• Da crisi a rilancio: il percorso per recuperare fatturato con innovazione

    Ogni impresa, prima o poi, attraversa una fase di crisi. A calare può essere il fatturato, l’interesse del mercato, l’efficacia dei canali commerciali. Quello che fa la differenza non è evitare il problema, ma saper reagire con lucidità e spirito innovativo.

    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: le imprese che si rialzano più forti sono quelle che trasformano la crisi in un’occasione di cambiamento intelligente.

    Ecco il nostro percorso in tre tappe per rilanciare un’attività e recuperare fatturato attraverso l’innovazione.

    1. Ascoltare il mercato e rivedere le certezze
    La prima azione non è “fare di più”, ma capire meglio. Cosa è cambiato nel nostro settore? Perché i clienti ci scelgono meno? Cosa stanno facendo i competitor?
    Noi accompagniamo le PMI in un'analisi lucida, a volte scomoda ma necessaria, per distinguere tra ciò che va mantenuto e ciò che va ripensato.
    Spesso il problema non è il prodotto, ma il modo in cui lo proponiamo.

    2. Innovare il modello di business, non solo il prodotto
    Quando si parla di innovazione, molti pensano subito a nuove tecnologie o a lanciare qualcosa di inedito. Ma spesso la vera svolta è cambiare il modo di vendere, di comunicare o di far vivere l’esperienza al cliente.
    Noi lavoriamo con le imprese per rivedere i modelli di revenue, digitalizzare i processi, creare servizi accessori o formule ibride (abbonamenti, pacchetti, licenze, esperienze).
    L’innovazione più efficace, per una PMI, è spesso quella che migliora ciò che già fa bene, rendendolo più accessibile o scalabile.

    3. Comunicare il cambiamento con forza e autenticità
    Rilanciare significa anche rilanciare la fiducia nel brand. Non basta innovare: bisogna farlo sapere.
    Aiutiamo le imprese a rivedere il proprio posizionamento, aggiornare il tono di voce, costruire messaggi che parlino al cliente di oggi.
    Autenticità, trasparenza e storytelling diventano strumenti strategici. Non si tratta solo di “pubblicità”, ma di condividere una visione rinnovata.

    Una fase di crisi può diventare la scintilla per un nuovo ciclo di crescita. Il segreto è affrontarla con metodo, creatività e la volontà di mettersi in discussione.
    Noi di Impresa.biz crediamo che ogni PMI abbia dentro di sé le risorse per ripartire. Il nostro compito è aiutarla a far emergere quell’energia e trasformarla in risultati concreti.

    #ImpresaBiz #RilancioPMI #InnovazioneStrategica #CrescitaPostCrisi #FatturatoInRipresa #BusinessTransformation #PMIitaliane #Digitalizzazione #ModelliDiBusiness #StrategiaDiRilancio #StorytellingAziendale #CrisiComeOpportunità

    Da crisi a rilancio: il percorso per recuperare fatturato con innovazione Ogni impresa, prima o poi, attraversa una fase di crisi. A calare può essere il fatturato, l’interesse del mercato, l’efficacia dei canali commerciali. Quello che fa la differenza non è evitare il problema, ma saper reagire con lucidità e spirito innovativo. Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: le imprese che si rialzano più forti sono quelle che trasformano la crisi in un’occasione di cambiamento intelligente. Ecco il nostro percorso in tre tappe per rilanciare un’attività e recuperare fatturato attraverso l’innovazione. 1. Ascoltare il mercato e rivedere le certezze La prima azione non è “fare di più”, ma capire meglio. Cosa è cambiato nel nostro settore? Perché i clienti ci scelgono meno? Cosa stanno facendo i competitor? Noi accompagniamo le PMI in un'analisi lucida, a volte scomoda ma necessaria, per distinguere tra ciò che va mantenuto e ciò che va ripensato. Spesso il problema non è il prodotto, ma il modo in cui lo proponiamo. 2. Innovare il modello di business, non solo il prodotto Quando si parla di innovazione, molti pensano subito a nuove tecnologie o a lanciare qualcosa di inedito. Ma spesso la vera svolta è cambiare il modo di vendere, di comunicare o di far vivere l’esperienza al cliente. Noi lavoriamo con le imprese per rivedere i modelli di revenue, digitalizzare i processi, creare servizi accessori o formule ibride (abbonamenti, pacchetti, licenze, esperienze). L’innovazione più efficace, per una PMI, è spesso quella che migliora ciò che già fa bene, rendendolo più accessibile o scalabile. 3. Comunicare il cambiamento con forza e autenticità Rilanciare significa anche rilanciare la fiducia nel brand. Non basta innovare: bisogna farlo sapere. Aiutiamo le imprese a rivedere il proprio posizionamento, aggiornare il tono di voce, costruire messaggi che parlino al cliente di oggi. Autenticità, trasparenza e storytelling diventano strumenti strategici. Non si tratta solo di “pubblicità”, ma di condividere una visione rinnovata. Una fase di crisi può diventare la scintilla per un nuovo ciclo di crescita. Il segreto è affrontarla con metodo, creatività e la volontà di mettersi in discussione. Noi di Impresa.biz crediamo che ogni PMI abbia dentro di sé le risorse per ripartire. Il nostro compito è aiutarla a far emergere quell’energia e trasformarla in risultati concreti. #ImpresaBiz #RilancioPMI #InnovazioneStrategica #CrescitaPostCrisi #FatturatoInRipresa #BusinessTransformation #PMIitaliane #Digitalizzazione #ModelliDiBusiness #StrategiaDiRilancio #StorytellingAziendale #CrisiComeOpportunità
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  • Come affrontare le barriere doganali e i dazi nel commercio internazionale

    Nel processo di internazionalizzazione, uno degli aspetti più complessi e spesso sottovalutati riguarda la gestione delle barriere doganali e dei dazi.
    Noi di Impresa.biz assistiamo quotidianamente aziende che si trovano a dover navigare normative diverse, procedure complesse e costi aggiuntivi che possono impattare significativamente sulla competitività.

    In questo articolo condividiamo con voi le strategie e i consigli per affrontare con successo queste sfide.

    1. Conoscere le normative doganali del mercato target
    Ogni paese applica regole proprie per l’importazione di merci, con tariffe, restrizioni e procedure specifiche.
    È fondamentale acquisire una conoscenza dettagliata delle normative locali o affidarsi a consulenti specializzati per evitare errori costosi.

    2. Classificazione corretta delle merci
    La classificazione tariffaria determina l’ammontare dei dazi da pagare.
    Un’errata classificazione può comportare multe, ritardi o costi imprevisti.
    Noi suggeriamo di investire tempo nella corretta codifica delle merci secondo il sistema armonizzato (HS code).

    3. Sfruttare accordi commerciali e preferenziali
    Molti paesi hanno accordi bilaterali o multilaterali che permettono di ridurre o eliminare i dazi doganali.
    Verificare l’esistenza di questi accordi e rispettare i requisiti per beneficiarne può rappresentare un vantaggio competitivo importante.

    4. Ottimizzare la documentazione di export
    Documenti precisi e completi come fatture commerciali, packing list, certificati di origine e licenze sono essenziali per uno sdoganamento rapido.
    Noi di Impresa.biz consigliamo di creare checklist specifiche per ogni mercato per minimizzare errori e ritardi.

    5. Pianificare la logistica e la gestione delle spedizioni
    Scelta del vettore, modalità di trasporto, magazzini doganali e tempistiche di consegna sono fattori da coordinare attentamente.
    Un’efficiente gestione logistica aiuta a ridurre i costi e a rispettare gli impegni con i clienti.

    6. Tenersi aggiornati su cambi normativi
    Le regole doganali possono variare rapidamente a causa di nuove leggi o tensioni commerciali internazionali.
    Monitorare costantemente questi cambiamenti permette di adattare tempestivamente le strategie.

    Le barriere doganali e i dazi rappresentano sfide importanti, ma con una preparazione adeguata e un approccio strategico diventano ostacoli superabili.
    Noi di Impresa.biz offriamo supporto operativo e consulenza specialistica per aiutare le aziende a gestire efficacemente queste complessità, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita.

    #dogane #dazi #commerciointernazionale #export #logistica #internazionalizzazione #impresadigitale #impresabiz

    Come affrontare le barriere doganali e i dazi nel commercio internazionale Nel processo di internazionalizzazione, uno degli aspetti più complessi e spesso sottovalutati riguarda la gestione delle barriere doganali e dei dazi. Noi di Impresa.biz assistiamo quotidianamente aziende che si trovano a dover navigare normative diverse, procedure complesse e costi aggiuntivi che possono impattare significativamente sulla competitività. In questo articolo condividiamo con voi le strategie e i consigli per affrontare con successo queste sfide. 1. Conoscere le normative doganali del mercato target Ogni paese applica regole proprie per l’importazione di merci, con tariffe, restrizioni e procedure specifiche. È fondamentale acquisire una conoscenza dettagliata delle normative locali o affidarsi a consulenti specializzati per evitare errori costosi. 2. Classificazione corretta delle merci La classificazione tariffaria determina l’ammontare dei dazi da pagare. Un’errata classificazione può comportare multe, ritardi o costi imprevisti. Noi suggeriamo di investire tempo nella corretta codifica delle merci secondo il sistema armonizzato (HS code). 3. Sfruttare accordi commerciali e preferenziali Molti paesi hanno accordi bilaterali o multilaterali che permettono di ridurre o eliminare i dazi doganali. Verificare l’esistenza di questi accordi e rispettare i requisiti per beneficiarne può rappresentare un vantaggio competitivo importante. 4. Ottimizzare la documentazione di export Documenti precisi e completi come fatture commerciali, packing list, certificati di origine e licenze sono essenziali per uno sdoganamento rapido. Noi di Impresa.biz consigliamo di creare checklist specifiche per ogni mercato per minimizzare errori e ritardi. 5. Pianificare la logistica e la gestione delle spedizioni Scelta del vettore, modalità di trasporto, magazzini doganali e tempistiche di consegna sono fattori da coordinare attentamente. Un’efficiente gestione logistica aiuta a ridurre i costi e a rispettare gli impegni con i clienti. 6. Tenersi aggiornati su cambi normativi Le regole doganali possono variare rapidamente a causa di nuove leggi o tensioni commerciali internazionali. Monitorare costantemente questi cambiamenti permette di adattare tempestivamente le strategie. Le barriere doganali e i dazi rappresentano sfide importanti, ma con una preparazione adeguata e un approccio strategico diventano ostacoli superabili. Noi di Impresa.biz offriamo supporto operativo e consulenza specialistica per aiutare le aziende a gestire efficacemente queste complessità, trasformando le difficoltà in opportunità di crescita. #dogane #dazi #commerciointernazionale #export #logistica #internazionalizzazione #impresadigitale #impresabiz
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  • Normative e Dogane: Cosa Deve Sapere un e-Commerce che Esporta

    Per un e-commerce che intende espandersi oltre i confini nazionali, comprendere le normative e le procedure doganali è fondamentale per evitare ritardi, costi imprevisti e problemi legali. Negli scambi internazionali, le normative variano significativamente da Paese a Paese, rendendo necessario un approccio strutturato e aggiornato.

    1. Conoscere le Regole Doganali
    Ogni Paese applica regole specifiche riguardo a importazione e esportazione di merci. Queste includono tariffe doganali, restrizioni su alcuni prodotti, e requisiti documentali obbligatori. Informarsi preventivamente sulle procedure doganali del mercato target permette di pianificare correttamente spedizioni e costi.

    2. Classificazione e Valutazione delle Merci
    È essenziale classificare correttamente i prodotti secondo il sistema armonizzato (HS Code) e dichiarare il valore esatto della merce. Una valutazione errata o imprecisa può causare sanzioni, ritardi o addirittura il blocco della spedizione.

    3. Gestione dell’IVA e delle Tasse
    L’IVA e le altre imposte variano tra i Paesi europei ed extraeuropei, con regole differenti su chi deve riscuoterle e versarle. In Europa, ad esempio, è obbligatorio rispettare le normative OSS (One Stop Shop) per semplificare l’adempimento IVA nelle vendite online.

    4. Documentazione Necessaria
    Oltre alla fattura commerciale, sono necessari documenti come la dichiarazione doganale, il certificato di origine, e eventuali licenze o certificazioni specifiche per particolari categorie di prodotti (es. alimentari, cosmetici, elettronica).

    5. Collaborazione con Partner Logistici e Consulenti
    Affidarsi a corrieri esperti in spedizioni internazionali e a consulenti doganali aiuta a gestire la complessità normativa e a ridurre rischi di errori o ritardi. Questi professionisti possono anche fornire aggiornamenti normativi fondamentali per la compliance.

    La conoscenza approfondita delle normative doganali e fiscali è un elemento chiave per il successo di un e-commerce che vuole esportare. Un approccio proattivo e ben informato consente di ottimizzare i processi di spedizione, minimizzare i costi e offrire un servizio affidabile ai clienti internazionali.

    #dogane #ecommerceinternazionale #esportazione #normativecommerciali #IVA #spedizioniinternazionali #logistica #commercioestero #businessglobale

    Normative e Dogane: Cosa Deve Sapere un e-Commerce che Esporta Per un e-commerce che intende espandersi oltre i confini nazionali, comprendere le normative e le procedure doganali è fondamentale per evitare ritardi, costi imprevisti e problemi legali. Negli scambi internazionali, le normative variano significativamente da Paese a Paese, rendendo necessario un approccio strutturato e aggiornato. 1. Conoscere le Regole Doganali Ogni Paese applica regole specifiche riguardo a importazione e esportazione di merci. Queste includono tariffe doganali, restrizioni su alcuni prodotti, e requisiti documentali obbligatori. Informarsi preventivamente sulle procedure doganali del mercato target permette di pianificare correttamente spedizioni e costi. 2. Classificazione e Valutazione delle Merci È essenziale classificare correttamente i prodotti secondo il sistema armonizzato (HS Code) e dichiarare il valore esatto della merce. Una valutazione errata o imprecisa può causare sanzioni, ritardi o addirittura il blocco della spedizione. 3. Gestione dell’IVA e delle Tasse L’IVA e le altre imposte variano tra i Paesi europei ed extraeuropei, con regole differenti su chi deve riscuoterle e versarle. In Europa, ad esempio, è obbligatorio rispettare le normative OSS (One Stop Shop) per semplificare l’adempimento IVA nelle vendite online. 4. Documentazione Necessaria Oltre alla fattura commerciale, sono necessari documenti come la dichiarazione doganale, il certificato di origine, e eventuali licenze o certificazioni specifiche per particolari categorie di prodotti (es. alimentari, cosmetici, elettronica). 5. Collaborazione con Partner Logistici e Consulenti Affidarsi a corrieri esperti in spedizioni internazionali e a consulenti doganali aiuta a gestire la complessità normativa e a ridurre rischi di errori o ritardi. Questi professionisti possono anche fornire aggiornamenti normativi fondamentali per la compliance. La conoscenza approfondita delle normative doganali e fiscali è un elemento chiave per il successo di un e-commerce che vuole esportare. Un approccio proattivo e ben informato consente di ottimizzare i processi di spedizione, minimizzare i costi e offrire un servizio affidabile ai clienti internazionali. #dogane #ecommerceinternazionale #esportazione #normativecommerciali #IVA #spedizioniinternazionali #logistica #commercioestero #businessglobale
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  • Come aprire una filiale all’estero: iter e normative

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto l’espansione internazionale rappresenti un passo strategico per la crescita e la competitività delle imprese italiane. Aprire una filiale all’estero può offrire molte opportunità, ma richiede una pianificazione attenta e una conoscenza approfondita dell’iter burocratico e delle normative locali. In questo articolo vogliamo guidarti attraverso le fasi principali e i requisiti normativi da considerare.

    Perché aprire una filiale all’estero?
    Una filiale permette di presidiare direttamente un mercato estero, facilitando la relazione con clienti, fornitori e partner locali. Inoltre, consente di adattare l’offerta commerciale e di rispondere tempestivamente alle esigenze del territorio, mantenendo al contempo il controllo strategico dalla sede madre.

    L’iter per aprire una filiale all’estero
    -Analisi preliminare
    Valutare il mercato di interesse, la normativa locale, la presenza di concorrenti e le opportunità di business.
    -Scelta della forma giuridica
    La filiale è generalmente un’estensione della società madre, non una persona giuridica autonoma, ma in alcuni Paesi può essere richiesta una diversa configurazione.
    -Registrazione e autorizzazioni
    Procedere alla registrazione della filiale presso le autorità competenti del Paese estero, ad esempio il registro delle imprese locale, ottenendo le eventuali licenze o autorizzazioni.
    -Apertura di conti bancari e sistemi di pagamento
    Stabilire canali finanziari locali per gestire operazioni commerciali e flussi di cassa.
    -Adempimenti fiscali e contributivi
    Verificare gli obblighi fiscali (IVA, imposte sul reddito, ritenute) e previdenziali a carico della filiale e dei dipendenti locali.
    -Gestione amministrativa e contabile
    Adeguare la contabilità e la reportistica secondo le normative del Paese ospitante.

    Aspetti normativi da considerare
    -Doppia imposizione fiscale
    È importante verificare se esistono accordi bilaterali tra Italia e il Paese estero per evitare la doppia tassazione.
    -Normativa sul lavoro
    La filiale deve rispettare la legislazione locale in materia di assunzione, contratti, sicurezza e diritti dei lavoratori.
    -Protezione dei dati e privacy
    Adeguarsi alle normative locali, spesso in linea con il GDPR europeo o con specifiche disposizioni nazionali.
    -Compliance commerciale
    Rispettare regolamenti specifici settoriali, standard di prodotto, certificazioni e normative doganali.

    Consigli pratici
    -Affidarsi a consulenti locali
    Collaborare con professionisti esperti del Paese per evitare errori e ritardi burocratici.
    -Pianificare un budget realistico
    Considerare tutti i costi, inclusi quelli nascosti come consulenze, adeguamenti e tempo di avvio.
    -Monitorare gli aggiornamenti normativi
    Le leggi possono variare rapidamente, quindi è fondamentale mantenere una supervisione costante.

    Noi di Impresa.biz crediamo che un’espansione internazionale ben progettata possa aprire grandi opportunità di sviluppo. Per questo siamo a tua disposizione per offrirti supporto completo nell’apertura e nella gestione di filiali all’estero.

    #ImpresaBiz #FilialeEstero #Internazionalizzazione #EspansioneAziendale #NormativeInternazionali #ConsulenzaAziendale #PMI #BusinessGlobale #StrategiaImpresa
    Come aprire una filiale all’estero: iter e normative Noi di Impresa.biz sappiamo quanto l’espansione internazionale rappresenti un passo strategico per la crescita e la competitività delle imprese italiane. Aprire una filiale all’estero può offrire molte opportunità, ma richiede una pianificazione attenta e una conoscenza approfondita dell’iter burocratico e delle normative locali. In questo articolo vogliamo guidarti attraverso le fasi principali e i requisiti normativi da considerare. Perché aprire una filiale all’estero? Una filiale permette di presidiare direttamente un mercato estero, facilitando la relazione con clienti, fornitori e partner locali. Inoltre, consente di adattare l’offerta commerciale e di rispondere tempestivamente alle esigenze del territorio, mantenendo al contempo il controllo strategico dalla sede madre. L’iter per aprire una filiale all’estero -Analisi preliminare Valutare il mercato di interesse, la normativa locale, la presenza di concorrenti e le opportunità di business. -Scelta della forma giuridica La filiale è generalmente un’estensione della società madre, non una persona giuridica autonoma, ma in alcuni Paesi può essere richiesta una diversa configurazione. -Registrazione e autorizzazioni Procedere alla registrazione della filiale presso le autorità competenti del Paese estero, ad esempio il registro delle imprese locale, ottenendo le eventuali licenze o autorizzazioni. -Apertura di conti bancari e sistemi di pagamento Stabilire canali finanziari locali per gestire operazioni commerciali e flussi di cassa. -Adempimenti fiscali e contributivi Verificare gli obblighi fiscali (IVA, imposte sul reddito, ritenute) e previdenziali a carico della filiale e dei dipendenti locali. -Gestione amministrativa e contabile Adeguare la contabilità e la reportistica secondo le normative del Paese ospitante. Aspetti normativi da considerare -Doppia imposizione fiscale È importante verificare se esistono accordi bilaterali tra Italia e il Paese estero per evitare la doppia tassazione. -Normativa sul lavoro La filiale deve rispettare la legislazione locale in materia di assunzione, contratti, sicurezza e diritti dei lavoratori. -Protezione dei dati e privacy Adeguarsi alle normative locali, spesso in linea con il GDPR europeo o con specifiche disposizioni nazionali. -Compliance commerciale Rispettare regolamenti specifici settoriali, standard di prodotto, certificazioni e normative doganali. Consigli pratici -Affidarsi a consulenti locali Collaborare con professionisti esperti del Paese per evitare errori e ritardi burocratici. -Pianificare un budget realistico Considerare tutti i costi, inclusi quelli nascosti come consulenze, adeguamenti e tempo di avvio. -Monitorare gli aggiornamenti normativi Le leggi possono variare rapidamente, quindi è fondamentale mantenere una supervisione costante. Noi di Impresa.biz crediamo che un’espansione internazionale ben progettata possa aprire grandi opportunità di sviluppo. Per questo siamo a tua disposizione per offrirti supporto completo nell’apertura e nella gestione di filiali all’estero. #ImpresaBiz #FilialeEstero #Internazionalizzazione #EspansioneAziendale #NormativeInternazionali #ConsulenzaAziendale #PMI #BusinessGlobale #StrategiaImpresa
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  • Come ottenere il microcredito per aprire un’attività
    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto avviare una nuova attività possa rappresentare una sfida, soprattutto quando si tratta di reperire i fondi necessari per partire con il piede giusto. Il microcredito si conferma uno strumento prezioso, pensato proprio per supportare chi ha un’idea imprenditoriale ma fatica ad accedere ai tradizionali canali di finanziamento.

    Vediamo insieme quali sono i passaggi fondamentali per ottenere un microcredito e trasformare la tua idea in un progetto concreto.

    Che cos’è il microcredito?
    Il microcredito è un finanziamento di importo limitato, solitamente fino a 25.000 euro, dedicato a chi intende avviare una microimpresa, un’attività autonoma o una start-up. L’obiettivo è favorire l’inclusione finanziaria di soggetti che non dispongono di garanzie sufficienti per ottenere prestiti bancari tradizionali.

    Come ottenere il microcredito: i passaggi fondamentali
    Preparare un business plan solido

    Un progetto chiaro, realistico e ben strutturato è la base per convincere gli enti erogatori della validità della tua idea. Il business plan deve includere obiettivi, analisi di mercato, strategia commerciale e previsioni finanziarie.
    -Individuare il soggetto erogatore
    -Il microcredito può essere richiesto a diversi enti, come:
    -banche convenzionate con il Fondo di Garanzia per le PMI;
    -cooperative e consorzi specializzati in microfinanza;
    -enti pubblici o fondazioni che promuovono iniziative di microcredito.
    -Presentare la domanda

    Ogni ente richiede una documentazione specifica, che generalmente comprende:
    -Il business plan;
    -documenti personali e fiscali;
    -eventuali autorizzazioni o licenze;
    -modulistica compilata.
    -Valutazione e istruttoria
    L’ente valuterà la fattibilità del progetto e la capacità di rimborso, anche considerando eventuali garanzie personali o fideiussioni.

    Erogazione e monitoraggio
    Se la domanda viene approvata, viene erogato il finanziamento con condizioni agevolate. Successivamente, spesso è previsto un percorso di accompagnamento e monitoraggio per garantire la sostenibilità dell’attività.

    Consigli utili
    -Approfitta del Fondo di Garanzia per le PMI: questo strumento pubblico copre fino all’80% del finanziamento, riducendo il rischio per le banche.
    -Cerca supporto professionale: un consulente o un centro di assistenza può aiutarti a preparare il business plan e seguire la procedura in modo efficace.
    -Valuta anche finanziamenti complementari: bandi regionali o nazionali, contributi a fondo perduto o altre forme di incentivazione.

    Noi di Impresa.biz siamo sempre pronti a supportarti nella fase di preparazione della domanda di microcredito e a offrirti consulenza per trasformare la tua idea in un’impresa di successo.

    #ImpresaBiz #Microcredito #AvvioImpresa #FinanziamentiPMI #Startup #BusinessPlan #FondoGaranzia #Microimpresa #Innovazione #SostegnoAlleImprese
    Come ottenere il microcredito per aprire un’attività Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto avviare una nuova attività possa rappresentare una sfida, soprattutto quando si tratta di reperire i fondi necessari per partire con il piede giusto. Il microcredito si conferma uno strumento prezioso, pensato proprio per supportare chi ha un’idea imprenditoriale ma fatica ad accedere ai tradizionali canali di finanziamento. Vediamo insieme quali sono i passaggi fondamentali per ottenere un microcredito e trasformare la tua idea in un progetto concreto. 📌 Che cos’è il microcredito? Il microcredito è un finanziamento di importo limitato, solitamente fino a 25.000 euro, dedicato a chi intende avviare una microimpresa, un’attività autonoma o una start-up. L’obiettivo è favorire l’inclusione finanziaria di soggetti che non dispongono di garanzie sufficienti per ottenere prestiti bancari tradizionali. ✅ Come ottenere il microcredito: i passaggi fondamentali Preparare un business plan solido Un progetto chiaro, realistico e ben strutturato è la base per convincere gli enti erogatori della validità della tua idea. Il business plan deve includere obiettivi, analisi di mercato, strategia commerciale e previsioni finanziarie. -Individuare il soggetto erogatore -Il microcredito può essere richiesto a diversi enti, come: -banche convenzionate con il Fondo di Garanzia per le PMI; -cooperative e consorzi specializzati in microfinanza; -enti pubblici o fondazioni che promuovono iniziative di microcredito. -Presentare la domanda Ogni ente richiede una documentazione specifica, che generalmente comprende: -Il business plan; -documenti personali e fiscali; -eventuali autorizzazioni o licenze; -modulistica compilata. -Valutazione e istruttoria L’ente valuterà la fattibilità del progetto e la capacità di rimborso, anche considerando eventuali garanzie personali o fideiussioni. Erogazione e monitoraggio Se la domanda viene approvata, viene erogato il finanziamento con condizioni agevolate. Successivamente, spesso è previsto un percorso di accompagnamento e monitoraggio per garantire la sostenibilità dell’attività. 💡 Consigli utili -Approfitta del Fondo di Garanzia per le PMI: questo strumento pubblico copre fino all’80% del finanziamento, riducendo il rischio per le banche. -Cerca supporto professionale: un consulente o un centro di assistenza può aiutarti a preparare il business plan e seguire la procedura in modo efficace. -Valuta anche finanziamenti complementari: bandi regionali o nazionali, contributi a fondo perduto o altre forme di incentivazione. Noi di Impresa.biz siamo sempre pronti a supportarti nella fase di preparazione della domanda di microcredito e a offrirti consulenza per trasformare la tua idea in un’impresa di successo. #ImpresaBiz #Microcredito #AvvioImpresa #FinanziamentiPMI #Startup #BusinessPlan #FondoGaranzia #Microimpresa #Innovazione #SostegnoAlleImprese
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  • Aprire una filiale all’estero: vantaggi, costi e criticità

    Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori che vogliono consolidare la loro presenza nei mercati internazionali. Una delle domande che ci viene posta più spesso è: “Vale la pena aprire una filiale all’estero?”
    La risposta, come spesso accade nel business, è: dipende. Aprire una sede in un altro Paese può portare grandi benefici, ma comporta anche investimenti e complessità da valutare attentamente.

    Ecco quindi un’analisi chiara e concreta dei vantaggi, dei costi e delle criticità di questa scelta strategica.

    I vantaggi di una filiale estera
    1. Presenza diretta nel mercato target
    Essere fisicamente presenti rafforza la credibilità del brand, accorcia le distanze con clienti e partner e permette di gestire in loco vendite, assistenza e relazioni commerciali.
    2. Maggiore controllo commerciale e operativo
    Rispetto alla collaborazione con agenti o distributori, una filiale consente più controllo su pricing, strategie e customer experience.
    3. Accesso a bandi, incentivi e opportunità locali
    Molti Paesi offrono agevolazioni fiscali o contributi alle imprese che investono sul territorio. Una filiale può anche semplificare la partecipazione a gare pubbliche o partnership locali.
    4. Logistica più efficiente
    Una sede operativa in loco consente di ridurre tempi e costi di spedizione, gestire magazzino e resi in modo più rapido e offrire un servizio clienti locale.

    I costi da considerare
    1. Costi di apertura e costituzione legale
    Ogni Paese ha le sue regole. Aprire una filiale o una società controllata richiede tempo, burocrazia e spesso l’intervento di consulenti locali (notai, commercialisti, avvocati).
    2. Spese fisse di gestione
    Affitto uffici o magazzini, personale, servizi amministrativi, utenze, software, tasse locali: tutto va pianificato con attenzione.
    3. Imposte e obblighi fiscali locali
    La presenza stabile in un Paese genera obblighi fiscali. È fondamentale comprendere il regime tributario locale, per evitare sanzioni e ottimizzare i carichi fiscali.
    4. Costi nascosti
    Lingua, differenze culturali, normativa sul lavoro, tempi di pagamento, vincoli contrattuali: sono tutti elementi che possono generare costi indiretti o rallentamenti.

    Le criticità più frequenti
    -Barriere culturali e gestionali: gestire personale in un contesto diverso richiede sensibilità, adattamento e leadership interculturale.
    -Scarsa conoscenza delle normative: dalla contrattualistica alle licenze, ogni errore può avere impatti legali o finanziari.
    -Sovrastima del mercato: aprire una filiale non garantisce automaticamente più vendite. Serve una reale domanda, una strategia commerciale solida e un piano ben costruito.
    -Tempi lunghi per rientrare dell’investimento: a differenza di soluzioni più agili (come e-commerce o agenti), una sede estera richiede un orizzonte temporale più lungo per generare ritorno.

    Aprire una filiale all’estero è una scelta strategica che va affrontata con realismo e preparazione. È indicata per chi ha già testato con successo il mercato target, ha obiettivi di crescita strutturati e risorse adeguate.
    Noi di Impresa.biz affianchiamo le imprese in tutte le fasi: valutazione di fattibilità, scelta del Paese, analisi costi-benefici, costituzione della sede e gestione operativa.

    #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #FilialeEstera #Export #CrescitaInternazionale #BusinessGlobale #PMI #StrategieExport #InvestimentiEstero #EspansioneCommerciale

    Aprire una filiale all’estero: vantaggi, costi e criticità Noi di Impresa.biz lavoriamo ogni giorno con imprenditori che vogliono consolidare la loro presenza nei mercati internazionali. Una delle domande che ci viene posta più spesso è: “Vale la pena aprire una filiale all’estero?” La risposta, come spesso accade nel business, è: dipende. Aprire una sede in un altro Paese può portare grandi benefici, ma comporta anche investimenti e complessità da valutare attentamente. Ecco quindi un’analisi chiara e concreta dei vantaggi, dei costi e delle criticità di questa scelta strategica. ✅ I vantaggi di una filiale estera 1. Presenza diretta nel mercato target Essere fisicamente presenti rafforza la credibilità del brand, accorcia le distanze con clienti e partner e permette di gestire in loco vendite, assistenza e relazioni commerciali. 2. Maggiore controllo commerciale e operativo Rispetto alla collaborazione con agenti o distributori, una filiale consente più controllo su pricing, strategie e customer experience. 3. Accesso a bandi, incentivi e opportunità locali Molti Paesi offrono agevolazioni fiscali o contributi alle imprese che investono sul territorio. Una filiale può anche semplificare la partecipazione a gare pubbliche o partnership locali. 4. Logistica più efficiente Una sede operativa in loco consente di ridurre tempi e costi di spedizione, gestire magazzino e resi in modo più rapido e offrire un servizio clienti locale. 💸 I costi da considerare 1. Costi di apertura e costituzione legale Ogni Paese ha le sue regole. Aprire una filiale o una società controllata richiede tempo, burocrazia e spesso l’intervento di consulenti locali (notai, commercialisti, avvocati). 2. Spese fisse di gestione Affitto uffici o magazzini, personale, servizi amministrativi, utenze, software, tasse locali: tutto va pianificato con attenzione. 3. Imposte e obblighi fiscali locali La presenza stabile in un Paese genera obblighi fiscali. È fondamentale comprendere il regime tributario locale, per evitare sanzioni e ottimizzare i carichi fiscali. 4. Costi nascosti Lingua, differenze culturali, normativa sul lavoro, tempi di pagamento, vincoli contrattuali: sono tutti elementi che possono generare costi indiretti o rallentamenti. ⚠️ Le criticità più frequenti -Barriere culturali e gestionali: gestire personale in un contesto diverso richiede sensibilità, adattamento e leadership interculturale. -Scarsa conoscenza delle normative: dalla contrattualistica alle licenze, ogni errore può avere impatti legali o finanziari. -Sovrastima del mercato: aprire una filiale non garantisce automaticamente più vendite. Serve una reale domanda, una strategia commerciale solida e un piano ben costruito. -Tempi lunghi per rientrare dell’investimento: a differenza di soluzioni più agili (come e-commerce o agenti), una sede estera richiede un orizzonte temporale più lungo per generare ritorno. Aprire una filiale all’estero è una scelta strategica che va affrontata con realismo e preparazione. È indicata per chi ha già testato con successo il mercato target, ha obiettivi di crescita strutturati e risorse adeguate. Noi di Impresa.biz affianchiamo le imprese in tutte le fasi: valutazione di fattibilità, scelta del Paese, analisi costi-benefici, costituzione della sede e gestione operativa. #ImpresaBiz #Internazionalizzazione #FilialeEstera #Export #CrescitaInternazionale #BusinessGlobale #PMI #StrategieExport #InvestimentiEstero #EspansioneCommerciale
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  • Documenti e certificazioni necessari per esportare senza intoppi

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene che esportare non significa solo vendere oltre confine, ma anche gestire una serie di adempimenti burocratici fondamentali per evitare ritardi, sanzioni o blocchi alla dogana.
    Avere tutto in ordine, dai documenti di trasporto alle certificazioni di qualità, è essenziale per garantire una spedizione fluida e il rispetto delle normative internazionali.

    Facciamo chiarezza sui principali documenti e certificazioni necessari per esportare con successo.

    1. Fattura commerciale (Commercial Invoice)
    È il documento base che descrive la merce venduta, il prezzo, le condizioni di vendita e le informazioni su acquirente e venditore.
    Deve essere chiara, completa e conforme alle richieste del Paese importatore.

    2. Packing list (lista di imballaggio)
    Dettaglia il contenuto dei colli spediti, con peso, volume e descrizione degli articoli. Facilita le operazioni di controllo doganale e di magazzino.

    3. Documento di trasporto
    Può essere una lettera di vettura, un conoscimento marittimo (Bill of Lading), una polizza aerea (Air Waybill) o altro, a seconda del mezzo di trasporto utilizzato.

    4. Certificato di origine
    Attesta il Paese di produzione della merce e serve per usufruire di eventuali preferenze tariffarie o per rispettare norme doganali.
    Può essere richiesto dalla Camera di Commercio o da enti abilitati.

    5. Certificazioni di conformità e qualità
    Alcuni prodotti necessitano di:
    -Certificazioni specifiche (es. ISO, CE, FDA per alimenti e farmaci)
    -Certificati sanitari o fitosanitari per prodotti agroalimentari
    -Dichiarazioni di conformità a normative locali

    6. Licenze e autorizzazioni
    Per merci regolamentate (es. prodotti chimici, farmaceutici, tecnologia a doppio uso), serve una licenza di esportazione o permessi speciali.

    7. Documenti doganali
    Come la dichiarazione doganale di esportazione (EX-A) e, se richiesto, la documentazione per il transito internazionale.

    Preparare con cura tutta la documentazione e ottenere le certificazioni necessarie è la chiave per esportare senza intoppi e consolidare la nostra reputazione nei mercati esteri.
    Noi di Impresa.biz consigliamo di affidarsi a esperti doganali e di aggiornarsi costantemente sulle normative specifiche del Paese target.

    Vuoi una checklist completa e aggiornata per la tua merce?
    Contattaci, ti forniremo un pratico strumento personalizzato.

    #ExportDocumentation #CertificazioniExport #Dogana #CommercioInternazionale #PMIExport #DocumentiExport #LogisticaInternazionale #NormativeExport #StrategieExport
    Documenti e certificazioni necessari per esportare senza intoppi Noi di Impresa.biz sappiamo bene che esportare non significa solo vendere oltre confine, ma anche gestire una serie di adempimenti burocratici fondamentali per evitare ritardi, sanzioni o blocchi alla dogana. Avere tutto in ordine, dai documenti di trasporto alle certificazioni di qualità, è essenziale per garantire una spedizione fluida e il rispetto delle normative internazionali. Facciamo chiarezza sui principali documenti e certificazioni necessari per esportare con successo. 1. Fattura commerciale (Commercial Invoice) È il documento base che descrive la merce venduta, il prezzo, le condizioni di vendita e le informazioni su acquirente e venditore. Deve essere chiara, completa e conforme alle richieste del Paese importatore. 2. Packing list (lista di imballaggio) Dettaglia il contenuto dei colli spediti, con peso, volume e descrizione degli articoli. Facilita le operazioni di controllo doganale e di magazzino. 3. Documento di trasporto Può essere una lettera di vettura, un conoscimento marittimo (Bill of Lading), una polizza aerea (Air Waybill) o altro, a seconda del mezzo di trasporto utilizzato. 4. Certificato di origine Attesta il Paese di produzione della merce e serve per usufruire di eventuali preferenze tariffarie o per rispettare norme doganali. Può essere richiesto dalla Camera di Commercio o da enti abilitati. 5. Certificazioni di conformità e qualità Alcuni prodotti necessitano di: -Certificazioni specifiche (es. ISO, CE, FDA per alimenti e farmaci) -Certificati sanitari o fitosanitari per prodotti agroalimentari -Dichiarazioni di conformità a normative locali 6. Licenze e autorizzazioni Per merci regolamentate (es. prodotti chimici, farmaceutici, tecnologia a doppio uso), serve una licenza di esportazione o permessi speciali. 7. Documenti doganali Come la dichiarazione doganale di esportazione (EX-A) e, se richiesto, la documentazione per il transito internazionale. ✅ Preparare con cura tutta la documentazione e ottenere le certificazioni necessarie è la chiave per esportare senza intoppi e consolidare la nostra reputazione nei mercati esteri. Noi di Impresa.biz consigliamo di affidarsi a esperti doganali e di aggiornarsi costantemente sulle normative specifiche del Paese target. ✉️ Vuoi una checklist completa e aggiornata per la tua merce? Contattaci, ti forniremo un pratico strumento personalizzato. 📌#ExportDocumentation #CertificazioniExport #Dogana #CommercioInternazionale #PMIExport #DocumentiExport #LogisticaInternazionale #NormativeExport #StrategieExport
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  • Come Preparare il Tuo Business per l’Internazionalizzazione: Check-list Essenziale

    Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione rappresenti oggi un’opportunità strategica fondamentale per le piccole e medie imprese italiane.
    Aprirsi a nuovi mercati esteri significa aumentare le vendite, diversificare il rischio e dare respiro alla propria impresa. Ma il successo dipende da una preparazione accurata e da un approccio metodico.
    Per questo abbiamo creato una check-list essenziale che ti aiuterà a capire come preparare il tuo business al salto internazionale.

    1. Analisi del mercato e scelta dei Paesi target
    Prima di tutto, bisogna studiare i mercati potenziali: dimensioni, domanda, concorrenza, normative locali.
    Noi consigliamo di iniziare con uno o due Paesi con caratteristiche simili al mercato italiano o con una forte domanda per il tuo prodotto.

    2. Adeguamento del prodotto e del packaging
    Non sempre il prodotto “così com’è” può funzionare all’estero.
    Valuta se adattare ingredienti, specifiche tecniche, o persino il packaging per rispettare le normative o le preferenze culturali del mercato di destinazione.

    3. Traduzioni professionali e localizzazione
    Una semplice traduzione non basta. La comunicazione deve essere localizzata per essere efficace: linguaggio, stile e riferimenti culturali devono rispecchiare il pubblico locale.

    4. Organizzazione della logistica e spedizioni internazionali
    Scegliere partner affidabili per la spedizione e valutare soluzioni di magazzino locali può fare la differenza in termini di costi, tempi di consegna e soddisfazione del cliente.

    5. Pianificazione fiscale e legale
    Informarsi su IVA, dogane, certificazioni e licenze è fondamentale per evitare sanzioni e blocchi doganali. Una consulenza specialistica è sempre consigliata.

    6. Strategia di marketing e vendita localizzata
    Adatta le campagne pubblicitarie, i canali di vendita e le modalità di pagamento alle abitudini e preferenze dei clienti esteri.

    7. Customer care multilingue
    Un servizio clienti efficiente nella lingua del cliente può aumentare la fiducia e la fidelizzazione, riducendo resi e reclami.

    Preparare il tuo business all’internazionalizzazione richiede tempo, risorse e una visione chiara.
    Noi di impresa.biz ti invitiamo a pianificare con attenzione ogni passaggio, perché la differenza tra un’espansione di successo e un fallimento spesso sta nella cura di questi dettagli.

    Se vuoi approfondire qualche punto o hai bisogno di supporto, siamo qui per aiutarti.

    #Internazionalizzazione #BusinessGlobale #PMI #ExportDigitale #Ecommerce #MarketingInternazionale #LogisticaInternazionale #CustomerCare #ImpresaBiz #StrategiaDiCrescita
    Come Preparare il Tuo Business per l’Internazionalizzazione: Check-list Essenziale Noi di impresa.biz sappiamo bene quanto l’internazionalizzazione rappresenti oggi un’opportunità strategica fondamentale per le piccole e medie imprese italiane. Aprirsi a nuovi mercati esteri significa aumentare le vendite, diversificare il rischio e dare respiro alla propria impresa. Ma il successo dipende da una preparazione accurata e da un approccio metodico. Per questo abbiamo creato una check-list essenziale che ti aiuterà a capire come preparare il tuo business al salto internazionale. 1. Analisi del mercato e scelta dei Paesi target Prima di tutto, bisogna studiare i mercati potenziali: dimensioni, domanda, concorrenza, normative locali. Noi consigliamo di iniziare con uno o due Paesi con caratteristiche simili al mercato italiano o con una forte domanda per il tuo prodotto. 2. Adeguamento del prodotto e del packaging Non sempre il prodotto “così com’è” può funzionare all’estero. Valuta se adattare ingredienti, specifiche tecniche, o persino il packaging per rispettare le normative o le preferenze culturali del mercato di destinazione. 3. Traduzioni professionali e localizzazione Una semplice traduzione non basta. La comunicazione deve essere localizzata per essere efficace: linguaggio, stile e riferimenti culturali devono rispecchiare il pubblico locale. 4. Organizzazione della logistica e spedizioni internazionali Scegliere partner affidabili per la spedizione e valutare soluzioni di magazzino locali può fare la differenza in termini di costi, tempi di consegna e soddisfazione del cliente. 5. Pianificazione fiscale e legale Informarsi su IVA, dogane, certificazioni e licenze è fondamentale per evitare sanzioni e blocchi doganali. Una consulenza specialistica è sempre consigliata. 6. Strategia di marketing e vendita localizzata Adatta le campagne pubblicitarie, i canali di vendita e le modalità di pagamento alle abitudini e preferenze dei clienti esteri. 7. Customer care multilingue Un servizio clienti efficiente nella lingua del cliente può aumentare la fiducia e la fidelizzazione, riducendo resi e reclami. Preparare il tuo business all’internazionalizzazione richiede tempo, risorse e una visione chiara. Noi di impresa.biz ti invitiamo a pianificare con attenzione ogni passaggio, perché la differenza tra un’espansione di successo e un fallimento spesso sta nella cura di questi dettagli. Se vuoi approfondire qualche punto o hai bisogno di supporto, siamo qui per aiutarti. #Internazionalizzazione #BusinessGlobale #PMI #ExportDigitale #Ecommerce #MarketingInternazionale #LogisticaInternazionale #CustomerCare #ImpresaBiz #StrategiaDiCrescita
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  • Le 10 sezioni indispensabili di un business plan vincente

    In impresa.biz, abbiamo letto e revisionato centinaia di business plan, e una cosa è chiara: chi scrive un piano completo, strutturato e credibile parte con un vantaggio competitivo enorme.
    Un business plan ben fatto non è solo una formalità per ottenere finanziamenti: è una bussola strategica per guidare l’impresa e prendere decisioni consapevoli.
    Ecco le 10 sezioni fondamentali che ogni business plan dovrebbe contenere per essere davvero efficace.

    1. Executive Summary
    È il riassunto iniziale del progetto, da scrivere alla fine, ma posizionare in cima. Deve colpire l’attenzione in poche righe.
    Contenuto: chi siete, cosa fate, qual è l’opportunità, quanto chiedete e perché è un buon investimento.

    2. Descrizione dell’azienda
    Raccontate chi siete davvero.
    Contenuto: forma giuridica, storia, valori, asset, struttura proprietaria e il perché della vostra esistenza.

    3. Prodotto o servizio
    Spiegate cosa offrite, ma soprattutto quale problema risolvete.
    Contenuto: caratteristiche, innovazione, vantaggi competitivi, livello di sviluppo, prototipi o IP.

    4. Analisi di mercato
    Mostrate di conoscere bene il vostro settore.
    Contenuto: dimensione del mercato, trend, segmenti, target clienti, comportamento d’acquisto, bisogni.

    5. Analisi della concorrenza
    Gli investitori vogliono sapere con chi vi confrontate.
    Contenuto: competitor diretti e indiretti, punti di forza/debolezza, vostra differenziazione.

    6. Strategia di marketing e vendita
    Come intendete raggiungere i clienti e generare vendite?
    Contenuto: canali di vendita, pricing, comunicazione, distribuzione, strategie digitali, funnel.

    7. Modello di business
    Qui spiegate come guadagnate, non solo cosa vendete.
    Contenuto: logica dei ricavi, abbonamenti, margini, licenze, upselling, customer lifetime value (CLV).

    8. Team
    Il valore più grande spesso è chi guida il progetto.
    Contenuto: chi fa cosa, competenze chiave, esperienze pregresse, advisor, organigramma previsto.

    9. Piano operativo
    Qui entra in gioco la gestione concreta.
    Contenuto: roadmap, fasi di sviluppo, milestones, risorse necessarie, tecnologie, eventuali partner.

    10. Piano finanziario
    Cuore quantitativo del business plan: è qui che tutto si tiene o crolla.
    Contenuto:
    -proiezioni di ricavi e costi (3–5 anni)
    -stato patrimoniale e conto economico previsionali
    -cash flow
    -break-even
    -investimenti previsti
    -analisi degli scenari

    Il nostro consiglio
    Noi di impresa.biz sappiamo che un business plan vincente non è una raccolta di parole eleganti, ma una strategia concreta supportata da numeri solidi e una visione realistica.

    Gli investitori non cercano la perfezione: cercano chiarezza, coerenza e fiducia.
    E queste qualità si costruiscono proprio partendo da un piano strutturato come quello che ti abbiamo descritto.

    Hai bisogno di scrivere o revisionare il tuo business plan? Contattaci: possiamo aiutarti a costruire una base credibile per il tuo progetto imprenditoriale.

    #BusinessPlan #ImpresaBiz #Startup #FinanzaAziendale #PianoFinanziario #Pitch #Investitori #StrategiaAziendale #PMI #ConsulenzaAziendale #Funding
    Le 10 sezioni indispensabili di un business plan vincente In impresa.biz, abbiamo letto e revisionato centinaia di business plan, e una cosa è chiara: chi scrive un piano completo, strutturato e credibile parte con un vantaggio competitivo enorme. Un business plan ben fatto non è solo una formalità per ottenere finanziamenti: è una bussola strategica per guidare l’impresa e prendere decisioni consapevoli. Ecco le 10 sezioni fondamentali che ogni business plan dovrebbe contenere per essere davvero efficace. 1. Executive Summary È il riassunto iniziale del progetto, da scrivere alla fine, ma posizionare in cima. Deve colpire l’attenzione in poche righe. 📌 Contenuto: chi siete, cosa fate, qual è l’opportunità, quanto chiedete e perché è un buon investimento. 2. Descrizione dell’azienda Raccontate chi siete davvero. 📌 Contenuto: forma giuridica, storia, valori, asset, struttura proprietaria e il perché della vostra esistenza. 3. Prodotto o servizio Spiegate cosa offrite, ma soprattutto quale problema risolvete. 📌Contenuto: caratteristiche, innovazione, vantaggi competitivi, livello di sviluppo, prototipi o IP. 4. Analisi di mercato Mostrate di conoscere bene il vostro settore. 📌 Contenuto: dimensione del mercato, trend, segmenti, target clienti, comportamento d’acquisto, bisogni. 5. Analisi della concorrenza Gli investitori vogliono sapere con chi vi confrontate. 📌 Contenuto: competitor diretti e indiretti, punti di forza/debolezza, vostra differenziazione. 6. Strategia di marketing e vendita Come intendete raggiungere i clienti e generare vendite? 📌 Contenuto: canali di vendita, pricing, comunicazione, distribuzione, strategie digitali, funnel. 7. Modello di business Qui spiegate come guadagnate, non solo cosa vendete. 📌 Contenuto: logica dei ricavi, abbonamenti, margini, licenze, upselling, customer lifetime value (CLV). 8. Team Il valore più grande spesso è chi guida il progetto. 📌 Contenuto: chi fa cosa, competenze chiave, esperienze pregresse, advisor, organigramma previsto. 9. Piano operativo Qui entra in gioco la gestione concreta. 📌 Contenuto: roadmap, fasi di sviluppo, milestones, risorse necessarie, tecnologie, eventuali partner. 10. Piano finanziario Cuore quantitativo del business plan: è qui che tutto si tiene o crolla. 📌 Contenuto: -proiezioni di ricavi e costi (3–5 anni) -stato patrimoniale e conto economico previsionali -cash flow -break-even -investimenti previsti -analisi degli scenari Il nostro consiglio Noi di impresa.biz sappiamo che un business plan vincente non è una raccolta di parole eleganti, ma una strategia concreta supportata da numeri solidi e una visione realistica. Gli investitori non cercano la perfezione: cercano chiarezza, coerenza e fiducia. E queste qualità si costruiscono proprio partendo da un piano strutturato come quello che ti abbiamo descritto. Hai bisogno di scrivere o revisionare il tuo business plan? Contattaci: possiamo aiutarti a costruire una base credibile per il tuo progetto imprenditoriale. #BusinessPlan #ImpresaBiz #Startup #FinanzaAziendale #PianoFinanziario #Pitch #Investitori #StrategiaAziendale #PMI #ConsulenzaAziendale #Funding
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  • Business Model Canvas: guida pratica per costruire il tuo modello di business

    Negli ultimi anni, sempre più imprese si sono trovate a dover ripensare il proprio modello di business. Cambiamenti di mercato, evoluzioni tecnologiche, nuove esigenze dei clienti: tutto questo impone di rimettere al centro la domanda fondamentale “Come generiamo valore?”.
    Noi di impresa.biz utilizziamo spesso il Business Model Canvas per aiutare le PMI a rispondere a questa domanda in modo strutturato, chiaro e visivo. In questo articolo vogliamo offrirti una guida pratica per usarlo efficacemente.

    Cos'è il Business Model Canvas
    Il Business Model Canvas è uno strumento ideato da Alexander Osterwalder, composto da 9 blocchi fondamentali, che ti permette di visualizzare e progettare il modello di business della tua impresa su una sola pagina.

    È uno schema semplice, ma potentissimo. Lo utilizziamo ogni volta che affianchiamo un’impresa che deve:
    -lanciare un nuovo prodotto o servizio;
    -entrare in un nuovo mercato;
    -innovare il proprio modello tradizionale.

    Come si usa, blocco per blocco
    Ecco una guida pratica, con le domande giuste da farsi per ogni blocco:
    -Segmenti di clientela (Customer Segments)
    -A chi ci rivolgiamo?
    -Quali sono i nostri clienti principali?
    -Ci sono nicchie da valorizzare?
    -Proposte di valore (Value Propositions)
    -Che problemi risolviamo?
    -Quale valore offriamo ai nostri clienti?
    -Cosa ci distingue dai concorrenti?
    -Canali (Channels)
    -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti?
    -Come consegniamo valore?
    -Funzionano meglio i canali digitali o quelli fisici?
    -Relazioni con i clienti (Customer Relationships)
    -Che tipo di relazione si aspettano i clienti?
    -Offriamo supporto umano, self-service, automazione?
    -Come fidelizziamo?
    -Flussi di ricavi (Revenue Streams)
    -Come guadagniamo?
    -Abbiamo entrate ricorrenti o una tantum?
    -Possiamo creare nuovi flussi (es. abbonamenti, licenze)?
    -Risorse chiave (Key Resources)
    -Quali risorse sono essenziali per creare valore?
    -Persone, tecnologie, impianti, brevetti?
    -Attività chiave (Key Activities)
    -Quali attività dobbiamo assolutamente svolgere?
    -Produzione, marketing, assistenza clienti, R&D?
    -Partner chiave (Key Partners)
    -Chi ci aiuta a realizzare il nostro modello?
    -Fornitori strategici, reti di distribuzione, alleanze?
    -Struttura dei costi (Cost Structure)
    -Quali sono i costi principali?
    -Dove possiamo ottimizzare?
    -Abbiamo costi fissi, variabili, economie di scala?

    Perché funziona
    Il Business Model Canvas ci permette di vedere l’impresa come un sistema, dove ogni elemento è collegato agli altri. Quando compiliamo il Canvas con un cliente, spesso emergono intuizioni che cambiano la visione d’insieme: costi non considerati, clienti trascurati, opportunità digitali non sfruttate.
    Non è solo uno strumento di analisi, ma un motore di innovazione.

    Il nostro consiglio
    Stampalo in grande, prendi dei post-it e riempilo con il tuo team. Confrontatevi, discutete, cambiate. Una buona strategia nasce sempre dal confronto tra idee diverse.
    Noi di impresa.biz lo usiamo anche per facilitare workshop strategici: è uno strumento potente per far emergere visioni condivise e costruire modelli di business più sostenibili e competitivi.

    Vuoi il nostro supporto?
    Hai bisogno di un supporto personalizzato per compilare e interpretare il tuo Business Model Canvas? Contattaci: ti aiuteremo a trasformare il tuo modello di business in un vantaggio competitivo.

    #BusinessModelCanvas #StrategiaPMI #InnovazioneAziendale #ModelloDiBusiness #CrescitaPMI #BusinessDesign #VisualThinking #Impresa2025 #StartupTools #ConsulenzaStrategica

    Business Model Canvas: guida pratica per costruire il tuo modello di business Negli ultimi anni, sempre più imprese si sono trovate a dover ripensare il proprio modello di business. Cambiamenti di mercato, evoluzioni tecnologiche, nuove esigenze dei clienti: tutto questo impone di rimettere al centro la domanda fondamentale “Come generiamo valore?”. Noi di impresa.biz utilizziamo spesso il Business Model Canvas per aiutare le PMI a rispondere a questa domanda in modo strutturato, chiaro e visivo. In questo articolo vogliamo offrirti una guida pratica per usarlo efficacemente. Cos'è il Business Model Canvas Il Business Model Canvas è uno strumento ideato da Alexander Osterwalder, composto da 9 blocchi fondamentali, che ti permette di visualizzare e progettare il modello di business della tua impresa su una sola pagina. È uno schema semplice, ma potentissimo. Lo utilizziamo ogni volta che affianchiamo un’impresa che deve: -lanciare un nuovo prodotto o servizio; -entrare in un nuovo mercato; -innovare il proprio modello tradizionale. Come si usa, blocco per blocco Ecco una guida pratica, con le domande giuste da farsi per ogni blocco: -Segmenti di clientela (Customer Segments) -A chi ci rivolgiamo? -Quali sono i nostri clienti principali? -Ci sono nicchie da valorizzare? -Proposte di valore (Value Propositions) -Che problemi risolviamo? -Quale valore offriamo ai nostri clienti? -Cosa ci distingue dai concorrenti? -Canali (Channels) -Attraverso quali canali raggiungiamo i clienti? -Come consegniamo valore? -Funzionano meglio i canali digitali o quelli fisici? -Relazioni con i clienti (Customer Relationships) -Che tipo di relazione si aspettano i clienti? -Offriamo supporto umano, self-service, automazione? -Come fidelizziamo? -Flussi di ricavi (Revenue Streams) -Come guadagniamo? -Abbiamo entrate ricorrenti o una tantum? -Possiamo creare nuovi flussi (es. abbonamenti, licenze)? -Risorse chiave (Key Resources) -Quali risorse sono essenziali per creare valore? -Persone, tecnologie, impianti, brevetti? -Attività chiave (Key Activities) -Quali attività dobbiamo assolutamente svolgere? -Produzione, marketing, assistenza clienti, R&D? -Partner chiave (Key Partners) -Chi ci aiuta a realizzare il nostro modello? -Fornitori strategici, reti di distribuzione, alleanze? -Struttura dei costi (Cost Structure) -Quali sono i costi principali? -Dove possiamo ottimizzare? -Abbiamo costi fissi, variabili, economie di scala? Perché funziona Il Business Model Canvas ci permette di vedere l’impresa come un sistema, dove ogni elemento è collegato agli altri. Quando compiliamo il Canvas con un cliente, spesso emergono intuizioni che cambiano la visione d’insieme: costi non considerati, clienti trascurati, opportunità digitali non sfruttate. Non è solo uno strumento di analisi, ma un motore di innovazione. Il nostro consiglio Stampalo in grande, prendi dei post-it e riempilo con il tuo team. Confrontatevi, discutete, cambiate. Una buona strategia nasce sempre dal confronto tra idee diverse. Noi di impresa.biz lo usiamo anche per facilitare workshop strategici: è uno strumento potente per far emergere visioni condivise e costruire modelli di business più sostenibili e competitivi. Vuoi il nostro supporto? Hai bisogno di un supporto personalizzato per compilare e interpretare il tuo Business Model Canvas? Contattaci: ti aiuteremo a trasformare il tuo modello di business in un vantaggio competitivo. #BusinessModelCanvas #StrategiaPMI #InnovazioneAziendale #ModelloDiBusiness #CrescitaPMI #BusinessDesign #VisualThinking #Impresa2025 #StartupTools #ConsulenzaStrategica
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