• Come ho lanciato il mio e-commerce su mercati esteri in meno di 30 giorni

    Espandere il mio e-commerce oltre i confini italiani era un obiettivo chiaro, ma anche una sfida complessa.
    Troppe aziende rimangono bloccate nel “vorrei, ma non so da dove iniziare”. Io invece ho deciso di agire, e in meno di 30 giorni ho portato il mio store online su nuovi mercati esteri.

    Ti racconto come ho fatto, passo dopo passo.

    1. Analisi rapida dei mercati e scelta dei target
    Ho selezionato 2-3 paesi con alta domanda per i miei prodotti e un buon potenziale di crescita.
    Ho valutato competizione, normative, costi di spedizione e tendenze locali, evitando di puntare troppo in alto subito.

    2. Localizzazione del sito e dei contenuti
    Ho tradotto pagine chiave (homepage, categorie, schede prodotto) in lingua madre, curando non solo la traduzione ma anche l’adattamento culturale.
    L’esperienza d’acquisto doveva essere naturale, non una traduzione frettolosa.

    3. Adeguamento logistico e spedizioni internazionali
    Ho selezionato partner logistici affidabili con esperienza cross-border, per gestire spedizioni rapide e dogane senza intoppi.
    Ho chiarito costi e tempi di consegna trasparenti per i clienti esteri.

    4. Metodi di pagamento locali
    Ho integrato metodi di pagamento popolari nei mercati target (es. carte di credito locali, PayPal, wallet digitali) per rimuovere barriere all’acquisto.

    5. Campagne marketing mirate
    Ho lanciato campagne pubblicitarie social e Google Ads specifiche per ogni mercato, con creatività e messaggi adattati al pubblico locale.
    Ho collaborato anche con influencer e micro-influencer dei paesi target per aumentare la brand awareness.

    6. Monitoraggio e ottimizzazione quotidiana
    Ho tenuto sotto controllo ordini, feedback e dati di traffico per intervenire rapidamente su eventuali problemi o opportunità.
    In meno di un mese il business estero era già avviato e in crescita.

    Lanciare un e-commerce all’estero non è un’impresa impossibile né una corsa infinita.
    Con un approccio pratico e focalizzato, si può partire in tempi brevi e costruire basi solide per una crescita internazionale.

    Se stai pensando di espandere il tuo store oltre confine, posso aiutarti a mettere in piedi la strategia giusta.

    #ecommerceinternazionale #vendereallestero #localizzazione #logisticainternazionale #marketingglobale #impresadigitale #impresabiz
    Come ho lanciato il mio e-commerce su mercati esteri in meno di 30 giorni Espandere il mio e-commerce oltre i confini italiani era un obiettivo chiaro, ma anche una sfida complessa. Troppe aziende rimangono bloccate nel “vorrei, ma non so da dove iniziare”. Io invece ho deciso di agire, e in meno di 30 giorni ho portato il mio store online su nuovi mercati esteri. Ti racconto come ho fatto, passo dopo passo. 1. Analisi rapida dei mercati e scelta dei target Ho selezionato 2-3 paesi con alta domanda per i miei prodotti e un buon potenziale di crescita. Ho valutato competizione, normative, costi di spedizione e tendenze locali, evitando di puntare troppo in alto subito. 2. Localizzazione del sito e dei contenuti Ho tradotto pagine chiave (homepage, categorie, schede prodotto) in lingua madre, curando non solo la traduzione ma anche l’adattamento culturale. L’esperienza d’acquisto doveva essere naturale, non una traduzione frettolosa. 3. Adeguamento logistico e spedizioni internazionali Ho selezionato partner logistici affidabili con esperienza cross-border, per gestire spedizioni rapide e dogane senza intoppi. Ho chiarito costi e tempi di consegna trasparenti per i clienti esteri. 4. Metodi di pagamento locali Ho integrato metodi di pagamento popolari nei mercati target (es. carte di credito locali, PayPal, wallet digitali) per rimuovere barriere all’acquisto. 5. Campagne marketing mirate Ho lanciato campagne pubblicitarie social e Google Ads specifiche per ogni mercato, con creatività e messaggi adattati al pubblico locale. Ho collaborato anche con influencer e micro-influencer dei paesi target per aumentare la brand awareness. 6. Monitoraggio e ottimizzazione quotidiana Ho tenuto sotto controllo ordini, feedback e dati di traffico per intervenire rapidamente su eventuali problemi o opportunità. In meno di un mese il business estero era già avviato e in crescita. Lanciare un e-commerce all’estero non è un’impresa impossibile né una corsa infinita. Con un approccio pratico e focalizzato, si può partire in tempi brevi e costruire basi solide per una crescita internazionale. Se stai pensando di espandere il tuo store oltre confine, posso aiutarti a mettere in piedi la strategia giusta. #ecommerceinternazionale #vendereallestero #localizzazione #logisticainternazionale #marketingglobale #impresadigitale #impresabiz
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  • Il mio funnel e-commerce spiegato passo passo

    Quando ho iniziato a vendere online, una delle sfide più grandi è stata capire come guidare un visitatore dal primo clic fino all’acquisto — e oltre.
    Il funnel e-commerce, per me, non è stato solo uno schema teorico, ma una serie di tappe concrete che ho costruito, testato e ottimizzato nel tempo.

    Oggi voglio condividere il mio metodo, così chi gestisce un negozio online può vedere cosa funziona realmente per me, e magari adattarlo al proprio business.

    1. Attrazione: farsi trovare con contenuti mirati e sponsorizzazioni
    Il primo step è portare traffico qualificato sul sito.
    Uso una combinazione di:
    -campagne social (Instagram, Facebook, TikTok)
    -SEO sui contenuti del blog e pagine prodotto
    -influencer marketing mirato
    -Google Ads per keyword commerciali
    L’obiettivo è attirare visitatori interessati, evitando traffico “generico” e poco performante.

    2. Coinvolgimento: il sito come primo punto di contatto reale
    Il visitatore deve trovare subito ciò che cerca, senza frustrazioni.
    Ecco perché:
    -Ho una homepage chiara e orientata alla vendita
    -Le categorie e filtri sono semplici da usare
    -Le schede prodotto sono dettagliate, con foto, video e recensioni
    -Offro chat live e FAQ per rispondere subito a dubbi
    L’esperienza fluida aumenta la probabilità che il visitatore rimanga e approfondisca.

    3. Conversione: rendere l’acquisto semplice e rassicurante
    Qui entro nel vivo:
    -Checkout ottimizzato (poche pagine, pagamento sicuro, più opzioni)
    -Offerte a tempo limitato o bundle per spingere l’acquisto
    -Garanzie e politiche di reso chiare
    -Codici sconto per i nuovi iscritti alla newsletter
    -Spingo a completare l’ordine senza intoppi e senza sorprese.

    4. Ritenzione: trasformare un cliente in un cliente abituale
    Il lavoro non finisce con la vendita.
    Invio email di ringraziamento, consigli d’uso e offerte personalizzate.
    Gestisco un programma fedeltà semplice, con premi per chi torna a comprare.
    Raccogliere feedback e recensioni aiuta anche a migliorare costantemente.

    5. Advocacy: i clienti soddisfatti diventano ambasciatori
    Il passaparola digitale è potentissimo.
    Incoraggio chi è soddisfatto a condividere sui social e lasciare recensioni.
    Organizzo giveaway e contest per stimolare la community.
    Così trasformo clienti in veri e propri promotori del brand.

    Un funnel e-commerce funziona quando ogni fase è curata con attenzione e collegata alla successiva.
    Non basta attirare clienti: bisogna accompagnarli, coccolarli e trasformarli in fan.

    Questo è il percorso che ho costruito, testato e continuo a migliorare. Se vuoi ti posso aiutare a creare il funnel più adatto al tuo business.

    #ecommerce #funneldimarketing #venditeonline #customerjourney #conversionrate #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz

    Il mio funnel e-commerce spiegato passo passo Quando ho iniziato a vendere online, una delle sfide più grandi è stata capire come guidare un visitatore dal primo clic fino all’acquisto — e oltre. Il funnel e-commerce, per me, non è stato solo uno schema teorico, ma una serie di tappe concrete che ho costruito, testato e ottimizzato nel tempo. Oggi voglio condividere il mio metodo, così chi gestisce un negozio online può vedere cosa funziona realmente per me, e magari adattarlo al proprio business. 1. Attrazione: farsi trovare con contenuti mirati e sponsorizzazioni Il primo step è portare traffico qualificato sul sito. Uso una combinazione di: -campagne social (Instagram, Facebook, TikTok) -SEO sui contenuti del blog e pagine prodotto -influencer marketing mirato -Google Ads per keyword commerciali L’obiettivo è attirare visitatori interessati, evitando traffico “generico” e poco performante. 2. Coinvolgimento: il sito come primo punto di contatto reale Il visitatore deve trovare subito ciò che cerca, senza frustrazioni. Ecco perché: -Ho una homepage chiara e orientata alla vendita -Le categorie e filtri sono semplici da usare -Le schede prodotto sono dettagliate, con foto, video e recensioni -Offro chat live e FAQ per rispondere subito a dubbi L’esperienza fluida aumenta la probabilità che il visitatore rimanga e approfondisca. 3. Conversione: rendere l’acquisto semplice e rassicurante Qui entro nel vivo: -Checkout ottimizzato (poche pagine, pagamento sicuro, più opzioni) -Offerte a tempo limitato o bundle per spingere l’acquisto -Garanzie e politiche di reso chiare -Codici sconto per i nuovi iscritti alla newsletter -Spingo a completare l’ordine senza intoppi e senza sorprese. 4. Ritenzione: trasformare un cliente in un cliente abituale Il lavoro non finisce con la vendita. Invio email di ringraziamento, consigli d’uso e offerte personalizzate. Gestisco un programma fedeltà semplice, con premi per chi torna a comprare. Raccogliere feedback e recensioni aiuta anche a migliorare costantemente. 5. Advocacy: i clienti soddisfatti diventano ambasciatori Il passaparola digitale è potentissimo. Incoraggio chi è soddisfatto a condividere sui social e lasciare recensioni. Organizzo giveaway e contest per stimolare la community. Così trasformo clienti in veri e propri promotori del brand. Un funnel e-commerce funziona quando ogni fase è curata con attenzione e collegata alla successiva. Non basta attirare clienti: bisogna accompagnarli, coccolarli e trasformarli in fan. Questo è il percorso che ho costruito, testato e continuo a migliorare. Se vuoi ti posso aiutare a creare il funnel più adatto al tuo business. #ecommerce #funneldimarketing #venditeonline #customerjourney #conversionrate #marketingdigitale #impresadigitale #impresabiz
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  • Come personalizzare l’esperienza utente nel tuo negozio online
    (Strategie pratiche per conquistare e fidelizzare i clienti)

    Ciao!
    In un mercato sempre più competitivo, offrire un’esperienza personalizzata ai tuoi clienti è diventato un fattore decisivo per emergere e crescere. Personalizzare significa far sentire ogni utente unico, aumentando così la probabilità di conversione e fidelizzazione.

    Ti racconto come fare, passo dopo passo.

    1. Raccogli dati in modo etico e trasparente
    Per personalizzare davvero, devi conoscere i tuoi clienti:
    -Informazioni di base (età, posizione, preferenze)
    -Comportamento sul sito (pagine visitate, prodotti visti, carrelli abbandonati)
    -Storico acquisti e interazioni precedenti
    -Ricorda sempre di rispettare la privacy e di chiedere il consenso per raccogliere dati.

    2. Usa strumenti di marketing automation
    Piattaforme come HubSpot, Mailchimp, ActiveCampaign o Shopify Flow ti permettono di inviare comunicazioni mirate e automatizzate, ad esempio:
    -Email con offerte su misura basate sugli acquisti passati
    -Messaggi di benvenuto personalizzati
    -Promemoria per carrelli abbandonati

    3. Offri prodotti e contenuti consigliati
    Sfrutta algoritmi di recommendation per mostrare ai visitatori prodotti correlati o che potrebbero piacergli in base alle loro preferenze e attività precedenti.

    4. Personalizza la navigazione e l’interfaccia
    Mostra banner, offerte o messaggi personalizzati in homepage o durante il percorso di acquisto per creare un’esperienza coinvolgente e su misura.

    5. Cura il customer care personalizzato
    Utilizza chatbot o operatori umani che possono riconoscere il cliente e la sua storia per offrire supporto più efficace e veloce.

    6. Segmenta il pubblico
    Non tutti i clienti sono uguali: segmenta il tuo pubblico in base a criteri demografici, comportamentali o di valore per offrire esperienze più precise e rilevanti.

    7. Monitora e ottimizza continuamente
    Analizza i dati di comportamento e conversione per capire cosa funziona e cosa migliorare, adattando la personalizzazione nel tempo.

    Personalizzare l’esperienza utente non è più un lusso, ma una necessità per chi vuole far crescere il proprio e-commerce in modo sostenibile. Investire in questa direzione significa aumentare la soddisfazione del cliente e il valore medio degli ordini.

    Se vuoi, posso aiutarti a implementare strategie di personalizzazione efficaci e su misura per il tuo negozio. Scrivimi!

