• Fare Impresa nel Mezzogiorno: Opportunità, Incentivi e Casi di Successo

    Spesso raccontato solo per le sue difficoltà, il Mezzogiorno d’Italia è in realtà una terra di enormi potenzialità. Noi di Impresa.biz lo abbiamo visto da vicino: giovani imprenditori, artigiani, startup e imprese familiari stanno riscrivendo la narrazione del Sud, con progetti innovativi e radicati nel territorio.

    1. Le Opportunità: un territorio da valorizzare
    Il Sud offre vantaggi che spesso nel resto d’Italia non esistono:
    -Accesso a manodopera qualificata a costi competitivi
    -Territori ricchi di risorse naturali, cultura e tradizione
    -Spazi disponibili e infrastrutture da valorizzare
    -Mercati locali ancora poco saturi in molti settori (green, turismo, food, digitale)
    Noi crediamo che chi sa leggere il contesto con occhi nuovi, qui trovi spazio per crescere e innovare.

    2. Gli Incentivi: risorse concrete per partire o espandersi
    Fare impresa nel Sud conviene anche dal punto di vista fiscale e finanziario. Ecco alcuni strumenti utili che noi suggeriamo sempre di considerare:
    -Credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno (fino al 45% per PMI)
    -Zone Economiche Speciali (ZES) con agevolazioni fiscali e amministrative
    -Resto al Sud, incentivo nazionale per under 56 che avviano nuove attività
    -Contratti di sviluppo e bandi regionali per innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione
    Il nostro consiglio: farsi affiancare da consulenti locali per intercettare le opportunità più adatte al proprio progetto.

    3. Casi di Successo: imprese che ispirano
    1. Dimitra (Basilicata)
    Startup agricola fondata da sette giovani tra Bernalda e Grumento Nova, specializzata nella coltivazione di kiwi a polpa gialla. Usa tecnologie di precision farming per ottimizzare la produzione e ridurre l’impatto ambientale. Ha ricevuto finanziamenti dal PSR Basilicata 2014-2021 per un impianto di 10 ettari.
    2. Clementime (Calabria)
    Fondata da Francesco Rizzo e Antonio Braico, Clementime seleziona, confeziona e distribuisce clementine in packaging innovativi per distributori automatici. Il progetto punta a ridurre lo spreco alimentare e promuovere il consumo di frutta fresca in modo pratico e salutare.
    3. Enjore (Puglia)
    Nicola Taranto, giovane imprenditore di Capurso (BA), ha creato Enjore, una piattaforma per la gestione di eventi sportivi. Partita come progetto universitario, ha ottenuto finanziamenti e oggi conta 400.000 visitatori mensili, 100.000 utenti registrati e 1.600 partite organizzate ogni giorno.
    4. Mosaicoon (Sicilia)
    Fondata a Mondello, Mosaicoon produce, distribuisce e monitora campagne pubblicitarie online. Ha sedi internazionali tra cui Londra, Madrid e Singapore. Nel 2015 ha chiuso un round di finanziamento da 8 milioni di euro.

    4. Il Nostro Punto di Vista
    Noi di Impresa.biz crediamo che il rilancio del Mezzogiorno non debba essere assistenzialismo, ma strategia d’impresa. Chi decide di investire nel Sud ha bisogno di strumenti, reti e coraggio — e di una narrazione positiva che superi i luoghi comuni.

    Siamo convinti che il Sud sia una frontiera di innovazione. E che le imprese siano protagoniste del suo cambiamento.

    Vuoi Fare Impresa nel Mezzogiorno?
    Ti aiutiamo a:
    -Valutare incentivi disponibili
    -Redigere piani d’impresa e business plan per bandi e finanziamenti
    -Trovare partner locali e startup con cui collaborare

    Scrivici, raccontaci il tuo progetto. Il Sud ha bisogno di imprese che ci credono. Magari la prossima storia di successo sarà la tua.

    #FareImpresaNelSud #EconomiaDelTerritorio #ImpresaBiz #RilancioDelSud #PNRR

    Fare Impresa nel Mezzogiorno: Opportunità, Incentivi e Casi di Successo Spesso raccontato solo per le sue difficoltà, il Mezzogiorno d’Italia è in realtà una terra di enormi potenzialità. Noi di Impresa.biz lo abbiamo visto da vicino: giovani imprenditori, artigiani, startup e imprese familiari stanno riscrivendo la narrazione del Sud, con progetti innovativi e radicati nel territorio. 1. Le Opportunità: un territorio da valorizzare Il Sud offre vantaggi che spesso nel resto d’Italia non esistono: -Accesso a manodopera qualificata a costi competitivi -Territori ricchi di risorse naturali, cultura e tradizione -Spazi disponibili e infrastrutture da valorizzare -Mercati locali ancora poco saturi in molti settori (green, turismo, food, digitale) Noi crediamo che chi sa leggere il contesto con occhi nuovi, qui trovi spazio per crescere e innovare. 2. Gli Incentivi: risorse concrete per partire o espandersi Fare impresa nel Sud conviene anche dal punto di vista fiscale e finanziario. Ecco alcuni strumenti utili che noi suggeriamo sempre di considerare: -Credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno (fino al 45% per PMI) -Zone Economiche Speciali (ZES) con agevolazioni fiscali e amministrative -Resto al Sud, incentivo nazionale per under 56 che avviano nuove attività -Contratti di sviluppo e bandi regionali per innovazione, digitalizzazione, internazionalizzazione 💡 Il nostro consiglio: farsi affiancare da consulenti locali per intercettare le opportunità più adatte al proprio progetto. 3. Casi di Successo: imprese che ispirano 1. Dimitra (Basilicata) Startup agricola fondata da sette giovani tra Bernalda e Grumento Nova, specializzata nella coltivazione di kiwi a polpa gialla. Usa tecnologie di precision farming per ottimizzare la produzione e ridurre l’impatto ambientale. Ha ricevuto finanziamenti dal PSR Basilicata 2014-2021 per un impianto di 10 ettari. 2. Clementime (Calabria) Fondata da Francesco Rizzo e Antonio Braico, Clementime seleziona, confeziona e distribuisce clementine in packaging innovativi per distributori automatici. Il progetto punta a ridurre lo spreco alimentare e promuovere il consumo di frutta fresca in modo pratico e salutare. 3. Enjore (Puglia) Nicola Taranto, giovane imprenditore di Capurso (BA), ha creato Enjore, una piattaforma per la gestione di eventi sportivi. Partita come progetto universitario, ha ottenuto finanziamenti e oggi conta 400.000 visitatori mensili, 100.000 utenti registrati e 1.600 partite organizzate ogni giorno. 4. Mosaicoon (Sicilia) Fondata a Mondello, Mosaicoon produce, distribuisce e monitora campagne pubblicitarie online. Ha sedi internazionali tra cui Londra, Madrid e Singapore. Nel 2015 ha chiuso un round di finanziamento da 8 milioni di euro. 4. Il Nostro Punto di Vista Noi di Impresa.biz crediamo che il rilancio del Mezzogiorno non debba essere assistenzialismo, ma strategia d’impresa. Chi decide di investire nel Sud ha bisogno di strumenti, reti e coraggio — e di una narrazione positiva che superi i luoghi comuni. Siamo convinti che il Sud sia una frontiera di innovazione. E che le imprese siano protagoniste del suo cambiamento. Vuoi Fare Impresa nel Mezzogiorno? Ti aiutiamo a: -Valutare incentivi disponibili -Redigere piani d’impresa e business plan per bandi e finanziamenti -Trovare partner locali e startup con cui collaborare 📩 Scrivici, raccontaci il tuo progetto. Il Sud ha bisogno di imprese che ci credono. Magari la prossima storia di successo sarà la tua. #FareImpresaNelSud #EconomiaDelTerritorio #ImpresaBiz #RilancioDelSud #PNRR
    Like
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 96 Viste 0 Recensioni
  • Podcast utili per influencer e imprenditori digitali
    (La mia selezione personale per ispirarmi e crescere ogni giorno)

    Nel mio percorso da content creator e imprenditrice digitale, ho imparato che formarsi continuamente è fondamentale. Ma con una routine frenetica, trovare il tempo per leggere o seguire corsi non è sempre facile. Ecco perché i podcast sono diventati il mio alleato segreto: posso ascoltarli mentre guido, faccio sport o cucino, e ogni episodio mi regala ispirazione e strumenti utili per crescere nel mio lavoro online.
    Oggi voglio condividere con te i podcast che ascolto regolarmente e che mi aiutano a rimanere aggiornata, motivata e strategicamente allineata ai miei obiettivi.

