• Monetizzare l'influenza: modelli di business che funzionano oggi

    Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dei contenuti digitali, pensavo che il guadagno arrivasse solo dalle sponsorizzazioni. Spoiler: è vero… ma solo in parte.
    Nel tempo ho scoperto che l’influenza è un capitale da gestire con intelligenza, e che esistono diversi modelli di business sostenibili, anche (e soprattutto) per chi non ha milioni di follower.

    Oggi voglio condividere quelli che ho testato, visto funzionare o studiato da vicino nel mio percorso. Spoiler 2: funzionano solo se dietro c'è strategia, valore e coerenza.

    1. Sponsorizzazioni selettive (quando c’è allineamento)
    Sì, sono ancora una fonte importante di guadagno. Ma il mercato è cambiato: i brand non cercano più solo “numeri”, ma brand fit, capacità narrativa e influenza reale sulle decisioni d’acquisto.

    Cosa funziona oggi:
    – Collaborazioni a lungo termine
    – Format proprietari (non solo un post isolato)
    – Co-creazione di contenuti e storytelling autentico

    2. Vendita di prodotti digitali (scalabilità pura)
    Ho iniziato con un e-book, poi un corso online. Il punto di forza? Lavori una volta, vendi all’infinito. Se hai una competenza specifica, puoi trasformarla in un asset digitale: guide, videocorsi, template, workshop live.

    Esempi:
    – Corso su come crescere su LinkedIn
    – Masterclass su personal branding per freelance
    – Toolkit per content creator

    3. Servizi premium (valorizzare la propria expertise)
    Non tutti vogliono “vendere prodotti”, e va benissimo. La tua influenza può diventare leva per offrire servizi ad alto valore aggiunto: consulenze, mentoring, coaching, strategie per aziende o liberi professionisti.

    A chi funziona:
    – Esperti di marketing, comunicazione, mindset
    – Professionisti verticali (avvocati, nutrizionisti, psicologi, ecc.)

    4. Affiliazioni (quando sono credibili)
    Il sistema è semplice: promuovi prodotti di altri, guadagni una commissione. Ma oggi funziona solo se sei iper-credibile e se consigli solo ciò che usi davvero. La fiducia è la vera valuta.

    Tip: crea contenuti educativi legati al prodotto, non solo post promozionali. E prediligi programmi con commissioni ricorrenti.

    5. Community a pagamento (il nuovo “membership model”)
    Patreon, newsletter esclusive, canali Telegram riservati: se hai un pubblico fidelizzato, molti saranno disposti a pagare per contenuti extra, contatto diretto o formazione. È il modello più “umano” e sostenibile.

    Cosa serve:
    – Un’identità chiara
    – Un pubblico affezionato
    – Un valore tangibile e continuativo (contenuti, accesso, mentoring, ecc.)

    6. Licensing, co-branding e collezioni a marchio proprio
    Un livello più avanzato. Se hai un brand personale forte, puoi creare capsule collection, collaborazioni editoriali, prodotti co-firmati. O persino lanciare un marchio tuo.

    🛍 Attenzione: servono visione, capitale e competenze produttive. Ma è uno degli step più potenti per monetizzare in modo duraturo.

    L’influenza non è il prodotto. È il ponte.
    Il vero business nasce quando usi quell’influenza per costruire fiducia e trasformarla in valore: per chi ti segue e per te.

    Non esiste un solo modello vincente, ma un mix da costruire nel tempo. E il segreto non è inseguire il trend del momento, ma trovare il modello che parla davvero a te, alla tua community e al tuo mercato.

    #monetizzazione #influencermarketing #businessmodel #creatorseconomy #digitalbusiness #personalbrand #prodottidigitali #imprenditoriocreativo #impresadigitale #impresabiz

    Monetizzare l'influenza: modelli di business che funzionano oggi Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dei contenuti digitali, pensavo che il guadagno arrivasse solo dalle sponsorizzazioni. Spoiler: è vero… ma solo in parte. Nel tempo ho scoperto che l’influenza è un capitale da gestire con intelligenza, e che esistono diversi modelli di business sostenibili, anche (e soprattutto) per chi non ha milioni di follower. Oggi voglio condividere quelli che ho testato, visto funzionare o studiato da vicino nel mio percorso. Spoiler 2: funzionano solo se dietro c'è strategia, valore e coerenza. 1. Sponsorizzazioni selettive (quando c’è allineamento) Sì, sono ancora una fonte importante di guadagno. Ma il mercato è cambiato: i brand non cercano più solo “numeri”, ma brand fit, capacità narrativa e influenza reale sulle decisioni d’acquisto. 🔍 Cosa funziona oggi: – Collaborazioni a lungo termine – Format proprietari (non solo un post isolato) – Co-creazione di contenuti e storytelling autentico 2. Vendita di prodotti digitali (scalabilità pura) Ho iniziato con un e-book, poi un corso online. Il punto di forza? Lavori una volta, vendi all’infinito. Se hai una competenza specifica, puoi trasformarla in un asset digitale: guide, videocorsi, template, workshop live. 📌 Esempi: – Corso su come crescere su LinkedIn – Masterclass su personal branding per freelance – Toolkit per content creator 3. Servizi premium (valorizzare la propria expertise) Non tutti vogliono “vendere prodotti”, e va benissimo. La tua influenza può diventare leva per offrire servizi ad alto valore aggiunto: consulenze, mentoring, coaching, strategie per aziende o liberi professionisti. 🎯 A chi funziona: – Esperti di marketing, comunicazione, mindset – Professionisti verticali (avvocati, nutrizionisti, psicologi, ecc.) 4. Affiliazioni (quando sono credibili) Il sistema è semplice: promuovi prodotti di altri, guadagni una commissione. Ma oggi funziona solo se sei iper-credibile e se consigli solo ciò che usi davvero. La fiducia è la vera valuta. ✅ Tip: crea contenuti educativi legati al prodotto, non solo post promozionali. E prediligi programmi con commissioni ricorrenti. 5. Community a pagamento (il nuovo “membership model”) Patreon, newsletter esclusive, canali Telegram riservati: se hai un pubblico fidelizzato, molti saranno disposti a pagare per contenuti extra, contatto diretto o formazione. È il modello più “umano” e sostenibile. 📈 Cosa serve: – Un’identità chiara – Un pubblico affezionato – Un valore tangibile e continuativo (contenuti, accesso, mentoring, ecc.) 6. Licensing, co-branding e collezioni a marchio proprio Un livello più avanzato. Se hai un brand personale forte, puoi creare capsule collection, collaborazioni editoriali, prodotti co-firmati. O persino lanciare un marchio tuo. 🛍 Attenzione: servono visione, capitale e competenze produttive. Ma è uno degli step più potenti per monetizzare in modo duraturo. L’influenza non è il prodotto. È il ponte. Il vero business nasce quando usi quell’influenza per costruire fiducia e trasformarla in valore: per chi ti segue e per te. Non esiste un solo modello vincente, ma un mix da costruire nel tempo. E il segreto non è inseguire il trend del momento, ma trovare il modello che parla davvero a te, alla tua community e al tuo mercato. #monetizzazione #influencermarketing #businessmodel #creatorseconomy #digitalbusiness #personalbrand #prodottidigitali #imprenditoriocreativo #impresadigitale #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 131 Viste 0 Recensioni
  • E-commerce subscription: come creare un modello ad abbonamento profittevole

    Quando ho deciso di sperimentare il modello di e-commerce basato sugli abbonamenti, il mio obiettivo era costruire un flusso di entrate ricorrenti e fidelizzare i clienti nel tempo. Ma come si crea un modello subscription che sia davvero profittevole? Dalla mia esperienza, ecco i passaggi chiave per impostare un e-commerce subscription di successo.

    1. Scegli una nicchia adatta agli abbonamenti
    Non tutti i prodotti si prestano facilmente a un modello ad abbonamento. Io ho puntato su settori dove la domanda è continua o la personalizzazione è possibile, come prodotti di bellezza, alimentari, integratori o prodotti per la cura della casa. La scelta della nicchia giusta è fondamentale per garantire interesse e sostenibilità nel tempo.

    2. Progetta offerte chiare e flessibili
    Ho creato diversi piani di abbonamento, con opzioni per durata, frequenza di consegna e livello di personalizzazione. Dare libertà al cliente di modificare o sospendere l’abbonamento ha aumentato la soddisfazione e ridotto il tasso di abbandono.

    3. Cura l’esperienza cliente e il valore percepito
    Per mantenere alta la fidelizzazione, ho lavorato molto su packaging accattivante, comunicazioni personalizzate e sorprese esclusive per gli abbonati. Offrire valore aggiunto fa sentire il cliente parte di una community e non solo un semplice acquirente.

    4. Automatizza e integra la gestione degli abbonamenti
    Ho scelto piattaforme e software che facilitano la gestione degli ordini ricorrenti, i pagamenti e la comunicazione con i clienti. Questo mi ha permesso di risparmiare tempo e minimizzare errori.

    5. Monitora i dati e adatta la strategia
    Analizzare costantemente metriche come il tasso di churn, il valore medio per cliente e il lifetime value mi ha aiutato a capire cosa funziona e cosa migliorare. Ho sperimentato offerte speciali, upselling e referral per aumentare la redditività.

    L’e-commerce subscription è un modello che offre grandi opportunità, ma richiede attenzione alla scelta dei prodotti, all’esperienza cliente e a una gestione efficiente. Se curato nei dettagli, può trasformare un’attività di vendita in una fonte di entrate ricorrenti e crescita stabile.

    #EcommerceSubscription #ModelloAdAbbonamento #VenditeRicorrenti #CustomerLoyalty #AbbonamentiOnline #BusinessModel #FidelizzazioneClienti #ImpresaDigitale #MarketingDigitale #SubscriptionEconomy
    E-commerce subscription: come creare un modello ad abbonamento profittevole Quando ho deciso di sperimentare il modello di e-commerce basato sugli abbonamenti, il mio obiettivo era costruire un flusso di entrate ricorrenti e fidelizzare i clienti nel tempo. Ma come si crea un modello subscription che sia davvero profittevole? Dalla mia esperienza, ecco i passaggi chiave per impostare un e-commerce subscription di successo. 1. Scegli una nicchia adatta agli abbonamenti Non tutti i prodotti si prestano facilmente a un modello ad abbonamento. Io ho puntato su settori dove la domanda è continua o la personalizzazione è possibile, come prodotti di bellezza, alimentari, integratori o prodotti per la cura della casa. La scelta della nicchia giusta è fondamentale per garantire interesse e sostenibilità nel tempo. 2. Progetta offerte chiare e flessibili Ho creato diversi piani di abbonamento, con opzioni per durata, frequenza di consegna e livello di personalizzazione. Dare libertà al cliente di modificare o sospendere l’abbonamento ha aumentato la soddisfazione e ridotto il tasso di abbandono. 3. Cura l’esperienza cliente e il valore percepito Per mantenere alta la fidelizzazione, ho lavorato molto su packaging accattivante, comunicazioni personalizzate e sorprese esclusive per gli abbonati. Offrire valore aggiunto fa sentire il cliente parte di una community e non solo un semplice acquirente. 4. Automatizza e integra la gestione degli abbonamenti Ho scelto piattaforme e software che facilitano la gestione degli ordini ricorrenti, i pagamenti e la comunicazione con i clienti. Questo mi ha permesso di risparmiare tempo e minimizzare errori. 5. Monitora i dati e adatta la strategia Analizzare costantemente metriche come il tasso di churn, il valore medio per cliente e il lifetime value mi ha aiutato a capire cosa funziona e cosa migliorare. Ho sperimentato offerte speciali, upselling e referral per aumentare la redditività. L’e-commerce subscription è un modello che offre grandi opportunità, ma richiede attenzione alla scelta dei prodotti, all’esperienza cliente e a una gestione efficiente. Se curato nei dettagli, può trasformare un’attività di vendita in una fonte di entrate ricorrenti e crescita stabile. #EcommerceSubscription #ModelloAdAbbonamento #VenditeRicorrenti #CustomerLoyalty #AbbonamentiOnline #BusinessModel #FidelizzazioneClienti #ImpresaDigitale #MarketingDigitale #SubscriptionEconomy
    0 Commenti 0 Condivisioni 148 Viste 0 Recensioni
  • Crisi di clienti, calo di fatturato: 3 casi risolti con creatività

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto possa essere spiazzante una crisi improvvisa di clienti o un calo improvviso del fatturato. Succede, soprattutto in mercati competitivi e in continua evoluzione. Ma ogni crisi porta con sé anche un’opportunità: quella di innovare, ripensare e rilanciare.

    Oggi vogliamo condividere con voi tre casi reali in cui, grazie a un approccio creativo e strategico, abbiamo aiutato imprese a superare momenti difficili e tornare a crescere.

    Caso 1: L’azienda artigiana che ha trasformato la crisi in valore locale
    Un’azienda artigiana che produceva esclusivamente per grandi clienti nazionali ha visto un brusco calo degli ordini a causa della concorrenza internazionale. La soluzione? Abbiamo suggerito di rivolgersi al mercato locale, puntando sulla comunicazione del valore artigianale e della sostenibilità.
    Grazie a campagne mirate sui social e a collaborazioni con negozi e mercati locali, l’azienda ha costruito una rete di clienti fedeli, recuperando e superando il fatturato perso.

    Caso 2: Il servizio B2B che ha aggiunto un’offerta digitale
    Una società di consulenza specializzata in formazione per aziende ha visto diminuire drasticamente le commesse in presenza a causa delle restrizioni sanitarie. La risposta è stata sviluppare una piattaforma di corsi online in abbonamento, integrando webinar interattivi e contenuti esclusivi.
    Il modello digitale ha aperto nuovi mercati e ha garantito un flusso di entrate ricorrenti, bilanciando la perdita iniziale e ponendo basi per una crescita sostenibile.

    Caso 3: Il retailer che ha reinventato l’esperienza cliente
    Un negozio retail tradizionale ha risentito della concorrenza degli e-commerce e del cambiamento nelle abitudini di acquisto. Invece di competere sul prezzo, ha puntato su un’esperienza personalizzata e coinvolgente: eventi in store, consulenze individuali, servizio di personal shopper e offerte esclusive per clienti fidelizzati.
    Questa strategia ha rafforzato il legame con la clientela esistente e ha attratto nuovi clienti, migliorando la redditività e la reputazione del brand.

    Di fronte a crisi di clienti e calo di fatturato, la creatività unita a una strategia chiara è spesso la chiave per uscire dalla tempesta. Noi di Impresa.biz crediamo fermamente che ogni problema nasconda un’opportunità di innovazione.

    Se stai affrontando una crisi simile, contattaci: insieme troveremo la soluzione giusta per il tuo business.

    #ImpresaBiz #CaloFatturato #CrisiClienti #InnovazioneAziendale #StrategiaCreativa #BusinessRecovery #PMI #RetailStrategy #FormazioneOnline #BusinessModel #FidelizzazioneClienti #Imprenditoria
    Crisi di clienti, calo di fatturato: 3 casi risolti con creatività Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto possa essere spiazzante una crisi improvvisa di clienti o un calo improvviso del fatturato. Succede, soprattutto in mercati competitivi e in continua evoluzione. Ma ogni crisi porta con sé anche un’opportunità: quella di innovare, ripensare e rilanciare. Oggi vogliamo condividere con voi tre casi reali in cui, grazie a un approccio creativo e strategico, abbiamo aiutato imprese a superare momenti difficili e tornare a crescere. Caso 1: L’azienda artigiana che ha trasformato la crisi in valore locale Un’azienda artigiana che produceva esclusivamente per grandi clienti nazionali ha visto un brusco calo degli ordini a causa della concorrenza internazionale. La soluzione? Abbiamo suggerito di rivolgersi al mercato locale, puntando sulla comunicazione del valore artigianale e della sostenibilità. Grazie a campagne mirate sui social e a collaborazioni con negozi e mercati locali, l’azienda ha costruito una rete di clienti fedeli, recuperando e superando il fatturato perso. Caso 2: Il servizio B2B che ha aggiunto un’offerta digitale Una società di consulenza specializzata in formazione per aziende ha visto diminuire drasticamente le commesse in presenza a causa delle restrizioni sanitarie. La risposta è stata sviluppare una piattaforma di corsi online in abbonamento, integrando webinar interattivi e contenuti esclusivi. Il modello digitale ha aperto nuovi mercati e ha garantito un flusso di entrate ricorrenti, bilanciando la perdita iniziale e ponendo basi per una crescita sostenibile. Caso 3: Il retailer che ha reinventato l’esperienza cliente Un negozio retail tradizionale ha risentito della concorrenza degli e-commerce e del cambiamento nelle abitudini di acquisto. Invece di competere sul prezzo, ha puntato su un’esperienza personalizzata e coinvolgente: eventi in store, consulenze individuali, servizio di personal shopper e offerte esclusive per clienti fidelizzati. Questa strategia ha rafforzato il legame con la clientela esistente e ha attratto nuovi clienti, migliorando la redditività e la reputazione del brand. Di fronte a crisi di clienti e calo di fatturato, la creatività unita a una strategia chiara è spesso la chiave per uscire dalla tempesta. Noi di Impresa.biz crediamo fermamente che ogni problema nasconda un’opportunità di innovazione. Se stai affrontando una crisi simile, contattaci: insieme troveremo la soluzione giusta per il tuo business. #ImpresaBiz #CaloFatturato #CrisiClienti #InnovazioneAziendale #StrategiaCreativa #BusinessRecovery #PMI #RetailStrategy #FormazioneOnline #BusinessModel #FidelizzazioneClienti #Imprenditoria
    0 Commenti 0 Condivisioni 214 Viste 0 Recensioni
  • 5 modelli di business vincenti da cui prendere ispirazione

    Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori, startupper e liberi professionisti in cerca di direzione e struttura. Spesso ci viene chiesto: “Da dove parto? Che modello posso adottare?”

    La verità è che non esiste un unico modo giusto per fare impresa. Ma ci sono modelli di business vincenti, collaudati, flessibili, che possono essere adattati a diversi settori e mercati. In questo articolo ne abbiamo selezionati cinque, tra i più solidi e attuali, da cui prendere spunto per costruire o ripensare la propria attività.

    1. Business in abbonamento (Subscription model)
    Un modello sempre più diffuso, perché garantisce entrate ricorrenti e fidelizzazione del cliente. Funziona sia per prodotti (es. box mensili, cibo, cosmetica, libri) sia per servizi (software, formazione, consulenze, community).
    Vantaggi: entrate prevedibili, rapporto continuo col cliente
    Adatto a: digital business, e-commerce, contenuti premium, servizi specializzati

    2. Marketplace (piattaforma multi-vendor)
    Un modello che mette in contatto domanda e offerta, senza necessariamente detenere i prodotti o fornire i servizi. Pensiamo a Airbnb, Etsy o Vinted. L’impresa guadagna attraverso commissioni o fee di servizio.
    Vantaggi: scalabilità, possibilità di crescere velocemente
    Adatto a: settori con forte domanda frammentata (turismo, artigianato, servizi locali)

    3. Freemium + servizi a valore aggiunto
    Si offre un servizio gratuito di base (es. software, app, contenuti), e si monetizza attraverso funzionalità avanzate, formazione, assistenza o pubblicità. È un modello vincente nel digitale perché permette di creare una base utenti ampia e di monetizzare solo su chi è disposto a pagare di più.
    Vantaggi: crescita rapida, bassa barriera d’ingresso per l’utente
    Adatto a: app, strumenti SaaS, portali online, community digitali

    4. Modello “boutique” ad alto margine
    Invece di puntare su volumi elevati, si propone un’offerta premium, personalizzata, ad alto valore percepito. Funziona quando il cliente è disposto a pagare di più per qualità, esclusività, esperienza. È perfetto per professionisti, artigiani e brand di nicchia.
    Vantaggi: alta marginalità, posizionamento forte
    Adatto a: consulenti, brand di lusso, servizi su misura, design, artigianato

    5. Modello ibrido online-offline
    Molte attività stanno vincendo la sfida combinando presenza fisica e canali digitali. Un negozio che vende anche online, un personal trainer che offre sia lezioni in palestra che videocorsi, uno studio professionale che affianca consulenze in presenza e digitali.
    Vantaggi: flessibilità, maggiore copertura del mercato
    Adatto a: retail, professionisti, formazione, wellness, servizi locali

    Non serve inventare qualcosa di completamente nuovo per fare impresa con successo. Spesso basta adattare un modello collaudato al proprio mercato, alle proprie competenze e alla propria visione. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare chi ha un’idea a trovare la strada più adatta per trasformarla in un business vero, sostenibile e scalabile.

    #ImpresaBiz #ModelliDiBusiness #BusinessModel #StartUp #PMI #IdeeDiImpresa #StrategiaAziendale #ImprenditoriDigitali #Freemium #Abbonamenti #Marketplace #BusinessDesign #Scalabilità
    5 modelli di business vincenti da cui prendere ispirazione Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori, startupper e liberi professionisti in cerca di direzione e struttura. Spesso ci viene chiesto: “Da dove parto? Che modello posso adottare?” La verità è che non esiste un unico modo giusto per fare impresa. Ma ci sono modelli di business vincenti, collaudati, flessibili, che possono essere adattati a diversi settori e mercati. In questo articolo ne abbiamo selezionati cinque, tra i più solidi e attuali, da cui prendere spunto per costruire o ripensare la propria attività. 1. Business in abbonamento (Subscription model) Un modello sempre più diffuso, perché garantisce entrate ricorrenti e fidelizzazione del cliente. Funziona sia per prodotti (es. box mensili, cibo, cosmetica, libri) sia per servizi (software, formazione, consulenze, community). ✅ Vantaggi: entrate prevedibili, rapporto continuo col cliente 💡 Adatto a: digital business, e-commerce, contenuti premium, servizi specializzati 2. Marketplace (piattaforma multi-vendor) Un modello che mette in contatto domanda e offerta, senza necessariamente detenere i prodotti o fornire i servizi. Pensiamo a Airbnb, Etsy o Vinted. L’impresa guadagna attraverso commissioni o fee di servizio. ✅ Vantaggi: scalabilità, possibilità di crescere velocemente 💡 Adatto a: settori con forte domanda frammentata (turismo, artigianato, servizi locali) 3. Freemium + servizi a valore aggiunto Si offre un servizio gratuito di base (es. software, app, contenuti), e si monetizza attraverso funzionalità avanzate, formazione, assistenza o pubblicità. È un modello vincente nel digitale perché permette di creare una base utenti ampia e di monetizzare solo su chi è disposto a pagare di più. ✅ Vantaggi: crescita rapida, bassa barriera d’ingresso per l’utente 💡 Adatto a: app, strumenti SaaS, portali online, community digitali 4. Modello “boutique” ad alto margine Invece di puntare su volumi elevati, si propone un’offerta premium, personalizzata, ad alto valore percepito. Funziona quando il cliente è disposto a pagare di più per qualità, esclusività, esperienza. È perfetto per professionisti, artigiani e brand di nicchia. ✅ Vantaggi: alta marginalità, posizionamento forte 💡 Adatto a: consulenti, brand di lusso, servizi su misura, design, artigianato 5. Modello ibrido online-offline Molte attività stanno vincendo la sfida combinando presenza fisica e canali digitali. Un negozio che vende anche online, un personal trainer che offre sia lezioni in palestra che videocorsi, uno studio professionale che affianca consulenze in presenza e digitali. ✅ Vantaggi: flessibilità, maggiore copertura del mercato 💡 Adatto a: retail, professionisti, formazione, wellness, servizi locali Non serve inventare qualcosa di completamente nuovo per fare impresa con successo. Spesso basta adattare un modello collaudato al proprio mercato, alle proprie competenze e alla propria visione. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare chi ha un’idea a trovare la strada più adatta per trasformarla in un business vero, sostenibile e scalabile. #ImpresaBiz #ModelliDiBusiness #BusinessModel #StartUp #PMI #IdeeDiImpresa #StrategiaAziendale #ImprenditoriDigitali #Freemium #Abbonamenti #Marketplace #BusinessDesign #Scalabilità
    0 Commenti 0 Condivisioni 228 Viste 0 Recensioni
  • Business plan: come farlo bene anche se non sei un esperto

    Noi di Impresa.biz ci confrontiamo ogni giorno con imprenditori che hanno idee brillanti ma si bloccano di fronte a una parola che può intimorire: business plan. Troppo tecnico? Troppo complicato? Solo per startup? In realtà, il business plan è uno strumento potente e necessario per chi vuole trasformare un’idea in un’impresa concreta, pianificare la crescita o presentarsi a investitori e banche.

    La buona notizia? È possibile realizzare un business plan efficace anche senza essere esperti. Serve metodo, chiarezza e gli strumenti giusti. Ecco come lo facciamo noi.

    1. Partiamo sempre da un’idea chiara
    Prima ancora di scrivere, ci assicuriamo di avere ben chiaro il modello di business:
    -Cosa offriamo?
    -A chi ci rivolgiamo?
    -In che modo ci differenziamo dalla concorrenza?
    -Come generiamo ricavi?
    Uno strumento molto utile in questa fase è il Business Model Canvas, che consente di visualizzare l’idea su una sola pagina.

    2. Raccontiamo l’azienda, non solo i numeri
    Il business plan non è solo un documento tecnico: è il racconto della nostra impresa. Dedichiamo spazio a descrivere la missione, il team, il mercato di riferimento, i punti di forza, e, se presenti, i risultati ottenuti finora. Chi lo legge deve capire perché esistiamo, dove vogliamo arrivare e perché possiamo farcela.

    3. Analizziamo il mercato (senza complicazioni)
    Non servono ricerche da migliaia di euro. Basta raccogliere dati concreti e ragionare con senso pratico:
    -Quanti sono i nostri potenziali clienti?
    -Chi sono i competitor e cosa offrono?
    -Che trend stanno cambiando il nostro settore?
    Utilizziamo fonti pubbliche (come ISTAT, Camere di Commercio, report di settore) e interviste dirette per validare le ipotesi.

    4. Stendiamo un piano economico sostenibile
    È la parte più delicata, ma anche la più utile. Definiamo:
    -Costi iniziali e fissi
    -Previsioni di ricavi (realistiche, non ottimistiche)
    -Piano degli investimenti
    -Fabbisogno finanziario
    -Eventuali fonti di finanziamento
    Esistono modelli Excel o strumenti online (come LivePlan o BizPlanBuilder) che semplificano molto questo processo anche a chi non ha competenze contabili.

    5. Sintetizziamo con uno schema chiaro
    Un buon business plan non deve essere lungo, ma chiaro e leggibile. Mettiamo in evidenza gli elementi chiave con grafici, bullet point, tabelle riassuntive. E, se serve, prepariamo anche un pitch deck per presentarlo in pochi minuti a potenziali partner o investitori.

    Non serve essere esperti per fare un buon business plan, ma serve capire bene il proprio progetto, avere obiettivi chiari e raccontarli con logica e concretezza. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare imprenditori e professionisti a trasformare le idee in azioni, con strumenti pratici e supporto su misura.

    #ImpresaBiz #BusinessPlan #Startup #PMI #IdeeDiBusiness #StrategiaAziendale #Pianificazione #ModelloDiBusiness #FinanzaFacile #BusinessModelCanvas #CrescitaAziendale #PitchDeck #Imprenditori

    Business plan: come farlo bene anche se non sei un esperto Noi di Impresa.biz ci confrontiamo ogni giorno con imprenditori che hanno idee brillanti ma si bloccano di fronte a una parola che può intimorire: business plan. Troppo tecnico? Troppo complicato? Solo per startup? In realtà, il business plan è uno strumento potente e necessario per chi vuole trasformare un’idea in un’impresa concreta, pianificare la crescita o presentarsi a investitori e banche. La buona notizia? È possibile realizzare un business plan efficace anche senza essere esperti. Serve metodo, chiarezza e gli strumenti giusti. Ecco come lo facciamo noi. 1. Partiamo sempre da un’idea chiara Prima ancora di scrivere, ci assicuriamo di avere ben chiaro il modello di business: -Cosa offriamo? -A chi ci rivolgiamo? -In che modo ci differenziamo dalla concorrenza? -Come generiamo ricavi? Uno strumento molto utile in questa fase è il Business Model Canvas, che consente di visualizzare l’idea su una sola pagina. 2. Raccontiamo l’azienda, non solo i numeri Il business plan non è solo un documento tecnico: è il racconto della nostra impresa. Dedichiamo spazio a descrivere la missione, il team, il mercato di riferimento, i punti di forza, e, se presenti, i risultati ottenuti finora. Chi lo legge deve capire perché esistiamo, dove vogliamo arrivare e perché possiamo farcela. 3. Analizziamo il mercato (senza complicazioni) Non servono ricerche da migliaia di euro. Basta raccogliere dati concreti e ragionare con senso pratico: -Quanti sono i nostri potenziali clienti? -Chi sono i competitor e cosa offrono? -Che trend stanno cambiando il nostro settore? Utilizziamo fonti pubbliche (come ISTAT, Camere di Commercio, report di settore) e interviste dirette per validare le ipotesi. 4. Stendiamo un piano economico sostenibile È la parte più delicata, ma anche la più utile. Definiamo: -Costi iniziali e fissi -Previsioni di ricavi (realistiche, non ottimistiche) -Piano degli investimenti -Fabbisogno finanziario -Eventuali fonti di finanziamento Esistono modelli Excel o strumenti online (come LivePlan o BizPlanBuilder) che semplificano molto questo processo anche a chi non ha competenze contabili. 5. Sintetizziamo con uno schema chiaro Un buon business plan non deve essere lungo, ma chiaro e leggibile. Mettiamo in evidenza gli elementi chiave con grafici, bullet point, tabelle riassuntive. E, se serve, prepariamo anche un pitch deck per presentarlo in pochi minuti a potenziali partner o investitori. Non serve essere esperti per fare un buon business plan, ma serve capire bene il proprio progetto, avere obiettivi chiari e raccontarli con logica e concretezza. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare imprenditori e professionisti a trasformare le idee in azioni, con strumenti pratici e supporto su misura. #ImpresaBiz #BusinessPlan #Startup #PMI #IdeeDiBusiness #StrategiaAziendale #Pianificazione #ModelloDiBusiness #FinanzaFacile #BusinessModelCanvas #CrescitaAziendale #PitchDeck #Imprenditori
    0 Commenti 0 Condivisioni 167 Viste 0 Recensioni
  • Business Model Canvas: Come Usarlo per Chiarire le Tue Idee

    Quando ho iniziato a lavorare sulla mia idea di business, mi sono subito resa conto che avere un piano chiaro è fondamentale. Però, sedersi a scrivere pagine su pagine di business plan non fa per tutte — ecco perché ho scoperto il Business Model Canvas, uno strumento che ha rivoluzionato il mio modo di progettare.

    Ti spiego cosa è e come puoi usarlo da subito per mettere a fuoco la tua idea in modo semplice e pratico.

    Cos’è il Business Model Canvas?
    Il Business Model Canvas è una mappa visiva composta da 9 blocchi fondamentali che rappresentano gli elementi chiave di un business:
    -Segmenti di clientela
    -Proposta di valore
    -Canali di vendita e distribuzione
    -Relazioni con i clienti
    -Flussi di ricavi
    -Risorse chiave
    -Attività chiave
    -Partner chiave
    -Struttura dei costi
    In pratica, ti aiuta a mettere su carta tutta la tua idea in modo semplice e immediato.

    Come lo uso io (e come puoi usarlo anche tu)
    1. Prendi un foglio grande o scarica un template online
    Io uso spesso una versione stampabile o app come Miro o Canva, per lavorarci anche da remoto.

    2. Compila un blocco alla volta, senza fretta
    Non serve essere perfette al primo colpo. Scrivi parole chiave, idee, dubbi. È un processo dinamico.

    3. Metti al centro la tua clientela
    Chi sono davvero i tuoi clienti? Cosa cercano? Come puoi risolvere i loro problemi?

    4. Definisci la tua proposta di valore
    Qual è il problema che risolvi e cosa ti differenzia? Questo è il cuore del business.

    5. Analizza costi e ricavi in modo realistico
    Ti aiuta a capire se la tua idea è sostenibile e dove puoi risparmiare o investire.

    Perché ti consiglio il Business Model Canvas
    Io lo adoro perché mi permette di vedere tutto insieme, senza perdermi nei dettagli. Ti dà una visione d’insieme, che puoi aggiornare ogni volta che cambi idea o impari qualcosa di nuovo. È perfetto anche per condividere il progetto con partner o investitori senza annoiare nessuno.

    Se hai un’idea e vuoi trasformarla in un progetto concreto, ti consiglio di partire dal Business Model Canvas. È uno strumento smart, veloce e potente per chiarire le tue idee e fare le scelte giuste.

    #BusinessModelCanvas #StartupTips #ImpresaBiz #StrategiaDiImpresa #IdeaDiBusiness #GirlBoss
    Business Model Canvas: Come Usarlo per Chiarire le Tue Idee Quando ho iniziato a lavorare sulla mia idea di business, mi sono subito resa conto che avere un piano chiaro è fondamentale. Però, sedersi a scrivere pagine su pagine di business plan non fa per tutte — ecco perché ho scoperto il Business Model Canvas, uno strumento che ha rivoluzionato il mio modo di progettare. Ti spiego cosa è e come puoi usarlo da subito per mettere a fuoco la tua idea in modo semplice e pratico. Cos’è il Business Model Canvas? Il Business Model Canvas è una mappa visiva composta da 9 blocchi fondamentali che rappresentano gli elementi chiave di un business: -Segmenti di clientela -Proposta di valore -Canali di vendita e distribuzione -Relazioni con i clienti -Flussi di ricavi -Risorse chiave -Attività chiave -Partner chiave -Struttura dei costi In pratica, ti aiuta a mettere su carta tutta la tua idea in modo semplice e immediato. Come lo uso io (e come puoi usarlo anche tu) 1. Prendi un foglio grande o scarica un template online Io uso spesso una versione stampabile o app come Miro o Canva, per lavorarci anche da remoto. 2. Compila un blocco alla volta, senza fretta Non serve essere perfette al primo colpo. Scrivi parole chiave, idee, dubbi. È un processo dinamico. 3. Metti al centro la tua clientela Chi sono davvero i tuoi clienti? Cosa cercano? Come puoi risolvere i loro problemi? 4. Definisci la tua proposta di valore Qual è il problema che risolvi e cosa ti differenzia? Questo è il cuore del business. 5. Analizza costi e ricavi in modo realistico Ti aiuta a capire se la tua idea è sostenibile e dove puoi risparmiare o investire. Perché ti consiglio il Business Model Canvas Io lo adoro perché mi permette di vedere tutto insieme, senza perdermi nei dettagli. Ti dà una visione d’insieme, che puoi aggiornare ogni volta che cambi idea o impari qualcosa di nuovo. È perfetto anche per condividere il progetto con partner o investitori senza annoiare nessuno. Se hai un’idea e vuoi trasformarla in un progetto concreto, ti consiglio di partire dal Business Model Canvas. È uno strumento smart, veloce e potente per chiarire le tue idee e fare le scelte giuste. #BusinessModelCanvas #StartupTips #ImpresaBiz #StrategiaDiImpresa #IdeaDiBusiness #GirlBoss
    0 Commenti 0 Condivisioni 141 Viste 0 Recensioni
  • Come valutare un’idea imprenditoriale prima di investire

    Nel nostro lavoro di affiancamento alle imprese, ci capita spesso di ricevere domande come:
    “Secondo voi questa idea funziona?”
    “Vale la pena investirci?”
    La verità è che nessuna idea, da sola, è garanzia di successo. Un’idea va validata, testata, stressata prima di diventare un progetto su cui investire tempo e denaro.
    Noi di impresa.biz abbiamo definito un metodo pratico per valutare un’idea imprenditoriale in modo oggettivo e concreto. E oggi lo condividiamo con te, passo dopo passo.

    1. Il problema esiste davvero?
    Tutte le buone idee risolvono un problema. Ma attenzione: il problema deve essere reale, sentito e urgente per un gruppo di persone disposto a pagare per risolverlo.

    Se il tuo progetto parte da un'intuizione, chiediti:
    -Chi ha davvero questo problema?
    -Quanto è disposto a spendere per risolverlo?
    -Come lo risolve oggi?
    Validazione: parla con potenziali clienti, ascolta i loro bisogni. Niente sondaggi online: conversazioni vere.

    2. C'è un mercato sufficientemente grande?
    Una buona idea deve poter scalare. Quanto è grande il mercato a cui ti rivolgi? È in crescita o in calo? Ci sono nicchie più redditizie?

    Usiamo spesso questo schema:
    -TAM (Total Addressable Market)
    -SAM (Served Available Market)
    -SOM (Share of Market)
    Strumento utile: ricerche di mercato, dati Istat, trend Google, report di settore.

    3. Cosa ci rende diversi (e migliori)?
    Nel 2025, fare qualcosa “già visto” non basta. Serve un vantaggio competitivo chiaro: prezzo, servizio, qualità, velocità, esperienza, tecnologia… qualcosa che ti distingua davvero.
    Domanda critica: perché un cliente dovrebbe scegliere noi invece della soluzione attuale?

    4. Il modello di business è sostenibile?
    Un’idea geniale che non genera margini o ha costi fuori controllo non regge. Qui entra in gioco il Business Model:
    -Quali sono i costi per acquisire un cliente?
    -Quanto ci resta in tasca per ogni vendita?
    -Il cash flow è positivo?
    Strumento pratico: usa il Business Model Canvas per visualizzare tutto su una pagina.

    5. Hai un piano minimo per testare (senza indebitarti)?
    Prima di “lanciarsi”, costruisci un MVP (Minimum Viable Product): la versione più semplice possibile per testare il mercato.

    Non serve un sito da 10.000€, magari bastano:
    -una landing page con un form
    -un questionario strutturato
    -un piccolo evento/test pilota
    Obiettivo: raccogliere feedback reali, prima di investire grandi cifre.

    Valutare un’idea imprenditoriale non significa prevedere il futuro, ma ridurre al minimo i rischi e aumentare la consapevolezza.
    Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori, startupper e PMI a validare progetti, testare modelli e passare dall’idea all’azione con metodo.

    Hai un’idea e vuoi capire se “sta in piedi”?
    Contattaci per una prima valutazione gratuita: ti aiutiamo a metterla alla prova, prima che siano i costi (o il mercato) a farlo al posto tuo.

    #IdeaDiBusiness #StartupThinking #BusinessModelCanvas #ValutazioneIdea #InnovazionePMI #NuoviProgetti #MVP #CrescitaAziendale #ImpresaItaliana #ConsulenzaStrategica #TestDiMercato

    Come valutare un’idea imprenditoriale prima di investire Nel nostro lavoro di affiancamento alle imprese, ci capita spesso di ricevere domande come: “Secondo voi questa idea funziona?” “Vale la pena investirci?” La verità è che nessuna idea, da sola, è garanzia di successo. Un’idea va validata, testata, stressata prima di diventare un progetto su cui investire tempo e denaro. Noi di impresa.biz abbiamo definito un metodo pratico per valutare un’idea imprenditoriale in modo oggettivo e concreto. E oggi lo condividiamo con te, passo dopo passo. 1. Il problema esiste davvero? Tutte le buone idee risolvono un problema. Ma attenzione: il problema deve essere reale, sentito e urgente per un gruppo di persone disposto a pagare per risolverlo. Se il tuo progetto parte da un'intuizione, chiediti: -Chi ha davvero questo problema? -Quanto è disposto a spendere per risolverlo? -Come lo risolve oggi? 👉 Validazione: parla con potenziali clienti, ascolta i loro bisogni. Niente sondaggi online: conversazioni vere. 2. C'è un mercato sufficientemente grande? Una buona idea deve poter scalare. Quanto è grande il mercato a cui ti rivolgi? È in crescita o in calo? Ci sono nicchie più redditizie? Usiamo spesso questo schema: -TAM (Total Addressable Market) -SAM (Served Available Market) -SOM (Share of Market) 👉 Strumento utile: ricerche di mercato, dati Istat, trend Google, report di settore. 3. Cosa ci rende diversi (e migliori)? Nel 2025, fare qualcosa “già visto” non basta. Serve un vantaggio competitivo chiaro: prezzo, servizio, qualità, velocità, esperienza, tecnologia… qualcosa che ti distingua davvero. 👉 Domanda critica: perché un cliente dovrebbe scegliere noi invece della soluzione attuale? 4. Il modello di business è sostenibile? Un’idea geniale che non genera margini o ha costi fuori controllo non regge. Qui entra in gioco il Business Model: -Quali sono i costi per acquisire un cliente? -Quanto ci resta in tasca per ogni vendita? -Il cash flow è positivo? 👉 Strumento pratico: usa il Business Model Canvas per visualizzare tutto su una pagina. 5. Hai un piano minimo per testare (senza indebitarti)? Prima di “lanciarsi”, costruisci un MVP (Minimum Viable Product): la versione più semplice possibile per testare il mercato. Non serve un sito da 10.000€, magari bastano: -una landing page con un form -un questionario strutturato -un piccolo evento/test pilota 👉 Obiettivo: raccogliere feedback reali, prima di investire grandi cifre. Valutare un’idea imprenditoriale non significa prevedere il futuro, ma ridurre al minimo i rischi e aumentare la consapevolezza. Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori, startupper e PMI a validare progetti, testare modelli e passare dall’idea all’azione con metodo. Hai un’idea e vuoi capire se “sta in piedi”? Contattaci per una prima valutazione gratuita: ti aiutiamo a metterla alla prova, prima che siano i costi (o il mercato) a farlo al posto tuo. #IdeaDiBusiness #StartupThinking #BusinessModelCanvas #ValutazioneIdea #InnovazionePMI #NuoviProgetti #MVP #CrescitaAziendale #ImpresaItaliana #ConsulenzaStrategica #TestDiMercato
    0 Commenti 0 Condivisioni 308 Viste 0 Recensioni
  • Business Model Canvas: guida pratica per costruire il tuo modello di business

    Negli ultimi anni, sempre più imprese si sono trovate a dover ripensare il proprio modello di business. Cambiamenti di mercato, evoluzioni tecnologiche, nuove esigenze dei clienti: tutto questo impone di rimettere al centro la domanda fondamentale “Come generiamo valore?”.
    Noi di impresa.biz utilizziamo spesso il Business Model Canvas per aiutare le PMI a rispondere a questa domanda in modo strutturato, chiaro e visivo. In questo articolo vogliamo offrirti una guida pratica per usarlo efficacemente.

    Cos'è il Business Model Canvas
    Il Business Model Canvas è uno strumento ideato da Alexander Osterwalder, composto da 9 blocchi fondamentali, che ti permette di visualizzare e progettare il modello di business della tua impresa su una sola pagina.

    È uno schema semplice, ma potentissimo. Lo utilizziamo ogni volta che affianchiamo un’impresa che deve:
    -lanciare un nuovo prodotto o servizio;
    -entrare in un nuovo mercato;
    -innovare il proprio modello tradizionale.

    Come si usa, blocco per blocco
    Ecco una guida pratica, con le domande giuste da farsi per ogni blocco:
    -Segmenti di clientela (Customer Segments)
    -A chi ci rivolgiamo?
    -Quali sono i nostri clienti principali?
    -Ci sono nicchie da valorizzare?
    -Proposte di valore (Value Propositions)
    -Che problemi risolviamo?
    -Quale valore offriamo ai nostri clienti?
    -Cosa ci distingue dai concorrenti?
    -Canali (Channels)
    -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti?
    -Come consegniamo valore?
    -Funzionano meglio i canali digitali o quelli fisici?
    -Relazioni con i clienti (Customer Relationships)
    -Che tipo di relazione si aspettano i clienti?
    -Offriamo supporto umano, self-service, automazione?
    -Come fidelizziamo?
    -Flussi di ricavi (Revenue Streams)
    -Come guadagniamo?
    -Abbiamo entrate ricorrenti o una tantum?
    -Possiamo creare nuovi flussi (es. abbonamenti, licenze)?
    -Risorse chiave (Key Resources)
    -Quali risorse sono essenziali per creare valore?
    -Persone, tecnologie, impianti, brevetti?
    -Attività chiave (Key Activities)
    -Quali attività dobbiamo assolutamente svolgere?
    -Produzione, marketing, assistenza clienti, R&D?
    -Partner chiave (Key Partners)
    -Chi ci aiuta a realizzare il nostro modello?
    -Fornitori strategici, reti di distribuzione, alleanze?
    -Struttura dei costi (Cost Structure)
    -Quali sono i costi principali?
    -Dove possiamo ottimizzare?
    -Abbiamo costi fissi, variabili, economie di scala?

    Perché funziona
    Il Business Model Canvas ci permette di vedere l’impresa come un sistema, dove ogni elemento è collegato agli altri. Quando compiliamo il Canvas con un cliente, spesso emergono intuizioni che cambiano la visione d’insieme: costi non considerati, clienti trascurati, opportunità digitali non sfruttate.
    Non è solo uno strumento di analisi, ma un motore di innovazione.

    Il nostro consiglio
    Stampalo in grande, prendi dei post-it e riempilo con il tuo team. Confrontatevi, discutete, cambiate. Una buona strategia nasce sempre dal confronto tra idee diverse.
    Noi di impresa.biz lo usiamo anche per facilitare workshop strategici: è uno strumento potente per far emergere visioni condivise e costruire modelli di business più sostenibili e competitivi.

    Vuoi il nostro supporto?
    Hai bisogno di un supporto personalizzato per compilare e interpretare il tuo Business Model Canvas? Contattaci: ti aiuteremo a trasformare il tuo modello di business in un vantaggio competitivo.

    #BusinessModelCanvas #StrategiaPMI #InnovazioneAziendale #ModelloDiBusiness #CrescitaPMI #BusinessDesign #VisualThinking #Impresa2025 #StartupTools #ConsulenzaStrategica

    Business Model Canvas: guida pratica per costruire il tuo modello di business Negli ultimi anni, sempre più imprese si sono trovate a dover ripensare il proprio modello di business. Cambiamenti di mercato, evoluzioni tecnologiche, nuove esigenze dei clienti: tutto questo impone di rimettere al centro la domanda fondamentale “Come generiamo valore?”. Noi di impresa.biz utilizziamo spesso il Business Model Canvas per aiutare le PMI a rispondere a questa domanda in modo strutturato, chiaro e visivo. In questo articolo vogliamo offrirti una guida pratica per usarlo efficacemente. Cos'è il Business Model Canvas Il Business Model Canvas è uno strumento ideato da Alexander Osterwalder, composto da 9 blocchi fondamentali, che ti permette di visualizzare e progettare il modello di business della tua impresa su una sola pagina. È uno schema semplice, ma potentissimo. Lo utilizziamo ogni volta che affianchiamo un’impresa che deve: -lanciare un nuovo prodotto o servizio; -entrare in un nuovo mercato; -innovare il proprio modello tradizionale. Come si usa, blocco per blocco Ecco una guida pratica, con le domande giuste da farsi per ogni blocco: -Segmenti di clientela (Customer Segments) -A chi ci rivolgiamo? -Quali sono i nostri clienti principali? -Ci sono nicchie da valorizzare? -Proposte di valore (Value Propositions) -Che problemi risolviamo? -Quale valore offriamo ai nostri clienti? -Cosa ci distingue dai concorrenti? -Canali (Channels) -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti? -Come consegniamo valore? -Funzionano meglio i canali digitali o quelli fisici? -Relazioni con i clienti (Customer Relationships) -Che tipo di relazione si aspettano i clienti? -Offriamo supporto umano, self-service, automazione? -Come fidelizziamo? -Flussi di ricavi (Revenue Streams) -Come guadagniamo? -Abbiamo entrate ricorrenti o una tantum? -Possiamo creare nuovi flussi (es. abbonamenti, licenze)? -Risorse chiave (Key Resources) -Quali risorse sono essenziali per creare valore? -Persone, tecnologie, impianti, brevetti? -Attività chiave (Key Activities) -Quali attività dobbiamo assolutamente svolgere? -Produzione, marketing, assistenza clienti, R&D? -Partner chiave (Key Partners) -Chi ci aiuta a realizzare il nostro modello? -Fornitori strategici, reti di distribuzione, alleanze? -Struttura dei costi (Cost Structure) -Quali sono i costi principali? -Dove possiamo ottimizzare? -Abbiamo costi fissi, variabili, economie di scala? Perché funziona Il Business Model Canvas ci permette di vedere l’impresa come un sistema, dove ogni elemento è collegato agli altri. Quando compiliamo il Canvas con un cliente, spesso emergono intuizioni che cambiano la visione d’insieme: costi non considerati, clienti trascurati, opportunità digitali non sfruttate. Non è solo uno strumento di analisi, ma un motore di innovazione. Il nostro consiglio Stampalo in grande, prendi dei post-it e riempilo con il tuo team. Confrontatevi, discutete, cambiate. Una buona strategia nasce sempre dal confronto tra idee diverse. Noi di impresa.biz lo usiamo anche per facilitare workshop strategici: è uno strumento potente per far emergere visioni condivise e costruire modelli di business più sostenibili e competitivi. Vuoi il nostro supporto? Hai bisogno di un supporto personalizzato per compilare e interpretare il tuo Business Model Canvas? Contattaci: ti aiuteremo a trasformare il tuo modello di business in un vantaggio competitivo. #BusinessModelCanvas #StrategiaPMI #InnovazioneAziendale #ModelloDiBusiness #CrescitaPMI #BusinessDesign #VisualThinking #Impresa2025 #StartupTools #ConsulenzaStrategica
    0 Commenti 0 Condivisioni 332 Viste 0 Recensioni
  • Modelli di business innovativi: cosa funziona oggi (e perché)
    Negli ultimi anni, abbiamo visto trasformarsi profondamente il modo in cui le imprese guadagnano. Nuovi modelli di business hanno rivoluzionato interi settori, creando opportunità per startup agili e aziende capaci di adattarsi.
    Noi di Impresa.biz, lavorando a stretto contatto con imprenditori e progetti in fase iniziale, abbiamo identificato alcuni modelli di business innovativi che vale davvero la pena conoscere, testare e – se il contesto lo consente – adottare.

    Ecco quelli che, secondo la nostra esperienza, stanno facendo la differenza.

    1. Freemium
    Offri qualcosa gratis, vendi il valore aggiunto

    È uno dei modelli più diffusi nel digitale. Si offre un prodotto o servizio base gratuito, e si monetizza attraverso funzionalità premium, assistenza avanzata o contenuti esclusivi.

    Esempi noti: Spotify, Canva, Dropbox
    Funziona se il prodotto gratuito è utile, ma lascia intravedere un valore ancora maggiore a pagamento.
    Attenzione a: trovare il giusto equilibrio tra ciò che è gratis e ciò che va pagato. Se il free è troppo ricco, nessuno passerà alla versione premium.

    2. Subscription (abbonamento)
    Entrate ricorrenti = stabilità di cassa

    È un modello che adoriamo: crea una relazione continuativa col cliente e permette una previsione più chiara dei flussi di cassa. Funziona per software, formazione, servizi, prodotti di consumo.

    Esempi noti: Netflix, Amazon Prime, Gympass
    Funziona se offriamo continuità di valore e un’esperienza fluida.
    Attenzione a: evitare la "fatica da abbonamento". L’offerta deve restare viva, aggiornata e percepita come utile mese dopo mese.

    3. Marketplace
    Metti in contatto domanda e offerta, prendi una percentuale

    Un modello potente, ma complesso da avviare. La piattaforma non vende direttamente, ma facilita lo scambio tra utenti (venditori e acquirenti, host e ospiti, ecc.).

    Esempi noti: Airbnb, Subito.it, Fiverr
    Funziona se si riesce a costruire fiducia e volume.
    Attenzione a: il classico "problema dell’uovo e della gallina": servono venditori per attrarre compratori, ma anche il contrario.

    4. On demand / pay-per-use
    Paghi solo quando usi il servizio

    Modello sempre più apprezzato perché flessibile. Ideale per servizi occasionali o dove l’acquisto “a consumo” ha più senso di un abbonamento.

    Esempi noti: Uber, Glovo, AWS
    Funziona se il servizio è disponibile subito, senza frizioni.
    Attenzione a: garantire qualità costante, anche se l’uso non è regolare.

    5. Licensing / White label
    Fai sviluppare a te, vendono gli altri

    Un modello più B2B, in cui si crea un prodotto o una tecnologia che altri brand possono personalizzare e rivendere.

    Esempi noti: software white label, franchising digitali
    Funziona se si ha un know-how o una tecnologia distintiva.
    Attenzione a: proteggere la proprietà intellettuale e mantenere un certo controllo sulla qualità.

    6. Productized service
    Un servizio confezionato come un prodotto

    Un modello sempre più adottato da consulenti e agenzie: invece di vendere ore di lavoro, si vende un “pacchetto” chiaro, con un prezzo fisso, dei tempi definiti e un risultato preciso.

    Esempi noti: servizi SEO “chiavi in mano”, grafica su abbonamento (es. Design Pickle)
    Funziona se il processo è standardizzabile.
    Attenzione a: non sottovalutare i costi nascosti di personalizzazione extra.

    Qual è il modello giusto?
    Dipende da cosa vendiamo, a chi ci rivolgiamo e da come vogliamo crescere.
    Il nostro consiglio? Sperimentare in piccolo, osservare i dati, adattare rapidamente.
    Un’idea innovativa non vale nulla se non si regge su un modello sostenibile e scalabile.

    #ModelliDiBusiness #Startup #Innovazione #Freemium #SubscriptionModel #BusinessStrategy #ImpresaBiz #DigitalBusiness #GoToMarket #BusinessModelCanvas

    Modelli di business innovativi: cosa funziona oggi (e perché) Negli ultimi anni, abbiamo visto trasformarsi profondamente il modo in cui le imprese guadagnano. Nuovi modelli di business hanno rivoluzionato interi settori, creando opportunità per startup agili e aziende capaci di adattarsi. Noi di Impresa.biz, lavorando a stretto contatto con imprenditori e progetti in fase iniziale, abbiamo identificato alcuni modelli di business innovativi che vale davvero la pena conoscere, testare e – se il contesto lo consente – adottare. Ecco quelli che, secondo la nostra esperienza, stanno facendo la differenza. 1. Freemium Offri qualcosa gratis, vendi il valore aggiunto È uno dei modelli più diffusi nel digitale. Si offre un prodotto o servizio base gratuito, e si monetizza attraverso funzionalità premium, assistenza avanzata o contenuti esclusivi. 📌 Esempi noti: Spotify, Canva, Dropbox ✅ Funziona se il prodotto gratuito è utile, ma lascia intravedere un valore ancora maggiore a pagamento. ⚠️ Attenzione a: trovare il giusto equilibrio tra ciò che è gratis e ciò che va pagato. Se il free è troppo ricco, nessuno passerà alla versione premium. 2. Subscription (abbonamento) Entrate ricorrenti = stabilità di cassa È un modello che adoriamo: crea una relazione continuativa col cliente e permette una previsione più chiara dei flussi di cassa. Funziona per software, formazione, servizi, prodotti di consumo. 📌 Esempi noti: Netflix, Amazon Prime, Gympass ✅ Funziona se offriamo continuità di valore e un’esperienza fluida. ⚠️ Attenzione a: evitare la "fatica da abbonamento". L’offerta deve restare viva, aggiornata e percepita come utile mese dopo mese. 3. Marketplace Metti in contatto domanda e offerta, prendi una percentuale Un modello potente, ma complesso da avviare. La piattaforma non vende direttamente, ma facilita lo scambio tra utenti (venditori e acquirenti, host e ospiti, ecc.). 📌 Esempi noti: Airbnb, Subito.it, Fiverr ✅ Funziona se si riesce a costruire fiducia e volume. ⚠️ Attenzione a: il classico "problema dell’uovo e della gallina": servono venditori per attrarre compratori, ma anche il contrario. 4. On demand / pay-per-use Paghi solo quando usi il servizio Modello sempre più apprezzato perché flessibile. Ideale per servizi occasionali o dove l’acquisto “a consumo” ha più senso di un abbonamento. 📌 Esempi noti: Uber, Glovo, AWS ✅ Funziona se il servizio è disponibile subito, senza frizioni. ⚠️ Attenzione a: garantire qualità costante, anche se l’uso non è regolare. 5. Licensing / White label Fai sviluppare a te, vendono gli altri Un modello più B2B, in cui si crea un prodotto o una tecnologia che altri brand possono personalizzare e rivendere. 📌 Esempi noti: software white label, franchising digitali ✅ Funziona se si ha un know-how o una tecnologia distintiva. ⚠️ Attenzione a: proteggere la proprietà intellettuale e mantenere un certo controllo sulla qualità. 6. Productized service Un servizio confezionato come un prodotto Un modello sempre più adottato da consulenti e agenzie: invece di vendere ore di lavoro, si vende un “pacchetto” chiaro, con un prezzo fisso, dei tempi definiti e un risultato preciso. 📌 Esempi noti: servizi SEO “chiavi in mano”, grafica su abbonamento (es. Design Pickle) ✅ Funziona se il processo è standardizzabile. ⚠️ Attenzione a: non sottovalutare i costi nascosti di personalizzazione extra. Qual è il modello giusto? Dipende da cosa vendiamo, a chi ci rivolgiamo e da come vogliamo crescere. Il nostro consiglio? Sperimentare in piccolo, osservare i dati, adattare rapidamente. Un’idea innovativa non vale nulla se non si regge su un modello sostenibile e scalabile. #ModelliDiBusiness #Startup #Innovazione #Freemium #SubscriptionModel #BusinessStrategy #ImpresaBiz #DigitalBusiness #GoToMarket #BusinessModelCanvas
    0 Commenti 0 Condivisioni 331 Viste 0 Recensioni
  • Come validare un’idea di business
    La nostra guida concreta per evitare di costruire un’azienda su sabbie mobili

    Quante volte ci è capitato di sentire frasi come:
    "Ho un’idea geniale, ma non so se funzionerà."
    Oppure:
    "Voglio lanciare un nuovo progetto, ma non so da dove cominciare."

    Noi di Impresa.biz ci siamo passati. E sappiamo che l’errore più comune è partire a costruire senza prima validare. Avere una buona idea non basta. Serve capire se c’è un mercato, se esiste davvero una domanda e – soprattutto – se qualcuno è disposto a pagare per la nostra soluzione.

    Ecco il nostro metodo, semplice e diretto, per validare un’idea di business prima di investirci tempo e risorse.

    1. Partiamo dal problema, non dalla soluzione
    Spesso ci innamoriamo dell’idea e dimentichiamo di chiederci: Che problema risolve davvero?
    Se il problema è vago, irrilevante o sentito solo da noi, il progetto parte già zoppo.
    Per validare un’idea, dobbiamo iniziare parlando con chi quel problema lo vive davvero.

    2. Facciamo interviste, non sondaggi
    I sondaggi sono utili, ma spesso portano risposte superficiali o condizionate. Noi preferiamo le interviste qualitative: 10-15 conversazioni con potenziali clienti ci danno informazioni preziose.
    Domande aperte, niente pitch, solo ascolto.
    Vogliamo capire come il problema si manifesta nella vita reale e come le persone cercano di risolverlo oggi.

    3. Analizziamo la concorrenza
    Se nessuno offre nulla di simile, non è sempre un buon segno.
    Controlliamo se ci sono soluzioni esistenti, come funzionano, quanto costano, chi le usa.
    La concorrenza è una conferma dell’esistenza di un mercato. Ma ci dà anche lo spunto per capire cosa possiamo fare meglio, o diversamente.

    4. Costruiamo una proposta di valore chiara
    Dopo aver ascoltato il mercato, dobbiamo saper rispondere con chiarezza a tre domande:

    -Per chi è la nostra soluzione?
    -Quale problema risolve concretamente?
    -Perché dovrebbero scegliere noi e non altri?
    Se la nostra value proposition non è semplice, concreta e differenziante, dobbiamo tornare a rielaborarla.

    5. Testiamo con un MVP (prodotto minimo funzionante)
    Non serve costruire tutto. Serve testare presto.
    Creiamo una versione base della nostra idea (una landing page, un prototipo, un servizio manuale) e la mettiamo davanti a utenti veri.
    Vogliamo capire se sono disposti ad agire: lasciare un contatto, cliccare, preordinare, pagare.
    Il comportamento conta più delle opinioni.

    6. Raccogliamo feedback, miglioriamo, ripetiamo
    La validazione è un processo, non un test unico.
    Ogni feedback è un’occasione per migliorare. Ogni ostacolo è un indizio.
    Non ci innamoriamo della prima versione della nostra idea: la modifichiamo, la stringiamo, a volte la ribaltiamo del tutto.

    In sintesi: meglio validare oggi che fallire domani
    Lanciare un business è già abbastanza complicato. Validare prima ci fa risparmiare soldi, tempo e frustrazione.
    Per noi di Impresa.biz, è un passaggio obbligatorio, non un’opzione.
    Perché costruire su basi solide fa la differenza tra un’intuizione e un’impresa vera.

    #ValidazioneIdea #StartupTips #BusinessPlanning #ImpresaBiz #ValidareUnIdea #CustomerDiscovery #BusinessModel #StrategiaStartup
    Come validare un’idea di business La nostra guida concreta per evitare di costruire un’azienda su sabbie mobili Quante volte ci è capitato di sentire frasi come: "Ho un’idea geniale, ma non so se funzionerà." Oppure: "Voglio lanciare un nuovo progetto, ma non so da dove cominciare." Noi di Impresa.biz ci siamo passati. E sappiamo che l’errore più comune è partire a costruire senza prima validare. Avere una buona idea non basta. Serve capire se c’è un mercato, se esiste davvero una domanda e – soprattutto – se qualcuno è disposto a pagare per la nostra soluzione. Ecco il nostro metodo, semplice e diretto, per validare un’idea di business prima di investirci tempo e risorse. 1. Partiamo dal problema, non dalla soluzione Spesso ci innamoriamo dell’idea e dimentichiamo di chiederci: Che problema risolve davvero? Se il problema è vago, irrilevante o sentito solo da noi, il progetto parte già zoppo. Per validare un’idea, dobbiamo iniziare parlando con chi quel problema lo vive davvero. 2. Facciamo interviste, non sondaggi I sondaggi sono utili, ma spesso portano risposte superficiali o condizionate. Noi preferiamo le interviste qualitative: 10-15 conversazioni con potenziali clienti ci danno informazioni preziose. Domande aperte, niente pitch, solo ascolto. Vogliamo capire come il problema si manifesta nella vita reale e come le persone cercano di risolverlo oggi. 3. Analizziamo la concorrenza Se nessuno offre nulla di simile, non è sempre un buon segno. Controlliamo se ci sono soluzioni esistenti, come funzionano, quanto costano, chi le usa. La concorrenza è una conferma dell’esistenza di un mercato. Ma ci dà anche lo spunto per capire cosa possiamo fare meglio, o diversamente. 4. Costruiamo una proposta di valore chiara Dopo aver ascoltato il mercato, dobbiamo saper rispondere con chiarezza a tre domande: -Per chi è la nostra soluzione? -Quale problema risolve concretamente? -Perché dovrebbero scegliere noi e non altri? Se la nostra value proposition non è semplice, concreta e differenziante, dobbiamo tornare a rielaborarla. 5. Testiamo con un MVP (prodotto minimo funzionante) Non serve costruire tutto. Serve testare presto. Creiamo una versione base della nostra idea (una landing page, un prototipo, un servizio manuale) e la mettiamo davanti a utenti veri. Vogliamo capire se sono disposti ad agire: lasciare un contatto, cliccare, preordinare, pagare. Il comportamento conta più delle opinioni. 6. Raccogliamo feedback, miglioriamo, ripetiamo La validazione è un processo, non un test unico. Ogni feedback è un’occasione per migliorare. Ogni ostacolo è un indizio. Non ci innamoriamo della prima versione della nostra idea: la modifichiamo, la stringiamo, a volte la ribaltiamo del tutto. In sintesi: meglio validare oggi che fallire domani Lanciare un business è già abbastanza complicato. Validare prima ci fa risparmiare soldi, tempo e frustrazione. Per noi di Impresa.biz, è un passaggio obbligatorio, non un’opzione. Perché costruire su basi solide fa la differenza tra un’intuizione e un’impresa vera. #ValidazioneIdea #StartupTips #BusinessPlanning #ImpresaBiz #ValidareUnIdea #CustomerDiscovery #BusinessModel #StrategiaStartup
    0 Commenti 0 Condivisioni 314 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca