Ansia da prestazione e social: come trovare equilibrio tra visibilità e benessere
Lavorare sui social è una grande opportunità, ma anche un terreno fragile. Non lo dico per spaventare, ma per onestà. Perché se da fuori tutto può sembrare leggero e scintillante – follower, like, storie, collaborazioni – dentro spesso si nasconde un peso silenzioso: l’ansia da prestazione.
Io l’ho vissuta, e in parte la vivo ancora. L’urgenza di essere sempre presente, di performare bene, di "funzionare" sui social, può logorare anche la creatività più autentica.
Sempre online, mai davvero presenti
Quando il tuo lavoro vive nella visibilità, è facile entrare in un circolo tossico: ti sembra che se non pubblichi perdi terreno, che se non rispondi subito non sei professionale, che se non aggiorni costantemente, le persone ti dimenticheranno.
Mi sono trovata a postare anche quando non ne avevo voglia, a confrontarmi con gli altri in modo autodistruttivo, a mettere in dubbio il mio valore se un contenuto “non performava”.
Il risultato? Stanchezza mentale, calo di ispirazione, e quel senso di inadeguatezza che ti fa sentire sempre un passo indietro.
La visibilità non può valere più del benessere
Ho capito (con fatica) che non vale la pena sacrificare il proprio equilibrio mentale per restare visibili a tutti i costi. I social sono strumenti di lavoro, sì, ma sono anche ambienti che amplificano tutto: il successo, ma anche le insicurezze.
Ho imparato a rallentare. A scegliere. A pubblicare solo quando ho qualcosa da dire e l’energia giusta per farlo. Non è facile, soprattutto all’inizio, ma è possibile. E ne vale la pena.
Cosa mi ha aiutata
1. Dare un ritmo umano al mio lavoro
Ho smesso di inseguire il “più è meglio”. Ho creato un piano editoriale sostenibile, con momenti di pausa programmati. Anche il silenzio può essere strategico.
2. Separare il valore personale dai numeri
I like non definiscono la mia bravura, né la mia persona. I risultati vanno letti con lucidità, non con emotività.
3. Curare le fonti di ispirazione
Ho fatto pulizia nel mio feed: meno paragoni tossici, più contenuti che nutrono. Scelgo chi seguire in base a come mi fa sentire, non solo per moda o numeri.
4. Chiedere supporto
Parlarne con altre persone del settore, o anche con un* professionista, mi ha fatto sentire meno sola. L’ansia non si sconfigge da soli.
Il vero equilibrio
Oggi cerco (e a volte trovo) un equilibrio diverso: uno in cui posso essere visibile, ma senza svuotarmi. In cui posso lavorare con i social, ma senza farmi definire da essi. In cui la mia voce ha valore anche se ogni tanto tace.
Se anche tu senti l’ansia da prestazione salire, sappi che non sei solə. E non sei meno professionale se ti prendi cura di te prima dei tuoi post.
#BenessereDigitale #CreatorLife #AnsiaDaPrestazione #SocialMediaBalance #LavorareOnline #SaluteMentale #AutenticitàOnline #ImparareARallentare #EquilibrioDigitale
Lavorare sui social è una grande opportunità, ma anche un terreno fragile. Non lo dico per spaventare, ma per onestà. Perché se da fuori tutto può sembrare leggero e scintillante – follower, like, storie, collaborazioni – dentro spesso si nasconde un peso silenzioso: l’ansia da prestazione.
Io l’ho vissuta, e in parte la vivo ancora. L’urgenza di essere sempre presente, di performare bene, di "funzionare" sui social, può logorare anche la creatività più autentica.
Sempre online, mai davvero presenti
Quando il tuo lavoro vive nella visibilità, è facile entrare in un circolo tossico: ti sembra che se non pubblichi perdi terreno, che se non rispondi subito non sei professionale, che se non aggiorni costantemente, le persone ti dimenticheranno.
Mi sono trovata a postare anche quando non ne avevo voglia, a confrontarmi con gli altri in modo autodistruttivo, a mettere in dubbio il mio valore se un contenuto “non performava”.
Il risultato? Stanchezza mentale, calo di ispirazione, e quel senso di inadeguatezza che ti fa sentire sempre un passo indietro.
La visibilità non può valere più del benessere
Ho capito (con fatica) che non vale la pena sacrificare il proprio equilibrio mentale per restare visibili a tutti i costi. I social sono strumenti di lavoro, sì, ma sono anche ambienti che amplificano tutto: il successo, ma anche le insicurezze.
Ho imparato a rallentare. A scegliere. A pubblicare solo quando ho qualcosa da dire e l’energia giusta per farlo. Non è facile, soprattutto all’inizio, ma è possibile. E ne vale la pena.
Cosa mi ha aiutata
1. Dare un ritmo umano al mio lavoro
Ho smesso di inseguire il “più è meglio”. Ho creato un piano editoriale sostenibile, con momenti di pausa programmati. Anche il silenzio può essere strategico.
2. Separare il valore personale dai numeri
I like non definiscono la mia bravura, né la mia persona. I risultati vanno letti con lucidità, non con emotività.
3. Curare le fonti di ispirazione
Ho fatto pulizia nel mio feed: meno paragoni tossici, più contenuti che nutrono. Scelgo chi seguire in base a come mi fa sentire, non solo per moda o numeri.
4. Chiedere supporto
Parlarne con altre persone del settore, o anche con un* professionista, mi ha fatto sentire meno sola. L’ansia non si sconfigge da soli.
Il vero equilibrio
Oggi cerco (e a volte trovo) un equilibrio diverso: uno in cui posso essere visibile, ma senza svuotarmi. In cui posso lavorare con i social, ma senza farmi definire da essi. In cui la mia voce ha valore anche se ogni tanto tace.
Se anche tu senti l’ansia da prestazione salire, sappi che non sei solə. E non sei meno professionale se ti prendi cura di te prima dei tuoi post.
#BenessereDigitale #CreatorLife #AnsiaDaPrestazione #SocialMediaBalance #LavorareOnline #SaluteMentale #AutenticitàOnline #ImparareARallentare #EquilibrioDigitale
Ansia da prestazione e social: come trovare equilibrio tra visibilità e benessere
Lavorare sui social è una grande opportunità, ma anche un terreno fragile. Non lo dico per spaventare, ma per onestà. Perché se da fuori tutto può sembrare leggero e scintillante – follower, like, storie, collaborazioni – dentro spesso si nasconde un peso silenzioso: l’ansia da prestazione.
Io l’ho vissuta, e in parte la vivo ancora. L’urgenza di essere sempre presente, di performare bene, di "funzionare" sui social, può logorare anche la creatività più autentica.
Sempre online, mai davvero presenti
Quando il tuo lavoro vive nella visibilità, è facile entrare in un circolo tossico: ti sembra che se non pubblichi perdi terreno, che se non rispondi subito non sei professionale, che se non aggiorni costantemente, le persone ti dimenticheranno.
Mi sono trovata a postare anche quando non ne avevo voglia, a confrontarmi con gli altri in modo autodistruttivo, a mettere in dubbio il mio valore se un contenuto “non performava”.
Il risultato? Stanchezza mentale, calo di ispirazione, e quel senso di inadeguatezza che ti fa sentire sempre un passo indietro.
La visibilità non può valere più del benessere
Ho capito (con fatica) che non vale la pena sacrificare il proprio equilibrio mentale per restare visibili a tutti i costi. I social sono strumenti di lavoro, sì, ma sono anche ambienti che amplificano tutto: il successo, ma anche le insicurezze.
Ho imparato a rallentare. A scegliere. A pubblicare solo quando ho qualcosa da dire e l’energia giusta per farlo. Non è facile, soprattutto all’inizio, ma è possibile. E ne vale la pena.
Cosa mi ha aiutata
1. Dare un ritmo umano al mio lavoro
Ho smesso di inseguire il “più è meglio”. Ho creato un piano editoriale sostenibile, con momenti di pausa programmati. Anche il silenzio può essere strategico.
2. Separare il valore personale dai numeri
I like non definiscono la mia bravura, né la mia persona. I risultati vanno letti con lucidità, non con emotività.
3. Curare le fonti di ispirazione
Ho fatto pulizia nel mio feed: meno paragoni tossici, più contenuti che nutrono. Scelgo chi seguire in base a come mi fa sentire, non solo per moda o numeri.
4. Chiedere supporto
Parlarne con altre persone del settore, o anche con un* professionista, mi ha fatto sentire meno sola. L’ansia non si sconfigge da soli.
Il vero equilibrio
Oggi cerco (e a volte trovo) un equilibrio diverso: uno in cui posso essere visibile, ma senza svuotarmi. In cui posso lavorare con i social, ma senza farmi definire da essi. In cui la mia voce ha valore anche se ogni tanto tace.
Se anche tu senti l’ansia da prestazione salire, sappi che non sei solə. E non sei meno professionale se ti prendi cura di te prima dei tuoi post.
#BenessereDigitale #CreatorLife #AnsiaDaPrestazione #SocialMediaBalance #LavorareOnline #SaluteMentale #AutenticitàOnline #ImparareARallentare #EquilibrioDigitale
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