• Influencer o CEO? Le Competenze Digitali Che Servono per Entrambi i Mondi

    C’è una domanda che mi sento fare spesso: “Ma tu ti consideri più influencer o imprenditrice?”
    La mia risposta? Entrambe. E, oggi, le differenze tra questi due ruoli sono sempre più sfumate.

    Fare l’influencer oggi non significa semplicemente condividere contenuti sui social. Significa gestire un business.
    Serve una visione strategica, la capacità di analizzare dati, di leggere i trend del mercato, di creare contenuti che funzionino ma che siano anche in linea con un posizionamento chiaro. Serve, in sostanza, un mindset imprenditoriale.

    E dall’altro lato? Sempre più CEO, manager e founder si stanno rendendo conto che per guidare un’azienda nell’era digitale non basta conoscere il prodotto o l’economia tradizionale.
    Occorre saper comunicare, costruire una community, essere visibili online e gestire la propria reputazione digitale con la stessa attenzione con cui si gestisce un bilancio.

    Le competenze digitali che servono oggi sono trasversali, e si muovono su questi assi:

    Personal branding: che tu sia un influencer o un CEO, il modo in cui ti presenti online fa parte del tuo capitale. Le persone comprano da chi conoscono, stimano e sentono autentico.
    Data analysis & insight: non basta pubblicare un contenuto o lanciare una campagna. Bisogna saper leggere le metriche, interpretare i numeri, adattare la strategia.
    Content strategy: creare valore attraverso contenuti è una leva fondamentale, tanto per chi costruisce un brand personale quanto per chi promuove una visione aziendale.
    Community building: follower, clienti, utenti o investitori: oggi vogliono far parte di qualcosa. Saper creare connessione e coinvolgimento è una competenza di business.
    Digital reputation: online, ogni azione lascia traccia. Saper gestire crisi, feedback negativi o controversie fa la differenza tra un leader credibile e uno che perde autorevolezza.

    Negli ultimi anni, io stessa ho dovuto formarmi su questi aspetti. Ho seguito corsi, testato strumenti, costruito una rete di collaborazioni. E più il mio progetto cresceva, più mi rendevo conto che ciò che imparavo per il mio profilo social era, in realtà, formazione imprenditoriale pura.

    La verità è che oggi essere visibili online non è più un’opzione. È una responsabilità. E chi riesce a farlo con consapevolezza ha un vantaggio competitivo enorme.

    Che tu parta da un profilo Instagram o da un business plan, il punto di incontro è chiaro: la leadership digitale.

    Siamo in un’epoca in cui la figura dell’influencer può diventare CEO, e un CEO deve anche saper influenzare.
    Il futuro del business non è solo nei prodotti che vendiamo, ma nel modo in cui li raccontiamo.

    #CEOeInfluencer #CompetenzeDigitali #LeadershipDigitale #BusinessDelFuturo #ImprenditoriaCreativa #DigitalMarketing #PersonalBranding #InfluencerMarketing #BusinessEvolution #DigitalReputation #ImpresaBiz

    Influencer o CEO? Le Competenze Digitali Che Servono per Entrambi i Mondi C’è una domanda che mi sento fare spesso: “Ma tu ti consideri più influencer o imprenditrice?” La mia risposta? Entrambe. E, oggi, le differenze tra questi due ruoli sono sempre più sfumate. Fare l’influencer oggi non significa semplicemente condividere contenuti sui social. Significa gestire un business. Serve una visione strategica, la capacità di analizzare dati, di leggere i trend del mercato, di creare contenuti che funzionino ma che siano anche in linea con un posizionamento chiaro. Serve, in sostanza, un mindset imprenditoriale. E dall’altro lato? Sempre più CEO, manager e founder si stanno rendendo conto che per guidare un’azienda nell’era digitale non basta conoscere il prodotto o l’economia tradizionale. Occorre saper comunicare, costruire una community, essere visibili online e gestire la propria reputazione digitale con la stessa attenzione con cui si gestisce un bilancio. Le competenze digitali che servono oggi sono trasversali, e si muovono su questi assi: 🔹 Personal branding: che tu sia un influencer o un CEO, il modo in cui ti presenti online fa parte del tuo capitale. Le persone comprano da chi conoscono, stimano e sentono autentico. 🔹 Data analysis & insight: non basta pubblicare un contenuto o lanciare una campagna. Bisogna saper leggere le metriche, interpretare i numeri, adattare la strategia. 🔹 Content strategy: creare valore attraverso contenuti è una leva fondamentale, tanto per chi costruisce un brand personale quanto per chi promuove una visione aziendale. 🔹 Community building: follower, clienti, utenti o investitori: oggi vogliono far parte di qualcosa. Saper creare connessione e coinvolgimento è una competenza di business. 🔹 Digital reputation: online, ogni azione lascia traccia. Saper gestire crisi, feedback negativi o controversie fa la differenza tra un leader credibile e uno che perde autorevolezza. Negli ultimi anni, io stessa ho dovuto formarmi su questi aspetti. Ho seguito corsi, testato strumenti, costruito una rete di collaborazioni. E più il mio progetto cresceva, più mi rendevo conto che ciò che imparavo per il mio profilo social era, in realtà, formazione imprenditoriale pura. La verità è che oggi essere visibili online non è più un’opzione. È una responsabilità. E chi riesce a farlo con consapevolezza ha un vantaggio competitivo enorme. Che tu parta da un profilo Instagram o da un business plan, il punto di incontro è chiaro: la leadership digitale. Siamo in un’epoca in cui la figura dell’influencer può diventare CEO, e un CEO deve anche saper influenzare. Il futuro del business non è solo nei prodotti che vendiamo, ma nel modo in cui li raccontiamo. #CEOeInfluencer #CompetenzeDigitali #LeadershipDigitale #BusinessDelFuturo #ImprenditoriaCreativa #DigitalMarketing #PersonalBranding #InfluencerMarketing #BusinessEvolution #DigitalReputation #ImpresaBiz
    0 Commenti 0 Condivisioni 298 Viste 0 Recensioni
  • Imprese Familiari e Innovazione: Mito o Realtà?

    Quando si parla di innovazione, spesso l'immaginario collettivo va a startup tecnologiche, open space moderni e fondatori under 35. Ma in Italia, dove le imprese familiari rappresentano oltre l’80% del tessuto imprenditoriale, il vero interrogativo è un altro: le aziende familiari possono davvero innovare? Oppure la tradizione diventa un freno al cambiamento?

    In impresa.biz osserviamo ogni giorno realtà imprenditoriali molto diverse tra loro. E possiamo dirlo chiaramente: innovazione e impresa familiare non sono incompatibili. Al contrario, quando la tradizione è usata come leva e non come zavorra, può diventare un formidabile stimolo all’evoluzione. Ma servono visione, apertura e passaggi generazionali ben gestiti.

    La doppia faccia della tradizione
    Le imprese familiari custodiscono un patrimonio spesso invisibile ma potentissimo: valori, reputazione, relazioni durature, identità locale. Tuttavia, questi stessi elementi possono diventare limiti se si trasformano in rigidità, resistenza al rischio e chiusura al nuovo.

    Quando la tradizione ostacola:
    -Leadership bloccata: fondatori o generazioni anziane restii a cedere il passo o ad ascoltare visioni diverse
    -Mancanza di governance: decisioni concentrate in poche mani, senza apertura a manager esterni
    -Timore del cambiamento: paura di perdere “quello che ha sempre funzionato”
    -Fatica ad attrarre talenti: percezione di azienda “ferma” o poco dinamica

    Quando la tradizione stimola:
    -Forte identità di marca: radici solide da cui partire per comunicare valore
    -Legame con il territorio: leva per creare esperienze autentiche e sostenibili
    -Continuità nei valori: coerenza e fiducia per clienti e partner
    -Passione intergenerazionale: spinta naturale verso il miglioramento e l’adattamento

    La differenza sta nel mindset: la tradizione può essere un trampolino, ma solo se vissuta come base per evolversi, non per resistere.

    Quando (e come) le imprese familiari innovano davvero
    Caso 1 – Azienda agricola: dal prodotto alla piattaforma esperienziale
    Chi: Terza generazione in una piccola azienda agricola marchigiana
    Innovazione: Inserimento dell’e-commerce, apertura di un agriturismo e creazione di tour esperienziali con laboratori didattici
    Risultato: +120% in 3 anni, nuovi mercati in Italia e Germania
    Tradizione reinterpretata in chiave digitale e turistica
    Caso 2 – Tipografia storica: dal B2B alla stampa on demand
    Chi: Azienda a gestione familiare da oltre 50 anni
    Innovazione: Adozione di tecnologie digitali, apertura a clienti privati tramite sito di stampa personalizzata
    Risultato: Nuove entrate ricorrenti e fidelizzazione dei clienti digitali
    La solidità tecnica del passato usata per offrire servizi flessibili e moderni
    Caso 3 – Officina meccanica: da lavorazioni su commissione a design proprietario
    Chi: Impresa familiare con 40 anni di attività
    Innovazione: Passaggio da terzista a produttore di accessori in metallo per l’arredamento di design, con brand proprio
    Risultato: Margini aumentati, posizionamento internazionale
    Uso delle competenze tradizionali per creare un modello di business nuovo

    Il ruolo cruciale del passaggio generazionale
    Uno dei momenti più critici (ma anche ricchi di potenziale) per l’innovazione nelle imprese familiari è il ricambio generazionale. È qui che spesso si gioca la partita tra continuità e rottura.

    Le buone pratiche:
    -Introdurre i giovani senza annullare il contributo dei senior
    -Accompagnare il cambiamento con formazione e coaching
    -Delegare con fiducia e non solo "controllare"
    -Aprire l’impresa a consulenti o manager esterni, se serve

    In molte imprese, è il confronto tra visioni diverse a generare le innovazioni migliori.

    Innovare anche in modo “silenzioso”
    Non tutte le innovazioni sono rivoluzioni. Nelle imprese familiari, spesso l’innovazione è incrementale, quotidiana, invisibile dall’esterno ma fondamentale per la competitività:
    -Digitalizzazione di processi interni
    -Nuovi canali di vendita
    -Maggiore efficienza energetica
    -Servizi post-vendita
    -Formazione del personale

    Anche queste sono innovazioni reali, spesso più sostenibili nel tempo rispetto a “grandi salti” improvvisi.

    Innovare senza tradire la propria identità
    L’idea che le imprese familiari siano nemiche del cambiamento è un mito da sfatare. Quando tradizione e innovazione si integrano, si creano modelli solidi, autentici e capaci di adattarsi anche ai mercati più complessi.

    In impresa.biz vediamo ogni giorno esempi di PMI familiari che innovano restando sé stesse, senza snaturarsi, ma evolvendo. La chiave è avere il coraggio di mettersi in discussione, aprirsi a nuove competenze e trasformare il proprio DNA familiare in un vantaggio competitivo.

    #ImpreseFamiliari #InnovazionePMI #PassaggioGenerazionale #TradizioneEVisione #impresabiz #BusinessEvolution #Cambiamento #EreditàImprenditoriale
    Imprese Familiari e Innovazione: Mito o Realtà? Quando si parla di innovazione, spesso l'immaginario collettivo va a startup tecnologiche, open space moderni e fondatori under 35. Ma in Italia, dove le imprese familiari rappresentano oltre l’80% del tessuto imprenditoriale, il vero interrogativo è un altro: le aziende familiari possono davvero innovare? Oppure la tradizione diventa un freno al cambiamento? In impresa.biz osserviamo ogni giorno realtà imprenditoriali molto diverse tra loro. E possiamo dirlo chiaramente: innovazione e impresa familiare non sono incompatibili. Al contrario, quando la tradizione è usata come leva e non come zavorra, può diventare un formidabile stimolo all’evoluzione. Ma servono visione, apertura e passaggi generazionali ben gestiti. La doppia faccia della tradizione Le imprese familiari custodiscono un patrimonio spesso invisibile ma potentissimo: valori, reputazione, relazioni durature, identità locale. Tuttavia, questi stessi elementi possono diventare limiti se si trasformano in rigidità, resistenza al rischio e chiusura al nuovo. Quando la tradizione ostacola: -Leadership bloccata: fondatori o generazioni anziane restii a cedere il passo o ad ascoltare visioni diverse -Mancanza di governance: decisioni concentrate in poche mani, senza apertura a manager esterni -Timore del cambiamento: paura di perdere “quello che ha sempre funzionato” -Fatica ad attrarre talenti: percezione di azienda “ferma” o poco dinamica Quando la tradizione stimola: -Forte identità di marca: radici solide da cui partire per comunicare valore -Legame con il territorio: leva per creare esperienze autentiche e sostenibili -Continuità nei valori: coerenza e fiducia per clienti e partner -Passione intergenerazionale: spinta naturale verso il miglioramento e l’adattamento 🔍 La differenza sta nel mindset: la tradizione può essere un trampolino, ma solo se vissuta come base per evolversi, non per resistere. Quando (e come) le imprese familiari innovano davvero 🟢 Caso 1 – Azienda agricola: dal prodotto alla piattaforma esperienziale Chi: Terza generazione in una piccola azienda agricola marchigiana Innovazione: Inserimento dell’e-commerce, apertura di un agriturismo e creazione di tour esperienziali con laboratori didattici Risultato: +120% in 3 anni, nuovi mercati in Italia e Germania ➡️ Tradizione reinterpretata in chiave digitale e turistica 🟢 Caso 2 – Tipografia storica: dal B2B alla stampa on demand Chi: Azienda a gestione familiare da oltre 50 anni Innovazione: Adozione di tecnologie digitali, apertura a clienti privati tramite sito di stampa personalizzata Risultato: Nuove entrate ricorrenti e fidelizzazione dei clienti digitali ➡️ La solidità tecnica del passato usata per offrire servizi flessibili e moderni 🟢 Caso 3 – Officina meccanica: da lavorazioni su commissione a design proprietario Chi: Impresa familiare con 40 anni di attività Innovazione: Passaggio da terzista a produttore di accessori in metallo per l’arredamento di design, con brand proprio Risultato: Margini aumentati, posizionamento internazionale ➡️ Uso delle competenze tradizionali per creare un modello di business nuovo Il ruolo cruciale del passaggio generazionale Uno dei momenti più critici (ma anche ricchi di potenziale) per l’innovazione nelle imprese familiari è il ricambio generazionale. È qui che spesso si gioca la partita tra continuità e rottura. Le buone pratiche: -Introdurre i giovani senza annullare il contributo dei senior -Accompagnare il cambiamento con formazione e coaching -Delegare con fiducia e non solo "controllare" -Aprire l’impresa a consulenti o manager esterni, se serve 💬 In molte imprese, è il confronto tra visioni diverse a generare le innovazioni migliori. Innovare anche in modo “silenzioso” Non tutte le innovazioni sono rivoluzioni. Nelle imprese familiari, spesso l’innovazione è incrementale, quotidiana, invisibile dall’esterno ma fondamentale per la competitività: -Digitalizzazione di processi interni -Nuovi canali di vendita -Maggiore efficienza energetica -Servizi post-vendita -Formazione del personale 📌 Anche queste sono innovazioni reali, spesso più sostenibili nel tempo rispetto a “grandi salti” improvvisi. Innovare senza tradire la propria identità L’idea che le imprese familiari siano nemiche del cambiamento è un mito da sfatare. Quando tradizione e innovazione si integrano, si creano modelli solidi, autentici e capaci di adattarsi anche ai mercati più complessi. In impresa.biz vediamo ogni giorno esempi di PMI familiari che innovano restando sé stesse, senza snaturarsi, ma evolvendo. La chiave è avere il coraggio di mettersi in discussione, aprirsi a nuove competenze e trasformare il proprio DNA familiare in un vantaggio competitivo. #ImpreseFamiliari #InnovazionePMI #PassaggioGenerazionale #TradizioneEVisione #impresabiz #BusinessEvolution #Cambiamento #EreditàImprenditoriale
    0 Commenti 0 Condivisioni 462 Viste 0 Recensioni
Sponsorizzato
adv cerca