    1. The Influencer Podcast – Julie Solomon
    Un must per chi lavora con i social. Julie condivide consigli pratici su come monetizzare il proprio brand, negoziare con i brand, crescere su Instagram e costruire un business autentico. Gli episodi sono pieni di spunti concreti e storytelling potente.

    2. Marketing Espresso – Italianissimo e pratico
    È uno dei miei podcast italiani preferiti per restare aggiornata sul digital marketing e le strategie di content creation. Vengono affrontati temi legati a TikTok, Reels, algoritmo, personal brand e adv, con un tono fresco e informale.

    3. Girlboss Radio – Sophia Amoruso
    Se sei una donna imprenditrice o aspiri a diventarlo, questo podcast ti motiverà tantissimo. Sophia intervista founder, CEO, creative director e influencer che raccontano il “dietro le quinte” del successo. Ogni episodio è una lezione di mindset e business.

    4. Content is Profit – Luis & Fonzi Camejo
    Mi piace ascoltarlo per approfondire il lato business della creazione di contenuti. Se stai pensando di trasformare i tuoi contenuti in un vero asset digitale, qui troverai strategie e consigli su monetizzazione, community e funnel.

    5. StartUp di Will Media
    Per chi vuole capire il mondo del business digitale, le startup e l’innovazione in modo semplice e diretto. L’ho scoperto da poco, ma è già tra i miei preferiti per restare aggiornata sull’economia digitale senza annoiarmi.

    6. Work in Progress – Luca Mastella
    Podcast italiano perfetto per chi lavora nel marketing digitale o vuole migliorare il proprio mindset imprenditoriale. Mi aiuta a vedere le cose in modo più strategico, specie quando mi sento bloccata nella routine dei contenuti.

    7. The Mindset Mentor – Rob Dial
    Quando sento di aver bisogno di una spinta motivazionale o sto attraversando un momento di blocco creativo, questo è il podcast che scelgo. Rob parla di mentalità vincente, gestione del tempo, leadership e crescita personale.

    Ogni giorno cerco di dedicare almeno 15-20 minuti a un podcast che mi ispiri. Ascoltare le esperienze di altri creator, marketer e imprenditori mi ha aiutato ad aprire la mente, restare aggiornata e migliorare la mia strategia di contenuti. Se anche tu vuoi crescere come influencer o imprenditore digitale, ti consiglio di inserire i podcast nella tua routine.

    La formazione non si ferma mai, nemmeno tra una story e l’altra.

    #PodcastPerCrescere #FormazioneDigitale #InfluencerLife #ImprenditoriCreativi

    🎧 Podcast utili per influencer e imprenditori digitali (La mia selezione personale per ispirarmi e crescere ogni giorno) Nel mio percorso da content creator e imprenditrice digitale, ho imparato che formarsi continuamente è fondamentale. Ma con una routine frenetica, trovare il tempo per leggere o seguire corsi non è sempre facile. Ecco perché i podcast sono diventati il mio alleato segreto: posso ascoltarli mentre guido, faccio sport o cucino, e ogni episodio mi regala ispirazione e strumenti utili per crescere nel mio lavoro online. Oggi voglio condividere con te i podcast che ascolto regolarmente e che mi aiutano a rimanere aggiornata, motivata e strategicamente allineata ai miei obiettivi. 1. The Influencer Podcast – Julie Solomon Un must per chi lavora con i social. Julie condivide consigli pratici su come monetizzare il proprio brand, negoziare con i brand, crescere su Instagram e costruire un business autentico. Gli episodi sono pieni di spunti concreti e storytelling potente. 2. Marketing Espresso – Italianissimo e pratico È uno dei miei podcast italiani preferiti per restare aggiornata sul digital marketing e le strategie di content creation. Vengono affrontati temi legati a TikTok, Reels, algoritmo, personal brand e adv, con un tono fresco e informale. 3. Girlboss Radio – Sophia Amoruso Se sei una donna imprenditrice o aspiri a diventarlo, questo podcast ti motiverà tantissimo. Sophia intervista founder, CEO, creative director e influencer che raccontano il “dietro le quinte” del successo. Ogni episodio è una lezione di mindset e business. 4. Content is Profit – Luis & Fonzi Camejo Mi piace ascoltarlo per approfondire il lato business della creazione di contenuti. Se stai pensando di trasformare i tuoi contenuti in un vero asset digitale, qui troverai strategie e consigli su monetizzazione, community e funnel. 5. StartUp di Will Media Per chi vuole capire il mondo del business digitale, le startup e l’innovazione in modo semplice e diretto. L’ho scoperto da poco, ma è già tra i miei preferiti per restare aggiornata sull’economia digitale senza annoiarmi. 6. Work in Progress – Luca Mastella Podcast italiano perfetto per chi lavora nel marketing digitale o vuole migliorare il proprio mindset imprenditoriale. Mi aiuta a vedere le cose in modo più strategico, specie quando mi sento bloccata nella routine dei contenuti. 7. The Mindset Mentor – Rob Dial Quando sento di aver bisogno di una spinta motivazionale o sto attraversando un momento di blocco creativo, questo è il podcast che scelgo. Rob parla di mentalità vincente, gestione del tempo, leadership e crescita personale. Ogni giorno cerco di dedicare almeno 15-20 minuti a un podcast che mi ispiri. Ascoltare le esperienze di altri creator, marketer e imprenditori mi ha aiutato ad aprire la mente, restare aggiornata e migliorare la mia strategia di contenuti. Se anche tu vuoi crescere come influencer o imprenditore digitale, ti consiglio di inserire i podcast nella tua routine. ✨ La formazione non si ferma mai, nemmeno tra una story e l’altra. #PodcastPerCrescere #FormazioneDigitale #InfluencerLife #ImprenditoriCreativi
    Like
    1
    0 Commenti 0 Condivisioni 161 Viste 0 Recensioni
  • Vivere di Social: Come Ho Trasformato la Mia Passione in una Professione

    Vivere di social media è un sogno per molti, ma non succede dall'oggi al domani. Quando ho deciso di trasformare la mia passione per i social in una professione, non immaginavo quanto lavoro e strategia fossero necessari. In questo articolo, voglio raccontarti come ho fatto il salto e cosa serve per "vivere di social".

    1. La Passione Come Punto di Partenza
    Tutto è iniziato dalla mia passione. Non c'era una strategia all'inizio; condividevo semplicemente ciò che mi piaceva. Col tempo, mi sono accorta che altre persone apprezzavano i miei contenuti. Ho capito che il segreto per emergere è fare ciò che ami davvero. Quando i contenuti sono autentici, la passione traspare e il pubblico lo percepisce.

    2. Capire il Pubblico e Creare Connessione
    Non basta avere un gran numero di follower, è importante costruire una community. Ho cominciato a rispondere ai commenti e a interagire con chi mi seguiva. Ho sempre cercato di creare una connessione autentica, facendo sentire i miei follower parte di qualcosa, non solo spettatori.

    3. Investire nel Tuo Brand Personale
    Quando ho visto i primi risultati, ho trattato la mia carriera sui social come un business. Creare un brand personale forte è stato fondamentale per ottenere collaborazioni con brand. Ho lavorato sulla mia coerenza e sull’identità visiva, che mi ha aiutato a differenziarmi e a essere notata dai brand.

    4. Creare Contenuti di Qualità e Strategia
    Vivere di social non significa postare a caso. Ho imparato che ogni contenuto deve essere pensato e pianificato. Ho creato un calendario editoriale per essere sempre presente senza sacrificare la qualità. Inoltre, analizzo i risultati di ogni post con strumenti come Instagram Insights e Google Analytics.

    5. Monetizzare e Creare Collaborazioni
    Quando ho consolidato la mia presenza online, è arrivato il momento di monetizzare. Le collaborazioni con i brand sono diventate una delle principali fonti di reddito, ma è fondamentale negoziare e offrire valore ai brand. Ho creato pacchetti di collaborazione che rispecchiassero il mio stile e la mia filosofia.

    6. Gestire Il Tuo Tempo e Rimanere Organizzati
    Essere un’influencer significa essere anche un imprenditore. Ho imparato a gestire il mio tempo tra creazione di contenuti, analisi dei dati e collaborazioni. Uso Trello e Google Calendar per pianificare i contenuti e non sentirmi sopraffatta.

    7. Non Smarrire Mai il Tuo Obiettivo
    Per vivere di social bisogna essere costanti, pazienti e non perdere di vista l’obiettivo. Ogni difficoltà mi ha insegnato qualcosa. Vivere di social è una maratona, non uno sprint. Se sei costante e lavori con passione, i risultati arriveranno.

    Vivere di social è possibile, ma richiede passione, dedizione e una strategia ben pensata. Se sogni di farlo, ricorda che la costanza e l’autenticità sono le chiavi per emergere.

    #VivereDiSocial #CarrieraOnline #InfluencerLife #SuccessoOnline




    Vivere di Social: Come Ho Trasformato la Mia Passione in una Professione Vivere di social media è un sogno per molti, ma non succede dall'oggi al domani. Quando ho deciso di trasformare la mia passione per i social in una professione, non immaginavo quanto lavoro e strategia fossero necessari. In questo articolo, voglio raccontarti come ho fatto il salto e cosa serve per "vivere di social". 1. La Passione Come Punto di Partenza Tutto è iniziato dalla mia passione. Non c'era una strategia all'inizio; condividevo semplicemente ciò che mi piaceva. Col tempo, mi sono accorta che altre persone apprezzavano i miei contenuti. Ho capito che il segreto per emergere è fare ciò che ami davvero. Quando i contenuti sono autentici, la passione traspare e il pubblico lo percepisce. 2. Capire il Pubblico e Creare Connessione Non basta avere un gran numero di follower, è importante costruire una community. Ho cominciato a rispondere ai commenti e a interagire con chi mi seguiva. Ho sempre cercato di creare una connessione autentica, facendo sentire i miei follower parte di qualcosa, non solo spettatori. 3. Investire nel Tuo Brand Personale Quando ho visto i primi risultati, ho trattato la mia carriera sui social come un business. Creare un brand personale forte è stato fondamentale per ottenere collaborazioni con brand. Ho lavorato sulla mia coerenza e sull’identità visiva, che mi ha aiutato a differenziarmi e a essere notata dai brand. 4. Creare Contenuti di Qualità e Strategia Vivere di social non significa postare a caso. Ho imparato che ogni contenuto deve essere pensato e pianificato. Ho creato un calendario editoriale per essere sempre presente senza sacrificare la qualità. Inoltre, analizzo i risultati di ogni post con strumenti come Instagram Insights e Google Analytics. 5. Monetizzare e Creare Collaborazioni Quando ho consolidato la mia presenza online, è arrivato il momento di monetizzare. Le collaborazioni con i brand sono diventate una delle principali fonti di reddito, ma è fondamentale negoziare e offrire valore ai brand. Ho creato pacchetti di collaborazione che rispecchiassero il mio stile e la mia filosofia. 6. Gestire Il Tuo Tempo e Rimanere Organizzati Essere un’influencer significa essere anche un imprenditore. Ho imparato a gestire il mio tempo tra creazione di contenuti, analisi dei dati e collaborazioni. Uso Trello e Google Calendar per pianificare i contenuti e non sentirmi sopraffatta. 7. Non Smarrire Mai il Tuo Obiettivo Per vivere di social bisogna essere costanti, pazienti e non perdere di vista l’obiettivo. Ogni difficoltà mi ha insegnato qualcosa. Vivere di social è una maratona, non uno sprint. Se sei costante e lavori con passione, i risultati arriveranno. Vivere di social è possibile, ma richiede passione, dedizione e una strategia ben pensata. Se sogni di farlo, ricorda che la costanza e l’autenticità sono le chiavi per emergere. #VivereDiSocial #CarrieraOnline #InfluencerLife #SuccessoOnline
    0 Commenti 0 Condivisioni 71 Viste 0 Recensioni
  • Letture e blog da seguire per rimanere aggiornati

    Quando ho avviato il mio e-commerce, ho capito subito che rimanere aggiornato era fondamentale per il successo del mio business. Il mondo dell’e-commerce e del digital marketing cambia in continuazione, e se non mi fossi tenuto al passo con le novità, non sarei riuscito a mantenere il mio negozio competitivo. Una delle strategie che mi ha aiutato di più è stata quella di seguire letture specializzate e blog di settore che mi hanno fornito idee, consigli pratici e approfondimenti sui temi più rilevanti.

    1. Econsultancy: La fonte numero uno per l’e-commerce e il marketing digitale
    Econsultancy è uno dei miei punti di riferimento principali. Questo sito offre articoli, guide e ricerche su e-commerce, SEO, email marketing, social media e UX design. Mi ha dato spunti per ottimizzare le performance del mio negozio online.

    2. Shopify Compass: Corsi e guide ufficiali di Shopify
    Se usi Shopify, Shopify Compass offre corsi, tutorial e webinar gratuiti che mi hanno permesso di ottimizzare l'uso della piattaforma e migliorare la gestione del mio negozio online.

    3. Neil Patel Blog: Strategie SEO e Marketing
    Il blog di Neil Patel è una risorsa incredibile per migliorare il traffico organico e ottimizzare la SEO del mio e-commerce. Le sue guide sono facili da seguire e sempre aggiornate con le ultime tendenze.

    4. Moz Blog: Esperti SEO per e-commerce
    Il blog di Moz è fondamentale per migliorare la SEO. Le risorse su link building e ottimizzazione mobile mi hanno aiutato a migliorare la visibilità del mio negozio online.

    5. Practical Ecommerce: Consigli pratici per gestire e far crescere il tuo negozio online
    Practical Ecommerce offre articoli concreti su come migliorare la gestione degli ordini, ottimizzare le pagine prodotto e aumentare le conversioni, temi che mi sono stati utili fin dall'inizio.

    6. BigCommerce Blog: Tendenze e strategie per e-commerce
    Anche se non uso BigCommerce, il loro blog è ricco di articoli sulle tendenze e le nuove tecnologie, come AI e automazione, che mi aiutano a restare aggiornato.

    7. Content Marketing Institute: Per approfondire il marketing dei contenuti
    Content Marketing Institute è fondamentale per migliorare la relazione con i clienti. Le loro risorse mi hanno aiutato a creare contenuti utili e a fidelizzare i clienti.

    8. Neil Patel Podcast: Approfondimenti e interviste con esperti
    Oltre al blog, seguo anche il podcast di Neil Patel, che offre approfondimenti e interviste con esperti su SEO e marketing digitale, risorse che ho applicato direttamente al mio e-commerce.

    9. HubSpot Blog: Marketing, Sales e Servizio Clienti
    HubSpot è perfetto per imparare a gestire il marketing automation, il CRM e migliorare il servizio clienti. Le risorse offerte mi hanno permesso di ottimizzare la gestione del mio e-commerce.

    10. Smashing Magazine: UX e design per e-commerce
    Se vuoi migliorare la user experience (UX) del tuo sito, Smashing Magazine è una risorsa preziosa. Mi ha aiutato a rendere il mio sito più intuitivo e facile da navigare, migliorando l’esperienza di acquisto.

    Rimanere aggiornato è essenziale per gestire un e-commerce di successo. Seguendo i blog giusti, ho migliorato la mia strategia e continuato a crescere come imprenditore online. Le risorse che ti ho consigliato sono di qualità e ti permetteranno di ottenere spunti pratici per far crescere il tuo business. Non sottovalutare mai il valore della formazione continua per restare competitivo!

    #blog #ecommerce #digitalmarketing #imprenditoria #learning




    Letture e blog da seguire per rimanere aggiornati Quando ho avviato il mio e-commerce, ho capito subito che rimanere aggiornato era fondamentale per il successo del mio business. Il mondo dell’e-commerce e del digital marketing cambia in continuazione, e se non mi fossi tenuto al passo con le novità, non sarei riuscito a mantenere il mio negozio competitivo. Una delle strategie che mi ha aiutato di più è stata quella di seguire letture specializzate e blog di settore che mi hanno fornito idee, consigli pratici e approfondimenti sui temi più rilevanti. 1. Econsultancy: La fonte numero uno per l’e-commerce e il marketing digitale Econsultancy è uno dei miei punti di riferimento principali. Questo sito offre articoli, guide e ricerche su e-commerce, SEO, email marketing, social media e UX design. Mi ha dato spunti per ottimizzare le performance del mio negozio online. 2. Shopify Compass: Corsi e guide ufficiali di Shopify Se usi Shopify, Shopify Compass offre corsi, tutorial e webinar gratuiti che mi hanno permesso di ottimizzare l'uso della piattaforma e migliorare la gestione del mio negozio online. 3. Neil Patel Blog: Strategie SEO e Marketing Il blog di Neil Patel è una risorsa incredibile per migliorare il traffico organico e ottimizzare la SEO del mio e-commerce. Le sue guide sono facili da seguire e sempre aggiornate con le ultime tendenze. 4. Moz Blog: Esperti SEO per e-commerce Il blog di Moz è fondamentale per migliorare la SEO. Le risorse su link building e ottimizzazione mobile mi hanno aiutato a migliorare la visibilità del mio negozio online. 5. Practical Ecommerce: Consigli pratici per gestire e far crescere il tuo negozio online Practical Ecommerce offre articoli concreti su come migliorare la gestione degli ordini, ottimizzare le pagine prodotto e aumentare le conversioni, temi che mi sono stati utili fin dall'inizio. 6. BigCommerce Blog: Tendenze e strategie per e-commerce Anche se non uso BigCommerce, il loro blog è ricco di articoli sulle tendenze e le nuove tecnologie, come AI e automazione, che mi aiutano a restare aggiornato. 7. Content Marketing Institute: Per approfondire il marketing dei contenuti Content Marketing Institute è fondamentale per migliorare la relazione con i clienti. Le loro risorse mi hanno aiutato a creare contenuti utili e a fidelizzare i clienti. 8. Neil Patel Podcast: Approfondimenti e interviste con esperti Oltre al blog, seguo anche il podcast di Neil Patel, che offre approfondimenti e interviste con esperti su SEO e marketing digitale, risorse che ho applicato direttamente al mio e-commerce. 9. HubSpot Blog: Marketing, Sales e Servizio Clienti HubSpot è perfetto per imparare a gestire il marketing automation, il CRM e migliorare il servizio clienti. Le risorse offerte mi hanno permesso di ottimizzare la gestione del mio e-commerce. 10. Smashing Magazine: UX e design per e-commerce Se vuoi migliorare la user experience (UX) del tuo sito, Smashing Magazine è una risorsa preziosa. Mi ha aiutato a rendere il mio sito più intuitivo e facile da navigare, migliorando l’esperienza di acquisto. Rimanere aggiornato è essenziale per gestire un e-commerce di successo. Seguendo i blog giusti, ho migliorato la mia strategia e continuato a crescere come imprenditore online. Le risorse che ti ho consigliato sono di qualità e ti permetteranno di ottenere spunti pratici per far crescere il tuo business. Non sottovalutare mai il valore della formazione continua per restare competitivo! #blog #ecommerce #digitalmarketing #imprenditoria #learning
    0 Commenti 0 Condivisioni 89 Viste 0 Recensioni
  • Dropshipping: gli aspetti legali che ho dovuto conoscere (per non chiudere dopo tre mesi)

    Quando ho iniziato a informarmi sul dropshipping, sembrava tutto troppo bello per essere vero: niente magazzino, zero investimenti iniziali, il fornitore spedisce direttamente al cliente e io incasso la differenza. Ma poi ho capito una cosa: se non gestisci correttamente gli aspetti legali, rischi grosso.
    Ecco quello che ho imparato, sul campo, per restare in regola e lavorare con serietà.

    1. Serve la partita IVA (e non è opzionale)
    Molti pensano che il dropshipping sia un'attività “informale”. Falso. Se vendi con continuità, anche se non gestisci fisicamente i prodotti, sei un imprenditore a tutti gli effetti.

    Io ho aperto partita IVA con il codice ATECO:
    -47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
    -Con questo codice posso operare legalmente, anche in dropshipping. Ho scelto inizialmente il regime forfettario, ma attenzione: ci sono limiti e regole precise anche lì.

    2. Fatturazione: chi vende davvero al cliente finale?
    Nel dropshipping, io sono il venditore ufficiale agli occhi del cliente, anche se il prodotto viene spedito da un fornitore terzo.

    Quindi devo:
    -Emissione della fattura (o corrispettivo) al cliente finale, se italiano o UE.
    -Considerare eventuali implicazioni fiscali se il fornitore è extra UE (es. Cina).
    -Anche se non tocco mai il prodotto, sono responsabile della vendita.

    3. IVA e dogana: la trappola delle importazioni
    Quando il fornitore è fuori dall’Unione Europea (es. AliExpress), l’IVA e i dazi doganali diventano un bel problema:

    -Se il valore del pacco è sottostimato per evitare dazi, il rischio è mio, non del cliente.
    -Se il cliente paga costi extra alla consegna (IVA, dogana) senza essere stato avvisato, posso ricevere reclami e recensioni negative.
    -Per evitare questo, ho optato per fornitori UE o servizi di logistica avanzati (come quelli offerti da CJ Dropshipping, BigBuy, ecc.).

    4. Termini e Condizioni ben scritti
    Nelle mie Condizioni di Vendita, specifico chiaramente:

    -Tempi di consegna stimati (che nel dropshipping sono spesso lunghi)
    -Responsabilità in caso di ritardo o mancata consegna
    -Politiche su resi e garanzie, che sono sempre a mio carico, non del fornitore

    In Italia, anche in dropshipping, si applica il diritto di recesso di 14 giorni. Non posso evitarlo, nemmeno se il fornitore non accetta resi.

    5. Privacy e GDPR
    Come per ogni e-commerce, raccolgo dati personali (nome, indirizzo, telefono, email), quindi ho dovuto:

    -Redigere una Privacy Policy conforme al GDPR
    -Gestire i cookie in modo trasparente
    -Prevedere la protezione dei dati anche quando vengono condivisi con il fornitore

    6. Branding e responsabilità
    Ultimo ma fondamentale: io sono il volto del brand, non il fornitore. Se il prodotto arriva rotto, in ritardo o non conforme, il cliente se la prende con me. E ha ragione.

    Per questo ho selezionato fornitori affidabili, scelgo packaging neutro o personalizzato dove posso, e offro assistenza post-vendita seria. La mia reputazione è la mia azienda.

    Il dropshipping non è illegale, ma va fatto seriamente
    Il dropshipping non è una truffa né un business "facile". Ma se gestito nel rispetto delle normative italiane ed europee, può essere un modello solido e sostenibile.

    #dropshipping #ecommercelegale #partitaiva #fisco #dogana #venditaonline #iva #aliExpress #brandreputation #gestioneclienti #terminecondizioni #GDPR #logistica
    Dropshipping: gli aspetti legali che ho dovuto conoscere (per non chiudere dopo tre mesi) Quando ho iniziato a informarmi sul dropshipping, sembrava tutto troppo bello per essere vero: niente magazzino, zero investimenti iniziali, il fornitore spedisce direttamente al cliente e io incasso la differenza. Ma poi ho capito una cosa: se non gestisci correttamente gli aspetti legali, rischi grosso. Ecco quello che ho imparato, sul campo, per restare in regola e lavorare con serietà. 1. Serve la partita IVA (e non è opzionale) Molti pensano che il dropshipping sia un'attività “informale”. Falso. Se vendi con continuità, anche se non gestisci fisicamente i prodotti, sei un imprenditore a tutti gli effetti. Io ho aperto partita IVA con il codice ATECO: -47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet -Con questo codice posso operare legalmente, anche in dropshipping. Ho scelto inizialmente il regime forfettario, ma attenzione: ci sono limiti e regole precise anche lì. 2. Fatturazione: chi vende davvero al cliente finale? Nel dropshipping, io sono il venditore ufficiale agli occhi del cliente, anche se il prodotto viene spedito da un fornitore terzo. ➡️ Quindi devo: -Emissione della fattura (o corrispettivo) al cliente finale, se italiano o UE. -Considerare eventuali implicazioni fiscali se il fornitore è extra UE (es. Cina). -Anche se non tocco mai il prodotto, sono responsabile della vendita. 3. IVA e dogana: la trappola delle importazioni Quando il fornitore è fuori dall’Unione Europea (es. AliExpress), l’IVA e i dazi doganali diventano un bel problema: -Se il valore del pacco è sottostimato per evitare dazi, il rischio è mio, non del cliente. -Se il cliente paga costi extra alla consegna (IVA, dogana) senza essere stato avvisato, posso ricevere reclami e recensioni negative. -Per evitare questo, ho optato per fornitori UE o servizi di logistica avanzati (come quelli offerti da CJ Dropshipping, BigBuy, ecc.). 4. Termini e Condizioni ben scritti Nelle mie Condizioni di Vendita, specifico chiaramente: -Tempi di consegna stimati (che nel dropshipping sono spesso lunghi) -Responsabilità in caso di ritardo o mancata consegna -Politiche su resi e garanzie, che sono sempre a mio carico, non del fornitore ➡️ In Italia, anche in dropshipping, si applica il diritto di recesso di 14 giorni. Non posso evitarlo, nemmeno se il fornitore non accetta resi. 5. Privacy e GDPR Come per ogni e-commerce, raccolgo dati personali (nome, indirizzo, telefono, email), quindi ho dovuto: -Redigere una Privacy Policy conforme al GDPR -Gestire i cookie in modo trasparente -Prevedere la protezione dei dati anche quando vengono condivisi con il fornitore 6. Branding e responsabilità Ultimo ma fondamentale: io sono il volto del brand, non il fornitore. Se il prodotto arriva rotto, in ritardo o non conforme, il cliente se la prende con me. E ha ragione. Per questo ho selezionato fornitori affidabili, scelgo packaging neutro o personalizzato dove posso, e offro assistenza post-vendita seria. La mia reputazione è la mia azienda. Il dropshipping non è illegale, ma va fatto seriamente Il dropshipping non è una truffa né un business "facile". Ma se gestito nel rispetto delle normative italiane ed europee, può essere un modello solido e sostenibile. #dropshipping #ecommercelegale #partitaiva #fisco #dogana #venditaonline #iva #aliExpress #brandreputation #gestioneclienti #terminecondizioni #GDPR #logistica
    0 Commenti 0 Condivisioni 185 Viste 0 Recensioni
  • Tecniche di negoziazione efficace per chi fa business

    Nel nostro lavoro quotidiano come imprenditori, professionisti e gestori di microimprese, ci troviamo spesso a dover negoziare: con clienti, fornitori, collaboratori, banche, partner commerciali. Saper condurre una trattativa in modo efficace può fare la differenza tra una semplice occasione e una vera opportunità di crescita.
    Negoziare non è solo questione di istinto o carisma: è una competenza strategica, che si può (e si deve) allenare. Ecco perché oggi vogliamo condividere con voi alcune delle tecniche di negoziazione più efficaci che abbiamo sperimentato e studiato nel tempo.

    Cosa significa negoziare bene
    Per noi, una negoziazione efficace non si limita a “spuntare il prezzo migliore”, ma punta a:
    -Creare valore per entrambe le parti
    -Costruire relazioni di fiducia e lungo termine
    -Evitare conflitti futuri attraverso accordi chiari
    -Raggiungere obiettivi economici e strategici sostenibili

    Le 6 tecniche di negoziazione che utilizziamo (e consigliamo)
    1. Preparazione accurata
    La fase più importante avviene prima della negoziazione. Prepararsi significa:
    -Definire obiettivi chiari
    -Conoscere l’interlocutore (bisogni, margini, interessi)
    -Stabilire i propri limiti e il margine di flessibilità
    -Anticipare le possibili obiezioni
    “Chi fallisce nella preparazione, si prepara al fallimento.” – lo teniamo sempre a mente.

    2. Ascolto attivo
    Spesso pensiamo che negoziare significhi convincere. In realtà, il vero punto di forza è ascoltare. L’ascolto attivo ci permette di:
    -Comprendere i reali interessi dell’altra parte
    -Trovare punti di contatto
    -Dimostrare empatia e apertura
    Più ascoltiamo, più informazioni otteniamo — e più forza abbiamo al tavolo della trattativa.

    3. Creare alternative (BATNA)
    Conoscere la propria BATNA (Best Alternative to a Negotiated Agreement, ovvero la miglior alternativa possibile se la trattativa fallisce) ci dà potere negoziale.
    Se abbiamo delle valide alternative, possiamo negoziare da una posizione più solida. Se non le abbiamo, dobbiamo costruirle prima di sederci al tavolo.

    4. Comunicare con chiarezza e assertività
    Durante la trattativa, dobbiamo essere:
    -Chiari su ciò che vogliamo
    -Assertivi, senza essere aggressivi
    -Flessibili, ma coerenti con i nostri valori e obiettivi
    Un linguaggio semplice, diretto e professionale riduce malintesi e accelera la chiusura degli accordi.

    5. Gestire i silenzi (e il tempo)
    Il silenzio è uno strumento potente. Dopo una proposta o una controproposta, fermarci e lasciare che l’altra parte rifletta può:
    -Creare un momento di pressione positiva
    -Evitare di parlare troppo e rivelare troppo
    -Lasciare spazio all’interlocutore per fare un passo
    Anche la gestione del tempo è fondamentale: una trattativa frettolosa è quasi sempre una cattiva trattativa.

    6. Chiudere con chiarezza
    Una buona negoziazione si chiude solo quando:
    -Tutti i termini sono chiari (prezzo, tempi, modalità di pagamento, responsabilità)
    -Le parti hanno confermato per iscritto gli accordi
    -Sono previsti eventuali meccanismi di revisione o uscita (in caso di imprevisti)
    Meglio perdere dieci minuti a chiarire un dettaglio oggi, che perdere un cliente domani per una clausola ambigua.

    Negoziare è creare valore
    In fin dei conti, negoziare bene significa creare valore per tutti. Non è una guerra da vincere, ma una relazione da costruire. Una trattativa ben gestita rafforza la reputazione, apre nuove collaborazioni e ci aiuta a crescere come professionisti.

    Noi di Impresa.biz crediamo che la negoziazione sia una delle competenze chiave per ogni imprenditore moderno. Per questo la studiamo, la pratichiamo e la miglioriamo ogni giorno.

    #Negoziazione #BusinessTips #Imprenditori #SoftSkills #Comunicazione #PMI #Microimprese #Trattative #Vendite #StrategieCommerciali #AscoltoAttivo #BATNA #CrescitaProfessionale
    Tecniche di negoziazione efficace per chi fa business Nel nostro lavoro quotidiano come imprenditori, professionisti e gestori di microimprese, ci troviamo spesso a dover negoziare: con clienti, fornitori, collaboratori, banche, partner commerciali. Saper condurre una trattativa in modo efficace può fare la differenza tra una semplice occasione e una vera opportunità di crescita. Negoziare non è solo questione di istinto o carisma: è una competenza strategica, che si può (e si deve) allenare. Ecco perché oggi vogliamo condividere con voi alcune delle tecniche di negoziazione più efficaci che abbiamo sperimentato e studiato nel tempo. 🎯 Cosa significa negoziare bene Per noi, una negoziazione efficace non si limita a “spuntare il prezzo migliore”, ma punta a: -Creare valore per entrambe le parti -Costruire relazioni di fiducia e lungo termine -Evitare conflitti futuri attraverso accordi chiari -Raggiungere obiettivi economici e strategici sostenibili 🧠 Le 6 tecniche di negoziazione che utilizziamo (e consigliamo) 1. Preparazione accurata La fase più importante avviene prima della negoziazione. Prepararsi significa: -Definire obiettivi chiari -Conoscere l’interlocutore (bisogni, margini, interessi) -Stabilire i propri limiti e il margine di flessibilità -Anticipare le possibili obiezioni “Chi fallisce nella preparazione, si prepara al fallimento.” – lo teniamo sempre a mente. 2. Ascolto attivo Spesso pensiamo che negoziare significhi convincere. In realtà, il vero punto di forza è ascoltare. L’ascolto attivo ci permette di: -Comprendere i reali interessi dell’altra parte -Trovare punti di contatto -Dimostrare empatia e apertura Più ascoltiamo, più informazioni otteniamo — e più forza abbiamo al tavolo della trattativa. 3. Creare alternative (BATNA) Conoscere la propria BATNA (Best Alternative to a Negotiated Agreement, ovvero la miglior alternativa possibile se la trattativa fallisce) ci dà potere negoziale. Se abbiamo delle valide alternative, possiamo negoziare da una posizione più solida. Se non le abbiamo, dobbiamo costruirle prima di sederci al tavolo. 4. Comunicare con chiarezza e assertività Durante la trattativa, dobbiamo essere: -Chiari su ciò che vogliamo -Assertivi, senza essere aggressivi -Flessibili, ma coerenti con i nostri valori e obiettivi Un linguaggio semplice, diretto e professionale riduce malintesi e accelera la chiusura degli accordi. 5. Gestire i silenzi (e il tempo) Il silenzio è uno strumento potente. Dopo una proposta o una controproposta, fermarci e lasciare che l’altra parte rifletta può: -Creare un momento di pressione positiva -Evitare di parlare troppo e rivelare troppo -Lasciare spazio all’interlocutore per fare un passo Anche la gestione del tempo è fondamentale: una trattativa frettolosa è quasi sempre una cattiva trattativa. 6. Chiudere con chiarezza Una buona negoziazione si chiude solo quando: -Tutti i termini sono chiari (prezzo, tempi, modalità di pagamento, responsabilità) -Le parti hanno confermato per iscritto gli accordi -Sono previsti eventuali meccanismi di revisione o uscita (in caso di imprevisti) Meglio perdere dieci minuti a chiarire un dettaglio oggi, che perdere un cliente domani per una clausola ambigua. 🤝 Negoziare è creare valore In fin dei conti, negoziare bene significa creare valore per tutti. Non è una guerra da vincere, ma una relazione da costruire. Una trattativa ben gestita rafforza la reputazione, apre nuove collaborazioni e ci aiuta a crescere come professionisti. Noi di Impresa.biz crediamo che la negoziazione sia una delle competenze chiave per ogni imprenditore moderno. Per questo la studiamo, la pratichiamo e la miglioriamo ogni giorno. #Negoziazione #BusinessTips #Imprenditori #SoftSkills #Comunicazione #PMI #Microimprese #Trattative #Vendite #StrategieCommerciali #AscoltoAttivo #BATNA #CrescitaProfessionale
    0 Commenti 0 Condivisioni 173 Viste 0 Recensioni
  • Lifelong learning per imprenditori: corsi e certificazioni utili

    Nel nostro percorso imprenditoriale, una delle lezioni più importanti che abbiamo imparato è che non si smette mai di imparare. Il mondo del lavoro cambia rapidamente, e noi imprenditori dobbiamo restare al passo per essere competitivi, innovativi e consapevoli. Ecco perché il lifelong learning – l’apprendimento continuo – non è un lusso, ma una vera necessità.

    Formarsi costantemente, aggiornarsi e acquisire nuove competenze è fondamentale, soprattutto in un contesto in cui le tecnologie, i modelli di business e le normative evolvono senza sosta. In questo articolo, vogliamo condividere alcune delle formazioni e certificazioni più utili per noi imprenditori, professionisti e titolari di micro e piccole imprese.

    Perché il lifelong learning è cruciale per chi fa impresa
    Continuare a formarsi ci permette di:
    -Prendere decisioni migliori e più informate
    -Anticipare cambiamenti del mercato o delle normative
    -Rafforzare la competitività della nostra impresa
    -Migliorare la leadership e la gestione del team
    -Restare motivati e mentalmente aperti alle novità
    In poche parole, ci aiuta a trasformare le sfide in opportunità.

    Corsi e certificazioni utili per imprenditori
    Ecco alcune aree su cui vale la pena investire tempo ed energie:

    1. Business e strategia aziendale
    -Mini MBA o Executive MBA: utili per chi vuole approfondire strategia, finanza, marketing e gestione delle risorse.
    -Business Model Canvas e Lean Startup: corsi pratici per lanciare, testare e far crescere nuovi progetti.

    2. Digital marketing
    -Google Digital Training: gratuito e certificato, utile per comprendere SEO, SEM, social media e analytics.
    -Meta Blueprint, HubSpot Academy, LinkedIn Learning: per approfondire strategie digitali e lead generation.

    3. Project management
    -Certificazione PMI-CAPM o PMP: riconosciute a livello internazionale per chi vuole gestire progetti complessi in modo strutturato.
    -Scrum e Agile: metodi agili per organizzare il lavoro e migliorare la produttività del team.

    4. Soft skill e leadership
    -Public speaking, gestione dello stress, negoziazione: abilità sempre più richieste per chi guida un’impresa.
    -Emotional Intelligence: fondamentale per relazioni sane con collaboratori, clienti e fornitori.

    5. Competenze digitali e tecnologiche
    -Certificazioni in data analysis (Google, IBM, Coursera): per usare i dati a supporto delle decisioni.
    -No-code tools e automazione: per risparmiare tempo, automatizzare attività e gestire in autonomia piccoli software aziendali.

    6. Finanza e contabilità
    -Corsi di controllo di gestione e budget aziendale
    -Certificazioni in Excel e strumenti di BI (come Power BI): per leggere i numeri e prendere decisioni basate sui dati.

    Dove trovare i corsi
    Noi ci siamo trovati bene con queste piattaforme:
    -Coursera, edX, Udemy, Skillshare: ottimi per corsi flessibili online, spesso con certificazioni riconosciute.
    -Formazione finanziata (Fondi Interprofessionali, bandi regionali, camere di commercio): molte opportunità per accedere a corsi gratuiti o agevolati.
    -Università, enti accreditati e associazioni di categoria: offrono percorsi pensati proprio per imprenditori.

    Un consiglio pratico: pianificare la formazione
    La formazione continua deve diventare parte della nostra strategia aziendale, proprio come il marketing o il controllo di gestione. Ecco come possiamo organizzarla al meglio:
    -Dedichiamo tempo ogni settimana alla formazione (anche solo 30 minuti)
    -Creiamo un piano formativo annuale per noi e per il nostro team
    -Monitoriamo il ROI delle competenze acquisite (nuovi clienti? meno errori? maggiore efficienza?)

    Il lifelong learning non è una moda, ma una scelta strategica. Imparare continuamente ci dà gli strumenti per affrontare il cambiamento con consapevolezza e fiducia. E soprattutto, ci permette di far crescere non solo le nostre competenze, ma anche le nostre imprese.

    Noi di Impresa.biz crediamo che ogni imprenditore dovrebbe mettere la formazione al centro della propria evoluzione professionale. Investire su sé stessi è sempre una buona idea.

    #LifelongLearning #FormazioneContinua #Imprenditori #CrescitaPersonale #BusinessTraining #Certificazioni #SoftSkill #DigitalMarketing #ProjectManagement #Leadership #CompetenzeDigitali #PMI #Microimprese #ImpresaInnovativa
    Lifelong learning per imprenditori: corsi e certificazioni utili Nel nostro percorso imprenditoriale, una delle lezioni più importanti che abbiamo imparato è che non si smette mai di imparare. Il mondo del lavoro cambia rapidamente, e noi imprenditori dobbiamo restare al passo per essere competitivi, innovativi e consapevoli. Ecco perché il lifelong learning – l’apprendimento continuo – non è un lusso, ma una vera necessità. Formarsi costantemente, aggiornarsi e acquisire nuove competenze è fondamentale, soprattutto in un contesto in cui le tecnologie, i modelli di business e le normative evolvono senza sosta. In questo articolo, vogliamo condividere alcune delle formazioni e certificazioni più utili per noi imprenditori, professionisti e titolari di micro e piccole imprese. 🎯 Perché il lifelong learning è cruciale per chi fa impresa Continuare a formarsi ci permette di: -Prendere decisioni migliori e più informate -Anticipare cambiamenti del mercato o delle normative -Rafforzare la competitività della nostra impresa -Migliorare la leadership e la gestione del team -Restare motivati e mentalmente aperti alle novità In poche parole, ci aiuta a trasformare le sfide in opportunità. 📚 Corsi e certificazioni utili per imprenditori Ecco alcune aree su cui vale la pena investire tempo ed energie: 1. Business e strategia aziendale -Mini MBA o Executive MBA: utili per chi vuole approfondire strategia, finanza, marketing e gestione delle risorse. -Business Model Canvas e Lean Startup: corsi pratici per lanciare, testare e far crescere nuovi progetti. 2. Digital marketing -Google Digital Training: gratuito e certificato, utile per comprendere SEO, SEM, social media e analytics. -Meta Blueprint, HubSpot Academy, LinkedIn Learning: per approfondire strategie digitali e lead generation. 3. Project management -Certificazione PMI-CAPM o PMP: riconosciute a livello internazionale per chi vuole gestire progetti complessi in modo strutturato. -Scrum e Agile: metodi agili per organizzare il lavoro e migliorare la produttività del team. 4. Soft skill e leadership -Public speaking, gestione dello stress, negoziazione: abilità sempre più richieste per chi guida un’impresa. -Emotional Intelligence: fondamentale per relazioni sane con collaboratori, clienti e fornitori. 5. Competenze digitali e tecnologiche -Certificazioni in data analysis (Google, IBM, Coursera): per usare i dati a supporto delle decisioni. -No-code tools e automazione: per risparmiare tempo, automatizzare attività e gestire in autonomia piccoli software aziendali. 6. Finanza e contabilità -Corsi di controllo di gestione e budget aziendale -Certificazioni in Excel e strumenti di BI (come Power BI): per leggere i numeri e prendere decisioni basate sui dati. 🌐 Dove trovare i corsi Noi ci siamo trovati bene con queste piattaforme: -Coursera, edX, Udemy, Skillshare: ottimi per corsi flessibili online, spesso con certificazioni riconosciute. -Formazione finanziata (Fondi Interprofessionali, bandi regionali, camere di commercio): molte opportunità per accedere a corsi gratuiti o agevolati. -Università, enti accreditati e associazioni di categoria: offrono percorsi pensati proprio per imprenditori. 📝 Un consiglio pratico: pianificare la formazione La formazione continua deve diventare parte della nostra strategia aziendale, proprio come il marketing o il controllo di gestione. Ecco come possiamo organizzarla al meglio: -Dedichiamo tempo ogni settimana alla formazione (anche solo 30 minuti) -Creiamo un piano formativo annuale per noi e per il nostro team -Monitoriamo il ROI delle competenze acquisite (nuovi clienti? meno errori? maggiore efficienza?) ✅Il lifelong learning non è una moda, ma una scelta strategica. Imparare continuamente ci dà gli strumenti per affrontare il cambiamento con consapevolezza e fiducia. E soprattutto, ci permette di far crescere non solo le nostre competenze, ma anche le nostre imprese. Noi di Impresa.biz crediamo che ogni imprenditore dovrebbe mettere la formazione al centro della propria evoluzione professionale. Investire su sé stessi è sempre una buona idea. #LifelongLearning #FormazioneContinua #Imprenditori #CrescitaPersonale #BusinessTraining #Certificazioni #SoftSkill #DigitalMarketing #ProjectManagement #Leadership #CompetenzeDigitali #PMI #Microimprese #ImpresaInnovativa
    0 Commenti 0 Condivisioni 231 Viste 0 Recensioni
  • Personal branding per imprenditori: perché oggi non basta avere un’azienda, devi anche raccontarla

