come sfruttare i dati per scalare un e-commerce su mercati internazionali Quando ho iniziato a vendere fuori dall’Italia, mi sentivo un po’ alla cieca: nuove lingue, clienti diversi, abitudini sconosciute. Poi ho capito una cosa fondamentale: i dati sono la bussola. Se impari a leggerli bene, ti dicono dove andare, dove rallentare e quando è il momento giusto per spingere. Oggi uso i dati per prendere ogni decisione chiave legata all’internazionalizzazione del mio e-commerce. Ecco come. 📊 1. Dove guardare per capire se un mercato “funziona” Appena lanciato un sito o un test su un marketplace estero, i primi dati da monitorare sono: -Sessioni per Paese e lingua (Google Analytics / GA4) -Tasso di conversione locale -Tempo medio sul sito e bounce rate -Carrelli abbandonati per area geografica -FAQ e domande ricorrenti da customer care 📌 Questi numeri mi aiutano a distinguere tra interesse reale e semplici curiosi. Se le persone arrivano ma non comprano, c’è qualcosa da rivedere (UX, lingua, pagamenti, prezzo?). 🔍 2. SEO internazionale: keyword e traffico organico per Paese Ho imparato che la SEO locale non è una traduzione, ma un’analisi a sé. Uso strumenti come: -Google Search Console segmentata per mercato -Ahrefs per analizzare keyword locali e competitor -Hotjar o Clarity per vedere come si comportano i visitatori stranieri 📌 Se vedo che in Spagna mi trovano con keyword diverse da quelle italiane, adatto le pagine e i contenuti a quel contesto culturale. 📦 3. Dati logistici e post-vendita: una miniera d’oro Ogni ordine dice qualcosa. E quando metti insieme tanti piccoli ordini, emergono pattern. Io analizzo: -Tempi di spedizione reali per Paese -Percentuali di reso e motivi (lingua? aspettative? taglie?) -Recensioni post-acquisto divise per area geografica -% di ordini con problemi (ritardi, dogane, tracking mancato) 📌 Questo mi ha permesso, ad esempio, di capire che in Germania avevo bisogno di un magazzino intermedio, mentre in UK dovevo semplificare la gestione IVA post-Brexit. 💳 4. Checkout e pagamenti: dati che fanno (o bloccano) la vendita Analizzare dove e quando il cliente abbandona il carrello è fondamentale. Controllo spesso: -Drop-off nel funnel di checkout -Errori di pagamento per Paese -Pagamenti rifiutati per carta non supportata 📌 Dopo aver introdotto Klarna in Germania e iDEAL nei Paesi Bassi, le conversioni sono salite del +18% in quei mercati. 📈 5. Dati predittivi per decidere dove investire Con una base dati più ampia, ho iniziato a fare analisi predittiva per capire: -Quali Paesi stanno crescendo organicamente e meritano investimenti adv -In quali mercati il ritorno medio per cliente (LTV) è più alto -Dove vale la pena localizzare tutto (contenuti, logistica, supporto) 📌 I dati mi hanno detto che la Francia era più redditizia della Spagna, anche se gli ordini erano meno. Perché? Ticket medio più alto, meno resi, e clienti più ricorrenti. ⚙️ 6. Gli strumenti che uso ogni giorno Ecco il mio “stack” base per leggere, incrociare e usare i dati: Google Analytics 4 → traffico e comportamento -Data Studio (Looker Studio) → dashboard personalizzate -Klaviyo / Mailchimp → segmentazione clienti e ROI marketing -Shopify Reports o WooCommerce + plugin → performance per Paese -CRM e helpdesk → dati da customer care + feedback reali -Excel + Notion per analisi ad hoc e gestione roadmap L’internazionalizzazione di un e-commerce non è solo espansione, è ottimizzazione continua. E i dati ti dicono dove, come e quando farlo. Senza dati rischi di spingere su mercati sbagliati, localizzare in modo superficiale o perdere tempo e soldi in pubblicità inefficace. Con i dati giusti, invece, scali in modo intelligente, costruendo una crescita sostenibile, Paese dopo Paese. #DataDrivenEcommerce #InternazionalizzazioneDigitale #PMIitaliane #ExportDigitale #EcommerceAnalytics #DigitalExport #MadeInItalyOnline #EcommerceStrategy #CrescitaInternazionale
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  • Google Analytics 4 per e-commerce: come ho iniziato a usarlo (e cosa devi sapere)

    Quando ho deciso di approfondire il monitoraggio del mio e-commerce, sono passato a Google Analytics 4, la versione più aggiornata e potente di Google Analytics.
    All’inizio GA4 può sembrare complicato, soprattutto se vieni da Universal Analytics, ma con un approccio pratico ho scoperto che è uno strumento essenziale per capire come migliorare il mio negozio online.

