Quanto vale un post? Trasparenza e numeri nel mondo delle collaborazioni
Una delle domande che mi viene fatta più spesso da brand, freelance e colleghi è: “Quanto vale davvero un post?”
E ogni volta mi accorgo che nel mondo delle collaborazioni — soprattutto tra content creator, professionisti e aziende — c’è ancora tantissima confusione. E poca trasparenza.
Ti racconto come ho affrontato il tema, con numeri, criteri e qualche riflessione scomoda.
Non esiste un tariffario universale (ma esistono parametri chiari)
La verità è che il valore di un post non si misura solo in like o visualizzazioni, ma in impatto, contesto e conversione.
Ecco le variabili che influenzano il valore di una collaborazione:
-Dimensione della community (ma attiva, non solo numerica)
-Tasso di engagement (non solo reach, ma interazione qualitativa)
-Posizionamento del creator/professionista (nicchia, autorevolezza, tono di voce)
-Tipo di contenuto (feed, reel, carosello, articolo, newsletter)
-Diritti d’uso e durata (il brand può usarlo nei suoi canali? per quanto tempo?)
-Tipo di brand e settore (una startup non paga come una multinazionale, giustamente)
-Obiettivi della campagna (notorietà, lead, conversioni? sono cose molto diverse)
Alcuni numeri (reali) dalla mia esperienza
Senza fare giri di parole, ti do qualche riferimento — basato su progetti che ho gestito o osservato direttamente:
-Post singolo su Instagram di un profilo medio con 20-30K follower: tra 200€ e 800€, a seconda del settore e dell’engagement.
-Post su LinkedIn da parte di un profilo B2B ben posizionato (con contenuti originali e alta interazione): tra 300€ e 1.500€, soprattutto se integrato in una strategia.
-Reel o video verticale personalizzato: da 500€ a 2.000€+, se comporta produzione professionale.
-Newsletter brandizzata a community di nicchia: da 300€ a oltre 2.500€, se la lista è ben segmentata.
-Collaborazione continuativa (ambassador, creator partner): trattative mensili, con range da 1.000€ a 5.000€/mese per pacchetti completi.
Naturalmente, sono numeri indicativi. Ma servono a dire una cosa: un contenuto professionale ha valore. E deve essere pagato in base a quello che genera, non a quanto “ci mette” a essere prodotto.
Il problema? La mancanza di trasparenza (da entrambe le parti)
Molti brand offrono “visibilità” come forma di pagamento. E molti creator accettano per paura di perdere opportunità. Questo crea un mercato tossico, dove il valore viene svilito e il lavoro intellettuale sottovalutato.
Io ho deciso, da tempo, di usare dei listini trasparenti, con margini di personalizzazione, ma senza paura di parlare di soldi. Perché se c’è valore, c’è anche prezzo.
Il mio consiglio
Che tu sia un professionista, un content creator o un’azienda: parla di valore prima di parlare di prezzo. Chiedi (o spiega) cosa comporta un contenuto, cosa può generare e che tipo di relazione vuoi costruire.
Collaborare non è “fare un post”: è creare fiducia, posizionamento e ritorno. Tutto il resto è rumore.
#CollaborazioniDigitali #PersonalBranding #CreatorEconomy #ContentStrategy #TrasparenzaDigitale #DigitalPR #BrandingEtico #InfluencerMarketing #LinkedInPerProfessionisti
Una delle domande che mi viene fatta più spesso da brand, freelance e colleghi è: “Quanto vale davvero un post?”
E ogni volta mi accorgo che nel mondo delle collaborazioni — soprattutto tra content creator, professionisti e aziende — c’è ancora tantissima confusione. E poca trasparenza.
Ti racconto come ho affrontato il tema, con numeri, criteri e qualche riflessione scomoda.
Non esiste un tariffario universale (ma esistono parametri chiari)
La verità è che il valore di un post non si misura solo in like o visualizzazioni, ma in impatto, contesto e conversione.
Ecco le variabili che influenzano il valore di una collaborazione:
-Dimensione della community (ma attiva, non solo numerica)
-Tasso di engagement (non solo reach, ma interazione qualitativa)
-Posizionamento del creator/professionista (nicchia, autorevolezza, tono di voce)
-Tipo di contenuto (feed, reel, carosello, articolo, newsletter)
-Diritti d’uso e durata (il brand può usarlo nei suoi canali? per quanto tempo?)
-Tipo di brand e settore (una startup non paga come una multinazionale, giustamente)
-Obiettivi della campagna (notorietà, lead, conversioni? sono cose molto diverse)
Alcuni numeri (reali) dalla mia esperienza
Senza fare giri di parole, ti do qualche riferimento — basato su progetti che ho gestito o osservato direttamente:
-Post singolo su Instagram di un profilo medio con 20-30K follower: tra 200€ e 800€, a seconda del settore e dell’engagement.
-Post su LinkedIn da parte di un profilo B2B ben posizionato (con contenuti originali e alta interazione): tra 300€ e 1.500€, soprattutto se integrato in una strategia.
-Reel o video verticale personalizzato: da 500€ a 2.000€+, se comporta produzione professionale.
-Newsletter brandizzata a community di nicchia: da 300€ a oltre 2.500€, se la lista è ben segmentata.
-Collaborazione continuativa (ambassador, creator partner): trattative mensili, con range da 1.000€ a 5.000€/mese per pacchetti completi.
Naturalmente, sono numeri indicativi. Ma servono a dire una cosa: un contenuto professionale ha valore. E deve essere pagato in base a quello che genera, non a quanto “ci mette” a essere prodotto.
Il problema? La mancanza di trasparenza (da entrambe le parti)
Molti brand offrono “visibilità” come forma di pagamento. E molti creator accettano per paura di perdere opportunità. Questo crea un mercato tossico, dove il valore viene svilito e il lavoro intellettuale sottovalutato.
Io ho deciso, da tempo, di usare dei listini trasparenti, con margini di personalizzazione, ma senza paura di parlare di soldi. Perché se c’è valore, c’è anche prezzo.
Il mio consiglio
Che tu sia un professionista, un content creator o un’azienda: parla di valore prima di parlare di prezzo. Chiedi (o spiega) cosa comporta un contenuto, cosa può generare e che tipo di relazione vuoi costruire.
Collaborare non è “fare un post”: è creare fiducia, posizionamento e ritorno. Tutto il resto è rumore.
#CollaborazioniDigitali #PersonalBranding #CreatorEconomy #ContentStrategy #TrasparenzaDigitale #DigitalPR #BrandingEtico #InfluencerMarketing #LinkedInPerProfessionisti
Quanto vale un post? Trasparenza e numeri nel mondo delle collaborazioni
Una delle domande che mi viene fatta più spesso da brand, freelance e colleghi è: “Quanto vale davvero un post?”
E ogni volta mi accorgo che nel mondo delle collaborazioni — soprattutto tra content creator, professionisti e aziende — c’è ancora tantissima confusione. E poca trasparenza.
Ti racconto come ho affrontato il tema, con numeri, criteri e qualche riflessione scomoda.
Non esiste un tariffario universale (ma esistono parametri chiari)
La verità è che il valore di un post non si misura solo in like o visualizzazioni, ma in impatto, contesto e conversione.
Ecco le variabili che influenzano il valore di una collaborazione:
-Dimensione della community (ma attiva, non solo numerica)
-Tasso di engagement (non solo reach, ma interazione qualitativa)
-Posizionamento del creator/professionista (nicchia, autorevolezza, tono di voce)
-Tipo di contenuto (feed, reel, carosello, articolo, newsletter)
-Diritti d’uso e durata (il brand può usarlo nei suoi canali? per quanto tempo?)
-Tipo di brand e settore (una startup non paga come una multinazionale, giustamente)
-Obiettivi della campagna (notorietà, lead, conversioni? sono cose molto diverse)
Alcuni numeri (reali) dalla mia esperienza
Senza fare giri di parole, ti do qualche riferimento — basato su progetti che ho gestito o osservato direttamente:
-Post singolo su Instagram di un profilo medio con 20-30K follower: tra 200€ e 800€, a seconda del settore e dell’engagement.
-Post su LinkedIn da parte di un profilo B2B ben posizionato (con contenuti originali e alta interazione): tra 300€ e 1.500€, soprattutto se integrato in una strategia.
-Reel o video verticale personalizzato: da 500€ a 2.000€+, se comporta produzione professionale.
-Newsletter brandizzata a community di nicchia: da 300€ a oltre 2.500€, se la lista è ben segmentata.
-Collaborazione continuativa (ambassador, creator partner): trattative mensili, con range da 1.000€ a 5.000€/mese per pacchetti completi.
Naturalmente, sono numeri indicativi. Ma servono a dire una cosa: un contenuto professionale ha valore. E deve essere pagato in base a quello che genera, non a quanto “ci mette” a essere prodotto.
Il problema? La mancanza di trasparenza (da entrambe le parti)
Molti brand offrono “visibilità” come forma di pagamento. E molti creator accettano per paura di perdere opportunità. Questo crea un mercato tossico, dove il valore viene svilito e il lavoro intellettuale sottovalutato.
Io ho deciso, da tempo, di usare dei listini trasparenti, con margini di personalizzazione, ma senza paura di parlare di soldi. Perché se c’è valore, c’è anche prezzo.
Il mio consiglio
Che tu sia un professionista, un content creator o un’azienda: parla di valore prima di parlare di prezzo. Chiedi (o spiega) cosa comporta un contenuto, cosa può generare e che tipo di relazione vuoi costruire.
Collaborare non è “fare un post”: è creare fiducia, posizionamento e ritorno. Tutto il resto è rumore.
#CollaborazioniDigitali #PersonalBranding #CreatorEconomy #ContentStrategy #TrasparenzaDigitale #DigitalPR #BrandingEtico #InfluencerMarketing #LinkedInPerProfessionisti
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