• Come uso i feedback dei clienti per migliorare il mio servizio
    Nel mio ruolo di operatore e-commerce, ho imparato che i feedback dei clienti non sono semplici opinioni: sono una risorsa strategica per migliorare continuamente il servizio, rafforzare la fidelizzazione e prevenire problemi prima che diventino critici.

    5 passaggi per trasformare i feedback in valore
    1. Raccogliere feedback in modo variato e tempestivo
    Uso sondaggi post-acquisto, pop-up sul sito, review, chat e social media. In questo modo raccolgo dati più completi e autentici, tipo quando chiedo un rating subito dopo la consegna per cogliere impressioni fresche .

    2. Strutturare e analizzare i dati
    Organizzo i feedback in categorie (servizio, spedizione, UX, prodotto) e monitoro metriche come CSAT, NPS e trend temporali

    Così capisco quali aree necessitano di interventi rapidi.

    3. Dare valore al feedback con azioni concrete
    Non mi limito ad ascoltare: attuo modifiche reali. Se molti segnalano un checkout lento, intervengo sulla UI. Se emergono problemi di assistenza, rinforzo il customer care .

    4. Chiudere il cerchio comunicando con i clienti
    Informo pubblicamente e privatamente sui cambiamenti implementati grazie ai loro suggerimenti. Così dimostro che il loro input conta realmente .

    5. Mantenere un ciclo continuo di miglioramento
    Applico la metodologia PDCA (plan‑do‑check‑act) per testare, verificare e ottimizzare continuamente

    Perché i feedback sono un potente motore di crescita
    -Migliorano la soddisfazione: rispondere prontamente con empatia trasforma criticità in opportunità
    -Orienta le decisioni: i feedback suggeriscono innovazioni concrete, migliorando prodotti e servizi .
    -Fidelizza e coinvolge: i clienti tornano quando sentono che la loro voce ha peso. E diventano ambasciatori del brand .

    Il mio appello finale
    Usare i feedback non è solo una buona pratica: è una strategia vincente. Ogni commento, recensione o suggerimento è un’opportunità per affinare il servizio e creare relazioni più solide.

    Se stai iniziando ora, inizia dal dialogo: chiedi, ascolta e soprattutto agisci. Il risultato compenserà ogni sforzo.

    #CustomerFeedback #UserExperience #CustomerSuccess #CX #eCommerce #MiglioramentoContinuo #Fidelizzazione #ServizioClienti #BusinessGrowth #ImpresaDigitale
    Come uso i feedback dei clienti per migliorare il mio servizio Nel mio ruolo di operatore e-commerce, ho imparato che i feedback dei clienti non sono semplici opinioni: sono una risorsa strategica per migliorare continuamente il servizio, rafforzare la fidelizzazione e prevenire problemi prima che diventino critici. 5 passaggi per trasformare i feedback in valore 1. Raccogliere feedback in modo variato e tempestivo Uso sondaggi post-acquisto, pop-up sul sito, review, chat e social media. In questo modo raccolgo dati più completi e autentici, tipo quando chiedo un rating subito dopo la consegna per cogliere impressioni fresche . 2. Strutturare e analizzare i dati Organizzo i feedback in categorie (servizio, spedizione, UX, prodotto) e monitoro metriche come CSAT, NPS e trend temporali Così capisco quali aree necessitano di interventi rapidi. 3. Dare valore al feedback con azioni concrete Non mi limito ad ascoltare: attuo modifiche reali. Se molti segnalano un checkout lento, intervengo sulla UI. Se emergono problemi di assistenza, rinforzo il customer care . 4. Chiudere il cerchio comunicando con i clienti Informo pubblicamente e privatamente sui cambiamenti implementati grazie ai loro suggerimenti. Così dimostro che il loro input conta realmente . 5. Mantenere un ciclo continuo di miglioramento Applico la metodologia PDCA (plan‑do‑check‑act) per testare, verificare e ottimizzare continuamente Perché i feedback sono un potente motore di crescita -Migliorano la soddisfazione: rispondere prontamente con empatia trasforma criticità in opportunità -Orienta le decisioni: i feedback suggeriscono innovazioni concrete, migliorando prodotti e servizi . -Fidelizza e coinvolge: i clienti tornano quando sentono che la loro voce ha peso. E diventano ambasciatori del brand . Il mio appello finale Usare i feedback non è solo una buona pratica: è una strategia vincente. Ogni commento, recensione o suggerimento è un’opportunità per affinare il servizio e creare relazioni più solide. Se stai iniziando ora, inizia dal dialogo: chiedi, ascolta e soprattutto agisci. Il risultato compenserà ogni sforzo. #CustomerFeedback #UserExperience #CustomerSuccess #CX #eCommerce #MiglioramentoContinuo #Fidelizzazione #ServizioClienti #BusinessGrowth #ImpresaDigitale
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  • Accesso al credito per PMI: come migliorare il rating bancario

    Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia cruciale, per le piccole e medie imprese, poter accedere a fonti di finanziamento adeguate per sostenere crescita, investimenti e liquidità. Tuttavia, spesso l’accesso al credito bancario dipende dalla valutazione del merito creditizio, cioè dal cosiddetto rating bancario. Migliorare questo punteggio è fondamentale per ottenere condizioni più favorevoli, tassi d’interesse competitivi e maggiore flessibilità.

    Vediamo insieme come le PMI possono migliorare il proprio rating bancario e facilitare l’accesso al credito.

    1. Tenere in ordine la contabilità e i bilanci
    Un primo elemento imprescindibile è la trasparenza e correttezza della documentazione contabile. Bilanci chiari, aggiornati e certificati, accompagnati da relazioni economiche coerenti, offrono alle banche un quadro affidabile della solidità aziendale.

    2. Gestire correttamente la liquidità e il debito
    Un’azienda che dimostra di saper gestire la propria liquidità e mantenere un equilibrio tra debiti e mezzi propri ha più probabilità di ottenere un rating positivo. È importante non accumulare ritardi nei pagamenti e monitorare il rapporto tra indebitamento e capitale proprio.

    3. Costruire un rapporto solido con la banca
    La fiducia si costruisce nel tempo. Mantenere un dialogo aperto e trasparente con gli istituti di credito, fornendo tempestivamente tutte le informazioni richieste, aiuta a creare un rapporto di collaborazione e facilita le future richieste di finanziamento.

    4. Presentare un business plan realistico e aggiornato
    Quando si richiede un finanziamento, un business plan dettagliato e realistico, che evidenzi prospettive di crescita e strategie di gestione dei rischi, rappresenta un elemento chiave. Questo documento dimostra la capacità di programmare e gestire in modo professionale l’attività aziendale.

    5. Valutare garanzie e strumenti di supporto
    La presenza di garanzie reali o personali, così come l’accesso a strumenti di supporto come il Fondo di Garanzia per le PMI, può migliorare sensibilmente il rating. Questi elementi riducono il rischio percepito dalla banca e aumentano le chance di approvazione.

    6. Monitorare il proprio rating e richiedere feedback
    È utile chiedere periodicamente alle banche di conoscere il proprio rating e capire quali sono gli aspetti da migliorare. Questo consente di intervenire in modo mirato per rafforzare la posizione creditizia.

    Noi di Impresa.biz riteniamo che il miglioramento del rating bancario non sia un obiettivo a breve termine, ma il risultato di una gestione aziendale sana, trasparente e strategica. Investire in queste pratiche significa aprire le porte a nuove opportunità di crescita e sviluppo.

    #ImpresaBiz #AccessoCredito #PMI #RatingBancario #Finanziamenti #GestioneFinanziaria #BusinessPlan #FondoGaranzia #LiquiditàAziendale #CreditoAlleImprese

    Accesso al credito per PMI: come migliorare il rating bancario Noi di Impresa.biz sappiamo quanto sia cruciale, per le piccole e medie imprese, poter accedere a fonti di finanziamento adeguate per sostenere crescita, investimenti e liquidità. Tuttavia, spesso l’accesso al credito bancario dipende dalla valutazione del merito creditizio, cioè dal cosiddetto rating bancario. Migliorare questo punteggio è fondamentale per ottenere condizioni più favorevoli, tassi d’interesse competitivi e maggiore flessibilità. Vediamo insieme come le PMI possono migliorare il proprio rating bancario e facilitare l’accesso al credito. 1. Tenere in ordine la contabilità e i bilanci Un primo elemento imprescindibile è la trasparenza e correttezza della documentazione contabile. Bilanci chiari, aggiornati e certificati, accompagnati da relazioni economiche coerenti, offrono alle banche un quadro affidabile della solidità aziendale. 2. Gestire correttamente la liquidità e il debito Un’azienda che dimostra di saper gestire la propria liquidità e mantenere un equilibrio tra debiti e mezzi propri ha più probabilità di ottenere un rating positivo. È importante non accumulare ritardi nei pagamenti e monitorare il rapporto tra indebitamento e capitale proprio. 3. Costruire un rapporto solido con la banca La fiducia si costruisce nel tempo. Mantenere un dialogo aperto e trasparente con gli istituti di credito, fornendo tempestivamente tutte le informazioni richieste, aiuta a creare un rapporto di collaborazione e facilita le future richieste di finanziamento. 4. Presentare un business plan realistico e aggiornato Quando si richiede un finanziamento, un business plan dettagliato e realistico, che evidenzi prospettive di crescita e strategie di gestione dei rischi, rappresenta un elemento chiave. Questo documento dimostra la capacità di programmare e gestire in modo professionale l’attività aziendale. 5. Valutare garanzie e strumenti di supporto La presenza di garanzie reali o personali, così come l’accesso a strumenti di supporto come il Fondo di Garanzia per le PMI, può migliorare sensibilmente il rating. Questi elementi riducono il rischio percepito dalla banca e aumentano le chance di approvazione. 6. Monitorare il proprio rating e richiedere feedback È utile chiedere periodicamente alle banche di conoscere il proprio rating e capire quali sono gli aspetti da migliorare. Questo consente di intervenire in modo mirato per rafforzare la posizione creditizia. Noi di Impresa.biz riteniamo che il miglioramento del rating bancario non sia un obiettivo a breve termine, ma il risultato di una gestione aziendale sana, trasparente e strategica. Investire in queste pratiche significa aprire le porte a nuove opportunità di crescita e sviluppo. #ImpresaBiz #AccessoCredito #PMI #RatingBancario #Finanziamenti #GestioneFinanziaria #BusinessPlan #FondoGaranzia #LiquiditàAziendale #CreditoAlleImprese
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  • Accesso al credito: cosa sapere per ottenere un finanziamento

    Noi di impresa.biz ci confrontiamo ogni giorno con imprenditori che vogliono far crescere la propria attività, ma che si scontrano con un ostacolo spesso sottovalutato: ottenere credito in modo consapevole, strutturato e sostenibile.

    Accedere a un finanziamento non è (solo) una questione di moduli e firme: è una questione di preparazione, reputazione e visione.
    Ecco cosa è importante sapere prima di bussare alla porta di una banca o di un ente finanziatore.

    1. Conosci bene il tuo fabbisogno finanziario
    Il primo errore da evitare? Chiedere “quello che serve” senza una cifra chiara.
    Serve un piano: quanto ci serve, per cosa, in quanto tempo lo restituiremo?
    Un'analisi preliminare dei costi, dei flussi di cassa e del ROI previsto rafforza la nostra posizione davanti a qualsiasi interlocutore.

    2. Presenta un business plan completo e credibile
    Un buon progetto imprenditoriale, ben presentato, vale più di qualsiasi garanzia.
    Noi aiutiamo i nostri clienti a costruire business plan dettagliati, con obiettivi realistici, proiezioni finanziarie, analisi del mercato e strategie di crescita.

    3. Cura il rating creditizio della tua impresa
    Molti imprenditori ignorano che anche le PMI hanno un “punteggio” bancario.
    Pagamenti puntuali, bilanci trasparenti e indebitamento sotto controllo migliorano l’affidabilità percepita e aumentano le possibilità di approvazione.

    4. Valuta tutte le forme di credito disponibili
    Non esiste solo il finanziamento bancario.
    Le alternative includono:
    -microcredito per startup o piccole attività
    -bandi pubblici e agevolazioni a fondo perduto
    -leasing o factoring per esigenze specifiche
    Noi guidiamo le imprese nella scelta dello strumento giusto, in base al tipo di business e alla fase di sviluppo.

    5. Preparati al colloquio con l’ente finanziatore
    Le richieste vanno argomentate. Serve essere pronti a:
    -rispondere a domande su margini, cash flow e previsioni
    -mostrare affidabilità e visione
    -fornire documentazione chiara e aggiornata
    Un imprenditore preparato trasmette fiducia.

    Vuoi un modello gratuito di business plan + guida ai finanziamenti disponibili oggi?
    Scrivici “CREDITO” in DM o commenta qui sotto, e te li inviamo subito!

    #AccessoAlCredito #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #BusinessPlan #CreditoBancario #FinanzaAziendale #BandiImprese #RatingCreditizio #Microcredito #PMIItalia
    Accesso al credito: cosa sapere per ottenere un finanziamento Noi di impresa.biz ci confrontiamo ogni giorno con imprenditori che vogliono far crescere la propria attività, ma che si scontrano con un ostacolo spesso sottovalutato: ottenere credito in modo consapevole, strutturato e sostenibile. Accedere a un finanziamento non è (solo) una questione di moduli e firme: è una questione di preparazione, reputazione e visione. Ecco cosa è importante sapere prima di bussare alla porta di una banca o di un ente finanziatore. 1. Conosci bene il tuo fabbisogno finanziario Il primo errore da evitare? Chiedere “quello che serve” senza una cifra chiara. Serve un piano: quanto ci serve, per cosa, in quanto tempo lo restituiremo? Un'analisi preliminare dei costi, dei flussi di cassa e del ROI previsto rafforza la nostra posizione davanti a qualsiasi interlocutore. 2. Presenta un business plan completo e credibile Un buon progetto imprenditoriale, ben presentato, vale più di qualsiasi garanzia. Noi aiutiamo i nostri clienti a costruire business plan dettagliati, con obiettivi realistici, proiezioni finanziarie, analisi del mercato e strategie di crescita. 3. Cura il rating creditizio della tua impresa Molti imprenditori ignorano che anche le PMI hanno un “punteggio” bancario. Pagamenti puntuali, bilanci trasparenti e indebitamento sotto controllo migliorano l’affidabilità percepita e aumentano le possibilità di approvazione. 4. Valuta tutte le forme di credito disponibili Non esiste solo il finanziamento bancario. Le alternative includono: -microcredito per startup o piccole attività -bandi pubblici e agevolazioni a fondo perduto -leasing o factoring per esigenze specifiche Noi guidiamo le imprese nella scelta dello strumento giusto, in base al tipo di business e alla fase di sviluppo. 5. Preparati al colloquio con l’ente finanziatore Le richieste vanno argomentate. Serve essere pronti a: -rispondere a domande su margini, cash flow e previsioni -mostrare affidabilità e visione -fornire documentazione chiara e aggiornata Un imprenditore preparato trasmette fiducia. 🚀 Vuoi un modello gratuito di business plan + guida ai finanziamenti disponibili oggi? Scrivici “CREDITO” in DM o commenta qui sotto, e te li inviamo subito! #AccessoAlCredito #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #BusinessPlan #CreditoBancario #FinanzaAziendale #BandiImprese #RatingCreditizio #Microcredito #PMIItalia
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  • Capitale per Crescere: Le Nuove Vie del Finanziamento