    Ti racconto la mia guida rapida per partire subito senza perdere tempo.

    1. Cos’è Google Analytics 4 e perché usarlo
    GA4 è la nuova generazione di Google Analytics, pensata per tracciare meglio il comportamento degli utenti cross-platform (sito web, app, ecc.) e concentrarsi su eventi e conversioni più che su sessioni.

    Vantaggi:
    -Misura più precisa delle interazioni
    -Integrazione migliorata con Google Ads e altri strumenti
    -Report personalizzabili e predittivi

    2. Come configurare GA4 sul tuo e-commerce
    Per iniziare, ho creato una proprietà GA4 nel mio account Google Analytics, e ho collegato il tag tramite Google Tag Manager (o direttamente nel codice del sito).
    È importante impostare correttamente i parametri di e-commerce per tracciare:
    -Visualizzazioni prodotto
    -Aggiunte al carrello
    -Checkout e acquisti

    3. Capire i principali report per il tuo shop online
    GA4 offre diversi report utili, ma quelli che uso quotidianamente sono:
    -Report in tempo reale: per vedere cosa succede ora sul sito
    -Acquisizione utenti: da dove arrivano i visitatori
    -Engagement: quanto tempo e quante azioni compiono
    -Monetizzazione: vendite, entrate e performance prodotti

    4. Impostare gli eventi e le conversioni personalizzate
    GA4 funziona molto con gli eventi: ogni azione dell’utente può essere tracciata.
    Ho creato eventi personalizzati per:
    -Click su “Aggiungi al carrello”
    -Completamento checkout
    -Download di cataloghi o coupon
    Questi eventi possono essere convertiti in obiettivi (conversioni) da monitorare con attenzione.

    5. Utilizzare le analisi predittive e i segmenti
    GA4 offre funzioni avanzate come le analisi predittive che stimano il comportamento futuro degli utenti (es. probabilità di acquisto).
    Ho imparato a usare anche i segmenti per isolare gruppi di utenti e studiare il loro percorso d’acquisto.

    Google Analytics 4 è uno strumento potente per ogni e-commerce, ma richiede tempo e pratica per sfruttarlo al meglio.
    Io ho iniziato dalla configurazione base e dai report essenziali, e passo dopo passo ho imparato a usare eventi personalizzati e analisi avanzate per far crescere il mio negozio.
    Se vuoi iniziare anche tu, parti da qui e ricorda: i dati sono la tua miglior guida.

    #GoogleAnalytics4 #EcommerceAnalytics #DigitalMarketing #DataDriven #ShopOnline #MonitoraggioDati #ConversionTracking #WebAnalytics #MarketingStrategy #VendereOnline
    Google Analytics 4 per e-commerce: come ho iniziato a usarlo (e cosa devi sapere) Quando ho deciso di approfondire il monitoraggio del mio e-commerce, sono passato a Google Analytics 4, la versione più aggiornata e potente di Google Analytics. All’inizio GA4 può sembrare complicato, soprattutto se vieni da Universal Analytics, ma con un approccio pratico ho scoperto che è uno strumento essenziale per capire come migliorare il mio negozio online. Ti racconto la mia guida rapida per partire subito senza perdere tempo. 1. Cos’è Google Analytics 4 e perché usarlo GA4 è la nuova generazione di Google Analytics, pensata per tracciare meglio il comportamento degli utenti cross-platform (sito web, app, ecc.) e concentrarsi su eventi e conversioni più che su sessioni. 📌 Vantaggi: -Misura più precisa delle interazioni -Integrazione migliorata con Google Ads e altri strumenti -Report personalizzabili e predittivi 2. Come configurare GA4 sul tuo e-commerce Per iniziare, ho creato una proprietà GA4 nel mio account Google Analytics, e ho collegato il tag tramite Google Tag Manager (o direttamente nel codice del sito). È importante impostare correttamente i parametri di e-commerce per tracciare: -Visualizzazioni prodotto -Aggiunte al carrello -Checkout e acquisti 3. Capire i principali report per il tuo shop online GA4 offre diversi report utili, ma quelli che uso quotidianamente sono: -Report in tempo reale: per vedere cosa succede ora sul sito -Acquisizione utenti: da dove arrivano i visitatori -Engagement: quanto tempo e quante azioni compiono -Monetizzazione: vendite, entrate e performance prodotti 4. Impostare gli eventi e le conversioni personalizzate GA4 funziona molto con gli eventi: ogni azione dell’utente può essere tracciata. Ho creato eventi personalizzati per: -Click su “Aggiungi al carrello” -Completamento checkout -Download di cataloghi o coupon Questi eventi possono essere convertiti in obiettivi (conversioni) da monitorare con attenzione. 5. Utilizzare le analisi predittive e i segmenti GA4 offre funzioni avanzate come le analisi predittive che stimano il comportamento futuro degli utenti (es. probabilità di acquisto). Ho imparato a usare anche i segmenti per isolare gruppi di utenti e studiare il loro percorso d’acquisto. Google Analytics 4 è uno strumento potente per ogni e-commerce, ma richiede tempo e pratica per sfruttarlo al meglio. Io ho iniziato dalla configurazione base e dai report essenziali, e passo dopo passo ho imparato a usare eventi personalizzati e analisi avanzate per far crescere il mio negozio. Se vuoi iniziare anche tu, parti da qui e ricorda: i dati sono la tua miglior guida. #GoogleAnalytics4 #EcommerceAnalytics #DigitalMarketing #DataDriven #ShopOnline #MonitoraggioDati #ConversionTracking #WebAnalytics #MarketingStrategy #VendereOnline
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  • Come leggo e interpreto i dati del mio e-commerce per far crescere il business

    Gestire un e-commerce significa ogni giorno confrontarsi con una mole enorme di dati: visite, conversioni, abbandoni del carrello, fonti di traffico, e molto altro.
    All’inizio può sembrare un caos, ma ho imparato che capire come leggere questi numeri è fondamentale per prendere decisioni strategiche e migliorare i risultati.
    Oggi ti racconto il mio approccio pratico per interpretare i dati del mio shop online e usarli come guida per crescere.

    1. Definire gli indicatori chiave (KPI) giusti
    Non tutti i dati sono uguali.
    Per prima cosa, scelgo quali metriche misurare in base ai miei obiettivi.
    Per esempio:
    -Se voglio aumentare le vendite, guardo il tasso di conversione e il valore medio dell’ordine.
    -Se voglio migliorare la visibilità, controllo le visite e la fonte del traffico.
    Concentrare l’attenzione sui KPI più rilevanti evita di perdersi nel mare di dati.

    2. Analizzare il traffico per capire da dove arrivano i clienti
    Uso strumenti come Google Analytics per vedere:
    -Quali canali portano più visite (organico, paid, social, referral)
    -Qual è il comportamento degli utenti (tempo sul sito, pagine visitate)
    -Quali campagne funzionano meglio
    Capire la qualità del traffico è il primo passo per ottimizzare le strategie di marketing.

    3. Monitorare il tasso di conversione (e capire perché sale o scende)
    Il tasso di conversione indica la percentuale di visitatori che compiono l’azione desiderata (es. acquistare).
    Se cala, cerco di capire se è dovuto a:
    -Problemi nella user experience (checkout complicato)
    -Prezzi poco competitivi
    -Scarsa chiarezza nelle informazioni
    Intervento rapido su questi aspetti può invertire la tendenza.

    4. Controllare il valore medio dell’ordine (AOV) e il Customer Lifetime Value (CLV)
    Non basta vendere tanto, ma vendere bene.
    Il valore medio dell’ordine indica quanto spende in media ogni cliente.
    Il CLV misura quanto vale un cliente nel tempo.
    Lavoro su upselling, cross-selling e fidelizzazione per aumentare questi numeri.

    5. Analizzare il comportamento post-acquisto
    I dati non finiscono al momento della vendita.
    Guardo quanti clienti tornano a comprare, le recensioni lasciate, e le interazioni con il customer care.
    Questo aiuta a migliorare prodotto, servizio e customer experience.

    Leggere i dati del proprio e-commerce non è un’attività da analisti, ma una competenza che si sviluppa con pratica e attenzione.
    Io ho imparato a identificare i KPI giusti, a monitorare costantemente e a trasformare i numeri in azioni concrete.
    Così il mio business è cresciuto in modo consapevole e sostenibile.

    #EcommerceAnalytics #DataDriven #DigitalMarketing #GoogleAnalytics #ConversionRate #CustomerExperience #BusinessGrowth #MarketingData #ShopOnline #KPIMonitoring

    Come leggo e interpreto i dati del mio e-commerce per far crescere il business Gestire un e-commerce significa ogni giorno confrontarsi con una mole enorme di dati: visite, conversioni, abbandoni del carrello, fonti di traffico, e molto altro. All’inizio può sembrare un caos, ma ho imparato che capire come leggere questi numeri è fondamentale per prendere decisioni strategiche e migliorare i risultati. Oggi ti racconto il mio approccio pratico per interpretare i dati del mio shop online e usarli come guida per crescere. 1. Definire gli indicatori chiave (KPI) giusti Non tutti i dati sono uguali. Per prima cosa, scelgo quali metriche misurare in base ai miei obiettivi. Per esempio: -Se voglio aumentare le vendite, guardo il tasso di conversione e il valore medio dell’ordine. -Se voglio migliorare la visibilità, controllo le visite e la fonte del traffico. 📌 Concentrare l’attenzione sui KPI più rilevanti evita di perdersi nel mare di dati. 2. Analizzare il traffico per capire da dove arrivano i clienti Uso strumenti come Google Analytics per vedere: -Quali canali portano più visite (organico, paid, social, referral) -Qual è il comportamento degli utenti (tempo sul sito, pagine visitate) -Quali campagne funzionano meglio 📌 Capire la qualità del traffico è il primo passo per ottimizzare le strategie di marketing. 3. Monitorare il tasso di conversione (e capire perché sale o scende) Il tasso di conversione indica la percentuale di visitatori che compiono l’azione desiderata (es. acquistare). Se cala, cerco di capire se è dovuto a: -Problemi nella user experience (checkout complicato) -Prezzi poco competitivi -Scarsa chiarezza nelle informazioni 📌 Intervento rapido su questi aspetti può invertire la tendenza. 4. Controllare il valore medio dell’ordine (AOV) e il Customer Lifetime Value (CLV) Non basta vendere tanto, ma vendere bene. Il valore medio dell’ordine indica quanto spende in media ogni cliente. Il CLV misura quanto vale un cliente nel tempo. 📌 Lavoro su upselling, cross-selling e fidelizzazione per aumentare questi numeri. 5. Analizzare il comportamento post-acquisto I dati non finiscono al momento della vendita. Guardo quanti clienti tornano a comprare, le recensioni lasciate, e le interazioni con il customer care. 📌 Questo aiuta a migliorare prodotto, servizio e customer experience. Leggere i dati del proprio e-commerce non è un’attività da analisti, ma una competenza che si sviluppa con pratica e attenzione. Io ho imparato a identificare i KPI giusti, a monitorare costantemente e a trasformare i numeri in azioni concrete. Così il mio business è cresciuto in modo consapevole e sostenibile. #EcommerceAnalytics #DataDriven #DigitalMarketing #GoogleAnalytics #ConversionRate #CustomerExperience #BusinessGrowth #MarketingData #ShopOnline #KPIMonitoring
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  • I migliori strumenti per il monitoraggio delle performance e-commerce

    Gestire un e-commerce significa prendere decisioni basate su dati precisi e aggiornati.
    Nel mio lavoro quotidiano, monitorare le performance è diventato indispensabile per capire cosa funziona, dove migliorare e come crescere nel tempo.

    Per questo ho selezionato gli strumenti più efficaci e pratici che uso per tenere sotto controllo ogni aspetto del mio store.

    1. Google Analytics
    Il classico imprescindibile per tracciare traffico, comportamento utenti, tassi di conversione e molto altro.
    È gratuito, completo e integrabile con la maggior parte delle piattaforme e-commerce.

    2. Google Data Studio
    Perfetto per creare dashboard personalizzate e report visivi che sintetizzano i dati più importanti in modo chiaro e immediato.

    3. Shopify Analytics / WooCommerce Reports
    Se usi queste piattaforme, i loro strumenti integrati offrono dati dettagliati su vendite, prodotti, clienti e performance delle campagne.

    4. Hotjar
    Con Hotjar puoi analizzare il comportamento degli utenti tramite heatmap, registrazioni e sondaggi, per capire come migliorare l’esperienza utente.

    5. Facebook Ads Manager
    Se investi in pubblicità su Facebook e Instagram, questo strumento è fondamentale per monitorare le performance delle campagne e ottimizzarle in tempo reale.

    6. Klaviyo / Mailchimp Analytics
    Per chi fa email marketing, queste piattaforme forniscono metriche su aperture, clic, conversioni e segmentazione dei contatti.

    Vuoi una guida completa con consigli su come integrare e sfruttare al meglio questi strumenti?
    Scrivimi “PERFORMANCE” in DM o commenta qui sotto e te la invio subito!

    #EcommerceAnalytics #MonitoraggioPerformance #VenditeOnline #OperatoriEcommerce #DataDriven #BusinessOnline #DigitalMarketing #CustomerInsights #GrowthHacking
    I migliori strumenti per il monitoraggio delle performance e-commerce Gestire un e-commerce significa prendere decisioni basate su dati precisi e aggiornati. Nel mio lavoro quotidiano, monitorare le performance è diventato indispensabile per capire cosa funziona, dove migliorare e come crescere nel tempo. Per questo ho selezionato gli strumenti più efficaci e pratici che uso per tenere sotto controllo ogni aspetto del mio store. 1. Google Analytics Il classico imprescindibile per tracciare traffico, comportamento utenti, tassi di conversione e molto altro. È gratuito, completo e integrabile con la maggior parte delle piattaforme e-commerce. 2. Google Data Studio Perfetto per creare dashboard personalizzate e report visivi che sintetizzano i dati più importanti in modo chiaro e immediato. 3. Shopify Analytics / WooCommerce Reports Se usi queste piattaforme, i loro strumenti integrati offrono dati dettagliati su vendite, prodotti, clienti e performance delle campagne. 4. Hotjar Con Hotjar puoi analizzare il comportamento degli utenti tramite heatmap, registrazioni e sondaggi, per capire come migliorare l’esperienza utente. 5. Facebook Ads Manager Se investi in pubblicità su Facebook e Instagram, questo strumento è fondamentale per monitorare le performance delle campagne e ottimizzarle in tempo reale. 6. Klaviyo / Mailchimp Analytics Per chi fa email marketing, queste piattaforme forniscono metriche su aperture, clic, conversioni e segmentazione dei contatti. 🚀 Vuoi una guida completa con consigli su come integrare e sfruttare al meglio questi strumenti? Scrivimi “PERFORMANCE” in DM o commenta qui sotto e te la invio subito! #EcommerceAnalytics #MonitoraggioPerformance #VenditeOnline #OperatoriEcommerce #DataDriven #BusinessOnline #DigitalMarketing #CustomerInsights #GrowthHacking
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  • Analytics per e-commerce: cosa monitorare davvero per crescere

    Quando ho aperto il mio e-commerce, mi sono trovata sommersa da dati: traffico, tassi, percentuali, grafici ovunque. All’inizio pensavo di dover monitorare tutto, ma poi ho capito: quello che conta non è quanta analisi fai, ma che tipo di decisioni ti permette di prendere.
    Ecco i KPI (indicatori chiave) che davvero mi hanno aiutato a capire cosa funzionava e dove migliorare.

    1. Tasso di conversione (Conversion Rate)
    È la metrica più importante: quanti visitatori diventano clienti.

    Se hai tanto traffico ma poche vendite, il problema è nel sito o nell’offerta.

    Cosa osservare:
    -Conversione totale
    -Conversione per canale (Instagram? Google? Newsletter?)
    -Conversione per dispositivo (mobile/desktop)

    2. Valore medio dell’ordine (AOV – Average Order Value)
    Più è alto, più ogni cliente ti genera guadagno.
    Io ho lavorato molto su questo aspetto, proponendo bundle, up-sell e prodotti consigliati.
    Se il tuo AOV è basso, potresti offrire uno sconto per acquisti sopra una certa soglia o creare kit di prodotti.

    3. Tasso di ritorno dei clienti (Customer Retention)
    Un cliente che compra più di una volta vale molto di più.
    Traccia quanti clienti tornano e in quanto tempo. Ho migliorato questo dato usando una newsletter personalizzata e un programma fedeltà.
    Se i clienti non tornano, lavora sul post-vendita, sulle email e sulla fidelizzazione.

    4. Tasso di abbandono del carrello
    È frustrante, ma molto comune.
    Sapere quanti clienti abbandonano il carrello ti aiuta a individuare blocchi nel processo d’acquisto.
    Soluzioni utili: semplificare il checkout, offrire la spedizione gratuita, attivare una mail di promemoria entro 24 ore.

    5. Traffico e fonti di traffico
    Capire da dove arriva il tuo pubblico è essenziale per investire bene in contenuti o pubblicità.
    I social ti portano tanto traffico ma poche conversioni? Allora forse devi migliorare le call-to-action o la UX del sito.

    6. Customer satisfaction (e recensioni)
    Monitorare i feedback è un’analisi fondamentale. Le recensioni (positive o negative) valgono oro per migliorare il servizio e il prodotto.
    Se noti trend negativi, rispondi pubblicamente con empatia e agisci subito.


    Non serve monitorare 100 dati. Ne bastano 5 o 6, ma con costanza, chiarezza e visione strategica.
    Ogni numero deve portarti a una domanda concreta: “Cosa posso cambiare o testare per migliorare?”

    #EcommerceAnalytics #DatiCheContano #KPIecommerce #VendereOnline #StrategiaDigitale #DataDrivenMarketing #EcommerceTips #ShopOnline

    📊 Analytics per e-commerce: cosa monitorare davvero per crescere Quando ho aperto il mio e-commerce, mi sono trovata sommersa da dati: traffico, tassi, percentuali, grafici ovunque. All’inizio pensavo di dover monitorare tutto, ma poi ho capito: quello che conta non è quanta analisi fai, ma che tipo di decisioni ti permette di prendere. Ecco i KPI (indicatori chiave) che davvero mi hanno aiutato a capire cosa funzionava e dove migliorare. 📈 1. Tasso di conversione (Conversion Rate) È la metrica più importante: quanti visitatori diventano clienti. 💡 Se hai tanto traffico ma poche vendite, il problema è nel sito o nell’offerta. 🔍 Cosa osservare: -Conversione totale -Conversione per canale (Instagram? Google? Newsletter?) -Conversione per dispositivo (mobile/desktop) 💸 2. Valore medio dell’ordine (AOV – Average Order Value) Più è alto, più ogni cliente ti genera guadagno. Io ho lavorato molto su questo aspetto, proponendo bundle, up-sell e prodotti consigliati. 💡 Se il tuo AOV è basso, potresti offrire uno sconto per acquisti sopra una certa soglia o creare kit di prodotti. 🔁 3. Tasso di ritorno dei clienti (Customer Retention) Un cliente che compra più di una volta vale molto di più. Traccia quanti clienti tornano e in quanto tempo. Ho migliorato questo dato usando una newsletter personalizzata e un programma fedeltà. 💡 Se i clienti non tornano, lavora sul post-vendita, sulle email e sulla fidelizzazione. 🛒 4. Tasso di abbandono del carrello È frustrante, ma molto comune. Sapere quanti clienti abbandonano il carrello ti aiuta a individuare blocchi nel processo d’acquisto. 💡 Soluzioni utili: semplificare il checkout, offrire la spedizione gratuita, attivare una mail di promemoria entro 24 ore. 📱 5. Traffico e fonti di traffico Capire da dove arriva il tuo pubblico è essenziale per investire bene in contenuti o pubblicità. 💡 I social ti portano tanto traffico ma poche conversioni? Allora forse devi migliorare le call-to-action o la UX del sito. ⭐ 6. Customer satisfaction (e recensioni) Monitorare i feedback è un’analisi fondamentale. Le recensioni (positive o negative) valgono oro per migliorare il servizio e il prodotto. 💡 Se noti trend negativi, rispondi pubblicamente con empatia e agisci subito. 🚀 Non serve monitorare 100 dati. Ne bastano 5 o 6, ma con costanza, chiarezza e visione strategica. Ogni numero deve portarti a una domanda concreta: “Cosa posso cambiare o testare per migliorare?” #EcommerceAnalytics #DatiCheContano #KPIecommerce #VendereOnline #StrategiaDigitale #DataDrivenMarketing #EcommerceTips #ShopOnline
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