• Gestione del traffico elevato: soluzioni per garantire la disponibilità del sito

    Come sviluppatore e-commerce, una delle sfide più critiche che affronto è la gestione dei picchi di traffico. Black Friday, lanci prodotto, flash sale o anche un post virale possono mettere in crisi anche le infrastrutture più solide. Garantire la disponibilità del sito non è un’opzione: è una responsabilità tecnica e commerciale.
    Negli anni ho messo a punto una serie di strategie che applico sistematicamente per evitare che un boom di utenti si trasformi in un disastro.

    1. Scalabilità orizzontale (e verticale quando serve)
    Uso ambienti cloud (come AWS, Google Cloud o Azure) che permettono di scalare automaticamente i nodi applicativi in base al carico. Un solo server non basta: serve poter aumentare rapidamente le risorse all’occorrenza.

    2. Caching aggressivo (ma intelligente)
    Gran parte del traffico è statico: homepage, schede prodotto, immagini. Li servo tramite CDN (come Cloudflare o Fastly) e cache server-side (Varnish, Redis). Ogni richiesta salvata è un carico in meno sul backend.

    3. Separazione dei carichi
    Divido chiaramente frontend, backend, database e servizi esterni. Questo mi consente di isolare eventuali colli di bottiglia e gestirli singolarmente. Se il database è saturo, il frontend può comunque servire una versione cache.

    4. Rate limiting e protezione da spike anomali
    Implemento sistemi di throttling per evitare che bot o richieste malevole affondino il sito. Durante i picchi programmati, faccio anche test di carico e simulazioni per verificare il comportamento sotto stress.

    5. Queue e processi asincroni
    Ordini, e-mail, notifiche e calcoli complessi non devono bloccare il flusso utente. Uso code (come RabbitMQ o SQS) per processare in background tutto ciò che non è urgente. L’utente non se ne accorge, ma il server respira.

    6. Test di carico regolari
    Non aspetto l’emergenza. Uso tool come JMeter, k6 o Artillery per simulare migliaia di utenti contemporanei. Scoprire i problemi in tempo è meglio che rincorrerli in diretta.

    Garantire la disponibilità di un e-commerce durante un picco di traffico è una questione di rispetto verso i clienti e di protezione del fatturato. Ogni secondo di downtime è una vendita persa. Personalmente, progetto ogni sistema con la domanda: "Cosa succede se domani arrivano 50.000 utenti in 5 minuti?"

    Se anche tu lavori su progetti ad alta esposizione, parliamone. La resilienza non si improvvisa, si progetta.

    #EcommerceDev #HighTraffic #Scalabilità #CloudComputing #WebPerformance #SiteReliability #CDN #CachingStrategy #LoadTesting #SviluppoEcommerce #ImpresaDigitale

    ⚡ Gestione del traffico elevato: soluzioni per garantire la disponibilità del sito Come sviluppatore e-commerce, una delle sfide più critiche che affronto è la gestione dei picchi di traffico. Black Friday, lanci prodotto, flash sale o anche un post virale possono mettere in crisi anche le infrastrutture più solide. Garantire la disponibilità del sito non è un’opzione: è una responsabilità tecnica e commerciale. Negli anni ho messo a punto una serie di strategie che applico sistematicamente per evitare che un boom di utenti si trasformi in un disastro. 🔍 1. Scalabilità orizzontale (e verticale quando serve) Uso ambienti cloud (come AWS, Google Cloud o Azure) che permettono di scalare automaticamente i nodi applicativi in base al carico. Un solo server non basta: serve poter aumentare rapidamente le risorse all’occorrenza. 🚀 2. Caching aggressivo (ma intelligente) Gran parte del traffico è statico: homepage, schede prodotto, immagini. Li servo tramite CDN (come Cloudflare o Fastly) e cache server-side (Varnish, Redis). Ogni richiesta salvata è un carico in meno sul backend. 🧱 3. Separazione dei carichi Divido chiaramente frontend, backend, database e servizi esterni. Questo mi consente di isolare eventuali colli di bottiglia e gestirli singolarmente. Se il database è saturo, il frontend può comunque servire una versione cache. 🛡️ 4. Rate limiting e protezione da spike anomali Implemento sistemi di throttling per evitare che bot o richieste malevole affondino il sito. Durante i picchi programmati, faccio anche test di carico e simulazioni per verificare il comportamento sotto stress. 🔁 5. Queue e processi asincroni Ordini, e-mail, notifiche e calcoli complessi non devono bloccare il flusso utente. Uso code (come RabbitMQ o SQS) per processare in background tutto ciò che non è urgente. L’utente non se ne accorge, ma il server respira. 🧪 6. Test di carico regolari Non aspetto l’emergenza. Uso tool come JMeter, k6 o Artillery per simulare migliaia di utenti contemporanei. Scoprire i problemi in tempo è meglio che rincorrerli in diretta. ✅ Garantire la disponibilità di un e-commerce durante un picco di traffico è una questione di rispetto verso i clienti e di protezione del fatturato. Ogni secondo di downtime è una vendita persa. Personalmente, progetto ogni sistema con la domanda: "Cosa succede se domani arrivano 50.000 utenti in 5 minuti?" Se anche tu lavori su progetti ad alta esposizione, parliamone. La resilienza non si improvvisa, si progetta. #EcommerceDev #HighTraffic #Scalabilità #CloudComputing #WebPerformance #SiteReliability #CDN #CachingStrategy #LoadTesting #SviluppoEcommerce #ImpresaDigitale
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  • Come una Buona Pianificazione Fiscale Può Migliorare i Margini di Profitto

    In un contesto economico sempre più competitivo, ogni euro risparmiato legalmente conta. Noi di Impresa.biz siamo convinti che una buona pianificazione fiscale, ben integrata nella strategia aziendale, non sia solo una questione di adempimenti o di riduzione delle imposte, ma un vero e proprio fattore di crescita e redditività.

    Quando accompagniamo le imprese nel loro percorso di sviluppo, riscontriamo spesso un errore comune: trattare la fiscalità come un costo fisso e inevitabile, anziché come una leva strategica per migliorare i margini di profitto.

    Pianificazione fiscale: non è elusione, è gestione intelligente
    Chiarire questo punto è essenziale. Quando parliamo di “pianificazione fiscale” intendiamo l’adozione di strumenti legali, trasparenti e coerenti con la normativa, per ottimizzare il carico fiscale complessivo dell’azienda.

    Si tratta, ad esempio, di:
    -Scegliere la forma societaria più adatta al business e al regime fiscale.
    -Valutare agevolazioni e crediti d’imposta disponibili.
    -Gestire correttamente i tempi e le modalità di deduzione dei costi.
    -Utilizzare strumenti come il patent box, il superammortamento, le ZES/ZLS, o il consolidato fiscale nazionale.

    Ogni scelta ha un impatto diretto sulla liquidità e sull’utile netto. Ecco perché una gestione fiscale reattiva e strategica è un vantaggio competitivo concreto.

    Integrare la fiscalità nella strategia aziendale
    Troppo spesso, le decisioni fiscali vengono prese "a valle", quando il business è già avviato. Noi proponiamo invece un approccio integrato, in cui la fiscalità è parte del business plan e accompagna ogni fase:
    -Startup e crescita: valutazione del miglior assetto fiscale e delle agevolazioni per nuove imprese.
    -Espansione internazionale: utilizzo delle convenzioni contro la doppia imposizione, strutture holding, regole sulla residenza fiscale.
    -Innovazione e R&S: sfruttamento di incentivi per le PMI innovative.
    -Ottimizzazione dei flussi finanziari: gestione efficiente tra soci, gruppi societari, sedi estere.

    Questa integrazione ci consente di trasformare la fiscalità da obbligo in strumento di redditività.

    Pianificare = prevenire problemi e cogliere opportunità
    Una buona pianificazione fiscale non serve solo a ridurre il carico fiscale: serve anche a prevenire rischi e sanzioni, a evitare doppie imposizioni e a gestire in modo efficiente l’organizzazione aziendale.

    Noi aiutiamo le imprese a:
    Monitorare le novità normative per sfruttare i cambiamenti favorevoli
    Adeguare la propria struttura in vista di controlli, fusioni, investimenti
    Evitare errori che portano a contenziosi fiscali costosi e lunghi
    Valutare in anticipo l'impatto fiscale di una nuova strategia commerciale

    E i risultati? Più utile netto, più liquidità, più competitività
    Quando la fiscalità è integrata alla strategia, i benefici sono misurabili:
    -Margini più alti grazie a un minor carico fiscale
    -Più liquidità da reinvestire in innovazione o internazionalizzazione
    -Migliore governance e chiarezza nella gestione finanziaria
    -Reputazione più solida, anche verso banche e investitori

    È per questo che affianchiamo le aziende non solo per risolvere problemi fiscali, ma per costruire strategie sostenibili e mirate alla crescita.