    Noi di Impresa.biz siamo in prima linea nel raccontare e sostenere la crescita delle PMI italiane. E sappiamo bene che per crescere, innovare ed espandersi, servono idee, visione… e capitale. Ma oggi le fonti di finanziamento non si limitano più ai canali tradizionali. Esistono nuove strade, spesso più flessibili, agili e adatte alle esigenze di un’impresa che vuole fare il salto di qualità.

    Il credito bancario non basta più
    Le banche restano un punto di riferimento, certo, ma i criteri di accesso sempre più rigidi, le garanzie richieste e i tempi lunghi spesso non si adattano alla dinamicità delle PMI moderne. Noi di Impresa.biz invitiamo le imprese a guardare oltre, verso nuove vie per finanziare la crescita.

    Private capital, venture e fondi: le strade alternative
    Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte sviluppo di strumenti alternativi, che stanno diventando sempre più accessibili anche per le PMI:
    -Private equity e venture capital, per finanziare scale-up e innovazione;
    -Mini-bond, ideali per imprese strutturate che vogliono raccogliere capitali sui mercati;
    -Crowdfunding equity-based, per testare idee e attrarre investitori anche in fase iniziale;
    -Club deal e investitori privati, che permettono di coinvolgere capitali con una logica di partnership strategica.

    Sono opportunità che richiedono preparazione e trasparenza, ma che possono liberare risorse importanti senza appesantire la struttura dell’impresa.

    Finanza agevolata e incentivi pubblici
    Non dimentichiamo poi il contributo della finanza agevolata. Noi di Impresa.biz supportiamo da anni le imprese nella ricerca e gestione di bandi regionali, nazionali ed europei, come quelli di SIMEST, Invitalia o Horizon Europe. Strumenti che, se ben utilizzati, possono accelerare progetti di internazionalizzazione, digitalizzazione e transizione green.

    Fintech e soluzioni smart
    La tecnologia sta rivoluzionando anche il mondo del finanziamento. Le piattaforme fintech oggi offrono soluzioni rapide e smart per:
    -anticipo fatture,
    -credito istantaneo,
    -analisi predittive per il rating creditizio,
    -monitoraggio dei flussi finanziari.

    Noi crediamo fortemente nella finanza digitale come alleato della crescita: più accessibile, più veloce, più orientata al futuro.

    Crescere con intelligenza finanziaria
    Trovare capitale per crescere non è più una questione di “avere una banca amica”, ma di conoscere bene il ventaglio di opzioni disponibili e saperle utilizzare in modo strategico. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare le imprese a orientarsi, scegliere e pianificare in modo sostenibile il proprio percorso di crescita.

    #ImpresaBiz #FinanziamentoImpresa #PrivateCapital #VentureCapital #Fintech #CrescitaPMI #FinanzaAgevolata #CapitalePerCrescere #BusinessDevelopment #MiniBond #EquityCrowdfunding #StrategieFinanziarie
    Capitale per Crescere: Le Nuove Vie del Finanziamento Noi di Impresa.biz siamo in prima linea nel raccontare e sostenere la crescita delle PMI italiane. E sappiamo bene che per crescere, innovare ed espandersi, servono idee, visione… e capitale. Ma oggi le fonti di finanziamento non si limitano più ai canali tradizionali. Esistono nuove strade, spesso più flessibili, agili e adatte alle esigenze di un’impresa che vuole fare il salto di qualità. Il credito bancario non basta più Le banche restano un punto di riferimento, certo, ma i criteri di accesso sempre più rigidi, le garanzie richieste e i tempi lunghi spesso non si adattano alla dinamicità delle PMI moderne. Noi di Impresa.biz invitiamo le imprese a guardare oltre, verso nuove vie per finanziare la crescita. Private capital, venture e fondi: le strade alternative Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte sviluppo di strumenti alternativi, che stanno diventando sempre più accessibili anche per le PMI: -Private equity e venture capital, per finanziare scale-up e innovazione; -Mini-bond, ideali per imprese strutturate che vogliono raccogliere capitali sui mercati; -Crowdfunding equity-based, per testare idee e attrarre investitori anche in fase iniziale; -Club deal e investitori privati, che permettono di coinvolgere capitali con una logica di partnership strategica. Sono opportunità che richiedono preparazione e trasparenza, ma che possono liberare risorse importanti senza appesantire la struttura dell’impresa. Finanza agevolata e incentivi pubblici Non dimentichiamo poi il contributo della finanza agevolata. Noi di Impresa.biz supportiamo da anni le imprese nella ricerca e gestione di bandi regionali, nazionali ed europei, come quelli di SIMEST, Invitalia o Horizon Europe. Strumenti che, se ben utilizzati, possono accelerare progetti di internazionalizzazione, digitalizzazione e transizione green. Fintech e soluzioni smart La tecnologia sta rivoluzionando anche il mondo del finanziamento. Le piattaforme fintech oggi offrono soluzioni rapide e smart per: -anticipo fatture, -credito istantaneo, -analisi predittive per il rating creditizio, -monitoraggio dei flussi finanziari. Noi crediamo fortemente nella finanza digitale come alleato della crescita: più accessibile, più veloce, più orientata al futuro. Crescere con intelligenza finanziaria Trovare capitale per crescere non è più una questione di “avere una banca amica”, ma di conoscere bene il ventaglio di opzioni disponibili e saperle utilizzare in modo strategico. Noi di Impresa.biz siamo qui per aiutare le imprese a orientarsi, scegliere e pianificare in modo sostenibile il proprio percorso di crescita. #ImpresaBiz #FinanziamentoImpresa #PrivateCapital #VentureCapital #Fintech #CrescitaPMI #FinanzaAgevolata #CapitalePerCrescere #BusinessDevelopment #MiniBond #EquityCrowdfunding #StrategieFinanziarie
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  • Investimenti diretti esteri: come valutare il rischio paese

    Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’investimento diretto estero (IDE) rappresenti una delle strategie più efficaci per crescere e consolidarsi in nuovi mercati. Tuttavia, investire fuori dall’Italia significa anche confrontarsi con una serie di rischi specifici, tra cui quello del rischio paese.
    Valutare correttamente questo rischio è fondamentale per proteggere il capitale, garantire la sostenibilità dell’investimento e pianificare le strategie di ingresso.

    Cos’è il rischio paese?
    Il rischio paese si riferisce a tutte quelle incertezze legate al contesto politico, economico, sociale e finanziario di un Paese estero che possono influenzare negativamente un investimento o un’attività commerciale.

    Tra i fattori più importanti ci sono:
    -Instabilità politica o governi instabili,
    -Cambiamenti improvvisi nelle leggi o regolamenti,
    -Rischio di esproprio o nazionalizzazione,
    -Restrizioni sui movimenti di capitali,
    -Rischio di cambio valuta,
    -Rischio economico (inflazione, recessione, debito pubblico),
    -Rischi legati a conflitti, terrorismo o disordini sociali.

    Come valutare il rischio paese: i passaggi chiave
    1. Analisi dei rating internazionali
    Gli organismi come Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s pubblicano rating sovrani che sintetizzano la rischiosità di un Paese.
    Un rating alto indica stabilità, mentre rating bassi segnalano criticità.

    2. Monitoraggio dei dati macroeconomici
    Osservare:
    -PIL e sua crescita,
    -Livello di inflazione,
    -Bilancia commerciale e debito pubblico,
    -Livello di disoccupazione.

    3. Valutazione della situazione politica
    -Durata e stabilità del governo,
    -Rischio di colpi di Stato, proteste o conflitti,
    -Trasparenza e indipendenza delle istituzioni.

    4. Analisi normativa e regolamentare
    -Facilità di fare impresa (World Bank Doing Business),
    -Protezione degli investitori stranieri,
    -Regime fiscale e incentivi,
    -Diritti di proprietà intellettuale e contrattuali.

    5. Rischio finanziario e valutario
    -Volatilità della moneta locale,
    -Restrizioni sui trasferimenti di denaro,
    -Accesso al credito locale.

    6. Rischi specifici del settore
    Alcuni settori sono più esposti (es. energia, infrastrutture, tecnologia).
    Valutare normative settoriali e potenziali cambi di regolamentazione.

    Strumenti per mitigare il rischio paese
    -Assicurazioni e garanzie SACE: proteggono contro espropri, inadempienze statali, blocchi valutari.
    -Diversificazione geografica: non concentrare investimenti in un solo Paese a rischio elevato.
    -Contratti ben strutturati: con clausole di arbitrato internazionale e protezioni legali.
    -Partner locali affidabili: per ridurre l’impatto delle variabili politiche ed economiche.

    Il nostro consiglio
    Noi di Impresa.biz raccomandiamo alle PMI di:
    -Non sottovalutare il rischio paese,
    -Affidarsi a professionisti per l’analisi approfondita,
    -Integrare questa valutazione nel business plan e nella strategia di internazionalizzazione.
    Solo così l’investimento diretto estero può diventare una leva di crescita solida e duratura.

    Vuoi una consulenza personalizzata per valutare il rischio paese nel tuo prossimo investimento?
    Contattaci per una diagnosi gratuita.

    #InvestimentiDirettiEsteri #RischioPaese #PMIitaliane #ExportSicuro #SACE #Internazionalizzazione #GestioneRischi #Impresabiz
    Investimenti diretti esteri: come valutare il rischio paese Noi di Impresa.biz sappiamo bene quanto l’investimento diretto estero (IDE) rappresenti una delle strategie più efficaci per crescere e consolidarsi in nuovi mercati. Tuttavia, investire fuori dall’Italia significa anche confrontarsi con una serie di rischi specifici, tra cui quello del rischio paese. Valutare correttamente questo rischio è fondamentale per proteggere il capitale, garantire la sostenibilità dell’investimento e pianificare le strategie di ingresso. 📌 Cos’è il rischio paese? Il rischio paese si riferisce a tutte quelle incertezze legate al contesto politico, economico, sociale e finanziario di un Paese estero che possono influenzare negativamente un investimento o un’attività commerciale. Tra i fattori più importanti ci sono: -Instabilità politica o governi instabili, -Cambiamenti improvvisi nelle leggi o regolamenti, -Rischio di esproprio o nazionalizzazione, -Restrizioni sui movimenti di capitali, -Rischio di cambio valuta, -Rischio economico (inflazione, recessione, debito pubblico), -Rischi legati a conflitti, terrorismo o disordini sociali. 🔎 Come valutare il rischio paese: i passaggi chiave 1. Analisi dei rating internazionali Gli organismi come Fitch, Moody’s, Standard & Poor’s pubblicano rating sovrani che sintetizzano la rischiosità di un Paese. ✅ Un rating alto indica stabilità, mentre rating bassi segnalano criticità. 2. Monitoraggio dei dati macroeconomici Osservare: -PIL e sua crescita, -Livello di inflazione, -Bilancia commerciale e debito pubblico, -Livello di disoccupazione. 3. Valutazione della situazione politica -Durata e stabilità del governo, -Rischio di colpi di Stato, proteste o conflitti, -Trasparenza e indipendenza delle istituzioni. 4. Analisi normativa e regolamentare -Facilità di fare impresa (World Bank Doing Business), -Protezione degli investitori stranieri, -Regime fiscale e incentivi, -Diritti di proprietà intellettuale e contrattuali. 5. Rischio finanziario e valutario -Volatilità della moneta locale, -Restrizioni sui trasferimenti di denaro, -Accesso al credito locale. 6. Rischi specifici del settore Alcuni settori sono più esposti (es. energia, infrastrutture, tecnologia). Valutare normative settoriali e potenziali cambi di regolamentazione. 🛡️ Strumenti per mitigare il rischio paese -Assicurazioni e garanzie SACE: proteggono contro espropri, inadempienze statali, blocchi valutari. -Diversificazione geografica: non concentrare investimenti in un solo Paese a rischio elevato. -Contratti ben strutturati: con clausole di arbitrato internazionale e protezioni legali. -Partner locali affidabili: per ridurre l’impatto delle variabili politiche ed economiche. 🎯 Il nostro consiglio Noi di Impresa.biz raccomandiamo alle PMI di: -Non sottovalutare il rischio paese, -Affidarsi a professionisti per l’analisi approfondita, -Integrare questa valutazione nel business plan e nella strategia di internazionalizzazione. Solo così l’investimento diretto estero può diventare una leva di crescita solida e duratura. 📩 Vuoi una consulenza personalizzata per valutare il rischio paese nel tuo prossimo investimento? Contattaci per una diagnosi gratuita. 🌍 #InvestimentiDirettiEsteri #RischioPaese #PMIitaliane #ExportSicuro #SACE #Internazionalizzazione #GestioneRischi #Impresabiz
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  • L’impatto della leva operativa sulla performance aziendale

    In impresa.biz riteniamo che comprendere il concetto di leva operativa sia fondamentale per analizzare la performance e la rischiosità di un’azienda. La leva operativa rappresenta il rapporto tra costi fissi e costi variabili nella struttura dei costi aziendali, e influenza significativamente il modo in cui variazioni del fatturato si riflettono sul risultato operativo.

    Che cos’è la leva operativa?
    La leva operativa indica quanto i costi fissi incidano sul totale dei costi. Un’azienda con un’alta leva operativa ha una quota elevata di costi fissi rispetto a quelli variabili. Questo significa che un piccolo aumento del fatturato può generare un incremento più che proporzionale del reddito operativo, ma allo stesso tempo comporta un rischio maggiore in caso di calo delle vendite.

    Effetti sulla performance aziendale
    Vantaggi di un’elevata leva operativa:
    -Maggiore amplificazione dei profitti in fase di crescita del fatturato.
    -Possibilità di raggiungere economie di scala e migliorare la redditività.

    Svantaggi e rischi:
    -Maggiore vulnerabilità a fluttuazioni negative delle vendite.
    -Rischio di non coprire i costi fissi in periodi di contrazione, con impatto negativo sull’utile.

    Come gestiamo la leva operativa in impresa.biz?
    Aiutiamo le aziende a valutare la propria struttura dei costi e a calcolare il grado di leva operativa (DOL - Degree of Operating Leverage). Attraverso simulazioni di scenari, identifichiamo il punto di pareggio e analizziamo l’impatto di variazioni di fatturato sui margini.

    Supportiamo anche nella definizione di strategie per ottimizzare la struttura dei costi, ad esempio bilanciando meglio costi fissi e variabili, introducendo flessibilità nei processi produttivi o valutando modelli di outsourcing.

    L’equilibrio è la chiave
    In definitiva, un’azienda deve trovare il giusto equilibrio nella leva operativa, in modo da sfruttare le potenzialità di crescita senza esporsi a rischi eccessivi. Una gestione consapevole di questo aspetto contribuisce a migliorare la stabilità finanziaria e a guidare le decisioni strategiche.

    #impresabiz #levaoperativa #performanceaziendale #gestioneazienda #finanzaaziendale #PMI #strategiafinanziaria #costistrutturali
    L’impatto della leva operativa sulla performance aziendale In impresa.biz riteniamo che comprendere il concetto di leva operativa sia fondamentale per analizzare la performance e la rischiosità di un’azienda. La leva operativa rappresenta il rapporto tra costi fissi e costi variabili nella struttura dei costi aziendali, e influenza significativamente il modo in cui variazioni del fatturato si riflettono sul risultato operativo. Che cos’è la leva operativa? La leva operativa indica quanto i costi fissi incidano sul totale dei costi. Un’azienda con un’alta leva operativa ha una quota elevata di costi fissi rispetto a quelli variabili. Questo significa che un piccolo aumento del fatturato può generare un incremento più che proporzionale del reddito operativo, ma allo stesso tempo comporta un rischio maggiore in caso di calo delle vendite. Effetti sulla performance aziendale Vantaggi di un’elevata leva operativa: -Maggiore amplificazione dei profitti in fase di crescita del fatturato. -Possibilità di raggiungere economie di scala e migliorare la redditività. Svantaggi e rischi: -Maggiore vulnerabilità a fluttuazioni negative delle vendite. -Rischio di non coprire i costi fissi in periodi di contrazione, con impatto negativo sull’utile. Come gestiamo la leva operativa in impresa.biz? Aiutiamo le aziende a valutare la propria struttura dei costi e a calcolare il grado di leva operativa (DOL - Degree of Operating Leverage). Attraverso simulazioni di scenari, identifichiamo il punto di pareggio e analizziamo l’impatto di variazioni di fatturato sui margini. Supportiamo anche nella definizione di strategie per ottimizzare la struttura dei costi, ad esempio bilanciando meglio costi fissi e variabili, introducendo flessibilità nei processi produttivi o valutando modelli di outsourcing. L’equilibrio è la chiave In definitiva, un’azienda deve trovare il giusto equilibrio nella leva operativa, in modo da sfruttare le potenzialità di crescita senza esporsi a rischi eccessivi. Una gestione consapevole di questo aspetto contribuisce a migliorare la stabilità finanziaria e a guidare le decisioni strategiche. #impresabiz #levaoperativa #performanceaziendale #gestioneazienda #finanzaaziendale #PMI #strategiafinanziaria #costistrutturali
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  • Le fonti di finanziamento aziendale: capitale proprio e capitale di debito

    In impresa.biz sappiamo che scegliere la giusta combinazione di fonti di finanziamento è una delle decisioni più importanti per un’impresa. Il capitale necessario per sostenere le attività, gli investimenti e la crescita può provenire da due grandi categorie: il capitale proprio e il capitale di debito. Ogni opzione ha caratteristiche, vantaggi e rischi che vanno valutati con attenzione.

    Capitale proprio
    Il capitale proprio rappresenta le risorse apportate dai soci o dagli azionisti, inclusi utili non distribuiti reinvestiti nell’azienda. Si tratta di un finanziamento “interno”, che non prevede obblighi di rimborso né interessi, ma comporta una compartecipazione agli utili e un ruolo nelle decisioni societarie.

    Vantaggi:
    -Maggiore stabilità finanziaria, perché non genera oneri finanziari fissi.
    -Maggiore capacità di assorbire perdite senza mettere a rischio la continuità aziendale.
    -Migliore immagine verso banche e investitori, grazie a un capitale di rischio solido.

    Svantaggi:
    -Costo del capitale proprio generalmente più elevato rispetto al debito, perché gli investitori richiedono un rendimento commisurato al rischio.
    -Potenziale diluizione del controllo societario se si emettono nuove quote o azioni.

    Capitale di debito
    Il capitale di debito consiste nei finanziamenti ottenuti da terzi, come banche, obbligazionisti o altri finanziatori. È caratterizzato dall’obbligo di restituzione e dal pagamento di interessi, che rappresentano il costo del prestito.

    Vantaggi:
    -Consente di finanziare progetti senza cedere quote di proprietà.
    -Gli interessi pagati sono deducibili fiscalmente, riducendo il costo effettivo del debito.
    -Può migliorare il rendimento del capitale proprio se usato con equilibrio (leva finanziaria).

    Svantaggi:
    -Impegna flussi di cassa futuri per il rimborso, con possibili rischi di liquidità.
    -Aumenta il rischio finanziario, specialmente in periodi di difficoltà economica.
    -Può influire negativamente su rating creditizi e condizioni di finanziamento futuri.

    Il nostro approccio
    In impresa.biz supportiamo le aziende nell’analisi del fabbisogno finanziario e nella definizione di una struttura di capitale bilanciata, che risponda alle esigenze operative, strategiche e di rischio dell’impresa.

    Valutiamo scenari e simuliamo impatti economici e finanziari, affinché le decisioni siano consapevoli e orientate alla sostenibilità a lungo termine.

    Crediamo che una combinazione equilibrata tra capitale proprio e debito sia la chiave per massimizzare la crescita e minimizzare i rischi, consentendo alle imprese di affrontare con sicurezza le sfide del mercato.

    #impresabiz #finanziamentoaziendale #capitalepromprio #capitaledidebito #gestioneaziendale #strategiafinanziaria #PMI #corporatefinance #investimenti
    Le fonti di finanziamento aziendale: capitale proprio e capitale di debito In impresa.biz sappiamo che scegliere la giusta combinazione di fonti di finanziamento è una delle decisioni più importanti per un’impresa. Il capitale necessario per sostenere le attività, gli investimenti e la crescita può provenire da due grandi categorie: il capitale proprio e il capitale di debito. Ogni opzione ha caratteristiche, vantaggi e rischi che vanno valutati con attenzione. Capitale proprio Il capitale proprio rappresenta le risorse apportate dai soci o dagli azionisti, inclusi utili non distribuiti reinvestiti nell’azienda. Si tratta di un finanziamento “interno”, che non prevede obblighi di rimborso né interessi, ma comporta una compartecipazione agli utili e un ruolo nelle decisioni societarie. Vantaggi: -Maggiore stabilità finanziaria, perché non genera oneri finanziari fissi. -Maggiore capacità di assorbire perdite senza mettere a rischio la continuità aziendale. -Migliore immagine verso banche e investitori, grazie a un capitale di rischio solido. Svantaggi: -Costo del capitale proprio generalmente più elevato rispetto al debito, perché gli investitori richiedono un rendimento commisurato al rischio. -Potenziale diluizione del controllo societario se si emettono nuove quote o azioni. Capitale di debito Il capitale di debito consiste nei finanziamenti ottenuti da terzi, come banche, obbligazionisti o altri finanziatori. È caratterizzato dall’obbligo di restituzione e dal pagamento di interessi, che rappresentano il costo del prestito. Vantaggi: -Consente di finanziare progetti senza cedere quote di proprietà. -Gli interessi pagati sono deducibili fiscalmente, riducendo il costo effettivo del debito. -Può migliorare il rendimento del capitale proprio se usato con equilibrio (leva finanziaria). Svantaggi: -Impegna flussi di cassa futuri per il rimborso, con possibili rischi di liquidità. -Aumenta il rischio finanziario, specialmente in periodi di difficoltà economica. -Può influire negativamente su rating creditizi e condizioni di finanziamento futuri. Il nostro approccio In impresa.biz supportiamo le aziende nell’analisi del fabbisogno finanziario e nella definizione di una struttura di capitale bilanciata, che risponda alle esigenze operative, strategiche e di rischio dell’impresa. Valutiamo scenari e simuliamo impatti economici e finanziari, affinché le decisioni siano consapevoli e orientate alla sostenibilità a lungo termine. Crediamo che una combinazione equilibrata tra capitale proprio e debito sia la chiave per massimizzare la crescita e minimizzare i rischi, consentendo alle imprese di affrontare con sicurezza le sfide del mercato. #impresabiz #finanziamentoaziendale #capitalepromprio #capitaledidebito #gestioneaziendale #strategiafinanziaria #PMI #corporatefinance #investimenti
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  • Mini bond per PMI: opportunità concreta o strumento per pochi?

    In impresa.biz, ci confrontiamo quotidianamente con le sfide finanziarie delle PMI italiane. I mini bond rappresentano una delle alternative più interessanti al credito bancario tradizionale, ma la loro effettiva accessibilità per le piccole e medie imprese è ancora oggetto di discussione.

    Cos’è un mini bond?
    Un mini bond è uno strumento di debito emesso da imprese non quotate, destinato a raccogliere capitali sul mercato dei capitali. Solitamente, ha un valore nominale inferiore rispetto ai bond tradizionali, rendendolo più accessibile per le PMI. Tuttavia, l’emissione di mini bond comporta costi e requisiti che possono rappresentare una barriera per molte imprese.

    Opportunità per le PMI
    Nonostante le sfide, i mini bond offrono diverse opportunità per le PMI:
    -Diversificazione delle fonti di finanziamento: i mini bond permettono alle imprese di accedere a capitali al di fuori del sistema bancario tradizionale, riducendo la dipendenza dalle banche.
    -Miglioramento della reputazione finanziaria: l’emissione di mini bond può migliorare la visibilità dell’impresa e la sua reputazione nel mercato, facilitando future operazioni finanziarie.
    -Accesso a capitali per progetti di crescita: i mini bond possono finanziare progetti di espansione, innovazione o sostenibilità, contribuendo alla crescita dell’impresa.

    Sfide e barriere
    Nonostante le opportunità, esistono diverse sfide associate all’emissione di mini bond:
    -Costi elevati: l’emissione di mini bond comporta costi significativi, tra cui quelli per la consulenza legale, la valutazione del rating e la strutturazione dell’emissione, che possono essere proibitivi per molte PMI.
    -Requisiti di trasparenza: le imprese devono fornire informazioni dettagliate sulla loro situazione finanziaria, strategie e prospettive future, il che richiede risorse e competenze specifiche.
    -Accesso limitato al mercato: non tutte le PMI hanno accesso alle piattaforme o agli intermediari necessari per emettere mini bond, limitando la loro capacità di raccogliere capitali attraverso questo strumento.

    Cosa facciamo in impresa.biz
    In impresa.biz, supportiamo le PMI nell’analizzare la fattibilità dell’emissione di mini bond, valutando:
    -Adeguatezza finanziaria: esaminiamo la solidità finanziaria dell’impresa per determinare la capacità di sostenere un’emissione di mini bond.
    -Costi e benefici: analizziamo i costi associati all’emissione e confrontiamo con i benefici attesi, per valutare la convenienza dell’operazione.
    -Accesso a strumenti di supporto: identifichiamo eventuali programmi di supporto, come i Basket Bond, che possono agevolare l’emissione di mini bond per le PMI.

    I mini bond rappresentano un’opportunità concreta per le PMI, ma la loro accessibilità dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione dell’impresa, la sua solidità finanziaria e la disponibilità di risorse per sostenere i costi associati all’emissione. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo percorso, fornendo consulenza e supporto per valutare se i mini bond sono la soluzione giusta per la tua impresa.

    Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come i mini bond possono supportare la crescita della tua impresa.

    #MiniBond #PMI #FinanzaAlternativa #BasketBond #CreditoPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #Sostenibilità #FinanziamentiPMI
    Mini bond per PMI: opportunità concreta o strumento per pochi? In impresa.biz, ci confrontiamo quotidianamente con le sfide finanziarie delle PMI italiane. I mini bond rappresentano una delle alternative più interessanti al credito bancario tradizionale, ma la loro effettiva accessibilità per le piccole e medie imprese è ancora oggetto di discussione. 📊 Cos’è un mini bond? Un mini bond è uno strumento di debito emesso da imprese non quotate, destinato a raccogliere capitali sul mercato dei capitali. Solitamente, ha un valore nominale inferiore rispetto ai bond tradizionali, rendendolo più accessibile per le PMI. Tuttavia, l’emissione di mini bond comporta costi e requisiti che possono rappresentare una barriera per molte imprese. 🚀 Opportunità per le PMI Nonostante le sfide, i mini bond offrono diverse opportunità per le PMI: -Diversificazione delle fonti di finanziamento: i mini bond permettono alle imprese di accedere a capitali al di fuori del sistema bancario tradizionale, riducendo la dipendenza dalle banche. -Miglioramento della reputazione finanziaria: l’emissione di mini bond può migliorare la visibilità dell’impresa e la sua reputazione nel mercato, facilitando future operazioni finanziarie. -Accesso a capitali per progetti di crescita: i mini bond possono finanziare progetti di espansione, innovazione o sostenibilità, contribuendo alla crescita dell’impresa. ⚠️ Sfide e barriere Nonostante le opportunità, esistono diverse sfide associate all’emissione di mini bond: -Costi elevati: l’emissione di mini bond comporta costi significativi, tra cui quelli per la consulenza legale, la valutazione del rating e la strutturazione dell’emissione, che possono essere proibitivi per molte PMI. -Requisiti di trasparenza: le imprese devono fornire informazioni dettagliate sulla loro situazione finanziaria, strategie e prospettive future, il che richiede risorse e competenze specifiche. -Accesso limitato al mercato: non tutte le PMI hanno accesso alle piattaforme o agli intermediari necessari per emettere mini bond, limitando la loro capacità di raccogliere capitali attraverso questo strumento. 🧭 Cosa facciamo in impresa.biz In impresa.biz, supportiamo le PMI nell’analizzare la fattibilità dell’emissione di mini bond, valutando: -Adeguatezza finanziaria: esaminiamo la solidità finanziaria dell’impresa per determinare la capacità di sostenere un’emissione di mini bond. -Costi e benefici: analizziamo i costi associati all’emissione e confrontiamo con i benefici attesi, per valutare la convenienza dell’operazione. -Accesso a strumenti di supporto: identifichiamo eventuali programmi di supporto, come i Basket Bond, che possono agevolare l’emissione di mini bond per le PMI. ✅ I mini bond rappresentano un’opportunità concreta per le PMI, ma la loro accessibilità dipende da diversi fattori, tra cui la dimensione dell’impresa, la sua solidità finanziaria e la disponibilità di risorse per sostenere i costi associati all’emissione. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo percorso, fornendo consulenza e supporto per valutare se i mini bond sono la soluzione giusta per la tua impresa. Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come i mini bond possono supportare la crescita della tua impresa. #MiniBond #PMI #FinanzaAlternativa #BasketBond #CreditoPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #Sostenibilità #FinanziamentiPMI
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  • Le nuove garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese: cosa cambia nel 2025

    In impresa.biz, siamo consapevoli che l’accesso al credito rappresenta una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane. Le nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 apportano modifiche significative alle garanzie pubbliche sui prestiti, con l’obiettivo di rendere il sistema più sostenibile e mirato. È fondamentale comprendere queste novità per adattare le strategie finanziarie aziendali.

    Cosa cambia nel 2025?
    1. Riduzione della percentuale di copertura per le operazioni di liquidità
    La copertura massima per i finanziamenti destinati a esigenze di liquidità è stata ridotta al 50%, rispetto al 55% precedente per le fasce 1 e 2 e al 60% per le fasce 3 e 4. Questa modifica si applica a tutte le PMI, senza distinzione di rating, e mira a una gestione più equilibrata delle risorse pubbliche.

    2. Conferma dell’80% di copertura per investimenti e startup
    Per i finanziamenti destinati a programmi di investimento e per le startup innovative, la garanzia rimane invariata all’80%, continuando a supportare l’innovazione e la crescita delle imprese.

    3. Estensione della garanzia alle imprese mid-cap
    È stata introdotta la possibilità di estendere la garanzia alle imprese con un numero di dipendenti fino a 499, previa autorizzazione della Commissione Europea. Questa misura amplia l’accesso al credito per una fascia più ampia di aziende.

    4. Aumento dell’importo massimo per operazioni di importo ridotto
    L’importo massimo per le operazioni di importo ridotto è stato elevato a 100.000 euro per le richieste presentate da soggetti garanti autorizzati, facilitando l’accesso al credito per le piccole esigenze finanziarie.

    5. Introduzione di un premio aggiuntivo per i soggetti finanziatori
    I soggetti finanziatori saranno tenuti a versare al Fondo di Garanzia un premio aggiuntivo rispetto a quello dovuto per la singola operazione, da corrispondere entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di rilascio delle garanzie. I criteri e le modalità di attuazione del premio saranno definiti da un successivo decreto del MIMIT e del MEF.

    Cosa significa per la tua impresa?
    Le modifiche introdotte richiedono alle imprese di adattare le proprie strategie finanziarie. La riduzione della copertura per le operazioni di liquidità potrebbe comportare una maggiore necessità di capitali propri o l’esplorazione di alternative di finanziamento. L’estensione della garanzia alle imprese mid-cap offre nuove opportunità per le aziende di dimensioni maggiori. È fondamentale monitorare l’evoluzione delle normative e pianificare di conseguenza.
    Kalaway

    Cosa facciamo in impresa.biz
    In impresa.biz, offriamo supporto alle PMI per:
    -Analizzare l’impatto delle nuove normative sul fabbisogno finanziario.
    -Identificare le migliori opportunità di finanziamento disponibili.
    -Ottimizzare la gestione del capitale circolante.
    -Supportare nella preparazione della documentazione necessaria per l’accesso al credito.

    Le modifiche alle garanzie pubbliche sui prestiti rappresentano un’opportunità per le imprese di rivedere e ottimizzare le proprie strategie finanziarie. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo processo, fornendo consulenza e supporto per navigare con successo nel panorama finanziario del 2025.

    Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come le nuove garanzie pubbliche possono supportare la crescita della tua impresa.

    #GaranziePubbliche #CreditoAllePMI #FondoDiGaranzia #SACE #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #LeggeDiBilancio2025 #SostegnoAlleImprese
    Le nuove garanzie pubbliche sui prestiti alle imprese: cosa cambia nel 2025 In impresa.biz, siamo consapevoli che l’accesso al credito rappresenta una delle sfide più rilevanti per le PMI italiane. Le nuove disposizioni introdotte dalla Legge di Bilancio 2025 apportano modifiche significative alle garanzie pubbliche sui prestiti, con l’obiettivo di rendere il sistema più sostenibile e mirato. È fondamentale comprendere queste novità per adattare le strategie finanziarie aziendali. 🧾 Cosa cambia nel 2025? 1. Riduzione della percentuale di copertura per le operazioni di liquidità La copertura massima per i finanziamenti destinati a esigenze di liquidità è stata ridotta al 50%, rispetto al 55% precedente per le fasce 1 e 2 e al 60% per le fasce 3 e 4. Questa modifica si applica a tutte le PMI, senza distinzione di rating, e mira a una gestione più equilibrata delle risorse pubbliche. 2. Conferma dell’80% di copertura per investimenti e startup Per i finanziamenti destinati a programmi di investimento e per le startup innovative, la garanzia rimane invariata all’80%, continuando a supportare l’innovazione e la crescita delle imprese. 3. Estensione della garanzia alle imprese mid-cap È stata introdotta la possibilità di estendere la garanzia alle imprese con un numero di dipendenti fino a 499, previa autorizzazione della Commissione Europea. Questa misura amplia l’accesso al credito per una fascia più ampia di aziende. 4. Aumento dell’importo massimo per operazioni di importo ridotto L’importo massimo per le operazioni di importo ridotto è stato elevato a 100.000 euro per le richieste presentate da soggetti garanti autorizzati, facilitando l’accesso al credito per le piccole esigenze finanziarie. 5. Introduzione di un premio aggiuntivo per i soggetti finanziatori I soggetti finanziatori saranno tenuti a versare al Fondo di Garanzia un premio aggiuntivo rispetto a quello dovuto per la singola operazione, da corrispondere entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello di rilascio delle garanzie. I criteri e le modalità di attuazione del premio saranno definiti da un successivo decreto del MIMIT e del MEF. ⚠️ Cosa significa per la tua impresa? Le modifiche introdotte richiedono alle imprese di adattare le proprie strategie finanziarie. La riduzione della copertura per le operazioni di liquidità potrebbe comportare una maggiore necessità di capitali propri o l’esplorazione di alternative di finanziamento. L’estensione della garanzia alle imprese mid-cap offre nuove opportunità per le aziende di dimensioni maggiori. È fondamentale monitorare l’evoluzione delle normative e pianificare di conseguenza. Kalaway 📌 Cosa facciamo in impresa.biz In impresa.biz, offriamo supporto alle PMI per: -Analizzare l’impatto delle nuove normative sul fabbisogno finanziario. -Identificare le migliori opportunità di finanziamento disponibili. -Ottimizzare la gestione del capitale circolante. -Supportare nella preparazione della documentazione necessaria per l’accesso al credito. ✅ Le modifiche alle garanzie pubbliche sui prestiti rappresentano un’opportunità per le imprese di rivedere e ottimizzare le proprie strategie finanziarie. In impresa.biz, siamo pronti ad accompagnarti in questo processo, fornendo consulenza e supporto per navigare con successo nel panorama finanziario del 2025. Contattaci per una consulenza personalizzata e per scoprire come le nuove garanzie pubbliche possono supportare la crescita della tua impresa. #GaranziePubbliche #CreditoAllePMI #FondoDiGaranzia #SACE #FinanziamentiPMI #ImpresaBiz #AccessoAlCredito #LeggeDiBilancio2025 #SostegnoAlleImprese
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  • ZES e ZLS: opportunità fiscali per chi investe nel Sud e nelle aree logistiche speciali

    Nel 2025, le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) rappresentano una delle leve più interessanti per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare la competitività delle imprese che operano nel settore della logistica, della produzione e dei servizi connessi all’import/export.
    Noi di impresa.biz, da sempre al fianco di chi investe in modo strategico nel territorio italiano, seguiamo da vicino l’evoluzione normativa e fiscale di questi strumenti, per aiutare le aziende a cogliere le agevolazioni disponibili in maniera concreta e sicura.

    ZES Unica Sud: cosa cambia dal 2024-2025
    Dal 1° gennaio 2024 è attiva la ZES unica per il Mezzogiorno, che ha sostituito le precedenti ZES regionali, estendendosi a tutte le regioni del Sud Italia: Abruzzo (zone specifiche), Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

    Per le imprese che avviano o espandono attività in queste aree, sono previsti incentivi fiscali automatici, tra cui:

    Credito d’imposta per investimenti produttivi (beni strumentali, immobili, impianti)
    Snellimento delle procedure autorizzative
    Agevolazioni doganali e logistiche per attività connesse al porto o all’import/export

    Il credito d’imposta è fino al 60% per le piccole imprese, 45% per le medie e 30% per le grandi, con maggiorazioni previste per alcune aree prioritarie.

    ZLS: le Zone Logistiche Semplificate
    Le ZLS sono invece dedicate alle aree portuali del Centro-Nord, e mirano a facilitare investimenti industriali e logistici attraverso:
    -Procedure amministrative semplificate
    -Accesso prioritario a fondi nazionali ed europei
    -Collaborazione rafforzata con le autorità portuali

    Anche se non prevedono un credito d’imposta automatico come le ZES, le ZLS offrono vantaggi competitivi rilevanti per chi opera nella logistica integrata e nelle catene del valore legate all’export.

    Perché cogliere ora queste opportunità
    Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a valutare, progettare e attivare investimenti all’interno delle ZES e ZLS, massimizzando gli incentivi disponibili e gestendo con precisione l’iter burocratico.

    Le ragioni per agire subito sono chiare:

    I fondi sono limitati e assegnati in base a finestre temporali e criteri territoriali
    Gli incentivi possono coprire una parte significativa degli investimenti
    Snellire le pratiche può accelerare l’avvio di attività produttive e logistiche
    Investire nelle aree ZES può aumentare il rating di sostenibilità e accesso al credito

    Come operiamo
    Con un team multidisciplinare, affianchiamo le imprese in tutte le fasi:

    Analisi di fattibilità territoriale e normativa
    Progettazione fiscale e stesura del piano d’investimento
    Supporto nella documentazione per credito d’imposta ZES
    Gestione dei rapporti con Invitalia, Agenzia delle Entrate e autorità locali
    Monitoraggio dell’effettiva fruizione e rendicontazione degli incentivi

    Stai valutando un investimento nel Sud Italia o in aree portuali-logistiche?
    Parlaci del tuo progetto: possiamo guidarti nell'accesso agli incentivi ZES e ZLS in modo strutturato e sicuro.

    #ZES2025 #ZLS #IncentiviMezzogiorno #CreditoDImposta #AgevolazioniSud #LogisticaIntegrata #InvestimentiProduttivi #ImpresaBiz #SviluppoSud #PortualitàStrategica #PNRR

    ZES e ZLS: opportunità fiscali per chi investe nel Sud e nelle aree logistiche speciali Nel 2025, le Zone Economiche Speciali (ZES) e le Zone Logistiche Semplificate (ZLS) rappresentano una delle leve più interessanti per rilanciare lo sviluppo del Mezzogiorno e rafforzare la competitività delle imprese che operano nel settore della logistica, della produzione e dei servizi connessi all’import/export. Noi di impresa.biz, da sempre al fianco di chi investe in modo strategico nel territorio italiano, seguiamo da vicino l’evoluzione normativa e fiscale di questi strumenti, per aiutare le aziende a cogliere le agevolazioni disponibili in maniera concreta e sicura. ZES Unica Sud: cosa cambia dal 2024-2025 Dal 1° gennaio 2024 è attiva la ZES unica per il Mezzogiorno, che ha sostituito le precedenti ZES regionali, estendendosi a tutte le regioni del Sud Italia: Abruzzo (zone specifiche), Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Per le imprese che avviano o espandono attività in queste aree, sono previsti incentivi fiscali automatici, tra cui: ✅ Credito d’imposta per investimenti produttivi (beni strumentali, immobili, impianti) ✅ Snellimento delle procedure autorizzative ✅ Agevolazioni doganali e logistiche per attività connesse al porto o all’import/export Il credito d’imposta è fino al 60% per le piccole imprese, 45% per le medie e 30% per le grandi, con maggiorazioni previste per alcune aree prioritarie. ZLS: le Zone Logistiche Semplificate Le ZLS sono invece dedicate alle aree portuali del Centro-Nord, e mirano a facilitare investimenti industriali e logistici attraverso: -Procedure amministrative semplificate -Accesso prioritario a fondi nazionali ed europei -Collaborazione rafforzata con le autorità portuali Anche se non prevedono un credito d’imposta automatico come le ZES, le ZLS offrono vantaggi competitivi rilevanti per chi opera nella logistica integrata e nelle catene del valore legate all’export. Perché cogliere ora queste opportunità Noi di impresa.biz aiutiamo le imprese a valutare, progettare e attivare investimenti all’interno delle ZES e ZLS, massimizzando gli incentivi disponibili e gestendo con precisione l’iter burocratico. Le ragioni per agire subito sono chiare: 📌 I fondi sono limitati e assegnati in base a finestre temporali e criteri territoriali 📌 Gli incentivi possono coprire una parte significativa degli investimenti 📌 Snellire le pratiche può accelerare l’avvio di attività produttive e logistiche 📌 Investire nelle aree ZES può aumentare il rating di sostenibilità e accesso al credito Come operiamo Con un team multidisciplinare, affianchiamo le imprese in tutte le fasi: 🔍 Analisi di fattibilità territoriale e normativa 🧾 Progettazione fiscale e stesura del piano d’investimento 📁 Supporto nella documentazione per credito d’imposta ZES 🔄 Gestione dei rapporti con Invitalia, Agenzia delle Entrate e autorità locali 📊 Monitoraggio dell’effettiva fruizione e rendicontazione degli incentivi 📌 Stai valutando un investimento nel Sud Italia o in aree portuali-logistiche? Parlaci del tuo progetto: possiamo guidarti nell'accesso agli incentivi ZES e ZLS in modo strutturato e sicuro. #ZES2025 #ZLS #IncentiviMezzogiorno #CreditoDImposta #AgevolazioniSud #LogisticaIntegrata #InvestimentiProduttivi #ImpresaBiz #SviluppoSud #PortualitàStrategica #PNRR
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