• Strumenti digitali per imprenditori multitasking: come scegliere i migliori

    Se c’è una cosa che so bene, è cosa vuol dire fare mille cose insieme.
    Essere imprenditrice significa spesso passare da una riunione a una fattura, da una telefonata a un post sui social — tutto in una stessa giornata.
    La buona notizia? Esistono strumenti digitali che aiutano davvero a gestire il caos.
    La vera sfida, però, è scegliere quelli giusti.

    1. Non serve avere “tutto”: meglio pochi strumenti, ma ben integrati
    All’inizio commettevo l’errore di usare troppi strumenti insieme: uno per le note, uno per le scadenze, uno per il team, uno per i file…
    Il risultato? Più confusione.
    Ora ho imparato a selezionare pochi strumenti ben scelti, che si parlano tra loro e semplificano davvero il mio lavoro.

    2. Strumenti base che consiglio (e uso ogni giorno)
    Notion o Trello – per organizzare idee, task e progetti
    Google Workspace – per email, documenti, calendario e condivisione
    Canva – per creare grafiche professionali in pochi minuti
    Zapier – per automatizzare processi tra app diverse
    Slack o Microsoft Teams – per comunicare con collaboratori in modo fluido
    Wave o Fatture in Cloud – per gestire preventivi e contabilità (anche senza commercialista!)

    3. Scegli in base al tuo stile di lavoro, non per moda
    Ogni strumento ha pro e contro.
    Quello che funziona per me potrebbe non funzionare per te.
    Prima di scegliere, mi faccio sempre queste domande:

    -Mi fa risparmiare tempo?
    -È semplice da usare?
    -Si adatta alle mie abitudini o devo stravolgerle?
    -È sostenibile nel tempo (anche a livello di costo)?

    4. Automatizza dove possibile (ma senza perdere il controllo)
    Automatizzare piccole cose — come risposte email, promemoria, invii di newsletter — mi ha aiutato a respirare.
    Ma tengo sempre tutto sotto controllo: la tecnologia deve aiutare, non comandare.

    5. Testa, ma poi decidi e consolida
    Mi do sempre un limite: provo uno strumento massimo per 2 settimane.
    Se non mi semplifica la vita, lo abbandono.
    Essere multitasking non significa complicarsi la vita, ma imparare a semplificare in modo intelligente.

    Non servono 20 app per sentirsi digitali: bastano 3-4 strumenti giusti per guadagnare tempo, chiarezza e respiro.
    Per noi imprenditrici multitasking, questo non è un lusso: è ciò che ci permette di lavorare meglio… e vivere un po' più serene.

    #strumentidigitali #multitasking #imprenditoriafemminile #organizzazionedigitale #digitaltools #produttivitàsmart #digitalizzazionePMI #appperimprese #impresa2025 #businessconsapevole
    Strumenti digitali per imprenditori multitasking: come scegliere i migliori Se c’è una cosa che so bene, è cosa vuol dire fare mille cose insieme. Essere imprenditrice significa spesso passare da una riunione a una fattura, da una telefonata a un post sui social — tutto in una stessa giornata. La buona notizia? Esistono strumenti digitali che aiutano davvero a gestire il caos. La vera sfida, però, è scegliere quelli giusti. 1. Non serve avere “tutto”: meglio pochi strumenti, ma ben integrati All’inizio commettevo l’errore di usare troppi strumenti insieme: uno per le note, uno per le scadenze, uno per il team, uno per i file… Il risultato? Più confusione. Ora ho imparato a selezionare pochi strumenti ben scelti, che si parlano tra loro e semplificano davvero il mio lavoro. 2. Strumenti base che consiglio (e uso ogni giorno) ✅ Notion o Trello – per organizzare idee, task e progetti ✅ Google Workspace – per email, documenti, calendario e condivisione ✅ Canva – per creare grafiche professionali in pochi minuti ✅ Zapier – per automatizzare processi tra app diverse ✅ Slack o Microsoft Teams – per comunicare con collaboratori in modo fluido ✅ Wave o Fatture in Cloud – per gestire preventivi e contabilità (anche senza commercialista!) 3. Scegli in base al tuo stile di lavoro, non per moda Ogni strumento ha pro e contro. Quello che funziona per me potrebbe non funzionare per te. Prima di scegliere, mi faccio sempre queste domande: -Mi fa risparmiare tempo? -È semplice da usare? -Si adatta alle mie abitudini o devo stravolgerle? -È sostenibile nel tempo (anche a livello di costo)? 4. Automatizza dove possibile (ma senza perdere il controllo) Automatizzare piccole cose — come risposte email, promemoria, invii di newsletter — mi ha aiutato a respirare. Ma tengo sempre tutto sotto controllo: la tecnologia deve aiutare, non comandare. 5. Testa, ma poi decidi e consolida Mi do sempre un limite: provo uno strumento massimo per 2 settimane. Se non mi semplifica la vita, lo abbandono. Essere multitasking non significa complicarsi la vita, ma imparare a semplificare in modo intelligente. Non servono 20 app per sentirsi digitali: bastano 3-4 strumenti giusti per guadagnare tempo, chiarezza e respiro. Per noi imprenditrici multitasking, questo non è un lusso: è ciò che ci permette di lavorare meglio… e vivere un po' più serene. #strumentidigitali #multitasking #imprenditoriafemminile #organizzazionedigitale #digitaltools #produttivitàsmart #digitalizzazionePMI #appperimprese #impresa2025 #businessconsapevole
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  • La cybersecurity nelle PMI: proteggere dati e reputazione con la digitalizzazione

    Da quando ho iniziato a lavorare con la digitalizzazione delle imprese, mi sono resa conto di una verità spesso sottovalutata: la sicurezza informatica non è un tema “da tecnici”, ma una responsabilità strategica che riguarda direttamente chi guida un’azienda.

    E sì, anche — e soprattutto — nelle PMI.

    1. Digitalizzare significa anche proteggere
    Molte piccole imprese vedono la digitalizzazione come un’opportunità (giustamente!) per essere più efficienti, veloci e moderne.
    Ma c’è un lato che spesso viene trascurato: più digitalizzi, più devi proteggere.
    Ogni software, piattaforma o canale online è una porta aperta: va difesa con attenzione.

    2. I rischi non riguardano solo i “grandi”
    Pensare “tanto siamo piccoli, non interesseremo mai agli hacker” è un errore.
    Le PMI sono spesso i bersagli preferiti perché hanno meno difese e meno risorse.
    Un attacco può bloccare l’operatività, compromettere dati sensibili e — cosa ancora più delicata — rovinare la reputazione.

    3. Sicurezza = fiducia
    Oggi i clienti vogliono sapere che i loro dati sono al sicuro.
    Un sito non protetto, una violazione dei dati o una comunicazione gestita male possono far perdere in pochi giorni la fiducia costruita in anni.
    Investire in sicurezza digitale significa investire in credibilità.

    4. Da dove iniziare, concretamente
    -Usa password complesse e sistemi di autenticazione a due fattori
    -Mantieni software, plugin e sistemi sempre aggiornati
    -Forma il team: molte violazioni avvengono per errore umano
    -Fai backup regolari e proteggi la rete aziendale
    -Rivolgiti a consulenti o soluzioni specifiche per PMI

    5. La sicurezza come parte della cultura aziendale
    Non basta installare un antivirus.
    Serve un cambiamento culturale, dove ogni persona in azienda comprenda l’importanza della cybersecurity e adotti comportamenti consapevoli.

    La sicurezza informatica non è un extra, è una parte integrante della digitalizzazione.
    Proteggere i dati e la reputazione della tua impresa è oggi una delle scelte più intelligenti che puoi fare per costruire un business solido, affidabile e pronto per il futuro.

    #cybersecurityPMI #digitalizzazione #sicurezzainformatica #proteggereidati #imprenditoriafemminile #impresa2025 #culturadigitale #fiduciaonline #digitalstrategy #businessconsapevole
    La cybersecurity nelle PMI: proteggere dati e reputazione con la digitalizzazione Da quando ho iniziato a lavorare con la digitalizzazione delle imprese, mi sono resa conto di una verità spesso sottovalutata: la sicurezza informatica non è un tema “da tecnici”, ma una responsabilità strategica che riguarda direttamente chi guida un’azienda. E sì, anche — e soprattutto — nelle PMI. 1. Digitalizzare significa anche proteggere Molte piccole imprese vedono la digitalizzazione come un’opportunità (giustamente!) per essere più efficienti, veloci e moderne. Ma c’è un lato che spesso viene trascurato: più digitalizzi, più devi proteggere. Ogni software, piattaforma o canale online è una porta aperta: va difesa con attenzione. 2. I rischi non riguardano solo i “grandi” Pensare “tanto siamo piccoli, non interesseremo mai agli hacker” è un errore. Le PMI sono spesso i bersagli preferiti perché hanno meno difese e meno risorse. Un attacco può bloccare l’operatività, compromettere dati sensibili e — cosa ancora più delicata — rovinare la reputazione. 3. Sicurezza = fiducia Oggi i clienti vogliono sapere che i loro dati sono al sicuro. Un sito non protetto, una violazione dei dati o una comunicazione gestita male possono far perdere in pochi giorni la fiducia costruita in anni. Investire in sicurezza digitale significa investire in credibilità. 4. Da dove iniziare, concretamente -Usa password complesse e sistemi di autenticazione a due fattori -Mantieni software, plugin e sistemi sempre aggiornati -Forma il team: molte violazioni avvengono per errore umano -Fai backup regolari e proteggi la rete aziendale -Rivolgiti a consulenti o soluzioni specifiche per PMI 5. La sicurezza come parte della cultura aziendale Non basta installare un antivirus. Serve un cambiamento culturale, dove ogni persona in azienda comprenda l’importanza della cybersecurity e adotti comportamenti consapevoli. La sicurezza informatica non è un extra, è una parte integrante della digitalizzazione. Proteggere i dati e la reputazione della tua impresa è oggi una delle scelte più intelligenti che puoi fare per costruire un business solido, affidabile e pronto per il futuro. #cybersecurityPMI #digitalizzazione #sicurezzainformatica #proteggereidati #imprenditoriafemminile #impresa2025 #culturadigitale #fiduciaonline #digitalstrategy #businessconsapevole
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  • Non sei troppo piccolo per innovare: il coraggio di ripensare il proprio lavoro

    Spesso sento dire: “Siamo troppo piccoli per fare innovazione”, oppure “Non abbiamo budget per cambiare davvero”.
    Ma da imprenditore o professionista che lavora in una realtà non enorme, ti dico una cosa con convinzione: non sei mai troppo piccolo per innovare. Serve piuttosto una mentalità aperta e un pizzico di coraggio.

    1. L’innovazione non è (solo) tecnologia
    In molti pensano che innovare significhi dotarsi di intelligenza artificiale, automazioni costose o piattaforme complesse.
    Ma spesso l’innovazione parte da cose semplici: cambiare il modo in cui comunichi, semplificare un processo interno, ascoltare davvero i tuoi clienti.

    2. Fare le cose in modo diverso, anche su piccola scala
    Io ho iniziato rivedendo attività quotidiane: usare strumenti digitali gratuiti, automatizzare le risposte ai clienti, investire mezz’ora a settimana per creare contenuti utili.
    Non è servita una rivoluzione, ma una scelta continua di miglioramento.

    3. Il coraggio di mettere in discussione l’abitudine
    La vera difficoltà non è la mancanza di mezzi, ma quella di mettere in discussione il “si è sempre fatto così”.
    Il coraggio sta nel chiedersi: posso farlo meglio? Più velocemente? In modo più sostenibile?
    Spesso la risposta è sì, ma ci vuole il coraggio di provare.

    4. I piccoli innovano più velocemente
    Essere piccoli significa anche essere più agili.
    Puoi testare un’idea oggi e correggerla domani, senza dover aspettare mesi di approvazioni o budget enormi.
    È un vantaggio che troppe piccole imprese sottovalutano.

    5. Innovare è un processo, non un progetto
    Non serve avere un piano quinquennale. Serve iniziare oggi, con quello che hai.
    Ogni cambiamento, anche minimo, crea uno spazio nuovo per crescere.
    Io l’ho imparato così: passo dopo passo, errore dopo errore, senza aspettare il “momento giusto”.

    Essere piccoli non è una scusa. È un’occasione.
    In un mondo che cambia in fretta, chi sa mettersi in gioco, ripensarsi, adattarsi, ha una marcia in più.
    L’innovazione non è un lusso. È una scelta. E può iniziare oggi, anche da te.

    #innovazione #PMI #microimpresa #cambiamento #digitalizzazione #coraggiodinnovare #mindsetdigitale #businessconsapevole #piccoleegrandiidee #strategiedigitali
    Non sei troppo piccolo per innovare: il coraggio di ripensare il proprio lavoro Spesso sento dire: “Siamo troppo piccoli per fare innovazione”, oppure “Non abbiamo budget per cambiare davvero”. Ma da imprenditore o professionista che lavora in una realtà non enorme, ti dico una cosa con convinzione: non sei mai troppo piccolo per innovare. Serve piuttosto una mentalità aperta e un pizzico di coraggio. 1. L’innovazione non è (solo) tecnologia In molti pensano che innovare significhi dotarsi di intelligenza artificiale, automazioni costose o piattaforme complesse. Ma spesso l’innovazione parte da cose semplici: cambiare il modo in cui comunichi, semplificare un processo interno, ascoltare davvero i tuoi clienti. 2. Fare le cose in modo diverso, anche su piccola scala Io ho iniziato rivedendo attività quotidiane: usare strumenti digitali gratuiti, automatizzare le risposte ai clienti, investire mezz’ora a settimana per creare contenuti utili. Non è servita una rivoluzione, ma una scelta continua di miglioramento. 3. Il coraggio di mettere in discussione l’abitudine La vera difficoltà non è la mancanza di mezzi, ma quella di mettere in discussione il “si è sempre fatto così”. Il coraggio sta nel chiedersi: posso farlo meglio? Più velocemente? In modo più sostenibile? Spesso la risposta è sì, ma ci vuole il coraggio di provare. 4. I piccoli innovano più velocemente Essere piccoli significa anche essere più agili. Puoi testare un’idea oggi e correggerla domani, senza dover aspettare mesi di approvazioni o budget enormi. È un vantaggio che troppe piccole imprese sottovalutano. 5. Innovare è un processo, non un progetto Non serve avere un piano quinquennale. Serve iniziare oggi, con quello che hai. Ogni cambiamento, anche minimo, crea uno spazio nuovo per crescere. Io l’ho imparato così: passo dopo passo, errore dopo errore, senza aspettare il “momento giusto”. Essere piccoli non è una scusa. È un’occasione. In un mondo che cambia in fretta, chi sa mettersi in gioco, ripensarsi, adattarsi, ha una marcia in più. L’innovazione non è un lusso. È una scelta. E può iniziare oggi, anche da te. #innovazione #PMI #microimpresa #cambiamento #digitalizzazione #coraggiodinnovare #mindsetdigitale #businessconsapevole #piccoleegrandiidee #strategiedigitali
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  • Previsioni di cassa e scenari “what if”: come prepararsi a ogni evenienza

    Noi di impresa.biz crediamo che una buona gestione aziendale non sia solo questione di vendite o margini. Una delle cose più importanti, troppo spesso sottovalutata, è la gestione della cassa.
    Una previsione di cassa ben fatta può letteralmente salvare un’impresa nei momenti critici. E con l’uso di scenari “what if”, possiamo prepararci in anticipo a ogni possibile evenienza.

    Perché le previsioni di cassa sono fondamentali?
    Perché ci dicono quanta liquidità avremo nelle prossime settimane o mesi.
    Non basta guardare il conto corrente oggi: dobbiamo sapere se tra un mese riusciremo a pagare fornitori, dipendenti e imposte.

    Fare previsioni di cassa significa:
    -Evitare crisi improvvise di liquidità
    -Pianificare investimenti con serenità
    -Gestire meglio scadenze e flussi di entrata e uscita
    -Migliorare il rapporto con banche e finanziatori

    Gli scenari “what if”: anticipare l’imprevisto
    Noi li usiamo spesso, e li consigliamo vivamente. Gli scenari “what if” ci permettono di simulare situazioni ipotetiche, ad esempio:
    -Cosa succede se il cliente X ritarda di 30 giorni il pagamento?
    -E se aumentano i costi delle materie prime?
    -E se investiamo in un nuovo macchinario?

    Queste simulazioni ci danno una visione realistica e immediata dell’impatto che certe decisioni o eventi potrebbero avere sulla liquidità. In questo modo possiamo anticipare i problemi, anziché subirli.

    Come facciamo le previsioni di cassa
    -Raccogliamo i dati: incassi e pagamenti previsti, rate, stipendi, imposte, scadenze varie
    -Costruiamo un calendario finanziario: mese per mese (meglio ancora settimana per settimana)
    -Usiamo strumenti semplici ma efficaci: Excel, Google Sheets o software gestionali con funzioni di cash flow
    -Simuliamo gli scenari “what if”: per ogni variante, analizziamo l’impatto sulla cassa
    -Aggiorniamo le previsioni regolarmente: ogni mese rivediamo le stime, in base a nuovi dati e decisioni

    Alcuni consigli pratici
    -Non essere ottimisti per forza: meglio una stima prudente che una sorpresa amara
    -Coinvolgiamo chi gestisce vendite, acquisti e contabilità: serve una visione condivisa
    -Prevediamo un margine di sicurezza: la cassa deve reggere anche in caso di ritardo pagamenti o calo vendite
    -Digitalizziamo la gestione finanziaria: oggi esistono strumenti accessibili per automatizzare e semplificare tutto

    Fare previsioni di cassa e simulare scenari “what if” non è solo una buona abitudine, è una strategia di sopravvivenza e crescita.
    Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori a trasformare l’incertezza in controllo e consapevolezza.

    #previsionidicassa #cashflow #gestioneaziendale #whatifscenario #liquiditàimpresa #impresa.biz #pianificazionefinanziaria #businessconsapevole #PMIitaliane #finanzaperPMI

    Previsioni di cassa e scenari “what if”: come prepararsi a ogni evenienza Noi di impresa.biz crediamo che una buona gestione aziendale non sia solo questione di vendite o margini. Una delle cose più importanti, troppo spesso sottovalutata, è la gestione della cassa. Una previsione di cassa ben fatta può letteralmente salvare un’impresa nei momenti critici. E con l’uso di scenari “what if”, possiamo prepararci in anticipo a ogni possibile evenienza. Perché le previsioni di cassa sono fondamentali? Perché ci dicono quanta liquidità avremo nelle prossime settimane o mesi. Non basta guardare il conto corrente oggi: dobbiamo sapere se tra un mese riusciremo a pagare fornitori, dipendenti e imposte. Fare previsioni di cassa significa: -Evitare crisi improvvise di liquidità -Pianificare investimenti con serenità -Gestire meglio scadenze e flussi di entrata e uscita -Migliorare il rapporto con banche e finanziatori Gli scenari “what if”: anticipare l’imprevisto Noi li usiamo spesso, e li consigliamo vivamente. Gli scenari “what if” ci permettono di simulare situazioni ipotetiche, ad esempio: -Cosa succede se il cliente X ritarda di 30 giorni il pagamento? -E se aumentano i costi delle materie prime? -E se investiamo in un nuovo macchinario? Queste simulazioni ci danno una visione realistica e immediata dell’impatto che certe decisioni o eventi potrebbero avere sulla liquidità. In questo modo possiamo anticipare i problemi, anziché subirli. Come facciamo le previsioni di cassa -Raccogliamo i dati: incassi e pagamenti previsti, rate, stipendi, imposte, scadenze varie -Costruiamo un calendario finanziario: mese per mese (meglio ancora settimana per settimana) -Usiamo strumenti semplici ma efficaci: Excel, Google Sheets o software gestionali con funzioni di cash flow -Simuliamo gli scenari “what if”: per ogni variante, analizziamo l’impatto sulla cassa -Aggiorniamo le previsioni regolarmente: ogni mese rivediamo le stime, in base a nuovi dati e decisioni Alcuni consigli pratici -Non essere ottimisti per forza: meglio una stima prudente che una sorpresa amara -Coinvolgiamo chi gestisce vendite, acquisti e contabilità: serve una visione condivisa -Prevediamo un margine di sicurezza: la cassa deve reggere anche in caso di ritardo pagamenti o calo vendite -Digitalizziamo la gestione finanziaria: oggi esistono strumenti accessibili per automatizzare e semplificare tutto Fare previsioni di cassa e simulare scenari “what if” non è solo una buona abitudine, è una strategia di sopravvivenza e crescita. Noi di impresa.biz aiutiamo ogni giorno imprenditori a trasformare l’incertezza in controllo e consapevolezza. #previsionidicassa #cashflow #gestioneaziendale #whatifscenario #liquiditàimpresa #impresa.biz #pianificazionefinanziaria #businessconsapevole #PMIitaliane #finanzaperPMI
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  • Scelta dei canali e delle leve di marketing più efficaci

    Noi di impresa.biz sappiamo che, una volta definiti target e strategie, arriva il momento cruciale: scegliere i canali e le leve di marketing più adatti per raggiungere i nostri clienti e ottenere risultati concreti. Non esiste una formula universale, ma alcune regole e criteri che ci aiutano a orientare al meglio le nostre scelte.

    Perché è importante scegliere bene?
    Investire tempo e risorse nei canali sbagliati o usare leve poco efficaci può farci perdere clienti, denaro e motivazione. Al contrario, un uso strategico di strumenti e canali giusti ci permette di:
    -Comunicare in modo mirato e coerente
    -Ottimizzare il budget disponibile
    -Aumentare la visibilità e le conversioni
    -Costruire relazioni durature con i clienti

    Le principali leve del marketing
    Quando parliamo di leve di marketing, ci riferiamo ai cosiddetti “4P”:
    -Prodotto — cosa offriamo, le sue caratteristiche e il valore che crea
    -Prezzo — la politica di prezzo che adottiamo per essere competitivi e sostenibili
    -Punto vendita (distribuzione) — dove e come mettiamo il prodotto a disposizione dei clienti
    -Promozione — tutte le attività per comunicare e incentivare l’acquisto

    Come scegliere i canali giusti?
    La scelta dei canali dipende da diversi fattori:
    -Chi è il nostro target: età, abitudini, canali preferiti
    -Obiettivi di marketing: brand awareness, lead generation, vendita diretta
    -Budget disponibile
    -Caratteristiche del prodotto o servizio
    Noi di impresa.biz adottiamo un approccio integrato, combinando canali tradizionali (come fiere, stampa) e digitali (social media, email marketing, SEO, pubblicità online).

    Consigli pratici per una scelta efficace
    -Analizziamo i dati disponibili per capire dove il nostro pubblico è più attivo
    -Testiamo diversi canali con piccoli budget per misurare i risultati
    -Scegliamo canali coerenti con il tono e il messaggio del brand
    -Monitoriamo costantemente le performance per ottimizzare le campagne
    -Non dimentichiamo la coerenza: il messaggio deve essere uniforme su tutti i canali

    La scelta dei canali e delle leve di marketing è una fase strategica che richiede attenzione, analisi e flessibilità.
    Noi di impresa.biz siamo convinti che solo con scelte consapevoli e mirate si possano ottenere risultati concreti e duraturi.

    #marketingstrategico #canalidimarketing #leve di marketing #marketingmix #impresa.biz #impreseitaliane #marketingdigitale #businessconsapevole #strategiaaziendale
    Scelta dei canali e delle leve di marketing più efficaci Noi di impresa.biz sappiamo che, una volta definiti target e strategie, arriva il momento cruciale: scegliere i canali e le leve di marketing più adatti per raggiungere i nostri clienti e ottenere risultati concreti. Non esiste una formula universale, ma alcune regole e criteri che ci aiutano a orientare al meglio le nostre scelte. Perché è importante scegliere bene? Investire tempo e risorse nei canali sbagliati o usare leve poco efficaci può farci perdere clienti, denaro e motivazione. Al contrario, un uso strategico di strumenti e canali giusti ci permette di: -Comunicare in modo mirato e coerente -Ottimizzare il budget disponibile -Aumentare la visibilità e le conversioni -Costruire relazioni durature con i clienti Le principali leve del marketing Quando parliamo di leve di marketing, ci riferiamo ai cosiddetti “4P”: -Prodotto — cosa offriamo, le sue caratteristiche e il valore che crea -Prezzo — la politica di prezzo che adottiamo per essere competitivi e sostenibili -Punto vendita (distribuzione) — dove e come mettiamo il prodotto a disposizione dei clienti -Promozione — tutte le attività per comunicare e incentivare l’acquisto Come scegliere i canali giusti? La scelta dei canali dipende da diversi fattori: -Chi è il nostro target: età, abitudini, canali preferiti -Obiettivi di marketing: brand awareness, lead generation, vendita diretta -Budget disponibile -Caratteristiche del prodotto o servizio Noi di impresa.biz adottiamo un approccio integrato, combinando canali tradizionali (come fiere, stampa) e digitali (social media, email marketing, SEO, pubblicità online). Consigli pratici per una scelta efficace -Analizziamo i dati disponibili per capire dove il nostro pubblico è più attivo -Testiamo diversi canali con piccoli budget per misurare i risultati -Scegliamo canali coerenti con il tono e il messaggio del brand -Monitoriamo costantemente le performance per ottimizzare le campagne -Non dimentichiamo la coerenza: il messaggio deve essere uniforme su tutti i canali La scelta dei canali e delle leve di marketing è una fase strategica che richiede attenzione, analisi e flessibilità. Noi di impresa.biz siamo convinti che solo con scelte consapevoli e mirate si possano ottenere risultati concreti e duraturi. #marketingstrategico #canalidimarketing #leve di marketing #marketingmix #impresa.biz #impreseitaliane #marketingdigitale #businessconsapevole #strategiaaziendale
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  • Definizione del target e buyer personas

    Noi di impresa.biz sappiamo quanto sia fondamentale, per il successo di qualsiasi attività, individuare con precisione il proprio target di riferimento. Non si tratta solo di definire “chi” può comprare il nostro prodotto o servizio, ma di entrare davvero nella mente e nei bisogni di quelle persone.
    Per questo utilizziamo lo strumento delle buyer personas: rappresentazioni dettagliate e realistiche dei nostri clienti ideali, basate su dati reali e insight concreti.

    Perché definire il target è così importante?
    Senza un target chiaro, rischiamo di disperdere energie e risorse cercando di parlare a tutti senza ottenere risultati concreti. Definire il target ci permette di:
    -Comunicare in modo efficace e personalizzato
    -Creare prodotti e servizi che rispondono a bisogni reali
    -Ottimizzare le campagne di marketing
    -Migliorare il posizionamento nel mercato

    Cos’è una buyer persona?
    Una buyer persona è un profilo semi-immaginario che rappresenta il cliente ideale, creato a partire da:
    -Dati demografici (età, sesso, luogo, professione)
    -Comportamenti di acquisto
    -Interessi, valori e abitudini
    -Problemi e bisogni specifici
    -Obiettivi personali e professionali
    -Ostacoli che impediscono l’acquisto

    Come definiamo le nostre buyer personas?
    1. Raccolta dati
    Partiamo dai dati reali dei clienti esistenti, da sondaggi, interviste e analisi del comportamento online.

    2. Segmentazione
    Raggruppiamo i clienti con caratteristiche simili per creare profili rappresentativi.

    3. Descrizione dettagliata
    Per ogni buyer persona scriviamo una scheda con tutte le informazioni chiave, che ci aiuta a visualizzare chi stiamo cercando di raggiungere.

    4. Uso pratico
    Usiamo le buyer personas per orientare le strategie di marketing, la comunicazione e lo sviluppo prodotto, mantenendo sempre il cliente al centro.

    Il valore del target e delle buyer personas
    Quando conosciamo bene il nostro pubblico, ogni decisione diventa più mirata e le probabilità di successo crescono. Noi di impresa.biz crediamo che questa sia una delle basi imprescindibili per costruire relazioni solide e durature con i clienti.

    La definizione del target e la creazione delle buyer personas sono investimenti preziosi per qualsiasi impresa che voglia crescere con consapevolezza e precisione.
    Vi invitiamo a prendere il tempo necessario per approfondire questo aspetto e trasformarlo in una guida pratica per il vostro business.

    #definizionetarget #buyerpersonas #marketingstrategico #impresa.biz #comunicazioneefficace #marketingdigitale #businessconsapevole #impreseitaliane #targetmarketing

    Definizione del target e buyer personas Noi di impresa.biz sappiamo quanto sia fondamentale, per il successo di qualsiasi attività, individuare con precisione il proprio target di riferimento. Non si tratta solo di definire “chi” può comprare il nostro prodotto o servizio, ma di entrare davvero nella mente e nei bisogni di quelle persone. Per questo utilizziamo lo strumento delle buyer personas: rappresentazioni dettagliate e realistiche dei nostri clienti ideali, basate su dati reali e insight concreti. Perché definire il target è così importante? Senza un target chiaro, rischiamo di disperdere energie e risorse cercando di parlare a tutti senza ottenere risultati concreti. Definire il target ci permette di: -Comunicare in modo efficace e personalizzato -Creare prodotti e servizi che rispondono a bisogni reali -Ottimizzare le campagne di marketing -Migliorare il posizionamento nel mercato Cos’è una buyer persona? Una buyer persona è un profilo semi-immaginario che rappresenta il cliente ideale, creato a partire da: -Dati demografici (età, sesso, luogo, professione) -Comportamenti di acquisto -Interessi, valori e abitudini -Problemi e bisogni specifici -Obiettivi personali e professionali -Ostacoli che impediscono l’acquisto Come definiamo le nostre buyer personas? 1. Raccolta dati Partiamo dai dati reali dei clienti esistenti, da sondaggi, interviste e analisi del comportamento online. 2. Segmentazione Raggruppiamo i clienti con caratteristiche simili per creare profili rappresentativi. 3. Descrizione dettagliata Per ogni buyer persona scriviamo una scheda con tutte le informazioni chiave, che ci aiuta a visualizzare chi stiamo cercando di raggiungere. 4. Uso pratico Usiamo le buyer personas per orientare le strategie di marketing, la comunicazione e lo sviluppo prodotto, mantenendo sempre il cliente al centro. Il valore del target e delle buyer personas Quando conosciamo bene il nostro pubblico, ogni decisione diventa più mirata e le probabilità di successo crescono. Noi di impresa.biz crediamo che questa sia una delle basi imprescindibili per costruire relazioni solide e durature con i clienti. La definizione del target e la creazione delle buyer personas sono investimenti preziosi per qualsiasi impresa che voglia crescere con consapevolezza e precisione. Vi invitiamo a prendere il tempo necessario per approfondire questo aspetto e trasformarlo in una guida pratica per il vostro business. #definizionetarget #buyerpersonas #marketingstrategico #impresa.biz #comunicazioneefficace #marketingdigitale #businessconsapevole #impreseitaliane #targetmarketing
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  • Analisi del mercato e dei competitor

    Noi di impresa.biz sappiamo che per far crescere un’impresa in modo efficace non basta solo avere un buon prodotto o servizio. È fondamentale capire bene il mercato in cui operiamo e conoscere a fondo i nostri competitor. L’analisi del mercato e dei concorrenti rappresenta infatti una delle basi imprescindibili per costruire una strategia di successo.

    Perché è importante l’analisi del mercato?
    Studiare il mercato significa capire le dimensioni, le tendenze, i bisogni e i comportamenti dei clienti potenziali. Solo così possiamo:
    -Identificare le opportunità da cogliere
    -Evitare rischi e investimenti sbagliati
    -Adattare la nostra offerta alle esigenze reali del mercato
    Questa analisi ci permette di avere una visione chiara e aggiornata, indispensabile per prendere decisioni consapevoli.

    L’analisi dei competitor: cosa osserviamo
    Conoscere i concorrenti ci aiuta a capire come posizionarci e come differenziarci. Noi di impresa.biz teniamo sempre d’occhio:
    -Chi sono i principali competitor diretti e indiretti
    -Quali prodotti o servizi offrono
    -Quali strategie di marketing adottano
    -I loro punti di forza e di debolezza
    -Il loro posizionamento nel mercato

    Come fare un’analisi efficace
    1. Raccolta dati
    Utilizziamo fonti diverse: dati di mercato, report settoriali, siti web, social media, recensioni, interviste a clienti e fornitori.

    2. Mappatura della concorrenza
    Creiamo una mappa visiva che ci mostra chi compete nel nostro settore e in quali segmenti, per capire dove c’è più spazio o più battaglia.

    3. Analisi SWOT
    Valutiamo i punti di forza, debolezza, opportunità e minacce sia della nostra impresa che dei competitor, per definire una strategia più efficace.

    4. Monitoraggio continuo
    Il mercato cambia velocemente, per questo aggiorniamo regolarmente la nostra analisi, per non perdere mai il polso della situazione.

    L’impatto sull’azione strategica
    Un’analisi accurata del mercato e della concorrenza ci permette di:

    -Scegliere con precisione il nostro target
    -Differenziare la nostra offerta
    -Pianificare campagne di marketing più mirate
    -Prevedere le mosse dei competitor e prepararci

    Noi di impresa.biz crediamo che l’analisi di mercato e competitor sia un passaggio imprescindibile per qualsiasi impresa che voglia crescere in modo sostenibile e competitivo.
    Investire tempo e risorse in questa attività significa mettere solide fondamenta sotto il proprio business.

    #analisimercato #analisicompetitor #strategiaaziendale #businessintelligence #marketingstrategico #impresa.biz #impreseitaliane #businessconsapevole #competitiveanalysis

    Analisi del mercato e dei competitor Noi di impresa.biz sappiamo che per far crescere un’impresa in modo efficace non basta solo avere un buon prodotto o servizio. È fondamentale capire bene il mercato in cui operiamo e conoscere a fondo i nostri competitor. L’analisi del mercato e dei concorrenti rappresenta infatti una delle basi imprescindibili per costruire una strategia di successo. Perché è importante l’analisi del mercato? Studiare il mercato significa capire le dimensioni, le tendenze, i bisogni e i comportamenti dei clienti potenziali. Solo così possiamo: -Identificare le opportunità da cogliere -Evitare rischi e investimenti sbagliati -Adattare la nostra offerta alle esigenze reali del mercato Questa analisi ci permette di avere una visione chiara e aggiornata, indispensabile per prendere decisioni consapevoli. L’analisi dei competitor: cosa osserviamo Conoscere i concorrenti ci aiuta a capire come posizionarci e come differenziarci. Noi di impresa.biz teniamo sempre d’occhio: -Chi sono i principali competitor diretti e indiretti -Quali prodotti o servizi offrono -Quali strategie di marketing adottano -I loro punti di forza e di debolezza -Il loro posizionamento nel mercato Come fare un’analisi efficace 1. Raccolta dati Utilizziamo fonti diverse: dati di mercato, report settoriali, siti web, social media, recensioni, interviste a clienti e fornitori. 2. Mappatura della concorrenza Creiamo una mappa visiva che ci mostra chi compete nel nostro settore e in quali segmenti, per capire dove c’è più spazio o più battaglia. 3. Analisi SWOT Valutiamo i punti di forza, debolezza, opportunità e minacce sia della nostra impresa che dei competitor, per definire una strategia più efficace. 4. Monitoraggio continuo Il mercato cambia velocemente, per questo aggiorniamo regolarmente la nostra analisi, per non perdere mai il polso della situazione. L’impatto sull’azione strategica Un’analisi accurata del mercato e della concorrenza ci permette di: -Scegliere con precisione il nostro target -Differenziare la nostra offerta -Pianificare campagne di marketing più mirate -Prevedere le mosse dei competitor e prepararci Noi di impresa.biz crediamo che l’analisi di mercato e competitor sia un passaggio imprescindibile per qualsiasi impresa che voglia crescere in modo sostenibile e competitivo. Investire tempo e risorse in questa attività significa mettere solide fondamenta sotto il proprio business. #analisimercato #analisicompetitor #strategiaaziendale #businessintelligence #marketingstrategico #impresa.biz #impreseitaliane #businessconsapevole #competitiveanalysis
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  • Introduzione alle basi del marketing strategico

    Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto il marketing strategico sia fondamentale per il successo di ogni impresa, grande o piccola che sia. Spesso, però, quando si parla di marketing, si pensa subito a campagne pubblicitarie o social media, senza considerare che dietro a tutto questo c’è una strategia solida e ben definita che guida ogni decisione.

    Il marketing strategico non è altro che l’arte di pianificare e orientare le attività di marketing per raggiungere obiettivi chiari e sostenibili nel tempo. Per noi, partire dalle basi è fondamentale per costruire un percorso efficace e duraturo.

    Perché partire dal marketing strategico?
    Senza una strategia chiara, rischiamo di disperdere risorse, energie e opportunità. Definire il marketing strategico significa comprendere il mercato in cui operiamo, conoscere i nostri clienti ideali, analizzare la concorrenza e capire quali sono i nostri punti di forza da valorizzare.

    I pilastri del marketing strategico
    1. Analisi di mercato
    Studiamo chi sono i nostri clienti, quali sono i loro bisogni e come si comportano. Analizziamo anche la concorrenza per capire dove possiamo posizionarci al meglio.

    2. Definizione degli obiettivi
    Stabiliamo obiettivi precisi, misurabili e realistici, che possono riguardare aumento delle vendite, ampliamento della clientela o rafforzamento del brand.

    3. Segmentazione e targetizzazione
    Non possiamo parlare a tutti allo stesso modo. Individuare i segmenti di mercato e scegliere il target giusto ci permette di comunicare in modo più efficace e personalizzato.

    4. Posizionamento
    Decidiamo come vogliamo essere percepiti nel mercato e lavoriamo per costruire una proposta di valore unica e riconoscibile.

    Scelta delle leve di marketing
    Scegliamo gli strumenti più adatti per raggiungere il nostro target: prodotto, prezzo, distribuzione e promozione, ovvero il marketing mix.

    La strategia come guida per l’azione
    Il marketing strategico non è un documento statico: è una bussola che ci guida nelle decisioni quotidiane, aiutandoci a mantenere il focus sugli obiettivi principali e a rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato.

    Noi di impresa.biz crediamo che investire tempo nella definizione di una strategia ben strutturata sia il primo passo per costruire un business solido e competitivo.

    Se vogliamo che la nostra impresa cresca e duri nel tempo, non possiamo improvvisare. Il marketing strategico è la base su cui costruire ogni successo.
    Vi invitiamo a riflettere su queste basi e a considerare la strategia non come un costo, ma come un investimento fondamentale.

    #marketingstrategico #impresa #business #strategiaaziendale #marketingbasi #impreseitaliane #businessconsapevole #marketingperpmi #impresa.biz

    Introduzione alle basi del marketing strategico Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto il marketing strategico sia fondamentale per il successo di ogni impresa, grande o piccola che sia. Spesso, però, quando si parla di marketing, si pensa subito a campagne pubblicitarie o social media, senza considerare che dietro a tutto questo c’è una strategia solida e ben definita che guida ogni decisione. Il marketing strategico non è altro che l’arte di pianificare e orientare le attività di marketing per raggiungere obiettivi chiari e sostenibili nel tempo. Per noi, partire dalle basi è fondamentale per costruire un percorso efficace e duraturo. Perché partire dal marketing strategico? Senza una strategia chiara, rischiamo di disperdere risorse, energie e opportunità. Definire il marketing strategico significa comprendere il mercato in cui operiamo, conoscere i nostri clienti ideali, analizzare la concorrenza e capire quali sono i nostri punti di forza da valorizzare. I pilastri del marketing strategico 1. Analisi di mercato Studiamo chi sono i nostri clienti, quali sono i loro bisogni e come si comportano. Analizziamo anche la concorrenza per capire dove possiamo posizionarci al meglio. 2. Definizione degli obiettivi Stabiliamo obiettivi precisi, misurabili e realistici, che possono riguardare aumento delle vendite, ampliamento della clientela o rafforzamento del brand. 3. Segmentazione e targetizzazione Non possiamo parlare a tutti allo stesso modo. Individuare i segmenti di mercato e scegliere il target giusto ci permette di comunicare in modo più efficace e personalizzato. 4. Posizionamento Decidiamo come vogliamo essere percepiti nel mercato e lavoriamo per costruire una proposta di valore unica e riconoscibile. Scelta delle leve di marketing Scegliamo gli strumenti più adatti per raggiungere il nostro target: prodotto, prezzo, distribuzione e promozione, ovvero il marketing mix. La strategia come guida per l’azione Il marketing strategico non è un documento statico: è una bussola che ci guida nelle decisioni quotidiane, aiutandoci a mantenere il focus sugli obiettivi principali e a rispondere rapidamente ai cambiamenti del mercato. Noi di impresa.biz crediamo che investire tempo nella definizione di una strategia ben strutturata sia il primo passo per costruire un business solido e competitivo. Se vogliamo che la nostra impresa cresca e duri nel tempo, non possiamo improvvisare. Il marketing strategico è la base su cui costruire ogni successo. Vi invitiamo a riflettere su queste basi e a considerare la strategia non come un costo, ma come un investimento fondamentale. #marketingstrategico #impresa #business #strategiaaziendale #marketingbasi #impreseitaliane #businessconsapevole #marketingperpmi #impresa.biz
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  • Leadership aziendale: stili, errori e consigli pratici

    Quando ho iniziato a gestire il mio team, ammetto che non avevo ben chiaro cosa volesse dire essere un vero leader.
    Pensavo bastasse dare ordini, controllare e aspettarmi risultati. Sbagliato.
    Nel tempo ho imparato che la leadership è molto più sfumata e, soprattutto, cambia in base al contesto, alle persone e agli obiettivi.
    Qui ti racconto i principali stili di leadership, gli errori che ho commesso e cosa faccio oggi per guidare meglio il mio business e il mio team.

    Stili di leadership: quali sono e quando usarli
    1. Leadership autoritaria
    È quella in cui il capo prende tutte le decisioni, impone la sua visione e si aspetta obbedienza.
    Può funzionare in situazioni di crisi o emergenza, ma a lungo termine rischia di demotivare il team.

    2. Leadership democratica
    Qui il leader coinvolge il team nelle decisioni, ascolta opinioni e favorisce la partecipazione.
    Funziona bene per sviluppare il senso di appartenenza e la creatività, ma richiede tempo e pazienza.

    3. Leadership delegante
    Il leader dà autonomia e responsabilità, fidandosi delle competenze del team.
    È l’ideale quando hai collaboratori competenti e motivati, ma non tutti sono pronti a questo.

    4. Leadership coaching
    Il focus è sullo sviluppo delle persone, aiutandole a crescere professionalmente e a superare le difficoltà.
    Io la uso spesso quando voglio potenziare nuovi talenti.

    Errori comuni che ho fatto
    -Pensare che “comandare” basti a ottenere risultati → ho perso collaboratori validi per questo
    -Non ascoltare abbastanza il team → si perdeva feedback preziosi e idee
    -Essere troppo presente o troppo assente → ho imparato a trovare il giusto equilibrio tra controllo e fiducia
    -Evitare di affrontare i conflitti → peggiora solo la situazione
    -Non comunicare chiaramente obiettivi e aspettative → crea confusione e frustrazione

    Consigli pratici per migliorare subito
    -Ascolta davvero: dedica tempo a capire le esigenze e i punti di vista dei tuoi collaboratori
    -Comunica con trasparenza: obiettivi, sfide, successi… tutti devono sapere “dove stiamo andando”
    -Adatta lo stile al contesto: non esiste un solo modo giusto, ma il più efficace per la situazione e le persone
    -Dai feedback costruttivi e regolari: sia positivi che su miglioramenti da fare
    -Fai vedere che ti interessi davvero delle persone, non solo dei risultati

    La leadership è un percorso di crescita continua, non un traguardo da raggiungere una volta per tutte.
    Oggi mi sento più consapevole, e so che guidare un team è prima di tutto una questione di fiducia, rispetto e comunicazione.
    Non è facile, ma è ciò che fa la differenza tra un gruppo che sopravvive e uno che vince.

    #leadershipaziendale #managementitalia #teammanagement #imprenditoria #sviluppopersonale #businessconsapevole #pmiitaliane #leadershipcoach #comunicazioneefficace #gestionedelteam

    Leadership aziendale: stili, errori e consigli pratici Quando ho iniziato a gestire il mio team, ammetto che non avevo ben chiaro cosa volesse dire essere un vero leader. Pensavo bastasse dare ordini, controllare e aspettarmi risultati. Sbagliato. Nel tempo ho imparato che la leadership è molto più sfumata e, soprattutto, cambia in base al contesto, alle persone e agli obiettivi. Qui ti racconto i principali stili di leadership, gli errori che ho commesso e cosa faccio oggi per guidare meglio il mio business e il mio team. 🔍 Stili di leadership: quali sono e quando usarli 1. Leadership autoritaria È quella in cui il capo prende tutte le decisioni, impone la sua visione e si aspetta obbedienza. Può funzionare in situazioni di crisi o emergenza, ma a lungo termine rischia di demotivare il team. 2. Leadership democratica Qui il leader coinvolge il team nelle decisioni, ascolta opinioni e favorisce la partecipazione. Funziona bene per sviluppare il senso di appartenenza e la creatività, ma richiede tempo e pazienza. 3. Leadership delegante Il leader dà autonomia e responsabilità, fidandosi delle competenze del team. È l’ideale quando hai collaboratori competenti e motivati, ma non tutti sono pronti a questo. 4. Leadership coaching Il focus è sullo sviluppo delle persone, aiutandole a crescere professionalmente e a superare le difficoltà. Io la uso spesso quando voglio potenziare nuovi talenti. ⚠️ Errori comuni che ho fatto -Pensare che “comandare” basti a ottenere risultati → ho perso collaboratori validi per questo -Non ascoltare abbastanza il team → si perdeva feedback preziosi e idee -Essere troppo presente o troppo assente → ho imparato a trovare il giusto equilibrio tra controllo e fiducia -Evitare di affrontare i conflitti → peggiora solo la situazione -Non comunicare chiaramente obiettivi e aspettative → crea confusione e frustrazione 💡 Consigli pratici per migliorare subito -Ascolta davvero: dedica tempo a capire le esigenze e i punti di vista dei tuoi collaboratori -Comunica con trasparenza: obiettivi, sfide, successi… tutti devono sapere “dove stiamo andando” -Adatta lo stile al contesto: non esiste un solo modo giusto, ma il più efficace per la situazione e le persone -Dai feedback costruttivi e regolari: sia positivi che su miglioramenti da fare -Fai vedere che ti interessi davvero delle persone, non solo dei risultati La leadership è un percorso di crescita continua, non un traguardo da raggiungere una volta per tutte. Oggi mi sento più consapevole, e so che guidare un team è prima di tutto una questione di fiducia, rispetto e comunicazione. Non è facile, ma è ciò che fa la differenza tra un gruppo che sopravvive e uno che vince. #leadershipaziendale #managementitalia #teammanagement #imprenditoria #sviluppopersonale #businessconsapevole #pmiitaliane #leadershipcoach #comunicazioneefficace #gestionedelteam
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  • Assumere i collaboratori giusti: checklist per imprenditori

    Ammetto che, quando ho assunto il mio primo collaboratore, ero più agitato io di lui.
    Non perché mancasse la fiducia, ma perché capivo che stavo facendo un passo importante: da "tuttofare solitario" a imprenditore vero.

    Se sbagli una scelta così, non rischi solo tempo o soldi — rischi energia, motivazione, clienti.
    Per questo oggi uso una checklist precisa, frutto di esperienze, errori e correzioni. Te la condivido qui: magari ti evita qualche grattacapo.

    1. Ho chiaro cosa mi serve davvero
    Prima ancora di scrivere l’annuncio, mi chiedo:
    -Che tipo di attività voglio delegare?
    -Quante ore a settimana mi servono?
    -Serve una figura operativa o strategica?
    Preferisco un dipendente, un freelance o una collaborazione occasionale?

    Avere un ruolo vago (“mi serve una mano”) porta sempre a problemi.

    2. Scrivo un annuncio trasparente e mirato
    Niente frasi generiche come “cerchiamo persona dinamica”.
    Oggi scrivo così:
    -Ruolo chiaro e obiettivi concreti
    -Competenze richieste (reali)
    -Modalità di lavoro (remoto, ibrido, in sede)
    -Tipo di contratto o collaborazione prevista
    -Compenso o fascia indicativa (sì, anche questo: attira i profili giusti)

    3. Durante il colloquio osservo più che chiedo
    Non cerco il candidato “perfetto”, cerco quello giusto per me.
    Valuto:
    -Come parla dei suoi lavori precedenti
    -Se fa domande intelligenti sul ruolo
    -Se mostra proattività o aspetta istruzioni
    -Se capisce il mio progetto, o vuole solo "un lavoro"

    A volte una videochiamata di 15 minuti mi dice più del CV.

    4. Faccio sempre un test o una prova retribuita
    Mai basarsi solo sulle parole.
    Propongo:
    -Un task reale, in miniatura (es. scrivere un post, analizzare un dato, impostare un tool)
    -Retribuito, anche se simbolicamente: chi accetta è più serio, e io rispetto il suo tempo
    -Poi valuto non solo il risultato, ma come ci è arrivato: comunicazione, puntualità, chiarezza

    5. Fisso le regole del gioco da subito
    Prima di iniziare davvero:
    -Definiamo obiettivi, scadenze e strumenti
    -Stabiliamo come e quando sentirci (email, call, Slack…)
    -Firmiamo un accordo (anche semplice) con compenso, tempi e privacy
    -Chiedo feedback reciproco dopo il primo mese

    Tutto quello che non chiarisci prima… prima o poi esplode.

    Errori che ho fatto (e non rifarei)
    -Scegliere in fretta per “coprire un buco” → peggio che non assumere
    -Assumere solo per simpatia o “feeling” → serve anche struttura
    -Delegare senza spiegare → i collaboratori non leggono nella mente
    -Non dare feedback → il silenzio crea insicurezza o frustrazione
    -Trattenere troppo a lungo una collaborazione che non funziona → meglio chiudere in fretta e con rispetto

    Assumere i collaboratori giusti non è fortuna, è metodo.
    Per me ha significato passare da una gestione caotica a un business dove posso concentrarmi su ciò che conta davvero.

    Avere le persone giuste accanto fa crescere te, il tuo progetto… e anche loro.

    #assunzioniPMI #collaboratorigiusti #teamvincente #startupitaliane #freelanceitalia #delegarebene #gestioneaziendale #ecommerceitalia #checklistassunzione #businessconsapevole #PMIitaliane #risorseumane
    Assumere i collaboratori giusti: checklist per imprenditori Ammetto che, quando ho assunto il mio primo collaboratore, ero più agitato io di lui. Non perché mancasse la fiducia, ma perché capivo che stavo facendo un passo importante: da "tuttofare solitario" a imprenditore vero. Se sbagli una scelta così, non rischi solo tempo o soldi — rischi energia, motivazione, clienti. Per questo oggi uso una checklist precisa, frutto di esperienze, errori e correzioni. Te la condivido qui: magari ti evita qualche grattacapo. ✅ 1. Ho chiaro cosa mi serve davvero Prima ancora di scrivere l’annuncio, mi chiedo: -Che tipo di attività voglio delegare? -Quante ore a settimana mi servono? -Serve una figura operativa o strategica? Preferisco un dipendente, un freelance o una collaborazione occasionale? ➡️ Avere un ruolo vago (“mi serve una mano”) porta sempre a problemi. ✅ 2. Scrivo un annuncio trasparente e mirato Niente frasi generiche come “cerchiamo persona dinamica”. Oggi scrivo così: -Ruolo chiaro e obiettivi concreti -Competenze richieste (reali) -Modalità di lavoro (remoto, ibrido, in sede) -Tipo di contratto o collaborazione prevista -Compenso o fascia indicativa (sì, anche questo: attira i profili giusti) ✅ 3. Durante il colloquio osservo più che chiedo Non cerco il candidato “perfetto”, cerco quello giusto per me. Valuto: -Come parla dei suoi lavori precedenti -Se fa domande intelligenti sul ruolo -Se mostra proattività o aspetta istruzioni -Se capisce il mio progetto, o vuole solo "un lavoro" ➡️ A volte una videochiamata di 15 minuti mi dice più del CV. ✅ 4. Faccio sempre un test o una prova retribuita Mai basarsi solo sulle parole. Propongo: -Un task reale, in miniatura (es. scrivere un post, analizzare un dato, impostare un tool) -Retribuito, anche se simbolicamente: chi accetta è più serio, e io rispetto il suo tempo -Poi valuto non solo il risultato, ma come ci è arrivato: comunicazione, puntualità, chiarezza ✅ 5. Fisso le regole del gioco da subito Prima di iniziare davvero: -Definiamo obiettivi, scadenze e strumenti -Stabiliamo come e quando sentirci (email, call, Slack…) -Firmiamo un accordo (anche semplice) con compenso, tempi e privacy -Chiedo feedback reciproco dopo il primo mese ➡️ Tutto quello che non chiarisci prima… prima o poi esplode. ❌ Errori che ho fatto (e non rifarei) -Scegliere in fretta per “coprire un buco” → peggio che non assumere -Assumere solo per simpatia o “feeling” → serve anche struttura -Delegare senza spiegare → i collaboratori non leggono nella mente -Non dare feedback → il silenzio crea insicurezza o frustrazione -Trattenere troppo a lungo una collaborazione che non funziona → meglio chiudere in fretta e con rispetto ✍️ Assumere i collaboratori giusti non è fortuna, è metodo. Per me ha significato passare da una gestione caotica a un business dove posso concentrarmi su ciò che conta davvero. Avere le persone giuste accanto fa crescere te, il tuo progetto… e anche loro. #assunzioniPMI #collaboratorigiusti #teamvincente #startupitaliane #freelanceitalia #delegarebene #gestioneaziendale #ecommerceitalia #checklistassunzione #businessconsapevole #PMIitaliane #risorseumane
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