• La Cybersecurity nell’Internazionalizzazione: Proteggere Dati e Transazioni

    Quando abbiamo deciso di espandere la nostra attività all’estero, ci siamo concentrati su logistica, pagamenti, marketing internazionale. Ma c’era un aspetto che avevamo inizialmente sottovalutato: la sicurezza digitale.
    Eppure, più aumentano le interazioni online con fornitori, clienti e partner internazionali, più crescono i rischi legati alla cybersecurity.
    In questo articolo vogliamo condividere ciò che abbiamo imparato sulla pelle — e come ci siamo organizzati per proteggere dati, transazioni e reputazione mentre internazionalizzavamo la nostra impresa.

    1. I rischi aumentano con l’espansione
    Non appena abbiamo iniziato a operare con nuovi Paesi, ci siamo trovati a gestire:
    -Pagamenti internazionali su piattaforme diverse
    -Dati sensibili di clienti e partner stranieri
    -Accessi da più dispositivi e sedi operative distribuite
    -Condivisione di documenti strategici via cloud
    Tutto questo ci ha resi più vulnerabili a attacchi informatici, phishing, malware e furti di dati.

    2. Le prime misure che abbiamo adottato
    Abbiamo capito che serviva un cambio di passo. Ecco da dove siamo partiti:
    -Aggiornamento dei software di protezione su tutti i dispositivi aziendali
    -Attivazione di autenticazione a due fattori (2FA) per email e piattaforme gestionali
    -Backup regolari in cloud certificati europei
    -Introduzione di una VPN aziendale per connettersi da sedi estere

    3. Formazione interna: la prima barriera
    Un attacco informatico spesso passa dall’anello più debole: la persona.
    Per questo abbiamo organizzato formazioni di base per tutto il team, con simulazioni di phishing, buone pratiche per le password e attenzione ai link sospetti. È stato uno dei migliori investimenti fatti.

    4. GDPR e normative locali
    Internazionalizzare significa anche gestire dati in contesti normativi diversi.
    Ci siamo fatti affiancare da consulenti per garantire che il trattamento dei dati fosse conforme al GDPR europeo, ma anche alle normative locali (come il CCPA negli USA o le leggi sulla privacy in Asia).

    5. Collaborare con esperti di sicurezza
    Abbiamo deciso di non affrontare tutto da soli.
    Oggi collaboriamo con un fornitore esterno di cybersecurity che ci supporta nell’analisi dei rischi, nell’implementazione di firewall e nella gestione delle vulnerabilità.
    È una voce di spesa fissa, ma che consideriamo parte integrante della nostra strategia di espansione.

    Il nostro consiglio
    Internazionalizzare non significa solo vendere di più: significa esporsi di più.
    Mettere in sicurezza i propri sistemi informatici, i dati aziendali e i flussi di pagamento non è un optional, ma una condizione minima per operare in un mercato globale.

    #Cybersecurity #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #SicurezzaDigitale #ExportSicuro #PMI #ProtezioneDati #GDPR #BusinessGlobale #DigitalRisk

    La Cybersecurity nell’Internazionalizzazione: Proteggere Dati e Transazioni Quando abbiamo deciso di espandere la nostra attività all’estero, ci siamo concentrati su logistica, pagamenti, marketing internazionale. Ma c’era un aspetto che avevamo inizialmente sottovalutato: la sicurezza digitale. Eppure, più aumentano le interazioni online con fornitori, clienti e partner internazionali, più crescono i rischi legati alla cybersecurity. In questo articolo vogliamo condividere ciò che abbiamo imparato sulla pelle — e come ci siamo organizzati per proteggere dati, transazioni e reputazione mentre internazionalizzavamo la nostra impresa. 1. I rischi aumentano con l’espansione Non appena abbiamo iniziato a operare con nuovi Paesi, ci siamo trovati a gestire: -Pagamenti internazionali su piattaforme diverse -Dati sensibili di clienti e partner stranieri -Accessi da più dispositivi e sedi operative distribuite -Condivisione di documenti strategici via cloud Tutto questo ci ha resi più vulnerabili a attacchi informatici, phishing, malware e furti di dati. 2. Le prime misure che abbiamo adottato Abbiamo capito che serviva un cambio di passo. Ecco da dove siamo partiti: -Aggiornamento dei software di protezione su tutti i dispositivi aziendali -Attivazione di autenticazione a due fattori (2FA) per email e piattaforme gestionali -Backup regolari in cloud certificati europei -Introduzione di una VPN aziendale per connettersi da sedi estere 3. Formazione interna: la prima barriera Un attacco informatico spesso passa dall’anello più debole: la persona. Per questo abbiamo organizzato formazioni di base per tutto il team, con simulazioni di phishing, buone pratiche per le password e attenzione ai link sospetti. È stato uno dei migliori investimenti fatti. 4. GDPR e normative locali Internazionalizzare significa anche gestire dati in contesti normativi diversi. Ci siamo fatti affiancare da consulenti per garantire che il trattamento dei dati fosse conforme al GDPR europeo, ma anche alle normative locali (come il CCPA negli USA o le leggi sulla privacy in Asia). 5. Collaborare con esperti di sicurezza Abbiamo deciso di non affrontare tutto da soli. Oggi collaboriamo con un fornitore esterno di cybersecurity che ci supporta nell’analisi dei rischi, nell’implementazione di firewall e nella gestione delle vulnerabilità. È una voce di spesa fissa, ma che consideriamo parte integrante della nostra strategia di espansione. Il nostro consiglio Internazionalizzare non significa solo vendere di più: significa esporsi di più. Mettere in sicurezza i propri sistemi informatici, i dati aziendali e i flussi di pagamento non è un optional, ma una condizione minima per operare in un mercato globale. #Cybersecurity #Internazionalizzazione #ImpresaBiz #SicurezzaDigitale #ExportSicuro #PMI #ProtezioneDati #GDPR #BusinessGlobale #DigitalRisk
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