• Le sfide burocratiche e legali nell’export: consigli per evitarle
    Nel nostro percorso di supporto alle imprese che vogliono espandersi all’estero, uno degli aspetti più delicati e complessi che incontriamo riguarda le sfide burocratiche e legali legate all’export.
    Conoscere queste criticità e prepararsi con attenzione è fondamentale per evitare rallentamenti, sanzioni o addirittura il blocco delle operazioni commerciali.

    In questo articolo vogliamo condividere con voi alcuni consigli pratici per affrontare con successo le complessità burocratiche e legali legate all’export.

    1. Conoscere le normative del paese di destinazione
    Ogni mercato ha regole specifiche su importazioni, certificazioni, standard di prodotto e sicurezza.
    Noi consigliamo di studiare a fondo queste normative o di affidarvi a consulenti locali per garantire la piena conformità.

    2. Gestire correttamente documentazione e certificazioni
    Documenti come fatture commerciali, packing list, certificati di origine e conformità sono essenziali per lo sdoganamento.
    Una gestione precisa e tempestiva evita ritardi e problemi con le autorità doganali.

    3. Pianificare l’aspetto fiscale e doganale
    IVA, dazi doganali e imposte variano da paese a paese e possono incidere significativamente sui costi di export.
    Un’analisi accurata consente di prevedere l’impatto fiscale e pianificare prezzi competitivi.

    4. Attenzione ai contratti internazionali
    I contratti di vendita e distribuzione devono tutelare gli interessi dell’azienda, definendo chiaramente termini di pagamento, responsabilità, garanzie e gestione delle controversie.
    Noi suggeriamo di farli redigere o revisionare da esperti in diritto commerciale internazionale.

    5. Prevenire rischi legati a proprietà intellettuale
    Proteggere marchi, brevetti e design nei mercati esteri è fondamentale per evitare contraffazioni e violazioni.
    Registrare la proprietà intellettuale nei paesi target è un passo che non va sottovalutato.

    6. Aggiornarsi costantemente
    Le normative e le procedure possono cambiare rapidamente.
    Noi raccomandiamo di mantenere un monitoraggio costante e di aggiornare processi e documentazione di conseguenza.

    Le sfide burocratiche e legali nell’export possono sembrare un ostacolo insormontabile, ma con la giusta preparazione e consulenza diventano gestibili e superabili.
    Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle aziende per fornire supporto operativo e strategico, rendendo l’export un processo fluido e sicuro.

    #export #burocrazia #normativeinternazionali #dogane #contrattiinternazionali #proprietàintellettuale #impresadigitale #impresabiz

    Le sfide burocratiche e legali nell’export: consigli per evitarle Nel nostro percorso di supporto alle imprese che vogliono espandersi all’estero, uno degli aspetti più delicati e complessi che incontriamo riguarda le sfide burocratiche e legali legate all’export. Conoscere queste criticità e prepararsi con attenzione è fondamentale per evitare rallentamenti, sanzioni o addirittura il blocco delle operazioni commerciali. In questo articolo vogliamo condividere con voi alcuni consigli pratici per affrontare con successo le complessità burocratiche e legali legate all’export. 1. Conoscere le normative del paese di destinazione Ogni mercato ha regole specifiche su importazioni, certificazioni, standard di prodotto e sicurezza. Noi consigliamo di studiare a fondo queste normative o di affidarvi a consulenti locali per garantire la piena conformità. 2. Gestire correttamente documentazione e certificazioni Documenti come fatture commerciali, packing list, certificati di origine e conformità sono essenziali per lo sdoganamento. Una gestione precisa e tempestiva evita ritardi e problemi con le autorità doganali. 3. Pianificare l’aspetto fiscale e doganale IVA, dazi doganali e imposte variano da paese a paese e possono incidere significativamente sui costi di export. Un’analisi accurata consente di prevedere l’impatto fiscale e pianificare prezzi competitivi. 4. Attenzione ai contratti internazionali I contratti di vendita e distribuzione devono tutelare gli interessi dell’azienda, definendo chiaramente termini di pagamento, responsabilità, garanzie e gestione delle controversie. Noi suggeriamo di farli redigere o revisionare da esperti in diritto commerciale internazionale. 5. Prevenire rischi legati a proprietà intellettuale Proteggere marchi, brevetti e design nei mercati esteri è fondamentale per evitare contraffazioni e violazioni. Registrare la proprietà intellettuale nei paesi target è un passo che non va sottovalutato. 6. Aggiornarsi costantemente Le normative e le procedure possono cambiare rapidamente. Noi raccomandiamo di mantenere un monitoraggio costante e di aggiornare processi e documentazione di conseguenza. Le sfide burocratiche e legali nell’export possono sembrare un ostacolo insormontabile, ma con la giusta preparazione e consulenza diventano gestibili e superabili. Noi di Impresa.biz siamo al fianco delle aziende per fornire supporto operativo e strategico, rendendo l’export un processo fluido e sicuro. #export #burocrazia #normativeinternazionali #dogane #contrattiinternazionali #proprietàintellettuale #impresadigitale #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 399 Viste 0 Recensioni
  • Documenti, dazi e IVA: guida pratica per vendere online in Europa

    Quando ho iniziato a espandere il mio e-commerce verso i mercati europei, una delle sfide più complesse è stata affrontare la burocrazia legata a documenti, dazi doganali e IVA.
    Sono aspetti che spesso spaventano molti imprenditori, ma con la giusta organizzazione e conoscenza possono diventare un punto di forza per vendere in modo efficace e regolare.

    Ecco la mia guida pratica, basata sull’esperienza diretta, per aiutarti a muoverti con sicurezza nel mercato europeo.

    1. Documenti essenziali per la spedizione intra-UE
    Fortunatamente, all’interno dell’Unione Europea non si applicano dazi doganali per le merci che circolano tra gli Stati membri.
    Tuttavia, è fondamentale avere:
    -Fatture commerciali corrette e dettagliate
    -Documenti di trasporto (DDT, CMR) in caso di spedizioni via terra
    -Registrazioni e codici fiscali validi per operare in ogni Paese

    2. Dazi e documentazione per vendere fuori dall’UE
    Se invece vendi a Paesi extra-UE, dovrai:
    -Preparare documenti doganali specifici (dichiarazione export, fatture doganali)
    -Calcolare e far pagare i dazi all’importazione, variabili in base alla categoria merceologica e al paese di destinazione
    -Collaborare con spedizionieri e broker doganali per evitare ritardi

    3. IVA: il vero nodo per le vendite intra-UE
    L’IVA in Europa è complessa, ma la normativa ha introdotto semplificazioni come il regime OSS (One Stop Shop):
    -Se vendi a consumatori privati in altri Paesi UE, devi applicare l’IVA locale a seconda del volume di vendite per ciascuno Stato
    -Con il regime OSS puoi dichiarare e versare tutta l’IVA in un unico Paese, evitando registrazioni multiple
    È fondamentale monitorare le soglie di vendita per paese per non incorrere in sanzioni

    4. Come organizzare la contabilità e la fatturazione
    Io ho integrato sistemi di fatturazione automatizzati collegati alla piattaforma e-commerce, in modo da generare documenti conformi e archiviati correttamente.
    Inoltre, ho instaurato un rapporto stretto con un consulente fiscale esperto in commercio internazionale.

    5. Consigli pratici per semplificare la gestione
    -Usa software e piattaforme che supportano la gestione multivaluta e multilingua
    -Predisponi modelli di documenti standard aggiornati alle normative europee
    -Formati costantemente sulle novità fiscali e doganali
    -Considera di affidarti a un partner logistico che gestisca anche gli aspetti burocratici

    Gestire documenti, dazi e IVA non deve diventare un ostacolo per la tua crescita internazionale.
    Con metodo, gli strumenti giusti e il supporto adeguato, puoi vendere in Europa in modo efficiente, sicuro e conforme.

    Se vuoi, posso guidarti nella creazione di un processo amministrativo solido e scalabile.

    #vendereinEuropa #IVA #dazi #ecommerceinternazionale #commercioestero #gestioneamministrativa #impresadigitale #impresabiz

    Documenti, dazi e IVA: guida pratica per vendere online in Europa Quando ho iniziato a espandere il mio e-commerce verso i mercati europei, una delle sfide più complesse è stata affrontare la burocrazia legata a documenti, dazi doganali e IVA. Sono aspetti che spesso spaventano molti imprenditori, ma con la giusta organizzazione e conoscenza possono diventare un punto di forza per vendere in modo efficace e regolare. Ecco la mia guida pratica, basata sull’esperienza diretta, per aiutarti a muoverti con sicurezza nel mercato europeo. 1. Documenti essenziali per la spedizione intra-UE Fortunatamente, all’interno dell’Unione Europea non si applicano dazi doganali per le merci che circolano tra gli Stati membri. Tuttavia, è fondamentale avere: -Fatture commerciali corrette e dettagliate -Documenti di trasporto (DDT, CMR) in caso di spedizioni via terra -Registrazioni e codici fiscali validi per operare in ogni Paese 2. Dazi e documentazione per vendere fuori dall’UE Se invece vendi a Paesi extra-UE, dovrai: -Preparare documenti doganali specifici (dichiarazione export, fatture doganali) -Calcolare e far pagare i dazi all’importazione, variabili in base alla categoria merceologica e al paese di destinazione -Collaborare con spedizionieri e broker doganali per evitare ritardi 3. IVA: il vero nodo per le vendite intra-UE L’IVA in Europa è complessa, ma la normativa ha introdotto semplificazioni come il regime OSS (One Stop Shop): -Se vendi a consumatori privati in altri Paesi UE, devi applicare l’IVA locale a seconda del volume di vendite per ciascuno Stato -Con il regime OSS puoi dichiarare e versare tutta l’IVA in un unico Paese, evitando registrazioni multiple È fondamentale monitorare le soglie di vendita per paese per non incorrere in sanzioni 4. Come organizzare la contabilità e la fatturazione Io ho integrato sistemi di fatturazione automatizzati collegati alla piattaforma e-commerce, in modo da generare documenti conformi e archiviati correttamente. Inoltre, ho instaurato un rapporto stretto con un consulente fiscale esperto in commercio internazionale. 5. Consigli pratici per semplificare la gestione -Usa software e piattaforme che supportano la gestione multivaluta e multilingua -Predisponi modelli di documenti standard aggiornati alle normative europee -Formati costantemente sulle novità fiscali e doganali -Considera di affidarti a un partner logistico che gestisca anche gli aspetti burocratici Gestire documenti, dazi e IVA non deve diventare un ostacolo per la tua crescita internazionale. Con metodo, gli strumenti giusti e il supporto adeguato, puoi vendere in Europa in modo efficiente, sicuro e conforme. Se vuoi, posso guidarti nella creazione di un processo amministrativo solido e scalabile. #vendereinEuropa #IVA #dazi #ecommerceinternazionale #commercioestero #gestioneamministrativa #impresadigitale #impresabiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 401 Viste 0 Recensioni
  • Strategie per Vendere Online in Europa e Oltre

    L’espansione nei mercati esteri rappresenta una delle opportunità più interessanti per le aziende che operano nell’e-commerce. Vendere online in Europa e oltre richiede però un approccio strategico ben strutturato, che consideri non solo la traduzione dei contenuti, ma anche aspetti logistici, normativi, culturali e di marketing.

    1. Analisi dei Mercati Target
    Il primo passo per una vendita internazionale efficace è l’analisi dettagliata dei mercati di interesse. Non tutti i paesi europei, o extraeuropei, presentano le stesse caratteristiche di domanda, concorrenza o preferenze dei consumatori. Un’accurata ricerca di mercato permette di identificare opportunità reali e potenziali ostacoli.

    2. Localizzazione del Sito e dei Contenuti
    La localizzazione va ben oltre la semplice traduzione. Include l’adattamento di contenuti, immagini, modalità di pagamento, metodi di spedizione e persino aspetti legali come le condizioni di vendita e le normative fiscali specifiche di ogni Paese. Garantire un’esperienza utente locale è essenziale per conquistare fiducia e credibilità.

    3. Ottimizzazione SEO Internazionale
    Per emergere nei motori di ricerca dei diversi Paesi, è fondamentale sviluppare una strategia SEO su misura. La ricerca delle parole chiave deve essere specifica per il mercato di riferimento, considerando linguaggi, sinonimi e abitudini di ricerca locali.

    4. Logistica e Spedizioni Efficienti
    Un sistema di logistica ben organizzato è cruciale. Offrire spedizioni rapide e affidabili, con costi trasparenti e resi semplici, migliora l’esperienza d’acquisto e riduce l’abbandono del carrello. Collaborare con corrieri locali o utilizzare magazzini regionali può rappresentare un vantaggio competitivo.

    5. Adeguamento Normativo e Fiscale
    Ogni Paese ha normative specifiche per il commercio elettronico, dalla tutela del consumatore alla privacy, passando per IVA e dogane. Affidarsi a consulenti esperti o piattaforme di compliance è indispensabile per operare senza rischi legali.

    6. Strategie di Marketing Multicanale
    La promozione deve adattarsi al pubblico locale. Utilizzare canali social appropriati, campagne PPC mirate, email marketing personalizzato e collaborazioni con influencer locali può aumentare notevolmente la visibilità e l’engagement.

    Vendere online in Europa e oltre richiede una pianificazione strategica integrata, che tenga conto di molteplici fattori: dalla localizzazione dei contenuti alla logistica, dal rispetto delle normative alla promozione mirata. Solo un approccio olistico e ben organizzato consente di trasformare la vendita internazionale in un’opportunità di crescita solida e duratura.

    #ecommerce #venditaonline #internazionalizzazione #marketingdigitale #logistica #localizzazione #SEOinternazionale #businessglobale #Europa #crossborder
    Strategie per Vendere Online in Europa e Oltre L’espansione nei mercati esteri rappresenta una delle opportunità più interessanti per le aziende che operano nell’e-commerce. Vendere online in Europa e oltre richiede però un approccio strategico ben strutturato, che consideri non solo la traduzione dei contenuti, ma anche aspetti logistici, normativi, culturali e di marketing. 1. Analisi dei Mercati Target Il primo passo per una vendita internazionale efficace è l’analisi dettagliata dei mercati di interesse. Non tutti i paesi europei, o extraeuropei, presentano le stesse caratteristiche di domanda, concorrenza o preferenze dei consumatori. Un’accurata ricerca di mercato permette di identificare opportunità reali e potenziali ostacoli. 2. Localizzazione del Sito e dei Contenuti La localizzazione va ben oltre la semplice traduzione. Include l’adattamento di contenuti, immagini, modalità di pagamento, metodi di spedizione e persino aspetti legali come le condizioni di vendita e le normative fiscali specifiche di ogni Paese. Garantire un’esperienza utente locale è essenziale per conquistare fiducia e credibilità. 3. Ottimizzazione SEO Internazionale Per emergere nei motori di ricerca dei diversi Paesi, è fondamentale sviluppare una strategia SEO su misura. La ricerca delle parole chiave deve essere specifica per il mercato di riferimento, considerando linguaggi, sinonimi e abitudini di ricerca locali. 4. Logistica e Spedizioni Efficienti Un sistema di logistica ben organizzato è cruciale. Offrire spedizioni rapide e affidabili, con costi trasparenti e resi semplici, migliora l’esperienza d’acquisto e riduce l’abbandono del carrello. Collaborare con corrieri locali o utilizzare magazzini regionali può rappresentare un vantaggio competitivo. 5. Adeguamento Normativo e Fiscale Ogni Paese ha normative specifiche per il commercio elettronico, dalla tutela del consumatore alla privacy, passando per IVA e dogane. Affidarsi a consulenti esperti o piattaforme di compliance è indispensabile per operare senza rischi legali. 6. Strategie di Marketing Multicanale La promozione deve adattarsi al pubblico locale. Utilizzare canali social appropriati, campagne PPC mirate, email marketing personalizzato e collaborazioni con influencer locali può aumentare notevolmente la visibilità e l’engagement. Vendere online in Europa e oltre richiede una pianificazione strategica integrata, che tenga conto di molteplici fattori: dalla localizzazione dei contenuti alla logistica, dal rispetto delle normative alla promozione mirata. Solo un approccio olistico e ben organizzato consente di trasformare la vendita internazionale in un’opportunità di crescita solida e duratura. #ecommerce #venditaonline #internazionalizzazione #marketingdigitale #logistica #localizzazione #SEOinternazionale #businessglobale #Europa #crossborder
    0 Commenti 0 Condivisioni 395 Viste 0 Recensioni
  • Contabilità Smart: Software e Consigli per le PMI

    Noi di Impresa.biz siamo convinti che la contabilità non debba essere un ostacolo, ma un alleato prezioso per la crescita della tua impresa. Oggi, grazie ai software digitali, è possibile gestire la contabilità in modo smart, veloce e affidabile, anche senza essere esperti del settore.

    In questo articolo ti raccontiamo quali sono i migliori strumenti e qualche consiglio pratico per semplificare la gestione contabile della tua PMI.

    1. Scegliere il software giusto
    Sul mercato esistono molte soluzioni adatte a PMI, artigiani e professionisti, alcune anche gratuite o con costi contenuti. Tra i più diffusi segnaliamo:
    -Fatture in Cloud: intuitivo, ideale per emissione fatture elettroniche e gestione pagamenti
    -QuickBooks: completo, adatto a chi vuole integrare contabilità e gestione finanziaria
    -Zoho Books: flessibile e integrato con CRM e altre app di business
    -Debitoor: semplice, perfetto per freelance e piccole imprese
     Consiglio: valuta le funzionalità che ti servono davvero e verifica che il software si integri bene con i tuoi processi aziendali.

    2. Automatizzare le attività ripetitive
    Grazie ai software contabili puoi:
    -Generare automaticamente le fatture elettroniche
    -Tenere traccia dei pagamenti e dei solleciti
    -Gestire scadenze fiscali e scadenze IVA
    -Creare report e analisi in pochi click
    Questo ti permette di risparmiare tempo e ridurre gli errori.

    3. Tenere aggiornata la contabilità regolarmente
    Non aspettare la fine dell’anno o la scadenza fiscale: aggiornare la contabilità con frequenza regolare ti aiuta a monitorare la salute finanziaria della tua impresa e a prendere decisioni più consapevoli.

    4. Integrare la contabilità con la gestione delle vendite e degli acquisti
    Un sistema integrato ti consente di avere una visione completa, collegando ordini, fatture, magazzino e flussi di cassa, riducendo il rischio di errori e doppie registrazioni.

    5. Formarsi e affidarsi a esperti
    Anche con software semplici, una formazione di base è utile per sfruttare al massimo le potenzialità dello strumento. Inoltre, una collaborazione periodica con un commercialista o consulente di fiducia rimane importante per garantire conformità e ottimizzazione fiscale.

    La contabilità smart è alla portata di ogni PMI e può trasformarsi in uno strumento di controllo e crescita.
    Noi di Impresa.biz siamo qui per consigliarti i migliori software e supportarti nel percorso verso una gestione contabile efficiente e moderna.

    #ContabilitàSmart #ImpresaBiz #PMI #SoftwareContabile #FatturazioneElettronica #GestioneFinanziaria #DigitalTransformation #ConsigliPMI #BusinessGrowth #Automazione

    Contabilità Smart: Software e Consigli per le PMI Noi di Impresa.biz siamo convinti che la contabilità non debba essere un ostacolo, ma un alleato prezioso per la crescita della tua impresa. Oggi, grazie ai software digitali, è possibile gestire la contabilità in modo smart, veloce e affidabile, anche senza essere esperti del settore. In questo articolo ti raccontiamo quali sono i migliori strumenti e qualche consiglio pratico per semplificare la gestione contabile della tua PMI. 1. Scegliere il software giusto Sul mercato esistono molte soluzioni adatte a PMI, artigiani e professionisti, alcune anche gratuite o con costi contenuti. Tra i più diffusi segnaliamo: -Fatture in Cloud: intuitivo, ideale per emissione fatture elettroniche e gestione pagamenti -QuickBooks: completo, adatto a chi vuole integrare contabilità e gestione finanziaria -Zoho Books: flessibile e integrato con CRM e altre app di business -Debitoor: semplice, perfetto per freelance e piccole imprese ✅ Consiglio: valuta le funzionalità che ti servono davvero e verifica che il software si integri bene con i tuoi processi aziendali. 2. Automatizzare le attività ripetitive Grazie ai software contabili puoi: -Generare automaticamente le fatture elettroniche -Tenere traccia dei pagamenti e dei solleciti -Gestire scadenze fiscali e scadenze IVA -Creare report e analisi in pochi click Questo ti permette di risparmiare tempo e ridurre gli errori. 3. Tenere aggiornata la contabilità regolarmente Non aspettare la fine dell’anno o la scadenza fiscale: aggiornare la contabilità con frequenza regolare ti aiuta a monitorare la salute finanziaria della tua impresa e a prendere decisioni più consapevoli. 4. Integrare la contabilità con la gestione delle vendite e degli acquisti Un sistema integrato ti consente di avere una visione completa, collegando ordini, fatture, magazzino e flussi di cassa, riducendo il rischio di errori e doppie registrazioni. 5. Formarsi e affidarsi a esperti Anche con software semplici, una formazione di base è utile per sfruttare al massimo le potenzialità dello strumento. Inoltre, una collaborazione periodica con un commercialista o consulente di fiducia rimane importante per garantire conformità e ottimizzazione fiscale. La contabilità smart è alla portata di ogni PMI e può trasformarsi in uno strumento di controllo e crescita. Noi di Impresa.biz siamo qui per consigliarti i migliori software e supportarti nel percorso verso una gestione contabile efficiente e moderna. #ContabilitàSmart #ImpresaBiz #PMI #SoftwareContabile #FatturazioneElettronica #GestioneFinanziaria #DigitalTransformation #ConsigliPMI #BusinessGrowth #Automazione
    0 Commenti 0 Condivisioni 365 Viste 0 Recensioni
  • Bonus, Crediti d’Imposta e Agevolazioni Fiscali: Cosa Cambia nel 2025

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia fondamentale per le PMI rimanere aggiornati sulle opportunità fiscali offerte dalla Legge di Bilancio 2025. Quest’anno, il panorama delle agevolazioni si arricchisce di nuove misure e di modifiche a quelle esistenti, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione, la sostenibilità e la competitività delle imprese italiane.

    Transizione 5.0: Nuove Opportunità per Innovare
    Il Piano Transizione 5.0 è stato potenziato con l’introduzione di nuove aliquote per gli investimenti in beni strumentali:
    -35% per investimenti fino a 10 milioni di euro
    -5% per la quota eccedente, fino a un massimo di 50 milioni di euro per anno per impresa
    Inoltre, è stata introdotta una maggiorazione del 150% per i moduli fotovoltaici avanzati prodotti nell’UE, al fine di incentivare l’adozione di tecnologie energetiche più efficienti .

    Nuovo Patent Box: Detrazione al 110%
    Il regime Patent Box è stato riformato per semplificarne l’applicazione e renderlo più accessibile alle PMI. La detrazione è stata elevata al 110% per le spese relative a ricerca, sviluppo, consulenze e protezione di beni immateriali come brevetti, software e marchi, incentivando così l’innovazione tecnologica e la valorizzazione della proprietà intellettuale .

    Credito d’Imposta ZES: Proroga e Nuove Modalità
    Il credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) è stato prorogato fino al 15 novembre 2025, con un budget complessivo di 2,2 miliardi di euro. Le imprese interessate dovranno inviare due comunicazioni all’Agenzia delle Entrate: una tra il 31 marzo e il 30 maggio 2025, indicando le spese ammissibili sostenute, e una seconda tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025, per confermare l’avvenuta realizzazione degli investimenti .

    IRES Premiale: Aliquota Ridotta al 20%
    Per il periodo d’imposta 2025, l’aliquota IRES è stata ridotta al 20% per le società che rispettano determinati parametri di sostenibilità e occupazione, come:
    -Destinazione a riserva dell’80% degli utili 2024
    -Investimento di almeno il 30% degli utili accantonati in beni strumentali
    -Rispetto di requisiti occupazionali e nuove assunzioni

    Bonus per le Imprese Agricole
    Le imprese agricole giovanili e i giovani imprenditori agricoli under 40 possono beneficiare di un regime fiscale agevolato, con un’imposta sostitutiva del 12,5% sul reddito d’impresa, introdotto dalla Legge n. 36 del 15 marzo 2024 .

    Altre Novità Rilevanti
    Credito d’imposta per la quotazione delle PMI: prorogato fino al 31 dicembre 2027, con un credito d’imposta al 50% delle spese di consulenza sostenute per l’ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione .

    Credito d’imposta per il restauro degli immobili di interesse storico: riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% per le spese sostenute nel 2025, 2026 e 2027 per la manutenzione, protezione o restauro di immobili di interesse storico e artistico .

    Sgravio contributivo per assunzioni di donne vittime di violenza: esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con un limite massimo di 8.000 euro annui, per le assunzioni di donne vittime di violenza nel settore privato .

    Il 2025 offre alle PMI italiane numerose opportunità fiscali per investire in innovazione, sostenibilità e crescita. Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarti nell’individuare le agevolazioni più adatte alla tua impresa e a guidarti nel processo di accesso a tali incentivi.

    #️⃣
    #LeggeDiBilancio2025 #IncentiviFiscali #PMI #CreditoDImposta #Innovazione #Sostenibilità #TransizioneDigitale #ZES #PatentBox #IRESPremiale #AgevolazioniFiscali

    Se desideri una consulenza personalizzata o una guida pratica per accedere a queste agevolazioni, contattaci. Saremo lieti di aiutarti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla Legge di Bilancio 2025.
    Bonus, Crediti d’Imposta e Agevolazioni Fiscali: Cosa Cambia nel 2025 Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia fondamentale per le PMI rimanere aggiornati sulle opportunità fiscali offerte dalla Legge di Bilancio 2025. Quest’anno, il panorama delle agevolazioni si arricchisce di nuove misure e di modifiche a quelle esistenti, con l’obiettivo di stimolare l’innovazione, la sostenibilità e la competitività delle imprese italiane. 🔧 Transizione 5.0: Nuove Opportunità per Innovare Il Piano Transizione 5.0 è stato potenziato con l’introduzione di nuove aliquote per gli investimenti in beni strumentali: -35% per investimenti fino a 10 milioni di euro -5% per la quota eccedente, fino a un massimo di 50 milioni di euro per anno per impresa Inoltre, è stata introdotta una maggiorazione del 150% per i moduli fotovoltaici avanzati prodotti nell’UE, al fine di incentivare l’adozione di tecnologie energetiche più efficienti . 🧪 Nuovo Patent Box: Detrazione al 110% Il regime Patent Box è stato riformato per semplificarne l’applicazione e renderlo più accessibile alle PMI. La detrazione è stata elevata al 110% per le spese relative a ricerca, sviluppo, consulenze e protezione di beni immateriali come brevetti, software e marchi, incentivando così l’innovazione tecnologica e la valorizzazione della proprietà intellettuale . 🏭 Credito d’Imposta ZES: Proroga e Nuove Modalità Il credito d’imposta per gli investimenti nelle Zone Economiche Speciali (ZES) è stato prorogato fino al 15 novembre 2025, con un budget complessivo di 2,2 miliardi di euro. Le imprese interessate dovranno inviare due comunicazioni all’Agenzia delle Entrate: una tra il 31 marzo e il 30 maggio 2025, indicando le spese ammissibili sostenute, e una seconda tra il 18 novembre e il 2 dicembre 2025, per confermare l’avvenuta realizzazione degli investimenti . 🌿 IRES Premiale: Aliquota Ridotta al 20% Per il periodo d’imposta 2025, l’aliquota IRES è stata ridotta al 20% per le società che rispettano determinati parametri di sostenibilità e occupazione, come: -Destinazione a riserva dell’80% degli utili 2024 -Investimento di almeno il 30% degli utili accantonati in beni strumentali -Rispetto di requisiti occupazionali e nuove assunzioni 🧑‍🌾 Bonus per le Imprese Agricole Le imprese agricole giovanili e i giovani imprenditori agricoli under 40 possono beneficiare di un regime fiscale agevolato, con un’imposta sostitutiva del 12,5% sul reddito d’impresa, introdotto dalla Legge n. 36 del 15 marzo 2024 . 📈 Altre Novità Rilevanti Credito d’imposta per la quotazione delle PMI: prorogato fino al 31 dicembre 2027, con un credito d’imposta al 50% delle spese di consulenza sostenute per l’ammissione alla quotazione in un mercato regolamentato o in sistemi multilaterali di negoziazione . Credito d’imposta per il restauro degli immobili di interesse storico: riconosciuto un credito d’imposta pari al 50% per le spese sostenute nel 2025, 2026 e 2027 per la manutenzione, protezione o restauro di immobili di interesse storico e artistico . Sgravio contributivo per assunzioni di donne vittime di violenza: esonero totale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, con un limite massimo di 8.000 euro annui, per le assunzioni di donne vittime di violenza nel settore privato . Il 2025 offre alle PMI italiane numerose opportunità fiscali per investire in innovazione, sostenibilità e crescita. Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarti nell’individuare le agevolazioni più adatte alla tua impresa e a guidarti nel processo di accesso a tali incentivi. #️⃣ #LeggeDiBilancio2025 #IncentiviFiscali #PMI #CreditoDImposta #Innovazione #Sostenibilità #TransizioneDigitale #ZES #PatentBox #IRESPremiale #AgevolazioniFiscali Se desideri una consulenza personalizzata o una guida pratica per accedere a queste agevolazioni, contattaci. Saremo lieti di aiutarti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalla Legge di Bilancio 2025.
    0 Commenti 0 Condivisioni 423 Viste 0 Recensioni
  • Guida pratica alla gestione fiscale per chi vende online
    (Tutto quello che devi sapere per essere in regola e ottimizzare i costi)

    Ciao!
    Gestire la fiscalità è una delle sfide più importanti e, spesso, complicate per chi vende online. Ma con le informazioni giuste e un po’ di organizzazione puoi evitare problemi e concentrarti sulla crescita del tuo business.

    Ecco una guida semplice e pratica.

    1. Apri la Partita IVA adatta
    Se vendi regolarmente prodotti o servizi online, devi aprire una Partita IVA. Puoi scegliere tra diverse forme: regime forfettario, ordinario o altri regimi fiscali, in base al fatturato e alle tue esigenze.

    2. Registra le vendite e le fatture
    Tieni traccia di tutte le transazioni, emetti fatture elettroniche quando necessario e conserva la documentazione in modo ordinato.

    3. Gestisci l’IVA correttamente
    Calcola e versa l’IVA dovuta, ricordando che per vendite a clienti in UE o extra UE ci sono regole specifiche da seguire.

    4. Controlla le spese deducibili
    Puoi detrarre costi legati all’attività come hosting, software, spedizioni e materiali di marketing. Organizza le ricevute per facilitare la dichiarazione dei redditi.

    5. Utilizza software gestionali o consulenti
    Per evitare errori e risparmiare tempo, affidati a software dedicati o a un commercialista esperto in e-commerce.

    6. Rispetta gli obblighi fiscali e contributivi
    Ricorda le scadenze per il pagamento di tasse, contributi INPS e dichiarazioni annuali per evitare sanzioni.

    Affrontare la gestione fiscale con metodo è fondamentale per far crescere il tuo e-commerce in modo sostenibile e sicuro.

    Se vuoi, posso consigliarti professionisti e strumenti utili per la tua attività online. Scrivimi!

    #FiscalitàEcommerce #PartitaIVA #VendereOnline #ImpresaBiz #GestioneFiscale #Ecommerce
    Guida pratica alla gestione fiscale per chi vende online (Tutto quello che devi sapere per essere in regola e ottimizzare i costi) Ciao! Gestire la fiscalità è una delle sfide più importanti e, spesso, complicate per chi vende online. Ma con le informazioni giuste e un po’ di organizzazione puoi evitare problemi e concentrarti sulla crescita del tuo business. Ecco una guida semplice e pratica. 1. Apri la Partita IVA adatta Se vendi regolarmente prodotti o servizi online, devi aprire una Partita IVA. Puoi scegliere tra diverse forme: regime forfettario, ordinario o altri regimi fiscali, in base al fatturato e alle tue esigenze. 2. Registra le vendite e le fatture Tieni traccia di tutte le transazioni, emetti fatture elettroniche quando necessario e conserva la documentazione in modo ordinato. 3. Gestisci l’IVA correttamente Calcola e versa l’IVA dovuta, ricordando che per vendite a clienti in UE o extra UE ci sono regole specifiche da seguire. 4. Controlla le spese deducibili Puoi detrarre costi legati all’attività come hosting, software, spedizioni e materiali di marketing. Organizza le ricevute per facilitare la dichiarazione dei redditi. 5. Utilizza software gestionali o consulenti Per evitare errori e risparmiare tempo, affidati a software dedicati o a un commercialista esperto in e-commerce. 6. Rispetta gli obblighi fiscali e contributivi Ricorda le scadenze per il pagamento di tasse, contributi INPS e dichiarazioni annuali per evitare sanzioni. Affrontare la gestione fiscale con metodo è fondamentale per far crescere il tuo e-commerce in modo sostenibile e sicuro. Se vuoi, posso consigliarti professionisti e strumenti utili per la tua attività online. Scrivimi! #FiscalitàEcommerce #PartitaIVA #VendereOnline #ImpresaBiz #GestioneFiscale #Ecommerce
    0 Commenti 0 Condivisioni 316 Viste 0 Recensioni
  • Influencer sì, ma con Partita IVA: come mi sono organizzata legalmente e fiscalmente”
    (Guida pratica per creator che vogliono mettersi in regola e dormire sonni tranquilli)

    Non vivo “solo” di foto, reel e codici sconto: dietro la mia attività c’è un’organizzazione precisa — e anche una Partita IVA.

    Oggi voglio raccontarti come mi sono inquadrata fiscalmente, cosa ho imparato e quali consigli darei a chi sta per trasformare la propria presenza online in un vero lavoro.

    Spoiler: è più semplice (e meno spaventoso) di quanto sembra, se sai da dove partire.

    Perché ho aperto la Partita IVA
    Quando ho cominciato a ricevere le prime collaborazioni pagate, mi sono trovata davanti alla classica domanda:
    “Posso farmi pagare senza partita IVA?”

    All’inizio, sì, si può usare la prestazione occasionale (entro 5.000 € lordi/anno).
    Ma appena ho superato quella soglia, o ho iniziato a collaborare con brand in modo ricorrente, è stato necessario aprire la P. IVA.

    Farlo è stato un passaggio importante: mi ha permesso di lavorare in modo professionale, emettere fatture, avere accesso a clienti più seri e, soprattutto, sentirmi davvero un’imprenditrice digitale.

    Che inquadramento ho scelto
    Come influencer, la forma più semplice e adatta a chi inizia è:

    → Lavoratore autonomo con regime forfettario
    Ecco perché:
    -Aliquota agevolata al 5% (per i primi 5 anni) se rispetti alcuni requisiti
    -Semplificazioni contabili (niente IVA, niente bilancio)
    -Adatto a chi fattura fino a 85.000 €/anno
    -Contributi INPS solo se iscrittə alla Gestione Separata (come nel mio caso)

    Io ho aperto con codice ATECO 73.11.02 (“Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”), che è il più usato per chi fa influencer marketing o content creation.

    Come mi sono organizzata
    1. Mi sono affidata a un commercialista esperto di digitale
    Fondamentale: non tutti i consulenti conoscono il nostro mondo! Io ho trovato uno studio abituato a lavorare con freelance, creator e startup.

    2. Uso strumenti digitali per semplificare tutto
    -Fatturazione elettronica: con servizi semplici come Fiscozen, Taxfix, Aruba o piattaforme integrate
    -Contabilità light: carico tutto online, con promemoria per scadenze e versamenti
    -Agenda fiscale: ho un file dove tengo tutto segnato (fatture emesse, spese deducibili, date importanti)

    3. Tengo traccia anche dei prodotti ricevuti gratuitamente
    Sì, se ricevi beni in cambio di visibilità, valgono come compenso e vanno dichiarati. È un punto che molti ignorano ma che il fisco considera importante.

    Errori che ho evitato (o imparato a correggere)
    -Pensare “tanto sono solo contenuti su Instagram” → No, è un’attività economica vera e propria
    -Fatturare a brand esteri senza conoscere le regole → Serve iscrizione al VIES e codice destinatario per l’estero
    -Non mettere da parte i soldi per tasse e INPS → Ora accantono ogni mese circa il 25–30% di ciò che incasso

    I vantaggi (oltre alla tranquillità fiscale)
    -Posso collaborare con aziende più strutturate
    -Accedo a bandi, finanziamenti e strumenti per partite IVA
    -Mi sento più credibile e autorevole nel mio settore
    -Ho separato vita privata e professionale in modo più chiaro

    Aprire la Partita IVA come influencer o creator è un passo necessario se vuoi crescere davvero nel digitale.
    Non devi sapere tutto da subito, ma è fondamentale essere in regola, avere un commercialista di fiducia e gestire la tua attività come un business vero — perché lo è.

    Se ti serve una guida su come partire, quali codici ATECO valutare, o se vuoi capire se il regime forfettario fa per te, scrivimi: ci sono passata anch’io.

    #PartitaIVA #CreatorBusiness #InfluencerProfessionista #RegimeForfettario #MarketingDigitale #FreelanceLife #ImpresaDigitale #ImpresaBiz

    Influencer sì, ma con Partita IVA: come mi sono organizzata legalmente e fiscalmente” (Guida pratica per creator che vogliono mettersi in regola e dormire sonni tranquilli) Non vivo “solo” di foto, reel e codici sconto: dietro la mia attività c’è un’organizzazione precisa — e anche una Partita IVA. Oggi voglio raccontarti come mi sono inquadrata fiscalmente, cosa ho imparato e quali consigli darei a chi sta per trasformare la propria presenza online in un vero lavoro. Spoiler: è più semplice (e meno spaventoso) di quanto sembra, se sai da dove partire. 💼 Perché ho aperto la Partita IVA Quando ho cominciato a ricevere le prime collaborazioni pagate, mi sono trovata davanti alla classica domanda: “Posso farmi pagare senza partita IVA?” All’inizio, sì, si può usare la prestazione occasionale (entro 5.000 € lordi/anno). Ma appena ho superato quella soglia, o ho iniziato a collaborare con brand in modo ricorrente, è stato necessario aprire la P. IVA. 👉 Farlo è stato un passaggio importante: mi ha permesso di lavorare in modo professionale, emettere fatture, avere accesso a clienti più seri e, soprattutto, sentirmi davvero un’imprenditrice digitale. 📝 Che inquadramento ho scelto Come influencer, la forma più semplice e adatta a chi inizia è: → Lavoratore autonomo con regime forfettario Ecco perché: -Aliquota agevolata al 5% (per i primi 5 anni) se rispetti alcuni requisiti -Semplificazioni contabili (niente IVA, niente bilancio) -Adatto a chi fattura fino a 85.000 €/anno -Contributi INPS solo se iscrittə alla Gestione Separata (come nel mio caso) 💡 Io ho aperto con codice ATECO 73.11.02 (“Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari”), che è il più usato per chi fa influencer marketing o content creation. 👩‍💻 Come mi sono organizzata 1. Mi sono affidata a un commercialista esperto di digitale Fondamentale: non tutti i consulenti conoscono il nostro mondo! Io ho trovato uno studio abituato a lavorare con freelance, creator e startup. 2. Uso strumenti digitali per semplificare tutto -Fatturazione elettronica: con servizi semplici come Fiscozen, Taxfix, Aruba o piattaforme integrate -Contabilità light: carico tutto online, con promemoria per scadenze e versamenti -Agenda fiscale: ho un file dove tengo tutto segnato (fatture emesse, spese deducibili, date importanti) 3. Tengo traccia anche dei prodotti ricevuti gratuitamente Sì, se ricevi beni in cambio di visibilità, valgono come compenso e vanno dichiarati. È un punto che molti ignorano ma che il fisco considera importante. ⚠️ Errori che ho evitato (o imparato a correggere) -Pensare “tanto sono solo contenuti su Instagram” → No, è un’attività economica vera e propria -Fatturare a brand esteri senza conoscere le regole → Serve iscrizione al VIES e codice destinatario per l’estero -Non mettere da parte i soldi per tasse e INPS → Ora accantono ogni mese circa il 25–30% di ciò che incasso ✨ I vantaggi (oltre alla tranquillità fiscale) -Posso collaborare con aziende più strutturate -Accedo a bandi, finanziamenti e strumenti per partite IVA -Mi sento più credibile e autorevole nel mio settore -Ho separato vita privata e professionale in modo più chiaro 🔚Aprire la Partita IVA come influencer o creator è un passo necessario se vuoi crescere davvero nel digitale. Non devi sapere tutto da subito, ma è fondamentale essere in regola, avere un commercialista di fiducia e gestire la tua attività come un business vero — perché lo è. Se ti serve una guida su come partire, quali codici ATECO valutare, o se vuoi capire se il regime forfettario fa per te, scrivimi: ci sono passata anch’io. #PartitaIVA #CreatorBusiness #InfluencerProfessionista #RegimeForfettario #MarketingDigitale #FreelanceLife #ImpresaDigitale #ImpresaBiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 445 Viste 0 Recensioni
  • Come ho imparato a monetizzare il mio talento online (e come puoi farlo anche tu, freelance o imprenditore)

    Ciao!
    Sono Vera, influencer, content creator e consulente digitale. In questo articolo voglio condividere con te strategie pratiche per monetizzare davvero il tuo talento – che tu sia un creator, un freelance, o un piccolo imprenditore.
    Perché oggi, emergere online non è più un’opzione: è la base.

    E ti assicuro che non servono milioni di follower, ma piuttosto visione, strategia e autenticità.

    1. Parti da ciò che ti rende unico (sì, anche nel business)
    Quando ho iniziato, postavo di tutto. Poi ho capito: meno è meglio.
    Se sei un freelance o hai una microimpresa, la tua forza è la specializzazione.
    Fai una cosa, falla bene, e raccontala nel modo giusto. Sei un fotografo, un coach, un artigiano, un consulente fiscale? Fai emergere quella competenza specifica che ti distingue e raccontala con costanza.
    Consiglio pratico: individua 3 pilastri tematici su cui costruire contenuti settimanali. Questo ti aiuterà a non disperderti e a essere riconoscibile.

    2. Trasforma i contenuti in strumenti di fiducia
    Io non ho mai venduto subito: ho prima costruito fiducia.
    Se sei un freelance, fare educazione al tuo servizio è fondamentale. Crea contenuti utili che risolvano piccoli problemi: mini-guide, video-tutorial, “prima/dopo”, risposte alle domande frequenti.
    Esempio: sei un avvocato? Spiega in modo semplice un contratto tipo. Sei un massaggiatore? Dai consigli per la postura in smart working. Le persone tornano dove trovano valore gratuito prima di comprare.

    3. Personal branding: diventa riconoscibile (non perfetto)
    Chi compra da me, lo fa perché si fida di me, non solo del prodotto.
    Anche tu puoi fare lo stesso. Non nasconderti dietro un logo: metti la faccia, racconta il dietro le quinte, mostra il tuo percorso.
    Il tuo brand personale è un asset potentissimo, anche se hai un negozio, uno studio, o lavori da casa.
    Consiglio extra: usa storie, Reels o dirette per mostrare chi sei, non solo cosa fai.

    4. Diversifica: non solo clienti, anche prodotti digitali
    Quando ho iniziato a monetizzare, i guadagni arrivavano solo dalle collaborazioni. Poi ho capito: posso creare prodotti miei.
    Se sei un freelance o un imprenditore, considera di affiancare al tuo servizio:
    -un ebook (es. guida pratica, lista di strumenti)
    -un videocorso o workshop
    -una consulenza individuale premium
    -un prodotto fisico o kit digitale
    Così non sei legatə solo al tempo che puoi vendere.

    5. Non dipendere solo dai social: crea il tuo ecosistema
    Instagram può chiudere domani. Il tuo sito no. La tua mailing list nemmeno.
    Io ho costruito una newsletter, un sito e un piccolo funnel automatizzato per vendere le mie guide.
    Anche tu puoi farlo, e non servono strumenti costosi: bastano Canva, Notion, un tool di email marketing (es. MailerLite o Brevo) e tanta voglia di imparare.

    Sia che tu voglia fare l’influencer, lanciare un brand, o far crescere la tua attività di consulente o artigiano, hai bisogno di comunicare bene chi sei, cosa offri, e perché sceglierti.
    Monetizzare non è una magia: è un processo. Ma se ti ci metti con metodo, può diventare realtà.

    #MonetizzaIlTuoTalento #ImprenditoriaDigitale #FreelanceLife #StrategiaSocial #PersonalBranding #PiccoleImpreseOnline #BusinessConsapevole #LavorareConIContenuti #MarketingUmano #ImpresaBiz
    Come ho imparato a monetizzare il mio talento online (e come puoi farlo anche tu, freelance o imprenditore) Ciao! Sono Vera, influencer, content creator e consulente digitale. In questo articolo voglio condividere con te strategie pratiche per monetizzare davvero il tuo talento – che tu sia un creator, un freelance, o un piccolo imprenditore. Perché oggi, emergere online non è più un’opzione: è la base. E ti assicuro che non servono milioni di follower, ma piuttosto visione, strategia e autenticità. 1. Parti da ciò che ti rende unico (sì, anche nel business) Quando ho iniziato, postavo di tutto. Poi ho capito: meno è meglio. Se sei un freelance o hai una microimpresa, la tua forza è la specializzazione. Fai una cosa, falla bene, e raccontala nel modo giusto. Sei un fotografo, un coach, un artigiano, un consulente fiscale? Fai emergere quella competenza specifica che ti distingue e raccontala con costanza. ✅ Consiglio pratico: individua 3 pilastri tematici su cui costruire contenuti settimanali. Questo ti aiuterà a non disperderti e a essere riconoscibile. 2. Trasforma i contenuti in strumenti di fiducia Io non ho mai venduto subito: ho prima costruito fiducia. Se sei un freelance, fare educazione al tuo servizio è fondamentale. Crea contenuti utili che risolvano piccoli problemi: mini-guide, video-tutorial, “prima/dopo”, risposte alle domande frequenti. ✅ Esempio: sei un avvocato? Spiega in modo semplice un contratto tipo. Sei un massaggiatore? Dai consigli per la postura in smart working. Le persone tornano dove trovano valore gratuito prima di comprare. 3. Personal branding: diventa riconoscibile (non perfetto) Chi compra da me, lo fa perché si fida di me, non solo del prodotto. Anche tu puoi fare lo stesso. Non nasconderti dietro un logo: metti la faccia, racconta il dietro le quinte, mostra il tuo percorso. Il tuo brand personale è un asset potentissimo, anche se hai un negozio, uno studio, o lavori da casa. ✅ Consiglio extra: usa storie, Reels o dirette per mostrare chi sei, non solo cosa fai. 4. Diversifica: non solo clienti, anche prodotti digitali Quando ho iniziato a monetizzare, i guadagni arrivavano solo dalle collaborazioni. Poi ho capito: posso creare prodotti miei. Se sei un freelance o un imprenditore, considera di affiancare al tuo servizio: -un ebook (es. guida pratica, lista di strumenti) -un videocorso o workshop -una consulenza individuale premium -un prodotto fisico o kit digitale Così non sei legatə solo al tempo che puoi vendere. 5. Non dipendere solo dai social: crea il tuo ecosistema Instagram può chiudere domani. Il tuo sito no. La tua mailing list nemmeno. Io ho costruito una newsletter, un sito e un piccolo funnel automatizzato per vendere le mie guide. Anche tu puoi farlo, e non servono strumenti costosi: bastano Canva, Notion, un tool di email marketing (es. MailerLite o Brevo) e tanta voglia di imparare. Sia che tu voglia fare l’influencer, lanciare un brand, o far crescere la tua attività di consulente o artigiano, hai bisogno di comunicare bene chi sei, cosa offri, e perché sceglierti. Monetizzare non è una magia: è un processo. Ma se ti ci metti con metodo, può diventare realtà. #MonetizzaIlTuoTalento #ImprenditoriaDigitale #FreelanceLife #StrategiaSocial #PersonalBranding #PiccoleImpreseOnline #BusinessConsapevole #LavorareConIContenuti #MarketingUmano #ImpresaBiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 297 Viste 0 Recensioni
  • Marketplace e fisco: chi paga le tasse e come

    Quando ho iniziato a vendere su marketplace come Amazon, eBay o altri, una delle prime domande che mi sono posto è stata: chi deve pagare le tasse? La risposta non è sempre scontata, e per evitare problemi con il fisco ho deciso di informarmi bene e organizzarmi al meglio.

    Venditore o marketplace: chi è responsabile?
    In generale, la responsabilità fiscale ricade sul venditore. Questo significa che, anche se vendo tramite una piattaforma di terze parti, sono io a dover dichiarare i ricavi e pagare le imposte sui redditi e l’IVA. Il marketplace, invece, agisce da intermediario e fornisce solo il canale di vendita.

    Tuttavia, con l’introduzione del Marketplace Facilitator, in alcuni Paesi e situazioni il marketplace può essere considerato responsabile della raccolta e del versamento dell’IVA sulle vendite effettuate.

    Come gestisco l’IVA su marketplace
    Nel mio caso, la situazione più comune è questa:
    -Per le vendite in Italia, applico l’IVA italiana e la versamento regolarmente.
    -Per le vendite intra-UE a consumatori privati, se supero la soglia di 10.000 euro, uso il regime OSS per semplificare la gestione dell’IVA.
    -Per le vendite a clienti extra-UE, le esportazioni sono generalmente esenti da IVA, ma devono essere documentate correttamente.
    Il marketplace, in alcuni casi, può emettere fattura o fornire documenti riepilogativi, ma è mia cura mantenere una contabilità precisa.

    Dichiarazioni e adempimenti fiscali
    Come venditore su marketplace, devo:
    Tenere traccia delle vendite e delle commissioni addebitate dal marketplace,
    -Emissione di fatture se richiesta (alcuni marketplace lo fanno automaticamente),
    -Inserire i dati nei registri IVA e dichiarare i redditi in sede fiscale.
    Inoltre, è importante conservare tutta la documentazione per eventuali controlli.

    Le novità per il 2025: la digitalizzazione fiscale
    Dal 2025, in Italia si prevede l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per le vendite tramite marketplace e piattaforme digitali, con controlli più serrati e tracciabilità completa.

    Sto già adeguando il mio sistema gestionale per non rischiare sanzioni e per rendere tutto più trasparente.

    Conclusione
    Vendere su marketplace apre grandi opportunità, ma richiede attenzione anche agli aspetti fiscali. La regola d’oro per me è stata informarmi, organizzarmi e usare strumenti digitali per gestire correttamente le tasse. Così posso concentrarmi sulle vendite, senza sorprese.

    #Marketplace #FiscoEcommerce #TasseVenditeOnline #IVA #MarketplaceFacilitator #FiscalitàDigitale #EcommerceItaly #GestioneFiscale #VendereOnline #ImpresaDigitale
    Marketplace e fisco: chi paga le tasse e come Quando ho iniziato a vendere su marketplace come Amazon, eBay o altri, una delle prime domande che mi sono posto è stata: chi deve pagare le tasse? La risposta non è sempre scontata, e per evitare problemi con il fisco ho deciso di informarmi bene e organizzarmi al meglio. Venditore o marketplace: chi è responsabile? In generale, la responsabilità fiscale ricade sul venditore. Questo significa che, anche se vendo tramite una piattaforma di terze parti, sono io a dover dichiarare i ricavi e pagare le imposte sui redditi e l’IVA. Il marketplace, invece, agisce da intermediario e fornisce solo il canale di vendita. Tuttavia, con l’introduzione del Marketplace Facilitator, in alcuni Paesi e situazioni il marketplace può essere considerato responsabile della raccolta e del versamento dell’IVA sulle vendite effettuate. Come gestisco l’IVA su marketplace Nel mio caso, la situazione più comune è questa: -Per le vendite in Italia, applico l’IVA italiana e la versamento regolarmente. -Per le vendite intra-UE a consumatori privati, se supero la soglia di 10.000 euro, uso il regime OSS per semplificare la gestione dell’IVA. -Per le vendite a clienti extra-UE, le esportazioni sono generalmente esenti da IVA, ma devono essere documentate correttamente. Il marketplace, in alcuni casi, può emettere fattura o fornire documenti riepilogativi, ma è mia cura mantenere una contabilità precisa. Dichiarazioni e adempimenti fiscali Come venditore su marketplace, devo: Tenere traccia delle vendite e delle commissioni addebitate dal marketplace, -Emissione di fatture se richiesta (alcuni marketplace lo fanno automaticamente), -Inserire i dati nei registri IVA e dichiarare i redditi in sede fiscale. Inoltre, è importante conservare tutta la documentazione per eventuali controlli. Le novità per il 2025: la digitalizzazione fiscale Dal 2025, in Italia si prevede l’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche per le vendite tramite marketplace e piattaforme digitali, con controlli più serrati e tracciabilità completa. Sto già adeguando il mio sistema gestionale per non rischiare sanzioni e per rendere tutto più trasparente. Conclusione Vendere su marketplace apre grandi opportunità, ma richiede attenzione anche agli aspetti fiscali. La regola d’oro per me è stata informarmi, organizzarmi e usare strumenti digitali per gestire correttamente le tasse. Così posso concentrarmi sulle vendite, senza sorprese. #Marketplace #FiscoEcommerce #TasseVenditeOnline #IVA #MarketplaceFacilitator #FiscalitàDigitale #EcommerceItaly #GestioneFiscale #VendereOnline #ImpresaDigitale
    0 Commenti 0 Condivisioni 434 Viste 0 Recensioni
  • Come gestire le tasse e le normative per e-commerce internazionali

    Quando ho deciso di vendere all’estero con il mio e-commerce, sapevo che avrei affrontato ostacoli tecnici e logistici. Ma ciò che si è rivelato più complesso, e al tempo stesso essenziale da padroneggiare, è stata la gestione delle tasse e delle normative internazionali. Ogni Paese ha le sue regole, e non conoscerle può significare errori costosi o, peggio, sanzioni.

    Le principali complessità fiscali che ho affrontato
    1. IVA e soglie di registrazione nei Paesi UE
    Con il nuovo regime OSS (One Stop Shop), ho potuto semplificare la gestione dell’IVA per le vendite verso consumatori finali in UE. In passato, dovevo registrarmi in ogni singolo Paese al superamento di certe soglie. Oggi, con una sola dichiarazione OSS, posso versare l’IVA a livello europeo… ma solo se sono ben organizzato con software e consulenza fiscale.

    2. Tasse e dazi extra UE
    Fuori dall’Unione Europea le cose si complicano. Ogni Stato ha regole doganali diverse, dazi di importazione, esenzioni e documenti specifici (come fattura commerciale, dichiarazioni doganali, codice HS). Collaboro con uno spedizioniere esperto e uso piattaforme che calcolano automaticamente le imposte per ogni destinazione.

    3. Regole fiscali locali e PE permanente
    In certi Paesi, un’attività ripetuta può far nascere una “stabile organizzazione” fiscale locale. Per evitarlo, valuto attentamente la frequenza delle spedizioni, i magazzini locali e la presenza di rappresentanti o agenti.

    4. Fatturazione e compliance documentale
    Ogni Paese ha requisiti di fatturazione diversi. Alcuni richiedono la lingua locale, altri l’invio di documenti in tempo reale alle autorità. Ho integrato il mio sistema gestionale con software compatibili con i principali standard fiscali europei e internazionali.

    Come ho semplificato la gestione
    -Mi appoggio a un commercialista esperto in fiscalità internazionale
    Un consulente aggiornato è fondamentale per evitare errori strategici o fiscali.
    -Uso software integrati per la gestione multi-Paese
    Ho scelto soluzioni che supportano le normative internazionali e aggiornano automaticamente le aliquote e gli adempimenti.
    -Tengo monitorate le modifiche normative nei mercati chiave
    Uso alert automatici e mi confronto periodicamente con specialisti doganali e fiscali.
    -Comunico in modo trasparente con i clienti esteri
    Segnalo sempre se ci sono possibili costi extra, come dazi o imposte locali non incluse, per evitare controversie.

    Non improvvisare. Gestire la fiscalità internazionale richiede metodo, strumenti giusti e competenze aggiornate. Ma una volta organizzato, puoi vendere serenamente in tutto il mondo, offrendo un servizio professionale e conforme.

    #EcommerceInternazionale #TassazioneDigitale #IVAOSS #NormativeDoganali #FiscalitàInternazionale #ComplianceFiscale #VendereAllEstero #DigitalExport #EcommerceLegale #ImpresaDigitale #RegoleEcommerce
    Come gestire le tasse e le normative per e-commerce internazionali Quando ho deciso di vendere all’estero con il mio e-commerce, sapevo che avrei affrontato ostacoli tecnici e logistici. Ma ciò che si è rivelato più complesso, e al tempo stesso essenziale da padroneggiare, è stata la gestione delle tasse e delle normative internazionali. Ogni Paese ha le sue regole, e non conoscerle può significare errori costosi o, peggio, sanzioni. Le principali complessità fiscali che ho affrontato 1. IVA e soglie di registrazione nei Paesi UE Con il nuovo regime OSS (One Stop Shop), ho potuto semplificare la gestione dell’IVA per le vendite verso consumatori finali in UE. In passato, dovevo registrarmi in ogni singolo Paese al superamento di certe soglie. Oggi, con una sola dichiarazione OSS, posso versare l’IVA a livello europeo… ma solo se sono ben organizzato con software e consulenza fiscale. 2. Tasse e dazi extra UE Fuori dall’Unione Europea le cose si complicano. Ogni Stato ha regole doganali diverse, dazi di importazione, esenzioni e documenti specifici (come fattura commerciale, dichiarazioni doganali, codice HS). Collaboro con uno spedizioniere esperto e uso piattaforme che calcolano automaticamente le imposte per ogni destinazione. 3. Regole fiscali locali e PE permanente In certi Paesi, un’attività ripetuta può far nascere una “stabile organizzazione” fiscale locale. Per evitarlo, valuto attentamente la frequenza delle spedizioni, i magazzini locali e la presenza di rappresentanti o agenti. 4. Fatturazione e compliance documentale Ogni Paese ha requisiti di fatturazione diversi. Alcuni richiedono la lingua locale, altri l’invio di documenti in tempo reale alle autorità. Ho integrato il mio sistema gestionale con software compatibili con i principali standard fiscali europei e internazionali. Come ho semplificato la gestione -Mi appoggio a un commercialista esperto in fiscalità internazionale Un consulente aggiornato è fondamentale per evitare errori strategici o fiscali. -Uso software integrati per la gestione multi-Paese Ho scelto soluzioni che supportano le normative internazionali e aggiornano automaticamente le aliquote e gli adempimenti. -Tengo monitorate le modifiche normative nei mercati chiave Uso alert automatici e mi confronto periodicamente con specialisti doganali e fiscali. -Comunico in modo trasparente con i clienti esteri Segnalo sempre se ci sono possibili costi extra, come dazi o imposte locali non incluse, per evitare controversie. Non improvvisare. Gestire la fiscalità internazionale richiede metodo, strumenti giusti e competenze aggiornate. Ma una volta organizzato, puoi vendere serenamente in tutto il mondo, offrendo un servizio professionale e conforme. #EcommerceInternazionale #TassazioneDigitale #IVAOSS #NormativeDoganali #FiscalitàInternazionale #ComplianceFiscale #VendereAllEstero #DigitalExport #EcommerceLegale #ImpresaDigitale #RegoleEcommerce
    0 Commenti 0 Condivisioni 410 Viste 0 Recensioni
Altri risultati
Sponsorizzato
adv cerca