• Come ho trasformato i miei follower in clienti: vendere un prodotto online da influencer

    Vendere un prodotto online quando sei un influencer può sembrare una sfida: hai una community, ma come fai a trasformare i follower in clienti reali?
    Dalla mia esperienza, la chiave è creare fiducia e offrire soluzioni concrete. Ti racconto i passaggi che mi hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo.

    1. Ascoltare prima di tutto
    Prima di lanciare qualsiasi prodotto, ho dedicato tempo a raccogliere feedback diretti dalla mia community, tramite sondaggi e domande nelle storie.
    Così ho capito cosa cercavano davvero e quali problemi volevano risolvere.

    2. Testare e migliorare
    Non ho mai presentato un prodotto “finito” al 100% senza prima averlo testato con un gruppo ristretto di follower.
    I loro consigli mi hanno permesso di migliorarlo prima del lancio ufficiale.

    3. Creare contenuti educativi e coinvolgenti
    Ho realizzato tutorial, video dietro le quinte, dirette in cui parlavo del prodotto e rispondevo alle domande in tempo reale.
    Questo ha fatto sentire le persone parte del progetto, non semplici acquirenti.

    4. Incentivare con offerte e promozioni esclusive
    Ho proposto sconti riservati ai follower più attivi e bundle speciali, per aumentare la percezione di valore e l’urgenza all’acquisto.

    5. Curare ogni dettaglio della customer experience
    Dall’ordine alla consegna, ho monitorato personalmente ogni fase, garantendo assistenza rapida e attenta. Questo ha creato un passaparola positivo che ha fatto la differenza.

    Vendere online come influencer significa più che promuovere un prodotto: significa creare relazioni solide e offrire valore reale.
    Se vuoi scoprire come mettere in pratica queste strategie, sono qui per aiutarti!

    #InfluencerVendite #EcommerceStrategico #CommunityFirst #ImpresaBiz #MarketingDigitale

    Come ho trasformato i miei follower in clienti: vendere un prodotto online da influencer Vendere un prodotto online quando sei un influencer può sembrare una sfida: hai una community, ma come fai a trasformare i follower in clienti reali? Dalla mia esperienza, la chiave è creare fiducia e offrire soluzioni concrete. Ti racconto i passaggi che mi hanno aiutato a raggiungere questo obiettivo. 1. Ascoltare prima di tutto Prima di lanciare qualsiasi prodotto, ho dedicato tempo a raccogliere feedback diretti dalla mia community, tramite sondaggi e domande nelle storie. Così ho capito cosa cercavano davvero e quali problemi volevano risolvere. 2. Testare e migliorare Non ho mai presentato un prodotto “finito” al 100% senza prima averlo testato con un gruppo ristretto di follower. I loro consigli mi hanno permesso di migliorarlo prima del lancio ufficiale. 3. Creare contenuti educativi e coinvolgenti Ho realizzato tutorial, video dietro le quinte, dirette in cui parlavo del prodotto e rispondevo alle domande in tempo reale. Questo ha fatto sentire le persone parte del progetto, non semplici acquirenti. 4. Incentivare con offerte e promozioni esclusive Ho proposto sconti riservati ai follower più attivi e bundle speciali, per aumentare la percezione di valore e l’urgenza all’acquisto. 5. Curare ogni dettaglio della customer experience Dall’ordine alla consegna, ho monitorato personalmente ogni fase, garantendo assistenza rapida e attenta. Questo ha creato un passaparola positivo che ha fatto la differenza. Vendere online come influencer significa più che promuovere un prodotto: significa creare relazioni solide e offrire valore reale. Se vuoi scoprire come mettere in pratica queste strategie, sono qui per aiutarti! #InfluencerVendite #EcommerceStrategico #CommunityFirst #ImpresaBiz #MarketingDigitale
    0 Commenti 0 Condivisioni 148 Viste 0 Recensioni
  • Come fare una ricerca di mercato efficace con budget ridotto

    Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona ricerca di mercato non debba necessariamente richiedere grandi investimenti. Anche con un budget contenuto, le PMI possono raccogliere dati utili per prendere decisioni informate, sviluppare nuovi prodotti o entrare in nuovi mercati con maggiore sicurezza.

    In un contesto sempre più competitivo, conoscere il proprio target e capire dove si sta muovendo il mercato è una risorsa preziosa. Ecco come condurre una ricerca di mercato efficace anche con risorse limitate.

    1. Definisci obiettivi chiari
    Prima di tutto, chiediti:
    -Cosa voglio sapere?
    -A chi è rivolta questa ricerca?
    -Quale decisione devo prendere in base ai risultati?

    Una ricerca mirata su uno o due quesiti specifici sarà molto più efficace (e meno costosa) rispetto a un’indagine generica.

    2. Usa strumenti gratuiti o a basso costo
    Ci sono numerose soluzioni accessibili:
    -Google Forms, Typeform o SurveyMonkey (free plan) per creare sondaggi semplici.
    -Google Trends per analizzare l’interesse verso parole chiave nel tempo.
    -Meta Audience Insights per esplorare dati demografici su potenziali clienti.
    -Canali social e newsletter per testare reazioni a nuove idee o raccogliere feedback rapidamente.

    3. Intervista direttamente i clienti
    Non servono grandi numeri: anche 10-15 conversazioni ben condotte possono fornire spunti di valore. Telefona, invia email mirate o organizza brevi video call con clienti attuali, ex clienti o potenziali.

    Domande da includere:
    -Cosa ti ha spinto a scegliere il nostro prodotto?
    -Quali alternative stavi considerando?
    -Cosa potremmo migliorare?

    4. Analizza i competitor
    Con una buona analisi desk (cioè fatta da computer), possiamo:
    -Esaminare siti web, recensioni, offerte e strategie promozionali.
    -Valutare la loro presenza su marketplace e social.
    -Capire come si posizionano e cosa li differenzia.
    -Tools utili: Similarweb, Ubersuggest, SEMrush (free trial), BuiltWith.

    5. Sfrutta il potenziale dei dati interni
    Spesso i dati migliori sono già in nostro possesso:
    -Analizza i report di vendita.
    -Studia il comportamento dei visitatori sul sito (con Google Analytics).
    -Raccogli feedback post-vendita o analizza richieste al servizio clienti.
    Queste informazioni offrono una panoramica autentica su cosa funziona e dove intervenire.

    6. Testa prima di investire
    La ricerca può anche essere sperimentale. Con campagne a basso budget (su Meta, Google Ads o newsletter) possiamo testare:
    -Nuovi messaggi pubblicitari
    -Nomi di prodotto
    -Prezzi o promozioni
    E vedere in tempo reale come risponde il mercato.