    Negli ultimi anni ci siamo accorti di una cosa fondamentale: non basta avere un buon prodotto o una solida azienda per attrarre clienti, investitori o talenti. Il mercato è saturo, la concorrenza è globale e la fiducia è diventata la valuta più preziosa. Ecco perché oggi, come imprenditori, dobbiamo uscire allo scoperto e imparare a raccontarci. In una parola: fare personal branding.

    L’imprenditore è il primo ambasciatore dell’impresa
    Noi imprenditori siamo il volto, la voce, la visione della nostra azienda. E chi ci osserva – clienti, collaboratori, potenziali partner – vuole sapere chi siamo, in cosa crediamo, qual è il nostro percorso. Un profilo LinkedIn curato, un’intervista, un articolo scritto in prima persona possono fare la differenza tra essere scelti o restare anonimi.

    Raccontarsi non è vanità: è strategia
    C’è chi pensa che raccontare la propria storia online sia egocentrico o inutile. La verità è che oggi le persone non comprano solo prodotti: comprano storie, valori, identità. Se siamo trasparenti, coerenti e autentici nel modo in cui ci presentiamo, ispiriamo fiducia. E fiducia genera business.

    Da dove iniziare?
    Fare personal branding non significa postare selfie o slogan motivazionali. Significa comunicare con strategia. Ecco alcuni spunti per iniziare:
    -Definiamo la nostra identità professionale: chi siamo, cosa facciamo, cosa ci distingue.
    -Scegliamo i canali giusti: LinkedIn è la base per il B2B, ma anche newsletter, blog aziendale o video possono funzionare.
    -Condividiamo contenuti utili e autentici: storie aziendali, errori che ci hanno insegnato qualcosa, sfide superate, visione sul futuro.
    -Interagiamo con la nostra rete: commenti, confronti, collaborazioni. Il personal branding è dialogo, non monologo.
    -Manteniamo coerenza: ciò che diciamo deve riflettersi anche nel nostro modo di lavorare e guidare l’azienda.

    L’effetto domino
    Quando comunichiamo chi siamo, in modo efficace e credibile, otteniamo molto più di visibilità. Attiriamo le persone giuste: clienti più affini, collaboratori più motivati, partner più allineati. E contribuiamo a costruire una cultura aziendale forte, in cui tutti si riconoscono.

    Noi imprenditori abbiamo una responsabilità in più oggi: non solo guidare le nostre aziende, ma anche dare loro un volto umano, credibile e ispirante. Raccontarci non è un lusso: è una leva strategica. Perché in un mondo rumoroso e competitivo, chi sa raccontare bene la propria storia arriva più lontano.

    #PersonalBranding #Imprenditori #Leadership #PMI #Comunicazione #Storytelling #ValoriAziendali #StrategiaDigitale #MarketingPersonale #ImpreseItaliane
    Personal branding per imprenditori: perché oggi non basta avere un’azienda, devi anche raccontarla Negli ultimi anni ci siamo accorti di una cosa fondamentale: non basta avere un buon prodotto o una solida azienda per attrarre clienti, investitori o talenti. Il mercato è saturo, la concorrenza è globale e la fiducia è diventata la valuta più preziosa. Ecco perché oggi, come imprenditori, dobbiamo uscire allo scoperto e imparare a raccontarci. In una parola: fare personal branding. L’imprenditore è il primo ambasciatore dell’impresa Noi imprenditori siamo il volto, la voce, la visione della nostra azienda. E chi ci osserva – clienti, collaboratori, potenziali partner – vuole sapere chi siamo, in cosa crediamo, qual è il nostro percorso. Un profilo LinkedIn curato, un’intervista, un articolo scritto in prima persona possono fare la differenza tra essere scelti o restare anonimi. Raccontarsi non è vanità: è strategia C’è chi pensa che raccontare la propria storia online sia egocentrico o inutile. La verità è che oggi le persone non comprano solo prodotti: comprano storie, valori, identità. Se siamo trasparenti, coerenti e autentici nel modo in cui ci presentiamo, ispiriamo fiducia. E fiducia genera business. Da dove iniziare? Fare personal branding non significa postare selfie o slogan motivazionali. Significa comunicare con strategia. Ecco alcuni spunti per iniziare: -Definiamo la nostra identità professionale: chi siamo, cosa facciamo, cosa ci distingue. -Scegliamo i canali giusti: LinkedIn è la base per il B2B, ma anche newsletter, blog aziendale o video possono funzionare. -Condividiamo contenuti utili e autentici: storie aziendali, errori che ci hanno insegnato qualcosa, sfide superate, visione sul futuro. -Interagiamo con la nostra rete: commenti, confronti, collaborazioni. Il personal branding è dialogo, non monologo. -Manteniamo coerenza: ciò che diciamo deve riflettersi anche nel nostro modo di lavorare e guidare l’azienda. L’effetto domino Quando comunichiamo chi siamo, in modo efficace e credibile, otteniamo molto più di visibilità. Attiriamo le persone giuste: clienti più affini, collaboratori più motivati, partner più allineati. E contribuiamo a costruire una cultura aziendale forte, in cui tutti si riconoscono. Noi imprenditori abbiamo una responsabilità in più oggi: non solo guidare le nostre aziende, ma anche dare loro un volto umano, credibile e ispirante. Raccontarci non è un lusso: è una leva strategica. Perché in un mondo rumoroso e competitivo, chi sa raccontare bene la propria storia arriva più lontano. #PersonalBranding #Imprenditori #Leadership #PMI #Comunicazione #Storytelling #ValoriAziendali #StrategiaDigitale #MarketingPersonale #ImpreseItaliane
    0 Commenti 0 Condivisioni 84 Viste 0 Recensioni
  • Diversificare il reddito da influencer: e-commerce, corsi, NFT, consulenze

    Essere un influencer nel 2025 non vuol dire dipendere solo dalle sponsorizzazioni. Se vuoi davvero costruire un business solido, devi pensare come un imprenditore e trovare più strade per monetizzare. Dopo anni sui social, ho capito che diversificare le entrate è l’unico modo per rendere sostenibile (e scalabile) la mia attività. Ecco le strategie che ho adottato per creare più flussi di reddito.

    1. E-commerce: vendere prodotti propri
    Ho lanciato una linea di prodotti fisici (moda, beauty, accessori), integrando il mio shop con Instagram e TikTok. Ho iniziato con una capsule collection per testare il mercato e raccogliere feedback reali dalla community. I miei follower erano già pronti a comprare qualcosa che li facesse sentire parte del mio brand.

    Cosa serve: branding forte, piattaforma e-commerce (Shopify o WooCommerce), supporto logistico.

    2. Corsi e formazione
    Con il tempo ho capito che molti volevano imparare da me: come gestisco i social, come costruisco contenuti, come parlo ai brand. Così ho creato un mio corso online, strutturato in video e moduli scaricabili. Alcuni colleghi propongono anche webinar o mentorship 1:1.

    Cosa serve: competenze chiare, una community già fidelizzata, piattaforme come Teachable o Kajabi.

    3. NFT e collezionabili digitali
    Ho sperimentato anche con il mondo degli NFT: ho tokenizzato alcune delle mie creazioni grafiche e contenuti esclusivi, rendendoli acquistabili come oggetti digitali da collezione. È un mercato di nicchia, ma in crescita tra i creator tech-savvy.

    Cosa serve: conoscenza base di blockchain, wallet crypto, piattaforme come OpenSea o Rarible.

    4. Consulenze personalizzate
    Oggi molte aziende vogliono capire come comunicare online. Alcune mi hanno chiesto di affiancarli nella creazione di campagne digitali o nella selezione di altri influencer. Questo ha aperto la strada a un’attività parallela di consulente per il digital marketing.

    Cosa serve: esperienza concreta, portfolio, capacità di analizzare e pianificare.

    Oggi il mio business non dipende più da un singolo social o da una singola entrata. L’ho trasformato in un vero ecosistema digitale. Se sei un creator, il consiglio è: inizia a costruire asset tuoi. I social cambiano, le collaborazioni vanno e vengono. Ma se hai una community fedele, puoi monetizzare in modi molto più strategici.

    #InfluencerBusiness #CreatorEconomy #MonetizzareOnline #EcommercePerInfluencer #NFTforCreators #CorsiOnline #ConsulenzeDigitali #PersonalBranding #DiversificareIlReddito #GuadagnareConISocial
    💼 Diversificare il reddito da influencer: e-commerce, corsi, NFT, consulenze Essere un influencer nel 2025 non vuol dire dipendere solo dalle sponsorizzazioni. Se vuoi davvero costruire un business solido, devi pensare come un imprenditore e trovare più strade per monetizzare. Dopo anni sui social, ho capito che diversificare le entrate è l’unico modo per rendere sostenibile (e scalabile) la mia attività. Ecco le strategie che ho adottato per creare più flussi di reddito. 🛍️ 1. E-commerce: vendere prodotti propri Ho lanciato una linea di prodotti fisici (moda, beauty, accessori), integrando il mio shop con Instagram e TikTok. Ho iniziato con una capsule collection per testare il mercato e raccogliere feedback reali dalla community. I miei follower erano già pronti a comprare qualcosa che li facesse sentire parte del mio brand. ✅ Cosa serve: branding forte, piattaforma e-commerce (Shopify o WooCommerce), supporto logistico. 🎓 2. Corsi e formazione Con il tempo ho capito che molti volevano imparare da me: come gestisco i social, come costruisco contenuti, come parlo ai brand. Così ho creato un mio corso online, strutturato in video e moduli scaricabili. Alcuni colleghi propongono anche webinar o mentorship 1:1. ✅ Cosa serve: competenze chiare, una community già fidelizzata, piattaforme come Teachable o Kajabi. 🖼️ 3. NFT e collezionabili digitali Ho sperimentato anche con il mondo degli NFT: ho tokenizzato alcune delle mie creazioni grafiche e contenuti esclusivi, rendendoli acquistabili come oggetti digitali da collezione. È un mercato di nicchia, ma in crescita tra i creator tech-savvy. ✅ Cosa serve: conoscenza base di blockchain, wallet crypto, piattaforme come OpenSea o Rarible. 🧠 4. Consulenze personalizzate Oggi molte aziende vogliono capire come comunicare online. Alcune mi hanno chiesto di affiancarli nella creazione di campagne digitali o nella selezione di altri influencer. Questo ha aperto la strada a un’attività parallela di consulente per il digital marketing. ✅ Cosa serve: esperienza concreta, portfolio, capacità di analizzare e pianificare. 📌 Oggi il mio business non dipende più da un singolo social o da una singola entrata. L’ho trasformato in un vero ecosistema digitale. Se sei un creator, il consiglio è: inizia a costruire asset tuoi. I social cambiano, le collaborazioni vanno e vengono. Ma se hai una community fedele, puoi monetizzare in modi molto più strategici. #InfluencerBusiness #CreatorEconomy #MonetizzareOnline #EcommercePerInfluencer #NFTforCreators #CorsiOnline #ConsulenzeDigitali #PersonalBranding #DiversificareIlReddito #GuadagnareConISocial
    0 Commenti 0 Condivisioni 229 Viste 0 Recensioni
  • Come guadagna un influencer nel 2025: panoramica dei modelli di business

    Nel 2025, essere un influencer non significa più solo pubblicare contenuti sponsorizzati. Il panorama si è evoluto, e oggi ci sono molteplici modi per monetizzare la propria presenza online. Ecco come funziona il mio business da creator.

    1. Collaborazioni con brand
    Le sponsorizzazioni restano una delle principali fonti di guadagno. I compensi variano in base al numero di follower e all'engagement:
    -Instagram: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) possono guadagnare fino a 1.000 € a post, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 9.000 € a post .
    -TikTok: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) guadagnano tra 250 e 650 € a video, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 7.000 € a video .
    Fanpage
    -YouTube: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) guadagnano tra 1.500 e 3.500 € a video, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 12.500 € a video .

    2. Marketing di affiliazione
    Promuovo prodotti o servizi attraverso link affiliati. Ogni acquisto effettuato tramite il mio link mi consente di guadagnare una commissione. Piattaforme come Amazon Influencer Program, Awin e LTK sono tra le più utilizzate.


    3. Creazione di contenuti sponsorizzati
    Oltre ai post tradizionali, creo contenuti come video, storie e reels sponsorizzati. Ad esempio, su TikTok, i macro-influencer possono guadagnare fino a 7.000 € a video .

    4. Vendita di prodotti o servizi propri
    Molti influencer, me compresa, hanno lanciato linee di abbigliamento, corsi online o consulenze. Questo approccio permette di diversificare le fonti di reddito e di costruire un brand personale solido.

    5. Collaborazioni con agenzie e piattaforme
    Lavoro anche con agenzie di influencer marketing e piattaforme come Collabstr, che facilitano le connessioni con i brand e offrono opportunità di collaborazione remunerate.

    Nel 2025, essere un influencer significa essere un imprenditore digitale. Diversificare le fonti di reddito, mantenere un rapporto autentico con la propria audience e adattarsi alle nuove tendenze sono fondamentali per avere successo in questo settore.

    #InfluencerMarketing #CreatorEconomy #Monetizzazione #BrandPersonale #MarketingDigitale #Affiliazione #Sponsorizzazioni #SocialMediaStrategy #GuadagniOnline #ImprenditoreDigitale
    💸 Come guadagna un influencer nel 2025: panoramica dei modelli di business Nel 2025, essere un influencer non significa più solo pubblicare contenuti sponsorizzati. Il panorama si è evoluto, e oggi ci sono molteplici modi per monetizzare la propria presenza online. Ecco come funziona il mio business da creator. 📊 1. Collaborazioni con brand Le sponsorizzazioni restano una delle principali fonti di guadagno. I compensi variano in base al numero di follower e all'engagement: -Instagram: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) possono guadagnare fino a 1.000 € a post, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 9.000 € a post . -TikTok: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) guadagnano tra 250 e 650 € a video, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 7.000 € a video . Fanpage -YouTube: i micro-influencer (10.000–50.000 follower) guadagnano tra 1.500 e 3.500 € a video, mentre i macro-influencer (300.000–1.000.000 follower) arrivano fino a 12.500 € a video . 🛍️ 2. Marketing di affiliazione Promuovo prodotti o servizi attraverso link affiliati. Ogni acquisto effettuato tramite il mio link mi consente di guadagnare una commissione. Piattaforme come Amazon Influencer Program, Awin e LTK sono tra le più utilizzate. 🎥 3. Creazione di contenuti sponsorizzati Oltre ai post tradizionali, creo contenuti come video, storie e reels sponsorizzati. Ad esempio, su TikTok, i macro-influencer possono guadagnare fino a 7.000 € a video . 🛒 4. Vendita di prodotti o servizi propri Molti influencer, me compresa, hanno lanciato linee di abbigliamento, corsi online o consulenze. Questo approccio permette di diversificare le fonti di reddito e di costruire un brand personale solido. 📈 5. Collaborazioni con agenzie e piattaforme Lavoro anche con agenzie di influencer marketing e piattaforme come Collabstr, che facilitano le connessioni con i brand e offrono opportunità di collaborazione remunerate. 🧠 Nel 2025, essere un influencer significa essere un imprenditore digitale. Diversificare le fonti di reddito, mantenere un rapporto autentico con la propria audience e adattarsi alle nuove tendenze sono fondamentali per avere successo in questo settore. #InfluencerMarketing #CreatorEconomy #Monetizzazione #BrandPersonale #MarketingDigitale #Affiliazione #Sponsorizzazioni #SocialMediaStrategy #GuadagniOnline #ImprenditoreDigitale
    0 Commenti 0 Condivisioni 165 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca