Cose che avrei voluto sapere prima di diventare content creator
Diventare content creator sembrava la cosa più naturale per me: amavo comunicare, condividere, creare. E all’inizio tutto era adrenalina, filtri carini e like a raffica .
Poi ho capito una cosa: dietro ogni post c’è un lavoro. E dietro ogni “lavoro dei sogni”… ci sono realtà che nessuno ti racconta.
Se stai pensando di iniziare anche tu, ecco le cose che avrei voluto sapere prima di diventare content creator – dette senza filtri.
1. Non è solo "fare foto belle"
Pensavo che bastasse avere uno smartphone, una buona luce e un po’ di estetica. Spoiler: non basta.
Essere content creator è un mix continuo di:
-strategia
-storytelling
-gestione tecnica (editing, SEO, algoritmo, newsletter… 😵💫)
-project management (di me stessa)
E se vuoi farlo seriamente, è un lavoro a tutti gli effetti.
2. Le collaborazioni non piovono dal cielo
Sì, le mail dei brand arrivano. Ma prima? Ho scritto io. Ho proposto, fallito, riscritto.
Le prime volte ho accettato cose sottopagate (o gratis ), solo per “visibilità”.
Avrei voluto sapere che:
-si può dire di no
-i brand seri rispettano il tuo lavoro
-negoziare è normale (e necessario)
E che una collaborazione non è solo un post, ma una relazione da costruire.
3. Il confronto è velenoso 😵♀️
Apri Instagram e… boom: tutti sembrano avere più successo di te. Numeri, engagement, viaggi sponsorizzati.
Ma sai cosa?
Quello che vedi è una vetrina, non la realtà. Ogni creator ha tempi, percorsi, fatiche (e magari un team dietro le quinte).
Ho imparato a misurarmi con la mia crescita, non con gli altri.
4. Serve un equilibrio tra vita e contenuti
All’inizio documentavo tutto. Poi mi sono chiesta: sto vivendo davvero, o solo creando per gli altri?
Ora ho imparato a staccare.
Non tutto deve finire in una story. Non ogni emozione va condivisa in tempo reale.
La creatività ha bisogno di pause. Anche tu 🧘🏻♀️.
5. È una maratona, non uno sprint
La crescita non è lineare. I follower vanno e vengono. I post a volte volano, altre volte affondano.
E va bene così.
La chiave? Costanza + autenticità.
Non forzarti a seguire ogni trend. Concentrati su ciò che ami dire, su come vuoi raccontarlo.
Perché il tuo valore non sono i numeri. Sei tu.
Quindi, ne è valsa la pena?
Sì. Mille volte sì.
Ma non perché sia tutto rose e guadagni.
Perché ho scoperto un modo per esprimermi, per crescere, per connettermi con persone vere.
Se vuoi diventare content creator, fallo. Ma fallo con gli occhi aperti, e il cuore ancora di più
#contentcreatorlife #digitalcreator #dietrolequinte #socialrealtà #creareconpassione #influenzaconsapevole #vivereescrivere #lavorareonline #personalbranding #creatorjourney
Diventare content creator sembrava la cosa più naturale per me: amavo comunicare, condividere, creare. E all’inizio tutto era adrenalina, filtri carini e like a raffica .
Poi ho capito una cosa: dietro ogni post c’è un lavoro. E dietro ogni “lavoro dei sogni”… ci sono realtà che nessuno ti racconta.
Se stai pensando di iniziare anche tu, ecco le cose che avrei voluto sapere prima di diventare content creator – dette senza filtri.
1. Non è solo "fare foto belle"
Pensavo che bastasse avere uno smartphone, una buona luce e un po’ di estetica. Spoiler: non basta.
Essere content creator è un mix continuo di:
-strategia
-storytelling
-gestione tecnica (editing, SEO, algoritmo, newsletter… 😵💫)
-project management (di me stessa)
E se vuoi farlo seriamente, è un lavoro a tutti gli effetti.
2. Le collaborazioni non piovono dal cielo
Sì, le mail dei brand arrivano. Ma prima? Ho scritto io. Ho proposto, fallito, riscritto.
Le prime volte ho accettato cose sottopagate (o gratis ), solo per “visibilità”.
Avrei voluto sapere che:
-si può dire di no
-i brand seri rispettano il tuo lavoro
-negoziare è normale (e necessario)
E che una collaborazione non è solo un post, ma una relazione da costruire.
3. Il confronto è velenoso 😵♀️
Apri Instagram e… boom: tutti sembrano avere più successo di te. Numeri, engagement, viaggi sponsorizzati.
Ma sai cosa?
Quello che vedi è una vetrina, non la realtà. Ogni creator ha tempi, percorsi, fatiche (e magari un team dietro le quinte).
Ho imparato a misurarmi con la mia crescita, non con gli altri.
4. Serve un equilibrio tra vita e contenuti
All’inizio documentavo tutto. Poi mi sono chiesta: sto vivendo davvero, o solo creando per gli altri?
Ora ho imparato a staccare.
Non tutto deve finire in una story. Non ogni emozione va condivisa in tempo reale.
La creatività ha bisogno di pause. Anche tu 🧘🏻♀️.
5. È una maratona, non uno sprint
La crescita non è lineare. I follower vanno e vengono. I post a volte volano, altre volte affondano.
E va bene così.
La chiave? Costanza + autenticità.
Non forzarti a seguire ogni trend. Concentrati su ciò che ami dire, su come vuoi raccontarlo.
Perché il tuo valore non sono i numeri. Sei tu.
Quindi, ne è valsa la pena?
Sì. Mille volte sì.
Ma non perché sia tutto rose e guadagni.
Perché ho scoperto un modo per esprimermi, per crescere, per connettermi con persone vere.
Se vuoi diventare content creator, fallo. Ma fallo con gli occhi aperti, e il cuore ancora di più
#contentcreatorlife #digitalcreator #dietrolequinte #socialrealtà #creareconpassione #influenzaconsapevole #vivereescrivere #lavorareonline #personalbranding #creatorjourney
Cose che avrei voluto sapere prima di diventare content creator 📱🎥
Diventare content creator sembrava la cosa più naturale per me: amavo comunicare, condividere, creare. E all’inizio tutto era adrenalina, filtri carini e like a raffica ❤️🔥.
Poi ho capito una cosa: dietro ogni post c’è un lavoro. E dietro ogni “lavoro dei sogni”… ci sono realtà che nessuno ti racconta.
Se stai pensando di iniziare anche tu, ecco le cose che avrei voluto sapere prima di diventare content creator – dette senza filtri.
1. Non è solo "fare foto belle" 📸
Pensavo che bastasse avere uno smartphone, una buona luce e un po’ di estetica. Spoiler: non basta.
Essere content creator è un mix continuo di:
-strategia 🎯
-storytelling ✍️
-gestione tecnica (editing, SEO, algoritmo, newsletter… 😵💫)
-project management (di me stessa)
E se vuoi farlo seriamente, è un lavoro a tutti gli effetti.
2. Le collaborazioni non piovono dal cielo ☁️
Sì, le mail dei brand arrivano. Ma prima? Ho scritto io. Ho proposto, fallito, riscritto.
Le prime volte ho accettato cose sottopagate (o gratis 🙃), solo per “visibilità”.
Avrei voluto sapere che:
-si può dire di no
-i brand seri rispettano il tuo lavoro
-negoziare è normale (e necessario)
E che una collaborazione non è solo un post, ma una relazione da costruire.
3. Il confronto è velenoso 😵♀️
Apri Instagram e… boom: tutti sembrano avere più successo di te. Numeri, engagement, viaggi sponsorizzati.
Ma sai cosa?
Quello che vedi è una vetrina, non la realtà. Ogni creator ha tempi, percorsi, fatiche (e magari un team dietro le quinte).
Ho imparato a misurarmi con la mia crescita, non con gli altri.
4. Serve un equilibrio tra vita e contenuti ⚖️
All’inizio documentavo tutto. Poi mi sono chiesta: sto vivendo davvero, o solo creando per gli altri?
Ora ho imparato a staccare.
Non tutto deve finire in una story. Non ogni emozione va condivisa in tempo reale.
La creatività ha bisogno di pause. Anche tu 🧘🏻♀️.
5. È una maratona, non uno sprint 🏃♀️
La crescita non è lineare. I follower vanno e vengono. I post a volte volano, altre volte affondano.
E va bene così.
La chiave? Costanza + autenticità.
Non forzarti a seguire ogni trend. Concentrati su ciò che ami dire, su come vuoi raccontarlo.
Perché il tuo valore non sono i numeri. Sei tu.
Quindi, ne è valsa la pena? 💬
Sì. Mille volte sì.
Ma non perché sia tutto rose e guadagni.
Perché ho scoperto un modo per esprimermi, per crescere, per connettermi con persone vere.
Se vuoi diventare content creator, fallo. Ma fallo con gli occhi aperti, e il cuore ancora di più ❤️🩹
#contentcreatorlife #digitalcreator #dietrolequinte #socialrealtà #creareconpassione #influenzaconsapevole #vivereescrivere #lavorareonline #personalbranding #creatorjourney
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