    #Personalizzazione #Ecommerce #CustomerExperience #ImpresaBiz #VenditeOnline #MarketingDigitale #UserExperience
    Come personalizzare l’esperienza utente nel tuo negozio online (Strategie pratiche per conquistare e fidelizzare i clienti) Ciao! In un mercato sempre più competitivo, offrire un’esperienza personalizzata ai tuoi clienti è diventato un fattore decisivo per emergere e crescere. Personalizzare significa far sentire ogni utente unico, aumentando così la probabilità di conversione e fidelizzazione. Ti racconto come fare, passo dopo passo. 1. Raccogli dati in modo etico e trasparente Per personalizzare davvero, devi conoscere i tuoi clienti: -Informazioni di base (età, posizione, preferenze) -Comportamento sul sito (pagine visitate, prodotti visti, carrelli abbandonati) -Storico acquisti e interazioni precedenti -Ricorda sempre di rispettare la privacy e di chiedere il consenso per raccogliere dati. 2. Usa strumenti di marketing automation Piattaforme come HubSpot, Mailchimp, ActiveCampaign o Shopify Flow ti permettono di inviare comunicazioni mirate e automatizzate, ad esempio: -Email con offerte su misura basate sugli acquisti passati -Messaggi di benvenuto personalizzati -Promemoria per carrelli abbandonati 3. Offri prodotti e contenuti consigliati Sfrutta algoritmi di recommendation per mostrare ai visitatori prodotti correlati o che potrebbero piacergli in base alle loro preferenze e attività precedenti. 4. Personalizza la navigazione e l’interfaccia Mostra banner, offerte o messaggi personalizzati in homepage o durante il percorso di acquisto per creare un’esperienza coinvolgente e su misura. 5. Cura il customer care personalizzato Utilizza chatbot o operatori umani che possono riconoscere il cliente e la sua storia per offrire supporto più efficace e veloce. 6. Segmenta il pubblico Non tutti i clienti sono uguali: segmenta il tuo pubblico in base a criteri demografici, comportamentali o di valore per offrire esperienze più precise e rilevanti. 7. Monitora e ottimizza continuamente Analizza i dati di comportamento e conversione per capire cosa funziona e cosa migliorare, adattando la personalizzazione nel tempo. Personalizzare l’esperienza utente non è più un lusso, ma una necessità per chi vuole far crescere il proprio e-commerce in modo sostenibile. Investire in questa direzione significa aumentare la soddisfazione del cliente e il valore medio degli ordini. Se vuoi, posso aiutarti a implementare strategie di personalizzazione efficaci e su misura per il tuo negozio. Scrivimi! #Personalizzazione #Ecommerce #CustomerExperience #ImpresaBiz #VenditeOnline #MarketingDigitale #UserExperience
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  • La homepage perfetta per e-commerce: struttura, contenuti e errori da evitare

    Quando ho iniziato a lavorare sul mio e-commerce, ho capito subito quanto la homepage sia la “vetrina principale” del mio business online. È la prima impressione che il visitatore ha del brand e spesso decide se restare o andarsene in pochi secondi. Per questo ho dedicato tempo a studiare e ottimizzare la struttura e i contenuti della homepage, cercando di evitare errori comuni che possono costare visite e vendite.

    Oggi ti racconto quali elementi non possono mancare nella homepage del tuo e-commerce e quali errori invece evitare per fare colpo fin dal primo click.

    1. Struttura chiara e gerarchica
    La homepage deve guidare il visitatore verso le azioni più importanti, senza confonderlo.
    Per questo, ho organizzato i contenuti in sezioni ben definite e ordinate:
    -Header con logo, menu e ricerca ben visibili
    -Hero banner con offerta o messaggio chiave
    -Sezione prodotti in evidenza (novità, bestseller, promozioni)
    -Vantaggi e garanzie (spedizione, resi, assistenza)
    -Call to action chiare e ripetute
    -Footer con informazioni utili (contatti, social, newsletter)

    2. Contenuti che parlano al cliente
    La comunicazione deve essere immediata e centrata sui benefici per chi compra.
    Invece di parlare solo delle caratteristiche, racconto come il prodotto risolve problemi o migliora la vita.
    Testi brevi, diretti, accompagnati da immagini di qualità e video quando possibile.

    3. Velocità e performance
    Ho lavorato molto sull’ottimizzazione tecnica per assicurare tempi di caricamento rapidi.
    Ogni secondo di ritardo può far perdere potenziali clienti.

    4. Errori da evitare
    -Troppi elementi confusi e caotici: meno è meglio.
    -Pop-up invasivi subito all’ingresso: disturbano e spaventano.
    -Mancanza di informazioni importanti: spedizione, resi, contatti.
    -Call to action poco evidenti o mancanti.
    -Non ottimizzare per mobile: ormai indispensabile.

    5. Test e miglioramento continuo
    Ho capito che non basta “fare una buona homepage” una volta sola.
    Monitoro costantemente i dati di navigazione, tasso di rimbalzo e conversioni, e testo diverse versioni per capire cosa funziona meglio.

    La homepage perfetta non esiste in assoluto, ma si costruisce conoscendo i propri clienti e puntando a un design semplice, chiaro e persuasivo.
    Lavorare su questo elemento può fare la differenza tra un visitatore che resta e compra o uno che se ne va senza nemmeno guardare.

    Se vuoi, posso darti un feedback personalizzato sulla homepage del tuo e-commerce e suggerirti miglioramenti pratici da implementare.

    #Ecommerce #Homepage #WebDesign #ConversionRate #VendereOnline #ImpresaBiz #UserExperience #MarketingDigitale #OttimizzazioneSito

    La homepage perfetta per e-commerce: struttura, contenuti e errori da evitare Quando ho iniziato a lavorare sul mio e-commerce, ho capito subito quanto la homepage sia la “vetrina principale” del mio business online. È la prima impressione che il visitatore ha del brand e spesso decide se restare o andarsene in pochi secondi. Per questo ho dedicato tempo a studiare e ottimizzare la struttura e i contenuti della homepage, cercando di evitare errori comuni che possono costare visite e vendite. Oggi ti racconto quali elementi non possono mancare nella homepage del tuo e-commerce e quali errori invece evitare per fare colpo fin dal primo click. 1. Struttura chiara e gerarchica La homepage deve guidare il visitatore verso le azioni più importanti, senza confonderlo. Per questo, ho organizzato i contenuti in sezioni ben definite e ordinate: -Header con logo, menu e ricerca ben visibili -Hero banner con offerta o messaggio chiave -Sezione prodotti in evidenza (novità, bestseller, promozioni) -Vantaggi e garanzie (spedizione, resi, assistenza) -Call to action chiare e ripetute -Footer con informazioni utili (contatti, social, newsletter) 2. Contenuti che parlano al cliente La comunicazione deve essere immediata e centrata sui benefici per chi compra. Invece di parlare solo delle caratteristiche, racconto come il prodotto risolve problemi o migliora la vita. 👉 Testi brevi, diretti, accompagnati da immagini di qualità e video quando possibile. 3. Velocità e performance Ho lavorato molto sull’ottimizzazione tecnica per assicurare tempi di caricamento rapidi. Ogni secondo di ritardo può far perdere potenziali clienti. 4. Errori da evitare -Troppi elementi confusi e caotici: meno è meglio. -Pop-up invasivi subito all’ingresso: disturbano e spaventano. -Mancanza di informazioni importanti: spedizione, resi, contatti. -Call to action poco evidenti o mancanti. -Non ottimizzare per mobile: ormai indispensabile. 5. Test e miglioramento continuo Ho capito che non basta “fare una buona homepage” una volta sola. Monitoro costantemente i dati di navigazione, tasso di rimbalzo e conversioni, e testo diverse versioni per capire cosa funziona meglio. La homepage perfetta non esiste in assoluto, ma si costruisce conoscendo i propri clienti e puntando a un design semplice, chiaro e persuasivo. Lavorare su questo elemento può fare la differenza tra un visitatore che resta e compra o uno che se ne va senza nemmeno guardare. Se vuoi, posso darti un feedback personalizzato sulla homepage del tuo e-commerce e suggerirti miglioramenti pratici da implementare. #Ecommerce #Homepage #WebDesign #ConversionRate #VendereOnline #ImpresaBiz #UserExperience #MarketingDigitale #OttimizzazioneSito
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  • Tradurre o localizzare? I segreti per far parlare il tuo brand in più lingue

    Quando ho iniziato a portare il mio business all’estero, il primo passo è stato ovvio: tradurre i miei contenuti.
    Ma è stato anche il primo errore.

    Perché c’è una differenza fondamentale tra tradurre e localizzare. L’ho scoperto a mie spese quando una campagna che in Italia aveva funzionato benissimo ha avuto zero impatto in un mercato estero. Il motivo? Le parole erano corrette, ma il messaggio non parlava davvero al pubblico locale.

    Ecco cosa ho imparato sul campo per far sì che il mio brand non venga semplicemente capito, ma sentito.

    1. Traduzione ≠ comunicazione efficace
    Tradurre significa convertire parole da una lingua all’altra.
    Localizzare significa adattare tono, riferimenti culturali, valori, immagini e persino l’umorismo al contesto di chi legge.

    Per esempio, uno slogan efficace in italiano può risultare freddo o addirittura fraintendibile in inglese, se non viene riscritto con sensibilità culturale.

    2. Parti sempre dal pubblico, non dalla lingua
    Quando ho iniziato a localizzare i contenuti, ho cambiato approccio: prima ho studiato il pubblico locale — il suo modo di comunicare, i valori che apprezza, i codici visivi. Solo dopo ho adattato i testi. Questo cambio di prospettiva ha fatto la differenza in termini di engagement e conversioni.

    3. Affidati a professionisti madrelingua (che conoscono il tuo settore)
    Ho imparato a non risparmiare sulla localizzazione: non bastano traduttori generici, servono copywriter o esperti madrelingua che conoscano lingua + cultura + business. Solo così i testi riflettono davvero l’identità del brand e risuonano nel nuovo mercato.

    4. Localizza tutto: sito, newsletter, social, customer care
    Non basta tradurre la homepage. Per trasmettere coerenza e affidabilità, ho lavorato per localizzare ogni touchpoint: dalle email automatiche al servizio clienti, dai sottotitoli dei video fino alle caption di Instagram. Ogni dettaglio conta.

    5. Testa e ottimizza costantemente
    La localizzazione non è un’azione “una tantum”: è un processo vivo. Ho imparato a testare headline, call to action e contenuti per capire cosa funziona meglio in ciascun paese. I dati sono preziosi, ma ancora di più lo è l’ascolto diretto del pubblico.

    Tradurre ti fa arrivare.
    Localizzare ti fa entrare.

    Se vuoi che il tuo brand parli davvero più lingue, inizia a pensare come i tuoi clienti, non solo a tradurre per loro. La differenza si vede nei numeri, ma soprattutto nella connessione umana che riesci a creare.

    #Localizzazione #TraduzioneStrategica #Internazionalizzazione #ContentMarketing #EspansioneDigitale #CopywritingMultilingue #CustomerExperience #BrandGlobale #StrategiaDigitale #ImprenditriceDigitale
    Tradurre o localizzare? I segreti per far parlare il tuo brand in più lingue Quando ho iniziato a portare il mio business all’estero, il primo passo è stato ovvio: tradurre i miei contenuti. Ma è stato anche il primo errore. Perché c’è una differenza fondamentale tra tradurre e localizzare. L’ho scoperto a mie spese quando una campagna che in Italia aveva funzionato benissimo ha avuto zero impatto in un mercato estero. Il motivo? Le parole erano corrette, ma il messaggio non parlava davvero al pubblico locale. Ecco cosa ho imparato sul campo per far sì che il mio brand non venga semplicemente capito, ma sentito. 🌍 1. Traduzione ≠ comunicazione efficace Tradurre significa convertire parole da una lingua all’altra. Localizzare significa adattare tono, riferimenti culturali, valori, immagini e persino l’umorismo al contesto di chi legge. Per esempio, uno slogan efficace in italiano può risultare freddo o addirittura fraintendibile in inglese, se non viene riscritto con sensibilità culturale. 💡 2. Parti sempre dal pubblico, non dalla lingua Quando ho iniziato a localizzare i contenuti, ho cambiato approccio: prima ho studiato il pubblico locale — il suo modo di comunicare, i valori che apprezza, i codici visivi. Solo dopo ho adattato i testi. Questo cambio di prospettiva ha fatto la differenza in termini di engagement e conversioni. ✍️ 3. Affidati a professionisti madrelingua (che conoscono il tuo settore) Ho imparato a non risparmiare sulla localizzazione: non bastano traduttori generici, servono copywriter o esperti madrelingua che conoscano lingua + cultura + business. Solo così i testi riflettono davvero l’identità del brand e risuonano nel nuovo mercato. 📱 4. Localizza tutto: sito, newsletter, social, customer care Non basta tradurre la homepage. Per trasmettere coerenza e affidabilità, ho lavorato per localizzare ogni touchpoint: dalle email automatiche al servizio clienti, dai sottotitoli dei video fino alle caption di Instagram. Ogni dettaglio conta. 📈 5. Testa e ottimizza costantemente La localizzazione non è un’azione “una tantum”: è un processo vivo. Ho imparato a testare headline, call to action e contenuti per capire cosa funziona meglio in ciascun paese. I dati sono preziosi, ma ancora di più lo è l’ascolto diretto del pubblico. Tradurre ti fa arrivare. Localizzare ti fa entrare. Se vuoi che il tuo brand parli davvero più lingue, inizia a pensare come i tuoi clienti, non solo a tradurre per loro. La differenza si vede nei numeri, ma soprattutto nella connessione umana che riesci a creare. #Localizzazione #TraduzioneStrategica #Internazionalizzazione #ContentMarketing #EspansioneDigitale #CopywritingMultilingue #CustomerExperience #BrandGlobale #StrategiaDigitale #ImprenditriceDigitale
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  • 5 motivi per cui il tuo e-commerce non vende (e come ho imparato a risolverli)

    Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo che bastasse avere un buon prodotto e un sito ben fatto per iniziare a vendere.
    La realtà? Anche con le migliori intenzioni, le vendite non arrivano da sole.
    Ci sono errori che ho commesso all’inizio — e che vedo spesso anche in altri progetti — che possono compromettere i risultati.
    Qui ti racconto i 5 più comuni (e cosa ho fatto per superarli).

    1. Il sito è bello… ma poco chiaro
    Un design curato non basta. Se un utente atterra sul tuo sito e non capisce subito cosa vendi, a chi ti rivolgi e perché dovrebbe acquistare proprio da te, se ne va.
    Soluzione: Ho rivisto homepage e schede prodotto mettendo in evidenza i benefici, le FAQ, le recensioni e una call to action chiara. Meno estetica, più chiarezza.

    2. Le persone arrivano, ma non comprano
    Se il traffico c’è ma le vendite no, il problema è nella conversione.
    Magari i tempi di spedizione non sono chiari, i costi sono troppo alti, o il checkout è complicato.

    Soluzione: Ho semplificato il processo d’acquisto in 3 clic, reso i costi di spedizione trasparenti e inserito opzioni di pagamento flessibili. E ho iniziato a monitorare con strumenti come Hotjar e Google Analytics.

    3. Nessuno sa che esisti
    A volte il problema non è il sito… ma il fatto che nessuno lo conosca.
    Aspettare che “arrivino” i clienti non funziona. Ho capito che dovevo fare marketing, anche se il prodotto era ottimo.

    Soluzione: Ho iniziato a creare contenuti utili sui social, avviato campagne sponsorizzate ben targettizzate e costruito una lista email per fidelizzare chi mi scopre.

    4. Non comunichi abbastanza il valore del prodotto
    Parlare solo di “prezzo basso” o “spedizione veloce” non basta.
    Le persone comprano valore, identità, emozione.
    Se non racconti il “perché” dietro al prodotto, sarà solo uno dei tanti.

    Soluzione: Ho lavorato sul brand storytelling. Ho spiegato cosa rende il mio prodotto diverso, chi lo ha creato, per chi è pensato. Ho creato contenuti video, recensioni reali e testimonianze.

    5. Nessuna strategia post-acquisto
    Vendere una volta è bene. Far tornare il cliente è essenziale.
    Per molto tempo non ho avuto una strategia di follow-up. Risultato? Persone soddisfatte che però... sparivano.

    Soluzione: Ho automatizzato email post-vendita, sconti dedicati per clienti abituali e richieste di recensione. Il tasso di riacquisto è salito notevolmente.

    Un e-commerce che non vende non è per forza un progetto sbagliato.
    Spesso è solo una questione di ottimizzazione, comunicazione e piccoli dettagli da correggere.
    Io l’ho imparato a mie spese, ma tu puoi iniziare a migliorare da subito.

    #EcommerceTips #VendereOnline #StrategiaEcommerce #DigitalMarketing #ShopOnline #ConsigliEcommerce #ConversionRate #BrandStorytelling #MarketingDigitale #CustomerExperience

    5 motivi per cui il tuo e-commerce non vende (e come ho imparato a risolverli) Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo che bastasse avere un buon prodotto e un sito ben fatto per iniziare a vendere. La realtà? Anche con le migliori intenzioni, le vendite non arrivano da sole. Ci sono errori che ho commesso all’inizio — e che vedo spesso anche in altri progetti — che possono compromettere i risultati. Qui ti racconto i 5 più comuni (e cosa ho fatto per superarli). 1. Il sito è bello… ma poco chiaro Un design curato non basta. Se un utente atterra sul tuo sito e non capisce subito cosa vendi, a chi ti rivolgi e perché dovrebbe acquistare proprio da te, se ne va. 📌 Soluzione: Ho rivisto homepage e schede prodotto mettendo in evidenza i benefici, le FAQ, le recensioni e una call to action chiara. Meno estetica, più chiarezza. 2. Le persone arrivano, ma non comprano Se il traffico c’è ma le vendite no, il problema è nella conversione. Magari i tempi di spedizione non sono chiari, i costi sono troppo alti, o il checkout è complicato. 📌 Soluzione: Ho semplificato il processo d’acquisto in 3 clic, reso i costi di spedizione trasparenti e inserito opzioni di pagamento flessibili. E ho iniziato a monitorare con strumenti come Hotjar e Google Analytics. 3. Nessuno sa che esisti A volte il problema non è il sito… ma il fatto che nessuno lo conosca. Aspettare che “arrivino” i clienti non funziona. Ho capito che dovevo fare marketing, anche se il prodotto era ottimo. 📌 Soluzione: Ho iniziato a creare contenuti utili sui social, avviato campagne sponsorizzate ben targettizzate e costruito una lista email per fidelizzare chi mi scopre. 4. Non comunichi abbastanza il valore del prodotto Parlare solo di “prezzo basso” o “spedizione veloce” non basta. Le persone comprano valore, identità, emozione. Se non racconti il “perché” dietro al prodotto, sarà solo uno dei tanti. 📌 Soluzione: Ho lavorato sul brand storytelling. Ho spiegato cosa rende il mio prodotto diverso, chi lo ha creato, per chi è pensato. Ho creato contenuti video, recensioni reali e testimonianze. 5. Nessuna strategia post-acquisto Vendere una volta è bene. Far tornare il cliente è essenziale. Per molto tempo non ho avuto una strategia di follow-up. Risultato? Persone soddisfatte che però... sparivano. 📌 Soluzione: Ho automatizzato email post-vendita, sconti dedicati per clienti abituali e richieste di recensione. Il tasso di riacquisto è salito notevolmente. Un e-commerce che non vende non è per forza un progetto sbagliato. Spesso è solo una questione di ottimizzazione, comunicazione e piccoli dettagli da correggere. Io l’ho imparato a mie spese, ma tu puoi iniziare a migliorare da subito. #EcommerceTips #VendereOnline #StrategiaEcommerce #DigitalMarketing #ShopOnline #ConsigliEcommerce #ConversionRate #BrandStorytelling #MarketingDigitale #CustomerExperience
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  • L’e-commerce non è (solo) vendere online: è costruire un’esperienza
    Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dell’e-commerce, pensavo che tutto ruotasse intorno a una cosa: vendere. Portare traffico, far cliccare “aggiungi al carrello”, chiudere la transazione. Punto.

    Ma col tempo ho capito una cosa che ha cambiato tutto: l’e-commerce non è solo vendere online. È costruire un’esperienza.

