• La differenza tra influencer e content creator: e tu cosa sei davvero?

    Quando mi chiedono che lavoro faccio, spesso la risposta più facile è: “sono un influencer”.
    Ma la verità è che quella parola non mi ha mai rappresentato del tutto.
    Negli ultimi anni ho capito che esiste una differenza importante tra influencer e content creator — e sapere chi sei davvero fa la differenza, anche nel modo in cui ti proponi ai brand.

    Oggi ti spiego come li distinguo, come ho capito dove mi colloco… e perché questa chiarezza ha cambiato il mio modo di lavorare.

    Influencer vs. Content Creator: cosa cambia davvero
    Influencer
    Un influencer è qualcuno che ha una community forte e riesce a orientarne gusti, scelte, acquisti.
    Il suo valore principale è la fiducia che ha costruito con chi lo segue. I brand collaborano con lui/lei per raggiungere un pubblico specifico, spesso in modo emotivo e diretto.

    Focus: relazione con il pubblico
    Obiettivo: ispirare, convincere, indirizzare
    Monetizzazione: sponsorizzazioni, affiliate, brand ambassador

    Content Creator
    Un content creator è chi produce contenuti originali, di valore, ben fatti. Che sia video, testo, foto o audio, il suo talento è creare — anche se ha una community più piccola.
    I brand lo scelgono per la qualità del contenuto, non solo per i numeri.

    Focus: creatività, tecnica, storytelling
    Obiettivo: informare, intrattenere, educare
    Monetizzazione: produzione contenuti, format editoriali, collaborazioni tecniche

    E io? Per un po’ ho cercato di essere entrambe le cose
    All’inizio inseguivo i numeri: follower, like, reach. Poi ho capito che il mio valore vero era nella capacità di creare contenuti che funzionano, anche per altri.
    Nel tempo, sono diventata una content creator con influenza — ma non cerco di “influenzare”, cerco di ispirare e creare valore.

    Ed è da qui che è nato il mio posizionamento: creo contenuti strategici, autentici e professionali, per me e per i brand con cui collaboro.

    Perché è importante sapere chi sei
    Se ti presenti come influencer, un brand si aspetta numeri e community.
    Se ti presenti come content creator, si aspetta competenza, qualità e idee.
    Se sei entrambe le cose, allora saperlo spiegare bene ti aiuterà a distinguerti.

    Chiarire il tuo ruolo ti aiuta a:
    -fare proposte coerenti
    -chiedere il giusto compenso
    -attirare i partner giusti per te

    In un mondo digitale sempre più affollato, sapere cosa fai e come ti definisci è un superpotere.
    Non si tratta di scegliere una “etichetta”, ma di riconoscere e valorizzare la tua unicità.
    Io ho smesso di rincorrere ruoli e ho iniziato a costruire la mia identità.

    E tu? Sei un influencer, un content creator… o qualcosa di unico, che merita di essere raccontato meglio?

    #ContentCreator #InfluencerLife #PersonalBranding #CreatorEconomy #ImpresaBiz #StrategiaDigitale #CollaborazioniProfessionali #ChiSeiDavvero #BrandIdentity

    La differenza tra influencer e content creator: e tu cosa sei davvero? Quando mi chiedono che lavoro faccio, spesso la risposta più facile è: “sono un influencer”. Ma la verità è che quella parola non mi ha mai rappresentato del tutto. Negli ultimi anni ho capito che esiste una differenza importante tra influencer e content creator — e sapere chi sei davvero fa la differenza, anche nel modo in cui ti proponi ai brand. Oggi ti spiego come li distinguo, come ho capito dove mi colloco… e perché questa chiarezza ha cambiato il mio modo di lavorare. Influencer vs. Content Creator: cosa cambia davvero 👑 Influencer Un influencer è qualcuno che ha una community forte e riesce a orientarne gusti, scelte, acquisti. Il suo valore principale è la fiducia che ha costruito con chi lo segue. I brand collaborano con lui/lei per raggiungere un pubblico specifico, spesso in modo emotivo e diretto. ✔️ Focus: relazione con il pubblico ✔️ Obiettivo: ispirare, convincere, indirizzare ✔️ Monetizzazione: sponsorizzazioni, affiliate, brand ambassador 🎨 Content Creator Un content creator è chi produce contenuti originali, di valore, ben fatti. Che sia video, testo, foto o audio, il suo talento è creare — anche se ha una community più piccola. I brand lo scelgono per la qualità del contenuto, non solo per i numeri. ✔️ Focus: creatività, tecnica, storytelling ✔️ Obiettivo: informare, intrattenere, educare ✔️ Monetizzazione: produzione contenuti, format editoriali, collaborazioni tecniche E io? Per un po’ ho cercato di essere entrambe le cose All’inizio inseguivo i numeri: follower, like, reach. Poi ho capito che il mio valore vero era nella capacità di creare contenuti che funzionano, anche per altri. Nel tempo, sono diventata una content creator con influenza — ma non cerco di “influenzare”, cerco di ispirare e creare valore. Ed è da qui che è nato il mio posizionamento: creo contenuti strategici, autentici e professionali, per me e per i brand con cui collaboro. Perché è importante sapere chi sei 🎯 Se ti presenti come influencer, un brand si aspetta numeri e community. 🎯 Se ti presenti come content creator, si aspetta competenza, qualità e idee. 🎯 Se sei entrambe le cose, allora saperlo spiegare bene ti aiuterà a distinguerti. Chiarire il tuo ruolo ti aiuta a: -fare proposte coerenti -chiedere il giusto compenso -attirare i partner giusti per te In un mondo digitale sempre più affollato, sapere cosa fai e come ti definisci è un superpotere. Non si tratta di scegliere una “etichetta”, ma di riconoscere e valorizzare la tua unicità. Io ho smesso di rincorrere ruoli e ho iniziato a costruire la mia identità. E tu? Sei un influencer, un content creator… o qualcosa di unico, che merita di essere raccontato meglio? #ContentCreator #InfluencerLife #PersonalBranding #CreatorEconomy #ImpresaBiz #StrategiaDigitale #CollaborazioniProfessionali #ChiSeiDavvero #BrandIdentity
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  • Velocità di caricamento: perché ogni secondo ti fa perdere clienti

    Nel mio lavoro con l’e-commerce ho imparato che ci sono aspetti tecnici che, se trascurati, incidono direttamente sul fatturato. Uno dei più sottovalutati? La velocità di caricamento del sito.

    All’inizio non ci davo troppo peso: avevo un bel design, buoni prodotti, campagne attive. Poi, guardando i dati, ho iniziato a notare qualcosa di preoccupante: un tasso di abbandono elevato già nei primi secondi di navigazione. Dopo qualche analisi, ho capito: il mio sito era lento. E quella lentezza mi stava facendo perdere clienti e vendite.

    Perché ogni secondo conta
    Secondo diversi studi (e l’ho visto anche sulla mia pelle), ogni secondo in più di attesa può ridurre la conversione del sito fino al 20%. I clienti online sono impazienti. Se la pagina non si carica subito, se il carrello impiega troppo ad aprirsi o se le immagini sono pesanti, cliccano “indietro” e vanno dal concorrente.

    Come ho migliorato la velocità del mio e-commerce
    Ho ottimizzato le immagini
    Le immagini ad alta risoluzione rallentano molto il sito. Ho iniziato a usare formati più leggeri come WebP e strumenti di compressione automatica, senza perdere qualità visiva.
    Ho scelto un hosting performante
    Un sito veloce parte da un server veloce. Ho migrato verso un hosting ottimizzato per e-commerce, con CDN integrato e risorse scalabili.
    Ho ridotto i plugin superflui
    Ogni plugin caricato è un pezzo di codice in più. Ho fatto pulizia, mantenendo solo quelli essenziali per funzionalità reali, e ho minificato HTML, CSS e JavaScript.
    Ho fatto test regolari
    Utilizzo strumenti come Google PageSpeed Insights, GTmetrix e Lighthouse per monitorare le performance e intervenire in modo mirato. Lo faccio almeno una volta al mese.

    I benefici che ho visto subito
    Riduzione del bounce rate: più utenti restano sul sito
    Aumento del tasso di conversione: meno frizioni = più vendite
    Migliore posizionamento SEO: Google premia i siti veloci
    Esperienza utente più fluida: soprattutto da mobile, dove ogni secondo pesa doppio

    Oggi considero la velocità di caricamento un asset strategico, al pari del prezzo o della qualità del prodotto. È una componente invisibile ma decisiva dell’esperienza d’acquisto. Se il tuo sito è lento, stai perdendo clienti prima ancora che vedano cosa vendi.

    #Ecommerce #VelocitàSito #PerformanceWeb #UserExperience #ConversionRate #PageSpeed #ImpresaBiz #VenditeOnline #UXDesign
    Velocità di caricamento: perché ogni secondo ti fa perdere clienti Nel mio lavoro con l’e-commerce ho imparato che ci sono aspetti tecnici che, se trascurati, incidono direttamente sul fatturato. Uno dei più sottovalutati? La velocità di caricamento del sito. All’inizio non ci davo troppo peso: avevo un bel design, buoni prodotti, campagne attive. Poi, guardando i dati, ho iniziato a notare qualcosa di preoccupante: un tasso di abbandono elevato già nei primi secondi di navigazione. Dopo qualche analisi, ho capito: il mio sito era lento. E quella lentezza mi stava facendo perdere clienti e vendite. Perché ogni secondo conta Secondo diversi studi (e l’ho visto anche sulla mia pelle), ogni secondo in più di attesa può ridurre la conversione del sito fino al 20%. I clienti online sono impazienti. Se la pagina non si carica subito, se il carrello impiega troppo ad aprirsi o se le immagini sono pesanti, cliccano “indietro” e vanno dal concorrente. Come ho migliorato la velocità del mio e-commerce 🔹 Ho ottimizzato le immagini Le immagini ad alta risoluzione rallentano molto il sito. Ho iniziato a usare formati più leggeri come WebP e strumenti di compressione automatica, senza perdere qualità visiva. 🔹 Ho scelto un hosting performante Un sito veloce parte da un server veloce. Ho migrato verso un hosting ottimizzato per e-commerce, con CDN integrato e risorse scalabili. 🔹 Ho ridotto i plugin superflui Ogni plugin caricato è un pezzo di codice in più. Ho fatto pulizia, mantenendo solo quelli essenziali per funzionalità reali, e ho minificato HTML, CSS e JavaScript. 🔹 Ho fatto test regolari Utilizzo strumenti come Google PageSpeed Insights, GTmetrix e Lighthouse per monitorare le performance e intervenire in modo mirato. Lo faccio almeno una volta al mese. I benefici che ho visto subito ✅ Riduzione del bounce rate: più utenti restano sul sito ✅ Aumento del tasso di conversione: meno frizioni = più vendite ✅ Migliore posizionamento SEO: Google premia i siti veloci ✅ Esperienza utente più fluida: soprattutto da mobile, dove ogni secondo pesa doppio Oggi considero la velocità di caricamento un asset strategico, al pari del prezzo o della qualità del prodotto. È una componente invisibile ma decisiva dell’esperienza d’acquisto. Se il tuo sito è lento, stai perdendo clienti prima ancora che vedano cosa vendi. #Ecommerce #VelocitàSito #PerformanceWeb #UserExperience #ConversionRate #PageSpeed #ImpresaBiz #VenditeOnline #UXDesign
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  • SEO per e-commerce: trucchi per dominare la ricerca online

    Noi di impresa.biz sappiamo quanto sia difficile emergere online quando il mercato è affollato e i concorrenti sono a un clic di distanza. Ecco perché investire nella SEO (Search Engine Optimization) è fondamentale per chi gestisce un e-commerce: non si tratta solo di essere visibili, ma di esserlo nel momento esatto in cui il potenziale cliente cerca ciò che offri.

    Nel 2025, con algoritmi sempre più intelligenti e utenti sempre più esigenti, dominare la ricerca online richiede strategia, attenzione al dettaglio e continuità. Ecco i nostri trucchi essenziali per migliorare il posizionamento del tuo e-commerce.

    1. Parti da una keyword strategy concreta
    Studia cosa cercano davvero i tuoi clienti. Utilizza strumenti come Google Keyword Planner, Semrush o Ubersuggest per individuare parole chiave ad alto volume ma con bassa concorrenza. Lavora anche sulle long tail keyword: meno traffico, ma più qualità e conversioni.

    2. Ottimizza le schede prodotto (davvero)
    Ogni scheda deve avere:
    -Un titolo SEO-friendly, chiaro e descrittivo.
    -Una meta description persuasiva (non lasciarla vuota!).
    Un testo originale, utile e focalizzato sul beneficio per l’utente.
    Evita contenuti duplicati: Google li penalizza, e gli utenti si annoiano.

    3. Migliora la velocità del sito
    Un sito lento è un sito che perde vendite. Ottimizza immagini, riduci i plugin inutili e usa una CDN (Content Delivery Network). La velocità incide sul ranking, ma soprattutto sull’esperienza dell’utente.

    4. Cura la struttura del sito
    URL parlanti, categorie ordinate, breadcrumb navigation e una sitemap aggiornata sono fondamentali per aiutare Google a indicizzare correttamente tutte le pagine del tuo shop.

    5. Pensa in ottica mobile-first
    Nel 2025, la maggior parte degli acquisti online avviene da smartphone. Un sito responsive, veloce e facile da navigare è essenziale non solo per la SEO, ma per non perdere clienti.

    6. Integra SEO e content marketing
    Crea guide, articoli e video che risolvano problemi e attirino traffico organico. Un blog ben curato può portare nuovi utenti, aumentare il tempo di permanenza e migliorare l’autorevolezza del tuo sito.

    7. Costruisci link di qualità
    I backlink da siti autorevoli aumentano la tua credibilità agli occhi di Google. Collabora con influencer, magazine di settore o scrivi guest post su portali di riferimento.

    8. Monitora e adatta la strategia
    Usa Google Analytics e Google Search Console per monitorare traffico, ranking, tasso di rimbalzo e conversioni. La SEO non è mai “fatta”: è un processo continuo.

    Noi di impresa.biz crediamo che una buona strategia SEO non sia un lusso, ma una necessità per ogni e-commerce che voglia competere nel lungo periodo. Con un approccio tecnico ma anche creativo, è possibile migliorare visibilità, traffico e vendite in modo sostenibile e duraturo.

    #SEOeCommerce #VenditeOnline #SEO2025 #PMI #ImpresaBiz #MarketingDigitale #PosizionamentoGoogle #StrategiaDigitale

    Vuoi un’analisi SEO gratuita del tuo e-
    SEO per e-commerce: trucchi per dominare la ricerca online Noi di impresa.biz sappiamo quanto sia difficile emergere online quando il mercato è affollato e i concorrenti sono a un clic di distanza. Ecco perché investire nella SEO (Search Engine Optimization) è fondamentale per chi gestisce un e-commerce: non si tratta solo di essere visibili, ma di esserlo nel momento esatto in cui il potenziale cliente cerca ciò che offri. Nel 2025, con algoritmi sempre più intelligenti e utenti sempre più esigenti, dominare la ricerca online richiede strategia, attenzione al dettaglio e continuità. Ecco i nostri trucchi essenziali per migliorare il posizionamento del tuo e-commerce. 1. Parti da una keyword strategy concreta Studia cosa cercano davvero i tuoi clienti. Utilizza strumenti come Google Keyword Planner, Semrush o Ubersuggest per individuare parole chiave ad alto volume ma con bassa concorrenza. Lavora anche sulle long tail keyword: meno traffico, ma più qualità e conversioni. 2. Ottimizza le schede prodotto (davvero) Ogni scheda deve avere: -Un titolo SEO-friendly, chiaro e descrittivo. -Una meta description persuasiva (non lasciarla vuota!). Un testo originale, utile e focalizzato sul beneficio per l’utente. Evita contenuti duplicati: Google li penalizza, e gli utenti si annoiano. 3. Migliora la velocità del sito Un sito lento è un sito che perde vendite. Ottimizza immagini, riduci i plugin inutili e usa una CDN (Content Delivery Network). La velocità incide sul ranking, ma soprattutto sull’esperienza dell’utente. 4. Cura la struttura del sito URL parlanti, categorie ordinate, breadcrumb navigation e una sitemap aggiornata sono fondamentali per aiutare Google a indicizzare correttamente tutte le pagine del tuo shop. 5. Pensa in ottica mobile-first Nel 2025, la maggior parte degli acquisti online avviene da smartphone. Un sito responsive, veloce e facile da navigare è essenziale non solo per la SEO, ma per non perdere clienti. 6. Integra SEO e content marketing Crea guide, articoli e video che risolvano problemi e attirino traffico organico. Un blog ben curato può portare nuovi utenti, aumentare il tempo di permanenza e migliorare l’autorevolezza del tuo sito. 7. Costruisci link di qualità I backlink da siti autorevoli aumentano la tua credibilità agli occhi di Google. Collabora con influencer, magazine di settore o scrivi guest post su portali di riferimento. 8. Monitora e adatta la strategia Usa Google Analytics e Google Search Console per monitorare traffico, ranking, tasso di rimbalzo e conversioni. La SEO non è mai “fatta”: è un processo continuo. Noi di impresa.biz crediamo che una buona strategia SEO non sia un lusso, ma una necessità per ogni e-commerce che voglia competere nel lungo periodo. Con un approccio tecnico ma anche creativo, è possibile migliorare visibilità, traffico e vendite in modo sostenibile e duraturo. #SEOeCommerce #VenditeOnline #SEO2025 #PMI #ImpresaBiz #MarketingDigitale #PosizionamentoGoogle #StrategiaDigitale Vuoi un’analisi SEO gratuita del tuo e-
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  • Diversificazione del prodotto: quando e come espandersi in nuovi mercati

    Noi di impresa.biz sappiamo che la diversificazione del prodotto è una strategia chiave per le PMI che vogliono crescere, ridurre i rischi e conquistare nuove opportunità. Tuttavia, decidere quando e come espandersi in nuovi mercati richiede un’attenta pianificazione e una valutazione precisa delle risorse e delle condizioni di mercato.

    Quando considerare la diversificazione?

    La diversificazione diventa una scelta strategica in diverse circostanze, tra cui:
    -Mercato attuale saturo o in rallentamento
    -Dipendenza eccessiva da un singolo prodotto o segmento
    -Opportunità emergenti in settori affini o complementari
    -Capacità interna di innovare e gestire nuovi progetti
    -Riconoscere il momento giusto per diversificare può fare la differenza tra successo e fallimento.

    Come espandersi con successo in nuovi mercati
    1. Analisi approfondita del mercato
    Studiamo il nuovo mercato per comprenderne dimensioni, bisogni, competitor e potenziali barriere all’ingresso.

    2. Valutazione delle risorse interne
    Verifichiamo se l’azienda dispone delle competenze, capacità produttive e risorse finanziarie necessarie per affrontare la diversificazione.

    3. Sviluppo di un prodotto adatto
    Adattiamo o creiamo prodotti che rispondano alle specifiche esigenze del nuovo target, mantenendo un equilibrio tra innovazione e coerenza con il brand.

    4. Strategia di ingresso graduale
    Partiamo con test pilota o introduzioni limitate per minimizzare rischi e raccogliere feedback utili a migliorare l’offerta.

    5. Piano di marketing e comunicazione dedicato
    Creiamo campagne mirate che valorizzino il prodotto e il suo posizionamento nel nuovo mercato, utilizzando i canali più efficaci per raggiungere il target.

    6. Monitoraggio e adattamento continuo
    Misuriamo costantemente i risultati, ascoltiamo il mercato e modifichiamo la strategia per massimizzare il successo.

    Perché noi di impresa.biz crediamo nella diversificazione

    La diversificazione, se ben pianificata, rappresenta una leva potente per la crescita sostenibile delle PMI. Aiuta a proteggersi dalle fluttuazioni di mercato e a scoprire nuove fonti di fatturato, rafforzando la posizione competitiva dell’azienda.

    Noi di impresa.biz siamo pronti a supportarti nell’analisi, nella pianificazione e nell’implementazione di strategie di diversificazione che valorizzino le tue competenze e aprano la strada a nuovi mercati.

    #DiversificazioneProdotto #NuoviMercati #PMI #ImpresaBiz #StrategieDiCrescita #BusinessDevelopment #Innovazione #Marketing
    Diversificazione del prodotto: quando e come espandersi in nuovi mercati Noi di impresa.biz sappiamo che la diversificazione del prodotto è una strategia chiave per le PMI che vogliono crescere, ridurre i rischi e conquistare nuove opportunità. Tuttavia, decidere quando e come espandersi in nuovi mercati richiede un’attenta pianificazione e una valutazione precisa delle risorse e delle condizioni di mercato. Quando considerare la diversificazione? La diversificazione diventa una scelta strategica in diverse circostanze, tra cui: -Mercato attuale saturo o in rallentamento -Dipendenza eccessiva da un singolo prodotto o segmento -Opportunità emergenti in settori affini o complementari -Capacità interna di innovare e gestire nuovi progetti -Riconoscere il momento giusto per diversificare può fare la differenza tra successo e fallimento. Come espandersi con successo in nuovi mercati 1. Analisi approfondita del mercato Studiamo il nuovo mercato per comprenderne dimensioni, bisogni, competitor e potenziali barriere all’ingresso. 2. Valutazione delle risorse interne Verifichiamo se l’azienda dispone delle competenze, capacità produttive e risorse finanziarie necessarie per affrontare la diversificazione. 3. Sviluppo di un prodotto adatto Adattiamo o creiamo prodotti che rispondano alle specifiche esigenze del nuovo target, mantenendo un equilibrio tra innovazione e coerenza con il brand. 4. Strategia di ingresso graduale Partiamo con test pilota o introduzioni limitate per minimizzare rischi e raccogliere feedback utili a migliorare l’offerta. 5. Piano di marketing e comunicazione dedicato Creiamo campagne mirate che valorizzino il prodotto e il suo posizionamento nel nuovo mercato, utilizzando i canali più efficaci per raggiungere il target. 6. Monitoraggio e adattamento continuo Misuriamo costantemente i risultati, ascoltiamo il mercato e modifichiamo la strategia per massimizzare il successo. Perché noi di impresa.biz crediamo nella diversificazione La diversificazione, se ben pianificata, rappresenta una leva potente per la crescita sostenibile delle PMI. Aiuta a proteggersi dalle fluttuazioni di mercato e a scoprire nuove fonti di fatturato, rafforzando la posizione competitiva dell’azienda. Noi di impresa.biz siamo pronti a supportarti nell’analisi, nella pianificazione e nell’implementazione di strategie di diversificazione che valorizzino le tue competenze e aprano la strada a nuovi mercati. #DiversificazioneProdotto #NuoviMercati #PMI #ImpresaBiz #StrategieDiCrescita #BusinessDevelopment #Innovazione #Marketing
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  • Da crisi a rilancio: il percorso per recuperare fatturato con innovazione

    Ogni impresa, prima o poi, attraversa una fase di crisi. A calare può essere il fatturato, l’interesse del mercato, l’efficacia dei canali commerciali. Quello che fa la differenza non è evitare il problema, ma saper reagire con lucidità e spirito innovativo.

    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: le imprese che si rialzano più forti sono quelle che trasformano la crisi in un’occasione di cambiamento intelligente.

    Ecco il nostro percorso in tre tappe per rilanciare un’attività e recuperare fatturato attraverso l’innovazione.

    1. Ascoltare il mercato e rivedere le certezze
    La prima azione non è “fare di più”, ma capire meglio. Cosa è cambiato nel nostro settore? Perché i clienti ci scelgono meno? Cosa stanno facendo i competitor?
    Noi accompagniamo le PMI in un'analisi lucida, a volte scomoda ma necessaria, per distinguere tra ciò che va mantenuto e ciò che va ripensato.
    Spesso il problema non è il prodotto, ma il modo in cui lo proponiamo.

    2. Innovare il modello di business, non solo il prodotto
    Quando si parla di innovazione, molti pensano subito a nuove tecnologie o a lanciare qualcosa di inedito. Ma spesso la vera svolta è cambiare il modo di vendere, di comunicare o di far vivere l’esperienza al cliente.
    Noi lavoriamo con le imprese per rivedere i modelli di revenue, digitalizzare i processi, creare servizi accessori o formule ibride (abbonamenti, pacchetti, licenze, esperienze).
    L’innovazione più efficace, per una PMI, è spesso quella che migliora ciò che già fa bene, rendendolo più accessibile o scalabile.

    3. Comunicare il cambiamento con forza e autenticità
    Rilanciare significa anche rilanciare la fiducia nel brand. Non basta innovare: bisogna farlo sapere.
    Aiutiamo le imprese a rivedere il proprio posizionamento, aggiornare il tono di voce, costruire messaggi che parlino al cliente di oggi.
    Autenticità, trasparenza e storytelling diventano strumenti strategici. Non si tratta solo di “pubblicità”, ma di condividere una visione rinnovata.

    Una fase di crisi può diventare la scintilla per un nuovo ciclo di crescita. Il segreto è affrontarla con metodo, creatività e la volontà di mettersi in discussione.
    Noi di Impresa.biz crediamo che ogni PMI abbia dentro di sé le risorse per ripartire. Il nostro compito è aiutarla a far emergere quell’energia e trasformarla in risultati concreti.

    #ImpresaBiz #RilancioPMI #InnovazioneStrategica #CrescitaPostCrisi #FatturatoInRipresa #BusinessTransformation #PMIitaliane #Digitalizzazione #ModelliDiBusiness #StrategiaDiRilancio #StorytellingAziendale #CrisiComeOpportunità

    Da crisi a rilancio: il percorso per recuperare fatturato con innovazione Ogni impresa, prima o poi, attraversa una fase di crisi. A calare può essere il fatturato, l’interesse del mercato, l’efficacia dei canali commerciali. Quello che fa la differenza non è evitare il problema, ma saper reagire con lucidità e spirito innovativo. Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: le imprese che si rialzano più forti sono quelle che trasformano la crisi in un’occasione di cambiamento intelligente. Ecco il nostro percorso in tre tappe per rilanciare un’attività e recuperare fatturato attraverso l’innovazione. 1. Ascoltare il mercato e rivedere le certezze La prima azione non è “fare di più”, ma capire meglio. Cosa è cambiato nel nostro settore? Perché i clienti ci scelgono meno? Cosa stanno facendo i competitor? Noi accompagniamo le PMI in un'analisi lucida, a volte scomoda ma necessaria, per distinguere tra ciò che va mantenuto e ciò che va ripensato. Spesso il problema non è il prodotto, ma il modo in cui lo proponiamo. 2. Innovare il modello di business, non solo il prodotto Quando si parla di innovazione, molti pensano subito a nuove tecnologie o a lanciare qualcosa di inedito. Ma spesso la vera svolta è cambiare il modo di vendere, di comunicare o di far vivere l’esperienza al cliente. Noi lavoriamo con le imprese per rivedere i modelli di revenue, digitalizzare i processi, creare servizi accessori o formule ibride (abbonamenti, pacchetti, licenze, esperienze). L’innovazione più efficace, per una PMI, è spesso quella che migliora ciò che già fa bene, rendendolo più accessibile o scalabile. 3. Comunicare il cambiamento con forza e autenticità Rilanciare significa anche rilanciare la fiducia nel brand. Non basta innovare: bisogna farlo sapere. Aiutiamo le imprese a rivedere il proprio posizionamento, aggiornare il tono di voce, costruire messaggi che parlino al cliente di oggi. Autenticità, trasparenza e storytelling diventano strumenti strategici. Non si tratta solo di “pubblicità”, ma di condividere una visione rinnovata. Una fase di crisi può diventare la scintilla per un nuovo ciclo di crescita. Il segreto è affrontarla con metodo, creatività e la volontà di mettersi in discussione. Noi di Impresa.biz crediamo che ogni PMI abbia dentro di sé le risorse per ripartire. Il nostro compito è aiutarla a far emergere quell’energia e trasformarla in risultati concreti. #ImpresaBiz #RilancioPMI #InnovazioneStrategica #CrescitaPostCrisi #FatturatoInRipresa #BusinessTransformation #PMIitaliane #Digitalizzazione #ModelliDiBusiness #StrategiaDiRilancio #StorytellingAziendale #CrisiComeOpportunità
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  • Calano i clienti? Tre strategie creative per invertire la tendenza

    In un mercato sempre più competitivo e instabile, anche le PMI più consolidate possono trovarsi ad affrontare momenti di rallentamento. Quando i clienti iniziano a diminuire, la tentazione di reagire con misure drastiche o puramente difensive è forte. Ma noi di Impresa.biz sappiamo che le crisi vanno affrontate con visione strategica, intelligenza e – soprattutto – creatività.

    Ecco tre strategie non convenzionali ma altamente efficaci per invertire la tendenza e tornare a crescere, senza snaturare l’identità della propria impresa.

    1. Ripensare il valore, non solo il prezzo
    Molte aziende reagiscono al calo dei clienti abbassando i prezzi. Ma il prezzo è solo una delle leve. Noi proponiamo di lavorare sul valore percepito: ciò che rende la nostra offerta unica, utile, desiderabile.
    Come? Potenziando il servizio, offrendo esperienze personalizzate, includendo contenuti ad alto valore (es. formazione, consulenza, accesso a community esclusive).
    Quando il valore è chiaro, il cliente torna. E lo fa con maggiore fedeltà.

    2. Cercare clienti fuori dal target abituale
    Se il nostro pubblico storico si sta riducendo o saturando, forse è il momento di esplorare nuovi segmenti.
    Noi aiutiamo le PMI a rileggere i propri prodotti o servizi in chiave trasversale: possono servire anche altri mercati? Altre generazioni? Altri usi?
    Con piccoli adattamenti (packaging, comunicazione, posizionamento), spesso si aprono nicchie che non avevamo considerato. E alcune diventano poi core business.

    3. Sfruttare il potere della collaborazione
    In tempi di contrazione, fare rete può fare la differenza.
    Noi promuoviamo approcci collaborativi: co-marketing con imprese affini, offerte congiunte, eventi condivisi, sinergie territoriali o di filiera.
    Un’alleanza ben costruita amplia la visibilità, riduce i costi di acquisizione cliente e trasmette al mercato un messaggio di solidità e apertura.

    La perdita di clienti è un segnale da ascoltare, non da temere.
    Con le giuste strategie, può diventare l’occasione per ripensare il proprio posizionamento, innovare il modello di offerta e rafforzare le relazioni.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI per trasformare ogni calo in un nuovo slancio.

    #ImpresaBiz #CrescitaPMI #ClientiInCalo #StrategieDiMarketing #BusinessCreativo #InnovazionePMI #CustomerRetention #NuoviTarget #ValorePercepito #CollaborazioneTraImprese #CrisiComeOpportunità
    Calano i clienti? Tre strategie creative per invertire la tendenza In un mercato sempre più competitivo e instabile, anche le PMI più consolidate possono trovarsi ad affrontare momenti di rallentamento. Quando i clienti iniziano a diminuire, la tentazione di reagire con misure drastiche o puramente difensive è forte. Ma noi di Impresa.biz sappiamo che le crisi vanno affrontate con visione strategica, intelligenza e – soprattutto – creatività. Ecco tre strategie non convenzionali ma altamente efficaci per invertire la tendenza e tornare a crescere, senza snaturare l’identità della propria impresa. 1. Ripensare il valore, non solo il prezzo Molte aziende reagiscono al calo dei clienti abbassando i prezzi. Ma il prezzo è solo una delle leve. Noi proponiamo di lavorare sul valore percepito: ciò che rende la nostra offerta unica, utile, desiderabile. Come? Potenziando il servizio, offrendo esperienze personalizzate, includendo contenuti ad alto valore (es. formazione, consulenza, accesso a community esclusive). Quando il valore è chiaro, il cliente torna. E lo fa con maggiore fedeltà. 2. Cercare clienti fuori dal target abituale Se il nostro pubblico storico si sta riducendo o saturando, forse è il momento di esplorare nuovi segmenti. Noi aiutiamo le PMI a rileggere i propri prodotti o servizi in chiave trasversale: possono servire anche altri mercati? Altre generazioni? Altri usi? Con piccoli adattamenti (packaging, comunicazione, posizionamento), spesso si aprono nicchie che non avevamo considerato. E alcune diventano poi core business. 3. Sfruttare il potere della collaborazione In tempi di contrazione, fare rete può fare la differenza. Noi promuoviamo approcci collaborativi: co-marketing con imprese affini, offerte congiunte, eventi condivisi, sinergie territoriali o di filiera. Un’alleanza ben costruita amplia la visibilità, riduce i costi di acquisizione cliente e trasmette al mercato un messaggio di solidità e apertura. La perdita di clienti è un segnale da ascoltare, non da temere. Con le giuste strategie, può diventare l’occasione per ripensare il proprio posizionamento, innovare il modello di offerta e rafforzare le relazioni. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle PMI per trasformare ogni calo in un nuovo slancio. #ImpresaBiz #CrescitaPMI #ClientiInCalo #StrategieDiMarketing #BusinessCreativo #InnovazionePMI #CustomerRetention #NuoviTarget #ValorePercepito #CollaborazioneTraImprese #CrisiComeOpportunità
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  • Strategie di crescita aziendale: quando e come espandersi senza rischi

    Nel nostro lavoro quotidiano con aziende di diversi settori, vediamo spesso quanto la crescita sia una delle sfide più ambiziose ma anche complesse da affrontare.
    Espandersi è fondamentale per aumentare il fatturato e consolidare il posizionamento sul mercato, ma farlo senza una strategia chiara può esporre a rischi importanti.

    In questo articolo vogliamo condividere con voi quando e come è il momento giusto per espandersi, minimizzando i rischi e massimizzando le opportunità.

    1. Valutare la solidità interna prima di espandersi
    Prima di qualsiasi progetto di crescita, consigliamo di analizzare la stabilità finanziaria, operativa e commerciale dell’azienda.
    Un bilancio solido, processi interni efficienti e un team preparato sono le basi imprescindibili per sostenere nuovi investimenti senza compromettere l’esistente.

    2. Identificare i mercati e i segmenti con maggior potenziale
    Non tutte le opportunità di espansione sono uguali.
    Utilizziamo dati di mercato e ricerche approfondite per individuare i segmenti più redditizi e i territori con domanda in crescita, così da concentrare risorse e energie dove il ritorno è più certo.

    3. Scegliere il modello di crescita più adatto
    Esistono diverse modalità di espansione: lancio di nuovi prodotti, apertura di nuovi canali di vendita, internazionalizzazione, acquisizioni.
    Noi aiutiamo a scegliere il percorso più coerente con gli obiettivi e le capacità dell’azienda, bilanciando ambizione e sostenibilità.

    4. Pianificare con attenzione e flessibilità
    Un piano di crescita dettagliato con obiettivi chiari, budget precisi e tempistiche realistiche è fondamentale.
    Allo stesso tempo, è importante mantenere flessibilità per adattarsi rapidamente a eventuali imprevisti o cambi di scenario.

    5. Investire in tecnologia e digitalizzazione
    La digitalizzazione è oggi un fattore chiave per scalare in modo efficiente.
    Automazione, CRM, e-commerce e strumenti di analisi permettono di migliorare processi, monitorare performance e offrire un’esperienza cliente superiore.

    6. Monitorare costantemente risultati e rischi
    Non basta avviare un progetto di crescita, è necessario misurarne continuamente i risultati e identificare tempestivamente segnali di rischio.
    Questo approccio permette di correggere il tiro in corsa e ottimizzare investimenti.

    Espandersi senza rischi è possibile se si segue un percorso strutturato, basato su analisi solide, pianificazione accurata e attenzione continua ai dettagli.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle aziende che vogliono crescere con consapevolezza, offrendo supporto strategico e operativo per fare del processo di espansione un successo concreto.

    #crescitaaziendale #strategieaziendali #businessgrowth #internazionalizzazione #digitalizzazione #impresadigitale #impresabiz

    Strategie di crescita aziendale: quando e come espandersi senza rischi Nel nostro lavoro quotidiano con aziende di diversi settori, vediamo spesso quanto la crescita sia una delle sfide più ambiziose ma anche complesse da affrontare. Espandersi è fondamentale per aumentare il fatturato e consolidare il posizionamento sul mercato, ma farlo senza una strategia chiara può esporre a rischi importanti. In questo articolo vogliamo condividere con voi quando e come è il momento giusto per espandersi, minimizzando i rischi e massimizzando le opportunità. 1. Valutare la solidità interna prima di espandersi Prima di qualsiasi progetto di crescita, consigliamo di analizzare la stabilità finanziaria, operativa e commerciale dell’azienda. Un bilancio solido, processi interni efficienti e un team preparato sono le basi imprescindibili per sostenere nuovi investimenti senza compromettere l’esistente. 2. Identificare i mercati e i segmenti con maggior potenziale Non tutte le opportunità di espansione sono uguali. Utilizziamo dati di mercato e ricerche approfondite per individuare i segmenti più redditizi e i territori con domanda in crescita, così da concentrare risorse e energie dove il ritorno è più certo. 3. Scegliere il modello di crescita più adatto Esistono diverse modalità di espansione: lancio di nuovi prodotti, apertura di nuovi canali di vendita, internazionalizzazione, acquisizioni. Noi aiutiamo a scegliere il percorso più coerente con gli obiettivi e le capacità dell’azienda, bilanciando ambizione e sostenibilità. 4. Pianificare con attenzione e flessibilità Un piano di crescita dettagliato con obiettivi chiari, budget precisi e tempistiche realistiche è fondamentale. Allo stesso tempo, è importante mantenere flessibilità per adattarsi rapidamente a eventuali imprevisti o cambi di scenario. 5. Investire in tecnologia e digitalizzazione La digitalizzazione è oggi un fattore chiave per scalare in modo efficiente. Automazione, CRM, e-commerce e strumenti di analisi permettono di migliorare processi, monitorare performance e offrire un’esperienza cliente superiore. 6. Monitorare costantemente risultati e rischi Non basta avviare un progetto di crescita, è necessario misurarne continuamente i risultati e identificare tempestivamente segnali di rischio. Questo approccio permette di correggere il tiro in corsa e ottimizzare investimenti. Espandersi senza rischi è possibile se si segue un percorso strutturato, basato su analisi solide, pianificazione accurata e attenzione continua ai dettagli. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle aziende che vogliono crescere con consapevolezza, offrendo supporto strategico e operativo per fare del processo di espansione un successo concreto. #crescitaaziendale #strategieaziendali #businessgrowth #internazionalizzazione #digitalizzazione #impresadigitale #impresabiz
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  • Velocità del sito e UX: perché il tuo e-commerce deve essere super performante

    Nel mio percorso come operatore e-commerce, ho imparato che avere un sito bello non basta: deve essere veloce, fluido e semplice da usare.
    La velocità di caricamento e una User Experience (UX) ottimale sono elementi fondamentali per trattenere i visitatori, aumentare le conversioni e migliorare la reputazione del brand.

    Ti racconto perché ho deciso di puntare tutto su performance e UX, e quali risultati concreti ho ottenuto.

    1. La velocità del sito fa la differenza
    Secondo le mie analisi, un ritardo di pochi secondi nel caricamento può far perdere fino al 30% dei visitatori.
    Ottimizzando immagini, riducendo script inutili e scegliendo hosting performanti, ho ridotto i tempi di caricamento da oltre 5 secondi a meno di 2, con un impatto diretto sulle vendite.

    2. UX intuitiva per guidare l’acquisto
    Ho progettato il sito per essere chiaro, con percorsi di acquisto semplici e ridotti.
    Menu intuitivi, call-to-action evidenti e un checkout rapido hanno migliorato il tasso di conversione del 25%.

    3. Mobile first: il futuro è nello smartphone
    La maggior parte dei miei clienti acquista da mobile, quindi ho dato priorità a una navigazione fluida su smartphone, evitando tempi di attesa eccessivi e layout confusi.

    4. Test e miglioramenti continui
    Uso strumenti come Google PageSpeed Insights, GTmetrix e Hotjar per monitorare performance e comportamento utenti, intervenendo con aggiornamenti e ottimizzazioni continue.

    5. Effetti sulla SEO e sulla fiducia del cliente
    Un sito veloce e facile da usare non solo piace ai clienti, ma è anche premiato da Google, migliorando il posizionamento organico e la visibilità.
    Inoltre, una UX positiva rafforza la percezione di affidabilità e professionalità del brand.

    Velocità e UX non sono optional, ma leve strategiche per la crescita del tuo e-commerce.
    Investire tempo e risorse su questi aspetti ha trasformato il mio store, portando più traffico qualificato e più vendite reali.

    Se vuoi, posso aiutarti a diagnosticare e migliorare le performance del tuo sito.

    #ecommerceperformance #UXdesign #velocitàsito #conversionrate #mobilefirst #impresadigitale #impresabiz
    Velocità del sito e UX: perché il tuo e-commerce deve essere super performante Nel mio percorso come operatore e-commerce, ho imparato che avere un sito bello non basta: deve essere veloce, fluido e semplice da usare. La velocità di caricamento e una User Experience (UX) ottimale sono elementi fondamentali per trattenere i visitatori, aumentare le conversioni e migliorare la reputazione del brand. Ti racconto perché ho deciso di puntare tutto su performance e UX, e quali risultati concreti ho ottenuto. 1. La velocità del sito fa la differenza Secondo le mie analisi, un ritardo di pochi secondi nel caricamento può far perdere fino al 30% dei visitatori. Ottimizzando immagini, riducendo script inutili e scegliendo hosting performanti, ho ridotto i tempi di caricamento da oltre 5 secondi a meno di 2, con un impatto diretto sulle vendite. 2. UX intuitiva per guidare l’acquisto Ho progettato il sito per essere chiaro, con percorsi di acquisto semplici e ridotti. Menu intuitivi, call-to-action evidenti e un checkout rapido hanno migliorato il tasso di conversione del 25%. 3. Mobile first: il futuro è nello smartphone La maggior parte dei miei clienti acquista da mobile, quindi ho dato priorità a una navigazione fluida su smartphone, evitando tempi di attesa eccessivi e layout confusi. 4. Test e miglioramenti continui Uso strumenti come Google PageSpeed Insights, GTmetrix e Hotjar per monitorare performance e comportamento utenti, intervenendo con aggiornamenti e ottimizzazioni continue. 5. Effetti sulla SEO e sulla fiducia del cliente Un sito veloce e facile da usare non solo piace ai clienti, ma è anche premiato da Google, migliorando il posizionamento organico e la visibilità. Inoltre, una UX positiva rafforza la percezione di affidabilità e professionalità del brand. Velocità e UX non sono optional, ma leve strategiche per la crescita del tuo e-commerce. Investire tempo e risorse su questi aspetti ha trasformato il mio store, portando più traffico qualificato e più vendite reali. Se vuoi, posso aiutarti a diagnosticare e migliorare le performance del tuo sito. #ecommerceperformance #UXdesign #velocitàsito #conversionrate #mobilefirst #impresadigitale #impresabiz
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  • La forza del networking internazionale per un influencer imprenditore
    Se c’è una cosa che ha fatto davvero la differenza nella mia evoluzione da semplice content creator a imprenditrice digitale è il networking internazionale.
    Espandere la mia rete oltre i confini italiani mi ha permesso di accedere a nuove idee, opportunità, partnership e visibilità su scala globale — senza dover necessariamente “andare all’estero”.

    In questo articolo ti spiego perché il networking globale è una leva strategica per chi, come me, costruisce un brand personale e imprenditoriale partendo dai social, e ti do alcuni spunti pratici per iniziare.

    1. Da influencer a player globale
    All’inizio, collaboravo solo con brand italiani. Poi, grazie ad alcune connessioni fatte su LinkedIn e Instagram con creator e founder stranieri, ho avuto accesso a community internazionali che mi hanno fatto alzare l’asticella.
    Ho capito che il valore percepito di un brand personale cresce anche in base alla rete che lo circonda.

    2. Il networking internazionale apre porte che da soli non potremmo mai forzare
    Parlare con altri imprenditori digitali da Stati Uniti, UK o Asia mi ha dato insight su trend emergenti, piattaforme nuove e modelli di business diversi da quelli a cui ero abituata.
    Spesso un DM, un commento o una live con il partner giusto genera contatti, inviti, o addirittura progetti congiunti.

    3. Come costruisco connessioni internazionali in modo strategico
    Partecipo a eventi digitali globali (summit, webinar, community online)
    -Uso LinkedIn attivamente, commentando e scrivendo contenuti anche in inglese
    -Seguo e interagisco con creator e founder stranieri su Instagram, X e TikTok
    -Entro in gruppi Slack o Discord dedicati a imprenditori digitali e creator economy

    4. Le collaborazioni internazionali danno credibilità (anche in Italia)
    Una cosa che ho notato: quando inizi a collaborare con brand o profili stranieri, il tuo posizionamento migliora anche nel tuo mercato locale.
    Vieni percepito come qualcuno che “gioca in un’altra lega”, che ha una visione più ampia, e questo ti distingue da chi comunica sempre e solo all’interno dei propri confini.

    5. Il networking globale è un investimento, non una perdita di tempo
    Sì, all’inizio può sembrare dispersivo. Ma ogni connessione costruita con intenzione è un seme.
    Alcune relazioni si trasformano in progetti, altre in mentorship, altre ancora in collaborazioni che non avresti mai immaginato.

    Essere un influencer oggi non basta. Per essere un imprenditore credibile nel digitale serve aprirsi al mondo.
    Il networking internazionale è uno degli strumenti più potenti (e sottovalutati) per crescere davvero.

    #networkingglobale #personalbranding #influencermarketing #creatorbusiness #digitalentrepreneur #impresadigitale #impresabiz
    La forza del networking internazionale per un influencer imprenditore Se c’è una cosa che ha fatto davvero la differenza nella mia evoluzione da semplice content creator a imprenditrice digitale è il networking internazionale. Espandere la mia rete oltre i confini italiani mi ha permesso di accedere a nuove idee, opportunità, partnership e visibilità su scala globale — senza dover necessariamente “andare all’estero”. In questo articolo ti spiego perché il networking globale è una leva strategica per chi, come me, costruisce un brand personale e imprenditoriale partendo dai social, e ti do alcuni spunti pratici per iniziare. 1. Da influencer a player globale All’inizio, collaboravo solo con brand italiani. Poi, grazie ad alcune connessioni fatte su LinkedIn e Instagram con creator e founder stranieri, ho avuto accesso a community internazionali che mi hanno fatto alzare l’asticella. Ho capito che il valore percepito di un brand personale cresce anche in base alla rete che lo circonda. 2. Il networking internazionale apre porte che da soli non potremmo mai forzare Parlare con altri imprenditori digitali da Stati Uniti, UK o Asia mi ha dato insight su trend emergenti, piattaforme nuove e modelli di business diversi da quelli a cui ero abituata. Spesso un DM, un commento o una live con il partner giusto genera contatti, inviti, o addirittura progetti congiunti. 3. Come costruisco connessioni internazionali in modo strategico Partecipo a eventi digitali globali (summit, webinar, community online) -Uso LinkedIn attivamente, commentando e scrivendo contenuti anche in inglese -Seguo e interagisco con creator e founder stranieri su Instagram, X e TikTok -Entro in gruppi Slack o Discord dedicati a imprenditori digitali e creator economy 4. Le collaborazioni internazionali danno credibilità (anche in Italia) Una cosa che ho notato: quando inizi a collaborare con brand o profili stranieri, il tuo posizionamento migliora anche nel tuo mercato locale. Vieni percepito come qualcuno che “gioca in un’altra lega”, che ha una visione più ampia, e questo ti distingue da chi comunica sempre e solo all’interno dei propri confini. 5. Il networking globale è un investimento, non una perdita di tempo Sì, all’inizio può sembrare dispersivo. Ma ogni connessione costruita con intenzione è un seme. Alcune relazioni si trasformano in progetti, altre in mentorship, altre ancora in collaborazioni che non avresti mai immaginato. Essere un influencer oggi non basta. Per essere un imprenditore credibile nel digitale serve aprirsi al mondo. Il networking internazionale è uno degli strumenti più potenti (e sottovalutati) per crescere davvero. #networkingglobale #personalbranding #influencermarketing #creatorbusiness #digitalentrepreneur #impresadigitale #impresabiz
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  • La strategia social che mi ha portato 100k follower e 10 brand partnership

    Crescere sui social nel 2025 non è più una questione di fortuna o algoritmi benevoli. È una questione di posizionamento, strategia e costanza.
    Quando ho iniziato, non avevo alcun obiettivo numerico. Ma con il tempo, osservando, testando e correggendo, sono arrivatə a 100.000 follower organici e a collaborare con 10 brand perfettamente in linea con il mio messaggio.

    In questo articolo, ti racconto la mia strategia social, passo dopo passo, con ciò che ha davvero funzionato (e cosa ho lasciato andare).

    1. Mi sono posizionata in modo chiaro (prima ancora di crescere)
    Prima di pensare a crescere, ho lavorato su una domanda chiave:
    Perché qualcuno dovrebbe seguirmi?

    Ho definito:
    – Un tema centrale (es. business digitale, mindset, crescita professionale)
    – Un tono riconoscibile (diretto, professionale ma accessibile)
    – Una promessa di valore: ogni contenuto doveva essere utile, ispirante o attivante

    Risultato: meno contenuti generici, più contenuti memorabili.

    2. Ho scelto 2 piattaforme chiave (e ho smesso di disperdermi)
    Invece di cercare di essere ovunque, ho concentrato energie e strategia su due canali principali:
    Instagram (per la community e le collaborazioni)
    LinkedIn (per autorevolezza e contatti business)

    Tip: ogni piattaforma ha le sue logiche, ma il tuo messaggio deve rimanere uno.

    3. Ho creato 3 format ricorrenti (e li ho ottimizzati)
    La chiave per crescere senza impazzire? Format replicabili e riconoscibili.

    I miei 3 format di punta sono stati:
    Mini-pillole video: brevi, dirette, con hook forte
    Caroselli informativi: valore pratico + design leggibile
    "Dietro le quinte" del mio lavoro: contenuti autentici, non patinati

    Risultato: contenuti che le persone aspettano e condividono con piacere.

    4. Ho creato contenuti pensati per l’algoritmo, ma scritti per le persone
    Ogni post aveva:
    Un hook forte (la prima riga vale oro)
    Una narrazione semplice e coinvolgente
    Una call to action vera (non solo “metti like”)

    Regola d’oro: contenuti virali ≠ contenuti vuoti. La viralità è un mezzo, non un fine.

    5. Ho costruito relazioni, non solo numeri
    Ogni follower non è un numero. È una persona. E ogni brand partnership nasce dalla credibilità percepita, non solo dai KPI.

    Ho risposto ai messaggi
    Ho costruito relazioni con altri creator
    Ho contattato i brand prima che loro contattassero me, con proposte su misura

    Risultato: 10 partnership di valore, tutte in linea con il mio posizionamento, molte delle quali diventate collaborazioni continuative.

    Cosa eviterei di rifare?
    – Inseguire i trend che non mi rappresentavano
    – Pubblicare per “riempire il feed”
    – Accettare collaborazioni fuori target solo per guadagnare

    Crescere è possibile. Monetizzare anche. Ma solo se costruisci un brand che parla chiaro, contenuti che risolvono problemi e relazioni che durano nel tempo.

    Il mio consiglio?
    Non chiederti solo “come faccio a crescere?”, ma “cosa voglio che succeda quando cresco?”

    #strategiasocial #brandpartnership #personalbrand #growthorganica #digitalstrategy #imprenditoriocreativo #creatorseconomy #socialmediamarketing #impresabiz
    La strategia social che mi ha portato 100k follower e 10 brand partnership Crescere sui social nel 2025 non è più una questione di fortuna o algoritmi benevoli. È una questione di posizionamento, strategia e costanza. Quando ho iniziato, non avevo alcun obiettivo numerico. Ma con il tempo, osservando, testando e correggendo, sono arrivatə a 100.000 follower organici e a collaborare con 10 brand perfettamente in linea con il mio messaggio. In questo articolo, ti racconto la mia strategia social, passo dopo passo, con ciò che ha davvero funzionato (e cosa ho lasciato andare). 1. Mi sono posizionata in modo chiaro (prima ancora di crescere) Prima di pensare a crescere, ho lavorato su una domanda chiave: 👉 Perché qualcuno dovrebbe seguirmi? Ho definito: – Un tema centrale (es. business digitale, mindset, crescita professionale) – Un tono riconoscibile (diretto, professionale ma accessibile) – Una promessa di valore: ogni contenuto doveva essere utile, ispirante o attivante 📌 Risultato: meno contenuti generici, più contenuti memorabili. 2. Ho scelto 2 piattaforme chiave (e ho smesso di disperdermi) Invece di cercare di essere ovunque, ho concentrato energie e strategia su due canali principali: 📱 Instagram (per la community e le collaborazioni) 🧠 LinkedIn (per autorevolezza e contatti business) 📌 Tip: ogni piattaforma ha le sue logiche, ma il tuo messaggio deve rimanere uno. 3. Ho creato 3 format ricorrenti (e li ho ottimizzati) La chiave per crescere senza impazzire? Format replicabili e riconoscibili. I miei 3 format di punta sono stati: 🎥 Mini-pillole video: brevi, dirette, con hook forte 📊 Caroselli informativi: valore pratico + design leggibile 🎙️ "Dietro le quinte" del mio lavoro: contenuti autentici, non patinati 📌 Risultato: contenuti che le persone aspettano e condividono con piacere. 4. Ho creato contenuti pensati per l’algoritmo, ma scritti per le persone Ogni post aveva: ✅ Un hook forte (la prima riga vale oro) ✅ Una narrazione semplice e coinvolgente ✅ Una call to action vera (non solo “metti like”) 🎯 Regola d’oro: contenuti virali ≠ contenuti vuoti. La viralità è un mezzo, non un fine. 5. Ho costruito relazioni, non solo numeri Ogni follower non è un numero. È una persona. E ogni brand partnership nasce dalla credibilità percepita, non solo dai KPI. 📩 Ho risposto ai messaggi 🤝 Ho costruito relazioni con altri creator 📬 Ho contattato i brand prima che loro contattassero me, con proposte su misura 📌 Risultato: 10 partnership di valore, tutte in linea con il mio posizionamento, molte delle quali diventate collaborazioni continuative. Cosa eviterei di rifare? – Inseguire i trend che non mi rappresentavano – Pubblicare per “riempire il feed” – Accettare collaborazioni fuori target solo per guadagnare Crescere è possibile. Monetizzare anche. Ma solo se costruisci un brand che parla chiaro, contenuti che risolvono problemi e relazioni che durano nel tempo. Il mio consiglio? Non chiederti solo “come faccio a crescere?”, ma “cosa voglio che succeda quando cresco?” #strategiasocial #brandpartnership #personalbrand #growthorganica #digitalstrategy #imprenditoriocreativo #creatorseconomy #socialmediamarketing #impresabiz
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