Dropshipping: gli aspetti legali che ho dovuto conoscere (per non chiudere dopo tre mesi)
Quando ho iniziato a informarmi sul dropshipping, sembrava tutto troppo bello per essere vero: niente magazzino, zero investimenti iniziali, il fornitore spedisce direttamente al cliente e io incasso la differenza. Ma poi ho capito una cosa: se non gestisci correttamente gli aspetti legali, rischi grosso.
Ecco quello che ho imparato, sul campo, per restare in regola e lavorare con serietà.
1. Serve la partita IVA (e non è opzionale)
Molti pensano che il dropshipping sia un'attività “informale”. Falso. Se vendi con continuità, anche se non gestisci fisicamente i prodotti, sei un imprenditore a tutti gli effetti.
Io ho aperto partita IVA con il codice ATECO:
-47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
-Con questo codice posso operare legalmente, anche in dropshipping. Ho scelto inizialmente il regime forfettario, ma attenzione: ci sono limiti e regole precise anche lì.
2. Fatturazione: chi vende davvero al cliente finale?
Nel dropshipping, io sono il venditore ufficiale agli occhi del cliente, anche se il prodotto viene spedito da un fornitore terzo.
Quindi devo:
-Emissione della fattura (o corrispettivo) al cliente finale, se italiano o UE.
-Considerare eventuali implicazioni fiscali se il fornitore è extra UE (es. Cina).
-Anche se non tocco mai il prodotto, sono responsabile della vendita.
3. IVA e dogana: la trappola delle importazioni
Quando il fornitore è fuori dall’Unione Europea (es. AliExpress), l’IVA e i dazi doganali diventano un bel problema:
-Se il valore del pacco è sottostimato per evitare dazi, il rischio è mio, non del cliente.
-Se il cliente paga costi extra alla consegna (IVA, dogana) senza essere stato avvisato, posso ricevere reclami e recensioni negative.
-Per evitare questo, ho optato per fornitori UE o servizi di logistica avanzati (come quelli offerti da CJ Dropshipping, BigBuy, ecc.).
4. Termini e Condizioni ben scritti
Nelle mie Condizioni di Vendita, specifico chiaramente:
-Tempi di consegna stimati (che nel dropshipping sono spesso lunghi)
-Responsabilità in caso di ritardo o mancata consegna
-Politiche su resi e garanzie, che sono sempre a mio carico, non del fornitore
In Italia, anche in dropshipping, si applica il diritto di recesso di 14 giorni. Non posso evitarlo, nemmeno se il fornitore non accetta resi.
5. Privacy e GDPR
Come per ogni e-commerce, raccolgo dati personali (nome, indirizzo, telefono, email), quindi ho dovuto:
-Redigere una Privacy Policy conforme al GDPR
-Gestire i cookie in modo trasparente
-Prevedere la protezione dei dati anche quando vengono condivisi con il fornitore
6. Branding e responsabilità
Ultimo ma fondamentale: io sono il volto del brand, non il fornitore. Se il prodotto arriva rotto, in ritardo o non conforme, il cliente se la prende con me. E ha ragione.
Per questo ho selezionato fornitori affidabili, scelgo packaging neutro o personalizzato dove posso, e offro assistenza post-vendita seria. La mia reputazione è la mia azienda.
Il dropshipping non è illegale, ma va fatto seriamente
Il dropshipping non è una truffa né un business "facile". Ma se gestito nel rispetto delle normative italiane ed europee, può essere un modello solido e sostenibile.
#dropshipping #ecommercelegale #partitaiva #fisco #dogana #venditaonline #iva #aliExpress #brandreputation #gestioneclienti #terminecondizioni #GDPR #logistica
Quando ho iniziato a informarmi sul dropshipping, sembrava tutto troppo bello per essere vero: niente magazzino, zero investimenti iniziali, il fornitore spedisce direttamente al cliente e io incasso la differenza. Ma poi ho capito una cosa: se non gestisci correttamente gli aspetti legali, rischi grosso.
Ecco quello che ho imparato, sul campo, per restare in regola e lavorare con serietà.
1. Serve la partita IVA (e non è opzionale)
Molti pensano che il dropshipping sia un'attività “informale”. Falso. Se vendi con continuità, anche se non gestisci fisicamente i prodotti, sei un imprenditore a tutti gli effetti.
Io ho aperto partita IVA con il codice ATECO:
-47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
-Con questo codice posso operare legalmente, anche in dropshipping. Ho scelto inizialmente il regime forfettario, ma attenzione: ci sono limiti e regole precise anche lì.
2. Fatturazione: chi vende davvero al cliente finale?
Nel dropshipping, io sono il venditore ufficiale agli occhi del cliente, anche se il prodotto viene spedito da un fornitore terzo.
Quindi devo:
-Emissione della fattura (o corrispettivo) al cliente finale, se italiano o UE.
-Considerare eventuali implicazioni fiscali se il fornitore è extra UE (es. Cina).
-Anche se non tocco mai il prodotto, sono responsabile della vendita.
3. IVA e dogana: la trappola delle importazioni
Quando il fornitore è fuori dall’Unione Europea (es. AliExpress), l’IVA e i dazi doganali diventano un bel problema:
-Se il valore del pacco è sottostimato per evitare dazi, il rischio è mio, non del cliente.
-Se il cliente paga costi extra alla consegna (IVA, dogana) senza essere stato avvisato, posso ricevere reclami e recensioni negative.
-Per evitare questo, ho optato per fornitori UE o servizi di logistica avanzati (come quelli offerti da CJ Dropshipping, BigBuy, ecc.).
4. Termini e Condizioni ben scritti
Nelle mie Condizioni di Vendita, specifico chiaramente:
-Tempi di consegna stimati (che nel dropshipping sono spesso lunghi)
-Responsabilità in caso di ritardo o mancata consegna
-Politiche su resi e garanzie, che sono sempre a mio carico, non del fornitore
In Italia, anche in dropshipping, si applica il diritto di recesso di 14 giorni. Non posso evitarlo, nemmeno se il fornitore non accetta resi.
5. Privacy e GDPR
Come per ogni e-commerce, raccolgo dati personali (nome, indirizzo, telefono, email), quindi ho dovuto:
-Redigere una Privacy Policy conforme al GDPR
-Gestire i cookie in modo trasparente
-Prevedere la protezione dei dati anche quando vengono condivisi con il fornitore
6. Branding e responsabilità
Ultimo ma fondamentale: io sono il volto del brand, non il fornitore. Se il prodotto arriva rotto, in ritardo o non conforme, il cliente se la prende con me. E ha ragione.
Per questo ho selezionato fornitori affidabili, scelgo packaging neutro o personalizzato dove posso, e offro assistenza post-vendita seria. La mia reputazione è la mia azienda.
Il dropshipping non è illegale, ma va fatto seriamente
Il dropshipping non è una truffa né un business "facile". Ma se gestito nel rispetto delle normative italiane ed europee, può essere un modello solido e sostenibile.
#dropshipping #ecommercelegale #partitaiva #fisco #dogana #venditaonline #iva #aliExpress #brandreputation #gestioneclienti #terminecondizioni #GDPR #logistica
Dropshipping: gli aspetti legali che ho dovuto conoscere (per non chiudere dopo tre mesi)
Quando ho iniziato a informarmi sul dropshipping, sembrava tutto troppo bello per essere vero: niente magazzino, zero investimenti iniziali, il fornitore spedisce direttamente al cliente e io incasso la differenza. Ma poi ho capito una cosa: se non gestisci correttamente gli aspetti legali, rischi grosso.
Ecco quello che ho imparato, sul campo, per restare in regola e lavorare con serietà.
1. Serve la partita IVA (e non è opzionale)
Molti pensano che il dropshipping sia un'attività “informale”. Falso. Se vendi con continuità, anche se non gestisci fisicamente i prodotti, sei un imprenditore a tutti gli effetti.
Io ho aperto partita IVA con il codice ATECO:
-47.91.10 – Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet
-Con questo codice posso operare legalmente, anche in dropshipping. Ho scelto inizialmente il regime forfettario, ma attenzione: ci sono limiti e regole precise anche lì.
2. Fatturazione: chi vende davvero al cliente finale?
Nel dropshipping, io sono il venditore ufficiale agli occhi del cliente, anche se il prodotto viene spedito da un fornitore terzo.
➡️ Quindi devo:
-Emissione della fattura (o corrispettivo) al cliente finale, se italiano o UE.
-Considerare eventuali implicazioni fiscali se il fornitore è extra UE (es. Cina).
-Anche se non tocco mai il prodotto, sono responsabile della vendita.
3. IVA e dogana: la trappola delle importazioni
Quando il fornitore è fuori dall’Unione Europea (es. AliExpress), l’IVA e i dazi doganali diventano un bel problema:
-Se il valore del pacco è sottostimato per evitare dazi, il rischio è mio, non del cliente.
-Se il cliente paga costi extra alla consegna (IVA, dogana) senza essere stato avvisato, posso ricevere reclami e recensioni negative.
-Per evitare questo, ho optato per fornitori UE o servizi di logistica avanzati (come quelli offerti da CJ Dropshipping, BigBuy, ecc.).
4. Termini e Condizioni ben scritti
Nelle mie Condizioni di Vendita, specifico chiaramente:
-Tempi di consegna stimati (che nel dropshipping sono spesso lunghi)
-Responsabilità in caso di ritardo o mancata consegna
-Politiche su resi e garanzie, che sono sempre a mio carico, non del fornitore
➡️ In Italia, anche in dropshipping, si applica il diritto di recesso di 14 giorni. Non posso evitarlo, nemmeno se il fornitore non accetta resi.
5. Privacy e GDPR
Come per ogni e-commerce, raccolgo dati personali (nome, indirizzo, telefono, email), quindi ho dovuto:
-Redigere una Privacy Policy conforme al GDPR
-Gestire i cookie in modo trasparente
-Prevedere la protezione dei dati anche quando vengono condivisi con il fornitore
6. Branding e responsabilità
Ultimo ma fondamentale: io sono il volto del brand, non il fornitore. Se il prodotto arriva rotto, in ritardo o non conforme, il cliente se la prende con me. E ha ragione.
Per questo ho selezionato fornitori affidabili, scelgo packaging neutro o personalizzato dove posso, e offro assistenza post-vendita seria. La mia reputazione è la mia azienda.
Il dropshipping non è illegale, ma va fatto seriamente
Il dropshipping non è una truffa né un business "facile". Ma se gestito nel rispetto delle normative italiane ed europee, può essere un modello solido e sostenibile.
#dropshipping #ecommercelegale #partitaiva #fisco #dogana #venditaonline #iva #aliExpress #brandreputation #gestioneclienti #terminecondizioni #GDPR #logistica
0 Commenti
0 Condivisioni
58 Viste
0 Recensioni