    Questa consapevolezza mi è arrivata a suon di errori, feedback (non sempre positivi) e clienti persi lungo il percorso. Perché puoi anche avere il prodotto migliore del mondo, il prezzo più competitivo, la spedizione più veloce… ma se l’esperienza che offri è confusa, impersonale o frustrante, il cliente non torna.

    L’esperienza inizia prima dell’acquisto
    Spesso ci concentriamo solo sul momento della vendita, ma il viaggio del cliente comincia molto prima: da come ci trova su Google, da come appare un nostro post sui social, da quanto è chiara la homepage del sito. Ho imparato a chiedermi: chi arriva qui, capisce cosa offro? Si sente accolto? Ha voglia di restare?

    Ogni dettaglio conta (e comunica)
    Dalle foto prodotto alla mail di conferma, tutto comunica qualcosa. Se uso immagini di bassa qualità o testi generici, sto dicendo al cliente che non ho curato i dettagli. Oggi, invece, ogni parola sul sito è pensata, ogni interazione è un’occasione per far sentire il cliente nel posto giusto.

    Il post-vendita è parte della vendita
    Un altro errore che ho fatto è considerare il post-vendita come un “di più”. In realtà, è lì che si gioca la vera partita: se un reso è complicato, se una richiesta di assistenza resta senza risposta, se la consegna è confusa… il cliente si ricorda solo quello. Ho iniziato a trattare il post-vendita con la stessa attenzione del primo click.

    L’esperienza è anche emozione
    Sembra banale, ma non lo è: le persone non comprano solo oggetti, comprano sensazioni. Un packaging curato, un messaggio personalizzato, una sorpresa nel pacco… possono trasformare un semplice acquisto in un momento memorabile. E un cliente soddisfatto… parla, consiglia, torna.

    Oggi, quando penso al mio e-commerce, non lo vedo più solo come un sito che vende prodotti. Lo vedo come un ambiente, un percorso, una relazione. Vendere è importante, ovvio. Ma farlo con un’esperienza che il cliente ricorda (in positivo) è quello che fa la vera differenza.

    #ecommerceexperience #vendereonline #customerjourney #esperienzadacquisto #digitalretail #postvendita #brandingdigitale #servizioclienti #userexperience #impresabiz

    L’e-commerce non è (solo) vendere online: è costruire un’esperienza Quando ho iniziato a lavorare nel mondo dell’e-commerce, pensavo che tutto ruotasse intorno a una cosa: vendere. Portare traffico, far cliccare “aggiungi al carrello”, chiudere la transazione. Punto. Ma col tempo ho capito una cosa che ha cambiato tutto: l’e-commerce non è solo vendere online. È costruire un’esperienza. Questa consapevolezza mi è arrivata a suon di errori, feedback (non sempre positivi) e clienti persi lungo il percorso. Perché puoi anche avere il prodotto migliore del mondo, il prezzo più competitivo, la spedizione più veloce… ma se l’esperienza che offri è confusa, impersonale o frustrante, il cliente non torna. L’esperienza inizia prima dell’acquisto Spesso ci concentriamo solo sul momento della vendita, ma il viaggio del cliente comincia molto prima: da come ci trova su Google, da come appare un nostro post sui social, da quanto è chiara la homepage del sito. Ho imparato a chiedermi: chi arriva qui, capisce cosa offro? Si sente accolto? Ha voglia di restare? Ogni dettaglio conta (e comunica) Dalle foto prodotto alla mail di conferma, tutto comunica qualcosa. Se uso immagini di bassa qualità o testi generici, sto dicendo al cliente che non ho curato i dettagli. Oggi, invece, ogni parola sul sito è pensata, ogni interazione è un’occasione per far sentire il cliente nel posto giusto. Il post-vendita è parte della vendita Un altro errore che ho fatto è considerare il post-vendita come un “di più”. In realtà, è lì che si gioca la vera partita: se un reso è complicato, se una richiesta di assistenza resta senza risposta, se la consegna è confusa… il cliente si ricorda solo quello. Ho iniziato a trattare il post-vendita con la stessa attenzione del primo click. L’esperienza è anche emozione Sembra banale, ma non lo è: le persone non comprano solo oggetti, comprano sensazioni. Un packaging curato, un messaggio personalizzato, una sorpresa nel pacco… possono trasformare un semplice acquisto in un momento memorabile. E un cliente soddisfatto… parla, consiglia, torna. Oggi, quando penso al mio e-commerce, non lo vedo più solo come un sito che vende prodotti. Lo vedo come un ambiente, un percorso, una relazione. Vendere è importante, ovvio. Ma farlo con un’esperienza che il cliente ricorda (in positivo) è quello che fa la vera differenza. #ecommerceexperience #vendereonline #customerjourney #esperienzadacquisto #digitalretail #postvendita #brandingdigitale #servizioclienti #userexperience #impresabiz
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  • Come progettare una homepage che guida l’utente all’acquisto

    All’inizio, la mia homepage sembrava un collage: belle immagini, qualche testo ispirazionale, qualche bottone qua e là.
    Poi ho capito una cosa fondamentale: la homepage non è una vetrina. È un percorso.
    Serve a guidare l’utente con chiarezza, emozione e strategia, fino all’azione che voglio fargli compiere: acquistare.

    1. L’impatto visivo nei primi 3 secondi
    Quando apro un sito, anch’io giudico tutto in pochi secondi.
    Ecco perché ho lavorato su:

    Hero chiaro e d’impatto: una frase forte, un’immagine coerente con il brand, una call-to-action visibile (es. “Scopri la nuova collezione”).
    Menu semplice e ordinato: massimo 5 voci, niente confusione.
    Mobile first: la maggior parte dei miei utenti arriva da smartphone — e lì tutto deve essere perfetto.

    2. Raccontare chi sei (ma in 2 righe, non in un romanzo)
    Ho inserito una mini bio o mission statement con un tono autentico e diretto.
    Due righe per dire “chi sono, cosa vendo, perché dovresti fidarti di me”.
    E poi un link alla pagina “Chi sono”, per chi vuole approfondire.

    3. Mettere in primo piano i prodotti di punta
    Non tutto, non a caso.
    Solo:
    -Il prodotto bestseller
    -La nuova collezione
    -Un’offerta speciale in evidenza
    -L’obiettivo è far cliccare, non mostrare tutto.

    4. Inserire leve di fiducia
    Recensioni reali
    Garanzie su spedizione e resi
    Pagamenti sicuri
    Foto con persone reali che usano i prodotti

    Questi elementi mi hanno aiutato a ridurre il tasso di abbandono e aumentare la fiducia dei nuovi visitatori.

    5. Guidare l’utente con micro-call to action
    Ogni sezione della homepage ha un obiettivo chiaro e un micro-invito:
    “Scopri di più”, “Vai al prodotto”, “Leggi le recensioni”, “Aggiungi al carrello”.
    Ho imparato che se non dici all’utente cosa fare… non lo farà.

    6. Footer curato e utile
    Spesso trascurato, per me è uno strumento importante:
    Link veloci (FAQ, contatti, resi, termini e condizioni)
    Iscrizione alla newsletter
    Social media e contatti diretti

    Una homepage efficace non urla “compra!”, ma accompagna.
    Racconta, mostra, rassicura, guida.
    E se ben progettata, lavora per te ogni giorno — anche quando sei offline.

    #homepageefficace #uxdesign #ecommerceitalia #vendereonline #strategiadigitale #imprenditoriadigitale #conversionrate #digitalmarketing #influencerbusiness #shoponline
    Come progettare una homepage che guida l’utente all’acquisto All’inizio, la mia homepage sembrava un collage: belle immagini, qualche testo ispirazionale, qualche bottone qua e là. Poi ho capito una cosa fondamentale: la homepage non è una vetrina. È un percorso. Serve a guidare l’utente con chiarezza, emozione e strategia, fino all’azione che voglio fargli compiere: acquistare. 1. L’impatto visivo nei primi 3 secondi Quando apro un sito, anch’io giudico tutto in pochi secondi. Ecco perché ho lavorato su: ✅ Hero chiaro e d’impatto: una frase forte, un’immagine coerente con il brand, una call-to-action visibile (es. “Scopri la nuova collezione”). ✅ Menu semplice e ordinato: massimo 5 voci, niente confusione. ✅ Mobile first: la maggior parte dei miei utenti arriva da smartphone — e lì tutto deve essere perfetto. 2. Raccontare chi sei (ma in 2 righe, non in un romanzo) Ho inserito una mini bio o mission statement con un tono autentico e diretto. Due righe per dire “chi sono, cosa vendo, perché dovresti fidarti di me”. E poi un link alla pagina “Chi sono”, per chi vuole approfondire. 3. Mettere in primo piano i prodotti di punta Non tutto, non a caso. Solo: -Il prodotto bestseller -La nuova collezione -Un’offerta speciale in evidenza -L’obiettivo è far cliccare, non mostrare tutto. 4. Inserire leve di fiducia 💬 Recensioni reali 📦 Garanzie su spedizione e resi 💳 Pagamenti sicuri 👥 Foto con persone reali che usano i prodotti Questi elementi mi hanno aiutato a ridurre il tasso di abbandono e aumentare la fiducia dei nuovi visitatori. 5. Guidare l’utente con micro-call to action Ogni sezione della homepage ha un obiettivo chiaro e un micro-invito: “Scopri di più”, “Vai al prodotto”, “Leggi le recensioni”, “Aggiungi al carrello”. Ho imparato che se non dici all’utente cosa fare… non lo farà. 6. Footer curato e utile Spesso trascurato, per me è uno strumento importante: ✔️ Link veloci (FAQ, contatti, resi, termini e condizioni) ✔️ Iscrizione alla newsletter ✔️ Social media e contatti diretti Una homepage efficace non urla “compra!”, ma accompagna. Racconta, mostra, rassicura, guida. E se ben progettata, lavora per te ogni giorno — anche quando sei offline. #homepageefficace #uxdesign #ecommerceitalia #vendereonline #strategiadigitale #imprenditoriadigitale #conversionrate #digitalmarketing #influencerbusiness #shoponline
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  • Il mio metodo per costruire fiducia in un brand e-commerce
    Una cosa che ho capito presto?

    Puoi avere il prodotto migliore del mondo, ma se il cliente non si fida, non compra.
    Online manca il contatto umano, manca lo sguardo, manca la stretta di mano.

    E allora mi sono chiesta: Come posso costruire fiducia digitale?
    Ecco il metodo che uso oggi, testato sul mio e-commerce e su quelli dei miei clienti

    1. Trasparenza prima di tutto
    Niente promesse irrealistiche, niente testi “da pubblicità anni ‘90”.
    Dico cosa c’è dietro ogni prodotto, come viene creato, cosa contiene, da dove arriva.
    Le persone lo percepiscono. E apprezzano.

    2. Mostrare il volto umano del brand
    Metterci la faccia è stata una svolta:
    Racconto il dietro le quinte
    Parlo in video
    Rispondo ai messaggi personalmente

    Il mio brand non è solo una vetrina: è una storia vera, con una voce riconoscibile.

    3. Cura maniacale della customer experience
    Dal primo clic alla consegna, tutto dev’essere chiaro, semplice e curato:
    -Sito facile da navigare
    -Mail di conferma rassicuranti
    -Packaging curato (ma sostenibile)
    -Assistenza clienti umana, veloce e gentile
    La fiducia nasce anche dalla coerenza nei piccoli dettagli.

    4. Recensioni autentiche, video se possibile
    Le recensioni non sono solo social proof, sono conferme esterne che il cliente cerca prima di acquistare.
    Ho imparato a raccoglierle in modo naturale, e a usarle nei posti giusti: homepage, pagine prodotto, email marketing.

    5. Email marketing fatto con empatia
    Niente spam. Solo contenuti utili, storytelling sincero, offerte pensate.
    Quando le persone si sentono ascoltate, restano.
    E tornano.

    6. Promesse chiare, mantenute sempre
    Se dico “spedizione in 48h”, dev’essere davvero così.
    Ogni volta che non rispetti ciò che comunichi, la fiducia cala.
    Ogni volta che la mantieni, cresce.

    Fiducia = relazione.
    E come ogni relazione, si costruisce nel tempo, con coerenza, attenzione e presenza.
    È questa la vera differenza tra un e-commerce qualsiasi e un brand che dura.

    Hai un e-commerce? Ti va di raccontarmi come costruisci fiducia nel tuo mondo? Oppure, se sei all’inizio, posso aiutarti a creare le basi giuste.

    #Branding #FiduciaOnline #CustomerExperience #EcommerceTips #MentalitàDaCEO #PersonalBranding #DonneCheVendono #DigitalStrategy #MarketingEtico #VendereConValore
    🤝 Il mio metodo per costruire fiducia in un brand e-commerce Una cosa che ho capito presto? Puoi avere il prodotto migliore del mondo, ma se il cliente non si fida, non compra. Online manca il contatto umano, manca lo sguardo, manca la stretta di mano. E allora mi sono chiesta: Come posso costruire fiducia digitale? Ecco il metodo che uso oggi, testato sul mio e-commerce e su quelli dei miei clienti 👇 🌱 1. Trasparenza prima di tutto Niente promesse irrealistiche, niente testi “da pubblicità anni ‘90”. Dico cosa c’è dietro ogni prodotto, come viene creato, cosa contiene, da dove arriva. Le persone lo percepiscono. E apprezzano. 👩‍💻 2. Mostrare il volto umano del brand Metterci la faccia è stata una svolta: 📸 Racconto il dietro le quinte 🎥 Parlo in video 💬 Rispondo ai messaggi personalmente Il mio brand non è solo una vetrina: è una storia vera, con una voce riconoscibile. 📦 3. Cura maniacale della customer experience Dal primo clic alla consegna, tutto dev’essere chiaro, semplice e curato: -Sito facile da navigare -Mail di conferma rassicuranti -Packaging curato (ma sostenibile) -Assistenza clienti umana, veloce e gentile La fiducia nasce anche dalla coerenza nei piccoli dettagli. 🗣️ 4. Recensioni autentiche, video se possibile Le recensioni non sono solo social proof, sono conferme esterne che il cliente cerca prima di acquistare. Ho imparato a raccoglierle in modo naturale, e a usarle nei posti giusti: homepage, pagine prodotto, email marketing. 💌 5. Email marketing fatto con empatia Niente spam. Solo contenuti utili, storytelling sincero, offerte pensate. Quando le persone si sentono ascoltate, restano. E tornano. 🎯 6. Promesse chiare, mantenute sempre Se dico “spedizione in 48h”, dev’essere davvero così. Ogni volta che non rispetti ciò che comunichi, la fiducia cala. Ogni volta che la mantieni, cresce. 💡 Fiducia = relazione. E come ogni relazione, si costruisce nel tempo, con coerenza, attenzione e presenza. È questa la vera differenza tra un e-commerce qualsiasi e un brand che dura. Hai un e-commerce? Ti va di raccontarmi come costruisci fiducia nel tuo mondo? Oppure, se sei all’inizio, posso aiutarti a creare le basi giuste. #Branding #FiduciaOnline #CustomerExperience #EcommerceTips #MentalitàDaCEO #PersonalBranding #DonneCheVendono #DigitalStrategy #MarketingEtico #VendereConValore
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  • Il potere delle recensioni video: come raccoglierle e usarle davvero

    Una delle cose che ha veramente cambiato il mio tasso di conversione è stata questa:
    le recensioni video dei clienti.
    Niente batte il momento in cui una persona reale mostra il prodotto, lo usa, ne parla — senza filtri.
    È autentico. È credibile. Ed è ciò che vende.

    Ti racconto come le raccolgo e come le uso strategicamente nel mio shop

    Perché le recensioni video funzionano così bene
    -Sono più personali: ci mettono la faccia
    -Aumentano la fiducia nel brand
    -Fanno leva sul principio della prova sociale (se funziona per altri, funzionerà anche per me)
    Coinvolgono più di una recensione scritta: la voce, il tono, le emozioni… tutto conta

    Come raccolgo recensioni video (senza stressare i clienti)

    Lo chiedo nel momento giusto
    Dopo che il prodotto è stato ricevuto e il cliente è soddisfatto.
    Uso un’email automatica tipo:

    “Ti va di raccontare la tua esperienza in un breve video? In cambio ricevi un buono sconto per il tuo prossimo acquisto.”

    Rendo tutto semplice
    Uso un tool tipo VideoAsk, Vocal Video o anche solo un Google Form dove possono caricare il video direttamente.
    Più è semplice → più è probabile che lo facciano.

    Incentivo con un bonus
    Sconto, spedizione gratuita, regalo: piccolo premio, grande impatto.
    Funziona alla grande.

    Come le uso nel mio e-commerce

    Sulla homepage → in formato carosello o video hero

    Nelle pagine prodotto → accanto alla descrizione

    Nelle ads → le UGC (user-generated content) convertono molto di più delle creatività patinate

    Nelle storie IG / TikTok / Reels → formato perfetto per la condivisione autentica

    Un consiglio extra?
    Chiedi ai clienti di raccontare:
    -Perché hanno scelto te
    -Qual era il loro problema
    -Cosa è successo dopo aver usato il prodotto
    Questa struttura crea una mini storia vera, potente ed efficace.

    Oggi le recensioni video sono uno degli strumenti più sottovalutati… ma anche tra i più potenti.
    E la cosa migliore? Non devi crearle tu. Le creano i tuoi clienti, per te.

    Hai già raccolto video recensioni? Ti va che ti aiuti a impostare il sistema per farlo nel tuo e-commerce?

    #VideoRecensioni #UGC #EcommerceTips #VenditeOnline #ProvaSociale #MentalitàDaCEO #MarketingDigitale #StrategieDiFiducia #DonneCheVendono #PersonalBranding #RecensioniClienti
    🎥 Il potere delle recensioni video: come raccoglierle e usarle davvero Una delle cose che ha veramente cambiato il mio tasso di conversione è stata questa: le recensioni video dei clienti. Niente batte il momento in cui una persona reale mostra il prodotto, lo usa, ne parla — senza filtri. È autentico. È credibile. Ed è ciò che vende. Ti racconto come le raccolgo e come le uso strategicamente nel mio shop 👇 🧲 Perché le recensioni video funzionano così bene -Sono più personali: ci mettono la faccia -Aumentano la fiducia nel brand -Fanno leva sul principio della prova sociale (se funziona per altri, funzionerà anche per me) Coinvolgono più di una recensione scritta: la voce, il tono, le emozioni… tutto conta 📥 Come raccolgo recensioni video (senza stressare i clienti) Lo chiedo nel momento giusto Dopo che il prodotto è stato ricevuto e il cliente è soddisfatto. Uso un’email automatica tipo: “Ti va di raccontare la tua esperienza in un breve video? In cambio ricevi un buono sconto per il tuo prossimo acquisto.” Rendo tutto semplice Uso un tool tipo VideoAsk, Vocal Video o anche solo un Google Form dove possono caricare il video direttamente. Più è semplice → più è probabile che lo facciano. Incentivo con un bonus Sconto, spedizione gratuita, regalo: piccolo premio, grande impatto. Funziona alla grande. 🚀 Come le uso nel mio e-commerce Sulla homepage → in formato carosello o video hero Nelle pagine prodotto → accanto alla descrizione Nelle ads → le UGC (user-generated content) convertono molto di più delle creatività patinate Nelle storie IG / TikTok / Reels → formato perfetto per la condivisione autentica 💡 Un consiglio extra? Chiedi ai clienti di raccontare: -Perché hanno scelto te -Qual era il loro problema -Cosa è successo dopo aver usato il prodotto Questa struttura crea una mini storia vera, potente ed efficace. 🎯 Oggi le recensioni video sono uno degli strumenti più sottovalutati… ma anche tra i più potenti. E la cosa migliore? Non devi crearle tu. Le creano i tuoi clienti, per te. Hai già raccolto video recensioni? Ti va che ti aiuti a impostare il sistema per farlo nel tuo e-commerce? #VideoRecensioni #UGC #EcommerceTips #VenditeOnline #ProvaSociale #MentalitàDaCEO #MarketingDigitale #StrategieDiFiducia #DonneCheVendono #PersonalBranding #RecensioniClienti
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