    La fiscalità non è un comparto separato dalla gestione aziendale. Noi di Impresa.biz la consideriamo un tassello essenziale della strategia d’impresa, da governare con visione e competenza. Una buona pianificazione fiscale può fare la differenza tra un’azienda che sopravvive e una che cresce, innova e conquista nuovi mercati.

    #PianificazioneFiscale #StrategiaAziendale #FiscalitàPMI #OttimizzazioneFiscale #MarginiDiProfitto #FiscalitàStrategica #BusinessPlanning #ImpresaCompetitiva #CrescitaAziendale #ConsulenzaFiscale

    Se vuoi integrare la fiscalità nella tua strategia d’impresa, parliamone: possiamo aiutarti a trasformare il fisco in un alleato.
    Come una Buona Pianificazione Fiscale Può Migliorare i Margini di Profitto In un contesto economico sempre più competitivo, ogni euro risparmiato legalmente conta. Noi di Impresa.biz siamo convinti che una buona pianificazione fiscale, ben integrata nella strategia aziendale, non sia solo una questione di adempimenti o di riduzione delle imposte, ma un vero e proprio fattore di crescita e redditività. Quando accompagniamo le imprese nel loro percorso di sviluppo, riscontriamo spesso un errore comune: trattare la fiscalità come un costo fisso e inevitabile, anziché come una leva strategica per migliorare i margini di profitto. Pianificazione fiscale: non è elusione, è gestione intelligente Chiarire questo punto è essenziale. Quando parliamo di “pianificazione fiscale” intendiamo l’adozione di strumenti legali, trasparenti e coerenti con la normativa, per ottimizzare il carico fiscale complessivo dell’azienda. Si tratta, ad esempio, di: -Scegliere la forma societaria più adatta al business e al regime fiscale. -Valutare agevolazioni e crediti d’imposta disponibili. -Gestire correttamente i tempi e le modalità di deduzione dei costi. -Utilizzare strumenti come il patent box, il superammortamento, le ZES/ZLS, o il consolidato fiscale nazionale. Ogni scelta ha un impatto diretto sulla liquidità e sull’utile netto. Ecco perché una gestione fiscale reattiva e strategica è un vantaggio competitivo concreto. Integrare la fiscalità nella strategia aziendale Troppo spesso, le decisioni fiscali vengono prese "a valle", quando il business è già avviato. Noi proponiamo invece un approccio integrato, in cui la fiscalità è parte del business plan e accompagna ogni fase: -Startup e crescita: valutazione del miglior assetto fiscale e delle agevolazioni per nuove imprese. -Espansione internazionale: utilizzo delle convenzioni contro la doppia imposizione, strutture holding, regole sulla residenza fiscale. -Innovazione e R&S: sfruttamento di incentivi per le PMI innovative. -Ottimizzazione dei flussi finanziari: gestione efficiente tra soci, gruppi societari, sedi estere. Questa integrazione ci consente di trasformare la fiscalità da obbligo in strumento di redditività. Pianificare = prevenire problemi e cogliere opportunità Una buona pianificazione fiscale non serve solo a ridurre il carico fiscale: serve anche a prevenire rischi e sanzioni, a evitare doppie imposizioni e a gestire in modo efficiente l’organizzazione aziendale. Noi aiutiamo le imprese a: ✅ Monitorare le novità normative per sfruttare i cambiamenti favorevoli ✅ Adeguare la propria struttura in vista di controlli, fusioni, investimenti ✅ Evitare errori che portano a contenziosi fiscali costosi e lunghi ✅ Valutare in anticipo l'impatto fiscale di una nuova strategia commerciale E i risultati? Più utile netto, più liquidità, più competitività Quando la fiscalità è integrata alla strategia, i benefici sono misurabili: -Margini più alti grazie a un minor carico fiscale -Più liquidità da reinvestire in innovazione o internazionalizzazione -Migliore governance e chiarezza nella gestione finanziaria -Reputazione più solida, anche verso banche e investitori È per questo che affianchiamo le aziende non solo per risolvere problemi fiscali, ma per costruire strategie sostenibili e mirate alla crescita. La fiscalità non è un comparto separato dalla gestione aziendale. Noi di Impresa.biz la consideriamo un tassello essenziale della strategia d’impresa, da governare con visione e competenza. Una buona pianificazione fiscale può fare la differenza tra un’azienda che sopravvive e una che cresce, innova e conquista nuovi mercati. #PianificazioneFiscale #StrategiaAziendale #FiscalitàPMI #OttimizzazioneFiscale #MarginiDiProfitto #FiscalitàStrategica #BusinessPlanning #ImpresaCompetitiva #CrescitaAziendale #ConsulenzaFiscale Se vuoi integrare la fiscalità nella tua strategia d’impresa, parliamone: possiamo aiutarti a trasformare il fisco in un alleato.
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  • Gestione dell’hate online e della pressione mediatica – Quello che ho imparato

    Quando ho iniziato a lavorare sui social, nessuno mi aveva preparata alla parte più dura di questo mondo: l’odio gratuito e la pressione costante di dover sempre dimostrare qualcosa. Essere presenti online ogni giorno, con sincerità e passione, non significa solo ispirare chi ti segue: significa anche esporsi, accettare di essere giudicati, fraintesi e – a volte – attaccati.

    Quando l’hate colpisce
    Sì, anche io ho ricevuto commenti pesanti. A volte sul mio aspetto, altre sulle mie scelte personali o professionali. E no, non ci si fa mai davvero l’abitudine. Anche se sai che quelle parole parlano più di chi le scrive che di te, fanno comunque male. All’inizio provavo a rispondere con calma, poi ho imparato a scegliere il silenzio. Non perché non avessi nulla da dire, ma perché non tutto merita la mia energia.

    Pressione mediatica e perfezione forzata
    Il mondo dei social richiede una versione sempre perfetta di noi. Sempre sorridenti, produttive, in forma, aggiornate. Ma la verità è che nessuno può essere tutto questo ogni giorno. E quando ti prendi una pausa, ti senti in colpa. Quando non posti, pensi di perdere terreno. Quando mostri una tua fragilità, temi di sembrare "debole".

    E invece ho scoperto che l’unico modo per resistere è essere autentica. Più mi mostro vera, più mi sento libera. Anche a costo di non piacere a tutti.

    🛡 Come gestisco l’hate oggi
    1. Filtro i commenti: ho impostato parole chiave da bloccare. Non è censura, è protezione della mia salute mentale.

    2. Rispondo solo a chi merita: distinguo le critiche costruttive dagli insulti. Le prime le ascolto. Le seconde le ignoro o le segnalo.

    3. Parlo con le persone giuste: ho una rete di amiche, colleghi e professionisti con cui confronto le mie emozioni. Non tutto deve restare “in silenzio digitale”.

    4. Mi prendo pause sane: disconnettermi ogni tanto è fondamentale. La vita vera ha il volume più alto dei commenti.

    Il mio consiglio a chi vive lo stesso
    Ricorda: non sei il tuo algoritmo, né il tuo engagement. Sei molto di più. Non lasciare che l’hate definisca chi sei. Le parole cattive fanno rumore, ma non devono avere potere su di te.

    E se oggi ti senti sotto pressione, sappi che va bene fare un passo indietro. Va bene rallentare. Va bene non essere perfettə.

    Essere veri è già abbastanza coraggioso.

    #StopHateOnline #VulnerabilityIsStrength #MentalHealthMatters #RealNotPerfect #DigitalResilience #OnlinePressure #SelfLoveJourney #SocialMediaDetox #SiiVera #Parliamone
    💬 Gestione dell’hate online e della pressione mediatica – Quello che ho imparato Quando ho iniziato a lavorare sui social, nessuno mi aveva preparata alla parte più dura di questo mondo: l’odio gratuito e la pressione costante di dover sempre dimostrare qualcosa. Essere presenti online ogni giorno, con sincerità e passione, non significa solo ispirare chi ti segue: significa anche esporsi, accettare di essere giudicati, fraintesi e – a volte – attaccati. 🔥 Quando l’hate colpisce Sì, anche io ho ricevuto commenti pesanti. A volte sul mio aspetto, altre sulle mie scelte personali o professionali. E no, non ci si fa mai davvero l’abitudine. Anche se sai che quelle parole parlano più di chi le scrive che di te, fanno comunque male. All’inizio provavo a rispondere con calma, poi ho imparato a scegliere il silenzio. Non perché non avessi nulla da dire, ma perché non tutto merita la mia energia. 🎯 Pressione mediatica e perfezione forzata Il mondo dei social richiede una versione sempre perfetta di noi. Sempre sorridenti, produttive, in forma, aggiornate. Ma la verità è che nessuno può essere tutto questo ogni giorno. E quando ti prendi una pausa, ti senti in colpa. Quando non posti, pensi di perdere terreno. Quando mostri una tua fragilità, temi di sembrare "debole". E invece ho scoperto che l’unico modo per resistere è essere autentica. Più mi mostro vera, più mi sento libera. Anche a costo di non piacere a tutti. 🛡 Come gestisco l’hate oggi 1. Filtro i commenti: ho impostato parole chiave da bloccare. Non è censura, è protezione della mia salute mentale. 2. Rispondo solo a chi merita: distinguo le critiche costruttive dagli insulti. Le prime le ascolto. Le seconde le ignoro o le segnalo. 3. Parlo con le persone giuste: ho una rete di amiche, colleghi e professionisti con cui confronto le mie emozioni. Non tutto deve restare “in silenzio digitale”. 4. Mi prendo pause sane: disconnettermi ogni tanto è fondamentale. La vita vera ha il volume più alto dei commenti. 🌿 Il mio consiglio a chi vive lo stesso Ricorda: non sei il tuo algoritmo, né il tuo engagement. Sei molto di più. Non lasciare che l’hate definisca chi sei. Le parole cattive fanno rumore, ma non devono avere potere su di te. E se oggi ti senti sotto pressione, sappi che va bene fare un passo indietro. Va bene rallentare. Va bene non essere perfettə. Essere veri è già abbastanza coraggioso. #StopHateOnline #VulnerabilityIsStrength #MentalHealthMatters #RealNotPerfect #DigitalResilience #OnlinePressure #SelfLoveJourney #SocialMediaDetox #SiiVera #Parliamone
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  • L’impatto dei social sull’autostima e sulla percezione di sé – La mia esperienza

    Ogni giorno condivido la mia vita, i miei pensieri e anche le mie insicurezze sui social. Fare l’influencer significa essere costantemente esposta agli occhi degli altri, ai loro giudizi, ai loro like, ma anche ai silenzi. In questi anni ho imparato molto sull’impatto che i social possono avere sull’autostima e sulla percezione di sé, e oggi voglio raccontarvelo in modo sincero.

    Vivere sotto i riflettori… dei like
    All’inizio della mia carriera da influencer, ogni notifica era un piccolo boost di felicità. Un like in più, un commento positivo, una condivisione… tutto sembrava confermare il mio valore. Ma presto ho capito quanto potesse diventare tossico quel meccanismo. Perché quando i numeri calano, inizi a farti domande su te stessa: “Sto sbagliando qualcosa?”, “Non piaccio più?”, “Non sono abbastanza?”.

    I filtri che distorcono la realtà
    Anche io ho usato (e uso ancora) filtri e editing. Non lo nego. Ma c’è stato un periodo in cui mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più. Cercavo di assomigliare alla versione di me che postavo, e non viceversa. I social ci portano spesso a idealizzare l’immagine che diamo agli altri, dimenticando che quella reale – con difetti, imperfezioni, momenti no – è altrettanto (se non più) preziosa.

    Confrontarsi senza perdersi
    Uno degli aspetti più difficili è il confronto costante. Vedi altre creator che fanno numeri pazzeschi, che sembrano sempre perfette, e ti chiedi: “Perché non sono come loro?”. Questo confronto continuo può diventare pericoloso se non ci si ferma a ricordare che i social mostrano solo una parte (e spesso la più curata) della realtà.

    Usare i social per ispirare, non per schiacciare
    Negli ultimi tempi ho deciso di usare il mio spazio online in modo più autentico. Racconto anche le mie fragilità, i momenti di down, i pensieri che a volte fanno male. E sapete una cosa? È proprio quando mi mostro più vera che ricevo i messaggi più belli. Perché alla fine, tutti vogliamo sentirci visti, compresi, accettati per quello che siamo davvero.

    Costruire un'autostima che non dipende dai numeri
    I social non devono definire il nostro valore. Lo ripeto a me stessa ogni giorno. L’autostima va coltivata fuori dallo schermo, nei rapporti reali, nelle piccole conquiste quotidiane, nell’amore che ci diamo anche quando nessuno ci applaude.

    I social sono uno strumento potente: possono farci sentire vicini, ispirati, motivati… ma anche insicuri, confusi e inadatti. La chiave sta nell’usare questi strumenti con consapevolezza, senza mai perdere di vista chi siamo davvero.

    E se oggi qualcuno ha bisogno di sentirsi dire che va bene così com’è, eccomi qui: sei abbastanza. Sempre. Anche quando i like non arrivano.

    #AutostimaDigitale #VitaDaInfluencer #SocialMediaReality #SiiTeStessa #ConsapevolezzaDigitale #CorpoPositivo #AmorePerSé #DigitalWellbeing #NoFilterNeeded #Parliamone

    📱 L’impatto dei social sull’autostima e sulla percezione di sé – La mia esperienza Ogni giorno condivido la mia vita, i miei pensieri e anche le mie insicurezze sui social. Fare l’influencer significa essere costantemente esposta agli occhi degli altri, ai loro giudizi, ai loro like, ma anche ai silenzi. In questi anni ho imparato molto sull’impatto che i social possono avere sull’autostima e sulla percezione di sé, e oggi voglio raccontarvelo in modo sincero. ✨ Vivere sotto i riflettori… dei like All’inizio della mia carriera da influencer, ogni notifica era un piccolo boost di felicità. Un like in più, un commento positivo, una condivisione… tutto sembrava confermare il mio valore. Ma presto ho capito quanto potesse diventare tossico quel meccanismo. Perché quando i numeri calano, inizi a farti domande su te stessa: “Sto sbagliando qualcosa?”, “Non piaccio più?”, “Non sono abbastanza?”. 🔍 I filtri che distorcono la realtà Anche io ho usato (e uso ancora) filtri e editing. Non lo nego. Ma c’è stato un periodo in cui mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più. Cercavo di assomigliare alla versione di me che postavo, e non viceversa. I social ci portano spesso a idealizzare l’immagine che diamo agli altri, dimenticando che quella reale – con difetti, imperfezioni, momenti no – è altrettanto (se non più) preziosa. 🧠 Confrontarsi senza perdersi Uno degli aspetti più difficili è il confronto costante. Vedi altre creator che fanno numeri pazzeschi, che sembrano sempre perfette, e ti chiedi: “Perché non sono come loro?”. Questo confronto continuo può diventare pericoloso se non ci si ferma a ricordare che i social mostrano solo una parte (e spesso la più curata) della realtà. 💬 Usare i social per ispirare, non per schiacciare Negli ultimi tempi ho deciso di usare il mio spazio online in modo più autentico. Racconto anche le mie fragilità, i momenti di down, i pensieri che a volte fanno male. E sapete una cosa? È proprio quando mi mostro più vera che ricevo i messaggi più belli. Perché alla fine, tutti vogliamo sentirci visti, compresi, accettati per quello che siamo davvero. 🌱 Costruire un'autostima che non dipende dai numeri I social non devono definire il nostro valore. Lo ripeto a me stessa ogni giorno. L’autostima va coltivata fuori dallo schermo, nei rapporti reali, nelle piccole conquiste quotidiane, nell’amore che ci diamo anche quando nessuno ci applaude. I social sono uno strumento potente: possono farci sentire vicini, ispirati, motivati… ma anche insicuri, confusi e inadatti. La chiave sta nell’usare questi strumenti con consapevolezza, senza mai perdere di vista chi siamo davvero. E se oggi qualcuno ha bisogno di sentirsi dire che va bene così com’è, eccomi qui: sei abbastanza. Sempre. Anche quando i like non arrivano. #AutostimaDigitale #VitaDaInfluencer #SocialMediaReality #SiiTeStessa #ConsapevolezzaDigitale #CorpoPositivo #AmorePerSé #DigitalWellbeing #NoFilterNeeded #Parliamone
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