• Posizionamento di marca: cosa significa e come farlo nel 2025

    Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo bastasse avere un bel logo e qualche campagna pubblicitaria ben fatta. Ma nel tempo ho capito che senza un posizionamento di marca chiaro, tutto il resto rischia di diventare rumore.

    Cos'è davvero il posizionamento di marca?
    Per me, significa occupare un posto specifico nella mente del cliente. Non è solo "cosa vendo", ma come mi differenzio, quali valori trasmetto e soprattutto perché un cliente dovrebbe scegliere me invece di un altro.

    Nel 2025, con l’intelligenza artificiale che personalizza ogni esperienza e il bombardamento costante di contenuti, avere un’identità confusa è il modo più veloce per sparire.

    Come ho lavorato sul mio posizionamento
    1. Analisi del target e dei competitor
    Mi sono chiesto: chi è il mio cliente ideale oggi? Non basta dire “donne 25-45 anni”. Ho studiato i loro comportamenti, paure, desideri. E poi ho analizzato cosa promettevano i miei concorrenti… per capire come non essere "uno dei tanti".

    2. Definizione del valore unico
    Il mio brand oggi si posiziona come artigianale, sostenibile e personalizzabile. Ma non lo dico e basta. Lo dimostro con:
    -materiali ecologici certificati,
    -packaging plastic-free,
    -opzioni di personalizzazione reale,
    -customer care umano e presente.

    3. Coerenza su ogni canale
    Ogni parola sul sito, ogni post social, ogni email che invio è coerente con il mio tono di voce: empatico, sincero, artigianale ma moderno. Anche le foto seguono una linea precisa. Nel 2025 non basta esserci: devi avere un’identità chiara e riconoscibile.

    4. Ascolto continuo
    Ho imparato a non dare mai il mio posizionamento per “fatto”. Leggo ogni recensione, rispondo alle critiche e faccio sondaggi regolarmente. A volte il cliente ti vede in modo diverso da come pensavi… e lì capisci cosa sistemare.

    Il mio consiglio se stai iniziando o riposizionando
    -Parti da ciò che fai davvero meglio degli altri.
    -Scegli una nicchia chiara: meno ampio è il pubblico, più efficace sarà il messaggio.
    -Non temere di essere diverso. Nel 2025, l’omologazione è il vero nemico del brand.

    Il posizionamento non è un logo, non è uno slogan. È la percezione che lasci, anche quando il cliente non sta comprando. È la somma delle emozioni, delle esperienze e delle promesse mantenute.

    Se riesci a costruirlo con coerenza, il marketing diventa più semplice, e il passaparola… automatico.

    #posizionamentodimarca #branding2025 #ecommercebranding #strategiadimarketing #brandidentity #ecommercetips #comunicazionedigitale #marketingautentico #valoreunico #marketingperpiccoleimprese #shoponlineitalia #brandstrategy #differenziarsi

    Posizionamento di marca: cosa significa e come farlo nel 2025 Quando ho aperto il mio e-commerce, pensavo bastasse avere un bel logo e qualche campagna pubblicitaria ben fatta. Ma nel tempo ho capito che senza un posizionamento di marca chiaro, tutto il resto rischia di diventare rumore. Cos'è davvero il posizionamento di marca? Per me, significa occupare un posto specifico nella mente del cliente. Non è solo "cosa vendo", ma come mi differenzio, quali valori trasmetto e soprattutto perché un cliente dovrebbe scegliere me invece di un altro. Nel 2025, con l’intelligenza artificiale che personalizza ogni esperienza e il bombardamento costante di contenuti, avere un’identità confusa è il modo più veloce per sparire. Come ho lavorato sul mio posizionamento 🔍 1. Analisi del target e dei competitor Mi sono chiesto: chi è il mio cliente ideale oggi? Non basta dire “donne 25-45 anni”. Ho studiato i loro comportamenti, paure, desideri. E poi ho analizzato cosa promettevano i miei concorrenti… per capire come non essere "uno dei tanti". 🧠 2. Definizione del valore unico Il mio brand oggi si posiziona come artigianale, sostenibile e personalizzabile. Ma non lo dico e basta. Lo dimostro con: -materiali ecologici certificati, -packaging plastic-free, -opzioni di personalizzazione reale, -customer care umano e presente. 🧭 3. Coerenza su ogni canale Ogni parola sul sito, ogni post social, ogni email che invio è coerente con il mio tono di voce: empatico, sincero, artigianale ma moderno. Anche le foto seguono una linea precisa. Nel 2025 non basta esserci: devi avere un’identità chiara e riconoscibile. 💬 4. Ascolto continuo Ho imparato a non dare mai il mio posizionamento per “fatto”. Leggo ogni recensione, rispondo alle critiche e faccio sondaggi regolarmente. A volte il cliente ti vede in modo diverso da come pensavi… e lì capisci cosa sistemare. Il mio consiglio se stai iniziando o riposizionando -Parti da ciò che fai davvero meglio degli altri. -Scegli una nicchia chiara: meno ampio è il pubblico, più efficace sarà il messaggio. -Non temere di essere diverso. Nel 2025, l’omologazione è il vero nemico del brand. ✍️ Il posizionamento non è un logo, non è uno slogan. È la percezione che lasci, anche quando il cliente non sta comprando. È la somma delle emozioni, delle esperienze e delle promesse mantenute. Se riesci a costruirlo con coerenza, il marketing diventa più semplice, e il passaparola… automatico. #posizionamentodimarca #branding2025 #ecommercebranding #strategiadimarketing #brandidentity #ecommercetips #comunicazionedigitale #marketingautentico #valoreunico #marketingperpiccoleimprese #shoponlineitalia #brandstrategy #differenziarsi
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  • Come sfruttare Google Shopping per spingere il tuo catalogo prodotti

    Quando ho iniziato a lavorare sul mio e-commerce, uno dei primi strumenti che ho voluto testare per aumentare la visibilità del catalogo è stato Google Shopping. Oggi posso dire che, se ben configurato, è uno dei canali più efficaci per portare traffico qualificato e aumentare le conversioni.

    A differenza della pubblicità tradizionale, Google Shopping mostra direttamente l’immagine del prodotto, il prezzo e il nome del negozio all’interno dei risultati di ricerca. È come avere una vetrina sempre aperta proprio dove i clienti stanno cercando.

    Ecco come sfrutto Google Shopping in modo strategico

    1. Creo un feed prodotti ben strutturato
    Il primo passo è avere un feed dati completo, aggiornato e ottimizzato. Titoli chiari, descrizioni accurate, immagini di qualità e categorie precise fanno tutta la differenza.

    2. Uso Merchant Center in modo attivo
    Google Merchant Center è il cuore di Google Shopping. Lo tengo sempre aggiornato, correggo rapidamente eventuali errori nel feed e uso tutti gli attributi disponibili per migliorare la qualità dell’inserzione.

    3. Segmento le campagne per categorie o margini
    Non ha senso trattare tutti i prodotti allo stesso modo. Creo campagne distinte per categorie, fasce di prezzo o margini di guadagno, così posso controllare meglio le offerte e il budget.

    4. Ottimizzo titoli e immagini per la ricerca
    La prima cosa che un utente vede è il titolo e l’immagine. Lavoro molto su questi elementi per renderli chiari, specifici e coerenti con ciò che le persone cercano.

    5. Analizzo i risultati e adatto le offerte
    Monitoro regolarmente le metriche più importanti: impressioni, clic, costo per conversione e ROAS. In base ai risultati, alzo o abbasso le offerte su determinati prodotti o keyword.

    Perché funziona

    Google Shopping intercetta clienti già interessati, che stanno attivamente cercando un prodotto specifico. Questo significa che il tasso di conversione è spesso più alto rispetto ad altri canali, soprattutto se l’esperienza sul sito è fluida e il prezzo competitivo.

    Sfruttare Google Shopping non significa solo “esserci”, ma gestire in modo intelligente ogni aspetto dell’inserzione, dal feed alla strategia di offerta. Quando fatto con metodo, può diventare un canale stabile e scalabile per promuovere l’intero catalogo prodotti.

    Se non lo hai ancora attivato o vuoi ottimizzare le tue campagne attuali, posso aiutarti a impostare tutto nel modo giusto, passo dopo passo. Ti interessa?

    #ecommerce #googleShopping #digitalmarketing #merchantcenter #performanceads #venditeonline #onlinemarketing #shoppingads #ecommercetips #growthstrategy
    Come sfruttare Google Shopping per spingere il tuo catalogo prodotti Quando ho iniziato a lavorare sul mio e-commerce, uno dei primi strumenti che ho voluto testare per aumentare la visibilità del catalogo è stato Google Shopping. Oggi posso dire che, se ben configurato, è uno dei canali più efficaci per portare traffico qualificato e aumentare le conversioni. A differenza della pubblicità tradizionale, Google Shopping mostra direttamente l’immagine del prodotto, il prezzo e il nome del negozio all’interno dei risultati di ricerca. È come avere una vetrina sempre aperta proprio dove i clienti stanno cercando. Ecco come sfrutto Google Shopping in modo strategico 1. Creo un feed prodotti ben strutturato Il primo passo è avere un feed dati completo, aggiornato e ottimizzato. Titoli chiari, descrizioni accurate, immagini di qualità e categorie precise fanno tutta la differenza. 2. Uso Merchant Center in modo attivo Google Merchant Center è il cuore di Google Shopping. Lo tengo sempre aggiornato, correggo rapidamente eventuali errori nel feed e uso tutti gli attributi disponibili per migliorare la qualità dell’inserzione. 3. Segmento le campagne per categorie o margini Non ha senso trattare tutti i prodotti allo stesso modo. Creo campagne distinte per categorie, fasce di prezzo o margini di guadagno, così posso controllare meglio le offerte e il budget. 4. Ottimizzo titoli e immagini per la ricerca La prima cosa che un utente vede è il titolo e l’immagine. Lavoro molto su questi elementi per renderli chiari, specifici e coerenti con ciò che le persone cercano. 5. Analizzo i risultati e adatto le offerte Monitoro regolarmente le metriche più importanti: impressioni, clic, costo per conversione e ROAS. In base ai risultati, alzo o abbasso le offerte su determinati prodotti o keyword. Perché funziona Google Shopping intercetta clienti già interessati, che stanno attivamente cercando un prodotto specifico. Questo significa che il tasso di conversione è spesso più alto rispetto ad altri canali, soprattutto se l’esperienza sul sito è fluida e il prezzo competitivo. Sfruttare Google Shopping non significa solo “esserci”, ma gestire in modo intelligente ogni aspetto dell’inserzione, dal feed alla strategia di offerta. Quando fatto con metodo, può diventare un canale stabile e scalabile per promuovere l’intero catalogo prodotti. Se non lo hai ancora attivato o vuoi ottimizzare le tue campagne attuali, posso aiutarti a impostare tutto nel modo giusto, passo dopo passo. Ti interessa? #ecommerce #googleShopping #digitalmarketing #merchantcenter #performanceads #venditeonline #onlinemarketing #shoppingads #ecommercetips #growthstrategy
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  • Email automation per e-commerce: cosa inviare e quando

    Gestire un e-commerce richiede molto tempo, e una delle cose che ho imparato è che l’email automation è un alleato indispensabile per comunicare con i clienti in modo efficace, senza dover essere sempre “online” in prima persona.

    Ma cosa inviare, e soprattutto quando? Ti racconto come organizzo le mie campagne automatiche per mantenere alta l’attenzione e aumentare le vendite.

    1. Email di benvenuto: subito dopo l’iscrizione
    Il primo messaggio è fondamentale. Deve:
    -Ringraziare per l’iscrizione
    -Presentare brevemente il brand
    -Offrire un incentivo, come uno sconto o un regalo di benvenuto
    È il momento di fare una buona prima impressione e invogliare a fare il primo acquisto.

    2. Email post-acquisto: nei giorni successivi all’ordine
    Dopo che un cliente compra, invio:
    -Conferma dell’ordine con dettagli chiari
    -Aggiornamenti sulla spedizione
    -Richiesta di feedback o recensione dopo qualche giorno
    -Suggerimenti su prodotti correlati o accessori
    Questa sequenza migliora la customer experience e favorisce il riacquisto.

    3. Email di recupero carrello abbandonato: entro 24 ore
    Questa è una delle email più potenti. Quando qualcuno aggiunge prodotti al carrello ma non completa l’acquisto, invio:
    -Un primo promemoria entro poche ore
    -Un secondo messaggio con un’offerta speciale o incentivo entro 24 ore
    -Spesso basta questo per riconquistare il cliente.

    4. Email promozionali e stagionali: in base al calendario
    Durante periodi chiave (saldi, festività, lancio nuovi prodotti), preparo email automatiche con offerte, novità o inviti a eventi esclusivi.
    Pianificare in anticipo è la chiave per non perdere occasioni.

    5. Email di riattivazione: dopo periodi di inattività (3-6 mesi)
    Se un cliente non compra o non apre le email da tempo, invio una serie di messaggi per riconquistarlo, con offerte speciali o contenuti esclusivi.

    6. Email di fidelizzazione: contenuti di valore e community
    Non sempre si tratta di vendere: invio anche newsletter con consigli, storie, tutorial o dietro le quinte per mantenere vivo il rapporto e creare una community fedele.

    L’email automation è uno strumento potente, ma va usato con cura: ogni messaggio deve arrivare al momento giusto e con un contenuto che abbia valore per il destinatario.
    Così si crea fiducia, si aumentano le vendite e si costruisce un business solido.

    #EmailMarketing #EmailAutomation #ImpresaBiz #EcommerceTips #VenditeOnline #CustomerJourney #MarketingStrategico

    Email automation per e-commerce: cosa inviare e quando 📧⏰ Gestire un e-commerce richiede molto tempo, e una delle cose che ho imparato è che l’email automation è un alleato indispensabile per comunicare con i clienti in modo efficace, senza dover essere sempre “online” in prima persona. Ma cosa inviare, e soprattutto quando? Ti racconto come organizzo le mie campagne automatiche per mantenere alta l’attenzione e aumentare le vendite. 1. Email di benvenuto: subito dopo l’iscrizione 👋 Il primo messaggio è fondamentale. Deve: -Ringraziare per l’iscrizione -Presentare brevemente il brand -Offrire un incentivo, come uno sconto o un regalo di benvenuto È il momento di fare una buona prima impressione e invogliare a fare il primo acquisto. 2. Email post-acquisto: nei giorni successivi all’ordine 📦 Dopo che un cliente compra, invio: -Conferma dell’ordine con dettagli chiari -Aggiornamenti sulla spedizione -Richiesta di feedback o recensione dopo qualche giorno -Suggerimenti su prodotti correlati o accessori Questa sequenza migliora la customer experience e favorisce il riacquisto. 3. Email di recupero carrello abbandonato: entro 24 ore ⏳ Questa è una delle email più potenti. Quando qualcuno aggiunge prodotti al carrello ma non completa l’acquisto, invio: -Un primo promemoria entro poche ore -Un secondo messaggio con un’offerta speciale o incentivo entro 24 ore -Spesso basta questo per riconquistare il cliente. 4. Email promozionali e stagionali: in base al calendario 🗓️ Durante periodi chiave (saldi, festività, lancio nuovi prodotti), preparo email automatiche con offerte, novità o inviti a eventi esclusivi. Pianificare in anticipo è la chiave per non perdere occasioni. 5. Email di riattivazione: dopo periodi di inattività (3-6 mesi) 🔄 Se un cliente non compra o non apre le email da tempo, invio una serie di messaggi per riconquistarlo, con offerte speciali o contenuti esclusivi. 6. Email di fidelizzazione: contenuti di valore e community 💬 Non sempre si tratta di vendere: invio anche newsletter con consigli, storie, tutorial o dietro le quinte per mantenere vivo il rapporto e creare una community fedele. L’email automation è uno strumento potente, ma va usato con cura: ogni messaggio deve arrivare al momento giusto e con un contenuto che abbia valore per il destinatario. Così si crea fiducia, si aumentano le vendite e si costruisce un business solido. #EmailMarketing #EmailAutomation #ImpresaBiz #EcommerceTips #VenditeOnline #CustomerJourney #MarketingStrategico
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  • Video marketing: creare contenuti che spingono all’acquisto

    Quando ho iniziato a utilizzare i video per promuovere il mio brand, ho scoperto che non basta solo essere creativi o fare belle immagini: il video deve coinvolgere, trasmettere fiducia e soprattutto guidare all’azione.

    Se vuoi far crescere le vendite online, il video marketing è uno strumento potente, ma va usato con strategia.

    Ecco cosa ho imparato per creare contenuti video che non solo attirano, ma spingono davvero all’acquisto.

    1. Conosci il tuo pubblico e parla la loro lingua
    Il primo segreto è capire chi ti guarda e quali sono i suoi bisogni, paure e desideri.
    Solo così puoi creare un messaggio che risuona davvero e fa scattare la voglia di comprare.

    2. Inizia con un hook forte nei primi 3 secondi
    Nei social o sul web, l’attenzione dura pochissimo. I primi 3 secondi devono catturare subito l’interesse, con una domanda, un problema o una promessa chiara.

    3. Racconta una storia autentica e coinvolgente
    Il storytelling è la chiave per connetterti emotivamente con il pubblico.
    Racconta come il tuo prodotto ha risolto un problema o migliorato la vita di qualcuno.

    4. Mostra il prodotto in azione, non solo parlane
    Le immagini parlano più di mille parole.
    Fai vedere il prodotto che funziona, che viene usato, che emoziona.

    5. Inserisci una call to action chiara e diretta
    Non lasciare il pubblico senza indicazioni.
    Invita a visitare il sito, usare un codice sconto o iscriversi alla newsletter, in modo semplice e naturale.

    6. Sfrutta formati diversi e piattaforme multiple
    Video brevi per Instagram Reels o TikTok, tutorial più lunghi su YouTube, dirette per interagire dal vivo.
    Diversifica per raggiungere il pubblico dove preferisce.

    Il video marketing funziona solo se studiato con cura, non improvvisato.
    Conoscere il pubblico, emozionare, mostrare valore e guidare all’azione: questa è la formula che uso ogni volta per trasformare visualizzazioni in vendite.

    #VideoMarketing #VenditeOnline #ImpresaBiz #Storytelling #ContentCreation #MarketingStrategico #EcommerceTips

    Video marketing: creare contenuti che spingono all’acquisto 🎥🔥 Quando ho iniziato a utilizzare i video per promuovere il mio brand, ho scoperto che non basta solo essere creativi o fare belle immagini: il video deve coinvolgere, trasmettere fiducia e soprattutto guidare all’azione. Se vuoi far crescere le vendite online, il video marketing è uno strumento potente, ma va usato con strategia. Ecco cosa ho imparato per creare contenuti video che non solo attirano, ma spingono davvero all’acquisto. 1. Conosci il tuo pubblico e parla la loro lingua 🎯 Il primo segreto è capire chi ti guarda e quali sono i suoi bisogni, paure e desideri. Solo così puoi creare un messaggio che risuona davvero e fa scattare la voglia di comprare. 2. Inizia con un hook forte nei primi 3 secondi 👀 Nei social o sul web, l’attenzione dura pochissimo. I primi 3 secondi devono catturare subito l’interesse, con una domanda, un problema o una promessa chiara. 3. Racconta una storia autentica e coinvolgente 📖❤️ Il storytelling è la chiave per connetterti emotivamente con il pubblico. Racconta come il tuo prodotto ha risolto un problema o migliorato la vita di qualcuno. 4. Mostra il prodotto in azione, non solo parlane 🛍️🎬 Le immagini parlano più di mille parole. Fai vedere il prodotto che funziona, che viene usato, che emoziona. 5. Inserisci una call to action chiara e diretta 🎯 Non lasciare il pubblico senza indicazioni. Invita a visitare il sito, usare un codice sconto o iscriversi alla newsletter, in modo semplice e naturale. 6. Sfrutta formati diversi e piattaforme multiple 📲 Video brevi per Instagram Reels o TikTok, tutorial più lunghi su YouTube, dirette per interagire dal vivo. Diversifica per raggiungere il pubblico dove preferisce. Il video marketing funziona solo se studiato con cura, non improvvisato. Conoscere il pubblico, emozionare, mostrare valore e guidare all’azione: questa è la formula che uso ogni volta per trasformare visualizzazioni in vendite. #VideoMarketing #VenditeOnline #ImpresaBiz #Storytelling #ContentCreation #MarketingStrategico #EcommerceTips
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  • Come gestire clienti difficili nel mondo e-commerce: la mia esperienza

    Quando ho iniziato a vendere online, non immaginavo quanto sarebbe stato importante saper gestire clienti difficili. Nel mondo e-commerce, dove il contatto diretto è limitato, alcune situazioni possono complicarsi rapidamente.

    Ho imparato che affrontare con calma, empatia e strategia queste sfide non solo tutela il business, ma può trasformare clienti insoddisfatti in ambasciatori fedeli. Ti racconto come.

    1. Ascolta attentamente e rispondi rapidamente
    Il primo passo è sempre ascoltare il cliente senza interrompere e rispondere con prontezza. Nei miei shop, un messaggio rapido, anche solo per dire “Sto verificando la tua richiesta”, calma subito la tensione.

    2. Mantieni la calma e usa un linguaggio positivo
    È facile farsi prendere dal nervosismo, ma ho scoperto che un tono gentile e positivo aiuta a smorzare i conflitti. Mai rispondere con rabbia o sarcasmo.

    3. Offri soluzioni concrete e rapide
    Quando possibile, propongo subito soluzioni chiare: reso, sostituzione, rimborso o supporto tecnico. Questo dimostra professionalità e voglia di risolvere.

    4. Personalizza il contatto per creare empatia
    Usare il nome del cliente e riferirsi ai dettagli della sua situazione fa sentire ascoltato e compreso. Io cerco sempre di non rispondere con risposte “standard” o automatizzate.

    5. Stabilisci dei limiti chiari ma educati
    In casi estremi, quando il cliente è offensivo o irragionevole, è importante fissare confini rispettosi ma fermi, spiegando cosa è possibile fare e cosa no.

    6. Impara da ogni esperienza per migliorare
    Ogni cliente difficile è anche un’opportunità di crescita. Dopo ogni caso, faccio un bilancio interno per capire come evitare problemi simili in futuro.

    Gestire clienti difficili nel mondo e-commerce è una sfida, ma con empatia, prontezza e strategie mirate si possono trasformare i momenti complicati in occasioni di fiducia e reputazione positiva.

    #CustomerService #ClientiDifficili #ImpresaBiz #EcommerceTips #GestioneClienti #BusinessOnline #Fidelizzazione
    Come gestire clienti difficili nel mondo e-commerce: la mia esperienza 🤝💡 Quando ho iniziato a vendere online, non immaginavo quanto sarebbe stato importante saper gestire clienti difficili. Nel mondo e-commerce, dove il contatto diretto è limitato, alcune situazioni possono complicarsi rapidamente. Ho imparato che affrontare con calma, empatia e strategia queste sfide non solo tutela il business, ma può trasformare clienti insoddisfatti in ambasciatori fedeli. Ti racconto come. 1. Ascolta attentamente e rispondi rapidamente 🕵️‍♀️⏱️ Il primo passo è sempre ascoltare il cliente senza interrompere e rispondere con prontezza. Nei miei shop, un messaggio rapido, anche solo per dire “Sto verificando la tua richiesta”, calma subito la tensione. 2. Mantieni la calma e usa un linguaggio positivo 🧘‍♀️✍️ È facile farsi prendere dal nervosismo, ma ho scoperto che un tono gentile e positivo aiuta a smorzare i conflitti. Mai rispondere con rabbia o sarcasmo. 3. Offri soluzioni concrete e rapide 🛠️ Quando possibile, propongo subito soluzioni chiare: reso, sostituzione, rimborso o supporto tecnico. Questo dimostra professionalità e voglia di risolvere. 4. Personalizza il contatto per creare empatia 💬❤️ Usare il nome del cliente e riferirsi ai dettagli della sua situazione fa sentire ascoltato e compreso. Io cerco sempre di non rispondere con risposte “standard” o automatizzate. 5. Stabilisci dei limiti chiari ma educati 🚦 In casi estremi, quando il cliente è offensivo o irragionevole, è importante fissare confini rispettosi ma fermi, spiegando cosa è possibile fare e cosa no. 6. Impara da ogni esperienza per migliorare 📈 Ogni cliente difficile è anche un’opportunità di crescita. Dopo ogni caso, faccio un bilancio interno per capire come evitare problemi simili in futuro. Gestire clienti difficili nel mondo e-commerce è una sfida, ma con empatia, prontezza e strategie mirate si possono trasformare i momenti complicati in occasioni di fiducia e reputazione positiva. #CustomerService #ClientiDifficili #ImpresaBiz #EcommerceTips #GestioneClienti #BusinessOnline #Fidelizzazione
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  • Errori comuni da evitare quando si apre un e-commerce

    Aprire un e-commerce è stato uno dei passi più emozionanti della mia carriera, ma ti confesso che non è stato sempre semplice. Ho commesso qualche errore, imparando sulla mia pelle cosa evitare per non perdere tempo, soldi e motivazione.

    Se anche tu stai pensando di lanciarti nel mondo delle vendite online, ecco gli errori più comuni da cui ti consiglio di prendere le distanze fin da subito.

    1. Non conoscere davvero il proprio cliente
    All’inizio pensavo “se il mio prodotto è buono, si venderà da solo”.
    Errore! Non conoscere il cliente target significa parlare al vento. Ho imparato che devi capire chi è, cosa vuole e come comunica.

    2. Sottovalutare i costi nascosti
    Aprire un e-commerce non è solo comprare prodotti e fare un sito. Ci sono costi di spedizione, commissioni, marketing, gestione resi, tasse… All’inizio non li calcolavo bene e questo ha messo a rischio il mio budget.

    3. Avere un sito poco funzionale o lento
    Il sito è il tuo negozio digitale. Se è lento, poco chiaro o complicato da navigare, perdi clienti. Ho dovuto investire in una piattaforma performante e curare UX e design.

    4. Non investire nel marketing digitale
    Pensavo che bastasse aprire lo shop e aspettare. Niente di più sbagliato. Il marketing (social, email, advertising) è il motore delle vendite, soprattutto all’inizio.

    5. Ignorare l’importanza del customer service
    All’inizio non rispondevo tempestivamente alle domande o ai problemi dei clienti. Ho capito che un buon servizio clienti fa la differenza e genera fiducia e recensioni positive.

    6. Non monitorare i dati e le performance
    Ho trascurato troppo a lungo le metriche chiave come il tasso di conversione, il costo di acquisizione cliente e il valore medio dell’ordine. Senza dati, è impossibile migliorare.

    7. Gestione del magazzino disorganizzata
    Non avere un sistema chiaro per il magazzino può causare ritardi, errori nelle spedizioni e clienti insoddisfatti. Ho dovuto implementare un software per tenere tutto sotto controllo.

    Aprire un e-commerce richiede preparazione, pazienza e una strategia ben pensata. Evitare questi errori ti farà risparmiare tempo e risorse, permettendoti di costruire un business solido e duraturo.

    #EcommerceTips #ErroriDaEvitare #ImpresaBiz #VendereOnline #StartupDigitale #CustomerExperience #MarketingDigitale #GestioneEcommerce
    Errori comuni da evitare quando si apre un e-commerce 🚫🛒 Aprire un e-commerce è stato uno dei passi più emozionanti della mia carriera, ma ti confesso che non è stato sempre semplice. Ho commesso qualche errore, imparando sulla mia pelle cosa evitare per non perdere tempo, soldi e motivazione. Se anche tu stai pensando di lanciarti nel mondo delle vendite online, ecco gli errori più comuni da cui ti consiglio di prendere le distanze fin da subito. 1. Non conoscere davvero il proprio cliente 🎯 All’inizio pensavo “se il mio prodotto è buono, si venderà da solo”. Errore! Non conoscere il cliente target significa parlare al vento. Ho imparato che devi capire chi è, cosa vuole e come comunica. 2. Sottovalutare i costi nascosti 💸 Aprire un e-commerce non è solo comprare prodotti e fare un sito. Ci sono costi di spedizione, commissioni, marketing, gestione resi, tasse… All’inizio non li calcolavo bene e questo ha messo a rischio il mio budget. 3. Avere un sito poco funzionale o lento ⏳ Il sito è il tuo negozio digitale. Se è lento, poco chiaro o complicato da navigare, perdi clienti. Ho dovuto investire in una piattaforma performante e curare UX e design. 4. Non investire nel marketing digitale 📢 Pensavo che bastasse aprire lo shop e aspettare. Niente di più sbagliato. Il marketing (social, email, advertising) è il motore delle vendite, soprattutto all’inizio. 5. Ignorare l’importanza del customer service 🤝 All’inizio non rispondevo tempestivamente alle domande o ai problemi dei clienti. Ho capito che un buon servizio clienti fa la differenza e genera fiducia e recensioni positive. 6. Non monitorare i dati e le performance 📊 Ho trascurato troppo a lungo le metriche chiave come il tasso di conversione, il costo di acquisizione cliente e il valore medio dell’ordine. Senza dati, è impossibile migliorare. 7. Gestione del magazzino disorganizzata 📦 Non avere un sistema chiaro per il magazzino può causare ritardi, errori nelle spedizioni e clienti insoddisfatti. Ho dovuto implementare un software per tenere tutto sotto controllo. Aprire un e-commerce richiede preparazione, pazienza e una strategia ben pensata. Evitare questi errori ti farà risparmiare tempo e risorse, permettendoti di costruire un business solido e duraturo. #EcommerceTips #ErroriDaEvitare #ImpresaBiz #VendereOnline #StartupDigitale #CustomerExperience #MarketingDigitale #GestioneEcommerce
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  • I bias cognitivi che influenzano lo shopping online (e come sfruttarli)

    Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho scoperto un mondo: le persone non comprano in modo razionale.
    Le loro scelte sono spesso guidate da automatismi mentali, scorciatoie inconsce chiamate bias cognitivi.

    Iniziare a riconoscerli (e usarli con consapevolezza) ha cambiato il modo in cui costruisco pagine prodotto, scrivo copy e imposto offerte.
    Non si tratta di manipolare, ma di guidare la decisione d’acquisto rispettando la psicologia umana.

    Ecco i bias cognitivi più potenti nello shopping online — e come li uso, ogni giorno.

    1. Effetto ancoraggio – “Il primo prezzo che vedo mi influenza”
    Se mostri prima un prezzo alto, quello più basso dopo sembrerà un affare, anche se non lo è davvero.

    Come lo uso:
    -Metto il prezzo originale barrato accanto allo sconto (es. €129 → €89)
    -Creo pacchetti “premium” accanto a quelli base, per rendere i secondi più convenienti

    2. Bias di scarsità – “È raro, quindi lo voglio di più”
    Quando qualcosa sta per finire o è disponibile per poco tempo, il cervello entra in modalità “compra subito”.

    Come lo uso:
    -Scrivo “solo 3 pezzi disponibili” o “offerta valida fino a mezzanotte”
    -Mostro quantità limitate in magazzino in tempo reale

    3. Effetto riprova sociale – “Se lo fanno gli altri, è la scelta giusta”
    Vediamo cosa fanno gli altri per capire cosa dovremmo fare noi. È naturale.

    Come lo uso:
    -Aggiungo recensioni vere, con foto
    -Mostro etichette come “Best seller” o “Scelto da 10.000 clienti”
    -Inserisco notifiche tipo: “Chiara da Milano ha appena acquistato”

    4. Bias di avversione alla perdita – “Meglio evitare una perdita che ottenere un guadagno”
    Il dolore di perdere qualcosa è più intenso del piacere di guadagnarla.

    Come lo uso:
    -Scrivo “Non perdere lo sconto esclusivo” invece di “Ottieni uno sconto”
    -Email di promemoria tipo “La tua offerta scade tra 2 ore”

    5. Effetto IKEA – “Se lo creo io, vale di più”
    Le persone danno più valore a ciò che contribuiscono a creare.

    Come lo uso:
    -Configuratori personalizzati (es. “Crea il tuo kit” o “Scegli la tua combinazione”)
    -Opzioni per personalizzare packaging, colori, testi

    6. Bias di familiarità – “Ciò che conosco mi fa sentire al sicuro”
    Il nostro cervello preferisce ciò che gli è familiare.

    Come lo uso:
    -Uso layout simili ai grandi e-commerce (es. Amazon, Zalando)
    -Mantengo il logo e i colori brand in ogni touchpoint
    -Includo testimonial o influencer noti al mio target

    7. Effetto bandwagon – “Tutti lo fanno, allora lo faccio anch’io”
    È simile alla riprova sociale, ma spinto dal desiderio di “non restare fuori”.

    Come lo uso:
    -Titoli come “Più di 5.000 persone lo hanno già scelto”
    Countdown nelle offerte: “Altri 20 clienti lo stanno guardando ora”

    Capire i bias cognitivi è stato un cambio di prospettiva enorme per me.
    Oggi non penso più solo in termini di “schede prodotto”, ma in termini di esperienza mentale e decisionale del cliente.
    Usare questi principi in modo etico e strategico mi ha permesso di aumentare le conversioni e, soprattutto, di creare un percorso d’acquisto più fluido e soddisfacente.

    Il cervello prende decisioni complesse in pochi secondi. Il nostro compito è semplificargli la vita.

    #BiasCognitivi #Neuromarketing #EcommerceStrategy #VenditeOnline #PsicologiaDelConsumo #ImpresaBiz #ConversionRate #DigitalSales #MarketingEtico #EcommerceTips
    I bias cognitivi che influenzano lo shopping online (e come sfruttarli) 🧠🛍️ Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho scoperto un mondo: le persone non comprano in modo razionale. Le loro scelte sono spesso guidate da automatismi mentali, scorciatoie inconsce chiamate bias cognitivi. Iniziare a riconoscerli (e usarli con consapevolezza) ha cambiato il modo in cui costruisco pagine prodotto, scrivo copy e imposto offerte. Non si tratta di manipolare, ma di guidare la decisione d’acquisto rispettando la psicologia umana. Ecco i bias cognitivi più potenti nello shopping online — e come li uso, ogni giorno. 1. Effetto ancoraggio 🎯 – “Il primo prezzo che vedo mi influenza” Se mostri prima un prezzo alto, quello più basso dopo sembrerà un affare, anche se non lo è davvero. 💡 Come lo uso: -Metto il prezzo originale barrato accanto allo sconto (es. €129 → €89) -Creo pacchetti “premium” accanto a quelli base, per rendere i secondi più convenienti 2. Bias di scarsità ⏳ – “È raro, quindi lo voglio di più” Quando qualcosa sta per finire o è disponibile per poco tempo, il cervello entra in modalità “compra subito”. 💡 Come lo uso: -Scrivo “solo 3 pezzi disponibili” o “offerta valida fino a mezzanotte” -Mostro quantità limitate in magazzino in tempo reale 3. Effetto riprova sociale 👥 – “Se lo fanno gli altri, è la scelta giusta” Vediamo cosa fanno gli altri per capire cosa dovremmo fare noi. È naturale. 💡 Come lo uso: -Aggiungo recensioni vere, con foto -Mostro etichette come “Best seller” o “Scelto da 10.000 clienti” -Inserisco notifiche tipo: “Chiara da Milano ha appena acquistato” 4. Bias di avversione alla perdita ❌ – “Meglio evitare una perdita che ottenere un guadagno” Il dolore di perdere qualcosa è più intenso del piacere di guadagnarla. 💡 Come lo uso: -Scrivo “Non perdere lo sconto esclusivo” invece di “Ottieni uno sconto” -Email di promemoria tipo “La tua offerta scade tra 2 ore” 5. Effetto IKEA 🛠️ – “Se lo creo io, vale di più” Le persone danno più valore a ciò che contribuiscono a creare. 💡 Come lo uso: -Configuratori personalizzati (es. “Crea il tuo kit” o “Scegli la tua combinazione”) -Opzioni per personalizzare packaging, colori, testi 6. Bias di familiarità 🤝 – “Ciò che conosco mi fa sentire al sicuro” Il nostro cervello preferisce ciò che gli è familiare. 💡 Come lo uso: -Uso layout simili ai grandi e-commerce (es. Amazon, Zalando) -Mantengo il logo e i colori brand in ogni touchpoint -Includo testimonial o influencer noti al mio target 7. Effetto bandwagon 🚎 – “Tutti lo fanno, allora lo faccio anch’io” È simile alla riprova sociale, ma spinto dal desiderio di “non restare fuori”. 💡 Come lo uso: -Titoli come “Più di 5.000 persone lo hanno già scelto” Countdown nelle offerte: “Altri 20 clienti lo stanno guardando ora” Capire i bias cognitivi è stato un cambio di prospettiva enorme per me. Oggi non penso più solo in termini di “schede prodotto”, ma in termini di esperienza mentale e decisionale del cliente. Usare questi principi in modo etico e strategico mi ha permesso di aumentare le conversioni e, soprattutto, di creare un percorso d’acquisto più fluido e soddisfacente. Il cervello prende decisioni complesse in pochi secondi. Il nostro compito è semplificargli la vita. #BiasCognitivi #Neuromarketing #EcommerceStrategy #VenditeOnline #PsicologiaDelConsumo #ImpresaBiz #ConversionRate #DigitalSales #MarketingEtico #EcommerceTips
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  • Trigger psicologici per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce

    Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho capito una cosa fondamentale:
    le persone non comprano solo con la logica, ma soprattutto con l’emozione.

    Da lì ho iniziato a usare dei “trigger psicologici”, cioè leve mentali che stimolano decisioni rapide e più consapevoli (senza manipolare).
    Risultato? Il tasso di conversione è salito, senza dover per forza abbassare i prezzi o bombardare di sconti.

    Ecco i 6 trigger psicologici che hanno funzionato davvero per me — e che puoi integrare da subito nel tuo shop online.

    1. Scarsità – “Ne stanno finendo pochi”
    Uno dei più potenti.
    Quando una persona sa che il prodotto sta per finire, il desiderio aumenta. È la FOMO (fear of missing out).

    Come l’ho usato:
    -Messaggi automatici tipo: “Solo 3 pezzi disponibili”
    -Timer su offerte limitate
    -Email “ultime ore” con countdown reale

    2. Urgenza – “Agisci ora”
    Simile alla scarsità, ma basato sul tempo, non sulla quantità.
    L’urgenza spinge l’azione immediata e riduce il “ci penso domani”.
    Come l’ho usato:
    -Promozioni a tempo con timer
    -Sconto extra se acquisti entro 24 ore
    -Spedizione garantita solo se ordini oggi

    3. Riprova sociale – “Altri lo hanno già fatto”
    Noi umani tendiamo a fidarci di ciò che fanno gli altri.
    Se vedo che un prodotto ha 500 recensioni positive, o che altri lo stanno acquistando, mi fido di più.

    Come l’ho usato:
    -Recensioni vere, con foto
    -Notifiche in tempo reale (“Marco da Bologna ha appena acquistato”)
    -“Più venduto” o “Preferito dai clienti” in evidenza

    4. Autorità – “Fonte esperta = più credibilità”
    Mostrare competenza o riconoscimento da fonti autorevoli aumenta la fiducia.

    Come l’ho usato:
    -Inserendo badge “visto su…” (giornali, blog, media)
    -Mostrando certificazioni di prodotto
    -Collaborazioni con influencer o testimonial noti

    5. Reciprocità – “Ti do qualcosa prima io”
    Quando offri valore prima della vendita, il cliente si sente più propenso a restituire il gesto (cioè… comprare).

    Come l’ho usato:
    -Freebie digitali (PDF, guida, sconto) in cambio della mail
    -Regalo con il primo ordine
    -Email di benvenuto con codice esclusivo

    6. Coerenza – “Ho già iniziato, continuo”
    Le persone tendono a completare ciò che hanno già iniziato.
    Quindi se un utente inizia un’azione (es. mettere un prodotto nel carrello), è più motivato a completarla.

    Come l’ho usato:
    -Email automatiche di carrello abbandonato
    -Progress bar nel checkout (“Passo 2 di 3”)
    -Incentivo finale tipo “concludi ora e ricevi la spedizione gratuita”

    Usare i trigger psicologici non significa manipolare, ma capire come funziona la mente del tuo cliente per guidarlo verso decisioni migliori — anche per lui.

    Io li considero alleati invisibili: non si vedono, ma fanno la differenza.

    #Neuromarketing #PsicologiaDelConsumo #EcommerceTips #ConversioniOnline #VendereDiPiù #ImpresaBiz #MarketingEfficace #TriggerMentali #DigitalSales #GrowthMarketing
    Trigger psicologici per aumentare le conversioni nel tuo e-commerce 🧠🛒 Quando ho iniziato a studiare il comportamento degli utenti nel mio e-commerce, ho capito una cosa fondamentale: le persone non comprano solo con la logica, ma soprattutto con l’emozione. Da lì ho iniziato a usare dei “trigger psicologici”, cioè leve mentali che stimolano decisioni rapide e più consapevoli (senza manipolare). Risultato? Il tasso di conversione è salito, senza dover per forza abbassare i prezzi o bombardare di sconti. Ecco i 6 trigger psicologici che hanno funzionato davvero per me — e che puoi integrare da subito nel tuo shop online. 1. Scarsità ⏳ – “Ne stanno finendo pochi” Uno dei più potenti. Quando una persona sa che il prodotto sta per finire, il desiderio aumenta. È la FOMO (fear of missing out). 💡 Come l’ho usato: -Messaggi automatici tipo: “Solo 3 pezzi disponibili” -Timer su offerte limitate -Email “ultime ore” con countdown reale 2. Urgenza 🚨 – “Agisci ora” Simile alla scarsità, ma basato sul tempo, non sulla quantità. L’urgenza spinge l’azione immediata e riduce il “ci penso domani”. 💡 Come l’ho usato: -Promozioni a tempo con timer -Sconto extra se acquisti entro 24 ore -Spedizione garantita solo se ordini oggi 3. Riprova sociale 👥 – “Altri lo hanno già fatto” Noi umani tendiamo a fidarci di ciò che fanno gli altri. Se vedo che un prodotto ha 500 recensioni positive, o che altri lo stanno acquistando, mi fido di più. 💡 Come l’ho usato: -Recensioni vere, con foto -Notifiche in tempo reale (“Marco da Bologna ha appena acquistato”) -“Più venduto” o “Preferito dai clienti” in evidenza 4. Autorità 🎓 – “Fonte esperta = più credibilità” Mostrare competenza o riconoscimento da fonti autorevoli aumenta la fiducia. 💡 Come l’ho usato: -Inserendo badge “visto su…” (giornali, blog, media) -Mostrando certificazioni di prodotto -Collaborazioni con influencer o testimonial noti 5. Reciprocità 🎁 – “Ti do qualcosa prima io” Quando offri valore prima della vendita, il cliente si sente più propenso a restituire il gesto (cioè… comprare). 💡 Come l’ho usato: -Freebie digitali (PDF, guida, sconto) in cambio della mail -Regalo con il primo ordine -Email di benvenuto con codice esclusivo 6. Coerenza 🔁 – “Ho già iniziato, continuo” Le persone tendono a completare ciò che hanno già iniziato. Quindi se un utente inizia un’azione (es. mettere un prodotto nel carrello), è più motivato a completarla. 💡 Come l’ho usato: -Email automatiche di carrello abbandonato -Progress bar nel checkout (“Passo 2 di 3”) -Incentivo finale tipo “concludi ora e ricevi la spedizione gratuita” Usare i trigger psicologici non significa manipolare, ma capire come funziona la mente del tuo cliente per guidarlo verso decisioni migliori — anche per lui. Io li considero alleati invisibili: non si vedono, ma fanno la differenza. #Neuromarketing #PsicologiaDelConsumo #EcommerceTips #ConversioniOnline #VendereDiPiù #ImpresaBiz #MarketingEfficace #TriggerMentali #DigitalSales #GrowthMarketing
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  • Come calcolare il margine reale di un prodotto venduto online

    Quando ho iniziato a vendere online, uno degli errori più comuni che commettevo era considerare il prezzo di vendita meno il costo del prodotto come margine reale. Niente di più sbagliato. Nel tempo ho capito che il vero margine è un’altra cosa, e oggi voglio condividere con te il metodo che uso per calcolare il margine reale di ogni prodotto che vendo nel mio e-commerce.

    Margine lordo ≠ margine reale
    Il margine lordo è facile da calcolare:
    Prezzo di vendita - costo del prodotto = margine lordo
    Ma il margine reale tiene conto di tutti i costi nascosti che incidono su ogni singola vendita. E fidati, ce ne sono parecchi.

    Tutti i costi da considerare
    Ecco l’elenco completo dei costi che calcolo per avere un’idea precisa del margine reale:

    1. Costo di acquisto
    È il prezzo netto (senza IVA) che pago al fornitore.
    2. Spedizione
    Se la spedizione è gratuita per il cliente, la pago io. E va scalata dal margine.
    3. Commissioni della piattaforma
    Amazon, eBay, Etsy, Shopify Payments, Stripe… ognuno trattiene una percentuale o un fisso per ogni vendita.
    4. Costi pubblicitari
    Google Ads, Meta Ads, influencer, affiliate marketing… tutto ciò che spendo per portare traffico al sito va ripartito sul singolo prodotto.
    5. Packaging
    Buste, scatole, materiali di riempimento, etichette… sembrano spese minime, ma sommate fanno la differenza.
    6. Resi
    Anche se sono pochi, hanno un impatto. Io calcolo una media del tasso di reso e lo considero nel margine.
    7. IVA
    Non dimenticare che il prezzo di vendita include l’IVA. Quindi, se vendo a 100 € con IVA al 22%, il mio incasso reale è 81,97 €.
    8. Costo del lavoro
    Se hai dipendenti o collaboratori, anche il tempo speso per gestire ordini, spedizioni e customer care ha un costo.

    Un esempio concreto
    Supponiamo di vendere un prodotto a 100 € (IVA inclusa). Ecco come calcolo il margine reale:
    -Prezzo netto: 81,97 €
    -Costo d’acquisto: 30 €
    -Spedizione: 6 €
    -Commissioni piattaforma: 5 €
    -Advertising medio per singola vendita: 12 €
    -Packaging: 1,50 €
    -Costo resi stimato: 1 €
    -Margine reale: 81,97 - (30 + 6 + 5 + 12 + 1,50 + 1) = 26,47 €
    Quindi, anche se vendo a 100 €, il vero guadagno è poco più di 26 €. Solo conoscendo questo dato posso decidere con lucidità su quali prodotti spingere, quanto posso scontare e se davvero vale la pena vendere quel determinato articolo.

    Il mio consiglio
    Non fermarti mai al margine lordo. Il margine reale è quello che ti fa dormire sonni tranquilli e ti aiuta a fare scelte strategiche sul tuo catalogo, sulle campagne e sul pricing.

    Ogni volta che aggiungo un prodotto al mio shop, il calcolo del margine reale è il primo filtro che applico. Perché vendere tanto, ma guadagnare poco o nulla, non ha senso. E online, questo rischio è altissimo.

    #MargineReale #EcommerceTips #VendereOnline #GestioneEcommerce #ControlloCosti #EcommerceItalia #BusinessDigitale #StrategieEcommerce #CalcoloMargini
    Come calcolare il margine reale di un prodotto venduto online Quando ho iniziato a vendere online, uno degli errori più comuni che commettevo era considerare il prezzo di vendita meno il costo del prodotto come margine reale. Niente di più sbagliato. Nel tempo ho capito che il vero margine è un’altra cosa, e oggi voglio condividere con te il metodo che uso per calcolare il margine reale di ogni prodotto che vendo nel mio e-commerce. Margine lordo ≠ margine reale Il margine lordo è facile da calcolare: 👉 Prezzo di vendita - costo del prodotto = margine lordo Ma il margine reale tiene conto di tutti i costi nascosti che incidono su ogni singola vendita. E fidati, ce ne sono parecchi. Tutti i costi da considerare Ecco l’elenco completo dei costi che calcolo per avere un’idea precisa del margine reale: 1. Costo di acquisto È il prezzo netto (senza IVA) che pago al fornitore. 2. Spedizione Se la spedizione è gratuita per il cliente, la pago io. E va scalata dal margine. 3. Commissioni della piattaforma Amazon, eBay, Etsy, Shopify Payments, Stripe… ognuno trattiene una percentuale o un fisso per ogni vendita. 4. Costi pubblicitari Google Ads, Meta Ads, influencer, affiliate marketing… tutto ciò che spendo per portare traffico al sito va ripartito sul singolo prodotto. 5. Packaging Buste, scatole, materiali di riempimento, etichette… sembrano spese minime, ma sommate fanno la differenza. 6. Resi Anche se sono pochi, hanno un impatto. Io calcolo una media del tasso di reso e lo considero nel margine. 7. IVA Non dimenticare che il prezzo di vendita include l’IVA. Quindi, se vendo a 100 € con IVA al 22%, il mio incasso reale è 81,97 €. 8. Costo del lavoro Se hai dipendenti o collaboratori, anche il tempo speso per gestire ordini, spedizioni e customer care ha un costo. Un esempio concreto Supponiamo di vendere un prodotto a 100 € (IVA inclusa). Ecco come calcolo il margine reale: -Prezzo netto: 81,97 € -Costo d’acquisto: 30 € -Spedizione: 6 € -Commissioni piattaforma: 5 € -Advertising medio per singola vendita: 12 € -Packaging: 1,50 € -Costo resi stimato: 1 € -Margine reale: 81,97 - (30 + 6 + 5 + 12 + 1,50 + 1) = 26,47 € Quindi, anche se vendo a 100 €, il vero guadagno è poco più di 26 €. Solo conoscendo questo dato posso decidere con lucidità su quali prodotti spingere, quanto posso scontare e se davvero vale la pena vendere quel determinato articolo. Il mio consiglio Non fermarti mai al margine lordo. Il margine reale è quello che ti fa dormire sonni tranquilli e ti aiuta a fare scelte strategiche sul tuo catalogo, sulle campagne e sul pricing. Ogni volta che aggiungo un prodotto al mio shop, il calcolo del margine reale è il primo filtro che applico. Perché vendere tanto, ma guadagnare poco o nulla, non ha senso. E online, questo rischio è altissimo. #MargineReale #EcommerceTips #VendereOnline #GestioneEcommerce #ControlloCosti #EcommerceItalia #BusinessDigitale #StrategieEcommerce #CalcoloMargini
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  • I Libri e Corsi Consigliati per Chi Lavora nell’E-commerce

    Se c’è una cosa che ho capito nel mio percorso da freelance a imprenditrice digitale è questa: la formazione non è un extra, è parte del lavoro.
    Ho letto decine di libri, seguito corsi online a qualsiasi ora (anche di notte, lo confesso!) e ogni volta che ho investito nella mia formazione, ho visto risultati concreti: vendite migliori, meno errori, più consapevolezza.

    Qui condivido i miei consigli di lettura e formazione: risorse che mi hanno cambiato la visione (e il fatturato).

    Libri che ogni operatore e-commerce dovrebbe leggere
    1. "E-commerce Efficace" – Daniele Rutigliano
    Un manuale chiaro, pratico e orientato al mercato italiano. Ottimo per chi parte o vuole sistemare le basi.

    2. "Digital Marketing for Dummies" – Ryan Deiss & Russ Henneberry
    Perfetto per comprendere il funnel e le dinamiche digitali anche se non sei un esperto.

    3. "Hooked: How to Build Habit-Forming Products" – Nir Eyal
    Anche se non parliamo solo di e-commerce, questo libro mi ha insegnato come creare esperienze che fidelizzano.

    4. "Contagious" – Jonah Berger
    Se vuoi capire come rendere virali i tuoi prodotti (o contenuti), questo libro è un must.

    5. "SEO per E-commerce" – Marco Maltraversi
    Super utile per chi vuole capire come farsi trovare su Google senza buttare soldi in adv.

    Corsi che consiglio (provati personalmente)
    1. Google Digital Training – "Fondamenti di marketing digitale"
    Gratis, ben fatto, con certificazione. Ottimo per chiarirsi le idee.

    2. Shopify Learn
    Corsi brevi e pratici pensati per chi usa Shopify, ma validi anche per chi ha un’altra piattaforma.

    3. Udemy: “E-commerce Mastery”
    Ne ho provati diversi su Udemy, ma quelli con focus su strategie di vendita e funnel sono i più utili. Consiglio di scegliere corsi aggiornati al 2024 o 2025.

    4. Academy di Mailchimp o Klaviyo (per email marketing)
    Se gestisci newsletter e automazioni, queste academy gratuite sono delle mini-università verticali.

    5. Meta Blueprint
    Per chi vuole fare advertising serio su Facebook e Instagram, è fondamentale.

    Il Mio Consiglio
    Fai formazione come se fosse una routine, come il caffè del mattino.
    Un libro o un corso giusto al momento giusto può evitare mesi di errori e farti scalare più in fretta.

    #LibriEcommerce #FormazioneDigitale #ImpresaBiz #CorsiOnline #BusinessDigitale #EcommerceTips #CrescitaPersonale #AggiornamentoProfessionale

    I Libri e Corsi Consigliati per Chi Lavora nell’E-commerce Se c’è una cosa che ho capito nel mio percorso da freelance a imprenditrice digitale è questa: la formazione non è un extra, è parte del lavoro. Ho letto decine di libri, seguito corsi online a qualsiasi ora (anche di notte, lo confesso!) e ogni volta che ho investito nella mia formazione, ho visto risultati concreti: vendite migliori, meno errori, più consapevolezza. Qui condivido i miei consigli di lettura e formazione: risorse che mi hanno cambiato la visione (e il fatturato). 📘 Libri che ogni operatore e-commerce dovrebbe leggere 1. "E-commerce Efficace" – Daniele Rutigliano Un manuale chiaro, pratico e orientato al mercato italiano. Ottimo per chi parte o vuole sistemare le basi. 2. "Digital Marketing for Dummies" – Ryan Deiss & Russ Henneberry Perfetto per comprendere il funnel e le dinamiche digitali anche se non sei un esperto. 3. "Hooked: How to Build Habit-Forming Products" – Nir Eyal Anche se non parliamo solo di e-commerce, questo libro mi ha insegnato come creare esperienze che fidelizzano. 4. "Contagious" – Jonah Berger Se vuoi capire come rendere virali i tuoi prodotti (o contenuti), questo libro è un must. 5. "SEO per E-commerce" – Marco Maltraversi Super utile per chi vuole capire come farsi trovare su Google senza buttare soldi in adv. 💻 Corsi che consiglio (provati personalmente) 1. Google Digital Training – "Fondamenti di marketing digitale" Gratis, ben fatto, con certificazione. Ottimo per chiarirsi le idee. 2. Shopify Learn Corsi brevi e pratici pensati per chi usa Shopify, ma validi anche per chi ha un’altra piattaforma. 3. Udemy: “E-commerce Mastery” Ne ho provati diversi su Udemy, ma quelli con focus su strategie di vendita e funnel sono i più utili. Consiglio di scegliere corsi aggiornati al 2024 o 2025. 4. Academy di Mailchimp o Klaviyo (per email marketing) Se gestisci newsletter e automazioni, queste academy gratuite sono delle mini-università verticali. 5. Meta Blueprint Per chi vuole fare advertising serio su Facebook e Instagram, è fondamentale. Il Mio Consiglio Fai formazione come se fosse una routine, come il caffè del mattino. Un libro o un corso giusto al momento giusto può evitare mesi di errori e farti scalare più in fretta. #LibriEcommerce #FormazioneDigitale #ImpresaBiz #CorsiOnline #BusinessDigitale #EcommerceTips #CrescitaPersonale #AggiornamentoProfessionale
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