• Influencer e corsi online: come ho imparato a vendere il mio know-how in modo professionale

    Fare l’influencer oggi non significa solo creare contenuti: significa costruire competenze, esperienze, strumenti pratici che — spesso senza accorgercene — possono diventare formazione vendibile.
    Eppure per tanto tempo ho pensato:
    “Chi sono io per fare un corso online?”
    “Davvero qualcuno pagherebbe per imparare da me?”

    Poi ho capito: se la tua community ti ascolta, ti fa domande e si ispira a ciò che fai, hai già un pubblico potenziale per il tuo corso.
    E quando ho lanciato il mio primo percorso formativo, tutto è cambiato: sono passata da influencer a formatrice digitale, con un progetto strutturato, scalabile e (sì!) redditizio.

    Ecco cosa ho imparato per vendere il mio know-how online in modo serio e professionale.

    1. Scegli un argomento su cui hai davvero esperienza
    Il punto non è essere “la massima esperta mondiale”, ma sapere qualcosa che altri vogliono imparare — e saperlo spiegare bene.
    Io ho iniziato con un mini corso su Instagram e personal branding, perché era ciò che facevo ogni giorno, e su cui ricevevo domande costanti.

    2. Costruisci un corso che risolve un problema
    Le persone non comprano “lezioni”, ma trasformazioni.
    Ho imparato a partire da una domanda semplice: “Cosa saprà fare lə miə corsistə alla fine del corso, che oggi non sa fare?”
    Più è chiaro il prima/dopo, più il corso vende.

    3. Valorizza la tua immagine, ma non vendere solo “te”
    Essere influencer aiuta — è visibilità, fiducia, riconoscibilità.
    Ma per vendere un corso serve contenuto reale, strutturato, di valore. Ho imparato a unire la mia immagine alla mia preparazione.
    Perché sì, le persone si iscrivono per te… ma restano per quello che gli dai davvero.

    4. Scegli la piattaforma giusta
    Puoi vendere il tuo corso su:
    -Piattaforme esterne come Teachable, Thinkific, Udemy
    -Sito personale o landing page (con tool tipo Kajabi o Learnworlds)
    -Canali chiusi (es. Telegram, Google Drive + PayPal, se sei agli inizi)
    Io ho iniziato semplice, con una struttura snella, e poi ho evoluto. L’importante è che l’esperienza utente sia fluida.

    5. Crea un funnel, non solo un post
    Un corso non si vende con “una story e via”. Serve una strategia di lancio:
    -contenuti gratuiti per attirare
    -lead magnet (es. ebook, mini video, live)
    -email marketing
    -storytelling efficace
    Io ho costruito un piccolo funnel che nutriva la mia community per 10 giorni prima dell’apertura iscrizioni. Ha fatto la differenza.

    6. Prezzo: non svenderti, ma sii onesta
    Il valore percepito dipende da come comunichi il corso.
    Se ti posizioni bene, racconti i benefici concreti, e offri contenuto curato, puoi chiedere il prezzo che meriti.
    All’inizio avevo paura di “chiedere troppo”. Oggi so che il giusto pubblico riconosce il valore — e paga volentieri, se ciò che offri è utile.

    7. Testa, migliora, rilancia
    Il primo corso non dev’essere perfetto. Il mio non lo era.
    Ma era vero, utile, e mi ha dato dati e feedback per migliorare.
    Un corso online può diventare una fonte di reddito continuativa, se lo aggiorni, lo rilanci, e lo adatti nel tempo.

    Da creator a formatrice: un passo potente
    Se hai esperienza, se hai qualcosa da insegnare, se la tua community si fida di te… non c’è motivo per non monetizzare il tuo sapere.
    Il futuro del personal brand passa anche per la formazione digitale: autentica, ben fatta, e professionale.

    Tu non stai solo “condividendo contenuti”.
    Stai costruendo valore formativo. E sì, puoi — e devi — farlo pagare.

    #corsiOnline #influencereformazione #vendereilknowhow #formazionedigitale #imprenditricedigitale #infobusiness #creatoracademy #personalbranding #impresaBiz #educationalcontent #crescitaonline #digitaleducation #lavorareconilweb

    Influencer e corsi online: come ho imparato a vendere il mio know-how in modo professionale Fare l’influencer oggi non significa solo creare contenuti: significa costruire competenze, esperienze, strumenti pratici che — spesso senza accorgercene — possono diventare formazione vendibile. Eppure per tanto tempo ho pensato: “Chi sono io per fare un corso online?” “Davvero qualcuno pagherebbe per imparare da me?” Poi ho capito: se la tua community ti ascolta, ti fa domande e si ispira a ciò che fai, hai già un pubblico potenziale per il tuo corso. E quando ho lanciato il mio primo percorso formativo, tutto è cambiato: sono passata da influencer a formatrice digitale, con un progetto strutturato, scalabile e (sì!) redditizio. Ecco cosa ho imparato per vendere il mio know-how online in modo serio e professionale. 1. Scegli un argomento su cui hai davvero esperienza Il punto non è essere “la massima esperta mondiale”, ma sapere qualcosa che altri vogliono imparare — e saperlo spiegare bene. Io ho iniziato con un mini corso su Instagram e personal branding, perché era ciò che facevo ogni giorno, e su cui ricevevo domande costanti. 2. Costruisci un corso che risolve un problema Le persone non comprano “lezioni”, ma trasformazioni. Ho imparato a partire da una domanda semplice: “Cosa saprà fare lə miə corsistə alla fine del corso, che oggi non sa fare?” Più è chiaro il prima/dopo, più il corso vende. 3. Valorizza la tua immagine, ma non vendere solo “te” Essere influencer aiuta — è visibilità, fiducia, riconoscibilità. Ma per vendere un corso serve contenuto reale, strutturato, di valore. Ho imparato a unire la mia immagine alla mia preparazione. Perché sì, le persone si iscrivono per te… ma restano per quello che gli dai davvero. 4. Scegli la piattaforma giusta Puoi vendere il tuo corso su: -Piattaforme esterne come Teachable, Thinkific, Udemy -Sito personale o landing page (con tool tipo Kajabi o Learnworlds) -Canali chiusi (es. Telegram, Google Drive + PayPal, se sei agli inizi) Io ho iniziato semplice, con una struttura snella, e poi ho evoluto. L’importante è che l’esperienza utente sia fluida. 5. Crea un funnel, non solo un post Un corso non si vende con “una story e via”. Serve una strategia di lancio: -contenuti gratuiti per attirare -lead magnet (es. ebook, mini video, live) -email marketing -storytelling efficace Io ho costruito un piccolo funnel che nutriva la mia community per 10 giorni prima dell’apertura iscrizioni. Ha fatto la differenza. 6. Prezzo: non svenderti, ma sii onesta Il valore percepito dipende da come comunichi il corso. Se ti posizioni bene, racconti i benefici concreti, e offri contenuto curato, puoi chiedere il prezzo che meriti. All’inizio avevo paura di “chiedere troppo”. Oggi so che il giusto pubblico riconosce il valore — e paga volentieri, se ciò che offri è utile. 7. Testa, migliora, rilancia Il primo corso non dev’essere perfetto. Il mio non lo era. Ma era vero, utile, e mi ha dato dati e feedback per migliorare. Un corso online può diventare una fonte di reddito continuativa, se lo aggiorni, lo rilanci, e lo adatti nel tempo. Da creator a formatrice: un passo potente Se hai esperienza, se hai qualcosa da insegnare, se la tua community si fida di te… non c’è motivo per non monetizzare il tuo sapere. Il futuro del personal brand passa anche per la formazione digitale: autentica, ben fatta, e professionale. Tu non stai solo “condividendo contenuti”. Stai costruendo valore formativo. E sì, puoi — e devi — farlo pagare. #corsiOnline #influencereformazione #vendereilknowhow #formazionedigitale #imprenditricedigitale #infobusiness #creatoracademy #personalbranding #impresaBiz #educationalcontent #crescitaonline #digitaleducation #lavorareconilweb
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  • Come abbiamo creato (e venduto davvero) un corso online da zero

    L’idea di creare un corso online ci è sembrata, fin da subito, una strada concreta per condividere ciò che sappiamo fare e costruire un nuovo flusso di reddito. Ma realizzarlo non basta: bisogna saperlo vendere.
    Ecco il nostro percorso, passo dopo passo, per creare un corso da zero e portarlo sul mercato, senza investimenti iniziali fuori scala e con un approccio testato sul campo.

    1. Abbiamo scelto un argomento che il mercato desiderava davvero
    Non ci siamo limitati a pensare a ciò che ci piaceva insegnare: ci siamo chiesti cosa le persone cercano, di cosa hanno bisogno, e soprattutto per cosa sono disposte a pagare.
    -Quali competenze possiamo trasferire in modo efficace?
    -Quali problemi possiamo risolvere in modo pratico?
    -Su quali temi riceviamo più domande o richieste?
    Abbiamo analizzato community, ricerche Google, trend di settore e i corsi già esistenti, per capire dove c’era domanda, ma poca offerta di qualità.

    2. Abbiamo validato l’idea prima di creare il corso
    Invece di passare mesi a produrre video e materiali, abbiamo voluto sapere se qualcuno sarebbe stato disposto a comprarlo.
    -Abbiamo pubblicato un sondaggio sui social
    -Abbiamo fatto delle live gratuite per testare l’interesse
    -Abbiamo creato una lista d’attesa con una semplice landing page
    Obiettivo: raccogliere almeno 50–100 iscritti interessati. Quando ci siamo riusciti, abbiamo capito che valeva la pena continuare.

    3. Abbiamo costruito il corso in modo pratico e modulare
    Non volevamo un corso teorico e dispersivo. Abbiamo costruito un percorso chiaro e diviso in moduli, in cui ogni lezione portava a un risultato pratico.

    Struttura tipica del corso:
    -Introduzione al metodo
    -Moduli step-by-step (ognuno dedicato a un micro-obiettivo)
    -Risorse bonus (template, esempi, esercizi)
    -Call to action finale (per mettere in pratica subito)
    Abbiamo usato strumenti semplici come Loom per registrare, e caricato tutto su piattaforme come Teachable e Podia.

    4. Abbiamo preparato un’offerta chiara (non solo il corso)
    Non abbiamo venduto solo video: abbiamo creato un’offerta completa, pensata per aumentare il valore percepito.
    -Bonus utili (checklist, file editabili, esempi reali)
    -Supporto (call settimanali, risposte via email, gruppo chiuso)
    -Garanzia di rimborso (per abbattere le resistenze)
    Sul prezzo, siamo partiti con una prima edizione "beta" a costo accessibile (99–149 €), poi siamo saliti man mano che aumentavano i risultati e le testimonianze.

    5. Abbiamo lanciato il corso in tre fasi
    Abbiamo trattato il lancio come un evento vero e proprio. Niente vendite “aperte tutto l’anno”: abbiamo scelto un periodo breve, concentrando le energie su queste tre fasi:

    1. Pre-lancio
    Abbiamo iniziato a raccontare il dietro le quinte, i problemi che il corso risolveva e le prime testimonianze.
    2. Lancio ufficiale
    Abbiamo aperto le iscrizioni per 7 giorni. Abbiamo mandato email, fatto una diretta gratuita e creato urgenza con bonus limitati.
    3. Post-lancio
    Abbiamo raccolto feedback e casi studio reali, che ci hanno aiutato a migliorare il corso e a preparare la versione successiva (o la vendita automatica).

    6. Ora stiamo automatizzando e scalando
    Dopo il primo lancio, non ci siamo fermati. Abbiamo:
    -Automatizzato le vendite con funnel via email
    -Aggiunto moduli extra e un secondo livello per utenti avanzati
    -Tradotto parte dei contenuti per iniziare a testare l’estero
    -Abbiamo capito che un corso non è mai “finito”: si evolve con noi, con chi lo acquista, con il mercato.

    Creare e vendere un corso online non è solo questione di contenuti: è una vera attività. Serve metodo, ascolto e voglia di testare.

    Non abbiamo aspettato di avere tutto perfetto. Abbiamo lanciato, raccolto feedback, migliorato.
    E oggi possiamo dire che funziona davvero, anche senza grandi budget.

    #CorsoOnline #FormazioneDigitale #PersonalBrand #VendereConValore #LancioDigitale #InfoBusiness

    Come abbiamo creato (e venduto davvero) un corso online da zero L’idea di creare un corso online ci è sembrata, fin da subito, una strada concreta per condividere ciò che sappiamo fare e costruire un nuovo flusso di reddito. Ma realizzarlo non basta: bisogna saperlo vendere. Ecco il nostro percorso, passo dopo passo, per creare un corso da zero e portarlo sul mercato, senza investimenti iniziali fuori scala e con un approccio testato sul campo. 1. Abbiamo scelto un argomento che il mercato desiderava davvero Non ci siamo limitati a pensare a ciò che ci piaceva insegnare: ci siamo chiesti cosa le persone cercano, di cosa hanno bisogno, e soprattutto per cosa sono disposte a pagare. -Quali competenze possiamo trasferire in modo efficace? -Quali problemi possiamo risolvere in modo pratico? -Su quali temi riceviamo più domande o richieste? 🔍 Abbiamo analizzato community, ricerche Google, trend di settore e i corsi già esistenti, per capire dove c’era domanda, ma poca offerta di qualità. 2. Abbiamo validato l’idea prima di creare il corso Invece di passare mesi a produrre video e materiali, abbiamo voluto sapere se qualcuno sarebbe stato disposto a comprarlo. -Abbiamo pubblicato un sondaggio sui social -Abbiamo fatto delle live gratuite per testare l’interesse -Abbiamo creato una lista d’attesa con una semplice landing page 🎯 Obiettivo: raccogliere almeno 50–100 iscritti interessati. Quando ci siamo riusciti, abbiamo capito che valeva la pena continuare. 3. Abbiamo costruito il corso in modo pratico e modulare Non volevamo un corso teorico e dispersivo. Abbiamo costruito un percorso chiaro e diviso in moduli, in cui ogni lezione portava a un risultato pratico. Struttura tipica del corso: -Introduzione al metodo -Moduli step-by-step (ognuno dedicato a un micro-obiettivo) -Risorse bonus (template, esempi, esercizi) -Call to action finale (per mettere in pratica subito) 📹 Abbiamo usato strumenti semplici come Loom per registrare, e caricato tutto su piattaforme come Teachable e Podia. 4. Abbiamo preparato un’offerta chiara (non solo il corso) Non abbiamo venduto solo video: abbiamo creato un’offerta completa, pensata per aumentare il valore percepito. -Bonus utili (checklist, file editabili, esempi reali) -Supporto (call settimanali, risposte via email, gruppo chiuso) -Garanzia di rimborso (per abbattere le resistenze) 💶 Sul prezzo, siamo partiti con una prima edizione "beta" a costo accessibile (99–149 €), poi siamo saliti man mano che aumentavano i risultati e le testimonianze. 5. Abbiamo lanciato il corso in tre fasi Abbiamo trattato il lancio come un evento vero e proprio. Niente vendite “aperte tutto l’anno”: abbiamo scelto un periodo breve, concentrando le energie su queste tre fasi: 1. Pre-lancio Abbiamo iniziato a raccontare il dietro le quinte, i problemi che il corso risolveva e le prime testimonianze. 2. Lancio ufficiale Abbiamo aperto le iscrizioni per 7 giorni. Abbiamo mandato email, fatto una diretta gratuita e creato urgenza con bonus limitati. 3. Post-lancio Abbiamo raccolto feedback e casi studio reali, che ci hanno aiutato a migliorare il corso e a preparare la versione successiva (o la vendita automatica). 6. Ora stiamo automatizzando e scalando Dopo il primo lancio, non ci siamo fermati. Abbiamo: -Automatizzato le vendite con funnel via email -Aggiunto moduli extra e un secondo livello per utenti avanzati -Tradotto parte dei contenuti per iniziare a testare l’estero -Abbiamo capito che un corso non è mai “finito”: si evolve con noi, con chi lo acquista, con il mercato. Creare e vendere un corso online non è solo questione di contenuti: è una vera attività. Serve metodo, ascolto e voglia di testare. Non abbiamo aspettato di avere tutto perfetto. Abbiamo lanciato, raccolto feedback, migliorato. E oggi possiamo dire che funziona davvero, anche senza grandi budget. #CorsoOnline #FormazioneDigitale #PersonalBrand #VendereConValore #LancioDigitale #InfoBusiness
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  • Se stai cercando idee di business redditizie da lanciare in Italia, la chiave è guardare a ciò che sta cambiando nel mercato, sfruttare trend emergenti, bisogni locali e opportunità digitali.

    Ecco una selezione di idee concrete, attuali e adattabili anche con budget contenuti, perfette per chi vuole iniziare o reinventarsi:

    Idee di Business Redditizie in Italia (2024–2025)
    1. E-commerce di nicchia (Made in Italy o green)
    Apri un piccolo e-commerce focalizzato su prodotti artigianali, sostenibili, bio o locali (es. prodotti tipici regionali, moda sostenibile, cosmetici naturali).
    Target: Italia e export
    #MadeInItaly #GreenBusiness

    2. Consulenza digitale per PMI
    Molte aziende italiane sono ancora indietro sulla digitalizzazione. Offrire consulenza su marketing digitale, e-commerce, CRM, automazione = grande opportunità.
    Anche come freelance/solopreneur.
    #DigitalPMI #TransizioneDigitale

    3. Servizi per anziani e silver economy
    L’Italia ha una delle popolazioni più anziane d’Europa. Servizi innovativi per assistenza, compagnia, tecnologia facile, consegne a domicilio o formazione digitale.
    #SilverEconomy #BusinessSociale

    4. Turismo esperienziale locale
    Non il classico B&B: crea esperienze autentiche (es. trekking con degustazioni, tour in borghi nascosti, laboratori artigianali).
    Sfrutta il trend del slow tourism.
    #TurismoEsperienziale #ValorizzazioneLocale

    5. Corsi online o formazione specializzata
    Se hai competenze (marketing, finanza, artigianato, lingue, benessere), puoi creare corsi digitali o consulenze online.
    Basso investimento, alta scalabilità.
    #Infobusiness #CrescitaPersonale

    6. Franchising smart (low budget)
    Esistono franchising in settori innovativi (food delivery locale, energia solare, vending machine intelligenti, servizi alle famiglie) con investimenti contenuti.
    #MicroFranchising #Autoimpiego

    7. Servizi per il benessere mentale e fisico
    Yoga, coaching, meditazione, psicologia online, nutrizione... il wellness è in crescita, soprattutto in chiave digitale o olistica.
    #WellnessBusiness #SaluteMentale

    8. Noleggio e sharing economy
    Dalle bici elettriche ai kit per eventi, sempre più persone preferiscono noleggiare che comprare. Offri soluzioni smart e locali.
    #EconomiaCondivisa #NoleggioSmart

    9. Soluzioni sostenibili per casa e ufficio
    Vendi o installa prodotti eco (es. pannelli solari, arredamento green, sistemi di risparmio energetico). Incentivi e detrazioni aiutano.
    #GreenTech #CasaSostenibile

    10. Agenzia di content creation & branding
    Crea contenuti professionali per PMI, liberi professionisti, ristoranti, artigiani. Foto, video, storytelling, social media.
    Pochi sanno farlo bene.
    #ContentMarketing #PersonalBranding

    Consigli per scegliere l’idea giusta:
    -Parti da ciò che conosci o ti appassiona
    -Valuta il mercato locale, ma pensa anche in ottica scalabile
    -Fai test piccoli e rapidi, prima di investire troppo
    -Punta su business agili, digitali o ibridi

    Se stai cercando idee di business redditizie da lanciare in Italia, la chiave è guardare a ciò che sta cambiando nel mercato, sfruttare trend emergenti, bisogni locali e opportunità digitali. Ecco una selezione di idee concrete, attuali e adattabili anche con budget contenuti, perfette per chi vuole iniziare o reinventarsi: 💡 Idee di Business Redditizie in Italia (2024–2025) 1. E-commerce di nicchia (Made in Italy o green) Apri un piccolo e-commerce focalizzato su prodotti artigianali, sostenibili, bio o locali (es. prodotti tipici regionali, moda sostenibile, cosmetici naturali). 👉 Target: Italia e export #MadeInItaly #GreenBusiness 2. Consulenza digitale per PMI Molte aziende italiane sono ancora indietro sulla digitalizzazione. Offrire consulenza su marketing digitale, e-commerce, CRM, automazione = grande opportunità. 👉 Anche come freelance/solopreneur. #DigitalPMI #TransizioneDigitale 3. Servizi per anziani e silver economy L’Italia ha una delle popolazioni più anziane d’Europa. Servizi innovativi per assistenza, compagnia, tecnologia facile, consegne a domicilio o formazione digitale. #SilverEconomy #BusinessSociale 4. Turismo esperienziale locale Non il classico B&B: crea esperienze autentiche (es. trekking con degustazioni, tour in borghi nascosti, laboratori artigianali). 👉 Sfrutta il trend del slow tourism. #TurismoEsperienziale #ValorizzazioneLocale 5. Corsi online o formazione specializzata Se hai competenze (marketing, finanza, artigianato, lingue, benessere), puoi creare corsi digitali o consulenze online. 👉 Basso investimento, alta scalabilità. #Infobusiness #CrescitaPersonale 6. Franchising smart (low budget) Esistono franchising in settori innovativi (food delivery locale, energia solare, vending machine intelligenti, servizi alle famiglie) con investimenti contenuti. #MicroFranchising #Autoimpiego 7. Servizi per il benessere mentale e fisico Yoga, coaching, meditazione, psicologia online, nutrizione... il wellness è in crescita, soprattutto in chiave digitale o olistica. #WellnessBusiness #SaluteMentale 8. Noleggio e sharing economy Dalle bici elettriche ai kit per eventi, sempre più persone preferiscono noleggiare che comprare. Offri soluzioni smart e locali. #EconomiaCondivisa #NoleggioSmart 9. Soluzioni sostenibili per casa e ufficio Vendi o installa prodotti eco (es. pannelli solari, arredamento green, sistemi di risparmio energetico). Incentivi e detrazioni aiutano. #GreenTech #CasaSostenibile 10. Agenzia di content creation & branding Crea contenuti professionali per PMI, liberi professionisti, ristoranti, artigiani. Foto, video, storytelling, social media. 👉 Pochi sanno farlo bene. #ContentMarketing #PersonalBranding ✨ Consigli per scegliere l’idea giusta: -Parti da ciò che conosci o ti appassiona -Valuta il mercato locale, ma pensa anche in ottica scalabile -Fai test piccoli e rapidi, prima di investire troppo -Punta su business agili, digitali o ibridi
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