• Come sto affrontando il cambiamento nelle abitudini d’acquisto post-2024
    Nel mio lavoro di operatore e-commerce, una cosa è certa: il cliente di oggi non è più quello di ieri. Soprattutto dopo il 2024, ho notato cambiamenti chiari, a volte anche drastici, nel modo in cui le persone acquistano. Non solo cosa comprano, ma come, quando e perché lo fanno.

    Il punto è che non ci si può permettere di ignorare questi segnali. Se sei fermo, sei fuori. E allora ho iniziato a fare quello che ogni e-commerce dovrebbe fare in questi momenti: ascoltare, analizzare e adattarsi.

    1. Le persone comprano meno… ma meglio
    Una delle tendenze che ho notato è questa: si compra di meno, ma si pretende di più. Il cliente è più selettivo, più attento. Si informa, confronta, cerca valore. Per questo ho lavorato per mettere in evidenza la qualità reale dei prodotti, raccontando meglio cosa c’è dietro: materiali, provenienza, vantaggi pratici.

    2. Il “quando” è diventato più imprevedibile
    Una volta avevo picchi chiari: lunedì mattina, giovedì sera, weekend. Ora è molto più sparso, frammentato. Colpa (o merito) dei nuovi ritmi di vita post-smart working e della saturazione dell’online. Ho ripensato la programmazione delle campagne, con ADS dinamici che si adattano in tempo reale, e offerte flash in orari meno “tradizionali”.

    3. Sempre più mobile, ma anche più diffidenza
    Il traffico da mobile è aumentato ancora, ma con una conversione più lenta. Il motivo? Le persone navigano da smartphone, ma spesso finalizzano da desktop o non finalizzano affatto. Per questo ho lavorato per snellire al massimo la UX da mobile, rendendo il processo d’acquisto più fluido e rassicurante. Meno click, più fiducia.

    4. Cresce la ricerca di autenticità
    Post-2024, ho visto un aumento netto dell’attenzione verso trasparenza e umanità. Le persone vogliono sapere chi c’è dietro il brand, vogliono un tono più diretto, meno patinato. Ho smesso di comunicare “come un’azienda” e ho iniziato a parlare come una persona reale, anche nelle newsletter e nei social.

    5. La fidelizzazione vale più dell’acquisizione
    Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più, soprattutto dopo i cambiamenti sugli algoritmi e le policy di tracciamento. Ecco perché ho puntato forte su community, retention e relazioni. Programmi fedeltà, sondaggi post-acquisto, follow-up con contenuti utili. Non solo per vendere di nuovo, ma per restare nella mente del cliente.

    Il cambiamento è inevitabile. Ma può essere un’opportunità, se lo affronti con gli occhi aperti e la mente flessibile. Io non ho tutte le risposte, ma ho imparato che adattarsi velocemente è meglio che inseguire la perfezione. E soprattutto, che ascoltare il cliente – oggi più che mai – è l’unica vera strategia che non passa mai di moda.

    #ecommerce2025 #abitudinidacquisto #strategiedigitali #postpandemia #vendereonline #mobileux #fidelizzazioneclienti #acquisizionevsretention #esperienzautente #impresabiz
    Come sto affrontando il cambiamento nelle abitudini d’acquisto post-2024 Nel mio lavoro di operatore e-commerce, una cosa è certa: il cliente di oggi non è più quello di ieri. Soprattutto dopo il 2024, ho notato cambiamenti chiari, a volte anche drastici, nel modo in cui le persone acquistano. Non solo cosa comprano, ma come, quando e perché lo fanno. Il punto è che non ci si può permettere di ignorare questi segnali. Se sei fermo, sei fuori. E allora ho iniziato a fare quello che ogni e-commerce dovrebbe fare in questi momenti: ascoltare, analizzare e adattarsi. 1. Le persone comprano meno… ma meglio Una delle tendenze che ho notato è questa: si compra di meno, ma si pretende di più. Il cliente è più selettivo, più attento. Si informa, confronta, cerca valore. Per questo ho lavorato per mettere in evidenza la qualità reale dei prodotti, raccontando meglio cosa c’è dietro: materiali, provenienza, vantaggi pratici. 2. Il “quando” è diventato più imprevedibile Una volta avevo picchi chiari: lunedì mattina, giovedì sera, weekend. Ora è molto più sparso, frammentato. Colpa (o merito) dei nuovi ritmi di vita post-smart working e della saturazione dell’online. Ho ripensato la programmazione delle campagne, con ADS dinamici che si adattano in tempo reale, e offerte flash in orari meno “tradizionali”. 3. Sempre più mobile, ma anche più diffidenza Il traffico da mobile è aumentato ancora, ma con una conversione più lenta. Il motivo? Le persone navigano da smartphone, ma spesso finalizzano da desktop o non finalizzano affatto. Per questo ho lavorato per snellire al massimo la UX da mobile, rendendo il processo d’acquisto più fluido e rassicurante. Meno click, più fiducia. 4. Cresce la ricerca di autenticità Post-2024, ho visto un aumento netto dell’attenzione verso trasparenza e umanità. Le persone vogliono sapere chi c’è dietro il brand, vogliono un tono più diretto, meno patinato. Ho smesso di comunicare “come un’azienda” e ho iniziato a parlare come una persona reale, anche nelle newsletter e nei social. 5. La fidelizzazione vale più dell’acquisizione Acquisire un nuovo cliente costa sempre di più, soprattutto dopo i cambiamenti sugli algoritmi e le policy di tracciamento. Ecco perché ho puntato forte su community, retention e relazioni. Programmi fedeltà, sondaggi post-acquisto, follow-up con contenuti utili. Non solo per vendere di nuovo, ma per restare nella mente del cliente. Il cambiamento è inevitabile. Ma può essere un’opportunità, se lo affronti con gli occhi aperti e la mente flessibile. Io non ho tutte le risposte, ma ho imparato che adattarsi velocemente è meglio che inseguire la perfezione. E soprattutto, che ascoltare il cliente – oggi più che mai – è l’unica vera strategia che non passa mai di moda. #ecommerce2025 #abitudinidacquisto #strategiedigitali #postpandemia #vendereonline #mobileux #fidelizzazioneclienti #acquisizionevsretention #esperienzautente #impresabiz
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  • Mobile-First Strategy: Perché è Cruciale per le PMI

    Il futuro passa dallo smartphone. E per le piccole imprese, è un’opportunità da non perdere.
    Quando ci confrontiamo con imprenditori, freelance e team di piccole realtà, una delle domande più frequenti è: “Ha davvero senso investire nel mobile se siamo una PMI?”
    La risposta è sì, e non è solo questione di tendenza: è una scelta strategica indispensabile.

    In Impresa.biz, crediamo che una strategia mobile-first non sia più una possibilità riservata ai grandi brand, ma una priorità concreta anche per le piccole e medie imprese. Vediamo perché.

    Cosa significa “mobile-first”?
    Una strategia mobile-first non vuol dire “avere un sito che si vede bene da smartphone”. Vuol dire pensare prima al mobile, progettando prodotti digitali (siti, e-commerce, contenuti, campagne) a partire dall’esperienza da dispositivo mobile, e solo dopo adattarli al desktop.

    Perché farlo? Perché ormai la maggior parte del traffico online arriva da mobile. E spesso, anche la decisione d’acquisto.

    Perché le PMI non possono più ignorarlo
    1. Il tuo cliente è già mobile
    Basta guardare i dati: in molti settori, oltre il 70% del traffico web arriva da smartphone. Se il tuo sito è lento, confuso o difficile da navigare da mobile, stai perdendo opportunità di vendita ogni giorno.

    2. Google premia il mobile
    Dal 2021 Google usa il mobile-first indexing come standard: significa che valuta il tuo sito principalmente nella versione mobile. Se non è ottimizzato, anche la tua SEO ne soffre.

    3. L’esperienza utente fa la differenza
    Un’esperienza mobile fluida, veloce e semplice può aumentare i tassi di conversione, ridurre l’abbandono e migliorare la percezione del brand.

    Non servono grandi budget per partire
    Spesso ci sentiamo dire: “Ma noi siamo una piccola impresa, non possiamo permetterci un’app.”
    La buona notizia è che una strategia mobile-first non richiede investimenti enormi, ma attenzione alle giuste priorità:

    -Un sito responsive e veloce, ottimizzato per touch e schermi piccoli.
    -Contenuti pensati per mobile: testi brevi, call-to-action chiare, immagini leggere.
    -Newsletter leggibili da smartphone.
    -Se vendi online: checkout semplificato e mobile-friendly.
    -Se hai un punto vendita: scheda Google Business ottimizzata, presenza su mappe e recensioni.

    Esempi concreti?
    In Impresa.biz, abbiamo visto realtà locali che, semplicemente migliorando la versione mobile del loro sito, hanno aumentato:

    -Il traffico organico (grazie a una migliore SEO)
    -Il tasso di prenotazioni
    -Le vendite tramite e-commerce o form di contatto

    Anche solo ridurre il tempo di caricamento mobile di 2 secondi può fare una grande differenza nel tasso di conversione.

    Come iniziare (bene)
    Ecco i nostri consigli pratici:
    Analizza il tuo sito con Google Mobile-Friendly Test
    Verifica i dati su Google Analytics: quanto traffico arriva da mobile? E cosa succede dopo?
    Ottimizza le performance con strumenti come PageSpeed Insights o GTmetrix
    Testa la tua UX da smartphone: naviga il tuo sito come farebbe un cliente, senza scorciatoie
    Semplifica tutto: menu, form, testi, processi

    Essere mobile-first oggi non è solo una questione di design, ma di strategia, accessibilità e competitività.
    Per una PMI, adottare un approccio mobile-first significa parlare il linguaggio dei clienti, ovunque si trovino, con un’esperienza digitale efficace e professionale.

    In un mercato sempre più veloce e interconnesso, il mobile è il punto di contatto più diretto tra la tua impresa e le persone. E come ogni punto di contatto, va curato con attenzione.

    #MobileFirst #StrategiaDigitale #PMI #UserExperience #MobileUX #ImpresaDigitale #ImpresaBiz #MobileMarketing

    Mobile-First Strategy: Perché è Cruciale per le PMI Il futuro passa dallo smartphone. E per le piccole imprese, è un’opportunità da non perdere. Quando ci confrontiamo con imprenditori, freelance e team di piccole realtà, una delle domande più frequenti è: “Ha davvero senso investire nel mobile se siamo una PMI?” La risposta è sì, e non è solo questione di tendenza: è una scelta strategica indispensabile. In Impresa.biz, crediamo che una strategia mobile-first non sia più una possibilità riservata ai grandi brand, ma una priorità concreta anche per le piccole e medie imprese. Vediamo perché. Cosa significa “mobile-first”? Una strategia mobile-first non vuol dire “avere un sito che si vede bene da smartphone”. Vuol dire pensare prima al mobile, progettando prodotti digitali (siti, e-commerce, contenuti, campagne) a partire dall’esperienza da dispositivo mobile, e solo dopo adattarli al desktop. 📱 Perché farlo? Perché ormai la maggior parte del traffico online arriva da mobile. E spesso, anche la decisione d’acquisto. Perché le PMI non possono più ignorarlo 1. Il tuo cliente è già mobile Basta guardare i dati: in molti settori, oltre il 70% del traffico web arriva da smartphone. Se il tuo sito è lento, confuso o difficile da navigare da mobile, stai perdendo opportunità di vendita ogni giorno. 2. Google premia il mobile Dal 2021 Google usa il mobile-first indexing come standard: significa che valuta il tuo sito principalmente nella versione mobile. Se non è ottimizzato, anche la tua SEO ne soffre. 3. L’esperienza utente fa la differenza Un’esperienza mobile fluida, veloce e semplice può aumentare i tassi di conversione, ridurre l’abbandono e migliorare la percezione del brand. Non servono grandi budget per partire Spesso ci sentiamo dire: “Ma noi siamo una piccola impresa, non possiamo permetterci un’app.” La buona notizia è che una strategia mobile-first non richiede investimenti enormi, ma attenzione alle giuste priorità: -Un sito responsive e veloce, ottimizzato per touch e schermi piccoli. -Contenuti pensati per mobile: testi brevi, call-to-action chiare, immagini leggere. -Newsletter leggibili da smartphone. -Se vendi online: checkout semplificato e mobile-friendly. -Se hai un punto vendita: scheda Google Business ottimizzata, presenza su mappe e recensioni. Esempi concreti? In Impresa.biz, abbiamo visto realtà locali che, semplicemente migliorando la versione mobile del loro sito, hanno aumentato: -Il traffico organico (grazie a una migliore SEO) -Il tasso di prenotazioni -Le vendite tramite e-commerce o form di contatto Anche solo ridurre il tempo di caricamento mobile di 2 secondi può fare una grande differenza nel tasso di conversione. Come iniziare (bene) Ecco i nostri consigli pratici: ✅ Analizza il tuo sito con Google Mobile-Friendly Test ✅ Verifica i dati su Google Analytics: quanto traffico arriva da mobile? E cosa succede dopo? ✅ Ottimizza le performance con strumenti come PageSpeed Insights o GTmetrix ✅ Testa la tua UX da smartphone: naviga il tuo sito come farebbe un cliente, senza scorciatoie ✅ Semplifica tutto: menu, form, testi, processi Essere mobile-first oggi non è solo una questione di design, ma di strategia, accessibilità e competitività. Per una PMI, adottare un approccio mobile-first significa parlare il linguaggio dei clienti, ovunque si trovino, con un’esperienza digitale efficace e professionale. In un mercato sempre più veloce e interconnesso, il mobile è il punto di contatto più diretto tra la tua impresa e le persone. E come ogni punto di contatto, va curato con attenzione. #MobileFirst #StrategiaDigitale #PMI #UserExperience #MobileUX #ImpresaDigitale #ImpresaBiz #MobileMarketing
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