• Le 7 app che uso ogni giorno per gestire il mio business da smartphone
    Gestire un business oggi significa essere sempre connessi, veloci e organizzati, anche quando sei in movimento. Nel mio percorso da imprenditrice digitale e influencer, ho imparato a scegliere con cura gli strumenti che mi permettono di lavorare efficientemente dal mio smartphone, senza perdere tempo e restando sempre produttiva.

    Ecco le 7 app che uso ogni giorno per gestire il mio business, e che ti consiglio se vuoi fare lo stesso.

    1. Notion – l’agenda e l’archivio tutto-in-uno
    Uso Notion come centro operativo del mio lavoro:
    – Organizzo idee e progetti
    – Tengo traccia di scadenze e attività
    – Creo database clienti e contatti

    Il bello? Tutto sincronizzato tra smartphone e desktop, sempre a portata di mano.

    2. Canva – per creare contenuti visivi in pochi minuti
    Che sia un post Instagram, un carosello o una story, Canva mi permette di creare grafiche professionali anche in mobilità, con template facili da personalizzare.

    3. Trello – la gestione agile dei progetti
    Per monitorare il flusso di lavoro, uso Trello.
    Le board e le card sono perfette per visualizzare lo stato di ogni progetto, assegnare task e collaborare con il team.

    4. Google Workspace (Drive, Docs, Sheets) – l’ufficio sempre con me
    Dal file di presentazione al report di vendita, tutto è su Google Drive. Uso Docs e Sheets per scrivere, modificare e condividere documenti in tempo reale, ovunque io sia.

    5. Slack – la comunicazione smart con il team
    Per coordinare il mio team e i collaboratori, Slack è fondamentale: chat, canali tematici, integrazioni con altre app. Così lavoro senza email infinite e con più efficienza.

    6. Instagram e TikTok – per gestire la mia presenza social
    Uso le app native per programmare, pubblicare, rispondere ai messaggi e analizzare i dati. Essere diretta e reattiva è la chiave per mantenere una community attiva.

    7. Stripe / PayPal – per ricevere pagamenti ovunque
    Per la parte finanziaria uso app come Stripe e PayPal, che mi permettono di monitorare e ricevere pagamenti in modo rapido e sicuro, senza bisogno di pc.

    Il segreto per gestire un business da smartphone non è usare mille app diverse, ma scegliere quelle giuste e farle diventare il tuo hub operativo.
    Con queste 7 app, riesco a rimanere produttiva, organizzata e sempre connessa, senza perdere tempo prezioso.

    #appbusiness #smartworking #imprenditoria #produttività #digitaltools #businessmobile #gestioneprogetti #impresadigitale #impresabiz

    Le 7 app che uso ogni giorno per gestire il mio business da smartphone Gestire un business oggi significa essere sempre connessi, veloci e organizzati, anche quando sei in movimento. Nel mio percorso da imprenditrice digitale e influencer, ho imparato a scegliere con cura gli strumenti che mi permettono di lavorare efficientemente dal mio smartphone, senza perdere tempo e restando sempre produttiva. Ecco le 7 app che uso ogni giorno per gestire il mio business, e che ti consiglio se vuoi fare lo stesso. 1. Notion – l’agenda e l’archivio tutto-in-uno Uso Notion come centro operativo del mio lavoro: – Organizzo idee e progetti – Tengo traccia di scadenze e attività – Creo database clienti e contatti Il bello? Tutto sincronizzato tra smartphone e desktop, sempre a portata di mano. 2. Canva – per creare contenuti visivi in pochi minuti Che sia un post Instagram, un carosello o una story, Canva mi permette di creare grafiche professionali anche in mobilità, con template facili da personalizzare. 3. Trello – la gestione agile dei progetti Per monitorare il flusso di lavoro, uso Trello. Le board e le card sono perfette per visualizzare lo stato di ogni progetto, assegnare task e collaborare con il team. 4. Google Workspace (Drive, Docs, Sheets) – l’ufficio sempre con me Dal file di presentazione al report di vendita, tutto è su Google Drive. Uso Docs e Sheets per scrivere, modificare e condividere documenti in tempo reale, ovunque io sia. 5. Slack – la comunicazione smart con il team Per coordinare il mio team e i collaboratori, Slack è fondamentale: chat, canali tematici, integrazioni con altre app. Così lavoro senza email infinite e con più efficienza. 6. Instagram e TikTok – per gestire la mia presenza social Uso le app native per programmare, pubblicare, rispondere ai messaggi e analizzare i dati. Essere diretta e reattiva è la chiave per mantenere una community attiva. 7. Stripe / PayPal – per ricevere pagamenti ovunque Per la parte finanziaria uso app come Stripe e PayPal, che mi permettono di monitorare e ricevere pagamenti in modo rapido e sicuro, senza bisogno di pc. Il segreto per gestire un business da smartphone non è usare mille app diverse, ma scegliere quelle giuste e farle diventare il tuo hub operativo. Con queste 7 app, riesco a rimanere produttiva, organizzata e sempre connessa, senza perdere tempo prezioso. #appbusiness #smartworking #imprenditoria #produttività #digitaltools #businessmobile #gestioneprogetti #impresadigitale #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 123 Viste 0 Recensioni
  • 5 lezioni di business che ho imparato gestendo la mia carriera da influencer

    Quando ho iniziato il mio percorso da influencer, non avevo la minima idea che un giorno avrei parlato di “strategia”, “scalabilità” o “margini operativi”. Eppure, nel tempo, la mia attività online si è trasformata da semplice passione a impresa vera e propria, con contratti, budget, team e obiettivi chiari.

    Gestire la mia carriera come influencer non è stato solo un esercizio creativo: è stata (ed è tuttora) una palestra di business a tutti gli effetti. Ecco le 5 lezioni più importanti che ho imparato lungo il cammino.

    1. Il personal brand è un asset, non un’estensione della personalità
    All’inizio pubblicavo ciò che mi piaceva, quando ne avevo voglia. Poi ho capito: non stavo solo comunicando “me stessa”, stavo costruendo un brand. Ogni contenuto doveva avere un messaggio coerente, una voce riconoscibile, una missione chiara. Ho imparato a vedere il mio nome come un asset da valorizzare, proteggere e differenziare.

    2. L’autenticità vende, ma va pianificata
    Essere autentici non significa essere improvvisati. Ho imparato che l’empatia e la trasparenza creano connessioni vere con il pubblico, ma queste emozioni vanno tradotte in storytelling strategico. Ogni post, ogni video, ogni collaborazione è pensata per rafforzare una relazione di fiducia nel tempo.

    3. La monetizzazione è una leva, non un obiettivo
    Chi inizia pensando solo a “guadagnare con i social” spesso si perde per strada. Io ho capito che il denaro arriva come conseguenza di un valore reale offerto. Ho diversificato le fonti di reddito (sponsorizzazioni, corsi, affiliate marketing, eventi) partendo sempre da una domanda: “Cosa posso offrire che faccia davvero la differenza per chi mi segue?”.

    4. Delegare non è una debolezza, è una strategia
    Per troppo tempo ho fatto tutto da sola: contenuti, email, trattative, analisi. Il burnout era dietro l’angolo. Quando ho iniziato a delegare (grafica, contabilità, management), ho visto crescere la qualità del mio lavoro e del mio tempo. Oggi gestisco la mia attività come un’impresa, con figure chiave al mio fianco.

    5. I numeri contano, ma solo se sai leggerli
    Followers, views, like: metriche visibili ma spesso fuorvianti. Le vere metriche di business sono altre: tasso di conversione, retention, ROI delle campagne, crescita del database. Ho imparato a usare gli analytics per prendere decisioni, non per alimentare l’ego.

    Essere influencer oggi è molto più che “stare sui social”. È un mestiere complesso, dinamico, imprenditoriale. E ogni giorno mi ricorda una cosa: il successo non si misura solo in visibilità, ma in valore generato, per sé e per gli altri.

    #personalbranding #businesslessons #influencermarketing #digitalstrategy #impresadigitale #carriera #creatori #socialmedia #startupmindset #impresabiz
    5 lezioni di business che ho imparato gestendo la mia carriera da influencer Quando ho iniziato il mio percorso da influencer, non avevo la minima idea che un giorno avrei parlato di “strategia”, “scalabilità” o “margini operativi”. Eppure, nel tempo, la mia attività online si è trasformata da semplice passione a impresa vera e propria, con contratti, budget, team e obiettivi chiari. Gestire la mia carriera come influencer non è stato solo un esercizio creativo: è stata (ed è tuttora) una palestra di business a tutti gli effetti. Ecco le 5 lezioni più importanti che ho imparato lungo il cammino. 1. Il personal brand è un asset, non un’estensione della personalità All’inizio pubblicavo ciò che mi piaceva, quando ne avevo voglia. Poi ho capito: non stavo solo comunicando “me stessa”, stavo costruendo un brand. Ogni contenuto doveva avere un messaggio coerente, una voce riconoscibile, una missione chiara. Ho imparato a vedere il mio nome come un asset da valorizzare, proteggere e differenziare. 2. L’autenticità vende, ma va pianificata Essere autentici non significa essere improvvisati. Ho imparato che l’empatia e la trasparenza creano connessioni vere con il pubblico, ma queste emozioni vanno tradotte in storytelling strategico. Ogni post, ogni video, ogni collaborazione è pensata per rafforzare una relazione di fiducia nel tempo. 3. La monetizzazione è una leva, non un obiettivo Chi inizia pensando solo a “guadagnare con i social” spesso si perde per strada. Io ho capito che il denaro arriva come conseguenza di un valore reale offerto. Ho diversificato le fonti di reddito (sponsorizzazioni, corsi, affiliate marketing, eventi) partendo sempre da una domanda: “Cosa posso offrire che faccia davvero la differenza per chi mi segue?”. 4. Delegare non è una debolezza, è una strategia Per troppo tempo ho fatto tutto da sola: contenuti, email, trattative, analisi. Il burnout era dietro l’angolo. Quando ho iniziato a delegare (grafica, contabilità, management), ho visto crescere la qualità del mio lavoro e del mio tempo. Oggi gestisco la mia attività come un’impresa, con figure chiave al mio fianco. 5. I numeri contano, ma solo se sai leggerli Followers, views, like: metriche visibili ma spesso fuorvianti. Le vere metriche di business sono altre: tasso di conversione, retention, ROI delle campagne, crescita del database. Ho imparato a usare gli analytics per prendere decisioni, non per alimentare l’ego. Essere influencer oggi è molto più che “stare sui social”. È un mestiere complesso, dinamico, imprenditoriale. E ogni giorno mi ricorda una cosa: il successo non si misura solo in visibilità, ma in valore generato, per sé e per gli altri. #personalbranding #businesslessons #influencermarketing #digitalstrategy #impresadigitale #carriera #creatori #socialmedia #startupmindset #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 158 Viste 0 Recensioni
  • Segmentazione e automazioni vincenti: il segreto per far crescere il mio e-commerce

    Nel mio percorso da operatore e-commerce ho capito che non basta solo attrarre visitatori sul sito, ma è fondamentale riuscire a comunicare con loro in modo mirato e personalizzato. Qui entrano in gioco due strumenti potenti: la segmentazione del pubblico e le automazioni marketing. Quando li uso insieme, i risultati in termini di conversioni e fidelizzazione sono davvero sorprendenti.

    Perché segmentare è importante
    Segmentare significa suddividere la mia lista clienti o il database visitatori in gruppi più piccoli, omogenei per caratteristiche, comportamenti o interessi. In questo modo posso creare messaggi specifici per ogni segmento, aumentando la rilevanza delle comunicazioni.

    Ad esempio, posso distinguere tra clienti abituali, nuovi utenti, carrelli abbandonati o visitatori interessati a determinate categorie di prodotti. Ogni gruppo riceverà contenuti mirati, con offerte personalizzate o suggerimenti pertinenti.

    Le automazioni: come funzionano
    Le automazioni sono flussi di comunicazioni automatiche che si attivano in base a un’azione dell’utente o a una tempistica prestabilita. Ad esempio:
    -Invio automatico di email di benvenuto a chi si iscrive alla newsletter
    -Promemoria personalizzati per chi abbandona il carrello
    -Follow-up con offerte dedicate ai clienti che non acquistano da un po’ di tempo
    -Upselling e cross-selling in base agli acquisti precedenti
    Questi messaggi vengono inviati in modo automatico, risparmiandomi tempo ma mantenendo alta l’attenzione del cliente.

    Come ho integrato segmentazione e automazioni
    Utilizzo una piattaforma di marketing automation che mi consente di creare segmenti dinamici basati su dati aggiornati in tempo reale. Così posso far scattare automazioni diverse a seconda del segmento a cui appartiene l’utente.

    Questa strategia ha migliorato la mia comunicazione, rendendola più efficace e personalizzata. Ho notato un aumento significativo nel tasso di apertura delle email, nel click-through e, soprattutto, nelle conversioni.

    Consigli per chi vuole iniziare
    -Parti con una buona raccolta dati, assicurandoti di conoscere bene il tuo pubblico.
    -Definisci segmenti chiari e significativi per la tua attività.
    -Crea flussi di automazione semplici ma strategici, monitorandone i risultati.
    -Testa e ottimizza costantemente i messaggi per migliorarne la performance.

    Segmentazione e automazioni non sono solo tecnicismi, ma strumenti essenziali per costruire relazioni durature con i clienti e far crescere il mio e-commerce in modo sostenibile.

    #MarketingAutomation #Segmentazione #eCommerce #EmailMarketing #AutomazioniVincenti #CustomerEngagement #DigitalMarketing #VenditeOnline #Personalizzazione
    Segmentazione e automazioni vincenti: il segreto per far crescere il mio e-commerce Nel mio percorso da operatore e-commerce ho capito che non basta solo attrarre visitatori sul sito, ma è fondamentale riuscire a comunicare con loro in modo mirato e personalizzato. Qui entrano in gioco due strumenti potenti: la segmentazione del pubblico e le automazioni marketing. Quando li uso insieme, i risultati in termini di conversioni e fidelizzazione sono davvero sorprendenti. Perché segmentare è importante Segmentare significa suddividere la mia lista clienti o il database visitatori in gruppi più piccoli, omogenei per caratteristiche, comportamenti o interessi. In questo modo posso creare messaggi specifici per ogni segmento, aumentando la rilevanza delle comunicazioni. Ad esempio, posso distinguere tra clienti abituali, nuovi utenti, carrelli abbandonati o visitatori interessati a determinate categorie di prodotti. Ogni gruppo riceverà contenuti mirati, con offerte personalizzate o suggerimenti pertinenti. Le automazioni: come funzionano Le automazioni sono flussi di comunicazioni automatiche che si attivano in base a un’azione dell’utente o a una tempistica prestabilita. Ad esempio: -Invio automatico di email di benvenuto a chi si iscrive alla newsletter -Promemoria personalizzati per chi abbandona il carrello -Follow-up con offerte dedicate ai clienti che non acquistano da un po’ di tempo -Upselling e cross-selling in base agli acquisti precedenti Questi messaggi vengono inviati in modo automatico, risparmiandomi tempo ma mantenendo alta l’attenzione del cliente. Come ho integrato segmentazione e automazioni Utilizzo una piattaforma di marketing automation che mi consente di creare segmenti dinamici basati su dati aggiornati in tempo reale. Così posso far scattare automazioni diverse a seconda del segmento a cui appartiene l’utente. Questa strategia ha migliorato la mia comunicazione, rendendola più efficace e personalizzata. Ho notato un aumento significativo nel tasso di apertura delle email, nel click-through e, soprattutto, nelle conversioni. Consigli per chi vuole iniziare -Parti con una buona raccolta dati, assicurandoti di conoscere bene il tuo pubblico. -Definisci segmenti chiari e significativi per la tua attività. -Crea flussi di automazione semplici ma strategici, monitorandone i risultati. -Testa e ottimizza costantemente i messaggi per migliorarne la performance. Segmentazione e automazioni non sono solo tecnicismi, ma strumenti essenziali per costruire relazioni durature con i clienti e far crescere il mio e-commerce in modo sostenibile. #MarketingAutomation #Segmentazione #eCommerce #EmailMarketing #AutomazioniVincenti #CustomerEngagement #DigitalMarketing #VenditeOnline #Personalizzazione
    0 Commenti 0 Condivisioni 144 Viste 0 Recensioni
  • Come scegliere i mercati esteri più adatti alla tua impresa

    Noi di Impresa.biz sappiamo che scegliere i mercati esteri giusti è una decisione cruciale per il successo dell’internazionalizzazione di un’impresa. Non tutti i mercati offrono le stesse opportunità o presentano rischi equivalenti; per questo è fondamentale adottare un approccio strategico e basato su dati concreti.

    Passaggi chiave per la selezione dei mercati esteri
    -Analisi del prodotto o servizio
    Valutare le caratteristiche della propria offerta, identificando se è adatta ai bisogni, gusti e normative dei mercati potenziali.
    -Ricerca di mercato e raccolta dati
    Studiare le dimensioni del mercato, il potere d’acquisto, i trend di consumo e la presenza di competitor locali e internazionali.
    -Valutazione del contesto normativo e burocratico
    Considerare le barriere all’ingresso come dazi, regolamentazioni, requisiti tecnici, e la facilità di fare impresa nel Paese.
    -Analisi dei rischi geopolitici ed economici
    Monitorare stabilità politica, rischio di cambio, sistemi fiscali e finanziari, oltre a eventuali sanzioni o restrizioni commerciali.
    -Verifica delle infrastrutture e logistica
    Controllare la qualità delle infrastrutture di trasporto, comunicazione e distribuzione, fondamentali per un’efficiente supply chain.
    -Accesso a incentivi e supporti locali
    Informarsi su eventuali agevolazioni fiscali, finanziamenti o servizi offerti per facilitare l’ingresso nel mercato.

    Strumenti utili per la scelta del mercato
    -Database e report internazionali
    Utilizzare fonti come Eurostat, OCSE, Organizzazione Mondiale del Commercio, e camere di commercio estere.
    -Fiere e missioni commerciali
    Partecipare ad eventi di settore per confrontarsi direttamente con operatori e stakeholder locali.
    -Consulenze specializzate
    Affidarsi a esperti in internazionalizzazione per analisi personalizzate e aggiornate.

    Il valore della strategia personalizzata
    Noi di Impresa.biz crediamo che ogni impresa debba definire una strategia su misura, tenendo conto delle proprie risorse, obiettivi e capacità organizzative. Una scelta ponderata dei mercati esteri riduce i rischi e aumenta le possibilità di successo.

    Scegliere i mercati esteri più adatti significa costruire le basi per un’espansione internazionale solida e duratura. Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarti con analisi approfondite, consulenza e strumenti pratici per guidarti nella scelta migliore per la tua impresa.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #MercatiEsteri #StrategiaAziendale #Export #PMI #BusinessGlobale #ConsulenzaAziendale #CrescitaImpresa
    Come scegliere i mercati esteri più adatti alla tua impresa Noi di Impresa.biz sappiamo che scegliere i mercati esteri giusti è una decisione cruciale per il successo dell’internazionalizzazione di un’impresa. Non tutti i mercati offrono le stesse opportunità o presentano rischi equivalenti; per questo è fondamentale adottare un approccio strategico e basato su dati concreti. Passaggi chiave per la selezione dei mercati esteri -Analisi del prodotto o servizio Valutare le caratteristiche della propria offerta, identificando se è adatta ai bisogni, gusti e normative dei mercati potenziali. -Ricerca di mercato e raccolta dati Studiare le dimensioni del mercato, il potere d’acquisto, i trend di consumo e la presenza di competitor locali e internazionali. -Valutazione del contesto normativo e burocratico Considerare le barriere all’ingresso come dazi, regolamentazioni, requisiti tecnici, e la facilità di fare impresa nel Paese. -Analisi dei rischi geopolitici ed economici Monitorare stabilità politica, rischio di cambio, sistemi fiscali e finanziari, oltre a eventuali sanzioni o restrizioni commerciali. -Verifica delle infrastrutture e logistica Controllare la qualità delle infrastrutture di trasporto, comunicazione e distribuzione, fondamentali per un’efficiente supply chain. -Accesso a incentivi e supporti locali Informarsi su eventuali agevolazioni fiscali, finanziamenti o servizi offerti per facilitare l’ingresso nel mercato. Strumenti utili per la scelta del mercato -Database e report internazionali Utilizzare fonti come Eurostat, OCSE, Organizzazione Mondiale del Commercio, e camere di commercio estere. -Fiere e missioni commerciali Partecipare ad eventi di settore per confrontarsi direttamente con operatori e stakeholder locali. -Consulenze specializzate Affidarsi a esperti in internazionalizzazione per analisi personalizzate e aggiornate. Il valore della strategia personalizzata Noi di Impresa.biz crediamo che ogni impresa debba definire una strategia su misura, tenendo conto delle proprie risorse, obiettivi e capacità organizzative. Una scelta ponderata dei mercati esteri riduce i rischi e aumenta le possibilità di successo. Scegliere i mercati esteri più adatti significa costruire le basi per un’espansione internazionale solida e duratura. Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarti con analisi approfondite, consulenza e strumenti pratici per guidarti nella scelta migliore per la tua impresa. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #MercatiEsteri #StrategiaAziendale #Export #PMI #BusinessGlobale #ConsulenzaAziendale #CrescitaImpresa
    0 Commenti 0 Condivisioni 149 Viste 0 Recensioni
  • Trovare partner affidabili all’estero: strumenti e canali da usare

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia importante, per un’impresa che vuole crescere oltre confine, trovare partner commerciali seri e competenti. Che si tratti di distributori, agenti, importatori o fornitori, la scelta dei collaboratori giusti è spesso ciò che determina il successo (o il fallimento) di un progetto di internazionalizzazione.

    Ma come si fa a trovare partner affidabili all’estero? Ecco i canali e gli strumenti che utilizziamo – e che consigliamo – per farlo in modo efficace e con il giusto livello di sicurezza.

    1. Fiere internazionali di settore
    Partecipare alle fiere B2B è uno dei modi migliori per incontrare potenziali partner:
    -Permette di valutare di persona competenza, professionalità e interesse reciproco
    -Spesso include agende di incontri pre-organizzati (matchmaking)
    È utile sia per chi esporta che per chi cerca fornitori
    Esistono contributi e bandi pubblici per sostenere i costi di partecipazione.

    2. Portali specializzati e database ufficiali
    Online ci sono strumenti molto utili per cercare partner già profilati:
    -Enterprise Europe Network (EEN): piattaforma dell’UE per trovare partner in Europa
    -Kompass, Europages e Alibaba B2B per contatti globali
    -ICE – Italian Trade Agency: offre elenchi aggiornati e servizi di scouting personalizzato

    3. Camere di commercio italiane all’estero
    Le Camere di commercio italiane all’estero (CCIE) sono presenti in oltre 60 Paesi e aiutano concretamente le imprese:
    -Identificano potenziali partner locali
    -Offrono referenze e pre-verifiche
    -Organizzano incontri e missioni d’affari
    -Un canale prezioso, anche per chi è alla prima esperienza internazionale.

    4. Contatti tramite clienti o fornitori già attivi
    A volte i partner migliori si trovano… tra i contatti che abbiamo già. Chiedere referenze a clienti soddisfatti o fornitori internazionali può aprire porte a collaborazioni affidabili e veloci.

    5. Associazioni di categoria e consorzi export
    Molte associazioni italiane (es. Confindustria, CNA, Confartigianato) e consorzi export offrono:
    -Reti di contatti selezionati all’estero
    -Eventi di networking e promozione congiunta
    -Servizi di scouting e assistenza legale/commerciale

    6. Due diligence e verifiche preliminari
    Prima di firmare un contratto con un partner estero, è fondamentale fare delle verifiche:
    -Visure e bilanci (dove disponibili)
    -Recensioni, reputazione online, referenze dirette
    -Check tramite ambasciate o istituti di credito per l’estero
    Meglio perdere qualche giorno in più all’inizio che mesi per risolvere un problema dopo.

    Trovare partner affidabili all’estero non è semplice, ma è possibile se si utilizzano i canali giusti e si applicano metodi strutturati di selezione. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese passo dopo passo, dalla ricerca al primo contatto, fino alla gestione del rapporto commerciale.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #Export #PartnerEsteri #BusinessGlobale #FiereInternazionali #CamereCommercioEstero #StrategieExport #PMIExport #TrovarePartner
    Trovare partner affidabili all’estero: strumenti e canali da usare Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia importante, per un’impresa che vuole crescere oltre confine, trovare partner commerciali seri e competenti. Che si tratti di distributori, agenti, importatori o fornitori, la scelta dei collaboratori giusti è spesso ciò che determina il successo (o il fallimento) di un progetto di internazionalizzazione. Ma come si fa a trovare partner affidabili all’estero? Ecco i canali e gli strumenti che utilizziamo – e che consigliamo – per farlo in modo efficace e con il giusto livello di sicurezza. 1. Fiere internazionali di settore Partecipare alle fiere B2B è uno dei modi migliori per incontrare potenziali partner: -Permette di valutare di persona competenza, professionalità e interesse reciproco -Spesso include agende di incontri pre-organizzati (matchmaking) È utile sia per chi esporta che per chi cerca fornitori ➡️ Esistono contributi e bandi pubblici per sostenere i costi di partecipazione. 2. Portali specializzati e database ufficiali Online ci sono strumenti molto utili per cercare partner già profilati: -Enterprise Europe Network (EEN): piattaforma dell’UE per trovare partner in Europa -Kompass, Europages e Alibaba B2B per contatti globali -ICE – Italian Trade Agency: offre elenchi aggiornati e servizi di scouting personalizzato 3. Camere di commercio italiane all’estero Le Camere di commercio italiane all’estero (CCIE) sono presenti in oltre 60 Paesi e aiutano concretamente le imprese: -Identificano potenziali partner locali -Offrono referenze e pre-verifiche -Organizzano incontri e missioni d’affari -Un canale prezioso, anche per chi è alla prima esperienza internazionale. 4. Contatti tramite clienti o fornitori già attivi A volte i partner migliori si trovano… tra i contatti che abbiamo già. Chiedere referenze a clienti soddisfatti o fornitori internazionali può aprire porte a collaborazioni affidabili e veloci. 5. Associazioni di categoria e consorzi export Molte associazioni italiane (es. Confindustria, CNA, Confartigianato) e consorzi export offrono: -Reti di contatti selezionati all’estero -Eventi di networking e promozione congiunta -Servizi di scouting e assistenza legale/commerciale 6. Due diligence e verifiche preliminari Prima di firmare un contratto con un partner estero, è fondamentale fare delle verifiche: -Visure e bilanci (dove disponibili) -Recensioni, reputazione online, referenze dirette -Check tramite ambasciate o istituti di credito per l’estero Meglio perdere qualche giorno in più all’inizio che mesi per risolvere un problema dopo. Trovare partner affidabili all’estero non è semplice, ma è possibile se si utilizzano i canali giusti e si applicano metodi strutturati di selezione. Noi di Impresa.biz supportiamo le imprese passo dopo passo, dalla ricerca al primo contatto, fino alla gestione del rapporto commerciale. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #Export #PartnerEsteri #BusinessGlobale #FiereInternazionali #CamereCommercioEstero #StrategieExport #PMIExport #TrovarePartner
    0 Commenti 0 Condivisioni 250 Viste 0 Recensioni
  • Marketing digitale per l’internazionalizzazione: campagne che funzionano oltre i confini

    Quando ho iniziato a espandere il mio e-commerce all’estero, mi ero illuso che bastasse tradurre le mie campagne italiane in inglese. Peccato che i risultati non arrivavano. Stesse creatività, stessi annunci, stesso prodotto… ma ROI completamente diversi.

    L’internazionalizzazione digitale non è una copia-incolla. Serve capire il mercato, localizzare il messaggio, scegliere i canali giusti. Dopo diversi test (e parecchi errori), ecco le campagne che per me hanno davvero funzionato oltre i confini.

    1. Campagne geo-localizzate e multi-lingua (con creatività su misura)
    Ogni Paese ha il suo tono, le sue abitudini digitali, i suoi codici visivi. In Francia, ho notato che funzionano headline più istituzionali. In Germania, il focus sulla qualità tecnica del prodotto. In Spagna, un tono più empatico e diretto.

    Cosa faccio oggi:
    -Creo campagne Facebook/Instagram/Google per singolo Paese
    -Adatto testi, immagini e offerte non solo nella lingua, ma nel contesto
    -Collaboro con copywriter e designer madrelingua quando possibile
    Le campagne che convertono di più sono quelle che sembrano nate in quel mercato, non tradotte da un altro.

    2. SEO e contenuti localizzati: la base organica per ogni mercato
    Prima di investire in advertising, lavoro sulla presenza organica. Ho scoperto che il 30–40% delle mie vendite estere arrivano da traffico SEO ben fatto.

    Uso:
    -Keyword research locale (non basta tradurre quelle italiane)
    -Blog e pagine prodotto riscritte da 0 per ogni Paese
    -Link building locale e schede prodotto con formati compatibili
    Una pagina ben ottimizzata in tedesco mi ha portato più vendite di una campagna Facebook mal localizzata.

    3. Campagne search (Google Ads) basate su intenti locali
    In alcuni mercati, le campagne più redditizie sono quelle di ricerca (search). Il motivo? L’utente è già pronto a comprare.

    Cosa ho imparato:
    -Le parole chiave cambiano da Paese a Paese, anche a parità di prodotto
    -Gli annunci devono rispettare le abitudini di scrittura locali
    -Le landing page devono essere coerenti (e veloci!)
    In UK, ad esempio, Google Ads ha reso molto più del social nei primi mesi di ingresso sul mercato.

    4. Collaborazioni con micro-influencer locali
    Per entrare in nuovi mercati ho testato le collaborazioni con creator e micro-influencer locali. Non parlo solo di grandi influencer, ma di figure verticali con community molto fedeli.

    Strategia:
    -Scelgo influencer con 5–30k follower e ottimo engagement
    -Invio prodotti, propongo codici sconto localizzati
    -Monitoro le conversioni con link tracciati o UTM
    In Belgio, un solo post da parte di una creator “mamma” ha fatto impennare gli ordini del 20% in una settimana.

    5. Email marketing e automation internazionale
    Anche le newsletter devono cambiare. Ho segmentato il database per Paese e lingua, e ora:
    -Invio promozioni localizzate con call to action “culturalmente coerenti”
    -Creo flussi automatizzati (abbandono carrello, post-vendita, recensioni) tradotti e personalizzati
    -Testo oggetti e orari di invio per ogni mercato
    Ho scoperto che in Nord Europa gli utenti aprono più volentieri le email la mattina presto. In Spagna, nel tardo pomeriggio.

    6. Retargeting intelligente cross-border
    Infine, ho attivato retargeting su Meta e Google, ma solo per utenti già segmentati per Paese e lingua. Così evito sprechi e comunico nel modo giusto.
    -Custom audience per chi ha visitato il sito nella lingua X
    -Lookalike basati su clienti attivi in un singolo mercato
    -Annunci dinamici (es. prodotti visti) con prezzo e valuta corretti

    Il marketing digitale per l’internazionalizzazione non si improvvisa. Funziona quando ragioni per mercato, non per canale. Quando ascolti il cliente locale prima ancora di parlargli.

    E quando smetti di pensare "come italiano che vende all’estero", e inizi a pensare come un brand locale in un mercato globale.

    #DigitalExport #MarketingInternazionale #EcommerceStrategy #InternazionalizzazioneDigitale #SEOInternazionale #AdsMultilingua #PMIitaliane #MadeInItalyOnline #GrowthMarketing #CrossBorderEcommerce

    Marketing digitale per l’internazionalizzazione: campagne che funzionano oltre i confini Quando ho iniziato a espandere il mio e-commerce all’estero, mi ero illuso che bastasse tradurre le mie campagne italiane in inglese. Peccato che i risultati non arrivavano. Stesse creatività, stessi annunci, stesso prodotto… ma ROI completamente diversi. L’internazionalizzazione digitale non è una copia-incolla. Serve capire il mercato, localizzare il messaggio, scegliere i canali giusti. Dopo diversi test (e parecchi errori), ecco le campagne che per me hanno davvero funzionato oltre i confini. 🌍 1. Campagne geo-localizzate e multi-lingua (con creatività su misura) Ogni Paese ha il suo tono, le sue abitudini digitali, i suoi codici visivi. In Francia, ho notato che funzionano headline più istituzionali. In Germania, il focus sulla qualità tecnica del prodotto. In Spagna, un tono più empatico e diretto. Cosa faccio oggi: -Creo campagne Facebook/Instagram/Google per singolo Paese -Adatto testi, immagini e offerte non solo nella lingua, ma nel contesto -Collaboro con copywriter e designer madrelingua quando possibile 📌 Le campagne che convertono di più sono quelle che sembrano nate in quel mercato, non tradotte da un altro. 🔎 2. SEO e contenuti localizzati: la base organica per ogni mercato Prima di investire in advertising, lavoro sulla presenza organica. Ho scoperto che il 30–40% delle mie vendite estere arrivano da traffico SEO ben fatto. Uso: -Keyword research locale (non basta tradurre quelle italiane) -Blog e pagine prodotto riscritte da 0 per ogni Paese -Link building locale e schede prodotto con formati compatibili 📌 Una pagina ben ottimizzata in tedesco mi ha portato più vendite di una campagna Facebook mal localizzata. 🎯 3. Campagne search (Google Ads) basate su intenti locali In alcuni mercati, le campagne più redditizie sono quelle di ricerca (search). Il motivo? L’utente è già pronto a comprare. Cosa ho imparato: -Le parole chiave cambiano da Paese a Paese, anche a parità di prodotto -Gli annunci devono rispettare le abitudini di scrittura locali -Le landing page devono essere coerenti (e veloci!) 📌 In UK, ad esempio, Google Ads ha reso molto più del social nei primi mesi di ingresso sul mercato. 🤝 4. Collaborazioni con micro-influencer locali Per entrare in nuovi mercati ho testato le collaborazioni con creator e micro-influencer locali. Non parlo solo di grandi influencer, ma di figure verticali con community molto fedeli. Strategia: -Scelgo influencer con 5–30k follower e ottimo engagement -Invio prodotti, propongo codici sconto localizzati -Monitoro le conversioni con link tracciati o UTM 📌 In Belgio, un solo post da parte di una creator “mamma” ha fatto impennare gli ordini del 20% in una settimana. 📩 5. Email marketing e automation internazionale Anche le newsletter devono cambiare. Ho segmentato il database per Paese e lingua, e ora: -Invio promozioni localizzate con call to action “culturalmente coerenti” -Creo flussi automatizzati (abbandono carrello, post-vendita, recensioni) tradotti e personalizzati -Testo oggetti e orari di invio per ogni mercato 📌 Ho scoperto che in Nord Europa gli utenti aprono più volentieri le email la mattina presto. In Spagna, nel tardo pomeriggio. 📱 6. Retargeting intelligente cross-border Infine, ho attivato retargeting su Meta e Google, ma solo per utenti già segmentati per Paese e lingua. Così evito sprechi e comunico nel modo giusto. -Custom audience per chi ha visitato il sito nella lingua X -Lookalike basati su clienti attivi in un singolo mercato -Annunci dinamici (es. prodotti visti) con prezzo e valuta corretti Il marketing digitale per l’internazionalizzazione non si improvvisa. Funziona quando ragioni per mercato, non per canale. Quando ascolti il cliente locale prima ancora di parlargli. E quando smetti di pensare "come italiano che vende all’estero", e inizi a pensare come un brand locale in un mercato globale. #DigitalExport #MarketingInternazionale #EcommerceStrategy #InternazionalizzazioneDigitale #SEOInternazionale #AdsMultilingua #PMIitaliane #MadeInItalyOnline #GrowthMarketing #CrossBorderEcommerce
    0 Commenti 0 Condivisioni 271 Viste 0 Recensioni
  • Le 5 App che Ogni Imprenditore Digitale Dovrebbe Avere sul Telefono

    In un mondo dove il business si muove sempre più rapido e spesso da mobile, avere gli strumenti giusti sul telefono fa la differenza tra perdere un’opportunità e coglierla al volo. Dopo anni di esperienza come influencer e imprenditrice digitale, ho selezionato le 5 app indispensabili che uso quotidianamente e che consiglio a chiunque voglia far decollare il proprio progetto online.

    1. Notion – La mia scrivania digitale
    Organizzare idee, progetti, scadenze e contenuti in un’unica app è fondamentale. Notion è diventata il mio hub creativo: dalla gestione dei calendari editoriali, ai brainstorming, fino ai database clienti. È versatile, personalizzabile e perfetta per lavorare anche in team.

    2. Canva – Design facile e veloce
    Non serve essere grafici professionisti per creare contenuti visual accattivanti. Canva è il mio alleato per realizzare grafiche per post, storie, presentazioni o campagne marketing. È intuitiva, ricca di template e permette di lavorare direttamente da smartphone senza perdere qualità.

    3. Trello – Il flusso di lavoro sotto controllo
    Per chi, come me, lavora con diversi collaboratori e progetti paralleli, Trello è il modo più semplice per tenere tutto sotto controllo. La gestione dei task tramite schede e liste mi permette di avere sempre chiaro lo stato delle attività e di assegnare compiti in modo efficiente.

    4. Google Analytics – Monitorare i dati ovunque
    Conoscere il comportamento del proprio pubblico è cruciale per ottimizzare strategie e contenuti. L’app di Google Analytics consente di monitorare in tempo reale visite, conversioni e metriche importanti direttamente dal telefono, così non perdo mai di vista i risultati.

    5. Slack – Comunicare senza perdere tempo
    In un mondo digitale veloce, una comunicazione fluida con il team è indispensabile. Slack è la piattaforma che uso per chat, condivisione di file e videochiamate rapide. È perfetta per mantenere il lavoro organizzato senza intasare le email.

    Queste app mi accompagnano ogni giorno e mi permettono di essere produttiva anche quando sono fuori ufficio o in viaggio. Ovviamente, la tecnologia da sola non fa miracoli, ma avere gli strumenti giusti aiuta a risparmiare tempo prezioso e a concentrarsi su ciò che conta davvero: far crescere il proprio business con passione e strategia.

    Se vuoi, posso anche creare una guida rapida su come integrare queste app nel tuo flusso di lavoro quotidiano. Ti interessa?

    #ImprenditoriaDigitale #AppPerImprenditori #Produttività #BusinessMobile #StrumentiDigitali #Organizzazione #PersonalBranding #ImpresaBiz #LeadershipFemminile #DigitalTools
    Le 5 App che Ogni Imprenditore Digitale Dovrebbe Avere sul Telefono In un mondo dove il business si muove sempre più rapido e spesso da mobile, avere gli strumenti giusti sul telefono fa la differenza tra perdere un’opportunità e coglierla al volo. Dopo anni di esperienza come influencer e imprenditrice digitale, ho selezionato le 5 app indispensabili che uso quotidianamente e che consiglio a chiunque voglia far decollare il proprio progetto online. 1. Notion – La mia scrivania digitale Organizzare idee, progetti, scadenze e contenuti in un’unica app è fondamentale. Notion è diventata il mio hub creativo: dalla gestione dei calendari editoriali, ai brainstorming, fino ai database clienti. È versatile, personalizzabile e perfetta per lavorare anche in team. 2. Canva – Design facile e veloce Non serve essere grafici professionisti per creare contenuti visual accattivanti. Canva è il mio alleato per realizzare grafiche per post, storie, presentazioni o campagne marketing. È intuitiva, ricca di template e permette di lavorare direttamente da smartphone senza perdere qualità. 3. Trello – Il flusso di lavoro sotto controllo Per chi, come me, lavora con diversi collaboratori e progetti paralleli, Trello è il modo più semplice per tenere tutto sotto controllo. La gestione dei task tramite schede e liste mi permette di avere sempre chiaro lo stato delle attività e di assegnare compiti in modo efficiente. 4. Google Analytics – Monitorare i dati ovunque Conoscere il comportamento del proprio pubblico è cruciale per ottimizzare strategie e contenuti. L’app di Google Analytics consente di monitorare in tempo reale visite, conversioni e metriche importanti direttamente dal telefono, così non perdo mai di vista i risultati. 5. Slack – Comunicare senza perdere tempo In un mondo digitale veloce, una comunicazione fluida con il team è indispensabile. Slack è la piattaforma che uso per chat, condivisione di file e videochiamate rapide. È perfetta per mantenere il lavoro organizzato senza intasare le email. Queste app mi accompagnano ogni giorno e mi permettono di essere produttiva anche quando sono fuori ufficio o in viaggio. Ovviamente, la tecnologia da sola non fa miracoli, ma avere gli strumenti giusti aiuta a risparmiare tempo prezioso e a concentrarsi su ciò che conta davvero: far crescere il proprio business con passione e strategia. Se vuoi, posso anche creare una guida rapida su come integrare queste app nel tuo flusso di lavoro quotidiano. Ti interessa? #ImprenditoriaDigitale #AppPerImprenditori #Produttività #BusinessMobile #StrumentiDigitali #Organizzazione #PersonalBranding #ImpresaBiz #LeadershipFemminile #DigitalTools
    0 Commenti 0 Condivisioni 154 Viste 0 Recensioni
  • Intelligenza Competitiva: Come Anticipare le Mosse dei Competitor

    Nel mondo del business, chi ha accesso alle informazioni giuste al momento giusto ha un vantaggio decisivo. Ma non si tratta solo di dati: si tratta di intelligenza. L’intelligenza competitiva è il processo strutturato attraverso cui un’azienda raccoglie, analizza e interpreta informazioni sul mercato, sui concorrenti e sul contesto esterno, per guidare decisioni più efficaci e anticipare le mosse della concorrenza.

    Cos’è l’Intelligenza Competitiva?
    L’intelligenza competitiva (in inglese competitive intelligence) è la capacità di trasformare informazioni grezze in insight strategici, utili per:
    -Scoprire nuove opportunità di mercato
    -Prevedere mosse e strategie dei competitor
    -Migliorare il posizionamento del proprio brand
    -Sviluppare nuovi prodotti o servizi prima degli altri
    -Difendere e rafforzare il proprio vantaggio competitivo

    Non è spionaggio, è metodo
    A differenza dello “spionaggio industriale”, l’intelligenza competitiva è etica, legale e sistematica. Si basa sull’analisi di fonti pubbliche, strumenti digitali, report di settore, comportamenti dei clienti e delle aziende concorrenti.

    Come Funziona l’Intelligenza Competitiva?
    1. Raccolta Dati (Data Gathering)
    Si parte da fonti accessibili: siti web dei competitor, comunicati stampa, recensioni clienti, analisi SEO, annunci di lavoro, social media, brevetti, marketplace. Anche i feedback interni (sales, customer care) sono preziosi.

    2. Analisi (Interpretazione Critica)
    Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di collegarli per capire:
    -Quali sono le strategie emergenti?
    -Quali sono le minacce o opportunità nel nostro settore?
    -Cosa stanno facendo meglio (o peggio) i competitor?

    3. Distribuzione dell’Insight
    Le informazioni devono arrivare ai decisori chiave: manager, marketing, vendite, sviluppo prodotto. In modo sintetico, visivo e tempestivo (report mensili, dashboard, alert in tempo reale).

    4. Azione Strategica
    I dati servono solo se guidano azioni: modificare un prezzo, lanciare una nuova campagna, anticipare un trend o ricalibrare un investimento.

    Esempi di Intelligenza Competitiva Applicata
    -Un brand fashion monitora i nuovi arrivi dei competitor per anticipare i lanci di collezione.
    -Una startup SaaS analizza i movimenti di prezzo e i feedback degli utenti di un competitor per riposizionare il proprio prodotto.
    -Un'azienda B2B studia le assunzioni tecniche di un rivale per capire dove sta investendo in R&D.

    Strumenti Utili per l’Intelligenza Competitiva
    -SEMrush, SimilarWeb, Ahrefs (per analisi web e SEO)
    -LinkedIn e Glassdoor (per tracciare assunzioni, cultura aziendale)
    -Google Alerts e Talkwalker (per monitorare citazioni online)
    -Patent databases, CB Insights, Crunchbase (per trend tecnologici e finanziari)
    -Survey e ascolto social (per conoscere l’opinione degli utenti sui competitor)

    Perché Investire nell’Intelligenza Competitiva?
    In un mercato in rapido cambiamento, non basta reagire, bisogna prevedere e anticipare. Le aziende che adottano pratiche di intelligence diventano più resilienti, reattive e soprattutto strategiche.

    L’intelligenza competitiva non è un lusso per grandi aziende: è una competenza chiave anche per PMI, startup e professionisti.
    Investire tempo e risorse nell’analisi del contesto competitivo significa prendere decisioni migliori, più informate, più tempestive.

    In un mondo dove l’informazione è ovunque, vince chi la sa usare meglio.

    #IntelligenzaCompetitiva #StrategiaAziendale #AnalisiCompetitor #BusinessIntelligence #CompetitiveAnalysis #DecisioniStrategiche #ImpresaBiz

    Intelligenza Competitiva: Come Anticipare le Mosse dei Competitor Nel mondo del business, chi ha accesso alle informazioni giuste al momento giusto ha un vantaggio decisivo. Ma non si tratta solo di dati: si tratta di intelligenza. L’intelligenza competitiva è il processo strutturato attraverso cui un’azienda raccoglie, analizza e interpreta informazioni sul mercato, sui concorrenti e sul contesto esterno, per guidare decisioni più efficaci e anticipare le mosse della concorrenza. 📌 Cos’è l’Intelligenza Competitiva? L’intelligenza competitiva (in inglese competitive intelligence) è la capacità di trasformare informazioni grezze in insight strategici, utili per: -Scoprire nuove opportunità di mercato -Prevedere mosse e strategie dei competitor -Migliorare il posizionamento del proprio brand -Sviluppare nuovi prodotti o servizi prima degli altri -Difendere e rafforzare il proprio vantaggio competitivo 🧠 Non è spionaggio, è metodo A differenza dello “spionaggio industriale”, l’intelligenza competitiva è etica, legale e sistematica. Si basa sull’analisi di fonti pubbliche, strumenti digitali, report di settore, comportamenti dei clienti e delle aziende concorrenti. Come Funziona l’Intelligenza Competitiva? 1. Raccolta Dati (Data Gathering) Si parte da fonti accessibili: siti web dei competitor, comunicati stampa, recensioni clienti, analisi SEO, annunci di lavoro, social media, brevetti, marketplace. Anche i feedback interni (sales, customer care) sono preziosi. 2. Analisi (Interpretazione Critica) Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di collegarli per capire: -Quali sono le strategie emergenti? -Quali sono le minacce o opportunità nel nostro settore? -Cosa stanno facendo meglio (o peggio) i competitor? 3. Distribuzione dell’Insight Le informazioni devono arrivare ai decisori chiave: manager, marketing, vendite, sviluppo prodotto. In modo sintetico, visivo e tempestivo (report mensili, dashboard, alert in tempo reale). 4. Azione Strategica I dati servono solo se guidano azioni: modificare un prezzo, lanciare una nuova campagna, anticipare un trend o ricalibrare un investimento. Esempi di Intelligenza Competitiva Applicata -Un brand fashion monitora i nuovi arrivi dei competitor per anticipare i lanci di collezione. -Una startup SaaS analizza i movimenti di prezzo e i feedback degli utenti di un competitor per riposizionare il proprio prodotto. -Un'azienda B2B studia le assunzioni tecniche di un rivale per capire dove sta investendo in R&D. Strumenti Utili per l’Intelligenza Competitiva -SEMrush, SimilarWeb, Ahrefs (per analisi web e SEO) -LinkedIn e Glassdoor (per tracciare assunzioni, cultura aziendale) -Google Alerts e Talkwalker (per monitorare citazioni online) -Patent databases, CB Insights, Crunchbase (per trend tecnologici e finanziari) -Survey e ascolto social (per conoscere l’opinione degli utenti sui competitor) Perché Investire nell’Intelligenza Competitiva? In un mercato in rapido cambiamento, non basta reagire, bisogna prevedere e anticipare. Le aziende che adottano pratiche di intelligence diventano più resilienti, reattive e soprattutto strategiche. L’intelligenza competitiva non è un lusso per grandi aziende: è una competenza chiave anche per PMI, startup e professionisti. Investire tempo e risorse nell’analisi del contesto competitivo significa prendere decisioni migliori, più informate, più tempestive. In un mondo dove l’informazione è ovunque, vince chi la sa usare meglio. #IntelligenzaCompetitiva #StrategiaAziendale #AnalisiCompetitor #BusinessIntelligence #CompetitiveAnalysis #DecisioniStrategiche #ImpresaBiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 310 Viste 0 Recensioni
  • Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite

    Gestire un e-commerce significa anche prendersi cura di chi ha già comprato da te. Ho scoperto che spesso i clienti inattivi sono una risorsa preziosa, molto più facile ed economica da “riattivare” rispetto ad acquisirne di nuovi.

    Ma come si fa davvero a riconquistarli? Ecco le strategie che ho messo in campo, e che ti consiglio di provare subito.

    1. Segmenta i clienti inattivi per azioni mirate
    Prima di tutto, ho analizzato il mio database per capire chi sono i clienti inattivi: ad esempio, quelli che non comprano da 6 mesi o più.
    Dividere i clienti per fasce temporali mi ha permesso di preparare comunicazioni personalizzate e più efficaci.

    2. Invia email di riattivazione con offerte personalizzate
    La prima mossa è stata una campagna email mirata con:
    -Oggetti accattivanti e personalizzati
    -Offerte esclusive, come sconti dedicati o spedizione gratuita
    -Inviti a scoprire nuovi prodotti o aggiornamenti
    -Un incentivo mirato è fondamentale per spingere all’azione.

    3. Usa il retargeting sui social e Google Ads
    Ho creato campagne di retargeting per mostrare ai clienti inattivi annunci con i prodotti che avevano guardato o acquistato in passato, ma anche con nuove proposte.
    Il messaggio personalizzato aiuta a farli tornare.

    4. Offri un programma fedeltà o benefit esclusivi
    Un programma punti o premi dedicato a chi torna a comprare è un ottimo modo per creare un legame.
    Ho notato che clienti con accesso a benefit esclusivi si sentono più coinvolti e motivati.

    5. Chiedi feedback e ascolta le esigenze
    A volte il motivo dell’inattività è semplice: il cliente non ha trovato prodotti interessanti o ha avuto problemi.
    Inviare un sondaggio breve per capire cosa migliorare è un gesto che viene apprezzato e può far ripartire il rapporto.

    6. Rimani presente con contenuti di valore
    Newsletter, social e blog sono utili per mantenere vivo l’interesse. Offrire contenuti utili e ispirazionali aiuta a ricordare il tuo brand senza essere invasivi.

    Non sottovalutare mai i clienti inattivi: con le giuste strategie e un po’ di attenzione possono tornare a essere tra i tuoi migliori sostenitori e portarti nuove vendite.
    Ricordati, la chiave è personalizzare, coinvolgere e premiare.

    #RecuperoClienti #CustomerRetention #ImpresaBiz #VenditeOnline #EcommerceMarketing #FidelizzazioneClienti #MarketingStrategico

    Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite 🔄💰 Gestire un e-commerce significa anche prendersi cura di chi ha già comprato da te. Ho scoperto che spesso i clienti inattivi sono una risorsa preziosa, molto più facile ed economica da “riattivare” rispetto ad acquisirne di nuovi. Ma come si fa davvero a riconquistarli? Ecco le strategie che ho messo in campo, e che ti consiglio di provare subito. 1. Segmenta i clienti inattivi per azioni mirate 🎯 Prima di tutto, ho analizzato il mio database per capire chi sono i clienti inattivi: ad esempio, quelli che non comprano da 6 mesi o più. Dividere i clienti per fasce temporali mi ha permesso di preparare comunicazioni personalizzate e più efficaci. 2. Invia email di riattivazione con offerte personalizzate 📧 La prima mossa è stata una campagna email mirata con: -Oggetti accattivanti e personalizzati -Offerte esclusive, come sconti dedicati o spedizione gratuita -Inviti a scoprire nuovi prodotti o aggiornamenti -Un incentivo mirato è fondamentale per spingere all’azione. 3. Usa il retargeting sui social e Google Ads 🔄 Ho creato campagne di retargeting per mostrare ai clienti inattivi annunci con i prodotti che avevano guardato o acquistato in passato, ma anche con nuove proposte. Il messaggio personalizzato aiuta a farli tornare. 4. Offri un programma fedeltà o benefit esclusivi 🎁 Un programma punti o premi dedicato a chi torna a comprare è un ottimo modo per creare un legame. Ho notato che clienti con accesso a benefit esclusivi si sentono più coinvolti e motivati. 5. Chiedi feedback e ascolta le esigenze 🗣️ A volte il motivo dell’inattività è semplice: il cliente non ha trovato prodotti interessanti o ha avuto problemi. Inviare un sondaggio breve per capire cosa migliorare è un gesto che viene apprezzato e può far ripartire il rapporto. 6. Rimani presente con contenuti di valore 📱 Newsletter, social e blog sono utili per mantenere vivo l’interesse. Offrire contenuti utili e ispirazionali aiuta a ricordare il tuo brand senza essere invasivi. Non sottovalutare mai i clienti inattivi: con le giuste strategie e un po’ di attenzione possono tornare a essere tra i tuoi migliori sostenitori e portarti nuove vendite. Ricordati, la chiave è personalizzare, coinvolgere e premiare. #RecuperoClienti #CustomerRetention #ImpresaBiz #VenditeOnline #EcommerceMarketing #FidelizzazioneClienti #MarketingStrategico
    0 Commenti 0 Condivisioni 192 Viste 0 Recensioni
  • Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite

    Quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, mi sono presto resa conto di una cosa: non basta attirare nuovi clienti, bisogna anche recuperare quelli che si sono allontanati.

    I clienti inattivi sono un tesoro nascosto: hanno già conosciuto il tuo brand e, con la giusta strategia, possono tornare a comprare, spesso con spese maggiori.

    Ecco cosa ho imparato per riaccendere la loro attenzione e farli diventare clienti fedeli (e più profittevoli).

    1. Segmenta e analizza il tuo database clienti
    Prima di tutto, ho diviso i clienti in base a:
    -Data dell’ultimo acquisto
    -Frequenza degli ordini
    -Valore speso
    Questo mi ha permesso di capire chi sono davvero i clienti inattivi (es. da più di 6 mesi senza acquisti) e personalizzare le azioni.

    2. Email marketing mirato: il primo grande alleato
    Ho creato campagne specifiche, ad esempio:
    -Email di riattivazione con oggetto accattivante e offerta esclusiva
    -Reminder personalizzati basati sugli acquisti precedenti
    -Newsletter con contenuti utili e nuovi prodotti per risvegliare interesse
    Un trucco? Inserire sempre una call to action chiara e un incentivo concreto (sconto, spedizione gratis).

    3. Offerte personalizzate e programmi fedeltà
    Non tutti rispondono allo stesso modo. Ho sperimentato:
    -Sconti dedicati solo a clienti inattivi
    -Omaggi o campioni gratuiti da allegare all’ordine successivo
    -Programmi fedeltà che premiano chi ritorna (punti, bonus)
    Queste tattiche fanno sentire il cliente speciale e lo motivano a tornare.

    4. Coinvolgimento sui social e retargeting
    Ho sfruttato campagne di retargeting su Facebook e Instagram per mostrare ai clienti inattivi:
    -Prodotti simili a quelli già comprati
    -Novità esclusive
    -Recensioni positive e contenuti di valore
    Questo mantiene alta la brand awareness e stimola la voglia di acquistare.

    5. Sondaggio e feedback: ascolta la tua community
    Per capire perché molti clienti si sono allontanati, ho inviato brevi sondaggi con domande semplici:
    -Cosa ti è piaciuto e cosa no?
    -Cosa possiamo migliorare?
    -Quali prodotti vorresti vedere?
    Ottenere feedback diretti mi ha permesso di correggere il tiro e mostrare attenzione reale.

    Recuperare clienti inattivi non è magia, ma una combinazione di dati, personalizzazione e cura costante.
    Non sottovalutare mai chi ha già comprato da te: sono la base più solida per far crescere le vendite nel tempo.

    #CustomerRetention #RecuperoClienti #EmailMarketing #ImpresaBiz #VenditeOnline #Fidelizzazione #EcommerceGrowth #MarketingStrategico #ClientiInattivi

    Strategie per recuperare clienti inattivi e aumentare le vendite 📉➡️📈 Quando ho iniziato a gestire il mio e-commerce, mi sono presto resa conto di una cosa: non basta attirare nuovi clienti, bisogna anche recuperare quelli che si sono allontanati. I clienti inattivi sono un tesoro nascosto: hanno già conosciuto il tuo brand e, con la giusta strategia, possono tornare a comprare, spesso con spese maggiori. Ecco cosa ho imparato per riaccendere la loro attenzione e farli diventare clienti fedeli (e più profittevoli). 1. Segmenta e analizza il tuo database clienti 🗂️ Prima di tutto, ho diviso i clienti in base a: -Data dell’ultimo acquisto -Frequenza degli ordini -Valore speso Questo mi ha permesso di capire chi sono davvero i clienti inattivi (es. da più di 6 mesi senza acquisti) e personalizzare le azioni. 2. Email marketing mirato: il primo grande alleato 📧 Ho creato campagne specifiche, ad esempio: -Email di riattivazione con oggetto accattivante e offerta esclusiva -Reminder personalizzati basati sugli acquisti precedenti -Newsletter con contenuti utili e nuovi prodotti per risvegliare interesse Un trucco? Inserire sempre una call to action chiara e un incentivo concreto (sconto, spedizione gratis). 3. Offerte personalizzate e programmi fedeltà 🎁 Non tutti rispondono allo stesso modo. Ho sperimentato: -Sconti dedicati solo a clienti inattivi -Omaggi o campioni gratuiti da allegare all’ordine successivo -Programmi fedeltà che premiano chi ritorna (punti, bonus) Queste tattiche fanno sentire il cliente speciale e lo motivano a tornare. 4. Coinvolgimento sui social e retargeting 🔄 Ho sfruttato campagne di retargeting su Facebook e Instagram per mostrare ai clienti inattivi: -Prodotti simili a quelli già comprati -Novità esclusive -Recensioni positive e contenuti di valore Questo mantiene alta la brand awareness e stimola la voglia di acquistare. 5. Sondaggio e feedback: ascolta la tua community 🗣️ Per capire perché molti clienti si sono allontanati, ho inviato brevi sondaggi con domande semplici: -Cosa ti è piaciuto e cosa no? -Cosa possiamo migliorare? -Quali prodotti vorresti vedere? Ottenere feedback diretti mi ha permesso di correggere il tiro e mostrare attenzione reale. Recuperare clienti inattivi non è magia, ma una combinazione di dati, personalizzazione e cura costante. Non sottovalutare mai chi ha già comprato da te: sono la base più solida per far crescere le vendite nel tempo. #CustomerRetention #RecuperoClienti #EmailMarketing #ImpresaBiz #VenditeOnline #Fidelizzazione #EcommerceGrowth #MarketingStrategico #ClientiInattivi
    0 Commenti 0 Condivisioni 201 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca