• Clienti High-Ticket: Come Trovarli, Conquistarli e Farli Restare

    Quando ho iniziato a lavorare con clienti disposti a investire davvero in servizi o prodotti di alto valore, ho capito subito che non basta offrire qualcosa di buono: bisogna costruire relazioni di fiducia, parlare il loro linguaggio e dare un’esperienza premium. Ti racconto il mio percorso e cosa funziona davvero per trovare, conquistare e mantenere clienti high-ticket.

    Come trovo i miei clienti high-ticket?
    Per prima cosa, ho imparato a identificare con precisione il mio cliente ideale: non un pubblico generico, ma persone con problemi specifici e la capacità (e la voglia) di investire in soluzioni di qualità.
    Ho usato LinkedIn, eventi di settore e gruppi esclusivi per entrare in contatto con loro, sempre con un approccio autentico e professionale.

    Come li conquisto?
    Qui non si tratta solo di vendere, ma di creare valore prima di tutto. Offro contenuti esclusivi, webinar di approfondimento e consulenze gratuite che mostrano la mia competenza e la mia attenzione alle loro esigenze.
    Il cliente high-ticket deve sentire che dietro il prodotto c’è qualcuno che capisce i suoi obiettivi e che lo supporterà davvero.

    Come li faccio restare?
    La chiave è un servizio clienti premium e un rapporto continuo. Dopo la vendita, non sparisco. Mantengo il contatto, chiedo feedback e offro aggiornamenti personalizzati. Spesso costruisco programmi di loyalty o membership per creare un senso di appartenenza.

    Il mindset giusto per lavorare con clienti high-ticket
    Serve molta pazienza, empatia e professionalità. Non sono qui per vendere a tutti i costi, ma per costruire partnership di valore nel lungo periodo. Se sei pronta a investire tempo nella relazione, il ritorno sarà incredibile.

    Trovare, conquistare e mantenere clienti high-ticket non è semplice, ma con la strategia giusta e un approccio autentico, è possibile. Io l’ho fatto e ti assicuro che lavorare con clienti che apprezzano davvero il tuo valore ti cambia il business.

    #ClientiHighTicket #VenditeDiValore #BusinessPremium #ImpresaBiz #StrategieDiVendita #GirlBoss

    Clienti High-Ticket: Come Trovarli, Conquistarli e Farli Restare Quando ho iniziato a lavorare con clienti disposti a investire davvero in servizi o prodotti di alto valore, ho capito subito che non basta offrire qualcosa di buono: bisogna costruire relazioni di fiducia, parlare il loro linguaggio e dare un’esperienza premium. Ti racconto il mio percorso e cosa funziona davvero per trovare, conquistare e mantenere clienti high-ticket. Come trovo i miei clienti high-ticket? Per prima cosa, ho imparato a identificare con precisione il mio cliente ideale: non un pubblico generico, ma persone con problemi specifici e la capacità (e la voglia) di investire in soluzioni di qualità. Ho usato LinkedIn, eventi di settore e gruppi esclusivi per entrare in contatto con loro, sempre con un approccio autentico e professionale. Come li conquisto? Qui non si tratta solo di vendere, ma di creare valore prima di tutto. Offro contenuti esclusivi, webinar di approfondimento e consulenze gratuite che mostrano la mia competenza e la mia attenzione alle loro esigenze. Il cliente high-ticket deve sentire che dietro il prodotto c’è qualcuno che capisce i suoi obiettivi e che lo supporterà davvero. Come li faccio restare? La chiave è un servizio clienti premium e un rapporto continuo. Dopo la vendita, non sparisco. Mantengo il contatto, chiedo feedback e offro aggiornamenti personalizzati. Spesso costruisco programmi di loyalty o membership per creare un senso di appartenenza. Il mindset giusto per lavorare con clienti high-ticket Serve molta pazienza, empatia e professionalità. Non sono qui per vendere a tutti i costi, ma per costruire partnership di valore nel lungo periodo. Se sei pronta a investire tempo nella relazione, il ritorno sarà incredibile. Trovare, conquistare e mantenere clienti high-ticket non è semplice, ma con la strategia giusta e un approccio autentico, è possibile. Io l’ho fatto e ti assicuro che lavorare con clienti che apprezzano davvero il tuo valore ti cambia il business. #ClientiHighTicket #VenditeDiValore #BusinessPremium #ImpresaBiz #StrategieDiVendita #GirlBoss
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  • 10 Idee di Business che Funzionano nel 2025 (Anche Senza Budget)

    Te lo dico sinceramente: non serve essere milionaria per iniziare un business nel 2025. Serve visione, flessibilità e una forte connessione con quello che la gente cerca davvero. Io ho cominciato così: pochi mezzi, tante idee, e il coraggio di testare. E oggi ti lascio 10 spunti concreti che puoi valutare anche senza grandi investimenti iniziali.

    1. Servizi in abbonamento su misura
    Ho visto tante donne lanciare mini-abbonamenti su temi di nicchia: skincare naturale, yoga mensile, organizzazione domestica, meal plan. Se hai competenza e community, puoi partire anche da un gruppo Telegram o Substack gratuito.

    2. Consulenze digitali (in base alle tue competenze)
    Se sai fare qualcosa bene (social media, design, nutrizione, gestione del tempo…), puoi offrire sessioni 1:1. Ti bastano Zoom, Canva e un buon profilo LinkedIn o Instagram per iniziare.

    3. Creazione e vendita di prodotti digitali
    Nel 2025 i PDF ben fatti (planner, guide, workbook), template, preset o corsi brevi vanno fortissimo. Costano zero da produrre e possono diventare una fonte di reddito passivo.

    4. Dropshipping etico o di nicchia
    Sì, il dropshipping esiste ancora — ma funziona solo se trovi una nicchia precisa e comunichi con autenticità. Anche senza magazzino, puoi vendere online se curi bene brand e customer care.

    5. Affiliazioni & content creation
    Se hai un piccolo pubblico (o stai lavorando per costruirlo), puoi iniziare a monetizzare con programmi di affiliazione su Amazon, brand etici, beauty o tech. L’importante è essere credibile e trasparente.

    6. Ghostwriting o copywriting per brand
    Saper scrivere oggi è oro. Se ti piace scrivere ma non vuoi esporti, puoi creare contenuti per blog, newsletter o profili social di aziende. Ti bastano portfolio e contatti giusti.

    7. Virtual assistant specializzata
    Sempre più business cercano assistenti digitali con skill precise: gestione email, customer care, prenotazioni, fatture. Se sei organizzata, è il tuo business perfetto.

    8. Gestione profili social per microbrand
    Tanti piccoli imprenditori hanno bisogno di una presenza online ma non sanno da dove iniziare. Se ti piace creare contenuti, puoi proporre pacchetti basic a realtà locali o creative.

    9. Organizzazione eventi online
    Webinar, masterclass, lanci. Se sei brava con Zoom, Canva e calendari, puoi aiutare creator e coach a organizzare eventi digitali. E se ami pianificare, è anche super divertente.

    10. Rivendita (recommerce) di abiti o oggetti vintage
    Con Vinted, Depop o marketplace locali puoi costruire un micro-business di second hand curato e sostenibile. Parti da casa tua: guarda quello che non usi più e inizia da lì.

    Il 2025 non è l’anno del “grande investimento”. È l’anno del piccolo passo fatto bene. Se hai un’idea e la volontà di provarci, puoi iniziare con zero budget, ma tanta intenzione. Io ci ho creduto... e tu?

    #BusinessFemminile #IdeeDiBusiness2025 #IniziaDaZero #ImpresaBiz #GirlBossMindset #DonneCheFannoImpresa

    10 Idee di Business che Funzionano nel 2025 (Anche Senza Budget) Te lo dico sinceramente: non serve essere milionaria per iniziare un business nel 2025. Serve visione, flessibilità e una forte connessione con quello che la gente cerca davvero. Io ho cominciato così: pochi mezzi, tante idee, e il coraggio di testare. E oggi ti lascio 10 spunti concreti che puoi valutare anche senza grandi investimenti iniziali. 1. Servizi in abbonamento su misura Ho visto tante donne lanciare mini-abbonamenti su temi di nicchia: skincare naturale, yoga mensile, organizzazione domestica, meal plan. Se hai competenza e community, puoi partire anche da un gruppo Telegram o Substack gratuito. 2. Consulenze digitali (in base alle tue competenze) Se sai fare qualcosa bene (social media, design, nutrizione, gestione del tempo…), puoi offrire sessioni 1:1. Ti bastano Zoom, Canva e un buon profilo LinkedIn o Instagram per iniziare. 3. Creazione e vendita di prodotti digitali Nel 2025 i PDF ben fatti (planner, guide, workbook), template, preset o corsi brevi vanno fortissimo. Costano zero da produrre e possono diventare una fonte di reddito passivo. 4. Dropshipping etico o di nicchia Sì, il dropshipping esiste ancora — ma funziona solo se trovi una nicchia precisa e comunichi con autenticità. Anche senza magazzino, puoi vendere online se curi bene brand e customer care. 5. Affiliazioni & content creation Se hai un piccolo pubblico (o stai lavorando per costruirlo), puoi iniziare a monetizzare con programmi di affiliazione su Amazon, brand etici, beauty o tech. L’importante è essere credibile e trasparente. 6. Ghostwriting o copywriting per brand Saper scrivere oggi è oro. Se ti piace scrivere ma non vuoi esporti, puoi creare contenuti per blog, newsletter o profili social di aziende. Ti bastano portfolio e contatti giusti. 7. Virtual assistant specializzata Sempre più business cercano assistenti digitali con skill precise: gestione email, customer care, prenotazioni, fatture. Se sei organizzata, è il tuo business perfetto. 8. Gestione profili social per microbrand Tanti piccoli imprenditori hanno bisogno di una presenza online ma non sanno da dove iniziare. Se ti piace creare contenuti, puoi proporre pacchetti basic a realtà locali o creative. 9. Organizzazione eventi online Webinar, masterclass, lanci. Se sei brava con Zoom, Canva e calendari, puoi aiutare creator e coach a organizzare eventi digitali. E se ami pianificare, è anche super divertente. 10. Rivendita (recommerce) di abiti o oggetti vintage Con Vinted, Depop o marketplace locali puoi costruire un micro-business di second hand curato e sostenibile. Parti da casa tua: guarda quello che non usi più e inizia da lì. Il 2025 non è l’anno del “grande investimento”. È l’anno del piccolo passo fatto bene. Se hai un’idea e la volontà di provarci, puoi iniziare con zero budget, ma tanta intenzione. Io ci ho creduto... e tu? #BusinessFemminile #IdeeDiBusiness2025 #IniziaDaZero #ImpresaBiz #GirlBossMindset #DonneCheFannoImpresa
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  • Incubatori e Acceleratori: Qual è il Giusto Percorso per la Tua Startup

    Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto il cammino di una startup sia pieno di sfide e decisioni cruciali. Tra queste, scegliere il percorso giusto per crescere e svilupparsi può fare la differenza tra successo e stagnazione. Due delle principali opzioni a disposizione sono gli incubatori e gli acceleratori: strumenti potenti, ma con caratteristiche e finalità diverse.

    Cos’è un Incubatore?
    L’incubatore è un ambiente progettato per supportare startup nelle fasi iniziali, quando l’idea è ancora in fase di sviluppo e serve consolidare il modello di business. Gli incubatori offrono:
    -Spazi di lavoro condivisi
    -Supporto nella definizione del prodotto e del mercato
    -Mentorship e formazione su competenze base
    -Accesso a reti di investitori e partner
    L’obiettivo principale è far crescere la startup con calma e solidità, riducendo i rischi tipici della fase di avvio.

    Cos’è un Acceleratore?
    Gli acceleratori sono programmi intensivi, solitamente di durata limitata (3-6 mesi), pensati per startup già validate che vogliono scalare rapidamente. Offrono:
    -Programmi strutturati di mentorship avanzata
    -Networking con investitori, clienti e partner strategici
    -Accesso a capitale e servizi specialistici
    -Supporto nella preparazione per round di investimento
    L’acceleratore mira a far crescere velocemente la startup, preparandola a entrare nel mercato su larga scala.

    Quale Percorso Scegliere?
    Se la tua startup è nella fase embrionale, con un’idea da validare e un modello di business da definire, un incubatore può essere il luogo ideale per costruire fondamenta solide.

    Se hai già un prodotto o servizio validato e sei pronto a crescere velocemente, l’acceleratore ti aiuterà a scalare e ad accedere a opportunità di investimento.

    Noi di impresa.biz consigliamo sempre di:
    -Analizzare attentamente la fase in cui si trova la tua startup
    -Valutare i programmi disponibili e le competenze offerte
    -Considerare il network e le opportunità di finanziamento legate a ciascun percorso

    Scegliere tra incubatore e acceleratore è una decisione strategica che può accelerare il percorso di crescita della tua startup. Noi di impresa.biz siamo pronti a guidarti nella scelta e a supportarti in ogni fase, con consulenze dedicate e approfondite.

    #Startup #Incubatori #Acceleratori #CrescitaStartup #ImpresaBiz #Innovazione

    Incubatori e Acceleratori: Qual è il Giusto Percorso per la Tua Startup Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto il cammino di una startup sia pieno di sfide e decisioni cruciali. Tra queste, scegliere il percorso giusto per crescere e svilupparsi può fare la differenza tra successo e stagnazione. Due delle principali opzioni a disposizione sono gli incubatori e gli acceleratori: strumenti potenti, ma con caratteristiche e finalità diverse. Cos’è un Incubatore? L’incubatore è un ambiente progettato per supportare startup nelle fasi iniziali, quando l’idea è ancora in fase di sviluppo e serve consolidare il modello di business. Gli incubatori offrono: -Spazi di lavoro condivisi -Supporto nella definizione del prodotto e del mercato -Mentorship e formazione su competenze base -Accesso a reti di investitori e partner L’obiettivo principale è far crescere la startup con calma e solidità, riducendo i rischi tipici della fase di avvio. Cos’è un Acceleratore? Gli acceleratori sono programmi intensivi, solitamente di durata limitata (3-6 mesi), pensati per startup già validate che vogliono scalare rapidamente. Offrono: -Programmi strutturati di mentorship avanzata -Networking con investitori, clienti e partner strategici -Accesso a capitale e servizi specialistici -Supporto nella preparazione per round di investimento L’acceleratore mira a far crescere velocemente la startup, preparandola a entrare nel mercato su larga scala. Quale Percorso Scegliere? Se la tua startup è nella fase embrionale, con un’idea da validare e un modello di business da definire, un incubatore può essere il luogo ideale per costruire fondamenta solide. Se hai già un prodotto o servizio validato e sei pronto a crescere velocemente, l’acceleratore ti aiuterà a scalare e ad accedere a opportunità di investimento. Noi di impresa.biz consigliamo sempre di: -Analizzare attentamente la fase in cui si trova la tua startup -Valutare i programmi disponibili e le competenze offerte -Considerare il network e le opportunità di finanziamento legate a ciascun percorso Scegliere tra incubatore e acceleratore è una decisione strategica che può accelerare il percorso di crescita della tua startup. Noi di impresa.biz siamo pronti a guidarti nella scelta e a supportarti in ogni fase, con consulenze dedicate e approfondite. #Startup #Incubatori #Acceleratori #CrescitaStartup #ImpresaBiz #Innovazione
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  • Innovare con pochi euro: strategie digitali low cost per imprenditori smart

    Chi l’ha detto che per innovare servono grandi budget, consulenze milionarie o software complessi?
    Nel mio percorso imprenditoriale ho imparato una cosa preziosa: la vera innovazione digitale parte dalle scelte intelligenti, non dai soldi.
    E oggi voglio condividere alcune strategie che ho testato sulla mia pelle, low cost ma ad alto impatto.

    1. Sfrutta al massimo gli strumenti gratuiti (ma professionali)
    Ci sono decine di strumenti digitali gratuiti (o con piani base) che possono davvero fare la differenza:
    -Canva per la grafica social e i materiali promozionali
    -Google Workspace per lavorare in cloud
    -Trello o Notion per organizzare progetti
    -MailerLite o Brevo (ex Sendinblue) per fare email marketing
    Con pochi euro al mese (o anche gratis), puoi gestire comunicazione, marketing e operatività con efficienza.

    2. Costruisci la tua presenza online con pochi mezzi ma tanta autenticità
    Non serve spendere migliaia di euro in siti web.
    Puoi partire con una landing page semplice e funzionale (es. con Carrd o Wix) e lavorare bene sui canali social.
    Ricorda: la chiave è coerenza, costanza e autenticità nel messaggio.

    3. Crea contenuti utili al tuo pubblico
    Fare contenuti non vuol dire solo “essere su Instagram”.
    Significa offrire valore: tutorial, consigli, risposte concrete.
    Puoi iniziare con uno smartphone e una buona luce. Nessuna attrezzatura costosa, solo idee chiare e tanta empatia.

    4. Automatizza quello che puoi
    Automatizzare ti fa risparmiare tempo e ti aiuta a sembrare (e diventare) più professionale.
    Con strumenti come Zapier, puoi far comunicare tra loro app e processi senza scrivere una riga di codice.
    Un esempio? Nuovo contatto su un modulo = email automatica di benvenuto.

    5. Investi dove serve: formazione e mentalità
    Il vero investimento che ho fatto è stato sulla formazione.
    Con meno di 100 euro ho seguito corsi che mi hanno permesso di usare strumenti digitali da sola, con autonomia e consapevolezza.
    E ho lavorato sulla mia mentalità: uscire dalla zona di comfort è gratis, ma vale oro.

    Non servono grandi mezzi, ma grande visione.
    Con pochi euro, tanta voglia di imparare e le giuste strategie, puoi iniziare a innovare davvero.
    Perché la digitalizzazione non è una questione di budget, ma di mentalità.
    E oggi più che mai, essere smart è il vero vantaggio competitivo.

    #innovazionedigitale #lowcoststrategy #digitalizzazionePMI #imprenditoriafemminile #strumentigratuiti #businesssmart #growthmindset #digitaltools #impresa2025 #strategiedigitali

    Innovare con pochi euro: strategie digitali low cost per imprenditori smart Chi l’ha detto che per innovare servono grandi budget, consulenze milionarie o software complessi? Nel mio percorso imprenditoriale ho imparato una cosa preziosa: la vera innovazione digitale parte dalle scelte intelligenti, non dai soldi. E oggi voglio condividere alcune strategie che ho testato sulla mia pelle, low cost ma ad alto impatto. 1. Sfrutta al massimo gli strumenti gratuiti (ma professionali) Ci sono decine di strumenti digitali gratuiti (o con piani base) che possono davvero fare la differenza: -Canva per la grafica social e i materiali promozionali -Google Workspace per lavorare in cloud -Trello o Notion per organizzare progetti -MailerLite o Brevo (ex Sendinblue) per fare email marketing Con pochi euro al mese (o anche gratis), puoi gestire comunicazione, marketing e operatività con efficienza. 2. Costruisci la tua presenza online con pochi mezzi ma tanta autenticità Non serve spendere migliaia di euro in siti web. Puoi partire con una landing page semplice e funzionale (es. con Carrd o Wix) e lavorare bene sui canali social. Ricorda: la chiave è coerenza, costanza e autenticità nel messaggio. 3. Crea contenuti utili al tuo pubblico Fare contenuti non vuol dire solo “essere su Instagram”. Significa offrire valore: tutorial, consigli, risposte concrete. Puoi iniziare con uno smartphone e una buona luce. Nessuna attrezzatura costosa, solo idee chiare e tanta empatia. 4. Automatizza quello che puoi Automatizzare ti fa risparmiare tempo e ti aiuta a sembrare (e diventare) più professionale. Con strumenti come Zapier, puoi far comunicare tra loro app e processi senza scrivere una riga di codice. Un esempio? Nuovo contatto su un modulo = email automatica di benvenuto. 5. Investi dove serve: formazione e mentalità Il vero investimento che ho fatto è stato sulla formazione. Con meno di 100 euro ho seguito corsi che mi hanno permesso di usare strumenti digitali da sola, con autonomia e consapevolezza. E ho lavorato sulla mia mentalità: uscire dalla zona di comfort è gratis, ma vale oro. Non servono grandi mezzi, ma grande visione. Con pochi euro, tanta voglia di imparare e le giuste strategie, puoi iniziare a innovare davvero. Perché la digitalizzazione non è una questione di budget, ma di mentalità. E oggi più che mai, essere smart è il vero vantaggio competitivo. #innovazionedigitale #lowcoststrategy #digitalizzazionePMI #imprenditoriafemminile #strumentigratuiti #businesssmart #growthmindset #digitaltools #impresa2025 #strategiedigitali
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  • Freelance o imprenditore? Scopri cosa fa per te

    Quando ho deciso di lavorare per me stessa, la prima grande domanda è stata:
    Meglio essere freelance o costruire un’impresa vera e propria?

    Spoiler: non esiste una risposta giusta per tutte.
    Ma ci sono delle domande che mi sono fatta — e che ti consiglio di porti se anche tu stai valutando quale strada seguire.

    Se ti piace lavorare in autonomia, ma senza troppi rischi fissi…
    Forse il freelance fa per te.
    Gestisci tu tempi e clienti
    Offri servizi direttamente (copywriting, consulenze, design, social, ecc.)
    Guadagni in base al tempo che dedichi
    Hai meno burocrazia, ma anche meno scalabilità

    Se sogni di costruire qualcosa che vada oltre te…
    Allora potresti essere un’imprenditrice.
    Crei un team, un brand, un sistema che funziona anche senza di te
    Hai più responsabilità, ma anche più potenziale di crescita
    Non vendi solo il tuo tempo, ma un progetto che può diventare grande
    Sì, rischi di più… ma guadagni anche in libertà (vera)

    Come ho scelto io?
    Ho iniziato da freelance. Poi, quando ho capito che volevo qualcosa di scalabile e strutturato, ho fatto il salto.
    Non è stato facile, ma è stato il passo che mi ha cambiato la vita.

    Qualunque sia la tua scelta, l’importante è che sia allineata a chi sei oggi (e a chi vuoi diventare domani).
    Non c’è una sola forma di libertà professionale. C’è la tua.

    #FreelanceLife #ImprenditoriaFemminile #ScelteConsapevoli #MindsetDaCEO #LavoroAutonomo #CrescitaProfessionale #BusinessAlFemminile
    Freelance o imprenditore? Scopri cosa fa per te 💻🏢✨ Quando ho deciso di lavorare per me stessa, la prima grande domanda è stata: 👉 Meglio essere freelance o costruire un’impresa vera e propria? Spoiler: non esiste una risposta giusta per tutte. Ma ci sono delle domande che mi sono fatta — e che ti consiglio di porti se anche tu stai valutando quale strada seguire. Se ti piace lavorare in autonomia, ma senza troppi rischi fissi… 👉 Forse il freelance fa per te. 🔹 Gestisci tu tempi e clienti 🔹 Offri servizi direttamente (copywriting, consulenze, design, social, ecc.) 🔹 Guadagni in base al tempo che dedichi 🔹 Hai meno burocrazia, ma anche meno scalabilità Se sogni di costruire qualcosa che vada oltre te… 👉 Allora potresti essere un’imprenditrice. 🔹 Crei un team, un brand, un sistema che funziona anche senza di te 🔹 Hai più responsabilità, ma anche più potenziale di crescita 🔹 Non vendi solo il tuo tempo, ma un progetto che può diventare grande 🔹 Sì, rischi di più… ma guadagni anche in libertà (vera) Come ho scelto io? Ho iniziato da freelance. Poi, quando ho capito che volevo qualcosa di scalabile e strutturato, ho fatto il salto. Non è stato facile, ma è stato il passo che mi ha cambiato la vita. 🚀 🌟Qualunque sia la tua scelta, l’importante è che sia allineata a chi sei oggi (e a chi vuoi diventare domani). Non c’è una sola forma di libertà professionale. C’è la tua. #FreelanceLife #ImprenditoriaFemminile #ScelteConsapevoli #MindsetDaCEO #LavoroAutonomo #CrescitaProfessionale #BusinessAlFemminile
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  • Come crearsi entrate automatiche anche se parti da zero

    Quando ho iniziato a pensare alle entrate automatiche, mi sembrava un sogno lontanissimo.
    “Io? Guadagnare senza stare 24/7 incollata al computer?” — pensavo. E invece sì, è possibile. E voglio raccontarti come ho iniziato, partendo proprio da zero.

    Cos’è un’entrata automatica?
    È un guadagno che arriva anche quando tu non stai lavorando attivamente, tipo mentre dormi, sei in vacanza o fai altro.
    Esatto: soldi che lavorano per te, non tu per loro!

    Ecco come ho fatto io (e come puoi fare anche tu)
    1. Scegli un’idea scalabile
    Non vendere solo il tuo tempo (tipo consulenze a ore). Pensa a prodotti digitali, corsi, ebook, affiliazioni o servizi che si possono replicare senza doverci essere sempre tu.

    2. Crea contenuti di valore
    Io ho iniziato a condividere know-how e storie, costruendo una community interessata a quello che facevo. Senza pubblico, niente entrate automatiche!

    3. Automatizza la vendita e la distribuzione
    Con strumenti come funnel di vendita, email marketing e piattaforme digitali, il processo di vendita può girare da solo. Io uso tool semplici che fanno quasi tutto al posto mio.

    4. Fai attenzione al cliente, ma senza stress
    L’automazione non vuol dire abbandono. Io rispondo ai messaggi chiave, raccolgo feedback e aggiorno i prodotti. Così la qualità resta alta senza bruciarmi.

    Il segreto? Partire piano e crescere passo passo, senza pretendere l’impossibile da subito.
    Anche se parti da zero, puoi costruire una macchina che ti porta entrate in modo intelligente e sostenibile.

    Non è magia, è strategia e tanta voglia di imparare. Se io ce l’ho fatta, ce la puoi fare anche tu!
    Vuoi che ti mandi una mini guida con i primi passi da fare? Scrivimi qui sotto o mandami un DM

    #EntrateAutomatiche #BusinessOnline #GuadagnareMentreDormi #ImprenditoriaDigitale #CrescitaPersonale #PassiveIncome #DonneCheFannoImpresa #PartireDaZero
    Come crearsi entrate automatiche anche se parti da zero 💸🚀✨ Quando ho iniziato a pensare alle entrate automatiche, mi sembrava un sogno lontanissimo. “Io? Guadagnare senza stare 24/7 incollata al computer?” — pensavo. E invece sì, è possibile. E voglio raccontarti come ho iniziato, partendo proprio da zero. Cos’è un’entrata automatica? 🤔 È un guadagno che arriva anche quando tu non stai lavorando attivamente, tipo mentre dormi, sei in vacanza o fai altro. Esatto: soldi che lavorano per te, non tu per loro! 💰💤 Ecco come ho fatto io (e come puoi fare anche tu) 👇 1. Scegli un’idea scalabile 📈 Non vendere solo il tuo tempo (tipo consulenze a ore). Pensa a prodotti digitali, corsi, ebook, affiliazioni o servizi che si possono replicare senza doverci essere sempre tu. 2. Crea contenuti di valore 🎥📚 Io ho iniziato a condividere know-how e storie, costruendo una community interessata a quello che facevo. Senza pubblico, niente entrate automatiche! 3. Automatizza la vendita e la distribuzione 🤖 Con strumenti come funnel di vendita, email marketing e piattaforme digitali, il processo di vendita può girare da solo. Io uso tool semplici che fanno quasi tutto al posto mio. 4. Fai attenzione al cliente, ma senza stress 💬❤️ L’automazione non vuol dire abbandono. Io rispondo ai messaggi chiave, raccolgo feedback e aggiorno i prodotti. Così la qualità resta alta senza bruciarmi. Il segreto? Partire piano e crescere passo passo, senza pretendere l’impossibile da subito. Anche se parti da zero, puoi costruire una macchina che ti porta entrate in modo intelligente e sostenibile. 🎯✨ 🌟Non è magia, è strategia e tanta voglia di imparare. Se io ce l’ho fatta, ce la puoi fare anche tu! Vuoi che ti mandi una mini guida con i primi passi da fare? Scrivimi qui sotto o mandami un DM 📩👇 #EntrateAutomatiche #BusinessOnline #GuadagnareMentreDormi #ImprenditoriaDigitale #CrescitaPersonale #PassiveIncome #DonneCheFannoImpresa #PartireDaZero
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  • L’internazionalizzazione spiegata a chi non sa nemmeno cosa voglia dire

    Quando ho sentito la parola “internazionalizzazione” per la prima volta, ho pensato:
    “Uhm… roba da multinazionali e uomini in giacca e cravatta, vero?”
    SBAGLIATO.

    L’ho scoperto solo dopo che l’internazionalizzazione può essere una figata anche per freelance, piccole imprese, artigiani, creator, startupper… insomma: anche per me. E forse anche per te.

    Ma quindi… che vuol dire internazionalizzarsi?
    In parole povere:
    Portare la tua attività, i tuoi prodotti o i tuoi servizi… fuori dai confini italiani.

    Non serve aprire sedi in Asia o parlare 7 lingue fluenti.
    Vuol dire anche solo vendere online a clienti in Francia, fare consulenze in inglese, spedire i tuoi prodotti handmade in Germania, collaborare con brand stranieri.

    E perché dovresti pensarci anche tu?
    -Perché il tuo mercato non finisce all’Italia
    -Perché fuori c’è più domanda di quanto immagini
    -Perché diversificare = più sicurezza (soprattutto nei momenti incerti)
    -Perché spesso fuori ci pagano pure meglio

    Serve essere esperta di export? No.
    Serve avere voglia di uscire dalla comfort zone, studiare un po’ e provare. Io ho iniziato facendo tutto da sola, con Google Translate e una voglia matta di farcela

    Internazionalizzarsi non è solo per aziende gigantesche. È per chi ha una visione, un prodotto valido e la voglia di portarlo oltre. Anche se oggi ti sembra impossibile… inizia a pensarci.

    Perché il mondo è grande, e c’è posto anche per te.

    #InternazionalizzazioneSemplice #BusinessGlobale #FattiNotareNelMondo #PMI #FreelanceGlobale #VendereAllEstero #PensareInGrande #DonneCheOsano
    L’internazionalizzazione spiegata a chi non sa nemmeno cosa voglia dire 🌍🤯 Quando ho sentito la parola “internazionalizzazione” per la prima volta, ho pensato: “Uhm… roba da multinazionali e uomini in giacca e cravatta, vero?” SBAGLIATO. 🙅‍♀️ L’ho scoperto solo dopo che l’internazionalizzazione può essere una figata anche per freelance, piccole imprese, artigiani, creator, startupper… insomma: anche per me. E forse anche per te. 💥 Ma quindi… che vuol dire internazionalizzarsi? 🤔 In parole povere: Portare la tua attività, i tuoi prodotti o i tuoi servizi… fuori dai confini italiani. 🇮🇹✈️ Non serve aprire sedi in Asia o parlare 7 lingue fluenti. Vuol dire anche solo vendere online a clienti in Francia, fare consulenze in inglese, spedire i tuoi prodotti handmade in Germania, collaborare con brand stranieri. E perché dovresti pensarci anche tu? 💡 -Perché il tuo mercato non finisce all’Italia -Perché fuori c’è più domanda di quanto immagini -Perché diversificare = più sicurezza (soprattutto nei momenti incerti) -Perché spesso fuori ci pagano pure meglio 👀💶 Serve essere esperta di export? No. Serve avere voglia di uscire dalla comfort zone, studiare un po’ e provare. Io ho iniziato facendo tutto da sola, con Google Translate e una voglia matta di farcela 💻🌐 🎯Internazionalizzarsi non è solo per aziende gigantesche. È per chi ha una visione, un prodotto valido e la voglia di portarlo oltre. Anche se oggi ti sembra impossibile… inizia a pensarci. Perché il mondo è grande, e c’è posto anche per te. 🌍❤️ #InternazionalizzazioneSemplice #BusinessGlobale #FattiNotareNelMondo #PMI #FreelanceGlobale #VendereAllEstero #PensareInGrande #DonneCheOsano
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  • Impara a vendere te stessa prima di vendere un prodotto

    Lo so, detta così suona un po’ provocatoria… ma è la verità più potente che ho imparato nel mio percorso: le persone non comprano solo ciò che vendi — comprano te.

    Prima di riuscire a vendere qualsiasi cosa online (prodotti, servizi, corsi, consulenze), ho dovuto imparare a raccontarmi, a comunicare chi sono, a trasmettere fiducia e autenticità. Perché se non credono in te, non compreranno nulla da te. Punto.

    Ecco cosa ho fatto (e puoi fare anche tu)
    1. Ho lavorato sulla mia presenza online
    Prima ancora di avere un’offerta, ho costruito un profilo coerente, autentico e riconoscibile. Ho iniziato a raccontare il mio percorso, i miei valori, le mie difficoltà. Perché la verità? Le persone si fidano delle storie vere.

    2. Ho definito chi sono e cosa rappresento
    Non puoi vendere tutto a tutti. Io ho imparato a capire per chi ero utile, qual era il mio “perché” e cosa mi rendeva unica. Questo è ciò che ti fa emergere nel rumore del web.

    3. Ho imparato a parlare con il cuore (non con lo script)
    Niente pitch freddi, niente frasi copia-e-incolla. Ho iniziato a comunicare con empatia, ascoltando prima di proporre. E indovina? Le vendite sono arrivate. Con naturalezza.

    Ricorda questo: la fiducia è la moneta più preziosa online.
    Se le persone si fidano di te, compreranno. E se non comprano, parleranno di te, ti seguiranno, torneranno.

    Vuoi vendere di più? Inizia da te. Raccontati, valorizzati, mostrati con autenticità. Perché prima di vendere un prodotto… devi saper vendere la tua storia. E fidati: è la più potente che hai

    #PersonalBranding #VendereOnline #Autenticità #Storytelling #ImprenditoriaDigitale #Empowerment #Valorizzati #BusinessConAnima
    Impara a vendere te stessa prima di vendere un prodotto 💁‍♀️🛍️ Lo so, detta così suona un po’ provocatoria… ma è la verità più potente che ho imparato nel mio percorso: le persone non comprano solo ciò che vendi — comprano te. ✨ Prima di riuscire a vendere qualsiasi cosa online (prodotti, servizi, corsi, consulenze), ho dovuto imparare a raccontarmi, a comunicare chi sono, a trasmettere fiducia e autenticità. Perché se non credono in te, non compreranno nulla da te. Punto. 🎯 Ecco cosa ho fatto (e puoi fare anche tu) 👇 1. Ho lavorato sulla mia presenza online 🧑‍💻📲 Prima ancora di avere un’offerta, ho costruito un profilo coerente, autentico e riconoscibile. Ho iniziato a raccontare il mio percorso, i miei valori, le mie difficoltà. Perché la verità? Le persone si fidano delle storie vere. 2. Ho definito chi sono e cosa rappresento 💬🌈 Non puoi vendere tutto a tutti. Io ho imparato a capire per chi ero utile, qual era il mio “perché” e cosa mi rendeva unica. Questo è ciò che ti fa emergere nel rumore del web. 3. Ho imparato a parlare con il cuore (non con lo script) ❤️📣 Niente pitch freddi, niente frasi copia-e-incolla. Ho iniziato a comunicare con empatia, ascoltando prima di proporre. E indovina? Le vendite sono arrivate. Con naturalezza. Ricorda questo: la fiducia è la moneta più preziosa online. 💎 Se le persone si fidano di te, compreranno. E se non comprano, parleranno di te, ti seguiranno, torneranno. 🌟Vuoi vendere di più? Inizia da te. Raccontati, valorizzati, mostrati con autenticità. Perché prima di vendere un prodotto… devi saper vendere la tua storia. E fidati: è la più potente che hai 💥 #PersonalBranding #VendereOnline #Autenticità #Storytelling #ImprenditoriaDigitale #Empowerment #Valorizzati #BusinessConAnima
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  • L'Impatto delle Politiche Fiscali sull'Internazionalizzazione delle Imprese Italiane

    Noi di Impresa.biz seguiamo con attenzione l’evoluzione delle politiche fiscali, consapevoli che queste influenzano in modo decisivo le strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane. Operare all’estero non significa solo affrontare nuove sfide commerciali, ma anche confrontarsi con regimi fiscali differenti, incentivi più o meno favorevoli e, talvolta, con meccanismi di doppia imposizione.

    La fiscalità, quindi, non è mai neutrale: può essere un ostacolo o un acceleratore della crescita internazionale.

    Regimi fiscali competitivi e scelte strategiche
    Quando valutiamo un mercato estero, uno degli elementi che analizziamo per primi è il contesto fiscale locale: livello di tassazione, incentivi per investitori stranieri, esenzioni sui profitti reinvestiti, trattati contro la doppia imposizione. Tutti fattori che possono determinare la scelta tra insediarsi con una filiale, operare tramite export diretto o costituire una joint venture.

    Ad esempio, paesi con corporate tax ridotta o con sistemi di agevolazione per le imprese manifatturiere possono diventare hub strategici per produzioni destinate a più mercati. In altri casi, invece, ci confrontiamo con burocrazie complesse, tassazione opaca e incertezza normativa, che rendono necessari strumenti di pianificazione fiscale accurati.

    Il ruolo della fiscalità nazionale
    Anche il sistema fiscale italiano gioca un ruolo chiave nel processo di internazionalizzazione. Alcuni strumenti – come il credito d’imposta per attività R&S, il Patent Box o i regimi per gli impatriati – possono supportare le imprese che innovano, crescono e si espandono all’estero. Tuttavia, siamo consapevoli che la pressione fiscale interna, se troppo elevata o imprevedibile, può limitare la competitività delle nostre imprese sui mercati globali.

    Per questo motivo, promuoviamo una cultura d’impresa in cui la fiscalità viene gestita in modo strategico, non solo come un adempimento, ma come leva di crescita.

    Pianificazione fiscale internazionale: una necessità
    Nell’internazionalizzazione, la pianificazione fiscale non è più un’opzione: è una necessità. Noi e le imprese che seguiamo ci affidiamo a consulenze specializzate per evitare duplicazioni d’imposta, ottimizzare la gestione delle risorse finanziarie e garantire la conformità con le normative locali e internazionali (come il BEPS – Base Erosion and Profit Shifting promosso dall’OCSE).

    Inoltre, monitoriamo costantemente l’evoluzione delle direttive europee e degli accordi bilaterali, perché un cambiamento normativo può trasformare radicalmente la convenienza di un’operazione all’estero.

    Fiscalità come leva strategica
    Noi di Impresa.biz siamo convinti che, per un’impresa italiana che guarda ai mercati esteri, la fiscalità non debba mai essere trattata come un tema secondario. Al contrario, rappresenta una leva strategica da integrare fin da subito nel piano di espansione.

    Solo attraverso un approccio consapevole e una gestione fiscale proattiva possiamo affrontare l’internazionalizzazione con efficienza, proteggere i margini di profitto e valorizzare appieno il potenziale globale delle nostre imprese.

    #ImpresaBiz #PoliticheFiscali #Internazionalizzazione #ImpreseItaliane #FiscalitàInternazionale #DoppiaImposizione #EspansioneEstera #PianificazioneFiscale #Export #Competitività #TaxPlanning #FiscoGlobale #OCSE #BEPS
    L'Impatto delle Politiche Fiscali sull'Internazionalizzazione delle Imprese Italiane Noi di Impresa.biz seguiamo con attenzione l’evoluzione delle politiche fiscali, consapevoli che queste influenzano in modo decisivo le strategie di internazionalizzazione delle imprese italiane. Operare all’estero non significa solo affrontare nuove sfide commerciali, ma anche confrontarsi con regimi fiscali differenti, incentivi più o meno favorevoli e, talvolta, con meccanismi di doppia imposizione. La fiscalità, quindi, non è mai neutrale: può essere un ostacolo o un acceleratore della crescita internazionale. Regimi fiscali competitivi e scelte strategiche Quando valutiamo un mercato estero, uno degli elementi che analizziamo per primi è il contesto fiscale locale: livello di tassazione, incentivi per investitori stranieri, esenzioni sui profitti reinvestiti, trattati contro la doppia imposizione. Tutti fattori che possono determinare la scelta tra insediarsi con una filiale, operare tramite export diretto o costituire una joint venture. Ad esempio, paesi con corporate tax ridotta o con sistemi di agevolazione per le imprese manifatturiere possono diventare hub strategici per produzioni destinate a più mercati. In altri casi, invece, ci confrontiamo con burocrazie complesse, tassazione opaca e incertezza normativa, che rendono necessari strumenti di pianificazione fiscale accurati. Il ruolo della fiscalità nazionale Anche il sistema fiscale italiano gioca un ruolo chiave nel processo di internazionalizzazione. Alcuni strumenti – come il credito d’imposta per attività R&S, il Patent Box o i regimi per gli impatriati – possono supportare le imprese che innovano, crescono e si espandono all’estero. Tuttavia, siamo consapevoli che la pressione fiscale interna, se troppo elevata o imprevedibile, può limitare la competitività delle nostre imprese sui mercati globali. Per questo motivo, promuoviamo una cultura d’impresa in cui la fiscalità viene gestita in modo strategico, non solo come un adempimento, ma come leva di crescita. Pianificazione fiscale internazionale: una necessità Nell’internazionalizzazione, la pianificazione fiscale non è più un’opzione: è una necessità. Noi e le imprese che seguiamo ci affidiamo a consulenze specializzate per evitare duplicazioni d’imposta, ottimizzare la gestione delle risorse finanziarie e garantire la conformità con le normative locali e internazionali (come il BEPS – Base Erosion and Profit Shifting promosso dall’OCSE). Inoltre, monitoriamo costantemente l’evoluzione delle direttive europee e degli accordi bilaterali, perché un cambiamento normativo può trasformare radicalmente la convenienza di un’operazione all’estero. Fiscalità come leva strategica Noi di Impresa.biz siamo convinti che, per un’impresa italiana che guarda ai mercati esteri, la fiscalità non debba mai essere trattata come un tema secondario. Al contrario, rappresenta una leva strategica da integrare fin da subito nel piano di espansione. Solo attraverso un approccio consapevole e una gestione fiscale proattiva possiamo affrontare l’internazionalizzazione con efficienza, proteggere i margini di profitto e valorizzare appieno il potenziale globale delle nostre imprese. #ImpresaBiz #PoliticheFiscali #Internazionalizzazione #ImpreseItaliane #FiscalitàInternazionale #DoppiaImposizione #EspansioneEstera #PianificazioneFiscale #Export #Competitività #TaxPlanning #FiscoGlobale #OCSE #BEPS
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  • Come fare break-even in un nuovo e-commerce: cosa considerare

    Quando ho lanciato il mio primo e-commerce, ero entusiasta.
    Avevo un buon prodotto, un sito ben fatto e tanta voglia di vendere.
    Ma dopo i primi mesi, mi sono scontrata con la domanda più concreta e meno “instagrammabile”:
    "Quanto devo vendere per coprire tutti i costi e iniziare a guadagnare davvero?"

    La risposta è nel break-even point, cioè il punto in cui le entrate coprono tutte le spese.
    Non stai ancora facendo utili, ma almeno non stai più in perdita.

    Ecco come l’ho calcolato, dove ho sbagliato all’inizio e cosa ti consiglio di tenere d’occhio se vuoi costruire un business sostenibile.

    1. Cosa significa “fare break-even”?
    È il punto in cui le entrate = i costi totali.
    Da quel momento in poi, ogni vendita ti genera profitto.

    Formula base:
    plaintext
    Copia
    Modifica
    Break-even = Costi Fissi / Margine di Contribuzione
    Il margine di contribuzione è il prezzo di vendita meno i costi variabili per unità (prodotto, spedizione, packaging, commissioni ecc.).

    2. Costi da considerare per calcolare il break-even
    Costi fissi mensili
    -Piattaforma e-commerce (es. Shopify, WooCommerce, ecc.)
    -Advertising (budget minimo anche in fase di lancio)
    -Servizi software (email marketing, tool analytics, ecc.)
    -Personale o collaboratori (anche part-time)
    -Commercialista, consulenze, gestione amministrativa

    Costi variabili
    -Costo del prodotto
    -Spedizione (verso cliente e resi)
    -Commissioni su pagamento (Stripe, PayPal, ecc.)
    -Packaging
    -IVA e oneri doganali (se vendi all’estero)
    Io ho creato un file Excel con ogni voce dettagliata, e l’ho aggiornato ogni mese.

    3. Attenzione al margine: è la chiave di tutto
    Molti pensano che il problema siano solo i costi fissi, ma se il margine per vendita è troppo basso, il break-even è quasi irraggiungibile.

    Il mio errore all’inizio: vendere a prezzi troppo bassi “per entrare nel mercato”.
    Risultato? Tanta fatica e nessun margine.

    Come ho corretto:
    -Ho rivisto il pricing (confronto con la concorrenza + valore percepito)
    -Ho migliorato l’efficienza della supply chain
    -Ho inserito bundle per aumentare lo scontrino medio

    4. Quando puoi aspettarti di arrivare al break-even
    Dipende dal settore, dal modello di business e dal capitale iniziale.
    Nel mio caso, ho raggiunto il break-even dopo circa 6 mesi, ma solo grazie a:
    -Un’offerta chiara e verticale
    -ADV ottimizzata e progressiva
    -Cura dell’esperienza post-vendita (per fidelizzare)
    Se lavori in dropshipping, può servire più tempo (margini più bassi).
    Se produci tu, attenzione all’ammortamento iniziale.

    5. I miei consigli per accelerare il break-even
    Monitora il ROAS (ritorno sulla spesa pubblicitaria) ogni settimana
    -Fai upsell e cross-sell per aumentare il valore per cliente
    -Sfrutta l’email marketing: converti di più con meno spesa
    -Riduci gli sprechi (spedizioni non tracciate, packaging costoso, tool inutili)
    -Crea fiducia: più conversioni senza aumentare il traffico

    Raggiungere il break-even non è questione di fortuna, ma di controllo numerico + strategia.
    Non si tratta solo di vendere tanto, ma di vendere bene.
    Una volta superato il punto di pareggio, puoi iniziare a investire con più serenità… e finalmente vedere un ritorno reale dal tuo e-commerce.

    #BreakEvenPoint #EcommerceProfit #ImpresaBiz #CostiEcommerce #MargineDiGuadagno #VendereOnline #StartupDigitale #StrategiaEcommerce #ControlloDeiCosti #BusinessSostenibile

    Come fare break-even in un nuovo e-commerce: cosa considerare 💰📦 Quando ho lanciato il mio primo e-commerce, ero entusiasta. Avevo un buon prodotto, un sito ben fatto e tanta voglia di vendere. Ma dopo i primi mesi, mi sono scontrata con la domanda più concreta e meno “instagrammabile”: "Quanto devo vendere per coprire tutti i costi e iniziare a guadagnare davvero?" La risposta è nel break-even point, cioè il punto in cui le entrate coprono tutte le spese. Non stai ancora facendo utili, ma almeno non stai più in perdita. Ecco come l’ho calcolato, dove ho sbagliato all’inizio e cosa ti consiglio di tenere d’occhio se vuoi costruire un business sostenibile. 🔍 1. Cosa significa “fare break-even”? È il punto in cui le entrate = i costi totali. Da quel momento in poi, ogni vendita ti genera profitto. 💡 Formula base: plaintext Copia Modifica Break-even = Costi Fissi / Margine di Contribuzione Il margine di contribuzione è il prezzo di vendita meno i costi variabili per unità (prodotto, spedizione, packaging, commissioni ecc.). 📊 2. Costi da considerare per calcolare il break-even Costi fissi mensili -Piattaforma e-commerce (es. Shopify, WooCommerce, ecc.) -Advertising (budget minimo anche in fase di lancio) -Servizi software (email marketing, tool analytics, ecc.) -Personale o collaboratori (anche part-time) -Commercialista, consulenze, gestione amministrativa Costi variabili -Costo del prodotto -Spedizione (verso cliente e resi) -Commissioni su pagamento (Stripe, PayPal, ecc.) -Packaging -IVA e oneri doganali (se vendi all’estero) 🧮 Io ho creato un file Excel con ogni voce dettagliata, e l’ho aggiornato ogni mese. 🧠 3. Attenzione al margine: è la chiave di tutto Molti pensano che il problema siano solo i costi fissi, ma se il margine per vendita è troppo basso, il break-even è quasi irraggiungibile. 💡 Il mio errore all’inizio: vendere a prezzi troppo bassi “per entrare nel mercato”. Risultato? Tanta fatica e nessun margine. 🔧 Come ho corretto: -Ho rivisto il pricing (confronto con la concorrenza + valore percepito) -Ho migliorato l’efficienza della supply chain -Ho inserito bundle per aumentare lo scontrino medio ⏳ 4. Quando puoi aspettarti di arrivare al break-even Dipende dal settore, dal modello di business e dal capitale iniziale. Nel mio caso, ho raggiunto il break-even dopo circa 6 mesi, ma solo grazie a: -Un’offerta chiara e verticale -ADV ottimizzata e progressiva -Cura dell’esperienza post-vendita (per fidelizzare) 🧠 Se lavori in dropshipping, può servire più tempo (margini più bassi). Se produci tu, attenzione all’ammortamento iniziale. ✅ 5. I miei consigli per accelerare il break-even Monitora il ROAS (ritorno sulla spesa pubblicitaria) ogni settimana -Fai upsell e cross-sell per aumentare il valore per cliente -Sfrutta l’email marketing: converti di più con meno spesa -Riduci gli sprechi (spedizioni non tracciate, packaging costoso, tool inutili) -Crea fiducia: più conversioni senza aumentare il traffico Raggiungere il break-even non è questione di fortuna, ma di controllo numerico + strategia. Non si tratta solo di vendere tanto, ma di vendere bene. Una volta superato il punto di pareggio, puoi iniziare a investire con più serenità… e finalmente vedere un ritorno reale dal tuo e-commerce. #BreakEvenPoint #EcommerceProfit #ImpresaBiz #CostiEcommerce #MargineDiGuadagno #VendereOnline #StartupDigitale #StrategiaEcommerce #ControlloDeiCosti #BusinessSostenibile
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