    Anche con risorse limitate, le PMI possono ottenere informazioni strategiche per validare idee, anticipare bisogni e prendere decisioni migliori. Noi di impresa.biz crediamo che la ricerca di mercato non sia un lusso, ma una pratica accessibile e indispensabile per ogni impresa che voglia crescere con intelligenza.

    #RicercaDiMercato #PMI #StrategieDiBusiness #ImpresaBiz #SondaggiOnline #MarketingConBudgetRidotto #DatiUtili #AnalisiCompetitor

    Come fare una ricerca di mercato efficace con budget ridotto Noi di impresa.biz siamo convinti che una buona ricerca di mercato non debba necessariamente richiedere grandi investimenti. Anche con un budget contenuto, le PMI possono raccogliere dati utili per prendere decisioni informate, sviluppare nuovi prodotti o entrare in nuovi mercati con maggiore sicurezza. In un contesto sempre più competitivo, conoscere il proprio target e capire dove si sta muovendo il mercato è una risorsa preziosa. Ecco come condurre una ricerca di mercato efficace anche con risorse limitate. 1. Definisci obiettivi chiari Prima di tutto, chiediti: -Cosa voglio sapere? -A chi è rivolta questa ricerca? -Quale decisione devo prendere in base ai risultati? Una ricerca mirata su uno o due quesiti specifici sarà molto più efficace (e meno costosa) rispetto a un’indagine generica. 2. Usa strumenti gratuiti o a basso costo Ci sono numerose soluzioni accessibili: -Google Forms, Typeform o SurveyMonkey (free plan) per creare sondaggi semplici. -Google Trends per analizzare l’interesse verso parole chiave nel tempo. -Meta Audience Insights per esplorare dati demografici su potenziali clienti. -Canali social e newsletter per testare reazioni a nuove idee o raccogliere feedback rapidamente. 3. Intervista direttamente i clienti Non servono grandi numeri: anche 10-15 conversazioni ben condotte possono fornire spunti di valore. Telefona, invia email mirate o organizza brevi video call con clienti attuali, ex clienti o potenziali. Domande da includere: -Cosa ti ha spinto a scegliere il nostro prodotto? -Quali alternative stavi considerando? -Cosa potremmo migliorare? 4. Analizza i competitor Con una buona analisi desk (cioè fatta da computer), possiamo: -Esaminare siti web, recensioni, offerte e strategie promozionali. -Valutare la loro presenza su marketplace e social. -Capire come si posizionano e cosa li differenzia. -Tools utili: Similarweb, Ubersuggest, SEMrush (free trial), BuiltWith. 5. Sfrutta il potenziale dei dati interni Spesso i dati migliori sono già in nostro possesso: -Analizza i report di vendita. -Studia il comportamento dei visitatori sul sito (con Google Analytics). -Raccogli feedback post-vendita o analizza richieste al servizio clienti. Queste informazioni offrono una panoramica autentica su cosa funziona e dove intervenire. 6. Testa prima di investire La ricerca può anche essere sperimentale. Con campagne a basso budget (su Meta, Google Ads o newsletter) possiamo testare: -Nuovi messaggi pubblicitari -Nomi di prodotto -Prezzi o promozioni E vedere in tempo reale come risponde il mercato. Anche con risorse limitate, le PMI possono ottenere informazioni strategiche per validare idee, anticipare bisogni e prendere decisioni migliori. Noi di impresa.biz crediamo che la ricerca di mercato non sia un lusso, ma una pratica accessibile e indispensabile per ogni impresa che voglia crescere con intelligenza. #RicercaDiMercato #PMI #StrategieDiBusiness #ImpresaBiz #SondaggiOnline #MarketingConBudgetRidotto #DatiUtili #AnalisiCompetitor
    0 Commenti 0 Condivisioni 120 Viste 0 Recensioni
  • Come ho ridotto i resi del 30% migliorando solo la descrizione prodotto

    Nel mondo dell’e-commerce, ci concentriamo spesso su traffico, conversioni e advertising. Ma c’è un dato che può compromettere tutto il lavoro fatto: il tasso di reso.

    Un anno fa, il mio store aveva una percentuale di resi più alta del previsto, soprattutto su alcuni articoli di punta. Dopo analisi, sondaggi e un po’ di confronto diretto con i clienti, ho scoperto che il problema non era il prodotto… ma la descrizione.

    Sì, hai letto bene: solo intervenendo sulle schede prodotto — senza cambiare nulla nel prodotto o nella logistica — ho ridotto i resi del 30% in tre mesi.

    Ecco cosa ho fatto, passo dopo passo.
    1. Descrizione più onesta e dettagliata
    Ho abbandonato i testi “pubblicitari” per passare a descrizioni chiare, dirette, trasparenti.
    Ho incluso anche gli aspetti meno perfetti: “vestibilità ampia”, “materiale rigido”, “non adatto per uso esterno prolungato”.
    Risultato? Meno aspettative disilluse, meno richieste di reso.
    2. Specifiche tecniche visibili, non nascoste
    Le taglie, i materiali, i pesi, le istruzioni d’uso… Tutto è ora visibile a colpo d’occhio.
    Ho riorganizzato le schede con icone, sezioni divise e domande frequenti direttamente sotto la descrizione.
    3. Foto realistiche e video in uso
    Un’immagine curata vende. Ma un’immagine onesta fidelizza.
    Ho sostituito parte delle foto con scatti reali, ambientati e non ritoccati.
    In alcuni casi, ho inserito brevi video dimostrativi. Questo ha aiutato i clienti a capire dimensioni reali, consistenza e utilizzo pratico.
    4. Recensioni integrate come parte della descrizione
    Le recensioni non sono più un blocco a parte. Le ho integrate nel flusso descrittivo, evidenziando quelle più utili a chiarire dubbi (“calza piccolo”, “ottimo per climi freddi”, ecc.).
    È come se parlassero altri clienti al posto mio.
    5. Confronti tra modelli simili
    Quando il cliente deve scegliere tra due varianti, l’indecisione porta spesso all’acquisto sbagliato.
    Ho inserito tabelle comparative tra modelli, taglie, versioni, spiegando per chi è adatta ciascuna opzione.

    Una descrizione prodotto non serve solo a vendere. Serve a vendere bene.
    Se il cliente sa esattamente cosa aspettarsi, si sente guidato, non tradito. E tornerà.

    Il mio tasso di reso è calato drasticamente. Ma ancora più importante, la soddisfazione dei clienti è aumentata, e con essa le recensioni positive e i riacquisti.

