• Aprire una partita IVA da influencer: la mia guida pratica (senza panico)

    Quando ho capito che fare l’influencer non era più un hobby ma un lavoro vero, mi sono fatta la domanda che ogni creator si trova davanti prima o poi:
    “Devo aprire la partita IVA?”

    Spoiler: la risposta è sì, se guadagni in modo continuativo.
    All’inizio mi sembrava tutto complicato: codici ATECO, regimi fiscali, fatture, INPS…
    Ma ti assicuro che, una volta capito il meccanismo, non è poi così spaventoso. E anzi, aprire la partita IVA è stato un passaggio fondamentale per sentirmi davvero una professionista del digitale.

    Ecco la mia guida pratica, basata su esperienza diretta, per aiutarti a fare il passo senza ansia.

    1. Quando serve davvero aprire la partita IVA?
    Se fai attività di promozione online e ricevi compensi in modo continuativo (che siano soldi o prodotti con valore commerciale), non puoi più operare da “privato”.
    Una collaborazione una tantum ogni tanto può rientrare nelle prestazioni occasionali, ma se pubblichi per lavoro (e vieni pagatə), serve la partita IVA.

    2. Quale codice ATECO si usa?
    Il più usato per chi lavora come influencer è:

    73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari

    Alcuni usano anche codici legati a “servizi di consulenza” o “content creation”, a seconda delle attività specifiche. Il consiglio? Parlane con un commercialista che conosce il settore digital.

    3. Che regime fiscale scegliere?
    Il regime forfettario è il più gettonato tra i creator all’inizio, perché:
    -vale se fatturi fino a €85.000 l’anno
    -hai un’imposta unica del 5% (nei primi 5 anni, poi 15%)
    -paghi INPS gestione separata (a parte, circa il 26% sul reddito)
    È semplice da gestire, con meno burocrazia e costi di avvio contenuti.

    4. Come si apre concretamente?
    Hai due opzioni:
    -Puoi farlo online tramite un commercialista (ti consiglio quelli specializzati in creator e freelance digitali)
    -Oppure farlo tu da sola tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate (ma solo se sai già dove mettere le mani)
    Io ho scelto di affidarmi a un professionista: ho risparmiato tempo, errori e stress.

    5. E una volta aperta, cosa cambia?
    Inizi a emettere fatture (con o senza ritenuta, a seconda del cliente)
    Versi i contributi INPS (trimestralmente)
    Fai la dichiarazione dei redditi ogni anno
    E puoi finalmente lavorare in modo regolare con brand e agenzie — che lo richiedono sempre più spesso

    La verità?
    Aprire la partita IVA non è la fine della libertà: è l’inizio del tuo percorso come vera imprenditrice digitale.

    Smetti di pensarti come “una che fa contenuti” e inizia a vederti come una professionista che crea valore, genera business e merita di essere pagata in modo giusto e trasparente.

    #partitaIVAinfluencer #creatorfiscale #imprenditricedigitale #influencerlife #businessdigitale #regimeforfettario #aprirelapartitaIVA #fiscofacile #impresaBiz #lavoraonline #brandcollaboration #freelancelife

    Aprire una partita IVA da influencer: la mia guida pratica (senza panico) Quando ho capito che fare l’influencer non era più un hobby ma un lavoro vero, mi sono fatta la domanda che ogni creator si trova davanti prima o poi: “Devo aprire la partita IVA?” Spoiler: la risposta è sì, se guadagni in modo continuativo. All’inizio mi sembrava tutto complicato: codici ATECO, regimi fiscali, fatture, INPS… Ma ti assicuro che, una volta capito il meccanismo, non è poi così spaventoso. E anzi, aprire la partita IVA è stato un passaggio fondamentale per sentirmi davvero una professionista del digitale. Ecco la mia guida pratica, basata su esperienza diretta, per aiutarti a fare il passo senza ansia. 1. Quando serve davvero aprire la partita IVA? Se fai attività di promozione online e ricevi compensi in modo continuativo (che siano soldi o prodotti con valore commerciale), non puoi più operare da “privato”. Una collaborazione una tantum ogni tanto può rientrare nelle prestazioni occasionali, ma se pubblichi per lavoro (e vieni pagatə), serve la partita IVA. 2. Quale codice ATECO si usa? Il più usato per chi lavora come influencer è: 73.11.02 – Conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari Alcuni usano anche codici legati a “servizi di consulenza” o “content creation”, a seconda delle attività specifiche. Il consiglio? Parlane con un commercialista che conosce il settore digital. 3. Che regime fiscale scegliere? Il regime forfettario è il più gettonato tra i creator all’inizio, perché: -vale se fatturi fino a €85.000 l’anno -hai un’imposta unica del 5% (nei primi 5 anni, poi 15%) -paghi INPS gestione separata (a parte, circa il 26% sul reddito) È semplice da gestire, con meno burocrazia e costi di avvio contenuti. 4. Come si apre concretamente? Hai due opzioni: -Puoi farlo online tramite un commercialista (ti consiglio quelli specializzati in creator e freelance digitali) -Oppure farlo tu da sola tramite il sito dell’Agenzia delle Entrate (ma solo se sai già dove mettere le mani) Io ho scelto di affidarmi a un professionista: ho risparmiato tempo, errori e stress. 5. E una volta aperta, cosa cambia? 📌 Inizi a emettere fatture (con o senza ritenuta, a seconda del cliente) 📌 Versi i contributi INPS (trimestralmente) 📌 Fai la dichiarazione dei redditi ogni anno 📌 E puoi finalmente lavorare in modo regolare con brand e agenzie — che lo richiedono sempre più spesso La verità? Aprire la partita IVA non è la fine della libertà: è l’inizio del tuo percorso come vera imprenditrice digitale. Smetti di pensarti come “una che fa contenuti” e inizia a vederti come una professionista che crea valore, genera business e merita di essere pagata in modo giusto e trasparente. #partitaIVAinfluencer #creatorfiscale #imprenditricedigitale #influencerlife #businessdigitale #regimeforfettario #aprirelapartitaIVA #fiscofacile #impresaBiz #lavoraonline #brandcollaboration #freelancelife
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  • Budget e investimenti: come gestire i guadagni da influencer

    Quando ho iniziato a guadagnare con i social, non ci capivo nulla di gestione finanziaria.
    Ogni collaborazione era una vittoria, ma finivo per spendere tutto senza un vero piano.
    Poi ho capito: se voglio che il mio lavoro sia duraturo, devo trattare i miei guadagni come un’azienda tratterebbe i suoi ricavi.

    Oggi gestisco entrate, costi e investimenti con la stessa attenzione con cui creo contenuti.
    Ecco come ho imparato a comportarmi da imprenditrice, non solo da creator.

    1. Separa conto personale e conto professionale
    Errore classico? Mischiare tutto: bonifici dei brand, spese personali, acquisti di attrezzatura…
    Oggi ho un conto dedicato alla mia attività da freelance. Tutti i guadagni da lì, tutte le spese tracciabili.
    Bonus: quando arriva il momento di fare la dichiarazione dei redditi, hai tutto sotto controllo.

    2. Crea un budget mensile (anche se i guadagni variano)
    Il lavoro da influencer è altalenante.
    Alcuni mesi sono pieni di campagne, altri più lenti.
    Per questo pianifico un budget mensile medio, diviso in:
    -Spese fisse (affitto, commercialista, tool, telefono)
    -Spese variabili (shooting, viaggi, editor, pubblicità)
    -Risparmio (minimo 20% dei guadagni)
    -Investimenti (su formazione o progetti a lungo termine)
    Così evito di “sentirmi ricca” un mese e in ansia il mese dopo.

    3. Paga le tasse (senza stress)
    Lo so, la partita IVA spaventa. Ma se vuoi essere credibile con i brand, è fondamentale.
    Io metto da parte almeno il 30-35% di ogni entrata per IVA, INPS e tasse varie.
    E collaboro con un commercialista che capisce il mondo digitale.
    Nessuna paura del fisco, se gestisci tutto con trasparenza.

    4. Investi in ciò che ti fa crescere
    Non è solo questione di guadagnare. È questione di crescere nel tempo.
    Ogni anno decido quanto reinvestire in:
    -Formazione (corsi, coaching, eventi)
    -Attrezzatura (luci, microfono, editing software)
    -Team (se hai bisogno di editor o assistenti)
    Ogni euro ben speso oggi = più professionalità domani.

    5. Diversifica le entrate
    Collaborazioni con brand? Ottime.
    Ma se vuoi davvero stabilità, diversifica:
    -Lancia un tuo prodotto digitale
    -Offri consulenze
    -Monetizza la tua community con contenuti premium
    -Partecipa a eventi, masterclass o affiliate marketing
    Un influencer che ragiona da imprenditore non dipende da un solo canale.

    Essere influencer non significa solo “creare contenuti”, ma anche saper gestire ciò che quei contenuti generano: valore economico, opportunità e futuro.
    Da quando gestisco il mio business con testa, lavoro con più serenità, scelgo meglio i progetti e ho obiettivi più chiari.

    E se anche tu vuoi trasformare la visibilità in solidità, inizia da qui: budget, ordine e visione a lungo termine.

    #GestioneGuadagni #InfluencerBusiness #FinanzaDigitale #BudgetPersonale #PianificazioneEconomica #ImpresaBiz #PartitaIVAInfluencer #InvestiSuTeStessa #CrescitaProfessionale

    💰 Budget e investimenti: come gestire i guadagni da influencer Quando ho iniziato a guadagnare con i social, non ci capivo nulla di gestione finanziaria. Ogni collaborazione era una vittoria, ma finivo per spendere tutto senza un vero piano. Poi ho capito: se voglio che il mio lavoro sia duraturo, devo trattare i miei guadagni come un’azienda tratterebbe i suoi ricavi. Oggi gestisco entrate, costi e investimenti con la stessa attenzione con cui creo contenuti. Ecco come ho imparato a comportarmi da imprenditrice, non solo da creator. 1. Separa conto personale e conto professionale 🏦 Errore classico? Mischiare tutto: bonifici dei brand, spese personali, acquisti di attrezzatura… Oggi ho un conto dedicato alla mia attività da freelance. Tutti i guadagni da lì, tutte le spese tracciabili. 💡 Bonus: quando arriva il momento di fare la dichiarazione dei redditi, hai tutto sotto controllo. 2. Crea un budget mensile (anche se i guadagni variano) 📊 Il lavoro da influencer è altalenante. Alcuni mesi sono pieni di campagne, altri più lenti. Per questo pianifico un budget mensile medio, diviso in: -Spese fisse (affitto, commercialista, tool, telefono) -Spese variabili (shooting, viaggi, editor, pubblicità) -Risparmio (minimo 20% dei guadagni) -Investimenti (su formazione o progetti a lungo termine) Così evito di “sentirmi ricca” un mese e in ansia il mese dopo. 3. Paga le tasse (senza stress) 📑 Lo so, la partita IVA spaventa. Ma se vuoi essere credibile con i brand, è fondamentale. Io metto da parte almeno il 30-35% di ogni entrata per IVA, INPS e tasse varie. E collaboro con un commercialista che capisce il mondo digitale. 💡 Nessuna paura del fisco, se gestisci tutto con trasparenza. 4. Investi in ciò che ti fa crescere 🚀 Non è solo questione di guadagnare. È questione di crescere nel tempo. Ogni anno decido quanto reinvestire in: -Formazione (corsi, coaching, eventi) -Attrezzatura (luci, microfono, editing software) -Team (se hai bisogno di editor o assistenti) 📌 Ogni euro ben speso oggi = più professionalità domani. 5. Diversifica le entrate 💼 Collaborazioni con brand? Ottime. Ma se vuoi davvero stabilità, diversifica: -Lancia un tuo prodotto digitale -Offri consulenze -Monetizza la tua community con contenuti premium -Partecipa a eventi, masterclass o affiliate marketing 👉 Un influencer che ragiona da imprenditore non dipende da un solo canale. Essere influencer non significa solo “creare contenuti”, ma anche saper gestire ciò che quei contenuti generano: valore economico, opportunità e futuro. Da quando gestisco il mio business con testa, lavoro con più serenità, scelgo meglio i progetti e ho obiettivi più chiari. E se anche tu vuoi trasformare la visibilità in solidità, inizia da qui: budget, ordine e visione a lungo termine. #GestioneGuadagni #InfluencerBusiness #FinanzaDigitale #BudgetPersonale #PianificazioneEconomica #ImpresaBiz #PartitaIVAInfluencer #InvestiSuTeStessa #CrescitaProfessionale
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