• Essere influencer e mamma/imprenditrice/studentessa: come bilanciare tutto

    C’è una domanda che mi fanno spesso: "Come fai a fare tutto?"
    La verità? Non faccio tutto. Faccio il meglio che posso, ogni giorno, cercando equilibrio tra le mille versioni di me stessa: influencer, mamma, imprenditrice(o studentessa).

    In questo articolo non troverai formule magiche, ma strategie vere che uso per non perdermi e per restare centrata. Perché sì, si può costruire una presenza online credibile senza rinunciare a tutto il resto.

    1. Pianifico in blocchi (ma non in gabbie)
    Divido la settimana in blocchi: contenuti, lavoro, famiglia, studio, me-time. Non sempre va tutto secondo i piani, ma avere una mappa mi aiuta a gestire le priorità, non solo a rincorrerle.

    Uso Notion o Google Calendar e mi do margini di flessibilità. Se salta un post, respiro. Non è la fine del mondo.

    2. Elimino il multitasking tossico
    Ho capito (a forza di errori) che fare tutto insieme = fare tutto male. Quando sto con mio figlio, non rispondo alle email. Quando scrivo, tolgo le notifiche. Quando studio, metto il telefono in un’altra stanza.
    Poco alla volta, ma con presenza.

    3. Rendo la mia vita parte del contenuto, non ostacolo
    Non nascondo le mie giornate incasinate. Le racconto. Se faccio fatica a creare contenuti, ne parlo. Se mio figlio mi interrompe mentre registro, lo includo.
    Essere autentica mi ha avvicinato di più alla mia community di quanto abbia mai fatto un feed perfetto.

    4. Automatizzo e delego (appena posso)
    Uso strumenti per programmare i post, template per le caption, automazioni per rispondere alle FAQ.
    E quando posso permettermi un aiuto (social assistant, babysitter, freelance per i montaggi), lo chiedo. Fare tutto da sola non è un trofeo.

    5. Mi do il permesso di non performare sempre
    Non sono una macchina da contenuti. Ho imparato che fermarmi è parte del lavoro, non una sconfitta. Un giorno offline può essere più utile di un reel virale se serve a ricaricarmi.

    Essere influencer nel 2025 significa gestire una micro-impresa personale. E se, come me, sei anche mamma, studentessa o imprenditrice, sappi questo: non si tratta di fare tutto perfettamente, ma di fare spazio a tutto ciò che conta, a modo tuo.

    Ogni identità che vivi ti arricchisce, non ti limita. E quella complessità è esattamente ciò che ti rende autentica.

    #InfluencerRealLife #PersonalBranding #EquilibrioDigitale #DonneCheFannoImpresa #ImpresaDigitale #ImpresaBiz #MammaInfluencer #StudentessaInfluencer

    🤹‍♀️ Essere influencer e mamma/imprenditrice/studentessa: come bilanciare tutto C’è una domanda che mi fanno spesso: "Come fai a fare tutto?" La verità? Non faccio tutto. Faccio il meglio che posso, ogni giorno, cercando equilibrio tra le mille versioni di me stessa: influencer, mamma, imprenditrice(o studentessa). In questo articolo non troverai formule magiche, ma strategie vere che uso per non perdermi e per restare centrata. Perché sì, si può costruire una presenza online credibile senza rinunciare a tutto il resto. 📅 1. Pianifico in blocchi (ma non in gabbie) Divido la settimana in blocchi: contenuti, lavoro, famiglia, studio, me-time. Non sempre va tutto secondo i piani, ma avere una mappa mi aiuta a gestire le priorità, non solo a rincorrerle. Uso Notion o Google Calendar e mi do margini di flessibilità. Se salta un post, respiro. Non è la fine del mondo. 🧠 2. Elimino il multitasking tossico Ho capito (a forza di errori) che fare tutto insieme = fare tutto male. Quando sto con mio figlio, non rispondo alle email. Quando scrivo, tolgo le notifiche. Quando studio, metto il telefono in un’altra stanza. Poco alla volta, ma con presenza. 📸 3. Rendo la mia vita parte del contenuto, non ostacolo Non nascondo le mie giornate incasinate. Le racconto. Se faccio fatica a creare contenuti, ne parlo. Se mio figlio mi interrompe mentre registro, lo includo. Essere autentica mi ha avvicinato di più alla mia community di quanto abbia mai fatto un feed perfetto. 🧩 4. Automatizzo e delego (appena posso) Uso strumenti per programmare i post, template per le caption, automazioni per rispondere alle FAQ. E quando posso permettermi un aiuto (social assistant, babysitter, freelance per i montaggi), lo chiedo. Fare tutto da sola non è un trofeo. ❤️ 5. Mi do il permesso di non performare sempre Non sono una macchina da contenuti. Ho imparato che fermarmi è parte del lavoro, non una sconfitta. Un giorno offline può essere più utile di un reel virale se serve a ricaricarmi. ✅ Essere influencer nel 2025 significa gestire una micro-impresa personale. E se, come me, sei anche mamma, studentessa o imprenditrice, sappi questo: non si tratta di fare tutto perfettamente, ma di fare spazio a tutto ciò che conta, a modo tuo. Ogni identità che vivi ti arricchisce, non ti limita. E quella complessità è esattamente ciò che ti rende autentica. #InfluencerRealLife #PersonalBranding #EquilibrioDigitale #DonneCheFannoImpresa #ImpresaDigitale #ImpresaBiz #MammaInfluencer #StudentessaInfluencer
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  • Ansia da prestazione e social: come trovare equilibrio tra visibilità e benessere

    Lavorare sui social è una grande opportunità, ma anche un terreno fragile. Non lo dico per spaventare, ma per onestà. Perché se da fuori tutto può sembrare leggero e scintillante – follower, like, storie, collaborazioni – dentro spesso si nasconde un peso silenzioso: l’ansia da prestazione.

    Io l’ho vissuta, e in parte la vivo ancora. L’urgenza di essere sempre presente, di performare bene, di "funzionare" sui social, può logorare anche la creatività più autentica.

    Sempre online, mai davvero presenti
    Quando il tuo lavoro vive nella visibilità, è facile entrare in un circolo tossico: ti sembra che se non pubblichi perdi terreno, che se non rispondi subito non sei professionale, che se non aggiorni costantemente, le persone ti dimenticheranno.

    Mi sono trovata a postare anche quando non ne avevo voglia, a confrontarmi con gli altri in modo autodistruttivo, a mettere in dubbio il mio valore se un contenuto “non performava”.

    Il risultato? Stanchezza mentale, calo di ispirazione, e quel senso di inadeguatezza che ti fa sentire sempre un passo indietro.

    La visibilità non può valere più del benessere
    Ho capito (con fatica) che non vale la pena sacrificare il proprio equilibrio mentale per restare visibili a tutti i costi. I social sono strumenti di lavoro, sì, ma sono anche ambienti che amplificano tutto: il successo, ma anche le insicurezze.

    Ho imparato a rallentare. A scegliere. A pubblicare solo quando ho qualcosa da dire e l’energia giusta per farlo. Non è facile, soprattutto all’inizio, ma è possibile. E ne vale la pena.

    Cosa mi ha aiutata
    1. Dare un ritmo umano al mio lavoro
    Ho smesso di inseguire il “più è meglio”. Ho creato un piano editoriale sostenibile, con momenti di pausa programmati. Anche il silenzio può essere strategico.
    2. Separare il valore personale dai numeri
    I like non definiscono la mia bravura, né la mia persona. I risultati vanno letti con lucidità, non con emotività.
    3. Curare le fonti di ispirazione
    Ho fatto pulizia nel mio feed: meno paragoni tossici, più contenuti che nutrono. Scelgo chi seguire in base a come mi fa sentire, non solo per moda o numeri.
    4. Chiedere supporto
    Parlarne con altre persone del settore, o anche con un* professionista, mi ha fatto sentire meno sola. L’ansia non si sconfigge da soli.

    Il vero equilibrio
    Oggi cerco (e a volte trovo) un equilibrio diverso: uno in cui posso essere visibile, ma senza svuotarmi. In cui posso lavorare con i social, ma senza farmi definire da essi. In cui la mia voce ha valore anche se ogni tanto tace.

    Se anche tu senti l’ansia da prestazione salire, sappi che non sei solə. E non sei meno professionale se ti prendi cura di te prima dei tuoi post.

    #BenessereDigitale #CreatorLife #AnsiaDaPrestazione #SocialMediaBalance #LavorareOnline #SaluteMentale #AutenticitàOnline #ImparareARallentare #EquilibrioDigitale
    Ansia da prestazione e social: come trovare equilibrio tra visibilità e benessere Lavorare sui social è una grande opportunità, ma anche un terreno fragile. Non lo dico per spaventare, ma per onestà. Perché se da fuori tutto può sembrare leggero e scintillante – follower, like, storie, collaborazioni – dentro spesso si nasconde un peso silenzioso: l’ansia da prestazione. Io l’ho vissuta, e in parte la vivo ancora. L’urgenza di essere sempre presente, di performare bene, di "funzionare" sui social, può logorare anche la creatività più autentica. Sempre online, mai davvero presenti Quando il tuo lavoro vive nella visibilità, è facile entrare in un circolo tossico: ti sembra che se non pubblichi perdi terreno, che se non rispondi subito non sei professionale, che se non aggiorni costantemente, le persone ti dimenticheranno. Mi sono trovata a postare anche quando non ne avevo voglia, a confrontarmi con gli altri in modo autodistruttivo, a mettere in dubbio il mio valore se un contenuto “non performava”. Il risultato? Stanchezza mentale, calo di ispirazione, e quel senso di inadeguatezza che ti fa sentire sempre un passo indietro. La visibilità non può valere più del benessere Ho capito (con fatica) che non vale la pena sacrificare il proprio equilibrio mentale per restare visibili a tutti i costi. I social sono strumenti di lavoro, sì, ma sono anche ambienti che amplificano tutto: il successo, ma anche le insicurezze. Ho imparato a rallentare. A scegliere. A pubblicare solo quando ho qualcosa da dire e l’energia giusta per farlo. Non è facile, soprattutto all’inizio, ma è possibile. E ne vale la pena. Cosa mi ha aiutata 1. Dare un ritmo umano al mio lavoro Ho smesso di inseguire il “più è meglio”. Ho creato un piano editoriale sostenibile, con momenti di pausa programmati. Anche il silenzio può essere strategico. 2. Separare il valore personale dai numeri I like non definiscono la mia bravura, né la mia persona. I risultati vanno letti con lucidità, non con emotività. 3. Curare le fonti di ispirazione Ho fatto pulizia nel mio feed: meno paragoni tossici, più contenuti che nutrono. Scelgo chi seguire in base a come mi fa sentire, non solo per moda o numeri. 4. Chiedere supporto Parlarne con altre persone del settore, o anche con un* professionista, mi ha fatto sentire meno sola. L’ansia non si sconfigge da soli. Il vero equilibrio Oggi cerco (e a volte trovo) un equilibrio diverso: uno in cui posso essere visibile, ma senza svuotarmi. In cui posso lavorare con i social, ma senza farmi definire da essi. In cui la mia voce ha valore anche se ogni tanto tace. Se anche tu senti l’ansia da prestazione salire, sappi che non sei solə. E non sei meno professionale se ti prendi cura di te prima dei tuoi post. #BenessereDigitale #CreatorLife #AnsiaDaPrestazione #SocialMediaBalance #LavorareOnline #SaluteMentale #AutenticitàOnline #ImparareARallentare #EquilibrioDigitale
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