    #ecommerceitalia #schedeprodotto #riduzioneresi #customerexperience #conversionrate #copywriting #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz
    Come ho ridotto i resi del 30% migliorando solo la descrizione prodotto Nel mondo dell’e-commerce, ci concentriamo spesso su traffico, conversioni e advertising. Ma c’è un dato che può compromettere tutto il lavoro fatto: il tasso di reso. Un anno fa, il mio store aveva una percentuale di resi più alta del previsto, soprattutto su alcuni articoli di punta. Dopo analisi, sondaggi e un po’ di confronto diretto con i clienti, ho scoperto che il problema non era il prodotto… ma la descrizione. Sì, hai letto bene: solo intervenendo sulle schede prodotto — senza cambiare nulla nel prodotto o nella logistica — ho ridotto i resi del 30% in tre mesi. Ecco cosa ho fatto, passo dopo passo. ✅ 1. Descrizione più onesta e dettagliata Ho abbandonato i testi “pubblicitari” per passare a descrizioni chiare, dirette, trasparenti. Ho incluso anche gli aspetti meno perfetti: “vestibilità ampia”, “materiale rigido”, “non adatto per uso esterno prolungato”. Risultato? Meno aspettative disilluse, meno richieste di reso. ✅ 2. Specifiche tecniche visibili, non nascoste Le taglie, i materiali, i pesi, le istruzioni d’uso… Tutto è ora visibile a colpo d’occhio. Ho riorganizzato le schede con icone, sezioni divise e domande frequenti direttamente sotto la descrizione. ✅ 3. Foto realistiche e video in uso Un’immagine curata vende. Ma un’immagine onesta fidelizza. Ho sostituito parte delle foto con scatti reali, ambientati e non ritoccati. In alcuni casi, ho inserito brevi video dimostrativi. Questo ha aiutato i clienti a capire dimensioni reali, consistenza e utilizzo pratico. ✅ 4. Recensioni integrate come parte della descrizione Le recensioni non sono più un blocco a parte. Le ho integrate nel flusso descrittivo, evidenziando quelle più utili a chiarire dubbi (“calza piccolo”, “ottimo per climi freddi”, ecc.). È come se parlassero altri clienti al posto mio. ✅ 5. Confronti tra modelli simili Quando il cliente deve scegliere tra due varianti, l’indecisione porta spesso all’acquisto sbagliato. Ho inserito tabelle comparative tra modelli, taglie, versioni, spiegando per chi è adatta ciascuna opzione. Una descrizione prodotto non serve solo a vendere. Serve a vendere bene. Se il cliente sa esattamente cosa aspettarsi, si sente guidato, non tradito. E tornerà. Il mio tasso di reso è calato drasticamente. Ma ancora più importante, la soddisfazione dei clienti è aumentata, e con essa le recensioni positive e i riacquisti. #ecommerceitalia #schedeprodotto #riduzioneresi #customerexperience #conversionrate #copywriting #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 105 Viste 0 Recensioni
  • Come Validare un’Idea di Business Senza Spendere un Capitale
    Noi di Impresa.biz lo sappiamo bene: quando nasce un’idea imprenditoriale, la voglia di partire è fortissima. Ma il rischio è di lanciarsi troppo presto, investendo tempo e denaro prima ancora di sapere se quell’idea funziona davvero. La buona notizia? Validare un’idea di business non richiede necessariamente grandi investimenti. Serve piuttosto un approccio strategico e una buona dose di sperimentazione.

    Ecco come facciamo (e consigliamo di fare) per testare un’idea senza spendere un capitale.

    1. Partire dal problema, non dalla soluzione
    Ogni business vincente risolve un problema reale. Per questo, il primo passo è intervistare potenziali clienti. Non per vendere, ma per capire. Che difficoltà affrontano? Come le risolvono oggi? Quanto sono disposti a pagare per una soluzione migliore?

    Noi prepariamo un questionario semplice, facciamo interviste brevi (meglio se faccia a faccia o in videochiamata), e ascoltiamo. Non supponiamo. Verifichiamo.

    2. Creare un MVP (Minimum Viable Product)
    Non serve costruire il prodotto perfetto. Serve un prototipo che basti a testare l’interesse reale. A volte è una landing page con una call to action, un video dimostrativo, un mockup. L'importante è simulare la proposta di valore, anche in forma semplificata.

    Abbiamo validato idee anche solo con una presentazione ben fatta o un prototipo in Figma. Spendendo meno di 100 euro.

    3. Testare con dati reali
    Una volta pronto un MVP, lo lanciamo in piccolo. Magari con una campagna Facebook/Instagram da 50 euro, o con un annuncio su Google. L’obiettivo non è vendere, ma misurare le reazioni: click, iscrizioni, richieste.

    Un altro metodo efficace? Offrire una pre-iscrizione o una lista d’attesa per testare la domanda. Se nessuno si iscrive, il messaggio o il problema forse vanno rivisti.

    4. Analizzare e adattare (in fretta)
    Non ci affezioniamo mai alla prima versione dell’idea. I dati raccolti ci dicono cosa cambiare: il prezzo? La comunicazione? Il target? La soluzione stessa?

    Validare significa anche essere pronti a modificare la rotta in base al riscontro del mercato. È qui che si risparmia davvero: evitando di investire in qualcosa che nessuno vuole.

    5. Usare strumenti gratuiti o low cost
    Oggi validare un’idea è molto più facile di quanto fosse solo 10 anni fa. Noi utilizziamo strumenti come:
    -Typeform o Google Forms per i sondaggi
    -Canva o Figma per i mockup
    -Notion o Trello per organizzare le fasi
    -Mailchimp per raccogliere email
    -Unbounce o Carrd per creare landing page in poche ore
    Con meno di 100 euro possiamo fare test significativi e raccogliere feedback di qualità.

    Validare un’idea di business non è un lusso riservato alle startup finanziate. È un passaggio cruciale per chiunque voglia evitare sprechi e partire con il piede giusto. Noi lo facciamo così, e ogni volta impariamo qualcosa di nuovo sul mercato, sui clienti e su noi stessi.

    Non serve un capitale. Serve solo un metodo.

    #️⃣
    #ValidazioneBusiness #StartupItalia #MVP #BusinessIdea #ImpresaBiz #LeanStartup #GrowthHacking #TestareSenzaSpendere #IdeeVincenti #ImprenditoriaSnella
    Come Validare un’Idea di Business Senza Spendere un Capitale Noi di Impresa.biz lo sappiamo bene: quando nasce un’idea imprenditoriale, la voglia di partire è fortissima. Ma il rischio è di lanciarsi troppo presto, investendo tempo e denaro prima ancora di sapere se quell’idea funziona davvero. La buona notizia? Validare un’idea di business non richiede necessariamente grandi investimenti. Serve piuttosto un approccio strategico e una buona dose di sperimentazione. Ecco come facciamo (e consigliamo di fare) per testare un’idea senza spendere un capitale. 1. Partire dal problema, non dalla soluzione Ogni business vincente risolve un problema reale. Per questo, il primo passo è intervistare potenziali clienti. Non per vendere, ma per capire. Che difficoltà affrontano? Come le risolvono oggi? Quanto sono disposti a pagare per una soluzione migliore? Noi prepariamo un questionario semplice, facciamo interviste brevi (meglio se faccia a faccia o in videochiamata), e ascoltiamo. Non supponiamo. Verifichiamo. 2. Creare un MVP (Minimum Viable Product) Non serve costruire il prodotto perfetto. Serve un prototipo che basti a testare l’interesse reale. A volte è una landing page con una call to action, un video dimostrativo, un mockup. L'importante è simulare la proposta di valore, anche in forma semplificata. Abbiamo validato idee anche solo con una presentazione ben fatta o un prototipo in Figma. Spendendo meno di 100 euro. 3. Testare con dati reali Una volta pronto un MVP, lo lanciamo in piccolo. Magari con una campagna Facebook/Instagram da 50 euro, o con un annuncio su Google. L’obiettivo non è vendere, ma misurare le reazioni: click, iscrizioni, richieste. Un altro metodo efficace? Offrire una pre-iscrizione o una lista d’attesa per testare la domanda. Se nessuno si iscrive, il messaggio o il problema forse vanno rivisti. 4. Analizzare e adattare (in fretta) Non ci affezioniamo mai alla prima versione dell’idea. I dati raccolti ci dicono cosa cambiare: il prezzo? La comunicazione? Il target? La soluzione stessa? Validare significa anche essere pronti a modificare la rotta in base al riscontro del mercato. È qui che si risparmia davvero: evitando di investire in qualcosa che nessuno vuole. 5. Usare strumenti gratuiti o low cost Oggi validare un’idea è molto più facile di quanto fosse solo 10 anni fa. Noi utilizziamo strumenti come: -Typeform o Google Forms per i sondaggi -Canva o Figma per i mockup -Notion o Trello per organizzare le fasi -Mailchimp per raccogliere email -Unbounce o Carrd per creare landing page in poche ore Con meno di 100 euro possiamo fare test significativi e raccogliere feedback di qualità. Validare un’idea di business non è un lusso riservato alle startup finanziate. È un passaggio cruciale per chiunque voglia evitare sprechi e partire con il piede giusto. Noi lo facciamo così, e ogni volta impariamo qualcosa di nuovo sul mercato, sui clienti e su noi stessi. Non serve un capitale. Serve solo un metodo. #️⃣ #ValidazioneBusiness #StartupItalia #MVP #BusinessIdea #ImpresaBiz #LeanStartup #GrowthHacking #TestareSenzaSpendere #IdeeVincenti #ImprenditoriaSnella
    0 Commenti 0 Condivisioni 158 Viste 0 Recensioni
  • 1. Scegli i canali giusti per comunicare
    I clienti vogliono poter contattarti facilmente. Ecco i principali canali da considerare:

    -Email: classico ma ancora efficace, ideale per richieste meno urgenti
    -Chat live: perfetta per risposte immediate e aumentare conversioni
    -Social media: sempre più utenti scrivono via DM, attenzione a rispondere velocemente
    -Telefono: utile per assistenza personalizzata e situazioni complesse
    -Helpdesk e ticket system: per gestire richieste e priorità in modo organizzato

    2. Utilizza strumenti di customer care integrati
    Per non perdere traccia delle richieste e rispondere velocemente, ti consiglio strumenti come:
    -Zendesk, Freshdesk o Help Scout: piattaforme complete per ticketing e chat
    -Chatbot: per risposte automatiche a domande frequenti, disponibili 24/7
    -CRM (Customer Relationship Management): per tracciare la storia del cliente e personalizzare l’assistenza

    3. Crea una sezione FAQ chiara e aggiornata
    Molti problemi possono essere risolti prima che il cliente ti contatti. Una pagina FAQ ben fatta:
    -Riduce il carico di lavoro del customer care
    -Migliora l’esperienza utente
    -Favorisce l’autonomia del cliente

    4. Forma il team con empatia e competenze
    Se hai un team dedicato o collaboratori esterni, assicurati che sappiano:
    -Rispondere con cortesia e pazienza
    -Conoscere bene i prodotti e le politiche di reso/spedizione
    -Gestire reclami con soluzioni concrete e rapide

    5. Monitora i tempi di risposta e la soddisfazione cliente
    Usa metriche come:
    -Tempo medio di risposta
    -Tempo medio di risoluzione
    -Customer Satisfaction Score (CSAT) tramite sondaggi post-assistenza
    Questo ti aiuta a migliorare continuamente il servizio.

    6. Gestisci con attenzione i resi e i reclami
    -Un processo di reso semplice e trasparente riduce l’insoddisfazione e rafforza la fiducia nel tuo brand.
    -Comunica chiaramente tempi e condizioni
    -Offri soluzioni rapide e flessibili
    -Usa il feedback per migliorare prodotti e servizi

    Un customer care efficiente e umano è uno dei pilastri del successo di un e-commerce.
    Non è solo rispondere: è ascoltare, risolvere e costruire relazioni durature.

    Se vuoi, posso aiutarti a scegliere gli strumenti giusti o a creare un piano di customer care su misura per il tuo negozio online. Scrivimi!

    #CustomerCare #Ecommerce #AssistenzaClienti #ImpresaBiz #VenditeOnline #SoddisfazioneCliente

    1. Scegli i canali giusti per comunicare I clienti vogliono poter contattarti facilmente. Ecco i principali canali da considerare: -Email: classico ma ancora efficace, ideale per richieste meno urgenti -Chat live: perfetta per risposte immediate e aumentare conversioni -Social media: sempre più utenti scrivono via DM, attenzione a rispondere velocemente -Telefono: utile per assistenza personalizzata e situazioni complesse -Helpdesk e ticket system: per gestire richieste e priorità in modo organizzato 2. Utilizza strumenti di customer care integrati Per non perdere traccia delle richieste e rispondere velocemente, ti consiglio strumenti come: -Zendesk, Freshdesk o Help Scout: piattaforme complete per ticketing e chat -Chatbot: per risposte automatiche a domande frequenti, disponibili 24/7 -CRM (Customer Relationship Management): per tracciare la storia del cliente e personalizzare l’assistenza 3. Crea una sezione FAQ chiara e aggiornata Molti problemi possono essere risolti prima che il cliente ti contatti. Una pagina FAQ ben fatta: -Riduce il carico di lavoro del customer care -Migliora l’esperienza utente -Favorisce l’autonomia del cliente 4. Forma il team con empatia e competenze Se hai un team dedicato o collaboratori esterni, assicurati che sappiano: -Rispondere con cortesia e pazienza -Conoscere bene i prodotti e le politiche di reso/spedizione -Gestire reclami con soluzioni concrete e rapide 5. Monitora i tempi di risposta e la soddisfazione cliente Usa metriche come: -Tempo medio di risposta -Tempo medio di risoluzione -Customer Satisfaction Score (CSAT) tramite sondaggi post-assistenza Questo ti aiuta a migliorare continuamente il servizio. 6. Gestisci con attenzione i resi e i reclami -Un processo di reso semplice e trasparente riduce l’insoddisfazione e rafforza la fiducia nel tuo brand. -Comunica chiaramente tempi e condizioni -Offri soluzioni rapide e flessibili -Usa il feedback per migliorare prodotti e servizi Un customer care efficiente e umano è uno dei pilastri del successo di un e-commerce. Non è solo rispondere: è ascoltare, risolvere e costruire relazioni durature. Se vuoi, posso aiutarti a scegliere gli strumenti giusti o a creare un piano di customer care su misura per il tuo negozio online. Scrivimi! #CustomerCare #Ecommerce #AssistenzaClienti #ImpresaBiz #VenditeOnline #SoddisfazioneCliente
    0 Commenti 0 Condivisioni 82 Viste 0 Recensioni
  • Come uso i feedback dei clienti per migliorare il mio servizio
    Nel mio ruolo di operatore e-commerce, ho imparato che i feedback dei clienti non sono semplici opinioni: sono una risorsa strategica per migliorare continuamente il servizio, rafforzare la fidelizzazione e prevenire problemi prima che diventino critici.

    5 passaggi per trasformare i feedback in valore
    1. Raccogliere feedback in modo variato e tempestivo
    Uso sondaggi post-acquisto, pop-up sul sito, review, chat e social media. In questo modo raccolgo dati più completi e autentici, tipo quando chiedo un rating subito dopo la consegna per cogliere impressioni fresche .

    2. Strutturare e analizzare i dati
    Organizzo i feedback in categorie (servizio, spedizione, UX, prodotto) e monitoro metriche come CSAT, NPS e trend temporali

    Così capisco quali aree necessitano di interventi rapidi.

    3. Dare valore al feedback con azioni concrete
    Non mi limito ad ascoltare: attuo modifiche reali. Se molti segnalano un checkout lento, intervengo sulla UI. Se emergono problemi di assistenza, rinforzo il customer care .

    4. Chiudere il cerchio comunicando con i clienti
    Informo pubblicamente e privatamente sui cambiamenti implementati grazie ai loro suggerimenti. Così dimostro che il loro input conta realmente .

    5. Mantenere un ciclo continuo di miglioramento
    Applico la metodologia PDCA (plan‑do‑check‑act) per testare, verificare e ottimizzare continuamente

    Perché i feedback sono un potente motore di crescita
    -Migliorano la soddisfazione: rispondere prontamente con empatia trasforma criticità in opportunità
    -Orienta le decisioni: i feedback suggeriscono innovazioni concrete, migliorando prodotti e servizi .
    -Fidelizza e coinvolge: i clienti tornano quando sentono che la loro voce ha peso. E diventano ambasciatori del brand .

    Il mio appello finale
    Usare i feedback non è solo una buona pratica: è una strategia vincente. Ogni commento, recensione o suggerimento è un’opportunità per affinare il servizio e creare relazioni più solide.

    Se stai iniziando ora, inizia dal dialogo: chiedi, ascolta e soprattutto agisci. Il risultato compenserà ogni sforzo.

    #CustomerFeedback #UserExperience #CustomerSuccess #CX #eCommerce #MiglioramentoContinuo #Fidelizzazione #ServizioClienti #BusinessGrowth #ImpresaDigitale
    Come uso i feedback dei clienti per migliorare il mio servizio Nel mio ruolo di operatore e-commerce, ho imparato che i feedback dei clienti non sono semplici opinioni: sono una risorsa strategica per migliorare continuamente il servizio, rafforzare la fidelizzazione e prevenire problemi prima che diventino critici. 5 passaggi per trasformare i feedback in valore 1. Raccogliere feedback in modo variato e tempestivo Uso sondaggi post-acquisto, pop-up sul sito, review, chat e social media. In questo modo raccolgo dati più completi e autentici, tipo quando chiedo un rating subito dopo la consegna per cogliere impressioni fresche . 2. Strutturare e analizzare i dati Organizzo i feedback in categorie (servizio, spedizione, UX, prodotto) e monitoro metriche come CSAT, NPS e trend temporali Così capisco quali aree necessitano di interventi rapidi. 3. Dare valore al feedback con azioni concrete Non mi limito ad ascoltare: attuo modifiche reali. Se molti segnalano un checkout lento, intervengo sulla UI. Se emergono problemi di assistenza, rinforzo il customer care . 4. Chiudere il cerchio comunicando con i clienti Informo pubblicamente e privatamente sui cambiamenti implementati grazie ai loro suggerimenti. Così dimostro che il loro input conta realmente . 5. Mantenere un ciclo continuo di miglioramento Applico la metodologia PDCA (plan‑do‑check‑act) per testare, verificare e ottimizzare continuamente Perché i feedback sono un potente motore di crescita -Migliorano la soddisfazione: rispondere prontamente con empatia trasforma criticità in opportunità -Orienta le decisioni: i feedback suggeriscono innovazioni concrete, migliorando prodotti e servizi . -Fidelizza e coinvolge: i clienti tornano quando sentono che la loro voce ha peso. E diventano ambasciatori del brand . Il mio appello finale Usare i feedback non è solo una buona pratica: è una strategia vincente. Ogni commento, recensione o suggerimento è un’opportunità per affinare il servizio e creare relazioni più solide. Se stai iniziando ora, inizia dal dialogo: chiedi, ascolta e soprattutto agisci. Il risultato compenserà ogni sforzo. #CustomerFeedback #UserExperience #CustomerSuccess #CX #eCommerce #MiglioramentoContinuo #Fidelizzazione #ServizioClienti #BusinessGrowth #ImpresaDigitale
    0 Commenti 0 Condivisioni 122 Viste 0 Recensioni
  • Strategie per testare un mercato estero senza rischiare troppo

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia importante valutare con attenzione un nuovo mercato prima di investire risorse significative. Entrare all’estero può essere un’opportunità enorme, ma anche un rischio se non si procede con il giusto approccio.

    Per questo motivo, abbiamo individuato alcune strategie efficaci per testare un mercato estero limitando al minimo i rischi e massimizzando le informazioni utili per decidere come procedere.

    1. Sfruttare il digital export come banco di prova
    Prima di aprire una presenza fisica, possiamo utilizzare canali digitali:
    -Creare landing page dedicate in lingua locale
    -Vendere tramite marketplace internazionali (Amazon, eBay, Etsy)
    -Lanciare campagne pubblicitarie mirate online per testare la domanda
    Questo approccio ci permette di capire l’interesse e il comportamento dei clienti senza costi fissi elevati.

    2. Collaborare con agenti o distributori locali
    Affidarsi a partner già presenti nel mercato consente di:
    -Accedere rapidamente a una rete commerciale consolidata
    -Limitare gli investimenti in infrastrutture proprie
    -Testare il gradimento del prodotto tramite vendite reali
    L’importante è selezionare con cura partner affidabili e definire bene contratti e obiettivi.

    3. Partecipare a fiere o eventi internazionali
    Anche se più costoso rispetto al digital, partecipare a fiere selezionate può dare un feedback diretto:
    -Incontrare potenziali clienti e distributori
    -Osservare la concorrenza sul campo
    -Valutare le preferenze e le richieste del mercato
    Spesso è possibile ridurre i costi partecipando a stand collettivi o tramite iniziative promosse da enti pubblici.

    4. Condurre ricerche di mercato mirate
    Investire in un’analisi di mercato ben fatta, anche tramite sondaggi online, interviste o focus group virtuali, aiuta a:
    -Verificare l’interesse e le esigenze dei potenziali clienti
    -Studiare la concorrenza e il posizionamento
    -Identificare eventuali barriere normative o culturali
    Queste informazioni sono preziose per calibrare l’ingresso.

    5. Testare con piccoli ordini o progetti pilota
    Iniziare con:
    -Ordini limitati o piccoli lotti di prodotto
    -Progetti pilota con partner o clienti selezionati
    -Offerte promozionali o campagne a tempo limitato
    Consente di valutare concretamente costi, logistica e risposta del mercato, riducendo l’esposizione finanziaria.

    Testare un mercato estero senza rischiare troppo è possibile se adottiamo un approccio graduale e strutturato. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nel definire e realizzare questi primi passi fondamentali, per costruire basi solide per un’espansione internazionale di successo.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #TestMercato #Export #StrategieExport #PMI #BusinessGlobale #RischiLimitati #VendereAllEstero

    Strategie per testare un mercato estero senza rischiare troppo Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia importante valutare con attenzione un nuovo mercato prima di investire risorse significative. Entrare all’estero può essere un’opportunità enorme, ma anche un rischio se non si procede con il giusto approccio. Per questo motivo, abbiamo individuato alcune strategie efficaci per testare un mercato estero limitando al minimo i rischi e massimizzando le informazioni utili per decidere come procedere. 1. Sfruttare il digital export come banco di prova Prima di aprire una presenza fisica, possiamo utilizzare canali digitali: -Creare landing page dedicate in lingua locale -Vendere tramite marketplace internazionali (Amazon, eBay, Etsy) -Lanciare campagne pubblicitarie mirate online per testare la domanda Questo approccio ci permette di capire l’interesse e il comportamento dei clienti senza costi fissi elevati. 2. Collaborare con agenti o distributori locali Affidarsi a partner già presenti nel mercato consente di: -Accedere rapidamente a una rete commerciale consolidata -Limitare gli investimenti in infrastrutture proprie -Testare il gradimento del prodotto tramite vendite reali L’importante è selezionare con cura partner affidabili e definire bene contratti e obiettivi. 3. Partecipare a fiere o eventi internazionali Anche se più costoso rispetto al digital, partecipare a fiere selezionate può dare un feedback diretto: -Incontrare potenziali clienti e distributori -Osservare la concorrenza sul campo -Valutare le preferenze e le richieste del mercato Spesso è possibile ridurre i costi partecipando a stand collettivi o tramite iniziative promosse da enti pubblici. 4. Condurre ricerche di mercato mirate Investire in un’analisi di mercato ben fatta, anche tramite sondaggi online, interviste o focus group virtuali, aiuta a: -Verificare l’interesse e le esigenze dei potenziali clienti -Studiare la concorrenza e il posizionamento -Identificare eventuali barriere normative o culturali Queste informazioni sono preziose per calibrare l’ingresso. 5. Testare con piccoli ordini o progetti pilota Iniziare con: -Ordini limitati o piccoli lotti di prodotto -Progetti pilota con partner o clienti selezionati -Offerte promozionali o campagne a tempo limitato Consente di valutare concretamente costi, logistica e risposta del mercato, riducendo l’esposizione finanziaria. Testare un mercato estero senza rischiare troppo è possibile se adottiamo un approccio graduale e strutturato. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese nel definire e realizzare questi primi passi fondamentali, per costruire basi solide per un’espansione internazionale di successo. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #TestMercato #Export #StrategieExport #PMI #BusinessGlobale #RischiLimitati #VendereAllEstero
    0 Commenti 0 Condivisioni 176 Viste 0 Recensioni
  • Come utilizzare i social media per testare nuovi mercati esteri con il tuo e-commerce
    Quando ho iniziato a pensare di espandere il mio e-commerce in mercati esteri, una delle prime sfide è stata capire dove e come investire risorse e tempo senza rischiare troppo.

    La soluzione che ho trovato più efficace? Usare i social media come strumento di test rapido e a basso costo per valutare l’interesse e le potenzialità di un mercato prima di lanciarmi con investimenti più grandi.

    Ecco come ho fatto e cosa ti consiglio.

    1. Analizza il pubblico e le tendenze locali
    Prima di tutto, ho studiato quali social network sono più popolari nel paese target (ad esempio TikTok in Asia, Instagram e Facebook in Europa, WeChat in Cina).

    Poi, ho monitorato:
    -Hashtag e contenuti legati al mio settore
    -Comportamenti d’acquisto e influencer locali
    -Commenti e feedback per capire gusti e bisogni
    Questo mi ha dato una prima fotografia reale del mercato.

    2. Lancia campagne pubblicitarie mirate
    Con pochi euro ho creato campagne sponsorizzate su Facebook e Instagram geolocalizzate, scegliendo target specifici per età, interessi e comportamenti.

    Ho testato vari messaggi, offerte e creatività per vedere cosa funzionava meglio.

    I dati di engagement, clic e conversioni sono stati fondamentali per capire il potenziale commerciale.

    3. Interagisci direttamente con la community
    Ho usato i social per dialogare con potenziali clienti:
    -Rispondendo ai commenti
    -Facendo sondaggi nelle storie
    -Chiedendo feedback su prodotti e idee
    Questo confronto diretto aiuta a costruire relazioni e a migliorare l’offerta.

    4. Testa offerte e nuovi prodotti in anteprima
    Ho promosso su social media alcune novità o bundle esclusivi solo per quel mercato, per capire la risposta e raccogliere dati reali sulle preferenze.

    Così ho evitato di investire su prodotti che poi non avrebbero avuto successo.

    5. Monitora i risultati e adatta la strategia
    Ho tenuto sotto controllo metriche chiave come il costo per acquisizione, il tasso di conversione e il ritorno sulla spesa pubblicitaria.

    In base ai risultati, ho deciso se approfondire l’investimento o passare a un altro mercato.

    I social media sono diventati il mio laboratorio di mercato: un modo smart, veloce e relativamente economico per capire se un Paese è pronto per il mio e-commerce.

    Ti consiglio di approfittarne per testare prima di espanderti davvero.

    #SocialMediaMarketing #EcommerceInternazionale #TestMercatiEsteri #ExportDigitale #PMIitaliane #VendereAllEstero #DigitalMarketing #SocialCommerce #MadeInItaly

    Come utilizzare i social media per testare nuovi mercati esteri con il tuo e-commerce Quando ho iniziato a pensare di espandere il mio e-commerce in mercati esteri, una delle prime sfide è stata capire dove e come investire risorse e tempo senza rischiare troppo. La soluzione che ho trovato più efficace? Usare i social media come strumento di test rapido e a basso costo per valutare l’interesse e le potenzialità di un mercato prima di lanciarmi con investimenti più grandi. Ecco come ho fatto e cosa ti consiglio. 📊 1. Analizza il pubblico e le tendenze locali Prima di tutto, ho studiato quali social network sono più popolari nel paese target (ad esempio TikTok in Asia, Instagram e Facebook in Europa, WeChat in Cina). Poi, ho monitorato: -Hashtag e contenuti legati al mio settore -Comportamenti d’acquisto e influencer locali -Commenti e feedback per capire gusti e bisogni Questo mi ha dato una prima fotografia reale del mercato. 🎯 2. Lancia campagne pubblicitarie mirate Con pochi euro ho creato campagne sponsorizzate su Facebook e Instagram geolocalizzate, scegliendo target specifici per età, interessi e comportamenti. Ho testato vari messaggi, offerte e creatività per vedere cosa funzionava meglio. I dati di engagement, clic e conversioni sono stati fondamentali per capire il potenziale commerciale. 💬 3. Interagisci direttamente con la community Ho usato i social per dialogare con potenziali clienti: -Rispondendo ai commenti -Facendo sondaggi nelle storie -Chiedendo feedback su prodotti e idee Questo confronto diretto aiuta a costruire relazioni e a migliorare l’offerta. 📦 4. Testa offerte e nuovi prodotti in anteprima Ho promosso su social media alcune novità o bundle esclusivi solo per quel mercato, per capire la risposta e raccogliere dati reali sulle preferenze. Così ho evitato di investire su prodotti che poi non avrebbero avuto successo. 🔄 5. Monitora i risultati e adatta la strategia Ho tenuto sotto controllo metriche chiave come il costo per acquisizione, il tasso di conversione e il ritorno sulla spesa pubblicitaria. In base ai risultati, ho deciso se approfondire l’investimento o passare a un altro mercato. I social media sono diventati il mio laboratorio di mercato: un modo smart, veloce e relativamente economico per capire se un Paese è pronto per il mio e-commerce. Ti consiglio di approfittarne per testare prima di espanderti davvero. #SocialMediaMarketing #EcommerceInternazionale #TestMercatiEsteri #ExportDigitale #PMIitaliane #VendereAllEstero #DigitalMarketing #SocialCommerce #MadeInItaly
    0 Commenti 0 Condivisioni 258 Viste 0 Recensioni
  • La lezione più grande che ho imparato vendendo online: ascoltare i clienti, sempre

    Nel mio percorso come operatore e-commerce, ho fatto tanti errori e altrettante scoperte. Ma se dovessi scegliere la lezione più importante, senza dubbio è questa: ascoltare i clienti, sempre.

    Perché ascoltare è fondamentale
    All’inizio, come tanti, ero concentrato solo sui prodotti, sulle offerte, sul marketing. Pensavo che bastasse avere un buon catalogo e una buona strategia promozionale per vendere. Ma mi sono presto reso conto che senza capire veramente chi compra e cosa cerca, stavo parlando nel vuoto.

    Come ascolto i miei clienti
    Feedback diretto: ogni recensione, ogni messaggio o chiamata è un’opportunità per capire cosa funziona e cosa no.
    -Analisi dei dati: monitoro le abitudini di acquisto, i prodotti più cliccati, quelli abbandonati nel carrello.
    -Sondaggi e domande: non ho paura di chiedere ai clienti cosa vogliono o cosa migliorerei.
    -Social e community: seguo le conversazioni sui social e nei gruppi, per cogliere tendenze e bisogni emergenti.

    Cosa è cambiato grazie all’ascolto
    Grazie a questo approccio, ho potuto:
    -Adattare il catalogo prodotti alle vere esigenze, eliminando ciò che non interessa.
    -Migliorare il servizio clienti e i processi di spedizione.
    -Creare offerte e comunicazioni più personalizzate e rilevanti.
    -Costruire un rapporto di fiducia con chi compra, che torna volentieri e consiglia.

    Ascoltare i clienti non è solo una buona pratica: è il cuore pulsante di un e-commerce di successo. Senza questo, ogni sforzo rischia di andare sprecato. Per chi vuole vendere online, il mio consiglio è semplice: apri davvero le orecchie, ogni giorno.

    #ecommerce #ascoltoclienti #venditeonline #customerexperience #digitalbusiness #imprenditoria #impresabiz
    La lezione più grande che ho imparato vendendo online: ascoltare i clienti, sempre Nel mio percorso come operatore e-commerce, ho fatto tanti errori e altrettante scoperte. Ma se dovessi scegliere la lezione più importante, senza dubbio è questa: ascoltare i clienti, sempre. Perché ascoltare è fondamentale All’inizio, come tanti, ero concentrato solo sui prodotti, sulle offerte, sul marketing. Pensavo che bastasse avere un buon catalogo e una buona strategia promozionale per vendere. Ma mi sono presto reso conto che senza capire veramente chi compra e cosa cerca, stavo parlando nel vuoto. Come ascolto i miei clienti Feedback diretto: ogni recensione, ogni messaggio o chiamata è un’opportunità per capire cosa funziona e cosa no. -Analisi dei dati: monitoro le abitudini di acquisto, i prodotti più cliccati, quelli abbandonati nel carrello. -Sondaggi e domande: non ho paura di chiedere ai clienti cosa vogliono o cosa migliorerei. -Social e community: seguo le conversazioni sui social e nei gruppi, per cogliere tendenze e bisogni emergenti. Cosa è cambiato grazie all’ascolto Grazie a questo approccio, ho potuto: -Adattare il catalogo prodotti alle vere esigenze, eliminando ciò che non interessa. -Migliorare il servizio clienti e i processi di spedizione. -Creare offerte e comunicazioni più personalizzate e rilevanti. -Costruire un rapporto di fiducia con chi compra, che torna volentieri e consiglia. Ascoltare i clienti non è solo una buona pratica: è il cuore pulsante di un e-commerce di successo. Senza questo, ogni sforzo rischia di andare sprecato. Per chi vuole vendere online, il mio consiglio è semplice: apri davvero le orecchie, ogni giorno. #ecommerce #ascoltoclienti #venditeonline #customerexperience #digitalbusiness #imprenditoria #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 120 Viste 0 Recensioni
  • Come sto affrontando il cambiamento nelle abitudini d’acquisto post-2024
    Nel mio lavoro di operatore e-commerce, una cosa è certa: il cliente di oggi non è più quello di ieri. Soprattutto dopo il 2024, ho notato cambiamenti chiari, a volte anche drastici, nel modo in cui le persone acquistano. Non solo cosa comprano, ma come, quando e perché lo fanno.

    Il punto è che non ci si può permettere di ignorare questi segnali. Se sei fermo, sei fuori. E allora ho iniziato a fare quello che ogni e-commerce dovrebbe fare in questi momenti: ascoltare, analizzare e adattarsi.

    1. Le persone comprano meno… ma meglio
    Una delle tendenze che ho notato è questa: si compra di meno, ma si pretende di più. Il cliente è più selettivo, più attento. Si informa, confronta, cerca valore. Per questo ho lavorato per mettere in evidenza la qualità reale dei prodotti, raccontando meglio cosa c’è dietro: materiali, provenienza, vantaggi pratici.

    2. Il “quando” è diventato più imprevedibile
    Una volta avevo picchi chiari: lunedì mattina, giovedì sera, weekend. Ora è molto più sparso, frammentato. Colpa (o merito) dei nuovi ritmi di vita post-smart working e della saturazione dell’online. Ho ripensato la programmazione delle campagne, con ADS dinamici che si adattano in tempo reale, e offerte flash in orari meno “tradizionali”.

    3. Sempre più mobile, ma anche più diffidenza
    Il traffico da mobile è aumentato ancora, ma con una conversione più lenta. Il motivo? Le persone navigano da smartphone, ma spesso finalizzano da desktop o non finalizzano affatto. Per questo ho lavorato per snellire al massimo la UX da mobile, rendendo il processo d’acquisto più fluido e rassicurante. Meno click, più fiducia.

    4. Cresce la ricerca di autenticità
    Post-2024, ho visto un aumento netto dell’attenzione verso trasparenza e umanità. Le persone vogliono sapere chi c’è dietro il brand, vogliono un tono più diretto, meno patinato. Ho smesso di comunicare “come un’azienda” e ho iniziato a parlare come una persona reale, anche nelle newsletter e nei social.

    5. La fidelizzazione vale più dell’acquisizione
    Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più, soprattutto dopo i cambiamenti sugli algoritmi e le policy di tracciamento. Ecco perché ho puntato forte su community, retention e relazioni. Programmi fedeltà, sondaggi post-acquisto, follow-up con contenuti utili. Non solo per vendere di nuovo, ma per restare nella mente del cliente.

    Il cambiamento è inevitabile. Ma può essere un’opportunità, se lo affronti con gli occhi aperti e la mente flessibile. Io non ho tutte le risposte, ma ho imparato che adattarsi velocemente è meglio che inseguire la perfezione. E soprattutto, che ascoltare il cliente – oggi più che mai – è l’unica vera strategia che non passa mai di moda.

    #ecommerce2025 #abitudinidacquisto #strategiedigitali #postpandemia #vendereonline #mobileux #fidelizzazioneclienti #acquisizionevsretention #esperienzautente #impresabiz
    Come sto affrontando il cambiamento nelle abitudini d’acquisto post-2024 Nel mio lavoro di operatore e-commerce, una cosa è certa: il cliente di oggi non è più quello di ieri. Soprattutto dopo il 2024, ho notato cambiamenti chiari, a volte anche drastici, nel modo in cui le persone acquistano. Non solo cosa comprano, ma come, quando e perché lo fanno. Il punto è che non ci si può permettere di ignorare questi segnali. Se sei fermo, sei fuori. E allora ho iniziato a fare quello che ogni e-commerce dovrebbe fare in questi momenti: ascoltare, analizzare e adattarsi. 1. Le persone comprano meno… ma meglio Una delle tendenze che ho notato è questa: si compra di meno, ma si pretende di più. Il cliente è più selettivo, più attento. Si informa, confronta, cerca valore. Per questo ho lavorato per mettere in evidenza la qualità reale dei prodotti, raccontando meglio cosa c’è dietro: materiali, provenienza, vantaggi pratici. 2. Il “quando” è diventato più imprevedibile Una volta avevo picchi chiari: lunedì mattina, giovedì sera, weekend. Ora è molto più sparso, frammentato. Colpa (o merito) dei nuovi ritmi di vita post-smart working e della saturazione dell’online. Ho ripensato la programmazione delle campagne, con ADS dinamici che si adattano in tempo reale, e offerte flash in orari meno “tradizionali”. 3. Sempre più mobile, ma anche più diffidenza Il traffico da mobile è aumentato ancora, ma con una conversione più lenta. Il motivo? Le persone navigano da smartphone, ma spesso finalizzano da desktop o non finalizzano affatto. Per questo ho lavorato per snellire al massimo la UX da mobile, rendendo il processo d’acquisto più fluido e rassicurante. Meno click, più fiducia. 4. Cresce la ricerca di autenticità Post-2024, ho visto un aumento netto dell’attenzione verso trasparenza e umanità. Le persone vogliono sapere chi c’è dietro il brand, vogliono un tono più diretto, meno patinato. Ho smesso di comunicare “come un’azienda” e ho iniziato a parlare come una persona reale, anche nelle newsletter e nei social. 5. La fidelizzazione vale più dell’acquisizione Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più, soprattutto dopo i cambiamenti sugli algoritmi e le policy di tracciamento. Ecco perché ho puntato forte su community, retention e relazioni. Programmi fedeltà, sondaggi post-acquisto, follow-up con contenuti utili. Non solo per vendere di nuovo, ma per restare nella mente del cliente. Il cambiamento è inevitabile. Ma può essere un’opportunità, se lo affronti con gli occhi aperti e la mente flessibile. Io non ho tutte le risposte, ma ho imparato che adattarsi velocemente è meglio che inseguire la perfezione. E soprattutto, che ascoltare il cliente – oggi più che mai – è l’unica vera strategia che non passa mai di moda. #ecommerce2025 #abitudinidacquisto #strategiedigitali #postpandemia #vendereonline #mobileux #fidelizzazioneclienti #acquisizionevsretention #esperienzautente #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 197 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca