• Tutela della Proprietà Intellettuale per Startup e PMI: Guida Pratica per Non Farsi Rubare le Idee
    Hai sviluppato un’app, creato un brand, progettato un prodotto innovativo o ideato un software?
    Ottimo.
    Ma se non proteggi la tua proprietà intellettuale, stai lasciando il valore più importante della tua attività esposto e vulnerabile.

    Per startup, freelance e PMI, tutelare ciò che si crea non è un lusso da multinazionali, è una necessità strategica.
    Ecco cosa devi sapere, come proteggerti e quali strumenti legali usare, anche se hai appena iniziato.

    Cos’è la proprietà intellettuale (e perché è cruciale)
    La proprietà intellettuale (PI) è l’insieme dei diritti legali sulle creazioni della mente: idee, marchi, contenuti, software, design, invenzioni tecniche e nomi commerciali.

    Per le imprese innovative, spesso vale più dell’infrastruttura fisica.
    Esempio: una startup che sviluppa un’app mobile, anche se non fattura ancora milioni, può avere un codice sorgente, UX, brand e nome che valgono molto sul mercato.

    Le 5 forme principali di protezione
    1. Marchio
    -Serve a proteggere il nome, logo, payoff o simbolo che identifica il tuo brand.
    -Dove si registra? UIBM (Italia), EUIPO (Europa), WIPO (mondo)
    -Durata: 10 anni, rinnovabile
    -Costi: da 101 € in su (online, per una classe)
    Registrare il tuo marchio ti protegge da imitazioni e ti dà valore in fase di vendita o cessione.

    2. Brevetto
    Protegge invenzioni industriali con carattere di novità e applicabilità tecnica.
    Esempi: un dispositivo meccanico, una formula chimica, un algoritmo tecnico
    -Dove si deposita? UIBM, EPO, WIPO
    -Durata: 20 anni (non rinnovabile)
    -Costo: da circa 600 € per deposito nazionale
    Il software in sé non è brevettabile, ma lo è un sistema che risolve un problema tecnico tramite software.

    3. Diritto d’autore
    -Protegge opere creative, tra cui software, testi, grafiche, contenuti multimediali, musica.
    -Nasce automaticamente al momento della creazione
    -Non serve registrazione (ma si può “marcare” con PEC, blockchain o SIAE)
    -Durata: 70 anni dopo la morte dell’autore
    Utile per startup digitali, creatori di contenuti, designer, copywriter, sviluppatori.

    4. Design industriale
    -Protegge l’aspetto esteriore di un prodotto (forme, colori, linee).
    -Ideale per prodotti di design, packaging, mobili, moda
    -Durata: fino a 25 anni (rinnovabile ogni 5)
    -Registrazione presso UIBM o EUIPO

    5. Know-how e segreti industriali
    Informazioni riservate, processi produttivi, algoritmi, elenchi clienti: protezione senza registrazione, ma tramite accordi (NDA) e misure interne.

    Come proteggere la PI nella pratica (anche con budget ridotto)
    Registra subito il marchio (almeno a livello nazionale)
    -Deposita codice sorgente e contenuti tramite PEC o blockchain (es. Notarify, Patamu)
    -Usa NDA e clausole di riservatezza con collaboratori, sviluppatori e fornitori
    -Inserisci clausole di proprietà intellettuale nei contratti (chi “possiede” cosa?)
    -Forma il team sulla tutela delle idee e dei dati
    -Documenta ogni fase creativa (file originali, bozze, e-mail)

    Errori comuni da evitare
    Non registrare il nome del brand, poi scoprire che è stato "rubato"
    Lavorare con freelance senza accordi sulla proprietà del codice
    Usare asset (es. musica o immagini) senza diritti
    Dimenticare di tutelare i segreti aziendali
    La PI come leva di crescita, valore e investimento

    Per una startup o PMI, la proprietà intellettuale è anche:
    Asset valutabile (in bilancio, utile in caso di exit o funding)
    Protezione da concorrenza sleale
    Vantaggio competitivo
    Requisito per bandi, brevetti e agevolazioni (es. bonus innovazione, Smart&Start)
    Alcuni fondi VC investono solo in startup che hanno un marchio o brevetto registrato.

    La tua idea vale. Ma solo se la proteggi.

    Investire nella proprietà intellettuale non è un costo, è un atto di visione.
    Non servono migliaia di euro: spesso bastano una PEC, un contratto ben fatto, un deposito intelligente.
    E quando crescerai, avere tutto protetto ti farà partire con un vantaggio concreto.

    #proprietàintellettuale #startupitalia #PMIinnovative #marchio #brevetto #copyright #dirittodautore #tutelalegale #businessdigitale #innovazione

    Tutela della Proprietà Intellettuale per Startup e PMI: Guida Pratica per Non Farsi Rubare le Idee Hai sviluppato un’app, creato un brand, progettato un prodotto innovativo o ideato un software? Ottimo. Ma se non proteggi la tua proprietà intellettuale, stai lasciando il valore più importante della tua attività esposto e vulnerabile. Per startup, freelance e PMI, tutelare ciò che si crea non è un lusso da multinazionali, è una necessità strategica. Ecco cosa devi sapere, come proteggerti e quali strumenti legali usare, anche se hai appena iniziato. 🔐 Cos’è la proprietà intellettuale (e perché è cruciale) La proprietà intellettuale (PI) è l’insieme dei diritti legali sulle creazioni della mente: idee, marchi, contenuti, software, design, invenzioni tecniche e nomi commerciali. Per le imprese innovative, spesso vale più dell’infrastruttura fisica. 💡 Esempio: una startup che sviluppa un’app mobile, anche se non fattura ancora milioni, può avere un codice sorgente, UX, brand e nome che valgono molto sul mercato. 📦 Le 5 forme principali di protezione 1. Marchio -Serve a proteggere il nome, logo, payoff o simbolo che identifica il tuo brand. -Dove si registra? UIBM (Italia), EUIPO (Europa), WIPO (mondo) -Durata: 10 anni, rinnovabile -Costi: da 101 € in su (online, per una classe) ✅ Registrare il tuo marchio ti protegge da imitazioni e ti dà valore in fase di vendita o cessione. 2. Brevetto Protegge invenzioni industriali con carattere di novità e applicabilità tecnica. Esempi: un dispositivo meccanico, una formula chimica, un algoritmo tecnico -Dove si deposita? UIBM, EPO, WIPO -Durata: 20 anni (non rinnovabile) -Costo: da circa 600 € per deposito nazionale ❗ Il software in sé non è brevettabile, ma lo è un sistema che risolve un problema tecnico tramite software. 3. Diritto d’autore -Protegge opere creative, tra cui software, testi, grafiche, contenuti multimediali, musica. -Nasce automaticamente al momento della creazione -Non serve registrazione (ma si può “marcare” con PEC, blockchain o SIAE) -Durata: 70 anni dopo la morte dell’autore 💻 Utile per startup digitali, creatori di contenuti, designer, copywriter, sviluppatori. 4. Design industriale -Protegge l’aspetto esteriore di un prodotto (forme, colori, linee). -Ideale per prodotti di design, packaging, mobili, moda -Durata: fino a 25 anni (rinnovabile ogni 5) -Registrazione presso UIBM o EUIPO 5. Know-how e segreti industriali Informazioni riservate, processi produttivi, algoritmi, elenchi clienti: protezione senza registrazione, ma tramite accordi (NDA) e misure interne. 🛡️ Come proteggere la PI nella pratica (anche con budget ridotto) Registra subito il marchio (almeno a livello nazionale) -Deposita codice sorgente e contenuti tramite PEC o blockchain (es. Notarify, Patamu) -Usa NDA e clausole di riservatezza con collaboratori, sviluppatori e fornitori -Inserisci clausole di proprietà intellettuale nei contratti (chi “possiede” cosa?) -Forma il team sulla tutela delle idee e dei dati -Documenta ogni fase creativa (file originali, bozze, e-mail) ⚖️ Errori comuni da evitare ❌ Non registrare il nome del brand, poi scoprire che è stato "rubato" ❌ Lavorare con freelance senza accordi sulla proprietà del codice ❌ Usare asset (es. musica o immagini) senza diritti ❌ Dimenticare di tutelare i segreti aziendali 🧠 La PI come leva di crescita, valore e investimento Per una startup o PMI, la proprietà intellettuale è anche: 💰 Asset valutabile (in bilancio, utile in caso di exit o funding) 🛡️ Protezione da concorrenza sleale 📈 Vantaggio competitivo 📎 Requisito per bandi, brevetti e agevolazioni (es. bonus innovazione, Smart&Start) Alcuni fondi VC investono solo in startup che hanno un marchio o brevetto registrato. La tua idea vale. Ma solo se la proteggi. Investire nella proprietà intellettuale non è un costo, è un atto di visione. Non servono migliaia di euro: spesso bastano una PEC, un contratto ben fatto, un deposito intelligente. E quando crescerai, avere tutto protetto ti farà partire con un vantaggio concreto. #proprietàintellettuale #startupitalia #PMIinnovative #marchio #brevetto #copyright #dirittodautore #tutelalegale #businessdigitale #innovazione
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  • Clausole fondamentali nei contratti B2B e B2C

    Nel mondo del business, un contratto ben scritto può salvarti da un contenzioso. Uno mal fatto può costarti molto.
    Eppure, ancora oggi tanti imprenditori sottovalutano la contrattualistica, affidandosi a modelli generici, copia-incolla da internet o “ci siamo stretti la mano”.
    Il problema è che i contratti servono quando le cose vanno male, non quando tutto fila liscio.

    Vediamo allora gli errori più comuni da evitare e le clausole che non devono mancare, sia nei contratti B2B (business to business) che B2C (verso il consumatore finale).

    1. Errore classico: “Facciamo senza contratto, ci fidiamo”
    Sembra banale, ma succede spesso. La fiducia va bene, ma nel business serve anche tutela legale. Un contratto è come una cintura di sicurezza: speri di non doverlo usare, ma ti salva nei momenti critici.

    Regola base: qualsiasi accordo tra parti va messo per iscritto, anche in forma semplice, purché chiaro e completo.

    2. Clausole fondamentali nei contratti B2B
    Nei rapporti tra imprese la parola d’ordine è precisione. Ecco le clausole chiave:

    ✔ Oggetto del contratto
    Descrivi in modo dettagliato e specifico il prodotto/servizio. Evita ambiguità: più sei preciso, meno spazio lasci a malintesi.

    ✔ Prezzo, pagamenti e penali
    Prezzo netto e IVA chiara

    Modalità di pagamento (bonifico, scadenze, acconti)

    Interessi per ritardo, penali in caso di inadempimento (es. consegne mancate)

    ✔ Durata e recesso
    Stabilisci la data di inizio, durata (determinata o rinnovabile) e le condizioni per recedere.
    Niente “uscite a sorpresa”.

    ✔ Riservatezza e proprietà intellettuale
    Fondamentale in consulenza, IT, creatività, sviluppo prodotto. Proteggi idee, software, contenuti, dati.

    ✔ Foro competente e legge applicabile
    Specifica dove si risolve un’eventuale controversia (tribunale, arbitrato, mediazione). Può evitarti anni di cause lontano dalla tua sede.

    3. Clausole essenziali nei contratti B2C
    Nei rapporti con i consumatori finali (online o offline) entrano in gioco norme obbligatorie previste dal Codice del Consumo. Qui il rischio è anche di sanzioni, non solo di liti.

    ✔ Informativa precontrattuale
    Deve essere chiara, trasparente e completa: prezzo totale, caratteristiche del bene/servizio, diritti, tempi di consegna, costi nascosti.

    ✔ Diritto di recesso
    Se vendi online o fuori dai locali commerciali, il cliente ha 14 giorni di tempo per ripensarci. E va informato prima dell’acquisto.

    ✔ Garanzia legale
    Due anni obbligatori. Se offri garanzie aggiuntive, specifica cosa coprono e per quanto tempo.

    ✔ Protezione dati (GDPR)
    Informativa privacy obbligatoria. Se raccogli email per marketing, serve consenso esplicito e documentabile.

    4. Altri errori da evitare
    Usare modelli generici
    Ogni contratto va personalizzato: un modello “taglia unica” spesso è inutile (o pericoloso).

    Dimenticare le clausole di aggiornamento
    I costi cambiano, le normative pure. Prevedi clausole di revisione prezzi o aggiornamento condizioni.

    Non registrare modifiche
    Qualsiasi modifica (accordi verbali, email, telefonate) va formalizzata per iscritto. Se no, diventa parola contro parola.

    Conclusione: il contratto non è un ostacolo, è una protezione
    Un buon contratto evita conflitti, fa chiarezza e costruisce fiducia. Non serve che sia lungo 20 pagine, ma deve essere fatto con attenzione.

    Che tu venda consulenza, software, prodotti o servizi, investire in contrattualistica significa proteggere il tuo lavoro e la tua azienda.

    #contrattualistica #B2B #B2C #businesslaw #partitaIVA #consulenzalegale #impresaresponsabile #PMI #modellicontrattuali #errorilegali #dirittocommerciale #privacy #tutelalegale #formazionegiuridica #impresa

    Clausole fondamentali nei contratti B2B e B2C Nel mondo del business, un contratto ben scritto può salvarti da un contenzioso. Uno mal fatto può costarti molto. Eppure, ancora oggi tanti imprenditori sottovalutano la contrattualistica, affidandosi a modelli generici, copia-incolla da internet o “ci siamo stretti la mano”. Il problema è che i contratti servono quando le cose vanno male, non quando tutto fila liscio. Vediamo allora gli errori più comuni da evitare e le clausole che non devono mancare, sia nei contratti B2B (business to business) che B2C (verso il consumatore finale). 🛑 1. Errore classico: “Facciamo senza contratto, ci fidiamo” Sembra banale, ma succede spesso. La fiducia va bene, ma nel business serve anche tutela legale. Un contratto è come una cintura di sicurezza: speri di non doverlo usare, ma ti salva nei momenti critici. 👉 Regola base: qualsiasi accordo tra parti va messo per iscritto, anche in forma semplice, purché chiaro e completo. 🧾 2. Clausole fondamentali nei contratti B2B Nei rapporti tra imprese la parola d’ordine è precisione. Ecco le clausole chiave: ✔ Oggetto del contratto Descrivi in modo dettagliato e specifico il prodotto/servizio. Evita ambiguità: più sei preciso, meno spazio lasci a malintesi. ✔ Prezzo, pagamenti e penali Prezzo netto e IVA chiara Modalità di pagamento (bonifico, scadenze, acconti) Interessi per ritardo, penali in caso di inadempimento (es. consegne mancate) ✔ Durata e recesso Stabilisci la data di inizio, durata (determinata o rinnovabile) e le condizioni per recedere. Niente “uscite a sorpresa”. ✔ Riservatezza e proprietà intellettuale Fondamentale in consulenza, IT, creatività, sviluppo prodotto. Proteggi idee, software, contenuti, dati. ✔ Foro competente e legge applicabile Specifica dove si risolve un’eventuale controversia (tribunale, arbitrato, mediazione). Può evitarti anni di cause lontano dalla tua sede. 👥 3. Clausole essenziali nei contratti B2C Nei rapporti con i consumatori finali (online o offline) entrano in gioco norme obbligatorie previste dal Codice del Consumo. Qui il rischio è anche di sanzioni, non solo di liti. ✔ Informativa precontrattuale Deve essere chiara, trasparente e completa: prezzo totale, caratteristiche del bene/servizio, diritti, tempi di consegna, costi nascosti. ✔ Diritto di recesso Se vendi online o fuori dai locali commerciali, il cliente ha 14 giorni di tempo per ripensarci. E va informato prima dell’acquisto. ✔ Garanzia legale Due anni obbligatori. Se offri garanzie aggiuntive, specifica cosa coprono e per quanto tempo. ✔ Protezione dati (GDPR) Informativa privacy obbligatoria. Se raccogli email per marketing, serve consenso esplicito e documentabile. ⚠️ 4. Altri errori da evitare ❌ Usare modelli generici Ogni contratto va personalizzato: un modello “taglia unica” spesso è inutile (o pericoloso). ❌ Dimenticare le clausole di aggiornamento I costi cambiano, le normative pure. Prevedi clausole di revisione prezzi o aggiornamento condizioni. ❌ Non registrare modifiche Qualsiasi modifica (accordi verbali, email, telefonate) va formalizzata per iscritto. Se no, diventa parola contro parola. 📌 Conclusione: il contratto non è un ostacolo, è una protezione Un buon contratto evita conflitti, fa chiarezza e costruisce fiducia. Non serve che sia lungo 20 pagine, ma deve essere fatto con attenzione. 👉 Che tu venda consulenza, software, prodotti o servizi, investire in contrattualistica significa proteggere il tuo lavoro e la tua azienda. #contrattualistica #B2B #B2C #businesslaw #partitaIVA #consulenzalegale #impresaresponsabile #PMI #modellicontrattuali #errorilegali #dirittocommerciale #privacy #tutelalegale #formazionegiuridica #impresa
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  • Clausole fondamentali nei contratti B2B e B2C

    Fare impresa significa anche (e soprattutto) scrivere e firmare contratti. Eppure, spesso vengono trattati come una formalità, copiati da modelli trovati online o messi insieme all’ultimo minuto.
    Il problema? Basta una clausola scritta male – o peggio, non scritta affatto – per trovarsi nei guai, soprattutto nei rapporti commerciali continuativi.

    Che si tratti di contratti B2B (tra imprese) o B2C (con consumatori finali), ci sono errori ricorrenti da evitare e clausole fondamentali da conoscere. Vediamoli insieme.

    1. Errore 1: Dare per scontato “l’accordo verbale”
    Mai, mai fidarsi del “ci siamo capiti” o del “ci conosciamo da anni”.
    Nel business, quello che non è scritto non esiste. E anche quello che è scritto male può ritorcersi contro.
    Cosa fare:
    Formalizza sempre per iscritto ogni accordo, anche il più semplice. Meglio un contratto essenziale ma chiaro che un documento vago e pieno di legalese.

    2. Clausole fondamentali nei contratti B2B
    I rapporti tra imprese richiedono chiarezza, regole e tutela reciproca. Ecco le clausole da non saltare mai:
    Oggetto del contratto
    Definisci in modo specifico cosa viene fornito, in che modalità e con quali caratteristiche. Evita termini generici tipo “servizio di consulenza”.
    Prezzo e termini di pagamento
    Inserisci: importo, scadenze, modalità di pagamento, penali in caso di ritardo. Ricorda: senza penali, i ritardi diventano “tollerati”.
    Durata e recesso
    Specifica inizio, durata e possibilità di disdetta. In assenza di termini chiari, i contenziosi sono dietro l’angolo.
    Riservatezza e proprietà intellettuale
    Se condividi dati sensibili, progetti o know-how, proteggili. Una clausola di riservatezza ben scritta fa la differenza.
    Foro competente e legge applicabile
    Soprattutto in rapporti internazionali o tra regioni diverse. Eviti sorprese in caso di contenzioso.

    3. Clausole essenziali nei contratti B2C
    Con i consumatori valgono regole diverse: ci sono norme inderogabili a tutela del cliente finale (Codice del Consumo).
    Informativa chiara e trasparente
    Devi fornire tutte le informazioni in modo comprensibile, dalla descrizione del prodotto ai costi nascosti.
    Diritto di recesso
    Obbligatorio per vendite online o fuori dai locali commerciali. Deve essere spiegato chiaramente: modalità, tempistiche e modulistica.
    Garanzie legali e commerciali
    Non puoi escludere la garanzia legale di conformità (24 mesi). Se offri una garanzia commerciale, deve essere più vantaggiosa.
    Attenzione a:
    -Clausole vessatorie: devono essere accettate specificamente dal cliente
    -GDPR: se raccogli dati personali, serve un’informativa completa e aggiornata

    4. Errore 2: Usare modelli standard non personalizzati
    Ogni contratto deve essere adattato al caso concreto. Usare lo stesso modello per tutti è come cucire un vestito taglia unica: può andar bene… ma più spesso no.
    Un contratto scritto su misura ti tutela meglio, previene incomprensioni e ti fa risparmiare tempo e denaro nel lungo periodo.

    5.Errore 3: Dimenticare la gestione post-contratto
    Il contratto non finisce quando lo firmi. Va gestito, aggiornato e monitorato.

    Meglio un contratto solido oggi, che un avvocato domani
    La contrattualistica d’impresa non è solo per i giuristi: è uno strumento concreto per fare business in sicurezza.
    Investire tempo e attenzione in un buon contratto è sempre più conveniente che affrontare un contenzioso.

    Contratto chiaro = meno rischi, più fiducia, più continuità nei rapporti commerciali.

    #contrattualistica #B2B #B2C #impresa #dirittoaziendale #clausolecontrattuali #fornitori #clienti #partitaIVA #consulenzalegale #rischidimpresa #DirittoCommerciale #tutelalegale #businesssicuro #contratti
    Clausole fondamentali nei contratti B2B e B2C Fare impresa significa anche (e soprattutto) scrivere e firmare contratti. Eppure, spesso vengono trattati come una formalità, copiati da modelli trovati online o messi insieme all’ultimo minuto. Il problema? Basta una clausola scritta male – o peggio, non scritta affatto – per trovarsi nei guai, soprattutto nei rapporti commerciali continuativi. Che si tratti di contratti B2B (tra imprese) o B2C (con consumatori finali), ci sono errori ricorrenti da evitare e clausole fondamentali da conoscere. Vediamoli insieme. 1. Errore 1: Dare per scontato “l’accordo verbale” Mai, mai fidarsi del “ci siamo capiti” o del “ci conosciamo da anni”. Nel business, quello che non è scritto non esiste. E anche quello che è scritto male può ritorcersi contro. 🔹 Cosa fare: Formalizza sempre per iscritto ogni accordo, anche il più semplice. Meglio un contratto essenziale ma chiaro che un documento vago e pieno di legalese. 2. Clausole fondamentali nei contratti B2B I rapporti tra imprese richiedono chiarezza, regole e tutela reciproca. Ecco le clausole da non saltare mai: 🔹 Oggetto del contratto Definisci in modo specifico cosa viene fornito, in che modalità e con quali caratteristiche. Evita termini generici tipo “servizio di consulenza”. 🔹 Prezzo e termini di pagamento Inserisci: importo, scadenze, modalità di pagamento, penali in caso di ritardo. Ricorda: senza penali, i ritardi diventano “tollerati”. 🔹 Durata e recesso Specifica inizio, durata e possibilità di disdetta. In assenza di termini chiari, i contenziosi sono dietro l’angolo. 🔹 Riservatezza e proprietà intellettuale Se condividi dati sensibili, progetti o know-how, proteggili. Una clausola di riservatezza ben scritta fa la differenza. 🔹 Foro competente e legge applicabile Soprattutto in rapporti internazionali o tra regioni diverse. Eviti sorprese in caso di contenzioso. 3. Clausole essenziali nei contratti B2C Con i consumatori valgono regole diverse: ci sono norme inderogabili a tutela del cliente finale (Codice del Consumo). 🔹 Informativa chiara e trasparente Devi fornire tutte le informazioni in modo comprensibile, dalla descrizione del prodotto ai costi nascosti. 🔹 Diritto di recesso Obbligatorio per vendite online o fuori dai locali commerciali. Deve essere spiegato chiaramente: modalità, tempistiche e modulistica. 🔹 Garanzie legali e commerciali Non puoi escludere la garanzia legale di conformità (24 mesi). Se offri una garanzia commerciale, deve essere più vantaggiosa. 🔹 Attenzione a: -Clausole vessatorie: devono essere accettate specificamente dal cliente -GDPR: se raccogli dati personali, serve un’informativa completa e aggiornata 4. Errore 2: Usare modelli standard non personalizzati Ogni contratto deve essere adattato al caso concreto. Usare lo stesso modello per tutti è come cucire un vestito taglia unica: può andar bene… ma più spesso no. 👉 Un contratto scritto su misura ti tutela meglio, previene incomprensioni e ti fa risparmiare tempo e denaro nel lungo periodo. 5.Errore 3: Dimenticare la gestione post-contratto Il contratto non finisce quando lo firmi. Va gestito, aggiornato e monitorato. Meglio un contratto solido oggi, che un avvocato domani La contrattualistica d’impresa non è solo per i giuristi: è uno strumento concreto per fare business in sicurezza. Investire tempo e attenzione in un buon contratto è sempre più conveniente che affrontare un contenzioso. 🔐 Contratto chiaro = meno rischi, più fiducia, più continuità nei rapporti commerciali. #contrattualistica #B2B #B2C #impresa #dirittoaziendale #clausolecontrattuali #fornitori #clienti #partitaIVA #consulenzalegale #rischidimpresa #DirittoCommerciale #tutelalegale #businesssicuro #contratti
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