• Le migliori strategie per entrare nei mercati emergenti
    Nel nostro percorso di supporto alle imprese che vogliono crescere e internazionalizzarsi, osserviamo come i mercati emergenti rappresentino oggi una straordinaria opportunità di sviluppo.
    Tuttavia, per entrare con successo in queste realtà, spesso molto diverse dai mercati tradizionali, è fondamentale adottare strategie mirate e ben ponderate.

    In questo articolo condividiamo con voi le migliori strategie che consigliamo per affrontare con efficacia i mercati emergenti.

    1. Analisi approfondita del mercato locale
    Prima di tutto, è imprescindibile conoscere a fondo il contesto socio-economico, culturale e normativo del paese target.
    Noi utilizziamo strumenti di ricerca e collaboriamo con esperti locali per comprendere bisogni, competitor e potenziali barriere.

    2. Adattare il prodotto e la comunicazione
    Un prodotto di successo in Europa o America potrebbe necessitare di modifiche per essere apprezzato in mercati emergenti.
    Consigliamo di personalizzare caratteristiche, packaging e messaggi per rispondere alle aspettative e ai valori locali.

    3. Sfruttare partnership strategiche
    Entrare in un mercato emergente con partner locali affidabili riduce i rischi e accelera il processo di penetrazione.
    Collaboriamo con aziende, distributori o influencer locali per costruire una rete efficace.

    4. Investire in canali digitali e mobile first
    Nei mercati emergenti, la diffusione di smartphone e social media è spesso superiore a quella di infrastrutture tradizionali.
    Noi raccomandiamo di privilegiare strategie digitali mobile-friendly per raggiungere e coinvolgere i consumatori in modo diretto e scalabile.

    5. Pianificare una presenza graduale e sostenibile
    Entrare troppo rapidamente o con investimenti sproporzionati può portare a fallimenti.
    Consigliamo un approccio phased, testando il mercato con progetti pilota e scalando progressivamente in base ai risultati.

    6. Monitorare e adattare costantemente la strategia
    I mercati emergenti sono dinamici e in continua evoluzione.
    Noi insistiamo sull’importanza di raccogliere dati, monitorare feedback e modificare tempestivamente l’approccio per cogliere ogni opportunità e superare eventuali ostacoli.

    I mercati emergenti rappresentano un terreno fertile per la crescita, ma richiedono competenze specifiche e strategie calibrate.
    Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarvi in ogni fase del percorso, dall’analisi iniziale alla piena affermazione sul mercato, per farvi cogliere tutte le potenzialità di questi territori.

    #mercatiemergenti #internazionalizzazione #strategiedicrescita #businessglobale #digitalmarketing #impresadigitale #impresabiz

    Le migliori strategie per entrare nei mercati emergenti Nel nostro percorso di supporto alle imprese che vogliono crescere e internazionalizzarsi, osserviamo come i mercati emergenti rappresentino oggi una straordinaria opportunità di sviluppo. Tuttavia, per entrare con successo in queste realtà, spesso molto diverse dai mercati tradizionali, è fondamentale adottare strategie mirate e ben ponderate. In questo articolo condividiamo con voi le migliori strategie che consigliamo per affrontare con efficacia i mercati emergenti. 1. Analisi approfondita del mercato locale Prima di tutto, è imprescindibile conoscere a fondo il contesto socio-economico, culturale e normativo del paese target. Noi utilizziamo strumenti di ricerca e collaboriamo con esperti locali per comprendere bisogni, competitor e potenziali barriere. 2. Adattare il prodotto e la comunicazione Un prodotto di successo in Europa o America potrebbe necessitare di modifiche per essere apprezzato in mercati emergenti. Consigliamo di personalizzare caratteristiche, packaging e messaggi per rispondere alle aspettative e ai valori locali. 3. Sfruttare partnership strategiche Entrare in un mercato emergente con partner locali affidabili riduce i rischi e accelera il processo di penetrazione. Collaboriamo con aziende, distributori o influencer locali per costruire una rete efficace. 4. Investire in canali digitali e mobile first Nei mercati emergenti, la diffusione di smartphone e social media è spesso superiore a quella di infrastrutture tradizionali. Noi raccomandiamo di privilegiare strategie digitali mobile-friendly per raggiungere e coinvolgere i consumatori in modo diretto e scalabile. 5. Pianificare una presenza graduale e sostenibile Entrare troppo rapidamente o con investimenti sproporzionati può portare a fallimenti. Consigliamo un approccio phased, testando il mercato con progetti pilota e scalando progressivamente in base ai risultati. 6. Monitorare e adattare costantemente la strategia I mercati emergenti sono dinamici e in continua evoluzione. Noi insistiamo sull’importanza di raccogliere dati, monitorare feedback e modificare tempestivamente l’approccio per cogliere ogni opportunità e superare eventuali ostacoli. I mercati emergenti rappresentano un terreno fertile per la crescita, ma richiedono competenze specifiche e strategie calibrate. Noi di Impresa.biz siamo pronti a supportarvi in ogni fase del percorso, dall’analisi iniziale alla piena affermazione sul mercato, per farvi cogliere tutte le potenzialità di questi territori. #mercatiemergenti #internazionalizzazione #strategiedicrescita #businessglobale #digitalmarketing #impresadigitale #impresabiz
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  • Farsi pagare il giusto: strategie di pricing per freelance e creator

    All’inizio, come freelance, la domanda che mi tormentava non era “cosa offrire?” ma “quanto posso farmi pagare?”.
    È facile dire “valuta il tuo tempo”, “credici di più”, o “alza i prezzi” – ma quando sei tu a dover mettere un prezzo al tuo lavoro, la cosa si complica.
    Ci ho messo tempo, errori (e anche qualche cliente sotto costo) per trovare il coraggio e la strategia per farmi pagare il giusto. E oggi posso dire che sì, è possibile. Serve però consapevolezza, posizionamento e metodo.

    Ecco cosa ha funzionato per me – e cosa consiglio a chi vive di creatività e competenze.

    1. Il problema non è “quanto chiedi”, ma come lo comunichi
    Uno degli errori che facevo era presentare il prezzo come una cifra da giustificare. Oggi lo inserisco nel contesto di valore. Se il cliente capisce cosa ottiene, percepisce il prezzo come un investimento, non come un costo.
    Ho imparato a presentare il mio servizio partendo dal problema che risolve, non dalla prestazione in sé.

    2. La chiarezza vale quanto la qualità
    Preventivi vaghi, offerte poco strutturate, tariffe “a ore” senza indicazioni precise: li ho fatti anch’io, e hanno sempre generato confusione o negoziazioni al ribasso.
    Oggi uso pacchetti chiari, con output precisi e prezzi trasparenti. Più il cliente sa cosa compra, meno tende a trattare. La chiarezza paga – letteralmente.

    3. Non vendo il mio tempo. Vendo il mio processo
    Questo è stato il cambio di mindset più potente. Il cliente non mi paga per “4 ore di lavoro” o “10 post Instagram”: mi paga per l’esperienza, il metodo, la visione.
    Quando ho smesso di ragionare in ore e ho iniziato a ragionare in soluzioni, i miei prezzi sono saliti in modo naturale. E i clienti migliori sono rimasti.

    4. Non esiste il “giusto prezzo”, ma il prezzo giusto per il tuo posizionamento
    Il mio prezzo non deve andare bene a tutti. Deve essere coerente con la mia identità, il mio target, il mio posizionamento. Sottoprezzarsi per “prendere più clienti” è una strategia a breve termine. Quelli giusti, invece, capiscono il valore anche se costa di più.

    Farsi pagare il giusto non è solo una questione economica: è un atto di rispetto verso il proprio lavoro, il proprio tempo e la propria crescita.
    Non serve “farsi pagare tanto”. Serve farsi pagare bene, in modo sostenibile e coerente.
    E per farlo, bisogna partire da dentro, prima che dal listino.

    #PricingFreelance #FarsiPagareIlGiusto #ValoreDelLavoro #CreatorEconomy #StrategiaDiPrezzo #FreelanceItalia #Posizionamento #BusinessCreativo #MentalitàImprenditoriale #PersonalBranding
    Farsi pagare il giusto: strategie di pricing per freelance e creator All’inizio, come freelance, la domanda che mi tormentava non era “cosa offrire?” ma “quanto posso farmi pagare?”. È facile dire “valuta il tuo tempo”, “credici di più”, o “alza i prezzi” – ma quando sei tu a dover mettere un prezzo al tuo lavoro, la cosa si complica. Ci ho messo tempo, errori (e anche qualche cliente sotto costo) per trovare il coraggio e la strategia per farmi pagare il giusto. E oggi posso dire che sì, è possibile. Serve però consapevolezza, posizionamento e metodo. Ecco cosa ha funzionato per me – e cosa consiglio a chi vive di creatività e competenze. 1. Il problema non è “quanto chiedi”, ma come lo comunichi Uno degli errori che facevo era presentare il prezzo come una cifra da giustificare. Oggi lo inserisco nel contesto di valore. Se il cliente capisce cosa ottiene, percepisce il prezzo come un investimento, non come un costo. Ho imparato a presentare il mio servizio partendo dal problema che risolve, non dalla prestazione in sé. 2. La chiarezza vale quanto la qualità Preventivi vaghi, offerte poco strutturate, tariffe “a ore” senza indicazioni precise: li ho fatti anch’io, e hanno sempre generato confusione o negoziazioni al ribasso. Oggi uso pacchetti chiari, con output precisi e prezzi trasparenti. Più il cliente sa cosa compra, meno tende a trattare. La chiarezza paga – letteralmente. 3. Non vendo il mio tempo. Vendo il mio processo Questo è stato il cambio di mindset più potente. Il cliente non mi paga per “4 ore di lavoro” o “10 post Instagram”: mi paga per l’esperienza, il metodo, la visione. Quando ho smesso di ragionare in ore e ho iniziato a ragionare in soluzioni, i miei prezzi sono saliti in modo naturale. E i clienti migliori sono rimasti. 4. Non esiste il “giusto prezzo”, ma il prezzo giusto per il tuo posizionamento Il mio prezzo non deve andare bene a tutti. Deve essere coerente con la mia identità, il mio target, il mio posizionamento. Sottoprezzarsi per “prendere più clienti” è una strategia a breve termine. Quelli giusti, invece, capiscono il valore anche se costa di più. Farsi pagare il giusto non è solo una questione economica: è un atto di rispetto verso il proprio lavoro, il proprio tempo e la propria crescita. Non serve “farsi pagare tanto”. Serve farsi pagare bene, in modo sostenibile e coerente. E per farlo, bisogna partire da dentro, prima che dal listino. #PricingFreelance #FarsiPagareIlGiusto #ValoreDelLavoro #CreatorEconomy #StrategiaDiPrezzo #FreelanceItalia #Posizionamento #BusinessCreativo #MentalitàImprenditoriale #PersonalBranding
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  • Quanto vale un post? Trasparenza e numeri nel mondo delle collaborazioni

    Una delle domande che mi viene fatta più spesso da brand, freelance e colleghi è: “Quanto vale davvero un post?”
    E ogni volta mi accorgo che nel mondo delle collaborazioni — soprattutto tra content creator, professionisti e aziende — c’è ancora tantissima confusione. E poca trasparenza.

    Ti racconto come ho affrontato il tema, con numeri, criteri e qualche riflessione scomoda.

    Non esiste un tariffario universale (ma esistono parametri chiari)
    La verità è che il valore di un post non si misura solo in like o visualizzazioni, ma in impatto, contesto e conversione.
    Ecco le variabili che influenzano il valore di una collaborazione:
    -Dimensione della community (ma attiva, non solo numerica)
    -Tasso di engagement (non solo reach, ma interazione qualitativa)
    -Posizionamento del creator/professionista (nicchia, autorevolezza, tono di voce)
    -Tipo di contenuto (feed, reel, carosello, articolo, newsletter)
    -Diritti d’uso e durata (il brand può usarlo nei suoi canali? per quanto tempo?)
    -Tipo di brand e settore (una startup non paga come una multinazionale, giustamente)
    -Obiettivi della campagna (notorietà, lead, conversioni? sono cose molto diverse)

    Alcuni numeri (reali) dalla mia esperienza
    Senza fare giri di parole, ti do qualche riferimento — basato su progetti che ho gestito o osservato direttamente:

    -Post singolo su Instagram di un profilo medio con 20-30K follower: tra 200€ e 800€, a seconda del settore e dell’engagement.
    -Post su LinkedIn da parte di un profilo B2B ben posizionato (con contenuti originali e alta interazione): tra 300€ e 1.500€, soprattutto se integrato in una strategia.
    -Reel o video verticale personalizzato: da 500€ a 2.000€+, se comporta produzione professionale.
    -Newsletter brandizzata a community di nicchia: da 300€ a oltre 2.500€, se la lista è ben segmentata.
    -Collaborazione continuativa (ambassador, creator partner): trattative mensili, con range da 1.000€ a 5.000€/mese per pacchetti completi.

    Naturalmente, sono numeri indicativi. Ma servono a dire una cosa: un contenuto professionale ha valore. E deve essere pagato in base a quello che genera, non a quanto “ci mette” a essere prodotto.

    Il problema? La mancanza di trasparenza (da entrambe le parti)
    Molti brand offrono “visibilità” come forma di pagamento. E molti creator accettano per paura di perdere opportunità. Questo crea un mercato tossico, dove il valore viene svilito e il lavoro intellettuale sottovalutato.

    Io ho deciso, da tempo, di usare dei listini trasparenti, con margini di personalizzazione, ma senza paura di parlare di soldi. Perché se c’è valore, c’è anche prezzo.

    Il mio consiglio
    Che tu sia un professionista, un content creator o un’azienda: parla di valore prima di parlare di prezzo. Chiedi (o spiega) cosa comporta un contenuto, cosa può generare e che tipo di relazione vuoi costruire.
    Collaborare non è “fare un post”: è creare fiducia, posizionamento e ritorno. Tutto il resto è rumore.

    #CollaborazioniDigitali #PersonalBranding #CreatorEconomy #ContentStrategy #TrasparenzaDigitale #DigitalPR #BrandingEtico #InfluencerMarketing #LinkedInPerProfessionisti

    Quanto vale un post? Trasparenza e numeri nel mondo delle collaborazioni Una delle domande che mi viene fatta più spesso da brand, freelance e colleghi è: “Quanto vale davvero un post?” E ogni volta mi accorgo che nel mondo delle collaborazioni — soprattutto tra content creator, professionisti e aziende — c’è ancora tantissima confusione. E poca trasparenza. Ti racconto come ho affrontato il tema, con numeri, criteri e qualche riflessione scomoda. Non esiste un tariffario universale (ma esistono parametri chiari) La verità è che il valore di un post non si misura solo in like o visualizzazioni, ma in impatto, contesto e conversione. Ecco le variabili che influenzano il valore di una collaborazione: -Dimensione della community (ma attiva, non solo numerica) -Tasso di engagement (non solo reach, ma interazione qualitativa) -Posizionamento del creator/professionista (nicchia, autorevolezza, tono di voce) -Tipo di contenuto (feed, reel, carosello, articolo, newsletter) -Diritti d’uso e durata (il brand può usarlo nei suoi canali? per quanto tempo?) -Tipo di brand e settore (una startup non paga come una multinazionale, giustamente) -Obiettivi della campagna (notorietà, lead, conversioni? sono cose molto diverse) Alcuni numeri (reali) dalla mia esperienza Senza fare giri di parole, ti do qualche riferimento — basato su progetti che ho gestito o osservato direttamente: -Post singolo su Instagram di un profilo medio con 20-30K follower: tra 200€ e 800€, a seconda del settore e dell’engagement. -Post su LinkedIn da parte di un profilo B2B ben posizionato (con contenuti originali e alta interazione): tra 300€ e 1.500€, soprattutto se integrato in una strategia. -Reel o video verticale personalizzato: da 500€ a 2.000€+, se comporta produzione professionale. -Newsletter brandizzata a community di nicchia: da 300€ a oltre 2.500€, se la lista è ben segmentata. -Collaborazione continuativa (ambassador, creator partner): trattative mensili, con range da 1.000€ a 5.000€/mese per pacchetti completi. Naturalmente, sono numeri indicativi. Ma servono a dire una cosa: un contenuto professionale ha valore. E deve essere pagato in base a quello che genera, non a quanto “ci mette” a essere prodotto. Il problema? La mancanza di trasparenza (da entrambe le parti) Molti brand offrono “visibilità” come forma di pagamento. E molti creator accettano per paura di perdere opportunità. Questo crea un mercato tossico, dove il valore viene svilito e il lavoro intellettuale sottovalutato. Io ho deciso, da tempo, di usare dei listini trasparenti, con margini di personalizzazione, ma senza paura di parlare di soldi. Perché se c’è valore, c’è anche prezzo. Il mio consiglio Che tu sia un professionista, un content creator o un’azienda: parla di valore prima di parlare di prezzo. Chiedi (o spiega) cosa comporta un contenuto, cosa può generare e che tipo di relazione vuoi costruire. Collaborare non è “fare un post”: è creare fiducia, posizionamento e ritorno. Tutto il resto è rumore. #CollaborazioniDigitali #PersonalBranding #CreatorEconomy #ContentStrategy #TrasparenzaDigitale #DigitalPR #BrandingEtico #InfluencerMarketing #LinkedInPerProfessionisti
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  • I 5 errori di personal branding che stavano sabotando la mia carriera (e che forse stanno sabotando anche la tua)

    Quando ho iniziato a costruire il mio personal brand, pensavo bastasse essere presente online, pubblicare ogni tanto qualcosa di interessante e curare il profilo LinkedIn. Mi sbagliavo. Ho capito – spesso a mie spese – che ci sono errori sottili, ma potenti, che possono rallentare (o bloccare del tutto) la nostra crescita professionale.

    Ecco i 5 principali errori che ho commesso – e che vedo commettere ancora troppo spesso:

    1. Parlare a tutti, quindi a nessuno
    Pensavo che rivolgermi a un pubblico ampio mi avrebbe dato più opportunità. In realtà, non avere un target preciso mi rendeva generico e poco memorabile. Oggi so che un brand forte nasce da un posizionamento chiaro: chi sei, per chi lo fai, perché sei diverso.

    2. Non avere coerenza tra online e offline
    Dicevo una cosa sui social, ma poi nei meeting o nelle collaborazioni trasmettevo un'immagine diversa. Il risultato? Confusione. Il personal branding funziona solo quando ogni touchpoint – dal post su LinkedIn alla stretta di mano – racconta la stessa identità, con coerenza e autenticità.

    3. Pubblicare solo per “esserci”
    La costanza è fondamentale, ma pubblicare contenuti vuoti o forzati danneggia più di quanto aiuti. In passato mi è capitato di postare solo per rispettare il calendario. Oggi so che meno, ma meglio è sempre una scelta vincente: ogni contenuto deve essere utile, rilevante o ispirante.

    4. Copiare gli altri (perdere la propria voce)
    C’è stato un periodo in cui cercavo di “fare come” i grandi del settore. Usavo le stesse frasi, gli stessi format, persino lo stesso stile grafico. Il problema? Non ero io. E il pubblico lo percepiva. Il brand personale è credibile solo se è profondamente autentico. L’unico modo per distinguersi davvero è essere sé stessi, in modo strategico.

    5. Trascurare la reputazione digitale
    Un personal brand non è solo ciò che pubblichi, ma anche ciò che lasci online. Commenti, collaborazioni, post vecchi, atteggiamenti. Ogni traccia digitale parla di te. Non controllare la propria reputazione online – o peggio, ignorare le percezioni esterne – è un errore che può costare caro.

    Un personal brand non è un logo, né una bio ben scritta: è la somma delle impressioni che lasci ogni giorno. Evitare questi errori non ti renderà perfetto, ma ti metterà nella condizione giusta per crescere in modo solido, credibile e sostenibile.

    #PersonalBranding #CrescitaProfessionale #BrandingPersonale #ErroreDiBranding #StrategiaDiComunicazione #CarrieraDigitale #LeadershipPersonale #AutenticitàOnline #ReputazioneDigitale

    I 5 errori di personal branding che stavano sabotando la mia carriera (e che forse stanno sabotando anche la tua) Quando ho iniziato a costruire il mio personal brand, pensavo bastasse essere presente online, pubblicare ogni tanto qualcosa di interessante e curare il profilo LinkedIn. Mi sbagliavo. Ho capito – spesso a mie spese – che ci sono errori sottili, ma potenti, che possono rallentare (o bloccare del tutto) la nostra crescita professionale. Ecco i 5 principali errori che ho commesso – e che vedo commettere ancora troppo spesso: 1. Parlare a tutti, quindi a nessuno Pensavo che rivolgermi a un pubblico ampio mi avrebbe dato più opportunità. In realtà, non avere un target preciso mi rendeva generico e poco memorabile. Oggi so che un brand forte nasce da un posizionamento chiaro: chi sei, per chi lo fai, perché sei diverso. 2. Non avere coerenza tra online e offline Dicevo una cosa sui social, ma poi nei meeting o nelle collaborazioni trasmettevo un'immagine diversa. Il risultato? Confusione. Il personal branding funziona solo quando ogni touchpoint – dal post su LinkedIn alla stretta di mano – racconta la stessa identità, con coerenza e autenticità. 3. Pubblicare solo per “esserci” La costanza è fondamentale, ma pubblicare contenuti vuoti o forzati danneggia più di quanto aiuti. In passato mi è capitato di postare solo per rispettare il calendario. Oggi so che meno, ma meglio è sempre una scelta vincente: ogni contenuto deve essere utile, rilevante o ispirante. 4. Copiare gli altri (perdere la propria voce) C’è stato un periodo in cui cercavo di “fare come” i grandi del settore. Usavo le stesse frasi, gli stessi format, persino lo stesso stile grafico. Il problema? Non ero io. E il pubblico lo percepiva. Il brand personale è credibile solo se è profondamente autentico. L’unico modo per distinguersi davvero è essere sé stessi, in modo strategico. 5. Trascurare la reputazione digitale Un personal brand non è solo ciò che pubblichi, ma anche ciò che lasci online. Commenti, collaborazioni, post vecchi, atteggiamenti. Ogni traccia digitale parla di te. Non controllare la propria reputazione online – o peggio, ignorare le percezioni esterne – è un errore che può costare caro. Un personal brand non è un logo, né una bio ben scritta: è la somma delle impressioni che lasci ogni giorno. Evitare questi errori non ti renderà perfetto, ma ti metterà nella condizione giusta per crescere in modo solido, credibile e sostenibile. #PersonalBranding #CrescitaProfessionale #BrandingPersonale #ErroreDiBranding #StrategiaDiComunicazione #CarrieraDigitale #LeadershipPersonale #AutenticitàOnline #ReputazioneDigitale
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  • Come velocizzo il processo di evasione ordini senza sbagliare
    Nel mio lavoro di operatore e-commerce, so bene quanto sia importante evadere gli ordini in tempi rapidi. Però la velocità non deve mai compromettere la precisione: un errore può significare clienti insoddisfatti e ritorni. Ecco come faccio a bilanciare efficienza e accuratezza nel mio processo di evasione.

    1. Organizzo il magazzino in modo strategico
    Tengo i prodotti più richiesti e i best seller in posizioni facilmente raggiungibili, così risparmio tempo nel picking. Uso scaffali, etichette chiare e zone dedicate per ogni categoria, per evitare confusione.

    2. Utilizzo un sistema gestionale integrato
    Grazie a un software che integra ordini, magazzino e spedizioni, ricevo automaticamente tutte le informazioni necessarie in un’unica piattaforma. Questo riduce drasticamente gli errori di trascrizione e velocizza le operazioni.

    3. Verifico sempre gli ordini prima della spedizione
    Anche se lavoro in velocità, faccio un controllo finale su ogni pacco per accertarmi che i prodotti corrispondano all’ordine e siano in perfette condizioni. Questa doppia verifica evita resi e reclami.

    4. Automazione delle etichette e documenti di spedizione
    Utilizzo strumenti che generano automaticamente le etichette di spedizione e i documenti correlati, risparmiando tempo e minimizzando errori umani.

    5. Programmo l’evasione in batch
    Quando gli ordini sono molti, li raggruppo e processo in blocco secondo priorità e destinazioni. Questo metodo ottimizza tempi e risorse, senza sacrificare la cura nei dettagli.

    Velocizzare il processo di evasione ordini senza sbagliare è possibile, basta organizzazione, gli strumenti giusti e un’attenzione costante ai dettagli. Con questo approccio, riesco a mantenere clienti soddisfatti e a far crescere il mio e-commerce.

    #EvasioneOrdini #GestioneEcommerce #ImpresaBiz #MagazzinoSmart #Automazione #CustomerCare #BusinessOnline
    Come velocizzo il processo di evasione ordini senza sbagliare Nel mio lavoro di operatore e-commerce, so bene quanto sia importante evadere gli ordini in tempi rapidi. Però la velocità non deve mai compromettere la precisione: un errore può significare clienti insoddisfatti e ritorni. Ecco come faccio a bilanciare efficienza e accuratezza nel mio processo di evasione. 1. Organizzo il magazzino in modo strategico Tengo i prodotti più richiesti e i best seller in posizioni facilmente raggiungibili, così risparmio tempo nel picking. Uso scaffali, etichette chiare e zone dedicate per ogni categoria, per evitare confusione. 2. Utilizzo un sistema gestionale integrato Grazie a un software che integra ordini, magazzino e spedizioni, ricevo automaticamente tutte le informazioni necessarie in un’unica piattaforma. Questo riduce drasticamente gli errori di trascrizione e velocizza le operazioni. 3. Verifico sempre gli ordini prima della spedizione Anche se lavoro in velocità, faccio un controllo finale su ogni pacco per accertarmi che i prodotti corrispondano all’ordine e siano in perfette condizioni. Questa doppia verifica evita resi e reclami. 4. Automazione delle etichette e documenti di spedizione Utilizzo strumenti che generano automaticamente le etichette di spedizione e i documenti correlati, risparmiando tempo e minimizzando errori umani. 5. Programmo l’evasione in batch Quando gli ordini sono molti, li raggruppo e processo in blocco secondo priorità e destinazioni. Questo metodo ottimizza tempi e risorse, senza sacrificare la cura nei dettagli. Velocizzare il processo di evasione ordini senza sbagliare è possibile, basta organizzazione, gli strumenti giusti e un’attenzione costante ai dettagli. Con questo approccio, riesco a mantenere clienti soddisfatti e a far crescere il mio e-commerce. #EvasioneOrdini #GestioneEcommerce #ImpresaBiz #MagazzinoSmart #Automazione #CustomerCare #BusinessOnline
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  • Promozioni e sconti: come prepararli e gestirli

    Nel mondo dell’e-commerce, promozioni e sconti sono strumenti potenti per attirare clienti e aumentare le vendite. Però, se non li pianifichi bene, rischi di bruciare margini o di creare confusione. Ti racconto come preparo e gestisco le promozioni per ottenere il massimo risultato senza stress.

    1. Definire un obiettivo chiaro
    Prima di tutto, decido cosa voglio ottenere con la promozione:
    -Aumentare le vendite di un prodotto specifico?
    -Liberare scorte di magazzino?
    -Attirare nuovi clienti o fidelizzare quelli già esistenti?
    -Sapere l’obiettivo mi aiuta a scegliere il tipo di sconto giusto e a misurare i risultati.

    2. Scegliere il tipo di promozione
    Esistono tante forme di sconti e offerte, io solitamente uso:
    -Sconti percentuali (es. 20% su una categoria)
    -Sconti a valore fisso (es. 10 euro di sconto su ordini sopra i 50 euro)
    -Offerte “Compra 2 e il 3° è gratis”
    -Spedizione gratuita oltre una certa soglia
    In base all’obiettivo, scelgo la formula più adatta.

    3. Calcolare bene i costi e i margini
    Prima di attivare la promozione, faccio i conti: quanto mi costa realmente?
    Devo assicurarmi che il prezzo scontato copra almeno i costi, altrimenti rischio di vendere in perdita. Questo è un passaggio fondamentale per non compromettere la salute del business.

    4. Preparare la comunicazione
    Una buona promozione senza comunicazione è come un regalo nascosto. Creo email, post social, banner sul sito e magari campagne pubblicitarie mirate per far sapere a tutti della promozione.
    Importante: chiarisco sempre termini, durata e modalità di utilizzo per evitare malintesi.

    5. Monitorare e valutare i risultati
    Durante e dopo la promozione, controllo i dati: quante vendite ha generato? Quali prodotti sono andati meglio? Ho acquisito nuovi clienti?
    Queste informazioni mi servono per migliorare le prossime offerte.

    Le promozioni sono uno strumento che uso con attenzione, perché ben fatte aiutano a far crescere il mio e-commerce senza rischi. Con una buona pianificazione, controllo e comunicazione, anche tu puoi ottenere risultati vincenti e clienti soddisfatti.

    #PromozioniEcommerce #ScontiOnline #GestioneEcommerce #ImpresaBiz #BusinessDigitale #MarketingOnline #VenditeOnline

    Promozioni e sconti: come prepararli e gestirli Nel mondo dell’e-commerce, promozioni e sconti sono strumenti potenti per attirare clienti e aumentare le vendite. Però, se non li pianifichi bene, rischi di bruciare margini o di creare confusione. Ti racconto come preparo e gestisco le promozioni per ottenere il massimo risultato senza stress. 1. Definire un obiettivo chiaro Prima di tutto, decido cosa voglio ottenere con la promozione: -Aumentare le vendite di un prodotto specifico? -Liberare scorte di magazzino? -Attirare nuovi clienti o fidelizzare quelli già esistenti? -Sapere l’obiettivo mi aiuta a scegliere il tipo di sconto giusto e a misurare i risultati. 2. Scegliere il tipo di promozione Esistono tante forme di sconti e offerte, io solitamente uso: -Sconti percentuali (es. 20% su una categoria) -Sconti a valore fisso (es. 10 euro di sconto su ordini sopra i 50 euro) -Offerte “Compra 2 e il 3° è gratis” -Spedizione gratuita oltre una certa soglia In base all’obiettivo, scelgo la formula più adatta. 3. Calcolare bene i costi e i margini Prima di attivare la promozione, faccio i conti: quanto mi costa realmente? Devo assicurarmi che il prezzo scontato copra almeno i costi, altrimenti rischio di vendere in perdita. Questo è un passaggio fondamentale per non compromettere la salute del business. 4. Preparare la comunicazione Una buona promozione senza comunicazione è come un regalo nascosto. Creo email, post social, banner sul sito e magari campagne pubblicitarie mirate per far sapere a tutti della promozione. Importante: chiarisco sempre termini, durata e modalità di utilizzo per evitare malintesi. 5. Monitorare e valutare i risultati Durante e dopo la promozione, controllo i dati: quante vendite ha generato? Quali prodotti sono andati meglio? Ho acquisito nuovi clienti? Queste informazioni mi servono per migliorare le prossime offerte. Le promozioni sono uno strumento che uso con attenzione, perché ben fatte aiutano a far crescere il mio e-commerce senza rischi. Con una buona pianificazione, controllo e comunicazione, anche tu puoi ottenere risultati vincenti e clienti soddisfatti. #PromozioniEcommerce #ScontiOnline #GestioneEcommerce #ImpresaBiz #BusinessDigitale #MarketingOnline #VenditeOnline
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    Accedere a contenuti formativi e guide sempre aggiornate
    Imparare a guadagnare online è anche una questione di conoscenza: ti mettiamo a disposizione materiali chiari, pratici e sempre aggiornati su come far crescere il tuo business.

    Avere al tuo fianco un team di esperti reali
    Non sei un numero: siamo qui per rispondere alle tue domande, supportarti e guidarti in ogni fase del tuo percorso. Nessuna risposta automatica, solo persone vere.

    Il mondo digitale offre infinite possibilità, ma per coglierle davvero servono le basi giuste. Con Impresa.biz puoi partire, crescere e guadagnare con il supporto di chi fa impresa digitale ogni giorno, proprio come te.

    Vuoi iniziare? Fallo nel modo giusto. Fallo con noi.

    #ImpresaBiz #GuadagnareOnline #SmartWorking #BusinessDigitale #PartitaIVAOnline #LavoroFlessibile #FreelanceItalia #StartUpDigitale #ImprenditoriaModerna

    Guadagnare online in modo smart: scopri cosa offre Impresa.biz In un mondo in cui lavorare online è sempre più una realtà (e non più un sogno), noi di Impresa.biz ci siamo dati una missione: rendere il guadagno digitale accessibile, sostenibile e intelligente per tutti. Ogni giorno vediamo ragazzi e ragazze, professionisti, creator, freelance e aspiranti imprenditori trasformare il proprio tempo, talento e idee in reddito grazie al digitale. Ma sappiamo anche che il passaggio da "ci sto provando" a "ci sto riuscendo" può essere complesso, soprattutto senza gli strumenti giusti. Ecco perché abbiamo creato una piattaforma completa, semplice e veloce, pensata per chi vuole iniziare a guadagnare online in modo smart. Con Impresa.biz puoi: ✅ Aprire la tua partita IVA online in pochi click Che tu sia un freelance, un social media manager, un artigiano digitale o un content creator, ti aiutiamo a scegliere il regime fiscale più adatto e ad aprire la tua attività senza stress. ✅ Gestire contabilità e tasse in modo semplice e digitale Niente più confusione con scadenze, fatture e dichiarazioni. Con noi hai tutto sotto controllo da un’unica dashboard, con l’aiuto di un commercialista dedicato. ✅ Accedere a contenuti formativi e guide sempre aggiornate Imparare a guadagnare online è anche una questione di conoscenza: ti mettiamo a disposizione materiali chiari, pratici e sempre aggiornati su come far crescere il tuo business. ✅ Avere al tuo fianco un team di esperti reali Non sei un numero: siamo qui per rispondere alle tue domande, supportarti e guidarti in ogni fase del tuo percorso. Nessuna risposta automatica, solo persone vere. Il mondo digitale offre infinite possibilità, ma per coglierle davvero servono le basi giuste. Con Impresa.biz puoi partire, crescere e guadagnare con il supporto di chi fa impresa digitale ogni giorno, proprio come te. Vuoi iniziare? Fallo nel modo giusto. Fallo con noi. #ImpresaBiz #GuadagnareOnline #SmartWorking #BusinessDigitale #PartitaIVAOnline #LavoroFlessibile #FreelanceItalia #StartUpDigitale #ImprenditoriaModerna
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  • Come trasformare la tua passione in un'impresa grazie a Impresa.biz
    Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: ci sono tantissime persone con un talento, un’idea o una passione che potrebbe diventare un vero e proprio lavoro. Ma spesso non sanno da dove iniziare, si sentono sopraffatte dalla burocrazia o bloccate dalla paura di fare il primo passo.

    È proprio per questo che esistiamo.

    Il nostro obiettivo è semplice: aiutarti a trasformare ciò che ami fare in un’attività concreta, sostenibile e digitale. Sia che tu voglia vendere prodotti handmade, offrire consulenze, aprire un e-commerce o diventare un creator freelance, siamo qui per accompagnarti in ogni fase.

    Con Impresa.biz puoi aprire la tua partita IVA online in modo facile, veloce e assistito. Niente file agli sportelli, niente confusione: solo soluzioni chiare, su misura per la tua attività. Ma il nostro supporto non si ferma all’apertura: ti aiutiamo anche con la gestione fiscale, la contabilità semplificata, la fatturazione elettronica e molto altro.

    Sappiamo bene quanto sia importante concentrarti sulla tua creatività, sulle tue competenze e sul valore che puoi offrire. Proprio per questo ci prendiamo cura della parte tecnica e amministrativa, così tu puoi dedicarti a far crescere la tua impresa con serenità.

    Ogni giorno accompagniamo centinaia di giovani imprenditori, freelance e professionisti digitali che hanno deciso di scommettere su loro stessi. Perché trasformare una passione in un lavoro è possibile, se hai gli strumenti giusti.

    E noi siamo qui per darteli.

    #ImpresaBiz #PassioneInImpresa #BusinessDigitale #StartUpCreativa #FreelanceLife #PartitaIVAOnline #LavoroDigitale #ImprenditoriaGiovane #SogniCheDiventanoImpresa

    Come trasformare la tua passione in un'impresa grazie a Impresa.biz Noi di Impresa.biz lo vediamo ogni giorno: ci sono tantissime persone con un talento, un’idea o una passione che potrebbe diventare un vero e proprio lavoro. Ma spesso non sanno da dove iniziare, si sentono sopraffatte dalla burocrazia o bloccate dalla paura di fare il primo passo. È proprio per questo che esistiamo. Il nostro obiettivo è semplice: aiutarti a trasformare ciò che ami fare in un’attività concreta, sostenibile e digitale. Sia che tu voglia vendere prodotti handmade, offrire consulenze, aprire un e-commerce o diventare un creator freelance, siamo qui per accompagnarti in ogni fase. Con Impresa.biz puoi aprire la tua partita IVA online in modo facile, veloce e assistito. Niente file agli sportelli, niente confusione: solo soluzioni chiare, su misura per la tua attività. Ma il nostro supporto non si ferma all’apertura: ti aiutiamo anche con la gestione fiscale, la contabilità semplificata, la fatturazione elettronica e molto altro. Sappiamo bene quanto sia importante concentrarti sulla tua creatività, sulle tue competenze e sul valore che puoi offrire. Proprio per questo ci prendiamo cura della parte tecnica e amministrativa, così tu puoi dedicarti a far crescere la tua impresa con serenità. Ogni giorno accompagniamo centinaia di giovani imprenditori, freelance e professionisti digitali che hanno deciso di scommettere su loro stessi. Perché trasformare una passione in un lavoro è possibile, se hai gli strumenti giusti. E noi siamo qui per darteli. #ImpresaBiz #PassioneInImpresa #BusinessDigitale #StartUpCreativa #FreelanceLife #PartitaIVAOnline #LavoroDigitale #ImprenditoriaGiovane #SogniCheDiventanoImpresa
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  • Come strutturare un team per gestire un e-commerce in crescita

    Quando il mio e-commerce ha iniziato a crescere davvero, mi sono trovata davanti a una sfida: non potevo più fare tutto da sola.
    È stato chiaro che per scalare il business serviva un team solido, con competenze specifiche e ruoli ben definiti.

    Strutturare un team non è semplice, soprattutto quando si vuole mantenere agilità e coesione. Ecco cosa ho imparato e come ho organizzato la mia squadra per gestire al meglio un e-commerce in espansione.

    1. Identifica le aree chiave del business
    Prima di tutto, ho analizzato quali sono le funzioni più critiche per la crescita e ho diviso il lavoro in macro-aree:
    -Gestione prodotto e inventario: controllo stock, inserimento nuove referenze, aggiornamento schede prodotto
    -Marketing e comunicazione: campagne pubblicitarie, social media, email marketing
    -Customer care: assistenza clienti, gestione resi, feedback e recensioni
    -Logistica e spedizioni: coordinamento con corrieri, packaging, monitoraggio consegne
    -Analisi dati e strategia: monitoraggio KPI, ottimizzazione processi e business plan

    2. Recluta figure con competenze complementari
    Ho cercato persone con skill specifiche per ogni area, ma anche con attitudine al lavoro di squadra e alla flessibilità, perché in un e-commerce spesso serve sapersi adattare rapidamente.
    Per esempio, ho assunto un esperto di digital marketing che si occupa solo delle campagne e un customer care dedicato che risponde alle richieste in tempi rapidi, migliorando l’esperienza utente.

    3. Definisci ruoli e responsabilità chiaramente
    Per evitare sovrapposizioni o confusione, ho scritto una descrizione precisa per ogni ruolo, con obiettivi e KPI da raggiungere.
    Questo aiuta a mantenere il focus e a misurare i risultati in modo oggettivo.

    4. Comunica e collabora costantemente
    Ho istituito meeting regolari per allineare tutto il team sugli obiettivi e per condividere risultati, criticità e idee.
    Uso anche strumenti di project management come Trello o Asana per monitorare i task e facilitare il lavoro in remoto.

    5. Pianifica la crescita e la formazione
    Un team che cresce deve essere formato e aggiornato. Investo in corsi e mentorship per far crescere le competenze interne e motivare le persone.

    Conclusione: il successo è il risultato di un team affiatato
    La crescita di un e-commerce passa inevitabilmente da un’organizzazione interna solida.
    Per me, imparare a delegare e costruire un team competente è stato un passo fondamentale per trasformare il mio progetto in un business sostenibile e scalabile.

    #ecommerce #teambuilding #digitalbusiness #imprenditoria #gestioneazienda #marketingdigitale #customerexperience #impresaBiz #vendereonline #scalare

    Come strutturare un team per gestire un e-commerce in crescita Quando il mio e-commerce ha iniziato a crescere davvero, mi sono trovata davanti a una sfida: non potevo più fare tutto da sola. È stato chiaro che per scalare il business serviva un team solido, con competenze specifiche e ruoli ben definiti. Strutturare un team non è semplice, soprattutto quando si vuole mantenere agilità e coesione. Ecco cosa ho imparato e come ho organizzato la mia squadra per gestire al meglio un e-commerce in espansione. 1. Identifica le aree chiave del business Prima di tutto, ho analizzato quali sono le funzioni più critiche per la crescita e ho diviso il lavoro in macro-aree: -Gestione prodotto e inventario: controllo stock, inserimento nuove referenze, aggiornamento schede prodotto -Marketing e comunicazione: campagne pubblicitarie, social media, email marketing -Customer care: assistenza clienti, gestione resi, feedback e recensioni -Logistica e spedizioni: coordinamento con corrieri, packaging, monitoraggio consegne -Analisi dati e strategia: monitoraggio KPI, ottimizzazione processi e business plan 2. Recluta figure con competenze complementari Ho cercato persone con skill specifiche per ogni area, ma anche con attitudine al lavoro di squadra e alla flessibilità, perché in un e-commerce spesso serve sapersi adattare rapidamente. Per esempio, ho assunto un esperto di digital marketing che si occupa solo delle campagne e un customer care dedicato che risponde alle richieste in tempi rapidi, migliorando l’esperienza utente. 3. Definisci ruoli e responsabilità chiaramente Per evitare sovrapposizioni o confusione, ho scritto una descrizione precisa per ogni ruolo, con obiettivi e KPI da raggiungere. Questo aiuta a mantenere il focus e a misurare i risultati in modo oggettivo. 4. Comunica e collabora costantemente Ho istituito meeting regolari per allineare tutto il team sugli obiettivi e per condividere risultati, criticità e idee. Uso anche strumenti di project management come Trello o Asana per monitorare i task e facilitare il lavoro in remoto. 5. Pianifica la crescita e la formazione Un team che cresce deve essere formato e aggiornato. Investo in corsi e mentorship per far crescere le competenze interne e motivare le persone. Conclusione: il successo è il risultato di un team affiatato La crescita di un e-commerce passa inevitabilmente da un’organizzazione interna solida. Per me, imparare a delegare e costruire un team competente è stato un passo fondamentale per trasformare il mio progetto in un business sostenibile e scalabile. #ecommerce #teambuilding #digitalbusiness #imprenditoria #gestioneazienda #marketingdigitale #customerexperience #impresaBiz #vendereonline #scalare
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  • Tempi di caricamento e UX mobile: i nemici silenziosi delle conversioni

    Nel mio lavoro quotidiano con l’e-commerce, ho imparato che non basta avere un bel sito o i prodotti giusti: se il tuo shop online è lento o difficile da navigare da smartphone, stai perdendo vendite — silenziosamente, ogni giorno.

    All’inizio, anche io non davo troppo peso a questi dettagli. Poi ho iniziato ad analizzare i dati: tassi di abbandono altissimi da mobile, carrelli non completati, bounce rate anomali. E lì ho capito: UX e velocità non sono optional. Sono fondamentali.

    Tempi di caricamento: ogni secondo conta
    Uno studio di Google mostra che più di metà degli utenti abbandona un sito mobile se impiega più di 3 secondi a caricarsi.
    Nel mio caso, anche un miglioramento di un solo secondo ha portato a un aumento visibile delle conversioni.

    Ecco cosa ho fatto:
    Ottimizzato le immagini (peso ridotto senza perdere qualità)

    Ridotto gli script e plugin inutili

    Usato un hosting performante e CDN

    Monitorato la velocità con PageSpeed Insights e GTmetrix

    Il risultato? Più vendite, meno rimbalzi, utenti più soddisfatti.

    UX mobile: semplice, chiaro, funzionale
    La maggior parte dei miei utenti arriva da mobile. Eppure tanti e-commerce sembrano ancora pensati solo per desktop.
    Una UX mobile scadente frustra il cliente e uccide l’esperienza d’acquisto.

    Ecco cosa ha funzionato per me:
    Menu semplificato e pulsanti ben visibili
    -Carrello e checkout ottimizzati per touch
    -Niente pop-up invadenti su schermi piccoli
    -Tempi di risposta rapidi anche nelle pagine prodotto

    La verità? Nessuno ti dirà che se ne va per colpa della lentezza o della confusione
    I clienti non lasciano recensioni per dirti che il tuo sito era lento o il pulsante “Aggiungi al carrello” era nascosto.
    Semplicemente se ne vanno. In silenzio.
    Ed è per questo che curare questi aspetti è una delle migliori decisioni strategiche che puoi prendere.

    Investire in velocità e usabilità è investire in conversioni
    Oggi continuo a monitorare regolarmente le performance del mio shop, specialmente da mobile.
    Perché UX e tempi di caricamento non sono dettagli tecnici, ma leva di marketing e vendita a tutti gli effetti.

    #ecommerce #UXmobile #performanceweb #conversioni #mobilefirst #pagespeed #ottimizzazione #vendereonline #impresaBiz #digitalexperience

    Tempi di caricamento e UX mobile: i nemici silenziosi delle conversioni Nel mio lavoro quotidiano con l’e-commerce, ho imparato che non basta avere un bel sito o i prodotti giusti: se il tuo shop online è lento o difficile da navigare da smartphone, stai perdendo vendite — silenziosamente, ogni giorno. All’inizio, anche io non davo troppo peso a questi dettagli. Poi ho iniziato ad analizzare i dati: tassi di abbandono altissimi da mobile, carrelli non completati, bounce rate anomali. E lì ho capito: UX e velocità non sono optional. Sono fondamentali. ⏱️ Tempi di caricamento: ogni secondo conta Uno studio di Google mostra che più di metà degli utenti abbandona un sito mobile se impiega più di 3 secondi a caricarsi. Nel mio caso, anche un miglioramento di un solo secondo ha portato a un aumento visibile delle conversioni. Ecco cosa ho fatto: Ottimizzato le immagini (peso ridotto senza perdere qualità) Ridotto gli script e plugin inutili Usato un hosting performante e CDN Monitorato la velocità con PageSpeed Insights e GTmetrix Il risultato? Più vendite, meno rimbalzi, utenti più soddisfatti. 📱 UX mobile: semplice, chiaro, funzionale La maggior parte dei miei utenti arriva da mobile. Eppure tanti e-commerce sembrano ancora pensati solo per desktop. Una UX mobile scadente frustra il cliente e uccide l’esperienza d’acquisto. Ecco cosa ha funzionato per me: Menu semplificato e pulsanti ben visibili -Carrello e checkout ottimizzati per touch -Niente pop-up invadenti su schermi piccoli -Tempi di risposta rapidi anche nelle pagine prodotto La verità? Nessuno ti dirà che se ne va per colpa della lentezza o della confusione I clienti non lasciano recensioni per dirti che il tuo sito era lento o il pulsante “Aggiungi al carrello” era nascosto. Semplicemente se ne vanno. In silenzio. Ed è per questo che curare questi aspetti è una delle migliori decisioni strategiche che puoi prendere. Investire in velocità e usabilità è investire in conversioni Oggi continuo a monitorare regolarmente le performance del mio shop, specialmente da mobile. Perché UX e tempi di caricamento non sono dettagli tecnici, ma leva di marketing e vendita a tutti gli effetti. #ecommerce #UXmobile #performanceweb #conversioni #mobilefirst #pagespeed #ottimizzazione #vendereonline #impresaBiz #digitalexperience
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