• Strategie di remarketing: riconquistare i visitatori indecisi

    Una delle cose che mi ha fatto più arrabbiare all’inizio del mio percorso da e-commerce manager?
    Vedere centinaia di visitatori sul sito… ma zero ordini.
    Poi ho scoperto che in media solo il 2-3% dei visitatori converte al primo colpo. Gli altri? Se ne vanno, ma non sono persi per sempre.

    È lì che entra in gioco il remarketing: una delle leve più efficaci che ho usato per riconquistare gli indecisi e trasformare click in clienti.

    Cos'è il remarketing (e perché funziona)
    In parole semplici?
    È parlare di nuovo a chi ha già interagito con il tuo brand, ma non ha ancora completato un’azione (come l’acquisto o la registrazione).

    Nel mio caso, significa:
    -Riproporre il prodotto visto ma non acquistato
    -Ricordare un carrello abbandonato
    -Offrire un incentivo (ma senza svendere)
    Il remarketing funziona perché parla a persone già “calde”, che ti conoscono e ti hanno già dato attenzione. Serve solo dare il giusto stimolo per farle tornare.

    Le strategie che uso (e che consiglio)
    1. Facebook & Instagram Ads per carrelli abbandonati
    Ho creato una campagna su Meta Ads che si attiva solo per chi ha aggiunto al carrello ma non ha comprato.
    L’annuncio mostra proprio quel prodotto, con un messaggio del tipo:
    -“Hai lasciato qualcosa nel carrello? È ancora disponibile
    -Risultato? CTR altissimo e ROAS molto positivo.

    2. Email automatica post-visita
    Uso una semplice automazione che manda un’email a chi:
    -Ha visitato più volte la stessa pagina
    -Ha abbandonato il carrello
    -Si è iscritto ma non ha acquistato entro 3 giorni

    L’email è breve, personale, e spesso include una piccola spinta (es. spedizione gratuita o 5% di sconto).
    Importante: non esagerare con gli sconti, o abitui male il cliente.

    3. Annunci dinamici su Google Display
    Google mi permette di mostrare banner personalizzati con i prodotti visitati.
    Funziona bene soprattutto per articoli visivi (moda, home decor, design).
    L’ho testato con un budget piccolo e ho visto un rientro sulle spese migliore delle campagne generiche.

    4. Campagne “soft” per visitatori frequenti
    Non tutti sono pronti all’acquisto.
    A volte uso il remarketing per offrire contenuti di valore: es. articoli del blog, recensioni, video “dietro le quinte”.
    Serve per nutrire la relazione, non solo vendere.

    Cosa evitare
    -Bombardare con troppi annunci → effetto boomerang: l’utente si irrita
    -Usare messaggi troppo aggressivi → “Ultima occasione!” a chi ha solo visitato una pagina = pessimo
    -Remarketing senza segmentazione → mandare lo stesso annuncio a chi ha comprato e a chi non ha mai cliccato è un errore

    I miei strumenti preferiti per il remarketing
    -Meta Ads Manager (con eventi e segmenti personalizzati)
    -Google Ads – Display & Performance Max
    -Klaviyo / Mailchimp per email automation basata sul comportamento
    -Hotjar + GA4 per capire chi torna e cosa guarda più spesso

    Il remarketing è come riprendere un dialogo interrotto.
    Non devi inseguire il cliente, ma rientrare nella sua attenzione con il messaggio giusto, al momento giusto.

    E credimi: molte delle mie vendite migliori arrivano dopo il secondo o terzo contatto.

    #remarketing #ecommerceitalia #marketingstrategico #facebookads #googleads #emailautomation #carrelliabbandonati #digitalstrategy
    Strategie di remarketing: riconquistare i visitatori indecisi Una delle cose che mi ha fatto più arrabbiare all’inizio del mio percorso da e-commerce manager? Vedere centinaia di visitatori sul sito… ma zero ordini. Poi ho scoperto che in media solo il 2-3% dei visitatori converte al primo colpo. Gli altri? Se ne vanno, ma non sono persi per sempre. È lì che entra in gioco il remarketing: una delle leve più efficaci che ho usato per riconquistare gli indecisi e trasformare click in clienti. 🎯 Cos'è il remarketing (e perché funziona) In parole semplici? È parlare di nuovo a chi ha già interagito con il tuo brand, ma non ha ancora completato un’azione (come l’acquisto o la registrazione). Nel mio caso, significa: -Riproporre il prodotto visto ma non acquistato -Ricordare un carrello abbandonato -Offrire un incentivo (ma senza svendere) Il remarketing funziona perché parla a persone già “calde”, che ti conoscono e ti hanno già dato attenzione. Serve solo dare il giusto stimolo per farle tornare. ✅ Le strategie che uso (e che consiglio) 1. Facebook & Instagram Ads per carrelli abbandonati Ho creato una campagna su Meta Ads che si attiva solo per chi ha aggiunto al carrello ma non ha comprato. L’annuncio mostra proprio quel prodotto, con un messaggio del tipo: -“Hai lasciato qualcosa nel carrello? È ancora disponibile 👀” -Risultato? CTR altissimo e ROAS molto positivo. 2. Email automatica post-visita Uso una semplice automazione che manda un’email a chi: -Ha visitato più volte la stessa pagina -Ha abbandonato il carrello -Si è iscritto ma non ha acquistato entro 3 giorni L’email è breve, personale, e spesso include una piccola spinta (es. spedizione gratuita o 5% di sconto). Importante: non esagerare con gli sconti, o abitui male il cliente. 3. Annunci dinamici su Google Display Google mi permette di mostrare banner personalizzati con i prodotti visitati. Funziona bene soprattutto per articoli visivi (moda, home decor, design). L’ho testato con un budget piccolo e ho visto un rientro sulle spese migliore delle campagne generiche. 4. Campagne “soft” per visitatori frequenti Non tutti sono pronti all’acquisto. A volte uso il remarketing per offrire contenuti di valore: es. articoli del blog, recensioni, video “dietro le quinte”. Serve per nutrire la relazione, non solo vendere. ❌ Cosa evitare -Bombardare con troppi annunci → effetto boomerang: l’utente si irrita -Usare messaggi troppo aggressivi → “Ultima occasione!” a chi ha solo visitato una pagina = pessimo -Remarketing senza segmentazione → mandare lo stesso annuncio a chi ha comprato e a chi non ha mai cliccato è un errore 📊 I miei strumenti preferiti per il remarketing -Meta Ads Manager (con eventi e segmenti personalizzati) -Google Ads – Display & Performance Max -Klaviyo / Mailchimp per email automation basata sul comportamento -Hotjar + GA4 per capire chi torna e cosa guarda più spesso ✍️Il remarketing è come riprendere un dialogo interrotto. Non devi inseguire il cliente, ma rientrare nella sua attenzione con il messaggio giusto, al momento giusto. E credimi: molte delle mie vendite migliori arrivano dopo il secondo o terzo contatto. #remarketing #ecommerceitalia #marketingstrategico #facebookads #googleads #emailautomation #carrelliabbandonati #digitalstrategy
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  • Come ridurre le perdite dovute a carrelli abbandonati da un punto di vista finanziario

    Nel mio e-commerce, uno dei problemi più frustranti è sempre stato quello dei carrelli abbandonati: clienti che scelgono i prodotti ma poi non completano l’acquisto. Dal punto di vista finanziario, questo significa perdite potenziali importanti e costi sostenuti per attirare traffico senza trasformarlo in ricavi concreti.

    Perché i carrelli abbandonati incidono sulle finanze?
    Ogni carrello abbandonato rappresenta un’opportunità persa di incasso e di recupero del costo di acquisizione cliente (CAC). Se non gestisco bene questa situazione, rischio di dover spendere di più per recuperare quei clienti o di perdere margini preziosi.

    Come agisco per ridurre le perdite finanziarie causate dai carrelli abbandonati
    1. Analizzo i dati per capire i motivi
    Uso strumenti di analytics per identificare quando e perché i clienti abbandonano il carrello: costi di spedizione troppo alti, procedure di checkout complesse, o mancanza di fiducia.

    2. Ottimizzo il processo di checkout
    Snellisco i passaggi e offro più opzioni di pagamento per ridurre l’attrito e facilitare la conversione.

    3. Implemento campagne di remarketing e email di recupero
    Invio messaggi personalizzati e tempestivi per ricordare ai clienti i prodotti lasciati nel carrello, spesso accompagnati da incentivi mirati.

    4. Valuto l’impatto economico delle promozioni offerte
    Offro sconti solo quando sono sostenibili e calcolo sempre l’effetto sul margine prima di attuarli.

    5. Miglioro la trasparenza dei costi
    Comunico chiaramente le spese di spedizione e eventuali tasse per evitare sorprese che scoraggiano l’acquisto.

    Ridurre le perdite dovute ai carrelli abbandonati non è solo una questione di marketing, ma soprattutto di gestione finanziaria consapevole. Ottimizzare questo aspetto mi ha permesso di migliorare i ricavi e la sostenibilità del mio e-commerce.

    #Ecommerce #CarrelliAbbandonati #RiduzionePerdite #GestioneFinanziaria #ImpresaBiz #ConversionRate
    Come ridurre le perdite dovute a carrelli abbandonati da un punto di vista finanziario Nel mio e-commerce, uno dei problemi più frustranti è sempre stato quello dei carrelli abbandonati: clienti che scelgono i prodotti ma poi non completano l’acquisto. Dal punto di vista finanziario, questo significa perdite potenziali importanti e costi sostenuti per attirare traffico senza trasformarlo in ricavi concreti. 💸 Perché i carrelli abbandonati incidono sulle finanze? Ogni carrello abbandonato rappresenta un’opportunità persa di incasso e di recupero del costo di acquisizione cliente (CAC). Se non gestisco bene questa situazione, rischio di dover spendere di più per recuperare quei clienti o di perdere margini preziosi. 🛠️ Come agisco per ridurre le perdite finanziarie causate dai carrelli abbandonati 1. Analizzo i dati per capire i motivi Uso strumenti di analytics per identificare quando e perché i clienti abbandonano il carrello: costi di spedizione troppo alti, procedure di checkout complesse, o mancanza di fiducia. 2. Ottimizzo il processo di checkout Snellisco i passaggi e offro più opzioni di pagamento per ridurre l’attrito e facilitare la conversione. 3. Implemento campagne di remarketing e email di recupero Invio messaggi personalizzati e tempestivi per ricordare ai clienti i prodotti lasciati nel carrello, spesso accompagnati da incentivi mirati. 4. Valuto l’impatto economico delle promozioni offerte Offro sconti solo quando sono sostenibili e calcolo sempre l’effetto sul margine prima di attuarli. 5. Miglioro la trasparenza dei costi Comunico chiaramente le spese di spedizione e eventuali tasse per evitare sorprese che scoraggiano l’acquisto. ✅ Ridurre le perdite dovute ai carrelli abbandonati non è solo una questione di marketing, ma soprattutto di gestione finanziaria consapevole. Ottimizzare questo aspetto mi ha permesso di migliorare i ricavi e la sostenibilità del mio e-commerce. #Ecommerce #CarrelliAbbandonati #RiduzionePerdite #GestioneFinanziaria #ImpresaBiz #ConversionRate
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